ATMOSFERE ESPLOSIVE: QUADRO NORMATIVO E PROCEDURE OPERATIVE. Ing. Francesco Geri



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ATMOSFERE ESPLOSIVE: QUADRO NORMATIVO E PROCEDURE OPERATIVE Ing. Francesco Geri

Quadro normativo La sigla ATEX (ATmospheres EXplosibles) si riferisce a due nuove direttive dell Unione Europea sul rischio di deflagrazione in diverse aree.

Quadro normativo La sicurezza in questi luoghi di lavoro è regolamentata dal D.Lgs. 233 del 12/06/03 Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioniminima per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive e dal D.P.R. 126 del 23/03/98 Regolamento recante norme per l attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.

La correlazione fra le zone e le categorie di apparecchiature è un requisito minimo. Se le norme nazionali dovessero prescrivere requisiti più severi, troveranno applicazione questi ultimi.

Quadro normativo Nel D.Lgs 233/03, il legislatore ha introdotto il titolo VIII bis del D.Lgs. 626/94, attribuendo nuovi obblighi ai datori di lavoro in materia di sicurezza, inoltre sono chiamate in causa diverse figure professionali. Il rischio di esplosione interessa diversi settori produttivi, che vanno dalle aziende agricole e alimentari, a quelli della produzioni di carta a quelli di prodotti chimici e farmaceutici etc.

Quadro normativo Le Direttive europee e quindi il titolo VIII-bis del D.Lgs 626/94 considerano, ai fini della valutazione del rischio, soltanto le atmosfere esplosive in aria a pressione ordinaria (0,8-1,1 bar) ed a temperatura ordinaria (-20 /+60 C), ma non prendono in considerazione: i serbatoi in pressione contenenti miscele materiali esplosivi apparecchiature per gas poichè soggetti già ad altre disposizioni legislative.

I nuovi aspetti l art. 88-bis l art. 88-ter l art. 88-quater l art. 88-quinques l art. 88-sexies l art. 88-septies l art. 88-octies Definisce il campo di applicazione Definisce che cosa si intende per atmosfera esplosiva Obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure tecniche ed organizzative adeguate alla natura dell attività Obbliga il datore di lavoro ad un attenta valutazione dei rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive Obbliga il datore di lavoro a prendere provvedimento affinché gli ambienti di lavoro siano strutturati ed abbiano quanto necessario per svolgere il lavoro in condizioni di sicurezza Obbliga il datore di lavoro al coordinamento di tutte le imprese che operano nello stesso luogo di lavoro Obbliga il datore di lavoro a ripartire in zone le aree a rischio (classificazione) come indicato nell allegato XV-bis e che nelle aree vengano applicate le prescrizioni minime di cui all allegato XV-ter

I nuovi aspetti l art. 88-novies Obbliga il datore di lavoro ad elaborare e tenere aggiornato un documento denominato documento sulla protezione contro le esplosioni l art. 88-decies l art 88-undecies Obbliga il datore di lavoro a che i lughi di lavoro che comprendono aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive per la prima volta dopo il 30 giugno 2003 soddisfino le prescrizioni minime stabilite dal presente decreto; a che i luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive già utilizzati prima del 30 giugno 2003, debbano soddisfare entro il 30 giugno 2006 le prescrizioni minime stabilite dal presente decreto; obbliga il datore di lavoro a provvedere che le installazioni elettriche nelle aree classificate come zone 0, 1, 20 e 21 ai sensi dell allegato XV-bis siano sottoposte a verifiche

I nuovi aspetti l art. 5 l allegato XV-bis l allegato XV-ter l allegato XVquater stabilisce che al D.Lgs. sono aggiunti gli allegati XV-bis, XV-ter e XV-quater definisce la ripartizione delle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La classificazione delle aree a rischio di esplosione consiste nel ripartirle in zone in base alla frequenza e alla durata della presenza di atmosfere esplosive (zona 0, 1 e 2 per i gas; zone 20, 21 e 22 per le polveri combustibili) stabilisce le prescrizioni minime per il miglioramento della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive ed i criteri per la scelta degli apparecchi e dei sistemi di protezione da l indicazione del segnale di avvertimento per indicare le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive

Il DL 81/08 Il Dl 81/08 al titolo XI tratta delle atmosfere esplosive. In particolare dagli articoli 287 all articolo 297 Nell allegatoxlix tratta della classificazione dei luoghi/zone

DEFINIZIONI D ATMOSFERE ESPLOSIVE ED ESPLOSIONE Un atmosfera esplosiva è una miscela con aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili combustibili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo l accensione, la combustione si propaga all insieme della miscela incombusta. Secondo le nuove direttive, ora anche la polvere è considerata un atmosfera esplosiva.

