Un approccio non etnocentrico alla tutela dei minori stranieri
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1 Un approccio non etnocentrico alla tutela dei minori stranieri A cura di Chiara Marchina chiaramarchina@libero.it
2 Migrazione come evento famigliare Dal 2001 al 2012 vi è stato un incremento del 172,1% del numero di famiglie con capofamiglia straniero Di queste il 74,2% vede tutti i suoi componenti di origine straniera
3 Migrazione come evento famigliare La presenza della famiglia ha portato una stabilizzazione e una radicalizzazione dei migranti sul territorio e il conseguente accesso ai servizi deputati alla cura e al sostegno della famiglia e dei suoi componenti. La presenza di figli che frequentano gli spazi di scolarizzazione e di socializzazione porta i genitori a dover sviluppare relazioni con il territorio e le istituzioni.
4 Minori stranieri Al 1 gennaio 2015 in Italia i minori sono di cui sono stranieri pari al 10,75% dei minori Al 1 gennaio 2015 in nella provincia di Bergamo i minori sono di cui sono stranieri pari al 19,35% dei minori
5 Minori stranieri La rappresentazione degli immigrati di seconda generazione da un lato evidenzia elementi di somiglianza a qualsiasi minore. Dall altro l esperienza migratoria determina situazioni di maggiore fragilità, solitudine, indefinitezza identitaria. Sfida per i minori definizione/ridefinizione della propria identità all interno di uno contesto culturalmente plurimo.
6 Migranti e il servizio sociale Il servizio sociale da sempre si confronta con metodi e linguaggi diversi per sostenere la diversità quali il disagio, le malattie mentali, le dipendenze. Nel servizio è presente da sempre la capacità di mettere in dialogo la cultura dominante con l alterità. Oggi alterità è rappresentata dalle culture di appartenenza dei cittadini stranieri.
7 Piano di Zona Ambito 1 Bergamo la tutela dei minori è una responsabilità collettiva che coinvolge tutti gli attori sociali e che non può essere delegata solo ai professionisti preposti necessità di costruire reti che coinvolgano tutti gli attori del territorio, a più livelli, entro relazioni in cui ognuno possa apportare competenze, pensieri ed azioni per una progettazione partecipata degli interventi
8 Piano di Zona Ambito 1 Bergamo Le situazioni sono sempre più complesse e portatrici di multiproblematicità legate alla famiglia e al contesto sociale di appartenenza. Le risposte prettamente punitive non possono rappresentare l unica risposta. La condizione riparativa, costruita all interno di una rete, di un sistema contenitivo ed educativo nel quale agire, diventa elemento di risposta qualitativa ai bisogni dei minori e delle famiglie.
9 Lo sguardo degli operatori Nella relazione con gli utenti stranieri spesso gli approcci e le metodologie risutano inefficaci. Incomprensione linguistica Problemi legati ai significati e a valori simbolici attribuiti alle diverse esperienze
10 La relazione tra operatori e famiglie Nella relazione è possibile Osservare fermandosi al proprio punto di vista Comprendere i diversi stili educativi e i rispettivi sistemi di cura
11 Sguardi a confronto Durante un colloquio di monitoraggio tra un assistente sociale dell area tutela minori ed una signora ghanese dalla corporatura tradizionale, la prima chiede alla seconda come stia andando la gestione della figlia ormai in età adolescenziale. Sua figlia esce con le sue amicizie? Mai! Mia figlia non esce mai con gli amici! afferma risentita la sig.ra ghanese. Immediatamente l assistente sociale ricorda alla signora il contesto in cui si trovano. Signora, èvero che non ci siamo mai dovuti preoccupare di Awa ma se mi dice che ora ècostretta a stare chiusa in casa la situazione cambia Mia figlia non diventeràuna poco di buono per colpa tua
12 Sguardi a confronto L Assistente Sociale pone la domanda basandosi sulle proprie conoscenze psicologiche e pedagogiche per capire dove collocare all interno delle tappe evolutive di propria conoscenza la ragazzina ghanese, intendendo implicitamente avendo ormai superato l età dell infanzia, intende permettere a sua figlia di sperimentarsi in un contesto tra pari in condizioni di autonomia? La mamma, altrettanto implicitamente intende ma come si permette questa Assistente Sociale ad insinuare che mia figlia potrebbe essere una poco di buono
13 Sguardi a confronto Chiunque all interno della Comunità Ghanese ESCA da questo modello culturale si pone in una condizione di TRASGRESSIONE e quindi si espone al GIUDIZIO. Sono davanti ad una madre che inibisce le istanze di crescita della figlia o che non riconosce i bisogni di un adolescente. Pensa l Assistente Sociale. Sono davanti ad un Assistente Sociale che pensa che io non sia stata una brava madre perché chiede se mia figlia vive nella trasgressione pensa la donna Ghanese. Nel tempo del colloquio le due donne si osservano immobili, molti pensieri ed interrogativi nascono nella distanza di due mondi.
