Prevenzione Incendi Modulo 2 Corso di formazione IL RISCHIO DI INCENDIO Attività a rischio medio D.M. 10 marzo 1998 LA PROTEZIONE ANTINCENDIO LE MISURE PROTETTIVE SI SUDDIVIDONO IN: MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA (non si agisce direttamente su fiamme e fumo) MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA (si agisce direttamente su fiamme e fumo) LA PROTEZIONE ANTINCENDIO INSIEME DELLE MISURE DI PROTEZIONE CHE NON RICHIEDONO NÉ L AZIONE DELL UOMO, NÉ DI IMPIANTI, MA SONO COMUNQUE IN GRADO DI LIMITARE AL MINIMO LE CONSEGUENZE DI UN INCENDIO PER EFFETTO DELLA LORO STESSA NATURA. CONSISTONO PRINCIPALMENTE IN PROVVEDIMENTI DI TIPO COSTRUTTIVO E STRUTTURALE 1
LA PROTEZIONE ANTINCENDIO VIE DI ESODO RESISTENZA AL FUOCO DI STRUTTURE PORTANTI COMPARTIMENTAZIONE DEGLI EDIFICI REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI LE DISTANZE DI SICUREZZA SEGNALATICA DI SICUREZZA VIE DI ESODO DEVONO ESSERE SEMPRE: Senza ostacoli Tenute sgombre Ben evidenziate da apposita cartellonistica In numero sufficiente Facilmente raggiungibili da tutti Con porte apribili verso l esodo, verso luogo sicuro o l esterno Con porte sottoposte periodicamente a regolare manutenzione Con porte che non possono essere scorrevoli, a saracinesca, a rullo o girevoli ad asse USCITE E PORTE D EMERGENZA Le porte installate nelle uscite di sicurezza devono essere: apribili facilmente e immediatamente nel verso dell'esodo (predisposizione di maniglione antipanico) altezza minima 2m e larghezza data dal numero di persone che deve uscire chiaramente segnalate dotate di una luce di emergenza Non devono essere chiuse a chiave se non in casi preventivamente autorizzati e soggetti a specifica disposizione organizzativa. 2
RESISTENZA AL FUOCO RESISTENZA AL FUOCO: attitudine di un elemento da costruzione a conservare-secondo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato in tutto o in parte: STABILITÀ R: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l azione del fuoco TENUTA AL FUMO E: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare né produrre-se sottoposto all azione del fuoco su un lato-fiamme, vapori, o gas caldi sul lato non esposto. ISOLAMENTO TERMICO I: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore COMPARTIMENTAZIONE FUMO E CALORE R E I NULLA CALORE SERRAMENTI PER COMPARTIMENTAZIONE PORTA ANTINCENDIO EI 120 PORTA TAGLIAFUOCO SCORREVOLE PORTA MODULARE A BATTENTE DI GRANDI DIMENSIONI La normativa europea e quella italiana sono molto simili: presentano infatti una classificazione similare che viene così espressa ("EI" per la EN 16034, "REI" per la UNI 9723): 3
REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Rappresenta il GRADO DI PARTECIPAZIONE di un materiale combustibile al fuoco a cui è sottoposto. REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI Specifiche norme di prevenzione incendi (es. locali di pubblico spettacolo, alberghi, scuole, ospedali, ecc.) prescrivono per alcuni ambienti in funzione della destinazione d uso l uso di materiali con una determinata classe di reazione al fuoco. LE DISTANZE DI SICUREZZA Nel caso di interposizione di spazi scoperti la protezione ha lo scopo di impedire la propagazione dell incendio principalmente per trasmissione di energia termica raggiante. La determinazione della reazione al fuoco di un materiale viene effettuata mediante SPECIFICHE prove su campioni effettuate in laboratori ufficialmente riconosciuti Assume rilevanza per i materiali di rivestimento e arredo, delle pannellature, dei controsoffitti, delle decorazioni e simili, e si estende anche agli articoli di arredamento, ai tendaggi e ai tessuti in genere In base alla crescente partecipazione del materiale al fuoco vengono individuate 6 CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO: da 0 (nessuna partecipazione) a 5. Uffici Serbatoio GPL Fabbricato industriale Recinzione esterna Strada Abitazione civile Dist. Sicurezza ESTERNA Dist. Sicurezza INTERNA Dist. PROTEZIONE 4