TIPI DI ESPLOSIONE Nella pratica delle investigazioni in caso di esplosione, si distinguono due tipologie principali di esplosioni: Esplosioni meccaniche Esplosioni chimiche Tra queste due tipologie vi sono gradi di esplosioni intermedie. La differenza consiste nel meccanismo di formazione dell'onda di pressione.

ESPLOSIONI DI TIPO MECCANICO In questo tipo di esplosione, una elevata pressione di gas produce reazioni di tipo fisico. Queste reazioni non causano cambiamenti della natura chimica di base delle sostanze all'interno di contenitori.

ESEMPIO: esplosioni di vapore Il BLEVE (boiling liquid expanding vapor explosion) è un tipo di esplosione meccanica che coinvolge contenitore contenenti liquidi sotto pressione a temperatura al di sopra del punto di ebollizione a pressione atmosferica. La rottura del contenitore determina un rilascio di liquido pressurizzato il quale tende ad evaporare istantaneamente. Nel caso di sostanza infiammabile, può subire un innesco sia dal calore rilasciato dalla stessa depressurizzazione, sia da sorgenti di attrito elettrostatico creati dall'esplosione sia da frammenti

ESPLOSIONI CHIMICHE Nelle esplosioni chimiche la generazione di alte pressioni dei gas è il risultato di reazioni esoteriche derivanti dalla variazione della natura chimica di base del materiale combustibile. Le esplosioni chimiche possono coinvolgere combustibili solidi o miscugli esplosivi. Più solitamente sono legate a reazioni che coinvolgono gas, vapori, polveri miscelati con aria.

ESPLOSIONI Le esplosioni possono essere classificate in funzione dei materiali infiammabili coinvolti. I più comuni sono: Gas infiammabili Vapori di liquidi combustibili ed infiammabili Polveri Esplosivi deflagranti Esplosivi detonanti Esplosione di prodotti effluenti di incendi con incompleta combustione (backdraft explosion)

Esplosioni dovute a combustione Le più comuni esplosioni chimiche sono quelle causate dalla combustione di idrocarburi. Nelle esplosioni generate da rapide combustioni, la elevata pressione che si genera dalla rapida combustione del fluido infiammabile, determina la produzione di un elevato volume di prodotti di combustione e gas caldi. Questo tipo di reazioni sono classificate come deflagrazioni o detonazioni in funzione della velocità di propagazione del fronte di fiamma. La ATEX si riferisce alle DEFLAGRAZIONI

ESPLOSIONI Gli elementi essenziali affinche avvenga l esplosione sono: il combustibile (sotto forma di gas, vapori, nebbie e/o polveri); il comburente (l ossigeno presente nell aria in conc. del 21%) l innesco, elettrico (scintilla provocata da una scarica, etc.) oppure termico (temperature eccessive provocate da fiamme, etc.).

ESPLOSIONI Il pericolo d esplosione e strettamente legato ai materiali ed alle sostanze trattate all interno dell ambiente lavorativo. Affinche vi sia un esplosione non basta la presenza della miscela combustibile, ma deve aversi una concentrazione di combustibile e comburente compresa entro determinati limiti d esplodibilita; - Limite Inferiore d Esplodibilita (LEL: Lower Esplosive Limit) - Limite Superiore d Esplodibilita (UEL: Upper Esplosive Limit).

EFFETTI DELL'ONDA D'URTO Le conseguenze più gravi di un'esplosione nei confronti dell'ambiente circostante sono quelle arrecate dall'onda di pressione che si abbatte sulle persone e sulle strutture. Anche altri pericoli, come la proiezione di missili e l'incendio possono assumere la loro importanza. Nella tabella che segue è riportato un elenco dei danni che possono verificarsi alle varie sovrapressioni

EFFETTI DELL'ONDA D'URTO p 1 - p 0 [bar] Danni correlati al livello di sovrapressione 0,7 Distruzione dei muri in cemento armato 0,6 Gravi danni al macchinario industriale 0,5 Ribaltamento dei vagoni ferroviari 0,45 Distruzione totale delle case 0,25 Rottura dei serbatoi di deposito 0,16 Distruzione del 50% delle case in mattoni 0,07 Distruzione totale dei vetri danni alle persone 0,025 Distruzione del 50% dei vetri 0,02 Limite per piccoli danni

EFFETTI DELL'ONDA D'URTO La soglia di valori previsti corrisponde al valore di danni gravi alla popolazione sana (lesioni irreversibili) come definito dalle Linee Guida Nazionali per la pianificazione dell emergenza esterna (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile - Gennaio 1994), dal D.M. 15 maggio 1996 e dal D.M. 9 maggio 2001. Un esplosione, puo causare indirettamente conseguenze ancora piu gravi, innescando altri eventi incidentali a catena, i cosiddetti effetti domino.

