INTRODUZIONE 13. Introduzione
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- Gabriella Di Lorenzo
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1 INTRODUZIONE 13 Introduzione In questi ultimi anni alla formazione è stata attribuita un importanza sempre maggiore e tale crescita di interesse ha coinvolto ambiti lavorativi diversi. Si è, infatti, assistito a un aumento della richiesta formativa specifica per i diversi operatori da parte di enti, strutture, associazioni, sia pubbliche che private e alla crescita di agenzie educative e formative. Alla base di tale rinnovato interesse vi è l esigenza di migliorare le competenze lavorative, e la formazione risponde a tale bisogno offrendo uno spazio di crescita per la professionalità del singolo individuo. Questo ha promosso la progettazione di nuovi interventi e una riflessione sulle diverse possibilità che la formazione offre. Tra i diversi ambiti lavorativi in cui l esigenza di formazione è maggiormente sentita vi sono quelli in cui è richiesto un servizio alla persona e, soprattutto, quelli in cui l intervento coinvolge più soggetti contemporaneamente. In questi casi è chiaro, infatti, che la collaborazione e l armonia tra le persone o la capacità di porsi in relazione con terzi sono competenze fondamentali e necessarie. In tali settori è di fondamentale importanza che l operatore sia in grado non solo di fornire una prestazione basata sulla competenza tecnica (saper fare), ma anche di strutturare un efficace rapporto interpersonale (saper essere). Lo scopo della formazione diviene, allora, quello di consentire l acquisizione di competenze relazionali indispensabili per lavorare bene con e per gli altri. Per fare questo, saper comunicare in modo efficace risulta il motivo basilare per cui tale competenza viene sempre più riconosciuta come un abilità fondamentale da sviluppare in numerosi ambiti professionali.
2 14 FORMARE ALLA COMUNICAZIONE L idea di approfondire l aspetto specifico della comunicazione interpersonale nasce da tutte queste considerazioni e risponde a una delle richieste che più frequentemente impegna i formatori in un intervento centrato su abilità relazionali e diretto ai vari operatori. Il presente manuale si rivolge, quindi, sia a formatori di professione, sia ai professionisti che occasionalmente svolgono un lavoro formativo e lavorano con gruppi di persone, per aiutarli a gestire e condurre il loro intervento. A questo scopo abbiamo progettato un modello formativo dettagliato che può essere utilizzato come base per interventi in diversi settori. L obiettivo è quello di proporre un modello per la costruzione di un percorso che permetta, a chi vi partecipa, di accrescere le competenze personali attraverso il raggiungimento di una maggior consapevolezza delle proprie risorse e di sviluppo delle proprie potenzialità comunicative. Il modo più diretto e concreto per illustrare le fasi principali e gli elementi costitutivi di questo modello ci è sembrato quello di esemplificarlo attraverso una possibile applicazione a due ambiti specifici, quello sanitario e quello scolastico. La scelta di focalizzare l attenzione su questi due settori deriva dal fatto che essi sono due ambiti in cui ci siamo entrambe trovate a operare come formatrici e che, come psicologhe, abbiamo ritenuto importante rivolgere le nostre energie laddove il servizio alla persona assume un ruolo centrale. Partendo da questi presupposti e avvalendoci degli elementi raccolti durante la nostra esperienza, abbiamo analizzato i bisogni che un formatore può avere e gli ostacoli che può incontrare nel progettare il suo intervento, pensando alla stesura del presente volume come risposta alle sue esigenze. Uno dei primi ostacoli che ci siamo trovate ad affrontare è connesso a elementi di ordine pratico ed è relativo alla difficoltà di orientarsi tra la numerosa bibliografia che tratta i contenuti della formazione in ambito interpersonale (comunicazione, relazioni di aiuto, rapporto educativo, ecc.). Un altra difficoltà, non meno importante, è quella connessa alla fatica di trovare dei riferimenti che permettano di individuare gli strumenti per applicare i contenuti teorici e che offrano una traccia per progettare e attuare un percorso di formazione efficace che permetta un reale cambiamento professionale. Con il presente volume abbiamo, quindi, cercato di raggiungere un duplice scopo: a) mettere a disposizione di chi si accinge a progettare un qualunque percorso di formazione un modello di base generale, definito e strutturato, da seguire per attivare l intervento; b) fornire le linee guida per orientarsi nella letteratura sulla comunicazione interpersonale per attivare un percorso di formazione in questo ambito.
