Dispense delle Esercitazioni dei moduli:

Documenti analoghi
Lab. Sistemi - Classe 5Bn A. S. 2000/2001 ITIS Primo Levi - Torino AA.AA. STANDARD SERIALE DI COMUNICAZIONE: RS232 Lo standard seriale di

Sistemi di acquisizione dati

Tipi di Bus. Bus sincrono. Comunicazioni nell elaboratore (e oltre) Bus sincroni e asincroni Standard commerciali (PCI,SCSI,USB)

Caratteristiche di un PC

Docente Prof. Claudio De Capua Ing. Antonella Meduri

Esercitazione Strumentazione virtuale

TRASMISSIONE DATI tra PC e CN (nozioni teoriche essenziali)

Laboratorio di Informatica

I BUS DI COMUNICAZIONE SERIALI

I BUS DI COMUNICAZIONE SERIALI

Fondamenti sugli standard di interfaccia RS-232 e IEEE-488

Centrale M-Bus. Impiego. Funzioni. Maggio 1996

(1) (2) (3) (4) 11 nessuno/a (1) (2) (3) (4) X è il minore tra A e B nessuno/a X è sempre uguale ad A X è il maggiore tra A e B

Reti di Calcolatori:

Corso di Sistemi Automatici di Misura

Trasmissione Seriale e Parallela. Interfacce di Comunicazione. Esempio di Decodifica del Segnale. Ricezione e Decodifica. Prof.

EcoRemote SISTEMA DI GESTIONE DI UNA STAZIONE DI MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL ARIA. Ingegneria dei sistemi

EFA Automazione S.r.l. SB3Conf Help V1.00 (01 ITA).doc pag. 1 / 10

Utilizzo collegamento remoto

Un unico sistema per ogni esigenza. CECOFLEX e CECOFLEX Plus sistemi di cablaggio flessibili. e multimediali più importanti dello spazio abitativo.

Architettura di un calcolatore

MANUALE UTENTE RIO-42

YABC - ESAME DI STATO DI ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE

Comunicazione. Prof. Antonino Mazzeo. Corso di Laurea Specialistica in Ingegneria Informatica

MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE. ARTURO MALIGNANI - UDINE Viale Leonardo da Vinci, Udine

INTERFACCIA STANDARD EIA RS232

La soluzione innovativa CONSUMI IN TEMPO REALE SU CLOUD SEMPLICE E VELOCE DA INSTALLARE PER TUTTI I TIPI DI CONTATORE BASSO COSTO

Sistemi di acquisizione dati

Capitolo Acquisizione dati con PC

Collaudo statico di un ADC

Motori Motore passo-passo Stadio di potenza PWM Sincrono Stadio di potenza del motore passopasso. Blocchi funzionali. Set point e generatore PWM

PXG80-W. Siemens Building Technologies Building Automation. DESIGO PX Controllore Web. con porta modem

Le tendenze future nella tecnologia PC Bus

Page 1. ElapC8 04/11/ DDC 1 ELETTRONICA APPLICATA E MISURE. C8: Esempi di collegamenti seriali. Ingegneria dell Informazione

Mariarosaria Napolitano. Architettura TCP/IP. Corso di: Laboratorio di tecnologie informatiche e telematiche

Xerox FreeFlow Print Server V 9.0 SP3

Ricevitore Supervisionato RX-24

Reti di Calcolatori ed Internet. Reti di Calcolatori ed Internet. Reti di Calcolatori. Reti di Calcolatori. Architettura dei Servizi di Rete

I dischi ottici. Istituzioni di Informatica -- Rossano Gaeta 43

Come SIEMENS e IEC61850 hanno Automatizzato l alimentazione dei servizi ausiliari della centrale elettrica di Maritza EAST III per ENEL

Il sistema M-Bus symphonic di ista

Moduli di misura per corrente ma per corrente ma

Relazione della 5 B informatica sullo smontaggio e montaggio di un pc

Interfaccia Seriale RS232-C. prof. Cleto Azzani IPSIA Moretto Brescia

ELETTRONICA INDUSTRIALE

SISTEMA DI CONTROLLO E GESTIONE STAZIONI DI RICARICA E-CORNER PER VEICOLI ELETTRICI

Corso di Informatica

Le linee seriali. Nomenclatura. Linee Seriali. M. Parvis 1

ISOLATORE FOTOELETTRICO DI INTERFACCIA SERIALE RS-232

CIM Computer Integrated Manufacturing

UPS 03 Professional fino a 3 kva

Istruzioni per l uso Sartorius

Ethernet to RS232/RS485 User Manual Revision 1.1 Italiano

Pag Pag Pag. 25-4

DISPLAY REMOTO PILOTATO DALLA SERIALE. LCD_SERv10

GuardLand RGA. Sistema di rilevazione ed identificazione sul territorio di focolai d incendi. Scheda tecnica