Valori di riferimento per la valutazione degli effetti Esplosioni / UVCE 0,6 bar 0,07 bar (sovrapressioni di picco) 0,3 bar 1 BLEVE/Sfera di fuoco (radiazione termica variabile) Raggio fireball 200 KJ/m2 Incendi 12,5 KW/m2 5 Kw/m2 (radiazione termica stazionaria) Nubi di vapori infiammabili/ FLASH LFL 0,5 x LFL FIRE Nubi di vapori tossici LC50 IDLH

Deflagrazione La massima pressione teorica sviluppabile in una deflagrazione, può, sotto certe circostanze, arrivare a 7-9 atmosfere. Nelle situazioni comunemente incontrate come le esplosione da fughe di gas in costruzioni residenziali o commerciali, la pressione massima può arrivare ad un valore un po più alto rispetto al valore che i principali elementi della struttura che contiene la miscela gas-aria, quali murature, solai, porte larghe, possono sostenere senza rompersi.

Deflagrazione I fattori che possono influenzare gli effetti dell'esplosione sono: Tipo e stato del combustibile Natura, volume e forma del sistema di contenimento Localizzazione e magnitudo della sorgente di ignizione Grado di aumento della pressione

ESPLOSIONI GENERALIZZATE Le esplosioni generalizzate accadono spesso quando le sostanze combustibili sono disperse o diffuse nel momento in cui avviene l innesco, ed il grado di incremento di pressione è moderato, con velocità del fronte di fiamma sub sonico (deflagrazione).

Gas combustibili Gas combustibili, come il gas naturale ed i gas di petrolio, spesso producono esplosioni generalizzate. Questo perché questi gas spesso sono confinati in strutture di grandi dimensioni che li contengono, come stanze singole o intere appartamenti, e le loro velocità di esplosione sono subsoniche.

Esplosioni di gas combustibili

Polveri Qualunque materiale combustibile può esplodere quando è in forma di polvere. Nei granuli la superficie offerta all'ossidazione è importante in funzione al volume. La lunghissima lista delle polveri che possono esplodere comprende sostanze di larga diffusione come grano, farina, granturco, zucchero, cacao, malto, amido, fibre di cotone, legno, materie plastiche, urea, carbone, alluminio, magnesio, titanio, uranio, zirconio.

Polveri Le esplosioni più frequenti riguardano le polveri di legno (34,5%), quelle di cereali (28,2%); seguono le materie plastiche (12,6%), il carbone (10,9%) ed i metalli (10,4%). Affinchè una combustione di polvere abbia inizio e si sviluppi successivamente come esplosione, occorre che sia soddisfatta una serie di condizioni: La sostanza deve essere combustibile I granuli debbono avere le dimensioni che consentano la propagazione della fiamma La concentrazione in aria (o nel comburente) deve essere compresa entro opportuni limiti Il processo di combustione deve essere innescato da una sorgente di accensione di adeguata energia.

Polveri Testimoni oculari raccontano che raramente le esplosioni interessano ambienti limitati esaurendosi con una sola escursione. In generale si producono scoppi in successione. Una prima esplosione nata dall'innesco di un volume ridotto, è di per sé normalmente priva di grosse conseguenze. A causa però dello spostamento d'aria si provoca la diffusione della polvere depositata sulle superfici contigue che genera nuove miscele esplosive e quindi una catena di esplosioni sempre più importanti.

Esplosioni di polveri nei processi di finitura di manufatti in alluminio e leghe

Esplosioni di polveri nei processi di finitura di manufatti in alluminio e leghe

Esplosione delle polveri ELENCO SETTORI DI INTERESSE

Esplosioni di gas e vapori Le esplosioni più comuni sono quelle che coinvolgono gas e vapori, in particolare gas combustibili o i vapori di liquidi infiammabili. Nella seguente sono riportate le caratteristiche dei più comuni gas. Le miscele gassose combustibile-aria sono quelle più suscettibile di causare un'esplosione a seguito di una ignizione. Le temperature di ignizione sono dell'ordine di 370 C a 590 C. La minima energia di ignizione è dell'ordine dei millijule, ed in particolare variabile tra 0,17 e 0,25 millijoule.

Esplosioni di gas e vapori In buona parte della letteratura inerente l'investigazione sulle cause di esplosione, viene indicato che occorre occupare interamente un volume di miscela aria-gas combustibile, per avere un'esplosione. Inoltre esplosioni di miscele di gas intorno al limite inferiore (LEL) o al limite superiore di esplosività (UEL) producono esplosioni meno violente di miscele che si trovano nella concentrazione ottima stechiometrica. Questo perché una concentrazione minore del grado stechiometrico determina una più bassa velocità del fronte di fiamma e quindi una minore pressione massima. Una esplosione nell'intorno del LEL produce in genere un tipo di danno di brado basso

Esplosioni di gas e vapori Una miscela con una concentrazione ottimale gas-aria (limite stechiometrico) produce l'esplosione più violenta, in quanto le condizioni di combustione sono ottimali, quindi la velocità del fronte di fiamma è la massima possibile, quindi è massimo l'incremento di pressione ed il valore assoluto della pressione raggiunta nell'esplosione