3 INTRODUZIONE 15 Il concetto di base che ha guidato il nostro lavoro è l idea di una formazione che favorisca l apprendimento attraverso l esperienza diretta che conduce al cambiamento individuale, in cui possano essere stimolati nella persona gli ambiti cognitivo, emotivo e comportamentale. In questo senso abbiamo sostituito il termine corso di formazione con il termine percorso. Quest ultimo termine ci sembra, infatti, più adeguato per evidenziare che stiamo parlando di un cammino di crescita da fare insieme e che richiede il coinvolgimento attivo dei partecipanti, poiché solo attraverso un atteggiamento partecipe al lavoro essi potranno acquisire quelle nuove abilità necessarie al cambiamento, che li renderanno più efficaci nel proprio ruolo. Cambiamento inteso come possibilità di mettere in discussione i modelli di pensiero e comportamento precedenti per permettere l inserimento di nuovi modelli, più adeguati ed efficaci. In sintesi, nel percorso da noi proposto, vengono sottolineati gli aspetti teorici e pratici degli interventi formativi, viene fornito un modello specifico di formazione, vengono specificate le caratteristiche di tali interventi nel campo della formazione alla comunicazione, esemplificando il tutto nella applicazione agli ambiti sanitario e scolastico. Il libro è suddiviso in tre parti. Nella prima parte (capitolo 1 e 2) vengono proposti i concetti relativi alla teoria della formazione in generale e viene presentato e descritto il modello di formazione specifico da noi ideato. Nel primo capitolo si definisce il concetto di formazione descrivendo gli elementi che ne fanno parte e ne costituiscono l essenza e vengono presentate le fasi principali di un percorso nelle linee fondamentali. In esso il lettore avrà la possibilità di orientarsi all interno della più recente letteratura sulla formazione. Il secondo capitolo è il nucleo centrale dell intero libro, in cui proponiamo un modello di base utile per progettare un qualsiasi percorso di formazione. Con esso intendiamo fornire una griglia entro cui costruire il proprio intervento, da riempire con contenuti specifici. A questo scopo presentiamo una traccia strutturata a cui riferirsi nella programmazione dei lavori, definita da una «macrostruttura» (il percorso in generale) e una «microstruttura» (il percorso specifico di ogni singolo incontro). Tale traccia è rappresentata da tre elementi di riferimento, che corrispondono alle fasi del processo: la fase di apertura, che dà l avvio ai lavori, la fase di sviluppo dei contenuti, in cui vengono trasmessi i contenuti specifici, e la fase di chiusura che conclude il lavoro. Per riassumere abbiamo chiamato tale modello ASC (Apertura, Sviluppo contenuti, Chiusura). Il modello offre un ordinamento cronologico dei contenuti e dei modi per presentare il lavoro, sia rispetto a tutto il percorso in generale sia rispetto ai singoli incontri in particolare.
4 16 FORMARE ALLA COMUNICAZIONE La seconda parte (capitolo 3) è dedicata al tema della comunicazione, in particolare della comunicazione interpersonale, e presenta le principali teorie utilizzabili per la formazione in tale ambito. In esso viene specificato come la formazione alla comunicazione interpersonale possa avere un importanza nodale in contesti, quali ad esempio quello sanitario e scolastico, in cui il lavoro si fonda sulla relazione. Nella terza e ultima parte (capitolo 4) i contenuti teorici relativi alla formazione e alla comunicazione si concretizzano in un percorso strutturato che segue il modello ASC applicato alla formazione alla comunicazione interpersonale in tali ambiti. A questo scopo vengono descritti in dettaglio i dieci incontri di base che lo compongono, fornendo dati ed elementi specifici per ciascuno. Di ogni incontro vengono illustrati l obiettivo da perseguire, i contenuti teorici da trasmettere, il materiale da utilizzare e le metodologie da applicare. A ognuno di essi è associata una guida bibliografica ragionata che suggerisce le più importanti opere per approfondimenti sugli argomenti trattati. Al termine di ogni incontro il lettore potrà trovare diversi allegati che possono essere fotocopiati direttamente per essere utilizzati come materiale nella formazione.
5 128 FORMARE ALLA COMUNICAZIONE QUARTO INCONTRO La comunicazione verbale e non verbale Obiettivo L obiettivo di questo incontro è quello di aumentare le conoscenze sugli aspetti verbali e non verbali della comunicazione, fornendo anche degli strumenti che permetteranno di osservare e analizzare la propria e l altrui comunicazione nell analisi delle simulate da fare nell incontro successivo. Materiale cartellone grande pennarelli forbici colla fogli di carta lucidi sulla teoria della comunicazione verbale e non verbale per la lezione frontale. 2002, Mauri e Tinti, Formare alla comunicazione, Trento, Erickson.