SOFTWARE DI PROGRAMMAZIONE PER ENCODER SERIALI ASINCRONI AMS / ACS / AMM / ACM Versione 1.5 Introduzione

Pag Pag Pag ACCESSORI Dispositivi di comunicazione. Calotte di protezione. Convertitore RS232/RS485. Cavi di collegamento.

ARCHITETTURA FISICA DEL SISTEMA

Progetto e realizzazione di un sistema che rileva la temperatura a distanza

Reti - Concetti di base

Modulo 1 Software e Reti. Prof.ssa Francesca Rammairone

I-XIII_romane_sawyer :50 Pagina V. Indice. Prefazione

WINDOWS TERMINAL SERVER PER L ACCESSO REMOTO AL SISTEMA DI PROTOCOLLO INFORMATICO

DIREZIONE DIDATTICA DI SAN GIUSEPPE JATO Programma Operativo Nazionale Fondo Sociale Europeo - Competenze per lo sviluppo

Tastierini HomeWorks QS Dynamic

PROFESSIONAL ELECTRONIC INSTRUMENTS BOX TPS 232. TPS232A cod Controllo Seriale Remoto per TPS

Vivi la tua casa in tutta sicurezza

DAE Digital Audio Experience

Elettronica dei Sistemi Programmabili A.A Microcontrollori. Introduzione allo sviluppo di progetti

PXG80-WN. Siemens Building Technologies Building Automation. DESIGO PX Controllore Web. con porta Ethernet

* = Marchio registrato da Hilgraeve. Pag 1 di rfcomm@aurel.it

Le Reti Informatiche

Combustione. GALMARINI sas. System Integrator. (Combustori, Impianti di Combustione e Bruciatori)

I Bistabili. Maurizio Palesi. Maurizio Palesi 1

Sistemi di Telecontrollo GSM (GPRS) per Inverter Fotovoltaici

Str.Antica di None 2 FAX I Beinasco (TO) / ITALY info@soft-in.com

Guida di installazione

BCAN Modulo Batteria Intelligente

Robotronix Controller for Laser and Scanner

orario ricevimento via orario ufficio risposta entro 3 giorni

BUDVR4PLUS - BUDVR16PLUS

per(il(corso(di(architetture(dei(sistemi(di(elaborazione(

Internet (- working). Le basi.

La gestione dell I/O (Cap. 5, Tanenbaum)

I componenti indispensabili per una rete sono almeno i seguenti:

HP LED Driver Shield. EtherMania di Signorini Marco Via Cadore MALNATE (VA) P.I REA VA

Esercitazione. Livello di Trasporto [Capitolo 3]

PROFIBUS e. Martino Traverso, General Manager EmmeTiTech PROFINET: il punto di. vista di chi. installa

ESEMPI INTEGRAZIONE PRODOTTI

SCHEDA ALTERA UP1. Topografia della scheda UP1

!!!"! ARTECO MOTION TECH SpA - Via Mengolina, Faenza (RA) Italy Tel Fax info@arteco.it -

COMPONENTI PER L ELETTRONICA INDUSTRIALE E IL CONTROLLO DI PROCESSO. Moduli di acquisizione e controllo, unità intelligenti SERIE DAT9000

Centralini di campo precablati

FRONIUS DATAMANAGER IL PRIMO DATALOGGER INTEGRATO CON WLAN

Controllori di Sistema

ESERCIZI DEL CORSO DI INFORMATICA

SOFTWARE PER DATA LOGGER VACQ

Il tuo manuale d'uso. SONY ERICSSON W200I

V -TECH V-TECH V -TECH. La gamma delle centraline V 0 -Tech V-Tech e. V 3 -Tech è stata pensata per soddisfare ogni

Transcript:

Dispense delle Esercitazioni dei moduli: Misure per la Bioingegneria e l Habitat e Strumentazioni Elettroniche A.A. 2003 2004