14 Responsabilità Gli operatori del servizio tutela minori hanno la responsabilità del dire se i genitori possono continuare ad esercitare il loro ruolo. I genitori e i minori di origine straniera hanno la responsabilità di comprendere l Istituto della Tutela Minori e di collaborare con gli operatori. Spesso i nuclei famigliari stranieri hanno una scarsa conoscenza del servizio sociale e ancor di più della tutela minori.
15 Collaborazione L operatore ha la necessità di collaborare con la famiglia in caso di Sommarie informazioni Approfondita indagine psicosociale Esecuzione del decreto Tutte queste azioni richiedono comunicazione e comprensione tra utente e famiglia
16 Nuclei stranieri e tutela quali complessità Contesto in cui il rapporto tra i soggetti non è paritetico L accesso da parte della famiglia, o di alcuni componenti, non è spontaneo Non comprensione del perché, se è un figlio ad avere problemi, sono i genitori ad essere messi in discussione Non comprensione degli interventi messi in atto a tutela dei minori
17 Elementi di attenzione La gestione della relazione fra genitori stranieri-figli è influenzata dalla rappresentazione che essi danno dell educazione, crescita, cura. I comportamenti che arrecano vergogna all intera famiglia vanno curati: si tratta della rottura della macchina umana che va riparata. Tali comportamenti sono espressione di invidie di connazionali. Tali rappresentazioni fanno apparire inutili le proposte dei giudici e del servizio sociale.
18 La reazione dei genitori può essere condizionata da più elementi: la storia migratoria: arrivo irregolare, arrivo regolare con il figlio, vissuto negativo per la mancanza della rete familiare allargata la modalità con cui si riorganizza la coppia, ridefinisce la propria esistenza, il proprio rapporto e il rapporto con i figli la discrepanza che si viene a creare tra le aspettative di riuscita nel nuovo contesto e la realtà che i genitori trovano in Italia (difficoltà più o meno evidenti di integrazione, episodi di razzismo, reali o vissuti come tali: importanza dei vissuti!)
19 Ruolo dei fantasmi materni : figlio ideale/figlio reale. Sono anche il prodotto del contesto culturale interiorizzato tramite l educazione, il ruolo materno, della coppia, della famiglia e della donna Ruolo dei fantasmi familiari condivisi culturalmente dal padre e dalla madre rispetto al futuro dei figli; ruolo degli schemi eziologici delle culture di appartenenza e dei modelli di cura, in alcuni casi legati anche ad un universo magico Differenza fra i figli che hanno vissuto un periodo nel Paese d origine e chi è nato in Italia
20 Altre prese in carico La possibilità di una migliore inclusione dipende anche dal dialogo e collaborazione fra famiglie e servizi Ascolto reciproco, comprensione reciproca degli schemi operativi e culturali L alleanza fra i due sistemi deve funzionare come una vera alleanza interculturale Pensare a prese in carico nuove e che promuovano interventi non tradizionali
21 Contestualizzare il ruolo e la funzione del servizio sociale nonché le modalità di funzionamento Fornire spiegazioni sulle diverse figure che operano nei servizi Accompagnare alla comprensione del sistema di cura italiano Non si fermarsi all apparente comprensione delle parole, aprire il significato dei termini Richiedere la possibilità che la persona si esprima nella propria lingua madre (scelta) Tentare di eliminare i pregiudizi e le stereotipie che possono ostacolare il riconoscimento Attivare un processo di decentramento culturale e professionale
22 Si auspica una posizione di decentramento culturale: l operatore coglie che l'altro è portatore di elementi culturali che hanno una loro logica e possono essere capiti Non parla di superstizione, arretratezza e sottosviluppo, ma di rappresentazioni, ossia di immagini fortemente connotate culturalmente e quindi condivise dal gruppo di appartenenza. Una rappresentazione che ha pari dignità rispetto alla mia. Riconosce il proprio controtransfert culturale, cioè le proprie contro-attitudini culturali Non contrappone le teorie eziologiche/teorie scientiste
23 Un approccio non etnocentrico alla tutela dei minori stranieri A cura di Chiara Marchina chiaramarchina@libero.it
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