AGICI FINANZA D IMPRESA Creating and Diffusing Knowledge Per una Road Map di rilancio del settore idrico Roma, 16 Giugno 2010 Prof. Andrea Gilardoni andrea.gilardoni@agici.it
La Road Map per il rilancio del settore idrico* I problemi del settore idrico sono noti anche ai paracarri. La sfida è trovare soluzioni (non ideologizzate) che modernizzino il settore tenendo conto delle grandi differenze tra aree del Paese. Il Decreto Ronchi e l abolizione degli ATO sono due stimoli che, per essere concretizzati, richiedono una notevole rivisitazione del sistema. Il rilancio si deve fondare sui seguenti soggetti chiave: Una Autorità di settore. Un più significativo ruolo delle Regioni. Il rilancio delle imprese e dell industria italiana. *Le riflessioni qui contenute sono in larga misura tratte da: Gilardoni A., Riforma dei servizi idrici. Note per discussione Editoriale di Management delle Utilities, Settembre 2009.
La Road Map per il rilancio dell idrico. I 3 nodi centrali Creare le condizioni affinché affluiscano al settore idrico risorse finanziarie Assetto di regole certe, stabili, eque e credibili. Ridisegnare la governance complessiva dell Industry I ruoli dell Autorità di settore, dei ministeri, delle Regioni, degli Enti Locali. Rafforzare l industria italiana affinché possa svolgere un ruolo rilevante a livello globale Favorire il processo di aggregazione verticale. Creare uno o più players a livello globale. Rilanciare l attività di R&S e innovativa.
ROAD MAP I 6 passi per una nuova gestione del settore idrico 1. Costituire una Autorità per i Servizi Idrici (ASI) 2. Ridisegnare il ruolo delle Regioni 3. Rilanciare gli investimenti nel settore idrico 4. Rivedere i Programmi Idrici Regionali e i Piani Idrici Locali 5. Favorire l aggregazione settoriale 6. Rilanciare l innovazione e la ricerca
1. L Autorità per i Servizi Idrici (ASI): Perché? La sola regolazione contrattuale dei rapporti fra gestore e concessionario non è sufficiente. Ecco alcuni dei motivi: 1) Asimmetria informativa che avvantaggia il concessionario. 2) Regole unitarie e non caso per caso. 3) Contratti spesso incompleti e difficili da rinegoziare. 4) Gare complesse da preparare e da realizzare e, comunque, sono un attimo rispetto a affidamenti lunghi. 5) Gare sono talvolta delle finzioni. 6) I contratti non possono prevedere obblighi e i diritti contrattuali per tutte le circostanze nell arco di più lustri. La riduzione del rischio regolatorio è fondamentale per permettere gli investimenti nel settore da parte delle imprese concessionarie.
1. L Autorità per i Servizi Idrici (ASI): Obiettivi I. Tutela in via indipendente la risorse idrica. II. III. IV. Persegue l interesse degli utenti in una prospettiva di equilibrio economico delle imprese. Persegue qualità e efficienza del servizio (indipendentemente dal soggetto che lo eroga). Regola i profili economici del monopolio naturale, in una chiara distinzione/integrazione con AGCM, garantendo stabilità del quadro. V. Fissa criteri generali e dettaglio di formulazione delle tariffe, prevedendo una equa remunerazione degli investimenti. VI. Favorisce lo sviluppo di una moderna e qualificata industria idrica.
1. L Autorità per i Servizi Idrici (ASI): Compiti Alcuni esempi: 1. Definisce i criteri di determinazione della Tariffa che consenta il recupero dei costi (investimenti compresi) e che non generi profitti impropri. 2. Definisce le condizioni e i criteri per la revisione della Tariffa. 3. Definisce Tariffe particolari (ad es. sociali, per settori, ecc.). 4. Elabora le linee-guida per regolamenti di gara e per la stipula delle Convenzioni di concessione di servizio. 5. Esprime pareri circa la modifica delle clausole delle concessioni e delle Convenzioni. 6. Definisce standard qualitativi per la tutela dei consumatori e degli utenti ad efficacia vincolante.