Introduzione Gli strumenti elettronici tradizionali sono degli oggetti costituiti, in genere, da un contenitore a forma di scatola con un pannello di controllo e un sistema di visualizzazione. L evoluzione dei dispositivi elettronici ha consentito di migliorare costantemente le caratteristiche tecniche di tali strumenti raggiungendo livelli di accuratezza, funzionalità e affidabilità elevati. Tuttavia, la disponibilità di computer ad alte prestazioni e basso costo e lo sviluppo del software e delle interfacce grafiche hanno prodotto una sorta di rivoluzione nell ambito delle misure elettroniche: la nascita degli strumenti virtuali. I software grafici e i personal computer sono impiegati per la realizzazione di procedure di misure, anche molto complesse, tramite il controllo degli strumenti, l elaborazione e la presentazione dei risultati. Negli strumenti virtuali, l operatore interagisce principalmente con un software in esecuzione anziché con uno strumento reale. Non esiste una definizione univoca del termine strumento virtuale ; esso viene utilizzato per indicare una delle seguenti aree: un sistema di strumenti: è un insieme di strumenti tradizionali che consente di effettuare una particolare misura che un singolo strumento non è in grado di svolgere. Esempi comuni di questo tipo sono i sistemi di test per il rumore di fase e quelli per la compatibilità elettromagnetica. Questi sono esempi tipici di misure complesse che in teoria potrebbero essere svolte da un singolo strumento progettato ad hoc, ma che nella pratica vengono fatte impiegando più strumenti già disponibili sul mercato; un pannello di controllo grafico: un computer viene impiegato per controllare lo strumento e per visualizzare il risultato della misura ; una tecnica di programmazione grafica: queste tecniche impiegano un linguaggio di programmazione costituito da icone, collegate tra loro da fili. Questo tipo di programmazione risulta in genere di facile apprendimento e consente di costruire un programma di elaborazione anche ad utenti non esperti in programmazione testuale (linguaggi C, Basic, Fortram, ecc.). Il programma non solo controlla uno o più strumenti ma elabora i dati delle misure, consentendo così di ottenere un vero e proprio strumento virtuale.; un insieme di blocchi di elaborazione riconfigurabili: alcuni blocchi funzionali, quali convertitori A/D, memoria, DSP (Digital Signal Processor) e display 2

sono comuni a più strumenti e possono essere condivisi. Si può, pertanto, progettare uno strumento costituito da blocchi funzionali elementari che, opportunamente configurati tramite uno software, consentono di emulare differenti strumenti di misura. Qualunque sia la definizione impiegata, i componenti essenziali di uno strumento virtuale sono: un computer con un monitor; un software; uno o più strumenti di misura; un bus per la connessione degli strumenti al computer. COMPUTER & DISPLAY BUS STRUMENTI DI MISURA SEGNALI SOFTWARE Figura 1: Schema di uno strumento virtuale. Ciascun strumento può essere di tipo tradizionale oppure predisposto solo per l utilizzo nell ambito della strumentazione virtuale e, quindi, consistente semplicemente in un contenitore con connettori per l ingresso e l uscita dei segnali. Per un ulteriore riduzione dei costi, alcuni strumenti vengono realizzati come schede da inserire direttamente all interno del PC di cui si sfrutta l alimentazione e il bus. Tuttavia, il rumore elettrico presente all interno del PC non consente di avere degli strumenti dalle elevate prestazioni. Per quanto riguarda il bus, sono state fornite varie soluzioni tra le quali analizzeremo nel dettaglio le seguenti: RS 232: per applicazioni a basso costo con limitate prestazioni in termini di velocità; IEEE 488: attualmente è il più diffuso; VXI: offre le migliori prestazioni sebbene non abbia un elevata diffusione per il costo eccessivo. 3

