"La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download ""La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione"

Transcript

1 "La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione Laboratorio di consulenza partecipata Regione Puglia Assessorato alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia Servizi di Sviluppo Agricolo

2 Esposizione Descrizione delle aziende prese in esame area normale area psic Descrizione delle norme prese in esame Analisi degli aspetti critici riscontrati nei due casi studi

3 Provincia di FOGGIA Caso studio n. 1 Azienda Suriano Antonio Indirizzo cerealicolo Area normale A cura del dott. Agr.mo Pasquale Solazzo

4 La metodologia adottata Il gruppo di lavoro si è costituito nel corso di approfondimento La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione tenutosi a Bari presso l Assessorato alle Risorse Agroalimentari dal 27 al 29 giugno 2006: NOME COGNOME ENTE DI APPARTENENZA 1 ANNAMARIA CILARDI ASS. AGR. REGIONE PUGLIA 2 PASQUALE SOLAZZO UPA FOGGIA -REGIONE PUGLIA 3 LUCIANO CICIRETTI UPA FOGGIA -REGIONE PUGLIA 4 FRANCESCO BELLINO ASS. AGR. REGIONE PUGLIA 5 MAURO DE LUCIA ASS. AGR. REGIONE PUGLIA 6 DONATO FORENZA SETTORE FORESTE- REGIONE PUGLIA 7 MARCO GRASSO ORDINE AGRONOMI FOGGIA 8 MATTEO MANNA AIAB 9 GIUSEPPE PALLADINO COLDIRETTI -FOGGIA 4

5 La metodologia adottata La scelta dell azienda: L azienda è stata individuata in accordo con le Organizzazioni Professionali Agricole della Provincia di Foggia che hanno partecipato al gruppo di lavoro. La metodologia di lavoro: E stato contattato il conduttore, da subito è iniziato un proficuo dialogo sulle norme della condizionalità e la loro applicazione. Nel corso degli incontri con il conduttore è stata approfondita la conoscenza dell azienda in esame sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Il livello di conoscenza dell imprenditore: Il conduttore dell azienda, dottore agronomo, era informato sommariamente sulle nuove norme, ed ha chiesto numerosi chiarimenti interpretativi, specialmente sull applicazione della norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione 5

6 Le caratteristiche strutturali dell azienda Nome: Suriano Antonio Forma di conduzione: diretta del coltivatore Ubicazione: agri di Foggia-Troia (fuori area SIC-ZPS) Estensione: ha Natura dei terreni: i seminativi presenti hanno struttura di medio impasto, ed hanno un elevata presenza di scheletro. Metodo di coltivazione: in azienda si pratica l agricoltura convenzionale; la maggior parte della superficie aziendale e interessata alla coltivazione di cereali in asciutto ed è frequente il ringrano. 6

7 Le caratteristiche strutturali dell azienda Strutture, macchine e attrezzature aziendali: l azienda è dotata di idonei locali per lo stoccaggio dei mezzi della produzione, per il ricovero delle macchine e delle attrezzature. Inoltre è dotata di tutte le attrezzature per la lavorazione dei terreni, per la semina, concimazione, diserbo e di una mietitrebbiatrice tradizionale. Manodopera: il conduttore si avvale dell ausilio di un operaio a tempo determinato. Titoli PAC: l azienda possiede titoli a seminativi OCM per un valore complessivo superiore a euro. 7

8 Riparto colturale Annata agraria Coltura Grano duro Set aside Sup. disattivate Ceci Asparago Pascolo Olivo da olio Tare e incolti Sup. totale ha

9 Provincia di FOGGIA Caso studio n. 2 Azienda Massari Indirizzo cerealicolo Area psic A cura del dott. Agr.mo Pasquale Solazzo

10 La metodologia adottata Il gruppo di lavoro NOME COGNOME ENTE DI APPARTENENZA 1 ANNAMARIA CILARDI ASS. AGR. REGIONE PUGLIA 2 PASQUALE SOLAZZO UPA FOGGIA -REGIONE PUGLIA 3 FRANCESCO BELLINO ASS. AGR. REGIONE PUGLIA 4 MIRCO SALVATORE CONFAGRICOLTURA-FOGGIA 5 DOMENICO RAUSEO C.I.A.- FOGGIA 6 GIUSEPPE PALLADINO COLDIRETTI -FOGGIA 7 MARCO GRASSO ORDINE AGRONOMI FOGGIA 8 FRANCESCO GRIFONI AIAB -FOGGIA 10

11 La metodologia adottata La scelta dell azienda: L azienda è stata individuata in accordo con le Organizzazioni Professionali Agricole della Provincia di Foggia che hanno partecipato al gruppo di lavoro. La metodologia di lavoro: E stato contattato il conduttore, da subito è iniziato un proficuo dialogo sulle norme della condizionalità, e la loro applicazione. Nel corso degli incontri con il conduttore è stata approfondita la conoscenza dell azienda in esame dal punto di vista strutturale ed organizzativo. Il livello di conoscenza dell imprenditore: Il conduttore dell azienda, dottore agronomo, era informato sommariamente sulle nuove norme, ed ha chiesto numerosi chiarimenti interpretativi, specialmente sull applicazione della norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio 11

12 Le caratteristiche strutturali dell azienda Nome: Massari Giuseppe Forma di conduzione: diretta del coltivatore Ubicazione: agro di Celenza Valfortore (in area psic) Altitudine: circa 600 m.s.l.m.m. Estensione: ha Natura dei terreni: sono caratterizzati da una tessitura prevalentemente argillosa, ricchi in scheletro anche di notevole dimensione. Metodo di coltivazione: in azienda si pratica l agricoltura convenzionale; la maggior parte della superficie aziendale e interessata alla coltivazione di cereali in asciutto, sono praticate opportune rotazioni colturali. 12

