IL RADON IN PIEMONTE Mappatura del territorio, aspetti e novità normative. Mauro Magnoni

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Transcript:

IL RADON IN PIEMONTE Mappatura del territorio, aspetti e novità normative Mauro Magnoni ARPA Piemonte Dipartimento Radiazioni Via Jervis, 30 10015 Ivrea (TO)

SOMMARIO La mappatura del radon in Piemonte: dal 2009 al 2013 tra problemi tecnici e normativi Novità normative internazionali e nazionali Prospettive future

La mappatura del radon in Piemonte: dal 2009 al 2013 Lo studio sistematico del radon in Piemonte risale all inizio degli anni 90 (Campagna Nazionale Radon, promossa da ISS e ANPA ed eseguita nel 19901991 sul territorio piemontese dall LSPSezione Fisica di Ivrea) Studi sono poi proseguiti con ARPA, che ha raccolto l eredità dell LSP

La prima mappatura del radon in Piemonte, eseguita da Arpa Piemonte e cofinanziata dalla Regione Piemonte con la DGR n 48-15256 del 30 marzo 2005), è stata pubblicata nel 2009 Tale iniziativa discendeva da un compito che il D. Lgs. 241/2000 dava alle Regioni: la caratterizzazione del proprio territorio dal punto di vista del rischio radon

Qualche cenno alla normativa vigente (radon nei luoghi di lavoro) E stabilito un limite di concentrazione per i luoghi di lavoro, o meglio un Livello di Azione: 500 Bq/m3 E stabilito l obbligo, da parte dei datori di lavoro, della misura del radon in tutti i luoghi di lavoro sotterranei (art. 10-bis, lettera a))di Scienze Naturali - Torino, 23 aprile 2013 Museo

L obbligo di misura potrà poi essere esteso a (art. 10-bis, lettera b)): a) particolari tipologie di luoghi di lavoro a rischio b) a tutti i luoghi di lavoro situati in aree a rischio (radon prone areas), definite tramite leggi regionali Entro 5 anni dall emanazione del Decreto dovrà essere predisposta una mappa regionale del rischio radon

Le aziende hanno l obbligo di comunicare alle autorità di vigilanza (ARPA, ASL) eventuali superamenti del limite Difficoltà di applicazione della normativa: i) attuale mancanza di protocolli tecnici per le misure e per le valutazioni delle aree a rischio radon (Commissione nazionale radon)

ii) Difficoltà di raccordo con gli SPRESAL delle AA.SS.LL., indispensabile per una efficace azione di prevenzione e, solo in un secondo tempo, di repressione iii) Diffidenza da parte dell opinione pubblica e del sistema delle imprese verso un inquinante che dopotutto è naturale e c è sempre stato

La principale difficoltà di applicazione della presente legge è però costituita, al momento, dalla mancanza delle indicazioni tecniche della Commissione tecnica prevista, non ancora insediata La mancanza di indicazioni sui protocolli tecnici rende difficoltosa l attuazione della norma che, di per sé, è stata concepita in modo abbastanza complesso e in alcuni punti contradditorio

Alcuni degli aspetti problematici della norma: - Il limite (500 Bq/m3) vale per tutti i luoghi di lavoro, ma l obbligo di misura sussiste solo per i luoghi interrati: si genera quindi il paradosso che il datore di lavoro scrupoloso, che misura per precauzione ovunque e trova un superamento in luoghi NON interrati, se poi non provvede è sanzionabili alla stessa stregua di chi NON si è posto minimamente il problema; risultato: si fa sempre il minimo indispensabile (e qualche volta nemmeno quello )

- Non è chiaramente definito cosa si intende per luogo interrato a) documento Conferenza Stato Regioni b) Procure della Repubblica - Difficoltà nel verificare il rispetto della norma: esiste l obbligo di comunicare gli esiti dei controlli (alle Arpa e agli organi del SSN) solo in caso di superamento del Livello di Azione!!

- Le tecniche e i protocolli di misura da seguire per le attività di monitoraggio e mappatura non sono state definite (era uno dei compiti della Commissione) - I criteri per la definizione da parte delle Regioni delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon (radon prone areas) non sono stati emanati (idem come sopra)

Gran parte di questi problemi in realtà non sono di difficile soluzione Le esperienze effettuate in questi anni e la letteratura scientifica possono fornire basi solide per un approccio efficace a tutti molti di questi problemi Arpa Piemonte quindi, in assenza di precise indicazioni normative, ha sviluppato un proprio approccio originale al tema della mappatura

