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1 c o m u n i c a t o s t a m p a Unioncamere: le nicchie di mercato in cui l Italia mostra il suo genio In attesa di un avanzamento sul fronte del brevetto UE unico, riguardo al quale domani ci sarà una tappa fondamentale a Bruxelles, depositate in 11 anni oltre 40mila domande italiane di brevetto europeo Roma, 9 marzo 2011 Preparazioni igienico-sanitarie, principi farmacologici funzionali alle preparazioni mediche, packaging, tecnologie per la trasmissione dell informazione digitale, applicazioni tecnologiche per la casa, a cominciare dalle attrezzature per la cucina, le serrature, le finestre e porte. Sono gli ambiti settoriali in cui si concentra il genio italico, misurato attraverso il numero di richieste di brevetto europeo in attesa che decolli quello comunitario, in discussione domani a Bruxelles provenienti da imprese, centri di ricerca, Università e inventori individuali. Nicchie di mercato nelle quali l Italia ha messo in gioco in 11 anni la propria capacità innovativa, quantificabile in richieste di brevetto presentate all Epo, l European Patent Office, pari al 3,3% di tutte le domande presentate all Ufficio europeo. Quarantamila domande che valgono solo una sesta posizione per numero di richieste fra i Paesi del G7 (alle spalle di Usa, Germania, Giappone, Francia, Gran Bretagna e prima solo del Canada), con un tasso di crescita però significativo (4,1% annuo, meglio di Gran Bretagna, Germania e Francia) e un incidenza sulla popolazione (oltre 70 domande di brevetto ogni mille abitanti) e sul Pil (il 2,4% per ogni miliardo di euro di prodotto interno loro) analoga a quella inglese, ma ben inferiore a quella di altri Paesi, Germania in testa. Se l Italia innovativa, delineata dall Osservatorio brevetti e marchi di Unioncamere, che analizza le domande di brevetti italiani presentati all Epo e quelle di registrazione dei marchi depositati all Uami, sconta quindi un certo ritardo rispetto agli altri componenti del G7 nel campo della tutela delle tecnologie, risulta invece assai più propensa alla tutela del design e del brand, tanto da occupare, nella medesima classifica, la quarta posizione per numero di marchi comunitari depositati e la seconda per le domande di design. Brand e creatività, insomma, ai quali l Italia del made in Italy, nella sua lotta contro le imitazioni e la contraffazione, risulta ormai particolarmente attenta. L accordo sul brevetto Ue rappresenta un passo importante e atteso da tutte le imprese comunitarie che puntano sulla creatività per vincere la sfida dei mercati mondiali, evidenzia il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Considerato l impatto che questa innovazione avrà sulle imprese, mi auguro che con la pronuncia della Corte di Giustizia espressa ieri si possa riaprire il dibattito sulle questioni legate al brevetto Ue che necessitano di accordi e modalità di intervento condivise tra i 27 Stati membri, e non solo tra un numero ristretto di componenti, come il Consiglio competitività europeo sembra orientato a decidere nella riunione di domani. I dati dell Osservatorio brevetti e marchi di Unioncamere riguardanti i brevetti Epo e soprattutto il deposito di marchi delle imprese italiane in Europa dimostrano che il nostro sistema produttivo è consapevole dell importanza di difendere le proprie produzioni sul mercato comunitario. Questa consapevolezza potrà ulteriormente diffondersi solo se le imprese italiane avranno accesso a un sistema di tutela che non comporti un aggravio dei costi.