13 Le caratteristiche strutturali dell azienda Strutture, macchine e attrezzature aziendali: l azienda è dotata di idonei locali per lo stoccaggio dei mezzi della produzione, per il ricovero delle macchine e delle attrezzature. Inoltre è dotata di tutte le attrezzature per la lavorazione dei terreni, per la semina, concimazione e diserbo, mentre esegue la raccolta con mietitrebbiatrice a noleggio munite di trinciapaglia. Manodopera: il conduttore si avvale dell ausilio di operai assunti a tempo determinato. Titoli PAC: l azienda possiede titoli a seminativi OCM per un valore complessivo inferiore a euro. 13

14 Riparto colturale Annata agraria Bosco Coltura Frumento duro avena Sup. totale ha Annata agraria Sup. totale Coltura Superfici disattivate Bosco ha

15 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui colturali È vietata la bruciatura delle stoppie, delle paglie e della vegetazione presente al termine dei cicli produttivi di prati naturali o seminati per le aziende agricole ricadenti nei territori definiti SIC e ZPS, ai sensi della D.G.R. n del 21/07/2005. Si fa ricorso alla deroga di cui al punto 2 della norma, per le aziende agricole ricadenti negli altri territori. In questo caso la bruciatura delle stoppie deve rispettare tutte le prescrizioni riportate nella l. r. n. 15 del 12/05/97. E necessario, altresì, effettuare uno degli interventi alternativi di seguito indicati per il mantenimento e il ripristino del livello di sostanza organica del suolo: - sostituzione della aratura tradizionale profonda con la discissura o la scarificatura, seguita da frangizollatura o araripuntatura; - letamazione o altro tipo di concimazione organica; - semina su sodo; - sovescio di colture miglioratrici nell'annata successiva. 15

16 Aspetti critici nell applicazione della norma Norma 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui colturali - Caso studio az. Suriano - Area normale (agro Troia Foggia) Per la gestione dei residui colturali, il conduttore alterna sullo stesso appezzamento la pratica dell interramento delle stoppie con l aratura profonda (30-40 cm) alla minima lavorazione sulle stoppie bruciate. L azienda in esame è dotata di mietitrebbia tradizionale, pertanto lascia la paglia raccolta in cordoni. A tal riguardo si fa presente che ad oggi sono ancora poche le mietitrebbiatrici munite di trinciapaglia, attrezzo in grado di frantumare la paglia e spargerla uniformemente sull appezzamento. In annate come quella in esame, la raccolta della paglia anche a costo zero non è praticabile in quanto l eccessiva offerta satura presto il mercato e non ci sono soggetti interessati alla raccolta. La paglia, in ambiente semi-arido diventa un ostacolo meccanico sia alla lavorazione principale ma ancor di più alle lavorazioni di affinamento ed alla semina che spesso non risultano praticabili. La pratica della minima lavorazione, economicamente vantaggiosa per il basso consumo di carburante, può essere attuata solo su terreni con residui colturali ben trinciati ma non è realizzabile in elevata presenza di scheletro. 16

17 Aspetti critici nell applicazione della norma Norma 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui colturali - Caso studio az. Massari - Area psic (agro di Celenza Valfortore) Per la gestione dei residui colturali, il conduttore pratica l interramento delle stoppie con l aratura profonda (circa 40 cm) lavorando il terreno secondo il sistema di aratura a rittocchino. L interramento della paglia è una tecnica attuabile in questo areale, infatti, l azienda è localizzata nel Sub Appennino Dauno Meridionale, ad un altitudine di circa 600 m.s.l.m.m., caratterizzato da frequenti precipitazioni meteoriche estive ed autunnali che consentono la degradazione dei residui vegetali interrati. Per rendere possibile la pratica colturale dell interramento, l azienda utilizza mietitrebbiatrici munite di trinciapaglia (noleggio). 17

18 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 4.1 Protezione del pascolo permanente Intervento della Regione A norma dell articolo 2 comma 1 del Decreto 15 dicembre 2005 n. 4432, tenuto conto delle condizioni del suolo, del clima e dei sistemi aziendali esistenti, a livello regionale la presente norma prevede i seguenti impegni: a) divieto di riduzione della superficie a pascolo permanente a norma dell art.4 del regolamento(ce) n. 796/04 e successive modifiche e integrazioni; b) divieto di conversione della superficie a pascolo permanente ad altri usi all interno dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciali, individuati ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE, salvo diversa prescrizione della competente autorità di gestione; c) esclusione di lavorazioni del terreno fatte salve quelle connesse al rinnovo e/o infittimento del cotico erboso e alla gestione dello sgrondo delle acque. Deroghe 1. Nel caso di interventi agronomici e/o adempimenti, diversi da quelli della presente norma, ove previsti dal regolamento (CE) 796/04 e successive modifiche e integrazioni, in ordine al precedente impegno a). 18

19 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione Obblighi per l azienda A) Presenza di una copertura vegetale, naturale o artificiale, durante tutto l anno; B) Attuazione, almeno una volta l anno, di operazioni colturali consistenti in: sfalcio o trinciatura della vegetazione; lavorazioni superficiali consistenti in frangizollatura o erpicatura per i terreni lavorati prima del 31/12/2005; altre operazioni equivalenti per i terreni non lavorati al 31/12/2005. Per le zone SIC e ZPS è fatto divieto di ricorrere allo sfalcio e alle operazioni equivalenti per un periodo di 150 giorni compreso tra il 15 marzo ed il 15 agosto, mentre nelle altre zone vige il divieto di sfalcio nel periodo compreso dal 1 maggio al 31 agosto. E' comunque fatto obbligo di realizzare fasce antincendio con larghezza di almeno cinque metri,conformemente a quanto previsto dalle normative in vigore. 19