TECNICHE E PROTOCOLLI DI MISURA (DOSIMETRI PASSIVI) Posizionamento e analisi di una grande quantità di dosimetri (circa 5000) Il dosimetro impiegato è stato in parte, sviluppato dai laboratori ARPA Piemonte

TECNICHE E PROTOCOLLI DI MISURA (DOSIMETRI PASSIVI)

Le fasi iniziali delli sviluppo del progetto: 2005 2008 In realtà, la conoscenza accumulata da ARPA risale all inizio degli anni 90, in cui si incominciarono a raccogliere sistematicamente dati su: a) misure in abitazioni b) misure nelle scuole

LA BASE DATI RADON La prima mappatura del radon in Piemonte si è dunque basata sull analisi di questi dati sperimentali (misure di concentrazione di radon indoor) Per rientrare nella base dati le misure dovevano: Essere state effettuate al piano terra Essere una media annuale (il radon fluttua nel tempo)

LA BASE DATI RADON CONCENTRAZIONE RADON PER PIANI 450 400 350 300 250 Bq/m3 200 150 100 50 0 S ST T 1 2 3 PIANO

ANALISI DEI DATI La distribuzione territoriale dei dati sperimentali disponibili era discretamente uniforme ma non in grado di descrivere in modo rappresentativo tutti i 1206 Comuni del Piemonte

ANALISI DEI DATI Per i Comuni non coperti da misure sperimentali dirette si è messo a punto un modello di correlazione geo-litologico Partendo dalla carta delle litologie (litocave) presenti in Piemonte e riclassificando opportunamente le varie tipologie, siamo stati quindi in grado di assegnare, anche per i Comuni privi di misure, un dato stimato

Cartografia Piemonte base geologica 1:100000 Classi geologiche e litologiche

L approccio seguito è stato allora semplicemente quello di sovrapporre alla base geologica i dati disponibili e quindi cercare le possibili correlazioni

In tal modo, con un opportuna scelta delle classi litologiche, siamo riusciti ad ottenere una discreta correlazione tra un buon numero di classi e il valore medio della concentrazione di radon Ciò ha permesso di assegnare un valore medio di concentrazione radon anche a quei comuni per i quali il campionamento è mancante o non ritenuto sufficiente

MALi = C Rn L Media Aritmetica Litologia i-esima i

[ ( ALi AC j ) MALi ] Media Aritmetica del j-esimo Comune MACV j = i AC j ALi = Area Litologia i MALi = C Rn Li ACj = Area Comunale j MALi = Media Aritmetica Litologia i

ANALISI DEI DATI E stato così possibile definire, per ciascun Comune, degli opportuni indicatori del rischio radon : a) il valore medio comunale (normalizzato al piano terra) b) la percentuale di abitazioni eccedenti un dato livello di radon (concentrazione > 400 Bq/m 3, Raccomandazione UE)

ANALISI DEI DATI Radon Piemonte Perché due Distribuzione indicatori? 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Bq/m 3 36 0 32 0 28 0 24 0 20 0 16 0 12 0 80 40 0 Frequenza (%) Perché il problema radon, come molti problemi di inquinamento ambientale presenta un andamento statistico non normale (cioè non gaussiano)

Se infatti ci concentriamo sulla distribuzione nello spazio del radon, cioè sulla sua distribuzione territoriale, si trova che, non solo i valori medi della concentrazione di radon in diversi territori variano anche in modo considerevole, ma che, anche restringendo gli ambiti territoriali, la variabilità resta elevata

Questo fatto viene espresso matematicamente dicendo che la variabile concentrazione di radon media NON è distribuita normalmente I dati sperimentali indicano che le concentrazioni di radon seguono approssimativamente una distribuzione di tipo log-normale

Novara Radon Canavese Distribuzione Radon Piemonte 45 Canavese 40 Intervallo 20 Bq/m3" log normale 40 35 30 25 20 15 10 5 0 frequenze % 30 25 20 15 10 5 800 760 720 680 640 600 560 520 480 440 400 360 320 280 240 200 160 80 120 40 0 0 Concentrazione Radon (Bq/m 3) 36 0 32 0 28 0 24 0 20 0 16 0 12 0 80 Verbano Cusio Ossola 40 0 Frequenza (%) 35 Bq/m 3 Distribuzione radon città di Torino sub-title Distribuzioni radon 70,00 Province e Regione 60,00 50,00 40,00

Per descrivere quindi in maniera adeguata i livelli di radon che mi aspetto di trovare in un dato territorio non mi basta definire un valore medio, ma dovrei essere in grado di fornire i parametri della distribuzione lognormale A ciascun Comune del Piemonte è stata così associata una ben definita distribuzione log-normale