Caratteristiche principali delle esplosioni Esplosioni con gas -bassa energia d innesco (20 300 uj) -temperatura accensione relativamente alta (generalmente > 250 C) Esplosioni con polveri -alta energia d innesco (5 500 mj) -temperatura accensione relativamente bassa (generalmente < 200 C) -Pressione massima: 4 10 bar -l esplosione innesca reazioni a catena

ADEMPIMENTI DI LEGGE L applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 233/03 e obbligatoria in tutte le attività o luoghi di lavoro dove possono essere presenti atmosfere esplosive dovute a gas, vapori, nebbie e polveri; rientrano nella tipologia anche i lavori svolti in sotterraneo ed i veicoli destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive.

ADEMPIMENTI DI LEGGE Invece esso non si applica a: a) aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti; b) uso d apparecchi a gas di cui al D.P.R. n.661 del 15/11/96; c) produzione, manipolazione, uso, stoccaggio e trasporto d esplosivi o di sostanze chimicamente instabili; d) industrie estrattive soggette al D.Lgs. n. 624 del 25/11/96; e) impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo per i quali si applicano le pertinenti disposizioni d accordi internazionali

obblighi che il decreto impone al datore di lavoro

Adempimenti entro il 10/09/2003 Effettuare la valutazione del rischio d esplosione (art. 88-quinquies); Porre in atto le misure di prevenzione, protezione ed organizzative (art.88-quater, art.88-sexies) Classificare le zone con pericolo d esplosione (art. 88-octies, comma 1) Attuare procedure di coordinamento (art. 88-septies), obbligo gia previsto dall art. 7 Redigere il documento contro le esplosioni (art. 88-novies) Verifiche periodiche (art. 88-undecies) obbligo gia previsto DPR 462/01 Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto A Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto B

Adempimenti entro il 10/06/2006 Segnalazione delle zone con pericolo d esplosione (art. 88-octies, comma 3) Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto A

Disposizioni per gli ambienti di lavoro Luoghi di lavoro esistenti devono essere conformi all allegato XV-ter punto A, entro il 30/06/2006. Attrezzature di lavoro gia in uso devono essere conformi all allegato XV-ter punto A dal 30/06/2003. Luoghi di lavoro nuovi devono essere conformi all allegato XV-ter punto A dal 30/06/2003. Attrezzature di lavoro nuove devono essere conformi all allegato XV-ter punto B dal 30/06/2003.

Allegato XV-ter punto A A. PRESCRIZIONI MINIME PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI CHE POSSONO ESSERE ESPOSTI AL RISCHIO DI ATMOSFERE ESPLOSIVE. Osservazione preliminare. Le prescrizioni di cui al presente allegato si applicano: a) alle aree classificate come pericolose in conformita' dell'allegato XV-bis, in tutti i casi in cui lo richiedano le caratteristiche dei luoghi di lavoro, dei posti di lavoro, delle attrezzature o delle sostanze impiegate ovvero i pericoli derivanti dalle attivita' correlate al rischio di atmosfere esplosive; b) ad attrezzature in aree non esposte a rischio di esplosione che sono necessarie o contribuiscono al funzionamento delle attrezzature che si trovano nelle aree a rischio di esplosione.

Allegato XV-ter punto A 1. Provvedimenti organizzativi. 1.1. Formazione professionale dei lavoratori. Il datore di lavoro provvede ad una sufficiente ed adeguata formazione in materia di protezione dalle esplosioni dei lavoratori impegnati in luoghi dove possono formarsi atmosfere esplosive. 1.2. Istruzioni scritte e autorizzazione al lavoro. Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni: a) il lavoro nelle aree a rischio si effettua secondo le istruzioni scritte impartite dal datore di lavoro; b) e' applicato un sistema di autorizzazioni al lavoro per le attivita' pericolose e per le attivita' che possono diventare pericolose quando interferiscono con altre operazioni di lavoro. Le autorizzazioni al lavoro sono rilasciate prima dell'inizio dei lavori da una persona abilitata a farlo.

Allegato XV-ter punto A 2. Misure di protezione contro le esplosioni. 2.1. Fughe e emissioni, intenzionali o no, di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili che possano dar luogo a rischi di esplosioni sono opportunamente deviate o rimosse verso un luogo sicuro o, se cio' non e' realizzabile, contenuti in modo sicuro, o resi adeguatamente sicuri con altri metodi appropriati. 2.2. Qualora l'atmosfera esplosiva contenga piu' tipi di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili o combustibili, le misure di protezione devono essere programmate per il massimo pericolo possibile. 2.3. Per la prevenzione dei rischi di accensione, conformemente all'articolo 88-quater, si tiene conto anche delle scariche elettrostatiche che provengono dai lavoratori o dall'ambiente di lavoro che agiscono come elementi portatori di carica o generatori di carica. I lavoratori sono dotati di adeguati indumenti di lavoro fabbricati con materiali che non producono scariche elettrostatiche che possano causare l'accensione di atmosfere esplosive.