6 APPLICAZIONE DEL MODELLO ASC A UN PERCORSO DI FORMAZIONE 129 Apertura a Metodologia La fase di apertura consiste in un gioco di riscaldamento. GIOCO DEL CORPO COMUNICANTE (allegato 1) Si dividono i partecipanti nei sottogruppi di lavoro. A ognuno viene consegnato un cartellone grande, dei pennarelli colorati, carta, forbici e colla. Viene chiesto di disegnare un corpo umano mettendo in evidenza le parti del corpo che hanno una funzione particolarmente significativa nella comunicazione interpersonale. I due «corpi comunicanti» vengono poi confrontati e analizzati nel gruppo. Il formatore aiuterà ad approfondire le descrizioni proposte evidenziando le eventuali omissioni. Sviluppo contenuti s Metodologia In questo incontro viene affrontata la comunicazione, mettendone in evidenza e confrontando le componenti verbali e non verbali attraverso una lezione frontale con l ausilio di diapositive e lucidi (capitolo 3). È particolarmente importante introdurre e sottolineare la rilevanza della comunicazione non verbale nelle relazioni interpersonali e nell espressione dei propri stati emotivi. La lezione frontale relativa alla comunicazione verbale e non verbale attiva un apprendimento cognitivo che getta le basi per i lavori di analisi delle simulate svolti nell incontro successivo. Conclusione c I lavori si concludono riassumendo i concetti principali della comunicazione verbale e non verbale e riportandoli sul «cartellone conclusioni». È sempre utile lasciare spazio a domande e richieste di chiarimenti. Viene chiesto di compilare il bagaglio e di consegnarlo uscendo. Il formatore darà appuntamento all incontro successivo per analizzare le registrazioni fatte nell incontro delle simulate e chiederà ai partecipanti di riguardare tutti gli appunti relativi alla teoria della comunicazione interpersonale verbale e non verbale e le osservazioni fatte in gruppo per prepararsi al lavoro di analisi.
7 130 FORMARE ALLA COMUNICAZIONE Bibliografia di riferimento per il formatore Anchisi R. e Gambotto-Dessy M. (1995), Non solo comunicare. Teoria e pratica del comportamento assertivo, Torino, Cortina, cap. 4 e 5. Harris P.L. (1991), Il bambino e le emozioni, Milano, Raffaello Cortina Editore. Lamedica N. (1987), Gesto e comunicazione verbale e non verbale gestuale, Napoli, Liguori. Meier S.T. e Davis S. (1993), Guida al counseling. In 40 regole fondamentali cosa fare e non fare per costruire un buon rapporto di aiuto, Milano, Franco Angeli. Moller C. e Hegedahl P. (1986), Il fattore umano, TMI AS, cap 7. Ricci Bitti P.E. e Zani B. (1983), La comunicazione come processo sociale, Bologna, Il Mulino, cap. 5 e 6. Plutchik R. (1994), Psicologia e biologia delle emozioni, Torino, Bollati Boringhieri, Russel J.A. e Fernàndez-Dols J.M. (1997), Psicologia delle espressioni facciali, Trento, Erickson. Sansavini C. (1996), Parlare in pubblico o la presentazione persuasiva, Verona, Demetra, cap Tinti C. e Dinetti D. (1999), La comunicazione non verbale. In M. Negri, M.A. Villamira e J.I. Villar (a cura di), Formare i formatori. Una proposta di aggiornamento per gli insegnanti di lingua, Milano, Franco Angeli, pp Zani B., Selleri P. e David D. (1998), La comunicazione. Modelli teorici e contesti sociali, Roma, NIS, cap.2 e 4.
8 APPLICAZIONE DEL MODELLO ASC A UN PERCORSO DI FORMAZIONE 131 Allegato 1 QUARTO INCONTRO Gioco del corpo comunicante Istruzioni per il formatore Dividere i partecipanti nei due sottogruppi e, se possibile, disporli in stanze separate. A ogni gruppo consegnare un cartellone grande e alcuni pennarelli. Consegna: «Individuate le parti del corpo che sono, secondo voi, particolarmente importanti per la comunicazione. Disegnate sul cartellone un corpo umano mettendo in evidenza queste parti.» Durata minuti. Osservazioni Questo gioco è particolarmente utile per aiutare i partecipanti a rilevare l importanza della comunicazione non verbale, espressa attraverso tutto il corpo, nella relazione. 2002, Mauri e Tinti, Formare alla comunicazione, Trento, Erickson.
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