1. L Autorità per i Servizi Idrici (ASI): Controlli e sanzioni 1. Fissa i criteri di controllo dell erogazione, della qualità dei servizi e dei livelli di prestazione. Ha poteri ispettivi, di accesso e di acquisizione di documenti. 2. Valuta la congruità dei costi dichiarati dai gestori e verifica i possibili miglioramenti. 3. Irroga sanzioni amministrative pecuniarie e/o impone l obbligo di corrispondere indennizzi agli utenti danneggiati. 4. Eroga incentivi a aziende virtuose in base a criteri prestabiliti. 5. Offre assistenza immediata a utenti che abbiano subito violazione dei propri diritti o interruzioni del servizio, sanzionando l impresa e obbligandola a porre rimedio. 6. Delibera la revoca della concessione in caso di gravi inadempienze
2. Il nuovo ruolo delle Regioni L abolizione delle AATO apre a soluzioni innovative. Le Regioni: 1. Formulano i Piani Regionali (PIR) avvalendosi anche della collaborazione degli Enti Locali (PIL). 2. Deliberano circa la eventuale separazione della rete dalla gestione del servizio. 3. Definiscono distretti idonei alla stipula di convenzioni di gestioni uniche. 4. Bandiscono le gare per la assegnazione del servizio anche a livello locale. 5. Elaborano le tariffe di dettaglio sulla base di criteri fissati dall Autorità. 6. Svolgono una funzione di controllo di primo livello sulla gestione del servizio sulla base dei criteri fissati dalla Autorità.
3. Rilancio degli investimenti nel settore idrico Ripartizione degli investimenti per area geografica Area geografica Totale lordo SII Quota finanziamento pubblico Totale lordo annuo (ml ) (ml ) (%) (ml /anno) Nord 25.464 2.164 8,5% 848 Centro 10.699 569 5,3% 357 Sud 24.355 3.620 14,8% 812 ITALIA 60.518 6.353 10,5% 2.017 Fonte: Blue Book 2009 Quote di realizzazione degli interventi programmati Area geografica % realizzazione Nord 74,6 Centro 85,3 Ma ci si deve credere? Sud 23,6 ITALIA 55,8 Fonte: Rapporto sullo stato dei servizi Idrici, Coviri 2009
I Costi del Non Fare nell idrico L Osservatorio I Costi del Non Fare da cinque anni monitora gli impatti economici, ambientali e sociali dei blocchi nella realizzazione delle infrastrutture nei settori dell energia, dei rifiuti della viabilità stradale e ferroviaria e dell idrico. Settore Classe infrastrutturale CNF di comparto /000 Energia Rifiuti Termoelettrico e nucleare 9.728.000 Rinnovabile 2.712.000 Reti di Trasmissione 19.543.000 Rigassificatori (Consumi) 1.966.000 Totale Energia 33.949.000 Termovalorizzatori 21.388.000 Impianti di Compostaggio 3.327.000 Totale Rifiuti 24.715.000 Viabilità Autostrade e Tangenziali a pedaggio 138.551.000 Totale Viabilità 138.551.000 Ferrovie Ferrovie AV/AC 65.400.000 Ferrovie Convenzionali 91.950.000 Idrico Totale Ferrovie 157.350.000 Acquedotti 26.451.000 Depuratori 2.489.000 Totale Idrico 28.940.000 Totale CNF di Sistema 383.505.000 Fonte: Studio 2009, Osservatorio I Costi del Non Fare
I Costi del Non Fare nell idrico Il gap infrastrutturale Il fabbisogno infrastrutturale nell arco temporale 2009-2024 Situazione al 31.12.2008 Scenario di Policy al 2024 per l'italia Km di rete acquedotto 336.500 Obiettivi al 2024 Km di rete acquedotto da sostituire 53.840 GAP 53.840 Km da sostituire Scenario di Policy al 2024 per l'italia Situazione al 31.12.2008 Obiettivi al 2024 Quota popolazione servita da depurazione Quota popolazione servita da depurazione 70% 85% Abitanti Equivalenti (A.E.) Abitanti Equivalenti (A.E.) 37.760.000 45.800.000 GAP 8.000.000 A.E. da servire Fonte: Studio 2009, Osservatorio I Costi del Non Fare