SEGNALETICA DI SICUREZZA VIENE POSIZIONATA IN CORRISPONDENZA DI DISPOSITIVI, IMPIANTI, SISTEMI DI SICUREZZA ANTINCENDIO E SUI PERCORSI DI ESODO E LE USCITE DI SICUREZZA AL FINE DI EVIDENZIARNE LA POSIZIONE CON CHIAREZZA ED IMMEDIATEZZA IN CONDIZIONI DI NECESSITÀ SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali di salvataggio SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali antincendio 5
SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali di avvertimento SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali di Prescrizione SEGNALETICA DI SICUREZZA Segnali di Divieto 6
LA PROTEZIONE ATTIVA INSIEME DELLE MISURE DI PROTEZIONE CHE RICHIEDONO L AZIONE DI UN UOMO O L AZIONAMENTO DI UN IMPIANTO, FINALIZZATE A: LA PRECOCE RILEVAZIONE DELL INCENDIO LA SUA SEGNALAZIONE L AZIONE DI SPEGNIMENTO DELLO STESSO SONO PERTANTO IN GRADO DI INTERVENIRE ATTIVAMENTE E TEMPESTIVAMENTE PER IMPEDIRE CHE L INCENDIO ASSUMA DIMENSIONI ALTAMENTE DISTRUTTIVE LE MISURE DI PROTEZIONE ATTIVA IMPIANTI AUTOMATICI DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE DI INCENDIO EVACUATORI DI FUMO E CALORE ILLUMINAZIONE D EMERGENZA DISPOSITIVI DI SICUREZZA (valvole di sicurezza, chiusura porte, serrande tagliafuoco, ) IMPIANTI E MEZZI DI SPEGNIMENTO (estintori, idranti, sprinkler, ) SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDIO LO SCOPO DI UN SISTEMA DI RIVELAZIONE AUTOMATICA D INCENDIO È QUELLO DI RIVELARE L INCENDIO NEL MINOR TEMPO POSSIBILE E DI DARE UN ALLARME PER INTRAPRENDERE INTERVENTI IMMEDIATI E LIMITARE QUINDI I DANNI PROVOCATI DELL INCENDIO 7
SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDIO RILEVATORI LINEARI DI FUMO ottici a camera di ionizzazione EVACUATORI DI FUMO Tali sistemi di PROTEZIONE ATTIVA dall incendio sono di frequente utilizzati in combinazione con impianti di rivelazione e sono basati sullo sfruttamento del movimento verso l alto delle MASSE DI GAS CALDI generate dall incendio che, a mezzo di aperture sulla copertura, vengono EVACUATE ALL ESTERNO. EVACUATORI DI FUMO RILEVATORI PUNTIFORMI DI FIAMMA a temperatura fissa DI CALORE differenziali SENZA EFC CON EFC 8
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA Deve fornire, in caso di mancata erogazione della fornitura principale della energia elettrica, una ILLUMINAZIONE SUFFICIENTE A PERMETTERE DI EVACUARE IN SICUREZZA i locali. Devono pertanto essere illuminate: le INDICAZIONI DELLE PORTE e delle USCITE DI SICUREZZA i SEGNALI INDICANTI LE VIE DI ESODO i CORRIDOI e tutte quelle parti che è necessario percorrere per raggiungere un uscita verso luogo sicuro L illuminazione deve fornire un intensità minima di 5 lux per permettere un evacuazione sicura e deve intervenire entro 5 secondi (a volte anche 15 secondi con G.E.) MEZZI DI SPEGNIMENTO FISSI Gli impianti fissi di estinzione sonno impianti di erogazione di una sostanza con capacità di estinguere un incendio. Gli impianti fissi di estinzione possono essere: ad intervento manuale (da parte di operatore) ad intervento automatico (senza intervento di operatore). Gli impianti fissi di estinzione sono distinti in base alla sostanza estinguente che viene erogata. ACQUA GAS - SOSTITUTIVI DELL HALON GAS - ANIDRIDE CARBONICA ( CO 2 ) SCHIUMA POLVERE MEZZI DI SPEGNIMENTO FISSI I principali impianti di spegnimento fissi manuali sono gli impianti con idranti IDRICI. Essi sono costituiti da ALIMENTAZIONE (acquedotto o sistema autonomo) RETE IDRICA DI DISTRIBUZIONE (interrata-fuori terra) DISPOSITIVI PER EROGAZIONE ACQUA a. NASPI UNI 20-25 (a muro) b. IDRANTI UNI 45 (a muro) c. IDRANTI UNI 70 (a colonna sottosuolo) 9
MEZZI DI SPEGNIMENTO FISSI IDRANTI A MURO Il miscelatore di linea portatile di tipo Venturi sfrutta la depressione che si crea quando l acqua passa attraverso delle sezioni differenti in un tubo. NASPI IMPIANTI SPRINKLER manichetta IDRANTI UNI 45 E UNI 70 lance 10
IDRANTI A COLONNA NASPI ESTINTORI Utilizzo da parte di personale non addestrato Possibile collegamento rete acqua sanitaria PORTATILI POLVERE Anidride carbonica CARRELLATI Anidride carbonica POLVERE SOTTOSUOLO SOPRASUOLO 11