2 mila brevetti europei in 11 anni Tra il 1999 e il 2009 l European Patent Office (EPO) ha pubblicato domande di brevetto, l 80% delle quali sono state presentate dai Paesi del G7 1. I Paesi del BRIC 2 detengono una quota esigua di domande di brevetto pubblicate nello stesso periodo, pari a 1,0%. Distribuzione per e per anno delle domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo Tasso di crescita medio annuo USA 28,9 25,9 28,3 +3,8% Germania 21,0 18,2 18,7 +3,5% Giappone 17,6 16,9 17,5 +4,5% Francia 7,4 6,6 6,6 +3,8% Gran Bretagna 4,7 3,7 4,1 +2,4% Italia 3,5 3,2 3,3 +4,1% Canada 1,4 1,5 1,5 +6,1% Totale Paesi G7 84,4 76,0 80,0 +3,8% Brasile 0,1 0,1 0,1 +11,7% Federazione Russa 0,1 0,1 0,1 +9,6% India 0,1 0,3 0,2 +22,0% Cina 0,1 1,3 0,5 +42,9% Totale Paesi BRIC 0,3 1,9 1,0 +27,0% Altri Paesi 15,3 22,1 19,1 +8,9% Totale EPO 100,0 100,0 100,0 +4,9% Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO Al di fuori della Cina, che ha incrementato la propria produzione, la crisi ha inciso sulla capacità brevettuale di tutti i Paesi del G7 e del BRIC provocando una flessione delle richieste di brevetto pubblicate dall EPO nel 2009 rispetto al Nel 2009 l Italia ha diminuito del 5% la sua attività nel deposito di domande di brevetto rispetto all anno precedente. Indicatori di brevettazione per i Paesi del G7 e per i Paesi BRIC, elaborati dalle domande di brevetto EPO Paesi Domande di brevetto Variazione % domande Brevetti/mln abitanti Brevetti/mld PIL vs USA ,4% 108,9 2,7 2,4 Germania ,7% 287,6 8,4 7,9 Giappone ,9% 171,1 5,3 5,3 Francia ,2% 136,1 4,1 3,9 Gran Bretagna ,6% 78,6 2,3 2,1 Italia ,0% 70,3 2,4 2,2 Canada ,5% 58,2 1,7 1,5 Cina ,6% 1,3 0,1 -- India ,9% 0,1 0,1 -- Brasile ,2% 0,9 0,8 -- Federazione Russa ,8% 2,5 0,1 -- Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO e su dati OCSE Alle imprese va l Oscar dell inventività. Sono loro, infatti, i soggetti che hanno dato il maggior apporto alla brevettazione europea negli 11 anni presi in considerazione, con una quota di domande pubblicate che raggiunge l 86,3%. La parte rimanente si suddivide tra Inventori persone fisiche (10,0%), Centri di ricerca e Università (2,3%) e richiedenti non italiani (1,4%). L 81,4% delle domande pubblicate dall EPO tra il 1999 ed il 2009 proviene dal Nord: il 49,5% dal Nord-Ovest, con un apporto predominante della Lombardia, il 31,9% dal Nord-Est, grazie al contributo soprattutto di Emilia Romagna e Veneto. La quota rimanente si deve al Centro per il 13,2% e solo per il 4,0% al Mezzogiorno. Queste due macroaree, tuttavia, fanno registrare la più consistente variazione percentuale media annua (pari a +6,5% per il Sud e Isole). Milano è in testa nella classifica delle province italiane, con il 25,9% delle richieste italiane di brevetto europeo da parte delle imprese e per il numero di imprese brevettanti (1.677). Il capoluogo lombardo è seguito a distanza da Torino (8,7% dei brevetti, 613 imprese brevettanti) e Bologna (7,1% dei brevetti e 479 imprese brevettanti). 1 Il G7 è un gruppo composto da Paesi altamente industrializzati: Usa, Germania, Giappone, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada. 2 Il BRIC comprende i seguenti Paesi: Brasile, Russia, India e Cina.

3 Stmicroelectronics è l indiscussa impresa leader italiana per numero di domande di brevetto Epo pubblicate: le sue domande, più del doppio delle 609 del Centro Ricerche Fiat. Top 10 imprese italiane domande di brevetto pubblicate da EPO nel periodo Posizione Denominazione Totale 1 Stmicroelectronics C.R.F. Centro Ricerche Fiat G.D Pirelli Pneumatici Telecom Italia Basell Poliolefine Italia Magneti Marelli Powertrain Sigma Tau Industrie Farmaceutiche Riunite Fiat Auto Solvay Solexis Pirelli & C 163 Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati EPO marchi comunitari in 11 anni Sono le domande di marchio comunitario depositate tra il 1999 ed il 2009 presso l Ufficio per l Armonizzazione del Mercato Interno (UAMI il 65,9% delle quali sono state presentate dai Paesi