RS 232 Si tratta di una modalità di trasmissione di tipo seriale molto utilizzata nel collegamento tra un unità centrale e periferiche di varia natura modem, mouse, ecc. -. Tale modalità di comunicazione richiede una struttura semplice del trasmettitore e del ricevitore e un canale fisico costituito, nel caso più elementare, da 3 conduttori, di cui 2 per la trasmissione bidirezionale dei dati ed il terzo per il riferimento dei potenziali elettrici. La velocità massima di trasmissione è di 115 KBit/s per una distanza massima di 15 metri. La connessione tra il calcolatore, indicato con il termine DTE Data Terminal Equipment -, e la periferica, indicata con il termine DCE Data Comunication Equipment -, è del tipo punto a punto : ciò significa che per ogni periferica sono richiesti cavi e connettori distinti, come mostrato in figura 2. Calcolatore DTE DCE 1 DCE 2 Figura 2: Schema di una connessione tra un calcolatore e due periferiche. Lo standard RS232, pubblicato nel 1962, stabilisce il significato dei fili che costituiscono il cavo di collegamento ma non indica il formato del connettore. Attualmente i connettori più utilizzati sono il DB-25 a 25 pin e il DB-9 a 9 pin. I terminali impiegati per la comunicazione sono (notare che il nome dei terminali è dato in funzione del DTE): 1. TD (TRASMIT DATA): linea di trasmissione dei bit di informazione dal DTE al DCE; 2. RD (RECEIVE DATA): linea di trasmissione dei bit di informazione dal DCE al DTE; 3. SG (SIGNAL GROUND): riferimento di tensione per i segnali. Poiché lo standard è nato per configurare il collegamento tra un computer e una periferica e non per la connessione di strumentazione, esso non stabilisce dei vincoli in questo tipo di comunicazione. Per questo motivo, a seconda dei costruttori, gli strumenti sono configurati come DCE o come DTE. 4

Alcuni strumenti, inoltre, oltre alle linee precedenti ne impiegano altre 2 DTR (Data Terminal Ready) e DSR (Data Set Ready) per effettuare un handshake tra lo strumento stesso e il calcolatore. Il formato tipico dei dati trasmessi è il seguente: 11 BIT BIT START 7 BIT DI DATI BIT PARITA BIT STOP BIT STOP 1 bit di start 7 bit di dati più 1 bit di parità oppure 8 bit di dati senza bit di parità 2 bit di stop dove i bit di start e di stop sono necessari essendo la comunicazione seriale di tipo asincrono. Lo standard RS232 fissa anche le caratteristiche elettriche dei relativi segnali secondo le specifiche riportate nella tabella seguente: TIPO DI SEGNALE ESTREMO COMMENTO LIVELLO LOGICO 0 LIVELLO LOGICO 1 DATI TRASMETTITORE TENSIONE IMPOSTA +5 +15 V -5-15 V RICEVITORE TENSIONE LETTA +3 +25 V -3-25V CONTROLLO TRASMETTITORE TENSIONE IMPOSTA -5-15 V +5 +15 V RICEVITORE TENSIONE LETTA -3-25 V +3 +25 V Tabella 1: Specifiche elettriche dello standard RS232. Le tensioni lette in corrispondenza del ricevitore sono diverse da quelle imposte dal trasmettitore: tale definizione permette di compensare le cadute di tensione lungo il cavo (margine di rumore). I segnali, infatti, sono soggetti ad attenuazione e distorsione nella propagazione soprattutto a causa della capacità elettrica associata al cavo. Lo standard stabilisce un valore massimo della capacità di carico pari a 2500 pf. Poiché un cavo presenta tipicamente una capacità di 130 pf/m, la lunghezza massima accettabile è di 5

circa 17 19 metri. Ovviamente, questo è un calcolo approssimato: nella realtà si riescono a coprire distanze anche di 30 metri, impiegando cavi a bassa capacità, ridotte velocità di trasmissione e software di correzione degli errori. Il vantaggio maggiore del collegamento RS-232 risiede nella semplicità costruttiva e di controllo delle interfacce basate su questo protocollo. Tuttavia, non essendo un protocollo nato per la comunicazione con gli strumenti, esso non offre grandi potenzialità in termini di velocità di trasmissione, affidabilità del collegamento, sfruttamento delle funzionalità dello strumento e possibilità di gestire più strumenti contemporaneamente. Per tali motivi, sono stati proposti altri tipi di bus tra cui riveste una certa importanza l IEEE 488. IEEE 488 Il bus IEEE 488 fu sviluppato nel 1965 dalla Hewlett Packard come HP Interface Bus - HP-IB per fornire un interfaccia standard per la comunicazione tra gli strumenti. L interfaccia ebbe un notevole successo tale da indurre la IEEE a pubblicare nel 1975 uno standard, noto come IEEE 488, per questo tipo di comunicazione rinominando il bus GPIB General Purpose Interface Bus -. Successivamente, furono pubblicate altre versioni dello standard fino ad arrivare al 1987 con la definizione delle IEEE 488.1 e IEEE 488.2. La prima fissa le specifiche meccaniche ed elettriche del collegamento mentre la seconda definisce le modalità di inter-comunicazione tra gli strumenti, il formato dei dati e i comandi per la programmazione. Nel 1990 i maggiori costruttori di strumenti di misura introdussero un ulteriore standard, noto come SCPI Standard Command Programmable Instrument -, che definisce i comandi ad alto livello per la gestione dello strumento e dei messaggi di errore. Il bus IEEE 488 è costituito da 24 linee che consentono di trasmettere in modo parallelo un byte alla volta ad una velocità massima di 1 Mbyte/s. Lo standard prevede una lunghezza totale del bus non superiore a 20 metri e una distanza massima tra un dispositivo ed un altro di 4 metri anche se è preferibile che il collegamento in media non superi i 2 metri. Possono essere collegati tra loro un massimo di 15 strumenti, sebbene sul mercato esistono opportuni dispositivi, denominati repeater, che consentono di superare il limite sia del numero di strumenti sia della lunghezza massima del collegamento. 6