Allegato XV-ter punto A 2.4. Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio soltanto se dal documento sulla protezione contro le esplosioni risulta che possono essere utilizzati senza rischio in un'atmosfera esplosiva. Cio' vale anche per attrezzature di lavoro e relativi dispositivi di collegamento che non sono apparecchi o sistemi di protezione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 126, qualora possano rappresentare un pericolo di accensione unicamente per il fatto di essere incorporati in un impianto. Vanno adottate le misure necessarie per evitare il rischio di confusione tra i dispositivi di collegamento. 2.5. Si devono prendere tutte le misure necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro con i loro dispositivi di collegamento a disposizione dei lavoratori, nonche' la struttura del luogo di lavoro siano state progettate, costruite, montate, installate, tenute in efficienza e utilizzate in modo tale da ridurre al minimo i rischi di esplosione e, se questa dovesse verificarsi, si possa controllarne o ridurne al minimo la propagazione all'interno del luogo di lavoro e dell'attrezzatura. Per detti luoghi di lavoro si adottano le misure necessarie per ridurre al minimo gli effetti sanitari di una esplosione sui lavoratori. 2.6. Se del caso, i lavoratori sono avvertiti con dispositivi ottici e acustici e allontanati prima che le condizioni per un'esplosione siano raggiunte.

Allegato XV-ter punto A 2.7. Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni, sono forniti e mantenuti in servizio sistemi di evacuazione per garantire che in caso di pericolo i lavoratori possano allontanarsi rapidamente e in modo sicuro dai luoghi pericolosi. 2.8. Anteriormente all'utilizzazione per la prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possano formarsi atmosfere esplosive, e' verificata la sicurezza dell'intero impianto per quanto riguarda le esplosioni. Tutte le condizioni necessarie a garantire protezione contro le esplosioni sono mantenute. La verifica del mantenimento di dette condizioni e' effettuata da persone che, per la loro esperienza e formazione professionale, sono competenti nel campo della protezione contro le esplosioni.

2.9. Qualora risulti necessario dalla valutazione del rischio: a) deve essere possibile, quando una interruzione di energia elettrica puo' dar luogo a rischi supplementari, assicurare la continuita' del funzionamento in sicurezza degli apparecchi e dei sistemi di protezione, indipendentemente dal resto dell'impianto in caso della predetta interruzione; b) gli apparecchi e sistemi di protezione a funzionamento automatico che si discostano dalle condizioni di funzionamento previste devono poter essere disinseriti manualmente, purche' cio' non comprometta la sicurezza. Questo tipo di interventi deve essere eseguito solo da personale competente; c) in caso di arresto di emergenza, l'energia accumulata deve essere dissipata nel modo piu' rapido e sicuro possibile o isolata in modo da non costituire piu' una fonte di pericolo.

Allegato XV-ter punto A 2.10. Nel caso di impiego di esplosivi e' consentito, nella zona 0 o zona 20 solo l'uso di esplosivi di sicurezza antigrisutosi, dichiarati tali dal fabbricante e classificati nell'elenco di cui agli articoli 42 e 43 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320. L'accensione delle mine deve essere fatta elettricamente dall'esterno. Tutto il personale deve essere fatto uscire dal sotterraneo durante la fase di accensione delle mine.

Allegato XV-ter punto A 2.11. Qualora venga rilevata in qualsiasi luogo sotterraneo una concentrazione di gas infiammabile o esplodente superiore all'1 per cento in volume rispetto all'aria, con tendenza all'aumento, e non sia possibile, mediante la ventilazione o con altri mezzi idonei, evitare l'aumento della percentuale dei gas oltre il limite sopraindicato, tutto il personale deve essere fatto sollecitamente uscire dal sotterraneo. Analogo provvedimento deve essere adottato in caso di irruzione massiva di gas.

Allegato XV-ter punto A 2.12. Qualora non sia possibile assicurare le condizioni di sicurezza previste dal punto precedente possono essere eseguiti in sotterraneo solo i lavori strettamente necessari per bonificare l'ambiente dal gas e quelli indispensabili e indifferibili per ripristinare la stabilita' delle armature degli scavi. Detti lavori devono essere affidati a personale esperto numericamente limitato, provvisto dei necessari mezzi di protezione, comprendenti in ogni caso l'autoprotettore, i quali non devono essere prelevati dalla dotazione prevista dall'articolo 101 del decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 1956 per le squadre di salvataggio.