del G7. I Paesi più attivi nel deposito di marchi presso UAMI sono gli Stati Uniti, con il 18,1% del totale domande, la Germania che raggiunge il 17,0% e la Gran Bretagna con l 11,6%. Le domande italiane sono Il nostro, con una quota del 8,5% delle domande, si posiziona così al quarto posto fra i paesi del G7. Distribuzione per e per anno delle domande di marchio depositate presso UAMI per totale periodo Tasso di crescita medio annuo (99-09) USA 24,5 12,8 18,1 0,4% Germania 16,8 18,2 17,0 8,0% Gran Bretagna 12,6 9,8 11,6 4,5% Italia 8,9 8,6 8,5 6,8% Francia 6,8 7,4 7,0 8,0% Giappone 2,5 2,1 2,5 5,2% Canada 1,2 1,1 1,2 6,1% Totale Paesi G7 73,3 59,9 65,9 5,0% Cina 0,1 0,8 0,4 27,8% Brasile 0,1 0,3 0,4 17,9% India 0,1 0,3 0,2 19,3% Federazione Russa 0,0 0,1 0,1 16,2% Totale Paesi BRIC 0,4 1,5 1,0 22,2% Altri Paesi 26,3 38,6 33,2 11,3% Totale UAMI 100% 100% 100% 7,1% Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI Se si considera invece l incidenza delle domande di marchio comunitario sulla popolazione, l Italia si piazza al terzo posto nella classifica dei marchi per milione di abitanti, dietro a Germania e Gran Bretagna, ma davanti agli Stati Uniti. Indicatori normalizzati per i marchi comunitari depositati nel 2008 e nel 2009 dai Paesi del G7 e dai Paesi BRIC. Domande di marchio Variazione % Marchi /mln domande abitanti Marchi /mld PIL vs Germania ,2 161,4 4,1 4,5 USA ,6 30,4 0,7 0,7 Gran Bretagna ,1 116,9 3,3 3,2 Italia ,1 104,5 3,2 3,2 Francia ,3 85,6 2,2 2,5 Giappone ,3 11,8 0,4 0,4 Canada ,5 23,5 0,7 0,6 Cina ,2 0,4 0,0 -- Brasile ,1 1,3 0,2 -- India ,5 0,2 0,1 -- Federazione Russa ,7 0,4 0,0 -- Fonte: elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI e OECD

4 Nord-Ovest (41,6%) e Nord-Est (33,5) guidano la classifica a livello nazionale, seguiti dal Centro (17,7%) e dal Sud e Isole (7,0%). Tra le Regioni, l apporto principale proviene dalla Lombardia, seguita a distanza da Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Il Sud e Isole e il Centro sono le macroaree con il maggiore tasso di crescita annuo per domande depositate, con percentuali superiori alla media nazionale, rispettivamente pari a 8,9% e 7,2%. La provincia con il maggior numero di marchi comunitari depositati è Milano, con una quota del 22,3% ma con una crescita nel periodo inferiore rispetto alla media delle imprese italiane. Le altre province possiedono una quota di domande nettamente inferiore, con le grandi città metropolitane come Roma, Bologna e Torino che si collocano nella parte alta della classifica. Alcune città di provincia, caratterizzate da un diffuso utilizzo del marchio comunitario, presentano una variazione media annua per il periodo nettamente inferiore al valore nazionale. Il rallentamento si riscontra ad esempio in alcune province del Veneto, come Verona e Vicenza. Per il periodo la classifica delle province in base al numero di imprese richiedenti il marchio comunitario vede Milano in prima posizione con imprese seguita da Roma e da Bologna. Alle loro spalle si incontrano città di dimensioni contenute, sul cui territorio si trovano spesso dei distretti industriali, caratterizzati dalla presenza di piccole e medie imprese, come ad esempio Vicenza (784 imprese) e Treviso (681 Imprese). Distribuzione provinciale delle richieste di marchio comunitario delle imprese per il periodo Tasso di crescita medio Provincia % domande di marchio delle imprese ( ) annuo delle imprese ( ) Imprese richiedenti ( ) Milano 22,3 +5,2% Roma 5,9 +10,7% Verona 4,5 +2,6% 643 Bologna 4,1 +5,2% 723 Torino 4,0 +7,8% 651 Vicenza 3,5 +3,9% 784 Treviso 3,5 +5,2% 681 Firenze 2,7 +5,4% 508 Modena 2,6 +4,5% 484 Padova 2,4 +5,3% 498 Bergamo 2,4 +9,5% 445 Brescia 2,3 +6,8% 489 Parma 2,3 +11,6% 268 Varese 1,7 +9,6% 323 Como 1,5 +9,4% 193 Venezia 1,5 +7,7% 311 Totale imprese Italia 90,3 +6,2% Fonte: Elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI La maggior parte dei richiedenti il marchio comunitario sono imprese, con una percentuale del 90,3%. Seguono le persone