ARCHEOCLUB D ITALIA SEDE DI SAN SEVERO NAZIONALE. sulla. Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia. San Severo 21-22 novembre 2009 A T T I



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ARCHEOCLUB D ITALIA SEDE DI SAN SEVERO 30 CONVEGNO NAZIONALE sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia San Severo 21-22 novembre 2009 A T T I a cura di Armando Gravina SAN SEVERO 2010 Stampa: Centro Grafi co S.r.l. - Tel. 0881 728177 - www.centrografi cofoggia.it

CORRADO PALMIOTTI * La tutela del patrimonio archeologico nella Daunia. L attività della Compagnia della Guardia di Finanza di San Severo. * Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di San Severo L attenzione verso la tutela del patrimonio artistico e archeologico affonda le sue radici in tempi antichi. Lo storico Procopio di Cesarea, che seguì il generale bizantino Belisario nella spedizione in Italia durante la campagna contro gli Ostrogoti, narrava nell opera la Guerra gotica che il generale, avuta notizia dell intenzione di Totila, re degli Ostrogoti, di distruggere Roma, così asserì: un oltraggio recato ad esse (le bellezze di Roma) sarebbe giustamente da considerare un delitto contro l umanità di ogni tempo, perché toglierebbero agli uomini del passato la memoria del loro ingegno e a quelli del futuro la vista di tali opere. Nel corso dei secoli alla sensibilità verso il tema si è gradualmente aggiunta un opera di legificazione volta alla protezione del bene artistico mediante strumenti normativi all uopo creati. I primi provvedimenti significativi vennero adottati già nello Stato della Chiesa con il chirografo del 2 ottobre 1802 del Pontefice Pio VII, che introdusse nozioni quali il godimento pubblico del bene e il divieto di estrazione (esportazione) delle antichità, sia pubbliche che private, cui fece seguito l Editto del Cardinale Pacca del 7 aprile 1820. Quest ultimo, in linea con quanto introdotto dal Pontefice, realizza il primo atto legislativo organico in materia di tutela e protezione artistica, apprezzabile per l attenzione riposta sul principio dell irripetibilità creativa dell opera e sul valore di testimonianza storica. La sensibilità dello Stato Pontificio si estese, con iniziative analoghe, ad altri stati dell Italia pre-unitaria quali il Regno di Napoli, il Regno del Lombardo-Veneto e del Granducato di Toscana, determinando, pertanto, in tutta la penisola la presa

16 Corrado Palmiotti di coscienza dell esistenza di un patrimonio artistico e della connessa esigenza alla conservazione. All alba del neonato Regno d Italia, la tematica della tutela dei beni culturali si pose tra i principali problemi di politica interna da affrontare in chiave unitaria, con diverse iniziative legislative, corrette ed integrate negli anni, concretizzatesi organicamente nei provvedimenti del 1939, riferimento fondamentale, per quanti operavano in materia. Questo nuovo corpus normativo, che contemperava le leggi 1 giugno 1939, nr. 1089 e 29 giugno 1939, nr. 1497, tendeva ad una sistemazione elencazione integrale, dei beni di interesse storico - artistico e delle bellezze naturali, potenziando il ruolo dello Stato attraverso la previsione di una forte organizzazione amministrativa per il controllo della politica culturale. Nell immediato dopoguerra la funzione della tutela del patrimonio culturale assunse a massima dignità normativa con l inserimento, all interno della Carta Costituzionale, dell articolo 9 che recita testualmente La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione. Tale disposizione, collocata tra quelli che sono i principi fondamentali della Carta, caratterizza lo Stato Italiano quale stato di cultura. I principi menzionati implicano tra i compiti essenziali dello Stato - Paese la promozione dello sviluppo e dell elevazione culturale della collettività, alla cui formazione concorre la tutela del patrimonio storico e artistico. Recependo gli indirizzi dei padri costituenti, il legislatore nazionale vara dapprima il Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, D.lgs. nr. 490 /99 e successivamente il D.lgs nr. 42/2004, meglio noto come il Codice dei beni culturali e del paesaggio, che abroga i contenuti del primo e regolamenta tuttora l intera materia. Di nota, in particolare gli articoli 1, 2, 3 e 6 significativi poiché si afferma che: - la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura; - lo Stato, le Regioni, le Città metropolitane, le Province e i Comuni assicurano e sostengono la conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e valorizzazione; - il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici; - sono beni culturali le cose immobili e mobili che presentano un interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. In questo quadro giuridico sociale si muovono e agiscono gli operatori del settore e le Forze di polizia, peculiarmente la Guardia di Finanza le cui radici affondano al 5 ottobre 1774, anno in cui il Re di Sardegna creò la Legione truppe leggere reparto scelto dell esercito sardo con compiti di sorveglianza dei confini e repressione del contrabbando. Nel 1881, fu denominata Guardia di Finanza con funzioni non

La tutela del patrimonio archeologico nella Daunia 17 solo di tutela dei dazi di confine ma di tutte le leggi finanziarie; successivamente, dal 1906, ordinata secondo un assetto militare, ricoprì compiti di polizia giudiziaria e amministrativa. Dal 1939, il Corpo, in adempimento delle norme contenute nella legge nr. 1089/1939, annovera fra i suoi compiti di istituto la tutela dei beni di interesse artistico e storico, dedicando a tale settore parte delle sue risorse. Una vigilanza scrupolosa viene attuata nelle zone di interesse artistico e archeologico al fine di impedire scavi abusivi e improprie sottrazioni di oggetti occasionalmente rinvenuti. Un azione capillare e più omnicomprensiva che si concretizza in una: - sorveglianza delle frontiere, al fine di impedire l esportazione di reperti storico archeologici; - sorveglianza del mercato dell antiquariato; - l acquisizione e creazione di un flusso informativo attinto dal territorio e dall incrocio di notizie estrapolate dalle banche dati in uso al Corpo. L impegno del Corpo in questo settore trova riscontro nel numero rilevante di reperti e opere artistiche recuperate ogni anno dai Reparti del Corpo, coordinati dalla Sezione Patrimonio Artistico del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma. Una attenzione costante, nella consapevolezza che da sempre l arte attrae i criminali. Quanto detto non perché la criminalità organizzata subisca l intrinseco fascino di un opera d arte o venga rapita dal genio della creatività dell artista, ma in quanto ogni manufatto con la propria valenza storica e artistico - archeologica, sottende ad un mercato in costante crescita, con una domanda lecita ed illecita che le organizzazioni criminali soddisfano, ampiamente, in chiave illegale. Il global market che caratterizza il nostro secolo ha la capacità di commercializzare tutto, annoverando all interno dei suoi molteplici scambi, sotto la veste di limpide transazioni economiche, cessioni di antichi manufatti provenienti da scavi clandestini eseguiti nelle regioni africane o provenienti da siti archeologici precolombiani depredati o semplicemente quadri o statue defraudate da musei europei. Il tutto a beneficio di case d aste europee o statunitensi o ad appannaggio di collezioni private di ricchi mecenati operanti nei settori della produzione industriale più disparata. Tuttavia, l appropriazione illegale e il successivo traffico di beni appartenenti al patrimonio artistico e archeologico, non rappresentano un fenomeno figlio dei nostri tempi, come testimoniato dalle gesta dei predoni delle piramidi egiziane operanti già prima della nascita del Cristo o in tempi a noi più vicini dai saccheggi perpetrati sui siti Maya ed Aztechi ad opera di colonizzatori provenienti dal vecchio continente. La pericolosità del fenomeno è connessa ai suoi indici esponenziali di crescita che concretizzano, nel complesso, molto più di una semplice minaccia al patrimonio artistico e archeologico dell umanità così come sostenuto nei reports annuali stilati dall Interpol e dalla FBI che in merito hanno recentemente lanciato una vera e propria call for action per arginare e contrastarne il diffondersi. L allarme è rilevante anche nel nostro Paese: Legambiente le definisce Archeo-

18 Corrado Palmiotti mafie e nel rapporto annuale 2008 evidenzia come ben 15.857 oggetti di valore storico archeologico sono stati trafugati a seguito di 1031 furti compiuti, tralasciando le illecite appropriazioni di cui non si è avuta memoria, tra cui Lombardia, Toscana, Piemonte e Campania le regioni maggiormente colpite. Cifre preoccupanti che includono, altresì, la Puglia e in particolare la provincia di Foggia. Da più di centocinquanta anni le tombe ipogee a pozzetto ed a camera, sovente di articolazione complessa e di aspetto monumentale, contenenti corredi numericamente cospicui e sopravvissuti ad anni di sepoltura in buone condizioni e presenti nei terreni della Capitanata, subiscono una aggressione violenta ad opera di scavatori (tombaroli) clandestini. Questi ultimi, appropriatisi dei preziosi oggetti senza alcuno scrupolo, li immettono nel mercato illegale dei reperti archeologici, che trova nella dorsale adriatica Sud Nord una preziosa via di fuga. In tale contesto operano i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di San Severo, reparto esteso su una circoscrizione comprensiva dei comuni di Torremaggiore, San Marco in Lamis, Apricena, San Paolo di Civitate, Rignano Garganico e San Severo. Aderendo alle direttive impartite dall organo di vertice e facendo proprio lo spirito infuso dal legislatore, dapprima nella Costituzione e successivamente nel complesso normativo emanato in materia, il reparto dedica risorse umane e strumentali nel comparto della tutela del patrimonio artistico archeologico. L attività repressiva, nella considerazione che la Capitanata, analogamente alla Tuscia, è terra da sempre di tombaroli, si focalizza principalmente nel settore del contrasto allo scavo clandestino e alla connessa commercializzazione dei reperti archeologici in ambito nazionale e internazionale. L azione costante e metodica si sviluppa principalmente in due direzioni. L una, costituita da servizi di controllo del territorio concentrati in particolare sui siti di interesse archeologico presenti nella circoscrizione, quali quelli di Teanum in agro di San Paolo di Civitate, di Castelpagano in agro di Apricena, di Castelfiorentino in agro di Torremaggiore, di Casone e di Serpente in agro di San Severo; l altra, volta ad un monitoraggio delle attività economiche vicine al settore dell arte, antiquari, rigattieri e gallerie d arte. Un azione di contrasto che ha permesso, pur nella difficoltà, di un ambiente quale quello dell arte estremamente ermetico, di recuperare, nel solo 2008, 150 reperti con relativa denuncia alla Autorità Giudiziaria dei soggetti coinvolti. La positività della maggior parte degli interventi, che hanno dato luogo a tale consistente numero di recuperi, risiede nelle modalità con le quali sono avvenuti: contemporaneamente alle fasi dello scavo abusivo, l intervento di polizia ha permesso di limitare al massimo il deprecabile fenomeno della decontestualizzazione. L opera d arte è sempre un capolavoro relativo: non è mai unitarietà, ma rapporto, equazione con i due termini, costituiti rispettivamente dalla materia che lo compone unita alla creatività dell artista che lo ha realizzato e l ambiente, contesto in cui questa è calato. I tombaroli, con l invasività tipica dei loro scavi, caratterizzati

La tutela del patrimonio archeologico nella Daunia 19 dalla celerità dell azione e dall intento predatorio che li denota, vanificano per sempre tale rapporto. Il reperto, pur se recuperato, sovente, perde il suo contesto, assurgendo alla dimensione di una testimonianza assolutamente muta. La ricerca perpetrata dai tombaroli non è uno scavo di conservazione e di studio ma un atto finalizzato alla massimizzazione e celerità del lucro. Una metodologia ben lontana da quella rudimentale che caratterizza l archeologia quale ricostruzione della storia della presenza umana, a partire dai segni che questa ha lasciato su un territorio. I reperti, recuperati dalle organizzazioni criminali, saranno per sempre incapaci di fornire le informazioni di cui erano intrinseci depositari e lontani dalla cultura archeologica, che prevede l interrogazione degli oggetti, l osservazione, lo studio e la quantificazione delle risposte che questi potranno fornire, l analisi dei materiali e delle tecniche di realizzo, indispensabili, con le fonti scritte, a definire meglio la ricostruzione storica. Esempio significativo, il recupero effettuato in una operazione di polizia sviluppatasi a cavallo fra il dicembre 2007 e gennaio 2008, quando in località denominata Serpente, a nord est del centro abitato di San Severo, nell area compresa fra la masseria Tabanaro e l azienda Montagnano, i militari riuscivano a sorprendere dei tombaroli, in iniziali operazioni di scavo, recuperando nelle immediate vicinanze del sepolcro una trentina di pezzi, integri o lievemente intaccati, da poco asportati da una tomba a grotticella. A seguito della attivazione della Soprintendenza per beni archeologici della Puglia, si rinvenivano, all interno della tomba, ulteriori trentotto oggetti appartenenti al medesimo corredo funerario risalenti al IV secolo a.c.. Quanto rinvenuto nelle prime fasi di collaborazione con il personale tecnico della Soprintendenza intervenuto non era che il prologo delle scoperte successive. Sondate, ma non ancora depredate, venivano individuate nelle immediate vicinanze ulteriori tombe, di cui un altra a grotticella, una del tipo a fossa terragna e due dromos, che testimoniavano la presenza di una necropoli e il cui rinvenimento di oggetti permetteva di datare le sepolture rinvenute fra la seconda metà del IV secolo e la prima metà del III secolo a.c. Una operazione di polizia efficace evolutasi in una fattiva collaborazione fra le Istituzioni dello Stato, il cui carattere di straordinarietà è sottolineato dalla qualità dell intervento che ha salvaguardato quel legame che, come scrive Quatremère, ha l opera d arte con il contenuto dentro e per il quale è stata prodotta, perché la scissione di tale rapporto implica la diminuzione della fruibilità culturale dell opera, la caduta della sua universalità e del valore d uso che questa ricopre in ogni tempo.

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22 Corrado Palmiotti Fig. 1 San Severo: masseria Casone e località Serpente. In grigio le aree interessate dalle principali attività di polizia esperite dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di San Severo nel settore della tutela del patrimonio archeologico nazionale. Fig. 2 San Severo,dicembre 2007 gennaio 2008 : sequestro di un area, in località Serpente, interessata da attività di scavo clandestino con recupero di nr. 150 risalenti al IV secolo A.C.

La tutela del patrimonio archeologico nella Daunia 23 Fig. 3 San Severo, ottobre 2008: sequestro di un area, in località masseria Casone, interessata da attività di scavo clandestino con recupero di nr.23 reperti risalenti al IV secolo A.C.. Fig. 4 San Severo: reperti oggetto di scavo clandestino recuperati durante una operazione di polizia nel settore della tutela del patrimonio archeologico condotta dai militari della Guardia di Finanza di San Severo.

24 Corrado Palmiotti Fig. 5 San Severo: area agricola, in contrada Casone, sottoposta ad attività di punzonamento tramite sonde in ferro della lunghezza di 2 2,5 m ad opera di tombaroli funzionale all individuazione di tombe nel sottosuolo. Fig. 6 San Severo: sepolcro interessato da attività di scavo illegale, sottoposto a sequestro dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di San Severo, con evidenti ed irreparabili danni connessi alla precarietà ed invasività delle operazioni dello scavo clandestino. Fig. 7 San Severo Lesina, maggio 2009: reperti archeologici risalenti al IV secolo A.C. facenti parte di una collezione privata, recuperati a seguito di una specifica attività di polizia nel settore della tutela del patrimonio archeologico, condotta dai militari della Compagnia Guardia di Finanza di San Severo.

INDICE TESTIMONIANZE 30 Anniversario del Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia.... pag. 3 CORRADO PALMIOTTI La tutela del patrimonio archeologico nella Daunia. L attività della Compagnia della Guardia di Finanza di San Severo..» 15 ALFREDO GENIOLA, ROCCO SANSEVERINO Osservazione sui rapporti tra il Tavoliere e la Puglia centrale durante il Neolitico........» 25 ANNA MARIA TUNZI SISTO, MARIANGELA LO ZUPONE Aspetti funerari e cultuali del Neolitico recente in località Ponte Rotto (Ordona FG)........» 51 ARMANDO GRAVINA Osservazioni sui rapporti tra la Daunia, l Abruzzo e l opposta sponda adriatica nel V millennio......» 65 ARMANDO GRAVINA, TOMMASO MATTIOLI Cronologia e iconografia delle pitture e delle incisioni rupestri della Grotta del Riposo e della Grotta Pazienza (Rignano Garganico, Foggia)...........» 95 ANNA MARIA TUNZI SISTO, ROCCO SANSEVERINO Nuovi dati sulla neolitizzazione e sul popolamento dell età del Bronzo nel Subappennino dauno......» 113 ANNA MARIA TUNZI SISTO, ANDREA MONACO Vaccarella Masseria Fragella (Lucera - FG): sepolture eneolitiche di facies Laterza........» 127 Stampa: Centro Grafico S.r.l. - www.centrografi cofoggia.it

ALBERTO CAZZELLA, MAURIZIO MOSCOLONI, GIULIA RECCHIA Coppa Nevigata, campagne di scavo 2008 e 2009.... pag. 137 VALENTINA COPAT, MICHELA DANESI Recenti campagne di scavo nel sito dell età del Bronzo di Oratino-La Rocca. Manifestazioni funerarie e beni esotici........» 151 ANNA MARIA TUNZI SISTO, MARIA LUISA LO ZUPONE Culti della fertilità nell età del Bronzo........» 173 ANNA MARIA TUNZI SISTO, DAVID WICKS, CLAUDIA DE DAVIDE Indagini preliminari nell insediamento fortificato dell età del Bronzo di Torre Mileto (Sannicandro Garganico - FG)..........» 189 ARMANDO GRAVINA Masseria Difesa delle Valli. Un villaggio preistorico sulla riva sinistra della media Valle del Fortore (Carlantino - Fg).........» 207 VERONICA GALLUZZI I livelli superiori del fossato di Coppa Nevigata: inquadramento cronologico............» 213 SABRINA DEL PIANO PASTORE, MICHELE A. PASTORE Il Tavoliere e l opera dell uomo in epoca preistorica: ricerca di una metodologia integrata tra paletnologia e geomorfologia..........» 229 ASTRID LARCHER, MANUELE LAIMER A controllo del Carapelle: la comunità di Giarnera Piccola nelle dinamiche del popolamento di Ausculum......» 247 MARISA CORRENTE, MARIA GRAZIA LISENO Osservazioni sulla storia del popolamento di Ausculum preromana.............» 263 Stampa: Centro Grafico S.r.l. - www.centrografi cofoggia.it

GIOVANNA PACILIO, MARIA ISABELLA BATTIANTE, MARCO VITALE Note preliminari sui saggi di scavo in località Motta del Lupo, agro di San Severo (FG).......... pag. 295 ARIANNA MENDUNI, GIORGIO THEOFANOU Cerignola: località Posta d Ischia. Nuovi dati dal IX al IV sec. a.c...........» 305 MARISA CORRENTE, STEFANO CAMAIANI, NICOLA GASPERI, LUISA QUAGLIA Per una storia della presenza sannita nella Daunia del IV sec. a.c.: i recenti scavi tra Aecae e Arpi in località Macchia di Pierno e la Murgetta......» 327 MARISA CORRENTE, DANIELA BUBBA, NICOLA GASPERI, FRANCESCO M. MARTINO, LUISA QUAGLIA La ricerca archeologica ad Arpi (Masseria Spagnoli)...» 359 GIOVANNA PACILIO, LUCIA CECI Evidenze archeologiche in territorio di Castelnuovo della Daunia Torremaggiore......» 381 GIUSEPPE CERAUDO, LAURA CASTRIANNI, RACHELE DEL MONTE, VERONICA FERRARI, DOMENICO FRONTI, SABRINA LANDRISCINA, KATIA LUZIO, ALFIO MERICO La villa romana di Muro Rotto (e dintorni) alla luce delle recenti indagini aerotopografiche e degli scavi nell agro di Troia...........» 391 MARIA LUISA MARCHI, DANIELA BUFFO Tra la valle del Fortore e il subappenino daunio: nuovi dati per la ricostruzione storica del paesaggio antico..» 409 Stampa: Centro Grafico S.r.l. - www.centrografi cofoggia.it