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Transcript:

Il modello delle nostre città sta cambiando UNA BREVE STORIA DELL INGEGNERIA DEL TRAFFICO 1

Il modello delle nostre città sta cambiando Il modello delle nostre città sta cambiando 2

Il modello delle nostre città sta cambiando INCIDENTALITA e SICUREZZA Analisi degli incidenti stradali diffusa da ISTAT e ACI Ci sono meno incidenti (-9,2%), morti (-5,4%) e feriti (-9,3%) rispetto al 2011 In numeri assoluti significa che nel 2012 ci sono stati 186.638 incidenti con lesioni a persone con 3.653 morti e 264.716 feriti In media 512 incidenti stradali al giorno, con 10 morti e 723 feriti Il modello delle nostre città sta cambiando INCIDENTALITA e COSTI SOCIALI Nelle aree urbane l 80-90% dei pedoni e ciclisti coinvolti in incidenti rimangono feriti, contro il 5-10% degli automobilisti Un dato elevatissimo che, oltre a pregiudicare la vivibilità delle nostre città, provoca un costo sociale per la collettività (derivante dai ricoveri e dalle cure mediche conseguenti) che in Italia equivale al 2% del P.I.L. (30 miliardi di euro) 3

Il modello delle nostre città sta cambiando La VELOCITA è il fattore determinante della gravità dell incidente Velocità di collisione Probabilità di decesso 80 Km/h 100% 60 Km/h 85% 40 Km/h 30% 20 Km/h 10% Il modello delle nostre città sta cambiando Secondo una ricerca condotta a livello europeo dalla società di consulenza d'azienda globale AlixPartners, solo il 16% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni è ormai realmente interessato all'acquisto di un'auto 4

Il modello delle nostre città sta cambiando E NECESSARIO CAMBIARE IL MODELLO DI MOBILITA L'automobile ha portato con sé gravi conseguenze impreviste per la vita urbana ed è diventata una seria causa per i problemi ambientali, sociali ed estetici nella città. «Le strade delle nostre città non sono delle automobili, sono delle persone» «Pedoni, ciclisti e utenti dei mezzi pubblici, per noi sono importanti quanto e direi anche di più degli automobilisti» Michael Bloomberg, Sindaco di New York 5

Il modello delle nostre città sta cambiando Il vicesindaco di Vienna, Maria Vassilakou, ha aperto i lavori di Velo City 2013 dicendo che l obiettivo della capitale austriaca è di diventare leader dell era post fossile e che Garantire la migliore qualità della vita per i bambini deve essere l obiettivo primario: i bambini sono il nostro futuro e solamente se cresceranno in un ambiente sano e accogliente potremo avere domani degli adulti responsabili. Il modello delle nostre città sta cambiando Per raggiungere l obiettivo, la città ha destinato alla ciclabilità solamente nell ultimo anno circa 10 milioni di euro, un quarto dei quali sono stati utilizzati per attività di comunicazione rivolte alla cittadinanza 6

Per una città ciclabile Ciclabilità diffusa La prima e più importante questione che le azioni per la difesa e diffusione della mobilità ciclistica urbana devono saper affrontare è quella della costruzione di un contesto generale "amico" della bicicletta nel quale cioè sia possibile per un ciclista muoversi ovunque in modo confortevole e sicuro Per una città ciclabile Ciclabilità diffusa copenhagenize.com 7

Ciclabilità e Moderazione del traffico Per difendere e di diffondere l utilizzo della bicicletta quale mezzo di trasporto primario, capace di soddisfare anche gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro e di accesso ai servizi, e non solo quelli ricreativi o sportivi o di brevissimo raggio, è necessario: individuare e realizzare una Rete Ciclabile Strategica, continua, attrattiva, breve e ben riconoscibile - BICIPLAN un generale ridisegno della strada per ridurre le velocità, vero elemento di pericolo - MODERAZIONE DEL TRAFFICO e ZONE 30 Il Biciplan individuazione degli itinerari portanti GILBERT LIEUTIER Capo progetti al CETE Méditerranée Dirigente del dipartimento infrastrutture e trasporti francese Presidente dell associazione «rue de l avenir» Eccetto sulle strade della rete primaria, i percorsi ciclabili non dovrebbero essere necessari Nel cuore della città, corsie e piste sono la testimonianza del fallimento della moderazione delle velocità CICLABILITA DIFFUSA 8