Il collegamento tra gli strumenti può assumere, come mostrato in figura 3, tre diverse tipologie: a stella, in cui gli strumenti sono tutti connessi direttamente al controller; a catena, in cui solo il primo strumento è collegato al controller; mista, in cui si hanno sia collegamenti a stella che a catena. Dispositivo Dispositivo CONTROLLER Dispositivo Dispositivo Dispositivo Dispositivo Dispositivo Configurazione a catena CONTROLLER Dispositivo Configurazione a stella CONTROLLER Dispositivo Dispositivo Dispositivo Configurazione mista Figura 3: Schema delle configurazioni a stella, a catena e miste. In tutte le tipologie, i cavi risultano essere collegati in parallelo al controller in quanto i connettori sono realizzati in modo tale da consentire il collegamento in parallelo di un numero arbitrario degli stessi. La stabilità meccanica delle connessioni è assicurata da opportune viti di fissaggio. Lo schema del connettore è quello riportato in figura 4. Sono presenti 24 linee di cui: 8 sono utilizzate come linee di dati (data I/O: DIO); 3 (DAV, NRFD e NDAC) sono impiegate per l handshake; 5 (EOI, IFC, SRQ, ATN, REN) sono impiegate per il controllo dell interfaccia; 1 (SIGNAL GROUND) serve come riferimento dei potenziali per i segnali; 1 (SHIELD) è impiegata come linea di sicurezza per il collegamento a terra degli involucri degli strumenti; 6 linee (GND) sono collegate a massa e svolgono una parziale funzione di schermo per attenuare gli effetti del rumore di varia origine sulle linee che necessitano di una maggiore affidabilità di trasmissione: la protezione è ottenuta avvolgendo ciascuna 7

DIO 1 1 13 DIO 5 DIO 2 2 14 DIO 6 DIO 3 3 15 DIO 7 DIO 4 4 16 DIO 8 EOI 5 17 REN DAV 6 18 GND accoppiato a DAV NRFD 7 19 GND accoppiato a NRFD NDAC 8 20 GND accoppiato a NDAC IFC 9 21 GND accoppiato a IFC SRQ 10 22 GND accoppiato a SRQ ATN 11 23 GND accoppiato a ATN SHIELD 12 24 SIGNAL GROUND Figura 4: Schema del connettore. linea con una corrispondente tra quelle che svolgono la funzione di controllo e l handshake. La posizione delle linee nel connettore non è casuale: le linee di controllo sono poste in prossimità della linea che può essere usata come schermo mentre quelle di riferimento e di sicurezza sono poste ad una estremità in modo da attenuare l effetto che le eventuali correnti in esse circolanti possono avere sulle altre linee del bus. Infine, le linee non schermate dei dati sono poste alla massima distanza dalla linea di massa che può diventare una fonte di disturbi. Per quanto riguarda le caratteristiche elettriche, il bus IEEE 488 impiega una logica TTL inversa, ossia rappresenta il livello logico basso con una tensione di 5 V e il livello logico alto con una tensione di 0 V. Lo standard prevede le seguenti specifiche: LIVELLO LOGICO LIVELLO DI TENSIONE 0 (FALSE) + 2.0 V (High) 1 (TRUE) + 0.8 V (Low) Sul bus possono essere inviate due tipologie di messaggi: 8