ESTINTORI ESTINTORI CONTRASSEGNI DISTINTIVI GLI ESTINTORI DEVONO ESSERE UBICATI IN POSIZIONE VISIBILE E SEGNALATI CON APPOSITI CARTELLI DEVONO ESSERE FACILMENTE RAGGIUNGIBILI, PROTETTI DA URTI ACCIDENTALI E COLLOCATI SU APPOSITA STAFFA DI SOSTEGNO A CIRCA 1,2-1,5 METRI DA TERRA DEVE ESSERCI LA POSSIBILITA DI RAGGIUNGERNE UNO PERCORRENDO AL MASSIMO 30m DESIGNAZIONE DEL TIPO CLASSI DI FUOCO CARICA NOMINALE ISTRUZIONI PER L USO PERICOLI DI UTILIZZAZIONE ISTRUZIONI SUCCESSIVE ALL USO ESTREMI APPROVAZIONE MINISTERIALE GENERALITÀ COMMERCIALI 12
PROVE DI EFFICACIA I focolari tipo per fuochi di classe A sono costituiti da una catasta di travi di legno (di Pinus Silvetris o equivalente), aventi una sezione quadrata di 40 mm di lato, e poggiate su zoccolo metallico alto 25 cm. La catasta è formata con 14 strati di travi; quelle disposte secondo la larghezza del focolare (strati 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14) hanno una lunghezza fissa di 50 cm per qualsiasi tipo di focolare, mentre le travi disposte secondo la lunghezza del focolare (strati 1,3,5,7,9,11,13) hanno lunghezza variabile secondo la grandezza del focolare. È prevista una vasta gamma standard di focolari tipo, ed ognuno è designato con un numero seguito dalla lettera A; questo numero caratteristico del focolare rappresenta la lunghezza del focolare in decimetri, cioè la lunghezza delle travi di legno disposte secondo la lunghezza del focolare, ed anche il numero di travi di legno di 50 cm per ogni strato disposto secondo la larghezza del focolare PROVE DI EFFICACIA I focolari tipo per fuochi di classe B vengono realizzati in una serie di recipienti cilindrici di lamiera di acciaio, di dimensioni variabili e tabellate, ed ognuno è designato con un numero seguito dalla lettera B; questo numero rappresenta il volume di liquido, in litri, contenuto nel recipiente (1/3 d acqua e 2/3 di benzina), in modo da avere un strato di circa 2 cm di benzina (es: focolare 89B = 30 litri di acqua + 59 litri di benzina in recipiente di diametro 190 cm e profondità 20 cm; focolare 144B = 48 litri di acqua + 96 litri di benzina in recipiente di diametro 240 cm e profondità 20 cm). MANUTENZIONE ESTINTORI 13
TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI Innanzitutto, ricordare che: La quantità di agente estinguente contenuta è limitata e la sua capacità non è miracolosa. Occorre che il massimo del contenuto, meglio se la totalità, sia indirizzato al cuore della combustione Gli estintori consentono di intervenire solo su piccoli focolai o su principi di incendio Attenersi sempre a quanto riportato in etichetta e non sprecare estinguente TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI In caso di incendio all aperto in presenza di vento, portarsi sopravvento rispetto al fuoco ed evitare di procedere su terreno con presenza di materiale facilmente combustibile. In caso di incendio in locali chiusi, aerare sempre l ambiente dopo l erogazione. 14
TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI In caso di incendio di liquidi infiammabili in recipienti aperti, operare con gli estintori in modo che il getto di sostanza estinguente non causi proiezioni di liquido infiammato al di fuori del recipiente, con pericolo di ulteriore propagazione dell incendio In caso di intervento su un principio di incendio, procedere verso il focolaio assumendo la posizione più bassa possibile, per sfuggire all azione nociva dei fumi, e operare a giusta distanza TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI In caso di intervento contemporaneo con più estintori, gli operatori non devono mai operare da posizioni contrapposte, ma devono operare su uno stesso lato rispetto all incendio, da posizioni che formino rispetto al fuoco un angolo non superiore a 90. TECNICHE D IMPIEGO DEGLI ESTINTORI PORTATILI Dopo l estinzione dell incendio, prima di abbandonare il luogo, assicurarsi sempre che il focolaio sia effettivamente spento e che sia esclusa la possibilità di riaccensione (presenza di braci). Dopo ogni uso parziale o accidentale di un estintore, provvedere subito alla sua immediata ricarica. Il getto non deve mai essere utilizzato contro le persone, se non strettamente necessario (persona con abiti in fiamme). Il getto di sostanza estinguente deve essere diretto alla base della fiamma, iniziando dal fronte più vicino e deve essere mosso a ventaglio. 15
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