Mente e linguaggio negli animali non umani Prof. Stefano Gensini 2017-18 Filosofia del linguaggio II modulo Dispensa n. 1
Anche questo dibattito comincia con Aristotele (384-322 a.c.) - Nella Politica I, 2 - Nella Historia animalium IV 9 - Nel De partibus animalium. Uomo = zoon politikon Dotato del logos (ragione/linguaggio) il logos è voce articolata, che consente l espressione di quel che è giusto o ingiusto Animali non umani = zoa aloga Hanno la voce (phone) che non è articolata ma consente l espressione di quel che piace o dispiace
Due ipotesi a confronto, che separano i componenti della zoologia aristotelica La tesi discontinuista, propria degli Stoici
e la tesi continuista che fa capo a Lucrezio, ma trae argomenti anche dalle posizioni scettiche di Sesto Empirico (II-III sec. d.c.) noi vediamo, cosa notevole, gli animali dei quali discorriamo, proferire, anche, voci umane, come le piche e alcuni altri. Lasciamo stare pur questo. Anche se non comprendiamo le voci degli animali cosi detti, irragionevoli, non sarebbe del tutto assurdo pensare che essi discorrano tra loro senza che noi li comprendiamo. Anche quando udiamo la voce dei barbari, non la comprendiamo, anzi, ci fa l'impressione di essere un suono uniforme. Per tornare ai cani, noi li udiamo emettere una data voce, quando vogliono allontanare qualcuno, un'altra, quando urlano, un'altra, quando sono battuti, un'altra differente, quando scondinzolano di gioia. Insomma, se uno fissasse la sua attenzione a questo fatto, riscontrerebbe una grande differenza di voci e in questo e negli altri animali secondo le differenti circostanze, talché ne concluderebbe, verosimilmente, che gli animali, cosi detti irragionevoli partecipano, anche, del ragionamento esternato. Ora, se essi non rimangono indietro agli uomini né per acutezza di sensazioni, né per ragionamento interiore, né, abbondiamo pure, per ragionamento esternato, essi non dovrebbero essere meno degni di fede di noi, per quanto riguarda le rappresentazioni sensibili (dagli Schizzi Pirroniani I, 74-5).
Il dibattito si ripresenta alle origini del pensiero moderno René Descartes (1637) Discorso del metodo Pierre Gassendi (1644) Obiezioni quinte E davvero assai notevole che non vi siano uomini tanto ebeti o stupidi ( ) che non sappiano mettere insieme diverse parole in modo da cmporre un discorso che faccia capire il loro pensiero e che, al contrario, non vi sia nessun altro animale, per quanto perfetto e felicemente nato, che possa fare altrettanto. [ ] Questo non attesta soltanto che le bestie sono dotate di ragione in misura minore di noi, ma piuttosto che non ne hanno in modo assoluto. Voi dite che esse non ragionano. Ma benché i loro ragionamenti non siano tanto perfetti né d una estensione s grande come quelli degli uomini, nondimeno è pur vero che esse ragionano, e che non v è altra differenza fra esse e noi, che del più e del meno. Voi dite che esse non parlano ( ) parlano tuttavia, a modo loro, e mandan fuori delle voci che son loro proprie, e di cui si servono come noi ci serviamo delle nostre.
Viene rilanciato da Charles Darwin nel quadro della teoria dell evoluzione per selezione naturale L origine delle specie (1859) La discendenza dell uomo (1871) L espressione delle emozioni nell uomo e negli animali He who understands baboon would do more towards metaphysics than Locke (Notebook M, 1838)
e aspramente contestata dal filologo tedesco Friedrich Max Müller (1861)
L ultima fase del dibattito si apre agli esordi della scienza cognitiva (1950-60s): intelligenza umana e intelligenza artificiale A destra, una immagine del film 2001: Odissea nello Spazio di S. Kubrik (1968) dove si pone il problema dell origine dell intelligenza umana e della possibilità che i computer riescano a «pensare».
Noam Chomsky, in Cartesian Linguistics (1966) annuncia il nuovo dualismo umani/animali
Negli stessi anni, gli studi sul linguaggio di specie non umane fanno scalpore Von Frisch (1973) riceve il Nobel per la scoperta del linguaggio delle api Washoe, istruita dai coniugi Gardner, impara l American Sign Language
Turing (1950) Nagel (1974) Searle (1990) A. Turing, Computing machinery and intelligenze (Mind, 1950) Th. Nagel, What is it like to be a bat? (The Philosophical Review, 1974)