20 Obblighi per l azienda Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione In deroga all impegno a), sono ammesse lavorazioni meccaniche sui terreni ritirati dalla produzione nei seguenti casi: 1. pratica del sovescio, in presenza di specie da sovescio o piante biocide; 2. terreni interessati da interventi di ripristino di habitat e biotopi; 3. colture a perdere per la fauna, lettera c) articolo 1 del Decreto 15 dicembre 2005 n Ministeriale del 7 marzo 2002; 4. lavorazioni del terreno allo scopo di ottenere una produzione agricola nella successiva annata agraria, comunque da effettuarsi non prima del 15 luglio. In ogni caso, se il terreno è destinato alla coltivazione ai fini dell ottenimento di una produzione agricola nell anno successivo, dopo il 31 agosto è ammesso ogni tipo di lavorazione. 5. nel caso in cui sia necessario effettuare lavorazioni di affinamento sui terreni lavorati prima del 1 gennaio di ciascun anno, al solo scopo di favorirne il successivo migliore inerbimento spontaneo o artificiale; in tale circostanza è comunque ammesso un solo intervento agronomico nei periodi di divieto previsti dalla norma; in ogni caso la presente deroga non si applica ai terreni ritirati dalla produzione per più di una annata agraria (ritiro pluriennale dei terreni dalla produzione). 6. nel caso in cui le lavorazioni siano funzionali all esecuzione di interventi di miglioramento fondiario. 20

21 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione Obblighi per l azienda In deroga all impegno b), sono ammesse le seguenti pratiche: -idonee pratiche agronomiche a basso impatto finalizzate a limitare la disseminazione di essenze infestanti, nonché la propagazione di vegetazione indesiderata, come di seguito specificate: a) operazioni di sfalcio o trinciatura, da eseguirsi in deroga alle epoche prestabilite, al fine di evitare che le piante infestanti vadano a fioritura e quindi a successiva disseminazione; tali operazioni devono essere svolte adottando tutte le precauzioni possibili per mitigare gli effetti negativi per la fauna selvatica. E comunque escluso qualsiasi intervento che comporti la rottura del cotico erboso. La produzione erbacea ottenuta a seguito dello sfalcio operato sulle superfici abbinate a titoli di riposo può essere utilizzata in azienda a fini agricoli e per l alimentazione del bestiame dopo il 31 agosto di ciascun anno, mentre può essere destinata alla commercializzazione dopo il 15 gennaio dell anno successivo. b) In aggiunta o in alternativa alle operazioni di cui al punto 7.a), unicamente per i terreni ritirati volontariamente dalla produzione - per i quali non sussistono gli specifici divieti previsti per il set-aside di utilizzo della copertura vegetale per l alimentazione animale -, è ammesso, in deroga alle epoche prestabilite, l intervento di controllo della vegetazione tramite pascolamento, purché sia garantito un equilibrato sfruttamento del cotico erboso. Le disposizioni di cui al presente punto 7 lettere a) e b) non si applicano alle aziende ricadenti nelle aree Natura 2000, ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CE, nel caso in cui gli interventi agronomici ammessi contrastino con le misure di conservazione o con i piani di gestione prescritti dagli Enti gestori dei siti di importanza comunitaria e delle zone di protezione speciale. 21

22 Aspetti critici nell applicazione delle norme Norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione Azienda Suriano e Azienda Massari La principale difficoltà riscontrata dai conduttori è stata l applicazione della norma 4.2 Gestione delle superfici ritirate dalla produzione, ed in particolare come si evince dalle foto successive, non è stato possibile controllare le infestanti, che rappresentano un notevole ostacolo per le lavorazioni del terreno e la preparazione del letto di semina per la successiva annata agraria. Particolare difficoltà è stata riscontrata nei terreni ricchi in scheletro di grosse dimensioni che rendono difficilmente praticabile lo sfalcio e comunque tale pratica risulta inefficace nel controllo delle infestanti a portamento prostrato. Il problema della disseminazione delle erbe infestanti è determinante sotto l aspetto agronomico ma soprattutto ambientale, poiché le ripercussioni si manifesteranno per diversi anni con notevole aumento di costi e consumo di erbicidi. Inoltre l elevata presenza di infestanti nel periodo primaverile-estivo, impoverisce il terreno di acqua e nutrienti, riducendo le risorse idriche per la successiva annata agraria. 22

23 Caso studio - az. Suriano Area normale (agro Troia Foggia) Immagine dei terreni ritirati dalla produzione 21/luglio/

24 Caso studio -az. Massari Giuseppe Area psic (agro di Celenza Valfortore) Immagine dei terreni ritirati dalla produzione 14 settembre 2006 Inerbimento con disseminazione 24

25 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio Obblighi per l azienda Al fine di favorire la protezione del suolo dall erosione, la norma si applica esclusivamente ai terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazioni. La norma prevede la realizzazione di solchi acquai temporanei, per cui l'acqua piovana raccolta, anche a monte dell appezzamento considerato, mantenga una velocità tale da non pregiudicare la funzione del solco stesso e sia convogliata in fossi ed alvei naturali, disposti ai bordi dei campi, ove esistenti. Sono esenti dall adempimento della presente norma le superfici stabilmente inerbite o impegnate con colture che permangono per l intera annata agraria. Qualora i fenomeni erosivi del suolo siano presenti nonostante l applicazione della suddetta norma la condizionalità è da ritenersi rispettata. 25

26 Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio Obblighi per l azienda Intervento della Regione A norma dell articolo 2 comma 1 del Decreto 15 dicembre 2005 n. 4432, fatta salva la normativa locale vigente in materia di difesa del suolo, la presente Norma si applica sui terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi evidenziabili dalla presenza di incisioni diffuse (rigagnoli) in assenza di sistemazione idraulica (terrazzamento, gradonamento). Per detti terreni è necessario eseguire almeno uno dei seguenti interventi: realizzazione di solchi acquai temporanei, con distanza non superiore a 80 metri, ad andamento livellare o comunque trasversale alla massima pendenza, che convoglino le acque raccolte in fossi o alvei naturali o nelle reti scolanti naturali o artificiali; realizzazione di dreni sotterranei attraverso lavorazione del terreno con aratro talpa; semina su sodo; minima lavorazione (sostituzione dell aratura profonda con ripuntatura o lavorazione equivalente seguita da erpicatura superficiale). 26