dati: sono messaggi che contengono informazioni specifiche di uno strumento quali le istruzioni di comando, i risultati delle misure, lo stato dello strumento e i file di dati; comandi: sono messaggi che riguardano le interfacce e servono per inizializzare il bus, indirizzare gli strumenti, impostare gli strumenti in modalità remota o locale. I dispositivi connessi sul bus possono essere di tre tipi: talker: è un dispositivo in grado di trasmettere dati attraverso il bus e, in un certo istante, ci può essere attivo sul bus un solo talker; listener: è un dispositivo in grado di ricevere dati e comandi; su uno stesso bus ci possono essere presenti al massimo 14 listener; controller: si occupa di gestire il flusso delle informazioni inviando i comandi opportuni e stabilisce, ad esempio, chi è talker e quali sono i listener. In ogni istante, solo un dispositivo può essere controller, assumendo la denominazione di controller in charge, e può decidere di passare il controllo ad un altro dispositivo ma non potrà più riaverlo senza il consenso di quest ultimo. Solo un dispositivo, denominato system controller, può divenire autonomamente controller in charge : esso generalmente è costituito dalla scheda di interfaccia IEEE 488 inserita all interno del computer. I vari strumenti possono essere sia listener (ricevono ad esempio le impostazioni) sia talker (trasmettono i dati delle misura) a seconda di come vengono indirizzati. L interfaccia IEEE488 del computer può essere talker, listener e controller. Ad ogni dispositivo collegato al bus, compresa la scheda di interfaccia del computer, è assegnato un indirizzo univoco da 0 a 31. Solitamente l indirizzo 0 è quello assegnato al controller (interfaccia) mentre l indirizzo 31 è riservato ai costruttori per eseguire le procedure di autodiagnosi sugli strumenti. Per quanto concerne gli strumenti, in quelli più vecchi, l indirizzo viene impostato in formato binario mediante dei dip switch, mentre su quelli più recenti è impostato dal pannello frontale. Come mostrato, l indirizzo completo è composto da 8 bit 7 6 5 4 3 2 1 0 0 TA LA INDIRIZZO (0-31) 9

Il bit più significativo è sempre posto uguale a zero. Il controller imposta il bit LA = 1 per indirizzare un dispositivo come listener e il bit TA = 1 per indirizzare un dispositivo come talker. Quello descritto è l indirizzo primario; esiste anche la possibilità di attribuire un indirizzo secondario numero compreso tra 96 e 126 per la gestione di strumenti organizzati in sotto unità individualmente indirizzabili. In questo caso, l indirizzo primario indica lo strumento nel suo complesso e l indirizzo secondario la singola sotto unità. Esaminiamo ora in dettaglio la procedura di handshake che consente di trasferire i dati lungo il bus in modo corretto. Lo standard non impone ai dispositivi specifiche temporali stringenti circa la lettura e la scrittura dei dati e dei segnali di controllo. Pertanto, è possibile che siano collegati sullo stesso bus dispositivi con velocità di trasferimento dei dati alquanto differenti una dall altra. L handshake garantisce che anche lo strumento più lento riceva correttamente tutti i dati. Le linee per il protocollo dell handshake sono come già detto tre: 1. DAV (Data Valid): è utilizzata per segnalare la presenza di informazione sulle linee dati ( DIO 1 DIO 8); il talker pone DAV = 1 quando il dato è pronto e NRFD = 0; 2. NRFD (Not Ready For Data): è utilizzata per segnalare l incapacità di un listener di acquisire dati; il listener pone NRFD = 1 quando non può accettare nuovi dati. Poiché i circuiti di uscita dei dispositivi connessi al bus sono del tipo open collector, essi realizzano un circuito combinatorio OR cablato, pertanto NRFD = 0 (ovvero tensione alta) solo quando tutti i dispositivi sono pronti a ricevere i dati. 3. NDAC (Not Data Accepted): è utilizzata per segnalare l accettazione dei dati; il listener imposta NDAC = 1 per indicare che non ha acquisito i dati. Anche in questo caso NDAC = 0 solo quando tutti i listener hanno accettato i dati. 10

