1.3 Educazione Ambientale



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1.3 Educazione Ambientale La definizione di Educazione Ambientale e soprattutto l individuazione delle professionalità ad essa legate sono da anni al centro di molti dibattiti; spesso all interno di dichiarazioni nazionali ed internazionali si è puntata l attenzione nell evidenziare gli scopi, più che darne una vera definizione (Scheda1.3-1) e questo ha contribuito ad aumentare le difficoltà nel trovarne una determinazione univoca. Gli obiettivi di volta in volta individuati, hanno seguito nel tempo l evoluzione del concetto stesso d ambiente. Il termine ambiente è passato dall identificazione di fenomeni chimici, fisici o biologici, venendo quindi assimilato al termine natura, alla visione attuale, che lo definisce come costituito dall insieme di entità e di agenti che caratterizzano la totalità dei fenomeni fisici e di quelli propri degli organismi viventi. In tale insieme non sono considerate solo le singole caratteristiche dei vari sistemi ma anche le interazioni tra questi. I vari contesti inoltre non sono solo quelli dell ambiente naturale ma anche di quello costruito e sociale. Questo cambiamento di prospettiva è stato estremamente rilevante anche nello sviluppo del concetto di Educazione Ambientale, poiché si è passati dal considerare l uomo come estraneo all ambiente, all individuarlo come uno dei soggetti dell insieme d interrelazioni che si creano tra fattori biotici, abiotici e culturali. Nel definire l ambiente si sottolineano quindi l interdipendenza e le forti e complesse connessioni tra diversi contesti. In relazione a queste variazioni sul concetto d ambiente sono cambiati nel tempo anche definizione e scopi dell Educazione Ambientale; in ambito italiano si possono individuare quattro differenti fasi (Cogliati Dezza, 2000). La prima, che si colloca temporalmente tra la fine degli anni Sessanta e l inizio dei Settanta, vede definire l Educazione Ambientale come educazione alla difesa e conservazione della natura. Difesa che viene attuata per lo più precludendo all uomo ed alle sue attività l ambiente da tutelare. Attorno alla metà degli anni 70 il concetto di Educazione Ambientale, anche sotto la spinta di alcuni gravi incidenti industriali (in particolare il caso di Seveso in cui si ebbe la fuoriuscita di ingenti quantità di diossina dallo stabilimento dell ICMESA) e d indicazioni internazionali come la Conferenza di Tiblisi, si amplia spostando l attenzione sulle attività antropiche, sulla tecnologia, sull inquinamento delle aree abitate, sul rapporto tra salute umana e qualità ambientale. Gli obiettivi principali dell Educazione Ambientale in questa fase diventano la ricerca scientifica, la divulgazione e l informazione dell opinione pubblica 16

sui rischi connessi al modello di sviluppo che si stava attuando. Permane una certa concezione analitica della natura, intesa non come un sistema, ma come un entità composta da una moltitudine di elementi. Ad occuparsi di Educazione Ambientale sono ancora piccoli gruppi, è solo negli anni Ottanta che diventa un fenomeno quantitativamente importante. In questa terza fase domina la fiducia nella possibilità che una corretta informazione spinga le persone ad un radicale cambiamento nel rapporto con l ambiente naturale. Più che di educazione si tratta spesso di didattica ambientale, si focalizza l attenzione sulle singole discipline, scomponendo l ambiente in tanti settori più facilmente analizzabili. Si sottolinea anche l importanza di due approcci complementari, quello informativo e quello empatico. Viene evidenziato come si sia ormai compiuta la separazione tra l uomo e l ambiente naturale, si individua quindi come preminente la necessità di ricreare un rapporto a partire dal livello emozionale. Si ritiene che conoscendo le leggi dell ecologia e la particolarità di ogni organismo, vivendo esperienze d immersione emotiva nella natura le persone decideranno inevitabilmente di assumere nuovi comportamenti. Verso la fine degli anni Ottanta si attesta infine il quarto passaggio. E il periodo in cui si inizia a porre l attenzione sullo sviluppo sostenibile piuttosto che sulla semplice protezione dell ambiente, in cui si evidenziano le correlazioni tra azioni a livello locale e globale. Comincia ad affermarsi l immagine dell ambiente come rete di connessioni e si rileva la necessità di una rivisitazione del sapere a partire dalla cultura della complessità. L Educazione Ambientale si svincola in parte dai temi naturalistici e si qualifica come fortemente innovativa sul piano educativo, indirizzando l interesse sull analogia tra la complessità del sistema ambientale e quella del processo educativo. L educazione nella sua accezione più ampia si può definire come un processo che attraverso le relazioni interpersonali fa emergere le capacità potenziali del soggetto e lo orienta verso scopi considerati validi dalla società a cui appartiene, per la sua crescita individuale e sociale (Semeraro, 2000). È una crescita che coinvolge l intera esistenza umana, i cui effetti sia nelle popolazioni giovanili che in quelle adulte dovrebbero essere evidenziati dall assunzione di una mentalità critica, capace di conoscere e gestire i problemi che si presentano. Si può quindi definire l Educazione Ambientale come una particolare forma di educazione, i cui obiettivi sono quelli di stimolare conoscenze sempre più adeguate dei vari contesti e 17