27 Deroghe Norme sulla condizionalità da rispettare Norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio Obblighi per l azienda Sono ammesse laddove, vi siano rischi per la stabilità del mezzo meccanico necessario alla realizzazione dei solchi acquai. In tali casi è necessario attuare gli impegni alternativi previsti: fasce inerbite ad andamento trasversale rispetto alla massima pendenza, di larghezza di almeno cinque metri e una distanza tra loro non superiore a 60 metri; uno degli impegni alternativi su indicati. 27

28 Aspetti critici nell applicazione delle norme Norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio Azienda Massari Area psic (agro di Celenza Valfortore) 1. A causa delle notevoli pendenze ci sono elevati rischi di ribaltamento della trattrice nell esecuzione del solco in senso trasversale alle linee di massima pendenza come prevede il decreto. 2. Il convogliamento delle acque a valle è di difficile realizzazione a causa della frammentazione aziendale, dell orografia del terreno e di punti di raccolta delle acque (canali, scoline ecc); 3. I solchi acquai, eseguiti in senso trasversale alle linee di massima pendenza, favoriscono la penetrazione delle acque negli strati argillosi del terreno, determinando lo slittamento degli strati superficiali (frane); 4. Il rispetto della norma 2.1 (divieto di bruciare le stoppie in area psic) obbliga l azienda all interramento dei residui con l aratura, operazione colturale non consentita dalla norma 1.1; pertanto resta possibile solo l esecuzione della semina su sodo o della minima lavorazione. Tali tecniche colturali non possono essere eseguite per diversi anni consecutivi in terreni argillosi, in quanto causerebbero un eccessivo costipamento del terreno con danni alla struttura dello stesso. 28

29 Natura argillosa dei terreni della zona Fabbrica di mattoni 29

30 Caso studio -az. Massari Giuseppe Area psic (agro di Celenza Valfortore) 14 settembre 2006 Frane 30

31 Incisioni diffuse (rigagnoli) 14 settembre 2006 rigagnoli 31

32 Pendio di difficile regimazione delle acque 32

33 Considerazioni e proposte finali Norma 1.1 Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio Per le motivazioni esposte e la particolarità del regime fondiario dell Appennino Dauno, caratterizzato da una eccessiva frammentazione e polverizzazione e l orografia accentuata con pendenze spesso superiori al 100%, non sembra possibile attuare uno schema rigido come previsto dal Decreto, ma, previo studi di carattere idrogeologico ed agronomico, a livello di bacino imbrifero valutare ed adattare schemi in funzione di alcuni parametri fondamentali: pendenza, lunghezza dell appezzamento, tipo di coltura in atto, agrotecnica aziendale, geologia, orografia del terreno (linee d impluvio e linee spartiacque naturali) il tutto integrato nell ambito dei sottobacini imbriferi che compongono i Bacini Idrografici.

34 Considerazioni e proposte finali Nell ambito della norma 4.2 gestione delle superfici ritirate dalla produzione è opportuno prevedere la possibilità del maggese nudo in quanto rappresenta una delle poche alternative nella rotazione colturale per le aziende cerealicole. Nell ambito della norme 2.1 Gestione delle stoppie e dei residui vegetali, promuovere la diffusione di: trinciapaglia da utilizzare durante la mietitrebbiatura; seminatrici per il sodo; attrezzature per la minima lavorazione (al fine di ridurre il consumo di gasolio e per il minor impatto ambientale).

35 Considerazioni e proposte finali Verificare la compatibilità degli obblighi e delle deroghe previste dalle diverse norme della condizionalità : come il divieto di bruciare le stoppie in area psic (norma 2.1) e allo stesso tempo il divieto di arare il terreno ai sensi della norma (1.1), in questo caso i residui colturali diventano un ostacolo per le lavorazioni meccaniche e la semina successiva. Le osservazioni tratte dai casi studio possono essere un contributo al fine di integrare le norme e conciliare le esigenze ambientali e produttive di ogni areale.

Campo di condizionalità: buone condizioni agronomiche

Campo di condizionalità: buone condizioni agronomiche Campo di condizionalità: buone condizioni agronomiche Obiettivo 1: Erosione del suolo Proteggere il suolo mediante misure idonee NORMA: Interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di

Dettagli

La condizionalità in Puglia

La condizionalità in Puglia La condizionalità in Puglia Le norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali Bari-Palazzo Agricoltura, 27 giugno 2006 REGIONE PUGLIA ASSESSORATO ALLE RISORSE AGROALIMENTARI

Dettagli

CAMPO DI CONDIZIONALITA : BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. Obiettivo 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee

CAMPO DI CONDIZIONALITA : BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. Obiettivo 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee Allegato parte integrante Allegato 2 ELENCO DELLE NORME PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL ART. 5 E ALL ALLEGATO IV DEL REG. (CE) N. 1782/03. CAMPO

Dettagli

ALLEGATO 2 - NORME PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (regolamento CE 1782/2003, art.