RISULTATI Sono state quindi prodotte due carte che sintetizzano il lavoro svolto: (Bq/m3)

RISULTATI % > 400 Bq/m3

ALCUNI COMMENTI AI RISULTATI OTTENUTI E NUOVE PROSPETTIVE i) Le aree montane e pedemontane sono in media decisamente più esposte al radon rispetto alla media regionale e nazionale (ma sono meno popolate ) ii) Una più attenta analisi dei risultati ha mostrato, in alcuni casi, incongruenze tra modello e dati sperimentali: in particolare in alcune situazioni le previsioni sovrastimano le effettive concentrazioni iii) Tale discrepanza è da attribuire a una non ottimale classificazione delle litologie dovuta in gran parte alla carta geologica impiegata, non completamente adeguata allo scopo iv) La nuova carta geologica del Piemonte, da poco disponibile, e la preziosa collaborazione dei colleghi geologi consentirà una migliore classificazione delle litologie v) L incremento della base dati disponibile (oltre 100 nuovi Comuni monitorati) irrobustirà il modello, soprattutto nelle aree critiche

NOVITA NORMATIVE NAZIONALI E INTERNAZIONALI Sono (relativamente) imminenti alcune importanti novità normative che riguardano il radon La principale novità, ben nota agli addetti ai lavori, deriva dalla revisione della Direttiva n 29/1996 E infatti disponibile in rete la bozza, ormai quasi definitiva, dei nuovi standard di radioprotezione (le modifiche introdotte sono, in buona parte, una conseguenza della recente Raccomandazioni ICRP n 103 (2007)

EUROPEAN COMMISSION Brussels, 29.9.2011 COM(2011) 593 final 2011/0254 (NLE) Proposal for a COUNCIL DIRECTIVE laying down basic safety standards for protection against the dangers arising from exposure to ionising radiation Draft presented under Article 31 Euratom Treaty for the opinion of the European Economic and Social Committee {SEC(2011) 1098 final} {SEC(2011) 1099 final}

Per quanto riguarda il radon, le ultime stime dosimetriche, basate su una rivalutazione degli ultimi dati epidemiologici, hanno portato vari organismi internazionali a ridurre i limiti (Livelli di Azione) L OMS, in un suo abbastanza recente rapporto (WHO Handbook on Indoor Radon, 2009) suggerisce addirittura un Livello d Azione di 100 Bq/m3

In ambito UE, la nuova Direttiva prevederà per il radon : a) Un Livello di Azione fissato a 300 Bq/m3 (per edifici esistenti) b) Questo Livello di Azione si applicherà non solo ai luoghi di lavoro ma anche alle abitazioni c) Un Livello di 200 Bq/m3 per gli edifici futuri

PROSPETTIVE LE PROSPETTIVE PER LO SVILUPPO DEL TEMA RADON IN ITALIA E NELLA REGIONE PIEMONTE IN PARTICOLARE RIGUARDERANNO I SEGUENTI ASPETTI A livello nazionale: una revisione piuttosto sostanziale della normativa sarà necessaria subito dopo l approvazione della nuova Direttiva (fine 2013?); potrà essere l occasione per sanare alcuni problemi che hanno reso difficoltoso lo sviluppo di una efficace strategia per la prevenzione del rischio legato al radon? a) Modifica della norma sulla Commissione Tecnica Nazionale b) Semplificazione dell articolato Nel frattempo, dovrebbe riprendere quota il Piano Nazionale Radon, coordinato dall ISS

A livello regionale: a) Nuova mappa del radon in Piemonte: entro 2013 Rapporto interno Arpa Piemonte, entro il 2014 nuova pubblicazione ufficiale con la Regione b) Possibile atto normativo della Regione per la definizione delle aree soggette a radon (radon prone areas) c) Proporre linee guida per azioni preventive sul patrimonio edilizio (raccomandazione ISS del 10/11/2008)

C è un recentissimo precedente in Italia, dovuto alla Regione Toscana Infatti, pur in assenza del parere della famigerata Commissione Nazionale, La Regione ha deciso comunque, con una Deliberazione della Giunta Regionale, di definire tali aree (BURT n.49 del 5/12/2012, Deliberazione 26 novembre 2012 n.1019)

Nella proposta toscana, sono definite come aree soggette a radon quei comuni per i quali la probabilità di superare i 200 Bq/m3 è > 10% (criterio già adottato in altri Paesi) Tecnicamente, un atto del genere potrebbe essere adottato anche da noi, anche da subito e, a maggior ragione, dopo l emanazione della II versione della mappatura

Grazie a tutti voi per l attenzione Un particolare ringraziamento a tutti i colleghi ed amici del Progetto RADICAL