fattori ambientali e delle interdipendenze tra questi, e rendere sempre più vaste ed articolate le forme di comunicazione ed azione sull ambiente. Tali scopi vengono accomunati dall obiettivo generale della salvaguardia delle risorse naturali e culturali nell ambito di uno sviluppo sostenibile. Costruire un futuro sostenibile vuol dire infatti impegnarsi per l evoluzione delle istituzioni, per la ricerca e l applicazione delle migliori tecnologie ma, soprattutto, per un cambiamento profondo di mentalità e di comportamenti. Lo scopo principale dell Educazione Ambientale si può identificare oggi nel far capire ed apprezzare il nostro essere parte di un sistema di relazioni, consentendo di comprendere la complessità delle connessioni tra natura e attività umane, per individuare i modi attraverso cui salvaguardare e sviluppare le risorse di varia natura presenti nell ambiente. L Educazione Ambientale è un processo che contiene momenti formativi, informativi, di comunicazione e d azione concrete sul territorio. Sono quindi importanti i processi di comprensione di quanto ci circonda ma non si deve ridurre l Educazione Ambientale ad una didattica dell ecologia o delle scienze naturali. Essa non riguarda solo la conoscenza di situazioni o problemi settoriali, ma li affronta collocandoli in un approccio unitario (Semeraro, 1996; p. 35) e complesso. Interessa tutto il sistema di relazioni in cui è implicato l uomo nell ambiente. dovrebbe creare delle formae mentis sistemiche ed aperte, che agiscano direttamente sul modo di rapportarsi a qualsiasi oggetto di conoscenza (Santi, 1993; p. 81). E quindi finalizzata all attuazione di nuovi comportamenti positivi, dove con tale aggettivo non si individuano solo comportamenti contrapposti a quelli negativi, ma atteggiamenti propositivi, d azione (La Ferla,1992; p.39). Una corretta Educazione Ambientale non si può perciò appiattire nella trasmissione di una serie di divieti, dell astenersi dal fare e dall osare. Al contrario, tramite azioni educative, si dovranno aiutare i cittadini presenti e futuri a rendersi protagonisti sempre più critici ed attivi, capaci di decodificare le informazioni ed i dati altrui promuovendo i propri, con una partecipazione sempre maggiore nei processi decisionali del proprio territorio. 18

Scheda 1.3.1Documenti internazionali e nazionali sull'educazione Ambientale Conferenza sulla conservazione della natura di Bankog del 1965 In tale conferenza, organizzata dall Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), l EA è intesa come educazione alla conservazione del patrimonio naturale. Conferenza dell Unione internazionale per la conservazione della natura (1970) Nel 1970, nel Nevada, l Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), in una conferenza, elaborava la prima definizione, ufficialmente accettata, di Educazione Ambientale: EA viene definito quel processo di riconoscimento dei valori e concetti utili a chiarire e a sviluppare quelle attitudini e tecniche necessarie alla comprensione e all apprezzamento delle interrelazioni esistenti tra l uomo, la sua cultura e l ambiente biofisico circostante. L EA richiede peraltro consuetudini, prassi di decisioni e formazioni spontanee di codici di comportamento riguardo ai problemi inerenti alla qualità ambientale. Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite del 1972 Introduce il concetto di ecosviluppo: lo sviluppo economico deve tenere conto delle problematiche connesse alla tutela ambientale. L EA deve preparare alla complessità delle relazioni tra natura e attività umane con particolare riferimento ai temi del risparmio energetico, dei limiti della crescita, ai rapporti tra consumo ed ecologia, tra occupazione, salute, solidarietà ed ambiente. La Carta di Belgrado del 1975 Nel 1975 viene prodotta, a Belgrado, è considerato il documento più importante elaborato a livello intergovernativo, definisce finalità, principi e metodologie dell EA. L Educazione Ambientale serve a formare una popolazione mondiale cosciente e preoccupata dell ambiente e dei problemi connessi, una popolazione che possieda le competenze, lo stato d animo, le motivazioni ed il senso del dovere che permettano di operare individualmente e collettivamente alla soluzione dei problemi attuali e di impedire che se ne creino di nuovi. Conferenza di Tbilisi del 1977 Nel 1977 a Tbilisi ha luogo la prima conferenza intergovernativa sull Educazione Ambientale, a livello ministeriale, organizzata dall UNESCO e dall UNEP. Si afferma che l EA deve essere sviluppata e promossa sia a livello regionale che a livello nazionale e lungo l intero arco degli studi scolastici, dal livello prescolare a quello post-universitario. E un processo globale che coinvolge la dimensione etica. L educazione deve assolvere un compito di primo piano per destare una chiara presa di coscienza e una migliore comprensione dei problemi dell ambiente. Deve creare comportamenti positivi nei confronti dell ambiente e per utilizzare le risorse delle nazioni. 19