ALLEGATO 2 - NORME PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (regolamento CE 1782/2003, art. ALLEGATO 2 - NORME PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (regolamento CE 1782/2003, art. 5 e Allegato IV) CAMPO DI CONDIZIONALITA : BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E

Dettagli

ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI

ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI ALLEGATO N. 2 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL ARTICOLO 6 E ALL ALLEGATO III DEL REGOLAMENTO (CE) N. 73/09-1 -

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA LA SARDEGNA ALLEGATO 2

REGIONE AUTONOMA DELLA LA SARDEGNA ALLEGATO 2 ELENCO DELLE NORME PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL ARTICOLO 5 E ALL ALLEGATO IV DEL REGOLAMENTO (CE) N. 1782/03 1/17 CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE

Dettagli

Allegato n. 2 alla Delib.G.R. n. 8/12 del Condizioni. Elenco delle Norme e degli Standard per il mantenimento dei terreni in Buone

Allegato n. 2 alla Delib.G.R. n. 8/12 del Condizioni. Elenco delle Norme e degli Standard per il mantenimento dei terreni in Buone Allegato n. 2 alla Delib.G.R. n. 8/12 del 23.2.2010 Elenco delle Norme e degli Standard per il mantenimento dei terreni in Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali di cui all articolo lo 6 e all allegato

Dettagli

Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali

Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali Obiettivo 1 EROSIONE DEL SUOLO Obiettivo 2 SOSTANZA ORGANICA DEL SUOLO Obiettivo 3 STRUTTURA DEL SUOLO Obiettivo 4 LIVELLO MINIMO DI MANTENIMENTO Regione Campania - Assessorato Agricoltura e alle Attività

Dettagli

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE D.D.G. 193 del 25 Febbraio 2005 ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE DIPARTIMENTO REGIONALE INTERVENTI STRUTTURALI IL DIRIGENTE GENERALE Visto lo Statuto della Regione Siciliana, ed in particolare

Dettagli

Documento di lavoro. ART A Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura. (Versione 1.0)

Documento di lavoro. ART A Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura. (Versione 1.0) ART A Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura R Documento di lavoro T Sintesi Gestione dei terreni ritirati dalla produzione (Versione 1.0) Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura

Dettagli

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. MAIS Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL ARTICOLO 6 E ALL ALLEGATO III DEL REGOLAMENTO (CE) N. 73/2009 ALLEGATO B CAMPO

Dettagli

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

SORGO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SORGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE MELONE - COCOMERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Con Decreto del 15 marzo del 2005, il MiPAF ha modificato e integrato il Decreto del 13 dicembre del 2004, n

Con Decreto del 15 marzo del 2005, il MiPAF ha modificato e integrato il Decreto del 13 dicembre del 2004, n Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 30 dell 8-3-2006 2735 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 21 febbraio 2006, n. 180 Attuazione del Decreto del Mi.P.A.F. 15 dicembre 2005, n. 4432 di applicazione

Dettagli

ALLEGATO 3 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI

ALLEGATO 3 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI ALLEGATO 3 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI (regolamento CE n. 73/2009, artt. 4-6 e allegato III) CAMPO DI CONDIZIONALITA

Dettagli

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

MAIS. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. MAIS Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non è

Dettagli

Programma di Sviluppo Rurale Reg. (UE) n. 1305/2013

Programma di Sviluppo Rurale Reg. (UE) n. 1305/2013 Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Reg. (UE) n. 1305/2013 MISURA 10 Pagamenti agro-climatico ambientali SOTTOMISURA 10.1 Pagamenti per impegni agro-climatico ambientali TIPO DI INTERVENTO 10.1.1 Difesa

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE FINOCCHIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli

SEDANO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

SEDANO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SEDANO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee ALLEGATO B ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL ARTICOLO 6 E ALL ALLEGATO III DEL REGOLAMENTO (CE) N. 73/2009 CAMPO

Dettagli

ERBAI MISTI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

ERBAI MISTI SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE ERBAI MISTI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

Tipo di operazione Agricoltura conservativa e incremento sostanza organica

Tipo di operazione Agricoltura conservativa e incremento sostanza organica Misura 10 Pagamenti agro-climatico-ambientali Faq - Domande e risposte frequenti Tipo di operazione 10.1.04 Agricoltura conservativa e incremento sostanza organica Versione aggiornata all 8 febbraio 2016

Dettagli

PISELLO. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM).

PISELLO. Non è consentito l uso di materiale proveniente da organismi geneticamente modificati (OGM). PISELLO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. PATATA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA - PARTE I n. 2 5

GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA - PARTE I n. 2 5 11-1-2008 - GAZZETTA UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA - PARTE I n. 2 5 Allegato 2 - Elenco delle norme per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali (art. 5 reg. CE n. 1782/2003

Dettagli

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE INSALATE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

GIRASOLE SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

GIRASOLE SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE GIRASOLE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

ERBA MEDICA SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

ERBA MEDICA SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE ERBA MEDICA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

FAVA da orto SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE

FAVA da orto SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE (OGM). AVVICENDAMENTO COLTURALE FAVA da orto Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE D.D.G. n. 191 del 27 Febbraio 2007 ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE DIPARTIMENTO REGIONALE INTERVENTI STRUTTURALI IL DIRIGENTE GENERALE Visto lo Statuto della Regione Siciliana, ed in particolare

Dettagli

CIPOLLA DA SEME SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

CIPOLLA DA SEME SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE CIPOLLA DA SEME Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

DIPARTIMENTO AGRICOLTURA, FORESTE, FORESTAZIONE, CACCIA E PESCA. sviluppo. Per uno sviluppo rurale sostenibile, di qualità, duraturo

DIPARTIMENTO AGRICOLTURA, FORESTE, FORESTAZIONE, CACCIA E PESCA. sviluppo. Per uno sviluppo rurale sostenibile, di qualità, duraturo Regione Calabria Unione Europea Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali DIPARTIMENTO AGRICOLTURA, FORESTE, FORESTAZIONE, CACCIA E PESCA Programma 2007 sviluppo 2013 Rurale Per uno sviluppo

Dettagli

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

PATATA. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. PATATA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

FAVA e FAVINO da granella

FAVA e FAVINO da granella FAVA e FAVINO da granella Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI

Dettagli

Allegato n.2 al Decreto assessoriale n. 294/DecA/3 del 15 Maggio 2014

Allegato n.2 al Decreto assessoriale n. 294/DecA/3 del 15 Maggio 2014 Allegato n.2 al Decreto assessoriale n. 294/DecA/3 del 15 Maggio 2014 Elenco delle Norme e degli Standard per il mantenimento dei terreni in Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali di cui all articolo