La procedura di handshake si svolge come riportato in figura 5 DAV 1 0 1 2 NRFD 1 0 4 5 NDAC 1 0 3 DIO 1. DIO 8 Figura 5: Schema dell handshake. Quando un controller o un talker vuole inviare un dato, pone il byte sul bus dati e verifica che NDAC = 1 e NRFD = 1. Quando NRFD = 0 (ovvero tutti i dispositivi sono pronti) segnala la presenza del dato ponendo DAV = 1. A questo punto i listener ricevono questa informazione e pongono NRFD = 1 (quello più veloce provoca la commutazione) per segnalare che non sono disponibili a ricevere altri dati. Quando tutti hanno letto, NDAC = 0 (quello più lento provoca la commutazione) e il controller pone DAV = 0 per segnalare che i dati non sono più validi. A questo punto i listener pongono NDAC = 1 e si ripetono i passi dall inizio. Vediamo, infine, alcuni dettagli sulle restanti 5 linee di controllo: ATN (Attention): il controller pone ATN = 1 quando usa il bus per inviare i comandi mentre pone ATN = 0 per segnalare ad un talker che può inviare i dati sul bus; IFC (Interface Clear): è utilizzata dal system controller per inizializzare tutte le linee del bus e diventare controller in charge; REN (Remote Enable): viene usata dal controller per porre gli strumenti in modalità di funzionamento remoto o locale; SRQ (Service Request): agisce come un interrupt e può essere posta uguale a 1 da un qualunque dispositivo per richiedere un servizio; quando il controller riceve SRQ = 1 inizia a interrogare i vari dispositivi uno alla volta finché non trova quello che ha inviato la richiesta il quale, una volta indirizzato, riporta SRQ a 0; 11

EOI (End Or Identify): ha due funzioni: i) il talker mette EOI = 1 per indicare la fine della stringa trasmessa; ii) il controller mette EOI = 1 per chiedere agli strumenti sul bus di identificarsi. VXI Il bus VXI (VME bus extension for instrumentation) rappresenta un estensione, dedicata ad applicazioni nell ambito delle misure, del bus VME (Versabus Modular European) per computer. Il bus VME fu introdotto nei computer per consentire di assemblare quest ultimo unendo componenti prodotti da venditori diversi. L idea di assemblare un computer unendo componenti diversi all interno di uno stesso frame è stata estesa al campo degli strumenti di misura. In pratica, si ha un frame VXI con un backplane (è l equivalente della scheda madre di un computer) sul quale possono essere inseriti i vari strumenti. In genere, un frame VXI dispone di 13 slot di cui lo slot 0 è riservato al controller e uno strumento può occupare uno o più slot. Gli strumenti sono realizzati in forma modulare e, in pratica, sono gli strumenti tradizionali privati del pannello di controllo, del monitor e dell alimentazione. Quest ultima infatti viene fornita dal frame VXI stesso. Figura 6: Schema di un frame VXI con 4 moduli inseriti. Il bus VXI come detto è un estensione di quello VME in quanto, rispetto a quest ultimo, sono stati aggiunti i seguenti componenti: 1. Clock and sync bus: trasporta due segnali di clock a 10 MHz e 100 MHz e un segnale di sincronizzazione; 2. Star bus: consiste in due linee ECL ad alte prestazioni per consentire una comunicazione ad alta velocità tra due moduli. È detto star bus perché è organizzato in 12

modo che il modulo 0 sia al centro e gli altri moduli siano ad esso collegati in una configurazione a stella con tempo di ritardo costante; 3. Trigger bus: sono 8 linee TTL e 6 linee ECL che possono essere usate per il trigger, l handshake, il clock o trasmissione dati; 4. Local bus: collega ciascun modulo con i due adiacenti mediante 36 linee per ciascun lato; 5. Analog SUMBUS: è un nodo per la somma analogica dei segnali; 6. Module identification bus: da ogni slot c è un filo che raggiunge lo slot 0 per segnalare la presenza (filo a massa) o meno del modulo all interno dello slot; 7. Power bus: fornisce fino a 268 W per modulo e aggiunge ai valori forniti dal VME ( +5 V, +12 V, -12 V e +5 V di una batteria tampone) i valori di +24 V e 24 V per i circuiti analogici, -5.2 V e 2 V per i dispositivi ECL. Nonostante le migliori prestazioni rispetto al bus IEEE 488, il bus VXI non ha avuto molto successo a causa sia del costo elevato del frame VXI e dei vari moduli, sia dei miglioramenti delle prestazioni degli strumenti tradizionali a basso costo grazie ai progressi nel campo della microelettronica. 13