Il Rapporto Brundtland (1987) La Commissione mondiale per l ambiente e lo sviluppo nel 1987 pubblica il rapporto Il futuro di noi tutti conosciuto anche come Rapporto Brundtland. Tale rapporto introduce il concetto di sviluppo sostenibile, cioé quel tipo di sviluppo che consente di soddisfare i bisogni dell attuale generazione senza compromettere le possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Si tratta, cioè, di arrivare a tener conto dell utilizzo delle risorse del pianeta, per fare in modo di non intaccare un patrimonio comune in modo eccessivo, o addirittura irreversibile, per consentire anche a chi verrà dopo di noi di poterne usufruire. Si afferma anche con chiarezza che è senz altro possibile individuare delle condizioni in cui sviluppo e ambiente non siano in contrasto tra loro e si lancia la sfida affermando che l umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo. Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro del 1992. Agenda 21 Capitolo36 L EA è considerata un elemento essenziale per promuovere lo sviluppo sostenibile. L Agenda contiene la raccomandazione ad inserire l EA in tutti i livelli di scuola. La nuova nozione di ambiente include l ambiente fisico e sociale, locale e globale. Essa è essenziale per formare una coscienza informata nell ecologia e nell etica, nei valori, negli atteggiamenti, nelle competenze necessarie allo sviluppo sostenibile ed alla promozione di una partecipazione effettiva della gente alle decisioni riguardanti l ambiente. Circolare del Ministero dell Ambiente 149/96 La circolare ministeriale evidenzia il ruolo della scuola nell Educazione Ambientale. Fare Educazione Ambientale non significa soltanto sviluppare la conoscenza di una questione ambientale significa anche: promuovere atteggiamenti ( )promuovere comportamenti consapevoli ( )promuovere comportamenti responsabili ( )La promozione di atteggiamenti, comportamenti consapevoli e responsabili verso l'ambiente, cioè l'educazione Ambientale, non riguarda soltanto gli individui in formazione, insomma gli adulti di domani: riguarda qui ed ora anche tutto il mondo adulto. Conferenza internazionale dell UNESCO a Salonicco del 1997 Nel dicembre 1997 la Conferenza Internazionale di Salonicco approva una dichiarazione conclusiva su "Ambiente e società: educazione e sensibilizzazione per la sostenibilità" in cui si definisce l EA come strumento indispensabile per dare a tutte le donne e gli uomini del mondo la capacità di essere protagonisti della propria esistenza, per esercitare scelte personali e responsabili, per apprendere nel corso di tutta la vita, senza frontiere, siano esse geografiche, politiche, culturali, religiose, linguistiche e di genere. Carta di Fiuggi elaborata dal comitato interministeriale di indirizzo e coordinamento 1997 Nella Carta dei principi per l'educazione Ambientale orientata allo sviluppo sostenibile e consapevole si definiscono scopi dell EA e caratteristiche qualificanti le attività di Educazione Ambientale. L'Educazione Ambientale forma alla cittadinanza attiva e consente di comprendere la complessità delle relazioni tra natura e attività umane, risorse ereditate, da risparmiare e da trasmettere, dinamiche della produzione, del consumo e della solidarietà. L'Educazione Ambientale e' globale, si protrae per tutta la durata dell'esistenza, prepara l'individuo alla vita. L'Educazione Ambientale comprende l'istruzione formale, la sensibilizzazione e la formazione. 20