Dettagli

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ZUCCHINO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee

CAMPO DI CONDIZIONALITÀ: BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI. OBIETTIVO 1: EROSIONE DEL SUOLO: Proteggere il suolo mediante misure idonee ALLEGATO 2 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TER- RENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI DI CUI ALL AR- TICOLO 6 E ALL ALLEGATO III DEL REGOLAMENTO (CE) N. 73/09 CAMPO

Dettagli

DECRETO N... DI MODIFICA ED INTEGRAZIONE DEL DECRETO MINISTERIALE 21 DICEMBRE 2006 N RECANTE DISCIPLINA DEL REGIME DI CONDIZIONALITÀ DELLA PAC

DECRETO N... DI MODIFICA ED INTEGRAZIONE DEL DECRETO MINISTERIALE 21 DICEMBRE 2006 N RECANTE DISCIPLINA DEL REGIME DI CONDIZIONALITÀ DELLA PAC DECRETO N... DI MODIFICA ED INTEGRAZIONE DEL DECRETO MINISTERIALE 21 DICEMBRE 2006 N.12541 RECANTE DISCIPLINA DEL REGIME DI CONDIZIONALITÀ DELLA PAC Visto il regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio

Dettagli

AZIONI AGRO-CLIMATICO-AMBIENTALI E USO SOSTENIBILE DEI FITOFARMACI

AZIONI AGRO-CLIMATICO-AMBIENTALI E USO SOSTENIBILE DEI FITOFARMACI Direzione Agricoltura Misura 10 Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 AZIONI AGRO-CLIMATICO-AMBIENTALI E USO SOSTENIBILE DEI FITOFARMACI Regolamento (CE) 1305/2013 Torino, 24 novembre 2016 Direzione Agricoltura

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE PEPERONE Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

CAVOLI. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura

CAVOLI. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura CAVOLI Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura.

AGLIO. Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. AGLIO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

REGIONE LAZIO ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA

REGIONE LAZIO ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA REGIONE LAZIO ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE, CACCIA E PESCA (In attuazione del Regolamento (UE) N. 1305/2013) BANDO PUBBLICO

Dettagli

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE

ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE D.D.G. n. 3220 del 28 Dicembre 2007 ASSESSORATO REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE DIPARTIMENTO REGIONALE INTERVENTI STRUTTURALI IL DIRIGENTE GENERALE Visto lo Statuto della Regione Siciliana, ed in particolare

Dettagli

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ASPARAGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE CIPOLLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

"La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione

La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione "La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione Laboratorio di consulenza partecipata Regione Puglia Assessorato alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia Servizi di Sviluppo Agricolo

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli

POMODORO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

POMODORO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE POMODORO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Sant Ippolito (PU), 23 Aprile 2004 convegno ELEMENTI CHIMICI UTILI IN AGRICOLTURA: FITODEPURAZIONE, FERTIRRIGAZIONE, UTILIZZO DEI FANGHI

Sant Ippolito (PU), 23 Aprile 2004 convegno ELEMENTI CHIMICI UTILI IN AGRICOLTURA: FITODEPURAZIONE, FERTIRRIGAZIONE, UTILIZZO DEI FANGHI Sant Ippolito (PU), 23 Aprile 2004 convegno ELEMENTI CHIMICI UTILI IN AGRICOLTURA: FITODEPURAZIONE, FERTIRRIGAZIONE, UTILIZZO DEI FANGHI Intervento: Il nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione

Dettagli

35 anni di esperienze tecnico-scientifiche sull agricoltura conservativa in Italia centrale Rodolfo Santilocchi

35 anni di esperienze tecnico-scientifiche sull agricoltura conservativa in Italia centrale Rodolfo Santilocchi 35 anni di esperienze tecnico-scientifiche sull agricoltura conservativa in Italia centrale Rodolfo Santilocchi Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali Università Politecnica delle Marche

Dettagli

TECNICHE DI LAVORAZIONE DEL SUOLO A CONFRONTO: costi e opportunità

TECNICHE DI LAVORAZIONE DEL SUOLO A CONFRONTO: costi e opportunità DIPARTIMENTO TERRITORIO E SISTEMI AGRO FORESTALI TECNICHE DI LAVORAZIONE DEL SUOLO A CONFRONTO: costi e opportunità Relatore: Dott. Franco Gasparini Padova, 09 Febbraio 2017 Le lavorazioni del terreno:

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE CIPOLLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Grotticelle di Monticchio RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA AREA 1 Grotticelle di Monticchio Dott.ssa DI TORO Maria Dott. LANGERANO Antonio 31 Marzo 2010 Il S.I.C. Grotticelle di Monticchio, da un punto di

Dettagli

Impiego di tecniche di gestione del suolo a basso impatto ambientale

Impiego di tecniche di gestione del suolo a basso impatto ambientale Convegno DIFESA DEL SUOLO Santo Stefano di Sessanio (AQ) Impiego di tecniche di gestione del suolo a basso impatto ambientale Giovanni Fecondo AGRICOLTURA CONSERVATIVA L agricoltura conservativa rappresenta

Dettagli

Strumenti di finanziamento europei per la conservazione della biodiversità. Patrizia Rossi Responsabile Agricoltura LIPU BirdLife Italia

Strumenti di finanziamento europei per la conservazione della biodiversità. Patrizia Rossi Responsabile Agricoltura LIPU BirdLife Italia Strumenti di finanziamento europei per la conservazione della biodiversità Patrizia Rossi Responsabile Agricoltura LIPU BirdLife Italia Crisi della biodiversità nel mondo, in Europa e in Italia In Europa

Dettagli

Misura Sostegno ai metodi di lotta integrata

Misura Sostegno ai metodi di lotta integrata Misura 10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata Beneficiari: Agricoltori, singoli e associati. Condizioni di ammissibilità: - Possesso di partita IVA - superficie minima 1000 mq Altri obblighi: - rispetto

