1. ALLA BASE DEL CLOZE TEST: FONDAMENTI TEORICI
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- Eduardo Mattioli
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1 1. ALLA BASE DEL CLOZE TEST: FONDAMENTI TEORICI 1.1 Taylor e la psicologia della gestalt Di cloze test (o cloze procedure) parlò per la prima volta il giornalista Wilson Taylor, il quale, nel 1953, lo descrisse come un metodo di misurazione della leggibilità (readability) dei testi. L esercizio che lui descrisse consisteva nel riprodurre la parte mancante di un messaggio linguistico (che poteva essere di qualsiasi tipo) inserendo in esso le parole mancanti. L analisi della parte inserita poi dava origine alla valutazione dell effettiva leggibilità o meno del testo. Nell elaborazione di tale procedura, Taylor partì dalle teorie e dagli esercizi proposti dalla psicologia della forma (gestalt), che si svilupparono a Berlino negli anni 20. Secondo questi studi, la percezione non deriva dai singoli elementi con cui entra in contatto il soggetto, ma dalla strutturazione di questi elementi in una forma, in un insieme organizzato, che si struttura spontaneamente nel campo di esperienza del soggetto ogni volta che gli elementi incontrati presentano determinate caratteristiche. In base a queste teorie, gli psicologi della forma elaborarono alcune leggi, chiamate leggi della gestalt ed elencate da Max Wertheimer nel Attraverso le leggi si codificano le modalità secondo le quali si costituiscono le forme. Ad esempio, secondo la legge della vicinanza gli elementi vengono percepiti come uniti se la distanza tra loro, nello spazio e nel tempo, è ridotta; la legge della somiglianza enuncia invece come gli elementi vengano percepiti uniti se sono simili tra loro; con la legge del destino comune si dice che gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello degli altri elementi, vengono uniti in forme; o ancora, la legge della continuità di direzione, secondo la quale una serie di elementi posti uno di seguito all altro, vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione; o la legge della chiusura (closure), secondo la quale le linee che formano figure chiuse tendono ad essere percepite come unità formali; o infine, la legge dell esperienza passata, per la quale elementi che per la nostra esperienza passata sono abitualmente associati tra di loro tendono ad essere uniti in forme. Per meglio chiarire il concetto espresso dalle leggi, gli psicologi della forma proponevano anche delle rappresentazioni grafiche per ciascuna legge, e partivano poi da queste rappresentazioni per elaborare test da sottoporre a diversi soggetti nelle loro ricerche. Di seguito vengono riportate alcune rappresentazioni grafiche delle leggi illustrate sopra, con in calce ad ogni legge la propria enunciazione teorica. 4
2 Legge della figura sfondo: le figure vengono percepite prima di tutto dal loro contorno, ciò che contengono fa parte di un'analisi successiva. Legge della vicinanza: una configurazione si stabilizza in base alla relazione che si instaura fra elementi vicini. Legge della somiglianza: la configurazione tende ad unificarsi in base agli elementi che possiedono caratteristiche di somiglianza. 5
3 Legge del destino comune: unificazione dei punti coinvolti in uno stesso "destino" o legati da un movimento geometrico solidale comune. Legge della continuità di direzione: in una configurazione tendono ad unificarsi o a raggrupparsi gli oggetti con uno stesso orientamento. Legge dell esperienza passata: la percezione avviene anche in base all esperienza passata, quindi a fattori empirici. 6
4 Legge della chiusura:in una configurazione tendono ad emergere percettivamente le forme chiuse. È proprio da quest ultima legge che Taylor prese spunto per lo sviluppo del cloze test. Infatti, i gestaltisti proponevano come test di chiusura alcune figure geometriche semplici, come quelle dell esempio, che i soggetti dovevano completare inserendo l elemento o gli elementi mancanti. Essendo le figure percepite come un tutto, i soggetti tendevano a chiuderle inserendo la stessa parte mancante. 1.2 Taylor e la nascita del cloze test Taylor pensò di sostituire le figure geometriche con le parole, convinto che la legge della chiusura fosse valida anche per la percezione di un testo linguistico. Diede così vita al cloze test che oggi definiamo classico o natural cloze test, nel quale si seleziona un testo e vi si eliminano una serie di parole secondo una procedura meccanica, in seguito definita fixed-ratio deletion. Normalmente viene eliminata ogni settima, ogni sesta oppure ogni quinta parola, sempre secondo lo stesso intervallo, lasciando la prima parte del testo completa per dar modo ai soggetti di capire il contesto. La percentuale di testo eliminato si deve aggirare intorno al 15%, ovvero la stessa percentuale di comunicazione che viene a mancare in natura per le cause più disparate (rumore di fondo, distrazione, pronuncia difettosa, etc.). Non si deve però confondere il cloze con i normali esercizi di completamento di spazi vuoti (fill-in-the-blanks), I quali verificano aspetti morfosintattici determinati. In questo tipo di esercizi, considerati da molti studiosi troppo usati e mal accetti dagli allievi, il docente crea una serie di singole frasi dalle quali cancella gli elementi che vuole verificare, per esempio articoli, preposizioni, etc. Nel cloze test, al contrario, i vuoti prendono il posto di parole di varia natura, e fanno parte di un testo completo, cosa che rende l attività una sfida per i soggetti e ne rinforza la motivazione all apprendimento. 7
5 Un estratto di cloze classico è il seguente, proposto da Jeremy Harmer 1 : Come si vede, nell esempio riportato sono state cancellate tutte le settime parole. Il soggetto dovrà quindi inserire le parole negli spazi vuoti, cercando di individuarle analizzando il testo rimanente e servendosi delle sue conoscenze pregresse per analizzare il contesto e il cotesto. L ultima importante fase attuativa del cloze test prevede la correzione e la valutazione del lavoro svolto. In base all analisi delle risposte date, verrà calcolata la percentuale di risposte corrette e quindi da essa si potrà stabilire la readability (leggibilità) del testo preso in esame. Per la fase di valutazione, già accennate da Taylor stesso, esistono due diverse procedure: la prima viene detta exact word method (EWM) e considera corrette solo le parole che erano presenti nel testo originale. La seconda procedura è l acceptable word method (AWM, anche detto SEMAC, semantically correct words), secondo la quale, invece, possono essere considerate corrette anche parole differenti che comunque non alterino l aspetto semantico del testo e che siano corrette dal punto di vista sintattico-grammaticale. 1.3 Il successo del cloze Se inizialmente il cloze test era stato pensato da Taylor come esercizio utile alla verifica della leggibilità di un testo, in breve tempo diversi studiosi ne hanno intuito le potenzialità applicative nella didattica delle lingue straniere. Secondo Balboni, esso è una tecnica fondamentale per sviluppare-misurare la capacità di considerare un testo nella sua globalità, cogliendo ogni ridondanza contestuale e co-testuale ai fini della comprensione 2. Numerose sono le caratteristiche positive che sono state evidenziate anche da altri studiosi riguardo ai seguenti aspetti: 1 Harmer J, The practice of English language teaching, Pearson Education Limited, Balboni P.E., Tecniche didattiche per l educazione linguistica, Torino, UTET, 1998, p
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