Rassegna stampa 04 Settembre 2015
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Url LA ZTL DIVIDE ANCORA: I COMMERCIANTI PROTESTANO, I CITTADINI LA VOGLIONO E LANCIANO UNA PETIZIONE ONLINE Se i commercianti sono scesi in piazza per protestare contro la Ztl, per loro responsabile del calo delle vendite e delle chiusure delle attività in centro, molti cittadini di Latina si dicono contrari alla riapertura del centro alle auto. Addirittura alcuni di loro hanno proposto una petizione online dal titolo No alla riapertura del traffico nel centro città. Sosteniamo la ZTL che in poche ore è arrivata quasi a 100 firme. Mantenere la Ztl è importante per dare un immagine più ecologica, della nostra città, e a misura di cittadino e non di veicolo si legge nella descrizione della petizione -. E importare per valorizzare il nostro centro storico, seppur giovane, ma con molti dettagli storici che a causa del passaggio di veicoli non possiamo apprezzare. La Ztl ha dimostrato che un attività commerciale nelle sere estive può essere piena di possibili compratori, ha dimostrato che le persone possono incontrarsi durante una passeggiata, senza preoccuparsi dell attraversamento stradale. La Ztl ci aiuta a vivere la nostra città. Latina deve puntare a essere una città normale e come tale deve costruirsi un idea stabile di centro ormai storico che sia pedonale e ciclabile così come accade nei paesi più civili dal Tevere in su scrive un utente che ha firmato la petizione -. Solo in questo modo i commercianti del centro potranno competere con i centri commerciali per bellezza, diversità ed efficienza del contesto cittadino. Si deve inoltre migliorare se non anche allargare la ztl abbellendola anche e favorendo iniziative culturali che attirino il pubblico e favoriscano la circolazione a piedi e in bici nel centro città. Invito molti a firmare. Non ha mai fatto mistero del suo apprezzamento per la Ztl Dario Bellini di Latina in Bicicletta che come tutti i ciclisti vede nel centro storico senza macchine un opportunità per gli amanti delle due ruote. Ho firmato e condiviso questa petizione scrive su Fb perché è importante per qualsiasi comunità avere una piccola area dedicata ai pedoni, alle famiglie, alle bici, all incontro, alla cultura, allo shopping, all intrattenimento nel cuore della propria città. Insomma se si vuole aumentare la qualità della vita della nostra comunità questo è un passaggio obbligato come è realtà da decenni in qualsiasi città europea ed italiana. In realtà in molti non hanno condiviso la protesta dei commercianti attribuendo il calo delle vendite alla crisi generale o ai prezzi troppo alti e non al fatto che le macchine non possano più passare per le vie del centro.
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Epatite C, i nuovi superfarmaci funzionano Data: 04 Settembre 2015 Url I nuovi superfarmaci contro l epatite C sarebbero in grado non solo di eliminare la malattia, ma anche di farlo ripagandosi. Lo hanno affermato gli esperti al convegno La rivoluzione in Hcv organizzato nella sede di Campoverde di Aprilia da Abbvie. «L eliminazione è possibile ha affermato Alfredo Alberti dell università di Padova -, la si può realizzare a livello nazionale. Si possono ridurre a zero i nuovi casi e ridurre nettamente, al 90% la prevalenza, con un controllo di malattia». Alla base della strategia ci sono i nuovi farmaci, che però spaventano dal punto di vista della sostenibilità. Uno studio dell università di Tor Vergata pubblicato su Global and Regional Health Technology Assessment sfata però questo mito. «Il nostro studio ha spiegato Francesco Saverio Mennini, l autore principale dimostra che il costo che dovrà essere sostenuto dal Ssn per l utilizzo dei nuovi farmaci può essere sostenibile. Già a partire dal 2018 ogni paziente trattato con i nuovi farmaci porterà a risparmi diretti e indiretti intorno ai 10mila euro, che diventeranno 14mila nel 2024. Questo a fronte di un miliardo di euro l anno che si spendono già oggi per la malattia». In Italia, hanno ricordato gli esperti, le diagnosi di epatite C sono circa 300mila, ma la stima è che siano oltre 1,2 milioni i positivo all hcv. «Il rilevante impatto della malattia afferma Massimo Andreoni, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e coautore dello studio comporterà per il Ssn l esigenza di affrontare nei prossimi 5-10 anni un gran numero di cure per un numero sempre crescente di pazienti».