Dettagli

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ASPARAGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Allegato 4 NORME TECNICHE AGRONOMICHE PER LE PRODUZIONI AGRICOLE INTEGRATE DELLA REGIONE TOSCANA

Allegato 4 NORME TECNICHE AGRONOMICHE PER LE PRODUZIONI AGRICOLE INTEGRATE DELLA REGIONE TOSCANA Allegato 4 NORME TECNICHE AGRONOMICHE PER LE PRODUZIONI AGRICOLE INTEGRATE DELLA REGIONE TOSCANA (Regolamento CE 1257/1999 - Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 Misura 6 azione 6.2 Agricoltura integrata

Dettagli

Tecniche agronomiche Sistemazione e lavorazione del terreno

Tecniche agronomiche Sistemazione e lavorazione del terreno Lezione 2 Sistemazione e lavorazione del terreno : Scopo Le tecniche hanno lo scopo di modificare il terreno agricolo per renderlo più adatto alle esigenze delle piante da coltivare. : Principali interventi

Dettagli

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità

Dettagli

AZ. AGR. LA VILLA DI MENICAGLI MICHELE

AZ. AGR. LA VILLA DI MENICAGLI MICHELE AZ. AGR. LA VILLA DI MENICAGLI MICHELE DESCRIZIONE DELL AZIENDA L azienda Agricola La Villa è nata come ditta individuale nel 2002, anno in cui il titolare, Menicagli Michele nato a Livorno ( LI ) il 12.06.1975

Dettagli

MISURA 214 Pagamenti agroambientali

MISURA 214 Pagamenti agroambientali MISURA 214 Pagamenti agroambientali PROPOSTA DI MODIFICA ALLEGATO AZIONE 214. 12 - Metodi e tecniche di coltivazione sostenibile del tabacco TABELLE BASELINE IMPEGNI AGGIUNTIVI Roma, 30 aprile 2010 Misura

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE CIPOLLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > TRITICALE

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > TRITICALE Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > TRITICALE CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità

Dettagli

POMODORO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

POMODORO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE POMODORO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

Custodire il paesaggio rurale Toscano: Il recupero dell olivicoltura di collina

Custodire il paesaggio rurale Toscano: Il recupero dell olivicoltura di collina Custodire il paesaggio rurale Toscano: Il recupero dell olivicoltura di collina Il recupero del patrimonio olivicolo Toscano: azione di contrasto ai cambiamenti climatici per lo stoccaggio di CO2 attraverso

Dettagli

L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale

L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale L esperienza della Regione Veneto nell utilizzo delle informazioni sui suoli nella programmazione agroambientale Parleremo di Valutazione Ambientale Strategica del PSR 2007-2013 Definizione del rischio

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Monte Vulture

RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA. AREA 1 Monte Vulture RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA RELAZIONE AGRONOMICA AREA 1 Monte Vulture Dott.ssa DI TORO Maria Dott. LANGERANO Antonio 31 Marzo 2010 Nel S.I.C Monte Vulture, per la sua orografia, è praticata un

Dettagli

LA REGIONE INCONTRA Percorso tematico di incontri informativi sul Programma di Sviluppo Rurale

LA REGIONE INCONTRA Percorso tematico di incontri informativi sul Programma di Sviluppo Rurale LA REGIONE INCONTRA Percorso tematico di incontri informativi sul Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 SUOLO, ACQUA, CLIMA: IL PSR DELLA SOSTENIBILITA AGRO-CLIMATICO-AMBIENTALE Regione del Veneto DIPARTIMENTO

Dettagli

IL SERVIZIO AGROMETEOROLOGICO DELL ASSAM A SUPPORTO DELLE SCELTE AZIENDALI

IL SERVIZIO AGROMETEOROLOGICO DELL ASSAM A SUPPORTO DELLE SCELTE AZIENDALI IL SERVIZIO AGROMETEOROLOGICO DELL ASSAM A SUPPORTO DELLE SCELTE AZIENDALI SEMINARIO: RISCHIO MICOTOSSINE NELLA FILIERA CEREALICOLA MARCHIGIANA Osimo (AN) 12 aprile 2013 Dott. Agr.. Angela Sanchioni Centro

Dettagli

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

BARBABIETOLA DA ZUCCHERO BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI.

VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI. VALUTAZIONE DI TECNICHE DI COLTIVAZIONE CONSERVATIVE E CONCIMAZIONE ORGANICA LOCALIZZATA ALLA SEMINA DI CEREALI. A cura dell ufficio Agronomico Italpollina Spa OBIETTIVO DELLA PROVA L obiettivo della prova

Dettagli

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2014 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > FARRO

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2014 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > FARRO Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2014 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > FARRO CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità

Dettagli

DISPOSIZIONI REGIONALI PER L'ATTUAZIONE DELLA CONDIZIONALITÀ DI CUI AL REG. (UE) 1306/2013 IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER L'ANNO 2016.

DISPOSIZIONI REGIONALI PER L'ATTUAZIONE DELLA CONDIZIONALITÀ DI CUI AL REG. (UE) 1306/2013 IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER L'ANNO 2016. Progr.Num. 714/2016 GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA Questo giorno lunedì 16 del mese di maggio dell' anno 2016 si è riunita nella residenza di la Giunta regionale con l'intervento dei Signori: via

Dettagli

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE CIPOLLA DA SEME Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

Dettagli

LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE

LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE 19 febbraio 2013 Annata agraria 2012-2013 LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE Le intenzioni di semina dichiarate dai coltivatori, relative all annata agraria 2012-2013, fanno registrare

Dettagli

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI ROMA DIECI ANNI DI ATTIVITÀ DI GESTIONE AGRO-FORESTALE DELLA PROVINCIA DI ROMA 1999-2009 Roma, 18/12/2009 Dott. Agr. Edoardo Corbucci

Dettagli

Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie

Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie Corso di Meccanica e Meccanizzazione Agricola Macchine per la lavorazione dei terreni - aratri Prof. S. Pascuzzi 1 Interventi primari e secondari Lavorazione

Dettagli

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2017 Norme tecniche di coltura > Colture da seme> CORIANDOLO DA SEME CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità

Dettagli

Unità Operativa 92 SOAT di Castiglione di Sicilia

Unità Operativa 92 SOAT di Castiglione di Sicilia Unità Operativa 92 SOAT di Castiglione di Sicilia LA CONDIZIONALITÀ IN AGRICOLTURA COME NASCE LA CONDIZIONALITÀ? Con la riforma della PAC ed il regime di pagamento unico, introdotto con il reg. CE 1782/03,

Dettagli

Condizionalità LA MAPPA DELLA CONDIZIONALITÀ. Atti e Norme in applicazione. dal 1 gennaio 2005.

Condizionalità LA MAPPA DELLA CONDIZIONALITÀ. Atti e Norme in applicazione. dal 1 gennaio 2005. Condizionalità Reg.(CE) 1782/03; DM 5406/St 13.12.04; DGRV 571 25.02.05 LA MAPPA DELLA CONDIZIONALITÀ Atti e Norme in applicazione dal 1 Gennaio 2005 Il principio di condizionalità subordina il pagamento

Dettagli

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE

ASPARAGO SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE ASPARAGO Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE Non

Dettagli

BOLLETTINO UFFICIALE

BOLLETTINO UFFICIALE REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE DIREZIONE E REDAZIONE PRESSO LA PRESIDENZA DELLA REGIONE - VIALE ALDO MORO 52 - BOLOGNA Parte seconda - N. 92 Anno 48 24 aprile 2017 N. 117 DELIBERAZIONE DELLA

Dettagli

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-20 Misura 11 Agricoltura biologica Sottomisura 11.1 Introduzione dell agricoltura biologica Descrizione della sottomisura La sottomisura vuole sostenere nelle aziende

Dettagli

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > AVENA

Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > AVENA Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > AVENA CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità

Dettagli

LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE

LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE 8 febbraio 2012 Annata agraria 2011-2012 LE INTENZIONI DI SEMINA DELLE PRINCIPALI COLTURE ERBACEE Le intenzioni di semina dichiarate dagli agricoltori, relative all annata agraria 2011-2012, mostrano un

Dettagli

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA

BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA BASILICO, PREZZEMOLO E RUCOLA Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti Norme Tecniche di Coltura. SCELTA VARIETALE E MATERIALE

Dettagli

Olivicoltura: le cure colturali. Muggia 11 maggio 2015

Olivicoltura: le cure colturali. Muggia 11 maggio 2015 Olivicoltura: le cure colturali Muggia 11 maggio 2015 Olivicoltura: le cure colturali Muggia 11 maggio 2015 Cos è la gestione agromonica? E l insieme di tutte le pratiche effettuate dall uomo per riuscire

Dettagli

ALLEGATOB alla Dgr n. 104 del 11 febbraio 2014 pag. 1/33

ALLEGATOB alla Dgr n. 104 del 11 febbraio 2014 pag. 1/33 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOB alla Dgr n. 104 del 11 febbraio 2014 pag. 1/33 ELENCO DELLE NORME E DEGLI STANDARD PER IL MANTENIMENTO DEI TERRENI IN BUONE CONDIZIONI AGRONOMICHE E AMBIENTALI

Dettagli

I RISULTATI OTTENUTI NEL PROGETTO HELPSOIL

I RISULTATI OTTENUTI NEL PROGETTO HELPSOIL Innovazione in campo: semina su sodo e strip tillage Azienda Carpaneta (MN) 30 set 2016 www.lifehelpsoil.eu I RISULTATI OTTENUTI NEL PROGETTO HELPSOIL Stefano Brenna ERSAF Migliorare i suoli e l adattamento

Dettagli

Il regolamento di polizia rurale e la sua applicazione come contributo innovativo alla gestione del territorio rurale

Il regolamento di polizia rurale e la sua applicazione come contributo innovativo alla gestione del territorio rurale Verso una gestione innovativa del Territorio nella Regione Marche Il contributo delle buone pratiche agroforestali e geologico-ambientali al governo del territorio ed alla prevenzione del dissesto idrogeologico

Dettagli

DISPOSIZIONI REGIONALI PER L'ATTUAZIONE DELLA CONDIZIONALITÀ DI CUI AL REG. (UE) 1306/2013 IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER L'ANNO 2015.

DISPOSIZIONI REGIONALI PER L'ATTUAZIONE DELLA CONDIZIONALITÀ DI CUI AL REG. (UE) 1306/2013 IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER L'ANNO 2015. Progr.Num. 537/2015 GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA Questo giorno lunedì 11 del mese di maggio dell' anno 2015 si è riunita nella residenza di la Giunta regionale con l'intervento dei Signori: via

Dettagli

Perché si avvicendano le colture (1)

Perché si avvicendano le colture (1) SISTEMI COLTURALI SISTEMI COLTURALI Differente combinazione nello spazio e nel tempo delle diverse colture, ognuna con i proprii itinerari tecnici Tipi di base: Sistemi monocolturali Sistemi policolturali

Dettagli

Semina su sodo, competitività aziendale nel rispetto dell ambiente Febbraio 2014 / 1 Marzo Andrea Pezzuolo

Semina su sodo, competitività aziendale nel rispetto dell ambiente Febbraio 2014 / 1 Marzo Andrea Pezzuolo Semina su sodo, competitività aziendale nel rispetto dell ambiente 27-28 Febbraio 2014 / 1 Marzo 2014 Macchine e attrezzature per l Agricoltura Conservativa Andrea Pezzuolo Dipartimento Territorio e Sistemi

Dettagli