B. CRITERI PER LA SCELTA DEGLI APPARECCHI E DEI SISTEMI DI PROTEZIONE Qualora il documento sulla protezione contro le esplosioni basato sulla valutazione del rischio non preveda altrimenti, in tutte le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive sono impiegati apparecchi e sistemi di protezione conformi alle categorie di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 126. In particolare, in tali aree sono impiegate le seguenti categorie di apparecchi, purche' adatti, a seconda dei casi, a gas, vapori o nebbie e/o polveri: 1. nella zona 0 o nella zona 20, apparecchi di categoria 1; 2. nella zona 1 o nella zona 21, apparecchi di categoria 1 o di categoria 2; 3. nella zona 2 o nella zona 22, apparecchi di categoria 1, 2 o 3.

L art. 3 del D.Lgs. 233/03 modifica l art. 89, com. 2) lett. a) del D.Lgs. 626/94 introducendo nuove sanzioni penali per eventuali inadempienze (arresto o ammenda ) a carico del datore di lavoro in particolare come mostra la seguente tabella:

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Il D.Lgs. 233/03 nell art. 88-octies impone al datore di lavoro di ripartire in zone (secondo l allegato XV-bis), le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. Una volta effettuata tale classificazione, se dovessero rilevarsi zone caratterizzate da una quantita di atmosfera esplosiva tale da richiedere provvedimenti di protezione per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, si effettuera la scelta delle adeguate apparecchiature ed attrezzature di protezione. I provvedimenti che si adotteranno, in ottemperanza con quanto stabilito dall allegato XV-ter, parte A, saranno proporzionati alla classificazione effettuata.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La ripartizione delle aree in zone avviene in base a: frequenza durata della presenza di atmosfere esplosive. Il decreto citato, prevede la classificazione delle aeree in diverse zone

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE le aree pericolose nell all.to XV bis vengono suddivise in tre tipologie: zona 0, 1 e 2, a seconda che la permanenza dell atmosfera esplosiva sia presente rispettivamente: per lungo periodo (oltre 1000 ore/anno) occasionalmente (fra 10 e 1000ore/anno) per breve durata (fra 0,1 e 10 ore/anno)

Miscele di aria gas, vapore o nebbia Zona 00 Area in cui e presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia Zona 01 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. Zona 02 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività.

Polveri Zona 20 Area in cui e presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria. Zona 21 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. Zona 22 Area in cui durante le normali attività non e probabile la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Dovendo esprimere in indice probabilistico la durata complessiva di atmosfera esplosiva in un anno, si possono utilizzare gli indici riportati nella CEI 31-35. La classificazione dei luoghi pericolosi è oggetto di normativa europea: la EN 60079 (CEI 31-30) per i gas, vapori e nebbie, la EN 50281-3 (CEI 31-52) per le polveri combustibili. Si tratta in verità di norme a carattere generale; per applicazioni specifiche bisogna ricorrere a Guide applicative.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La definizione delle zone pericolose e della loro estensione si basa sulla individuazione delle sostanze pericolose, delle sorgenti di emissione con relativa portata e del grado di ventilazione dell ambiente. La classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di polvere può presentare maggiori difficoltà per l incertezza nella determinazione di alcuni parametri come ad esempio la granulometria, il limite inferiore di infiammabilità, l energia minima di innesco.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La CEI 31-30 effettua la classificazione in base alle caratteristiche dell ambiente (aperto, chiuso ecc), delle sostanze (densità relativa rispetto all aria, etc.), delle sorgenti di emissioni (grado e portata di emissione), del grado di ventilazione (portata minima volumetrica, concentrazione) e della disponibilità della ventilazione.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La CEI 31-52 distingue i casi in cui la presenza di atmosfere esplosive sia dovuta a nube e/o a strati di polvere. La classificazione viene effettuata in base alle caratteristiche dei materiali (dimensioni delle particelle, contenuto di umidità, temperatura minima di innesco della nube e dello strato etc.), ai punti nei quali possono essere presenti contenimenti di polvere o sorgenti di emissione ed alla probabilità di emissioni di polvere da tali sorgenti.

CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Solo dopo queste fasi si possono definire le zone e le loro estensioni. In definitiva la classificazione delle zone pericolose per la presenza o probabilità dell atmosfera esplosiva e il punto di partenza per una corretta valutazione dei rischi.

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Essa viene effettuata su base statistica e si identifica con un indice di probabilità di accadimento dell evento e un altro di gravità del danno presumibile. Più precisamente, in funzione delle caratteristiche dell impianto, delle sostanze e dei processi utilizzati con le loro possibili interazioni, deve essere valutata la probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive e delle sorgenti di innesco, nonché l entità degli effetti prevedibili..

