3.a STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO

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1 3.a STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO A Mercantilisti e fisiocratici ( 600, 700) Mercantilisti ( 600): la ricchezza viene dalla valuta, ossia dall esportazione (predatoria) Fisiocratici ( 700): la ricchezza viene dalla terra, ossia dall agricoltura Né gli uni né gli altri sono interessati alla manifattura (artigiana o industriale)

2 3.b STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO B Classici (1776, 1817, 800): Smith, Ricardo, Marx Smith (1776): la ricchezza viene dal lavoro (produttivo => valore aggiunto), più precisamente dalla divisione del lavoro (specializzazione), che aumenta la produttività Ricardo (1817): lo sviluppo della ricchezza si arresta perché con esso i profitti imprenditoriali vengono risucchiati dalle rendite terriere (non dai salari, che restano al livello di sussistenza); salvo il progresso tecnologico incorporato nel capitale fisso (macchine) attraverso il processo di investimento finanziato dai profitti (l imprenditore come capitalista) Marx (1844, 1867): la nuova ricchezza nasce dai lavoratori, che però non sono remunerati e quindi non sono consumatori => crisi di sottoconsumo o sovrapproduzione; infatti profitti => accumulazione di capitale => aumento domanda di lavoro => ma non aumento dei salari perché esercito industriale di riserva e perché sostituzione di lavoro con capitale => tendenza alla caduta del saggio di profitto

3 3.c STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO C Primi marginalisti (1870s): Jevons, Menger, Walras; poi (1890s) Pareto, Marshall Problema dei classici: la teoria del valore-lavoro (il prezzo di mercato riflette il valore dei beni?) Il valore e il prezzo non sono dati dal passato (costi, produzione, offerta) ma dal futuro (benefici, consumo, domanda) Non è centrale lo sviluppo, ma l efficiente allocazione di risorse date (l imprenditore come manager), che è garantita da mercati perfettamente concorrenziali (senza asimmetrie fra le parti) D Schumpeter (1911) Confluenza di marginalisti, istituzionalisti, e protezionisti => => lo sviluppo è un processo storico connesso al progresso tecnologico: lo sviluppo come innovazione, ossia come mutamento nei metodi di produzione (prodotti, processi, fattori, mercati, strutture) => => processo di distruzione creatrice => l imprenditore come innovatore, incentivato da aspettative di profitti monopolistici (=> risparmio => credito => finanziamento innovazione), ma il processo di imitazione (corrispondente alla crescita) riduce i profitti

4 3.d STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO E Keynesiani aggregati (1940s): Domar, Harrod Nel breve periodo (prezzi fissi) improbabilità della piena occupazione e opportunità dell intervento pubblico, nel lungo periodo saremo tutti morti => crescita con bassa sostituibilità fra i fattori, mediante l acceleratore => probabile instabilità (o ciclicità) => nel lungo periodo la crescita non è garantita F Keynesiani strutturalisti (1940s): Clark, Nurkse, Lewis, Eckaus, Sjaastad Clark (1940): stadi di sviluppo e legge dei tre settori (basata sulla domanda?) Nurkse (1953): disoccupazione nascosta (produttività del lavoro nulla al margine = sottooccupazione) Lewis (1954): dualismo sul mercato del lavoro permette una transizione non conflittuale Eckaus (1955): dualismo settoriale (fondato su discontinuità tecnologiche) Sjaastad (1962): movimenti migratori governati dai differenziali salariali Forse non contano i settori, se non in quanto portatori di produttività strutturalmente differenti?

5 3.e STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO G Keynesiani cumulativi (1940s): Rosenstein, Perroux, Myrdal, Hirschman, Rostow Rosenstein Rodan (1943): necessità di una grande spinta volontaristica per spezzare il circolo vizioso Perroux (1955): il polo di sviluppo, attivato da un industria motrice => cumulativo positivo Myrdal (1957): effetti di spread e backwash nei processi di sviluppo => cumulativo negativo Hirschman (1958): spirali di crescita e di declino => cumulativo Rostow (1960): il decollo, attivato da una soglia minima di I/Y, seguito da crescita auto-sostenuta H Ripresa marginalista (1950s 1960s): Swan, Solow, Uzawa, Borts e Stein Swan e Solow (1956): la crescita accelerata è temporanea e si tende ad uno stato stazionario condizionato al tasso di risparmio e alla dinamica demografica Uzawa (1961): il modello vale anche in presenza di più settori produttivi inter-connessi Borts e Stein (1964): il modello vale anche in presenza di più territori inter-connessi

6 3.f STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO SULLA CRESCITA E SULLO SVILUPPO I Scissione e crisi ( ): crescita (aggregata astratta) oppure sviluppo (analitico storicistico) J Crescita endogena ( oggi): Romer (1986), Lucas (1988), Convergenza a meno di: - un meccanismo endogeno (rendimenti non decrescenti) e/o - differenze strutturali (capitale umano, capitale sociale, progresso tecnologico, innovazione di prodotto, infrastrutture governo (investimenti pubblici), distorsioni del mercato (regolazione e/o tassazione), stabilità politica e certezza dei diritti)

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