I Costi del Non Fare nell idrico Le Analisi Costi-Benefici Gli acquedotti Dati tecnici Voci di Costo/Beneficio /000 Totale costi Sostituzione rete ATO area metropolitana del Nord Fonte: Studio 2009, Osservatorio I Costi del Non Fare Sostituzione rete ATO Isola Sostituzione rete ATO area metropolitana Sud Italia Investimento annuo 3.396.000 4.605.467 3.320.556 Vita utile (anni) 100 100 100 Acqua immessa in rete (m 3 /anno) 236.577.855 127.000.000 180.128.353 Perdite rete totali(%) 10,3% 41,12% 23,5% Perdita fisiologica rete dopo intervento (%) 5% 13% 13% Perdite tendenziali (%) 0,1% 0,1% 0,1% Perdite rete evitate all'anno (m 3 ) 655.321 1.316.990 810.578 Lunghezza totale rete (Km) 2.352 3.190 2.300 Tasso di sostituzione annuo (%) 1% 1% 1% Km totali da sostituire in 30 anni 720 957 690 Tariffa base acquedotto ( /m 3 ) 0,31 0,73 0,63 Consumi energetici (KWh/anno/m 3 ) 0,441 0,3 0,326 Fase di cantiere Impatti da cantiere 32.537 44.129 31.817 Occupazione da cantiere 7.757 10.521 7.586 Consumi da occupazione da cantiere 6.811 9.237 6.660 Investimento 77.571 105.209 75.856 Fase di esercizio Costi di manutenzione 8.613 11.462 8.264 Costi di produzione acqua evitati 175.053 893.384 458.133 Impatto ambientale evitato 2.677 3.947 2.548 Beneficio economico-sociale 134.008 68.720 Totale Benefici CNF CNF unitario ( /km sostituiti) 118.721 160.801 115.938 192.298 1.051.097 543.647 73.577 890.296 427.709 102 930 620
I Costi del Non Fare nell idrico Le Analisi Costi-Benefici I depuratori Dati tecnici Voci di Costo/Beneficio /000 Depuratore area metropolitana Fonte: Studio 2009, Osservatorio I Costi del Non Fare Depuratore con riutilizzo acque reflue Investimento 135.000.000 100.800.000 Costi di gestione/anno 14.000.000 11.300.000 Vita utile (anni) 30 30 Cantiere (anni) 4 3 A.E. serviti 1.200.000 700.000 Volumi trattati medi (m 3 /anno) 130.000.000 40.300.000 Volumi acqua da riutilizzare 27.900.000 Energia consumata (kwh/anno) 54.600.000 17.000.000 Fase di cantiere Totale costi Investimento 126.493 94.913 Occupazione da cantiere 13.108 9.836 Consumi occupazione da cantiere 11.509 8.636 Costi di esercizio 288.182 243.898 Costi esterni depuratore 21.527 18.716 Impatto ambientale (emissioni CO 2 ) 12.385 3.882 Multe evitate 220.974 Occupazione diretta 37.123 37.866 Consumi occupazione diretta 32.594 33.246 Inquinamento evitato 344.087 138.202 Riqualificazione ambientale 84.419 Riutilizzo acque per usi irrigui 42.209 275.111 Riutilizzo acque per usi industriali 97.332 Totale Benefici CNF Fase di esercizio CNF unitario ( /A.E.) 448.587 361.410 786.023 600.227 337.436 238.818 0,281 0,341
I Costi del Non Fare nell idrico I risultati I Costi del Non Fare del settore idrico nel periodo 2009-2024 /000 Acquedotti 26.451.186 Depuratori 2.488.458 TOTALE CNF di comparto 28.940.644 Fonte: Studio 2009, Osservatorio I Costi del Non Fare Sommando i CNF delle classi Acquedotto e Depurazione emerge un CNF complessivo di settore pari a 28,9 miliardi di. Ciò determina, in 16 anni, una bolletta occulta a carico di ciascuna famiglia italiana, che varia da 400 a 2.300, a seconda della zone del Paese.