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Per l individuazione di tali parametri si può fare riferimento alla norma UNI EN 1127-1, secondo cui l innesco può essere causato da cause varie come ad esempio: superfici calde, fiamme libere o materiale incandescente, scintille per causa meccanica, apparecchiature elettriche, correnti vaganti e protezione catodica, cariche elettrostatiche, fulmini, campi e radiazioni elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, ultrasuoni, compressioni adiabatiche, reazioni chimiche

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Il processo di valutazione del rischio di esplosione va effettuato caso per caso, non presentando una soluzione aprioristicamente valida. Il decreto dispone, infatti, all art. 88- quinquies, che nell assolvere gli obblighi stabiliti dall articolo 4, il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo conto almeno dei seguenti elementi:

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE a. Probabilita e durata della presenza di atmosfere esplosive b. Probabilita che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci c. Caratteristiche dell impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni d. Determinare i possibili effetti prevedibili di un esplosione e. I rischi di esplosione sono valutati complessivamente. f. Nella valutazione dei rischi di esplosione vanno presi in considerazione i luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, e quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive.

Le metodologie applicabili Per la valutazione dei rischi non esistono metodologie obbligatorie da seguire, ma bisogna tener conto della complessita dell azienda/impianto produttivo che si sta valutando. Definendo il rischio R = P x D, i fattori Probabilita (P) e Danno (D) possono essere cosi stimati:

Le metodologie applicabili per le piccole e medie imprese (impianti semplici) si può utilizzare: a) la linea guida Comunicazione della commissione relativa alla Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l attuazione della direttiva 1999/92/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive b) il modello elaborato da cinque organismi notificati (per la direttiva ATEX) Methodology for the Risk Assessment of Unit Operations and equipment for Use in Potentially Explosive Atmospheres elaborata dal EU Project N: SMT4-CT97-2169 ;

Le metodologie applicabili nelle aziende con rischi di incidente rilevante (impianti complessi) come quelle soggette al D.Lgs. 334/99 (ex DPR 175/88) si potra ricorre ad altre metodologie statistiche, quali: - FMEA (identificazioni degli effetti conseguenti a guasti singoli di componenti o dispositivi di sicurezza) - HAZOP (identificazioni degli effetti conseguenti a deviazioni dei parametri di processo) - FAULT TREE (combinazione di eventi che comportano un effetto indesiderato - TOP EVENT). - EVENT TREE (sequenze incidentali originate da un Top Event, in concomitanza di eventi che ne condizionano l evoluzione)

Le metodologie applicabili NNBB Inoltre e necessario utilizzare le Norme UNI, CEI, EN di volta in volta applicabili e rivolgersi a personale competente con maturata esperienza nel settore.

PREVENZIONE, PROTEZIONE ED ORGANIZZAZIONE

Misure di prevenzione 1) Evitare l atmosfera esplosiva (Prevenzione dalle esplosioni) Il primo passo per una corretta prevenzione è quello di agire sulla sostanza e sulle caratteristiche dei parametri di processo come: - la sostituzione delle sostanze infiammabili e polveri combustibili, - l inertizzazione - l impianto di ventilazione - l eliminazione delle sorgenti di emissione - la concentrazione della sostanza al di fuori dei limiti di esplodibilità - la temperatura della sostanza al di sotto della temperatura di infiammabilità - i sistemi di controllo dell esplodibilità - la rimozione delle polveri - l incremento della granulometria delle polveri - le misure adottate per evitare nubi di polvere.

Misure di prevenzione 2) Evitare sorgenti di accensione efficaci Questa misura consiste nell eliminazione, all interno delle zone pericolose classificate, delle sorgenti di accensione; se ciò fosse possibile, bisognerà rendere le sorgenti inefficaci tenendo conto dei sistemi previsti dalla norma UNI EN 1127-1.

Misure di protezione Le misure di protezione devono essere messe in atto successivamente alle misure di prevenzione. Possono essere: - soppressione dell esplosione - scarico dell esplosione - Progettazione resistente all esplosione - prevenzione della propagazione dell esplosione

Misure organizzative Dopo aver agito sulle caratteristiche delle sostanze e del processo, dopo aver attuato le misure di prevenzione e protezione, in base ai principi del D.Lgs. 626/94 si possono mettere in atto le misure organizzative di: qualificazione e formazione del personale la stesura di istruzioni operative le autorizzazioni al lavoro le specifiche cautele nella manutenzione la segnalazione delle zone con pericolo di esplosione il controllo e sorveglianza.

REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI I requisiti minimi delle apparecchiature da installare o da utilizzare nei luoghi di lavoro soggetti ad atmosfere esplosive devono soddisfare la direttiva 94/9/CE. Questa direttiva e stata da tempo recepita in Italia con un decreto, il DPR 126/98, ed e in regime di applicazione facoltativa gia dal 1 marzo 1996. Pertanto, il termine dello slittamento e ormai scaduto il 1 luglio 2003. Da tale data infatti ogni apparecchiatura deve essere realizzata con materiali che rispondono a questa direttiva.

REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Gli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere usati in atmosfera potenzialmente esplosiva vengono suddivisi in categorie, corrispondenti a diversi livelli di protezione, intendendo per esso il numero di guasti indipendenti che si possono verificare affinché sia garantito il livello di sicurezza specifico.

REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Nelle zone con alta probabilità di formazione di miscele esplosive (zona 0 o 20) possono essere utilizzati solo apparecchi con livello di protezione molto elevato (categoria 1G o 1D, a seconda si tratti di gas o polvere) Nelle zone 1 o 21, si possono utilizzare apparecchi con livelli di protezione elevato (categoria 2G o 2D) Apparecchi con livello di protezione normale (categoria 3G o 3D) possono essere usati solo nelle zone con scarsa probabilità di formazione di miscela esplosiva (zona 2 o 22).

REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI La categoria viene certificata dal costruttore ed evidenziata sull apparecchio con apposita targa insieme alla marcatura CE e riguarda tutti gli apparecchi che possono costituire rischi di innesco, non solo di natura elettrica. La certificazione per le apparecchiature non elettriche costituisce spesso un problema per l assenza di norme tecniche specifiche o per la difficoltà della valutazione del livello di protezione da parte del costruttore. Per le attrezzature già in uso l idoneità dell apparecchio alla zona classificata è a carico del datore di lavoro mediante la valutazione dei rischi circa il livello di protezione.

REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Per le apparecchiature elettriche tale valutazione in genere non presenta grosse difficoltà per la presenza di tutta una legislazione elettrica in materia, come il DPR 727/82 (76/117/CEE); DPR 675/82 (79/196/CEE); L. 150/89 (82/130/CEE). Lo stesso in genere non si può dire per il materiale non elettrico

SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER INDICARE LE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE Caratteristiche: forma triangolare; lettere in nero su fondo giallo, bordo nero (il colore giallo deve costituire almeno il 50% della superficie del segnale

REDAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI Il datore di lavoro in fase di valutazione dei rischi nella propria attività cosi come previsto all art. 4 del D.Lgs. n.626/1994 effettua anche la valutazione del rischio di esplosione per la presenza di atmosfere esplosive. Redige il documento sulla protezione contro le esplosioni, anche in aziende con meno di dieci dipendenti, e obbligatoriamente lo aggiorna quando ci sono delle modifiche.

REDAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI È un documento che deve individuare i rischi e i provvedimenti necessari, contenendo inoltre le caratteristiche di sicurezza dei luoghi e delle attrezzature, le istruzioni per loro uso e impiego, classificare i luoghi dove c è la probabilità di formazione di miscele esplosive, e quelli dove si applicano le prescrizioni minime, indicando procedure di utilizzo e comportamento.

CONTENUTI DEL DOCUMENTO Il documento deve contenere almeno: i dati della azienda e del datore di lavoro; la descrizione del luogo di lavoro la descrizione delle fasi del processo produttivo e/o delle fasi aziendali la descrizione delle sostanze impiegate l elaborazione ed elencazione dei risultati dell analisi del rischio la descrizione delle misure tecniche di prevenzione dalle esplosioni la descrizione delle misure tecniche organizzative il coordinamento tra piu imprese esterne (ove previsto) il programma del miglioramento dei livelli di sicurezza nel tempo

GLI ALLEGATI DEL DOCUMENTO Gli Allegati più importanti sono: Planimetrie con indicazione delle zone, aree, reparti, ecc. classificati pericolosi i risultati di calcoli eseguiti i piani di emergenza interni (DM 10/03/1998) il piano di emergenza esterno (ove richiesto DPR 25/02/2005) le schede di sicurezza delle sostanze infiammabili e polveri combustibili i libretti di uso e di manutenzione delle apparecchiature fisse e mobili la dichiarazione di Conformita L. 46/90 completa per impianti elettrici e meccanici la denuncia e verifica periodica degli impianti elettrici Ex, DPR 462/01 (datore di lavoro) la dichiarazione CE di conformità (allegate alle apparecchiature Ex dotate di marcatura CE) la manutenzione ai fini della protezione contro le esplosioni Formulari e liste di valutazione per la verifica dei punti precedenti (linee guida comunitarie).

BIBLIOGRAFIA Guida all applicazione della direttiva 94/9/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 23/03/94, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. EU Project N SMT4-CT97-2169: Methodology for the Risk Assessment of Unit Operations and Equipment for Use in Potentially Explosive Atmospheres COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE NELL AMBITO DELL APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 94/9/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (2002/C 213/02) Testo rilevante ai fini del SEE. C. Ponzinibio, M. Silingardi: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione, Ed. TNE S.r.l. M. Carescia: La nuova legislazione sui luoghi con pericolo di esplosione, Ed. TNE S.r.l. COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE DEL 25.8.2003 COM(2003) 515, relativa alla Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l attuazione della direttiva 1999/92/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive.