Aspetti energetici ed economici dell utilizzo di biomasse forestali per la produzione di energia elettrica

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Transcript:

Aspetti energetici ed economici dell utilizzo di biomasse forestali per la produzione di energia elettrica Giorgio Cavallo Legambiente Friuli Venezia Giulia Sedegliano 11 settembre 2009

Le biomasse forestali ed i residui agricoli come importante fonte energetica rinnovabile l utilizzo più coerente delle biomasse forestali è la produzione di calore il rendimento finale di una trasformazione energetica va sempre verificato il rendimento complessivo dipende fortemente dalla organizzazione degli utilizzatori per Legambiente la produzione prevalente di energia elettrica da biomasse non è un utilizzo adeguato

Che cosa è l impianto proposto per Sedegliano? Quale combustibile utilizza? è un impianto totalmente rivolto alla produzione di energia elettrica che funzionerà per circa 8.000 ore all anno il progetto dei proponenti è chiaro così come lo studio sulla previsione degli impatti le biomasse combustibili necessarie all impianto non sono disponibili nel territorio regionale, nè appare probabile lo siano, anche per una frazione limitata ma significativa, nel prossimo futuro

Le incentivazioni dei certificati verdi per la produzione di energia elettrica. Un sistema complesso in evoluzione continua i produttori di energia elettrica devono produrre o comprare una % da fonti rinnovabili i certificati verdi regolano questo mercato. Ogni kwh prodotto da fonte rinnovabile vale quindi il costo dell energia + il valore del certificato il valore di riferimento del certificato viene fissato ogni anno: ad esso si applica un coefficiente di correzione che dipende dal tipo di fonte rinnovabile

Alcuni calcoli per valutare il reddito lordo di un impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili il valore del certificato verde base (massimo) è pari a 88,9 euro per MWh prodotto (2009) ed è riconosciuto per 15 anni il coefficiente correttivo per le biomasse da filiera corta è 1,8. Per le biomasse generiche 1,1. Per le biomasse da filiera corta è inoltre possibile (per impianti di potenza minore di 1 MW) attivare il conto energia come nel caso della produzione fotovoltaica un impianto a biomasse di potenza 8 MWe che funzioni per 8000 ore all anno produce al max 64.000 MWh che valgono 11,5 milioni di euro in caso di biomasse generiche (cifra media comprensiva sia del valore dei certificati verdi che dell energia elettrica prodotta) qualora l impianto funzioni con biomasse provenienti da filiera corta il valore della produzione aumenta di circa il 30%

Le conseguenze del sistema di incentivazione nel caso delle biomasse da residui agricoli e forestali proposte di impianti profondamente diversi tra loro sia per taglia che per caratteristiche a) impianti di potenza finalizzati alla massimizzazione della produzione continua di energia elettrica con utilizzo di biomasse forestali od agricole derivanti dal mercato internazionale b) impianti di dimensione minore basati su biomasse da filiera corta e rivolti alla produzione di calore (con eventuali percentuali di energia elettrica) e utilizzo aziendale e territoriale

La situazione in Friuli Venezia Giulia negli obiettivi della Regione tutta la politica programmatoria e di incentivazione della Regione FVG è stata indirizzata al secondo tipo di impianti (b) ed alla organizzazione del sistema agricolo e forestale per cogliere le potenzialità di una diversificazione produttiva sono note le potenzialità produttive a fini energetici del settore dei residui forestali e di quelli agricoli, che consistono in quantità di circa 110.000 tonnellate all anno sia nell uno che nell altro caso l utilizzo di queste quantità è inoltre legato ad attività di organizzazione (piattaforme di raccolta e cippatura, etc.) non ancora esistenti

La situazione in Friuli Venezia Giulia nella realtà attualmente molte iniziative di teleriscaldamento a biomasse sono già attive soprattutto nei territori montani della regione e molte sono le iniziative in cantiere proposte dagli enti locali (la potenza complessiva non supera i 20 MW) il settore di produzione della materia prima si sta organizzando, ma con una certa difficoltà, così come con difficoltà si sta muovendo la crescita delle imprese agroenergetiche sono infine presenti (ed in alcuni casi anche autorizzate) iniziative economiche di ampia dimensione il cui obiettivo è produrre energia elettrica con approvvigionamento di biomasse dal mercato internazionale. Sedegliano rientra tra queste

Il procedimento autorizzativo a livello regionale il procedimento autorizzativo è regolato da norme che non contemplano una valutazione di congruità tra l impianto proposto e le politiche energetiche ed agricole forestali della regione stessa l autorizzazione dell impianto è valutato (nel caso di potenza inferiore ai 50 MW termici) dalla Provincia in sede di Conferenza di servizi e l autorizzazione rilasciata può anche avere valore di variante urbanistica l impianto non è soggetto a VIA (valutazione di impatto ambientale) ma l eventuale variante urbanistica è soggetta ad una verifica di assogettabilità a VAS (valutazione ambientale strategica)

Il caso di Sedegliano è un caso significativo di impianto industriale di combustione di 100.000 t/a di legno per produrre energia elettrica da immettere sul mercato nazionale non ha alcun legame con il territorio (utilizzo materie prime locali, fornitura di energia elettrica e calore, etc.) la valutazione di accettabilità è totalmente nelle mani della amministrazione locale che può disporre dell area in cui verrebbe localizzato l impianto caso analogo a Udine nel 2000

Aspetti positivi dell iniziativa di Sedegliano si tratta di produrre 64.000 MWh con fonti rinnovabili e di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 in linea con gli impegni dell Italia in campo internazionale per ridurre l effetto serra e il riscaldamento del pianeta. La produzione di energia elettrica utilizzando come combustibile il legno è considerata a emissione nulla di CO2 poichè la CO2 prodotta in sede di combustione è equilibrata dalla CO2 assorbita dalla funzione clorofilliana per la crescita degli alberi è comunque una iniziativa economica che favorisce attività e una pur limitata occupazione (oltre ad alcuni introiti per il Comune)

Aspetti negativi della iniziativa di Sedegliano spreco energetico nell utilizzo della fonte rinnovabile legno (solo il 27% si trasforma in energia elettrica, il resto è calore che viene disperso nell ambiente) totale mancanza di legami produttivi con il territorio è un iniziativa destinata (con ogni probabilità) a durare unicamente per i 15 anni di durata degli incentivi le ricadute ambientali sul territorio (emissioni soprattutto), pur nei limiti di legge, non sono trascurabili

Le proposte di Legambiente (a partire dall esperienza di Pontebba) innanzitutto va fatta una valutazione tecnica accurata dell iniziativa per capire l efficienza energetica e il reale grado di rapporto con il territorio, sia in termini di filiera produttiva che di utilizzo dell energia è necessario tenere ben presente che il teleriscaldamento è soprattutto una organizzazione delle utenze (disponibilità di reti e contratti di allacciamento) e non di impiantistica di produzione le ricadute ambientali devono essere considerate in tutti gli aspetti negativi e positivi in un procedimento pubblico che, nel caso di compresente variante urbanistica, coincide con un serio procedimento di Valutazione Ambientale Strategica

Le richieste di Legambiente alla Regione Friuli Venezia Giulia esprimere la contrarietà ad impianti di produzione energetica da biomasse con materia prima di importazione per il carattere non strutturale delle iniziative e per le ricadute negative che possono avere sulla organizzazione delle filiere produttive del territorio, allineando così norme e procedure autorizzative alla programmazione energetica (PER) predisporre linee guida (anche in via transitoria in attesa del nuovo PER) per i procedimenti autorizzativi in sede di Conferenze di servizi che condizionino un esito positivo al rispetto di alcuni parametri quantitativi e qualitativi rispettare i seguenti parametri: provenienza delle biomasse per almeno 2/3 da filiera locale (garantiti da contratti in essere) e, nel caso di produzione di energia elettrica, attivazione anche di un utilizzo del calore tale da ottenere un rendimento energetico complessivo di almeno il 60 % su media annuale (garantito da contratti di utilizzo) sottoporre gli impianti maggiori di 1 MW a VIA e le eventuali varianti urbanistiche a VAS

APPENDICE La potenziale disponibilità di biomasse in Friuli Venezia Giulia per la produzione di energia in t/a (escluse colture dedicate ai combustibili da trazione) previsioni con politiche di sostegno biomasse forestali Comunità Montane biomasse legnose agroforest. pianura biomasse residuali agricole combustibili biomasse combustibili colture dedicate 117.180 116.066 1.780 TS 75.300 UD 31.000 PN 9.100 GO 66 TS 69.000 UD 37.000 PN 9.100 GO Dir. Centr. Ris. Agr. Reg. FVG Dir. Centr. Ris. Agr. Reg. FVG 60.000* Proiezione 20.000* Proiezione potenziale 2020 con proiezione da L impresa agroenergetica (Bonari, Jodice, Masini)

APPENDICE Attuale disponibilità di biomasse in FVG per la produzione di energia l offerta annua dichiarata di biomasse forestali ritraibile in aree servite da collegamenti in territori delle Comunità Montane è di 36.242 t/a (di cui 27.524 di qualità alta), mentre una valutazione realistica riduce questa quantità del 40% per effettive 21.745 t/a nel territorio della Carnia è inoltre disponibile materiale di qualità proveniente da lavorazioni del legno per un quantitativo di 5.974 t/a non sono disponibili dati per analogo materiale proveniente da altre zone, nè i materiali ritraibili dalla pulizia dei corsi d acqua (quantità non elevate) inoltre non sono calcolate le biomasse che vanno direttamente al mercato sotto forma di legna da ardere (proveniente dal taglio del ceduo : stima...) le biomasse legnose di pianura (potenziale 116.066) non sono attualmente disponibili salvo casi particolari (Rauscedo)

Che cosa sono i certificati verdi? I CV sono una certificazione attestante l energia prodotta nel corso di un anno specificato da un produttore di energia da fonti rinnovabili. Chi beneficia dei CV? I produttori da fonte idroelettrica, eolica, geotermica, solare, da biomasse, da biogas, maremotrice e del moto ondoso, con impianti entrati in esercizio dopo il 1 aprile 1999. Chi rilascia i CV? I CV sono rilasciati dal GSE, su richiesta del produttore, agli impianti che hanno ottenuto la qualificazione impianto a fonti rinnovabili (IAFR), rilasciata da GSE stesso. Quanto dura l incentivazione? La durata del periodo di rilascio dei CV è di 12 anni per gli impianti entrati in esercizio tra il 1/4/99 e il 31/12/07 e di 15 anni per impianti in esercizio dal 17/1/2008. Ogni certificato verde ha validità tre anni. A chi si vendono i CV? I certificati verdi possono essere venduti: - ai produttori o importatori di energia da fonti fossili che hanno l obbligo di acquisirli in una certa quota (nel 2008 pari al 3,85%) della loro produzione totale - a grossisti, traders, ecc. intermediari degli scambi - sulla borsa informatica gestita dal GME Quanto vale un CV? Un certificato corrisponde alla produzione di 1 MWh di energia da fonte rinnovabile. Il prezzo dei CV si forma attraverso la libera contrattazione tra gli operatori, la quale può avvenire bilateralmente o nel mercato organizzato dal GME. Il prezzo al quale il GSE vende i CV emessi a proprio favore relativamente all energia prodotta dagli impianti CIP6, detto prezzo di riferimento è fissato per legge ed è pari alla differenza tra un valore fisso di 180 /MWh ed il valore medio annuo del prezzo di cessione dell'energia elettrica nell anno precedente. Per il 2008: Valore medio energia 2007: 67,12 /MWh, prezzo di riferimento CV 2008= 112,88 /MWh. Per il 2009: Valore medio energia: 91,34 /MWh, prezzo riferimento CV 2009= 88,66. Il prezzo di riferimento dei CV del GSE rappresenta a tutti gli effetti il prezzo massimo di mercato dei CV.