3. Rilancio degli investimenti nel settore idrico Le decrescenti risorse della finanza pubblica rendono necessario il ricorso ai mercati finanziari. Solo un assetto credibile del settore consente l afflusso di risorse finanziarie. Fondamentale è una Autorità indipendente che: riduce il rischio regolatorio. permette di far stimare i flussi di recupero degli investimenti. determina una tariffa che remuneri gli investimenti. indica i criteri di revisione della tariffa in caso di modifica dei piani o qualora gli investimenti non siano allineati con le previsioni. In un quadro più chiaro si può immaginare un impegno crescente di: Cassa Depositi e Prestiti BEI Fondazioni Bancarie F2i e altri fondi infrastrutturali Gruppi industriali di rilievo
4. Revisione dei Piani e dei Programmi Idrici Sviluppi equilibrati e investimenti coerenti richiedono seri, credibili e fattibili Piani e Programmi Idrici a livello regionale (PIR) e locale (PIL). I PIR sono frutto di una prospettiva ampia che integri le realtà locali. I PIL sono redatti sulla base delle indicazioni delle Regioni, che li approvano. Il Piano distingue i Programmi con orizzonti temporali brevi (3/5 anni), da proiezioni a lungo (successivi 15/25 anni) utili per quadro tendenziale. I Programmi evidenziano le varie categorie di investimento soggette a remunerazioni differenziate. I PIR o i PIL per essere approvati devono prevedere impegni espliciti e irrevocabili di primarie banche.
5. L aggregazione settoriale: nuove opportunità Attraverso l Osservatorio sulle Alleanze e Strategie nel Mercato Pan- Europeo delle Utilities abbiamo negli anni seguito i processi di aggregazione in Italia e in Europa. Il Decreto Ronchi suscita nuove prospettive di aggregazione settoriale impensabili finora. Iride Acqua Gas e il fondo F2i costituiscono un polo industriale dell'acqua con Opa totalitaria su Mediterranea delle Acque (Mda). La futura Mda è destinata a diventare una nuova protagonista del settore idrico e potrebbe accogliere anche altre realtà locali o regionali. Acea ha una posizione di leadership in Italia e potrebbe svolgere un ruolo di rilievo. Altri possibili players sono A2A, AQP, HERA, MM, e altri.
5. L aggregazione settoriale: nuove opportunità L aggregazione verticale può: 1)Generare economie di scala per ridurre i costi di ammodernamento e di gestione della rete. 2)Generare economie di apprendimento anche per migliorare il servizio. 3)Facilitare la raccolta dei mezzi finanziari per gli investimenti. 4)Favorire la risoluzione dei nodi critici in vaste aree del territorio nazionale. Ha senso pensare a uno o più gruppi specializzati nell erogazione dei servizi idrici in grado di operare anche oltre i confini nazionali (es: area Mediterraneo)?
6. Rilancio dell innovazione e della ricerca Gli attori-chiave del sistema devono puntare anche al rilancio dell innovazione: 1.Imprese di più grandi possono investire in R&D. 2.L Autorità può fissare criteri di remunerazione degli investimenti che privilegino quelli ad alta tecnologia. 3.Le Regioni possono svolgere un ruolo di stimolo e di indirizzo dello sviluppo tecnologico coerente con le esigenze del territorio e degli operatori. 4.È possibile immaginare la creazione/il rilancio di uno o pochi grandi Poli di ricerca sulle risorse idriche coordinando le spese attualmente sostenute spesso a pioggia.
Grazie per l attenzione andrea.gilardoni@unibocconi.it Via Brentano, 2 Milano Tel. 02/5455801 www.agici.it