Ciclabilità e Moderazione del traffico Ciclabilità e Moderazione del traffico 9

Ciclabilità e Moderazione del traffico Ciclabilità e Moderazione del traffico 10

Ciclabilità e Moderazione del traffico Ciclabilità e Moderazione del traffico 11

Ciclabilità e Moderazione del traffico 12

Ciclabilità e Moderazione del traffico Perché la moderazione del traffico UNA CULTURA DELLA STRADA AGGRESSIVA L occhio umano non è fatto per le grandi velocità: percepiamo solo una parte di ciò che avviene sulle strade e sui bordi La velocità di 50 Km/h è incompatibile con la precedenza accordata ai pedoni In molte situazioni l automobile non ha il tempo di reagire e di fermarsi 13

Perché la moderazione del traffico A VELOCITÀ RIDOTTA MIGLIORA LA SICUREZZA DI PEDONI E CICLISTI Riducendo la velocità, lo spazio di frenata dei veicoli è molto più breve Dimezzando la velocità, lo spazio di frenata si riduce di tre quarti Perché la moderazione del traffico I PERICOLI DEL TRAFFICO FRENANO LO SVILUPPO DEI BAMBINI Il movimento è alla base della vita di relazione e permette all individuo di entrare in rapporto coi suoi simili, con l ambiente circostante e col mondo degli oggetti Nel bambino la motricità è una necessità vitale, importante per uno sviluppo psicofisico armonico Ma la cultura della macchina ha portato l uomo ad uno stato di sedentarietà cronica e il bambino è diventato un bambino seduto 14

Perché la moderazione del traffico I PERICOLI DEL TRAFFICO FRENANO LO SVILUPPO DEI BAMBINI Niels Egelund, professore alla Università di Aarhus in Danimarca, ha realizzato uno studio su 19.527 studenti di età compresa tra 5 e 19 anni. E stato consegnato a tutti un questionario appena entrati nella classe I risultati sono stati resi pubblici recentemente dal centro di ricerca OPUS, presso l'università di Copenhagen Gli studenti che hanno fatto il viaggio da soli hanno risposto al questionario molto meglio di quelli che sono stati accompagnati in auto o con i mezzi pubblici. Chi va a scuola in autonomia, a piedi o in bicicletta, ha maggiore capacità di apprendimento e di concentrazione Perché la moderazione del traffico Numerose ricerche, condotte nei paesi che hanno adottato da molti anni gli indirizzi di intervento caratteristici delle tecniche di moderazione del traffico, evidenziano che la riduzione di velocità comporta benefici non soltanto per gli utenti deboli della strada, ma anche per gli stessi automobilisti NON SONO QUINDI MISURE CONTRO GLI AUTOMOBILISTI, MA BENSÌ A FAVORE DELLA SICUREZZA E DELLA CONVIVENZA TRA TUTTI GLI UTENTI DELLA STRADA, PER RIDARE QUALITA ALLE NOSTRE CITTA 15

Perché la moderazione del traffico IL CONCETTO DI LIVING STREET La qualificazione della rete viaria in contesto urbano, attraverso le tecniche proprie della moderazione del traffico, risponde a 3 obiettivi contestuali: moderare la velocità del traffico veicolare mettere in sicurezza le utenze pedonali e ciclabili rendere maggiormente fruibile la strada come spazio di relazione tra luoghi e funzioni Il concetto di living street riferisce quindi della possibilità di pensare alla strada urbana: non solo come asse di scorrimento del traffico veicolare quanto come spazio di relazione tra una pluralità di utenti (automobilisti, pedoni, ciclisti, residenti, studenti..) e di funzioni Interventi di messa in sicurezza della viabilità principale Un esempio: via Emilia Ospizio (RE) negli ultimi 6 anni è stata scenario di 319 incidenti per un totale di 420 feriti e 3 morti: è stata realizzata nella carreggiata una fascia centrale polifunzionale per garantire più sicurezza ai pedoni, ai ciclisti e agli automobilisti che devono attraversare o svoltare. 16