fisiche (8,0%), quindi le Associazioni, Enti pubblici e privati, Fondazioni, Università (1,6%). I principali ambiti di tutela richiesti per il periodo riguardano i prodotti di largo consumo - tra i quali figurano i dispositivi elettronici, elettrici, ottici, digitali, gli occhiali, gli oggetti di protezione, tra cui caschi, gli estintori con una quota di marchi del 20,3%. A seguire i prodotti del sistema moda con una quota di marchi del 20,2%. La prima classe riguardante i servizi si trova in terza posizione con una quota del 15,5%. Si tratta essenzialmente di servizi che implicano l aiuto nell esercizio o la direzione di un azienda commerciale; l'aiuto nella direzione degli affari o delle funzioni commerciali di un'azienda industriale o commerciale; i servizi di imprese di pubblicità. Accanto ai beni di largo consumo, al sistema moda e al terziario avanzato si posiziona il settore agroalimentare. Le imprese italiane che operano in questo settore ricorrono alla tutela dei prodotti prevalentemente nelle classi: classe 29 (carne, pesce, frutta/ortaggi conserv., latte e derivati, oli e grassi); classe 30 (caffè, tè, cacao, zucchero, riso, farine, gelati; miele; lievito, spezie, ); classe 33 (bevande alcoliche, tranne la birra). Sommando il contributo di tutte le classi riconducibili al settore agroalimentare si ottiene per l Italia una quota complessiva del 13,4%, nel periodo

5 design comunitari in 7 anni Il 65,9% delle domande di design comunitario depositate tra il presso l Ufficio per l Armonizzazione del mercato interno (UAMI) proviene dai Paesi del G7. Nello stesso periodo i Paesi BRIC contribuiscono alle domande di design comunitario con una quota del 1,1%. L Italia, con domande e con tasso di crescita medio annuo del 9,7%, si posiziona pertanto al secondo posto con una quota del 14,7% - dietro alla Germania (24,3%). Domande di design comunitario depositate presso UAMI nel periodo per i Paesi del G7 e i Paesi BRIC Tasso di crescita Paesi medio annuo Germania 24,0 25,3 24,3 10,3% Italia 14,2 14,5 14,7 9,7% USA 10,4 6,4 8,3 0,8% Francia 7,0 9,0 8,3 14,1% Gran Bretagna 8,7 5,6 6,7 1,7% Giappone 4,3 2,6 3,2 0,4% Canada 0,4 1,0 0,5 28,8% Totale G7 69,0 64,3 65,9 8,1% Cina 0,3 1,2 0,9 42,4% Brasile 0,4 0,3 0,2 3,0% India 0,0 0,0 0,1 0,0% Federazione Russa 0,0 0,0 0,0 26,6% Totale BRIC 0,7 1,6 1,1 24,8% Totale G7 + BRIC 69,7 65,9 67,0 8,3% Totale UAMI ,3% Fonte: elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI e Questel Al Nord fa capo il 76,9% delle domande di design comunitario con richiedente italiano: il 42,4% è attribuito al solo Nord-Est, che supera anche il Nord-Ovest, che detiene una quota del 34,5%. La parte rimanente delle domande è assegnata al Centro con il 18,1% ed al Sud e Isole con il 4,9%. Milano guida la classifica provinciale con il 16,1% dei depositi di domande di design comunitario nel periodo , seguita da Udine (6,5%), Treviso (6,3%), Bolzano (5,5%), Vicenza (5%), e Padova (3,6%). Per alcune di queste realtà la variazione media annua è sopra la media nazionale, in particolare con un picco del 99,4% di crescita per la provincia di Bolzano. Fra le prime 10 province, Padova, Brescia e Firenze presentano nel periodo una contrazione del ricorso al design comunitario, con un tasso di variazione medio annuo rispettivamente pari a -0,3%, -0,5% e 4,2% nel periodo in esame. Province più attive nelle domande italiane di design comunitario depositate nel periodo Tasso di crescita Provincia quota % Depositi 2003 Depositi 2009 medio annuo (CAGR) Milano 16,1% ,9% Udine 6,5% ,3% Treviso 6,3% ,3% Bolzano 5,5% ,4% Vicenza 5,0% ,2% Padova 3,6% ,3% Torino 3,3% ,9% Brescia 3,2% ,5% Firenze 2,9% ,2% Bologna 2,8% ,2% Fonte: elaborazione Unioncamere-Dintec su dati UAMI e Questel I principali ambiti di tutela richiesti per il periodo riguardano i prodotti di arredamento (classe 6) e gli articoli di abbigliamento e merceria (classe 2), con delle quote rispettivamente del 20,1% e 13,5%.

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