Interventi di messa in sicurezza della viabilità principale Un esempio: via Emilia Ospizio (RE) Isole salvagente per proteggere gli attraversamenti pedonali e ciclabili Interventi di messa in sicurezza della viabilità principale Un esempio: via Emilia Ospizio (RE) Caditoie per ciclisti e cordoli ribassati per facilitare la percorrenza della corsia ciclabile 17

Interventi di messa in sicurezza della viabilità principale Un esempio: via Emilia Ospizio (RE) In sintesi: moderazione del traffico con fascia centrale polifunzionale, protezione degli attraversamenti, corsia ciclabile per i ciclisti «lepre» e marciapiede ciclopedonale per ciclisti «tartaruga» Interventi di messa in sicurezza della viabilità principale Un esempio: via Emilia Ospizio (RE) 18

Esempi La strategie delle zone 30 COSA E UNA ZONA 30 E una zona circoscritta, in genere delimitata da assi di viabilità principale, in cui prevale la funzione residenziale E un angolo di città dotato dei principali servizi di quartiere (scuole, mercato, chiesa, rete commerciale, servizi pubblici e sociali ) e interessato da una circolazione prevalentemente di raggio locale Nelle strade interne alla zona il limite di velocità è di 30 km all ora 19

La strategie delle zone 30 ELIMINARE IL TRAFFICO DI ATTRAVERSAMENTO La strategie delle zone 30 OBIETTIVI PRIMARI 1. La sicurezza dello spazio della mobilità negli ambiti residenziali urbani Come evidenziato dai dati Istat, la ragione prima dell incidentalità stradale è rappresentata dall eccesso di velocità dei veicoli a motore Riducendo le velocità: è più facile evitare gli incidenti che coinvolgono gli utenti deboli della strada (bambini, anziani, ciclisti) è più facile comunicare tra automobilista e pedone, percepire le intenzioni reciproche, evitare i comportamenti pericolosi gli automobilisti sono più disposti a fermarsi per dare precedenza ad un passaggio pedonale 20

La strategie delle zone 30: SHARED SPACE OBIETTIVI PRIMARI 1. La sicurezza dello spazio della mobilità negli ambiti residenziali urbani 2. Maggior multifunzionalità della strada urbana, che con la grande diffusione della motorizzazione privata, ha finito per essere quasi esclusivamente lo spazio dedicato alle automobili Si tratta quindi di un problema di riequilibrio tra: spazio dedicato al traffico motorizzato spazio dedicato alla mobilità pedonale e ciclabile La strategie delle zone 30: SHARED SPACE E quindi fondamentale il superamento del concetto di separazione delle funzioni urbane, specializzazione e zonizzazione, attraverso una pratica basata sulla polifunzionalità e mixità degli spazi e delle attrezzature 21

La strategie delle zone 30: SHARED SPACE La strategie delle zone 30: SHARED SPACE 22

La strategie delle zone 30: SHARED SPACE La strategie delle zone 30 OBIETTIVI PRIMARI 1. La sicurezza dello spazio della mobilità negli ambiti residenziali urbani 2. Maggior multifunzionalità della strada urbana 3. Miglioramento della qualità ambientale dello spazio pubblico Un azione sistematica di messa in sicurezza e di riequilibrio multifunzionale della viabilità urbana richiede un sensibile ripensamento del disegno dello spazio pubblico, che va colto come opportunità di miglioramento qualitativo del paesaggio urbano 23

La strategie delle zone 30: SHARED SPACE INGHILTERRA e SVIZZERA La strategie delle zone 30: SHARED SPACE INGHILTERRA Convivenza tra mezzi motorizzati e utenze deboli 24

La strategie delle zone 30: SHARED SPACE SVIZZERA Friburgo: via come zona d incontro, area verde attrezzata La strategie delle zone 30: SHARED SPACE SVIZZERA Dietikon: continuità tra via, area di sosta e area di svago 25

I risultati delle zone 30 EFFICACIA Le esperienze straniere e adesso italiane hanno mostrato l'efficacia di questa tecnica per una gestione "dolce" del traffico e per la riqualificazione urbana: il traffico diventa più fluido e scorrevole il traffico di transito viene disincentivato migliora la qualità dello spazio urbano diminuisce notevolmente il numero e la gravità degli incidenti vengono eliminate le barriere architettoniche viene favorito lo sviluppo della personalità del bambino che entra in relazione e si rapporta con le auto miglioramento ambientale: minori emissioni inquinanti (ossidi d azoto, anidride carbonica, polveri..) e minor inquinamento acustico rivalutazione delle proprietà immobiliari ESEMPI: IL CASO DI LONDRA Il limite a 30 dimezza gli incidenti: Storica scoperta a Londra E' durato 20 anni, ha coinvolto 20 grandi zone cittadine. Ma oggi questo studio, dettagliatissimo, e con una precisione statistica impressionante, fa scuola Si è calcolato che estendendo le zone a velocità limitata a tutta la città si potrebbero risparmiare 692 vittime ogni anno, con 100 morti in meno Ecco perché si prevedono limiti più duri in tutta la UE 26

ESEMPI: IL CASO DI CHAMBERY L introduzione delle zone 30 su tutto il territorio urbano ha dato risultati eccellenti per quanto riguarda la sicurezza. Tra il 1979 e il 2002, gli incidenti stradali con danni alle persone sono passati da 453 a 53; il numero di feriti e morti è sceso da 590 a 65, secondo un trend di riduzione costante. ESEMPI: IL CASO TEDESCO I risultati sono stati a tal punto significativi che ad oggi dal 70 al 90 % della popolazione delle grandi città in Germania abita in Zona 30 Sostanzialmente, in Germania non è più vendibile una casa se non si trova all interno di una Zona 30 E questo indipendentemente da chi governa la città: Non è più una scelta di schieramento ma di civiltà, a cui nessuna formazione politica può più rinunciare se non vuole correre il rischio di perdere il consenso dei propri cittadini 27

ESEMPI: IL CASO DI TORINO Mirafiori Nord Fine lavori: 2009 Residenti coinvolti: 10.000 Costo complessivo: 760mila euro Risparmio complessivo: 1,5 milioni di euro di cui 500mila euro di soli costi sanitari Feriti gravi: 0 Giorni di prognosi: 74% Traffico: 15% Mezzi pesanti: 29% Velocità di punta: 11 Km/h Sorpassi: quasi scomparsi Giudizi negativi passati dal 19 al 7% Il 68% dei residenti non tornerebbe indietro Come realizzare una Zona 30 ESEMPI DI INTERVENTI A BASSO COSTO (Reggio Emilia) 28

Come realizzare una Zona 30 ELIMINARE IL TRAFFICO DI ATTRAVERSAMENTO Esempi di interventi a basso costo (Reggio Emilia) 2010 VIA MALAGUZZI 2011 % 270 7.00/10.00 212 21% 17.00/20.00 400 189 53% Come realizzare una Zona 30 ELIMINARE IL TRAFFICO DI ATTRAVERSAMENTO Esempi di interventi a basso costo (Reggio Emilia) 29

Come realizzare una Zona 30 MODERAZIONE DELLE VELOCITA Esempi di interventi a basso costo (Reggio Emilia) La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI Lezione con i bambini della scuola elementare del quartiere 30

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI Il workshop con residenti, cittadini e rappresentanti politici La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI Info point per la zona 30 31

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI Lo stato di fatto La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione 32

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione 33

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione 34

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI La realizzazione 35

La prima sperimentazione «dal basso» di una Zona 30 in Italia FESTIVAL DELL ARCHITETTURA 2013 FESTARCHLAB TERNI Il woonerf La «visione» della Mobilità Nuova 36

I risultati a Reggio Emilia I risultati forniti dal Comune sono incoraggianti: +9,6% di ciclisti in accesso al centro storico 6,6% di ciclisti e pedoni feriti in incidenti biciclette in ingresso al C.S feriti con ciclisti e pedoni passaggi var.% annua n. var.% annua 2009-10 1.388.687 256 2010-11 1.499.491 8,0% 259 1,2% 2011-12 1.522.105 1,5% 9,6% 239-7,7% -6,6% TREND FERITI ANNI 2006-2012 2.400 1.800 Numero totale 1.200 Totali Ciclisti e pedoni Lineare (Totali) Lineare (Ciclisti e pedoni) 600-2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Anno GRAZIE PER L ATTENZIONE www.matteodonde.com - matteo.donde@gmail.com 37