Gianandrea Serafin L interpretazione del crimine Criminologia, devianza e controllo sociale Prefazione di Valeria Lupidi Crim&Lògos Collana di Scienze Criminologiche e Forensi 01
Gianandrea Serafin, L interpretazione del crimine Copyright 2012 Tangram Edizioni Scientifiche Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A 38122 Trento www.edizioni-tangram.it info@edizioni-tangram.it Prima edizione: luglio 2012, Printed in Italy ISBN 978-88-6458-046-3 Crim&Lògos Collana di Scienze Criminologiche e Forensi NIC 01 In copertina: Fingerprint on pixellated screen JohanSwanepoel Fotolia.com Stampa su carta ecologica proveniente da zone in silvicoltura, totalmente priva di cloro. Non contiene sbiancanti ottici, è acid free con riserva alcalina.
In ricordo dei miei nonni Bruno e Carmelo
Sommario Prefazione 11 Introduzione 13 Prima parte Le teorie criminologiche i 21 La scuola classica ii 27 Positivismo e delinquenza atavica 1. Cesare Lombroso e l uomo delinquente 29 2. Enrico Ferri e la Sociologia criminale 32 3. Raffaele Garofalo e l anomalia morale 33 iii 37 Biologia e devianza IV 47 Crimine e psiche 1. Criminali per senso di colpa 50 2. L impulso a confessare 51 3. Crimine e psicoanalisi 52 4. Frustrazione e aggressività 56 5. La costellazione di morte 58 6. Altri approcci psico-sociali 61 V 71 Il paradigma sociologico della devianza 1. La statistica morale 74 2. Anomia e tensione sociale 76 3. Tarde e la legge dell imitazione 88 4. Funzionalismo e società 93
Vi 103 La scuola di Chicago 1. Sutherland e la teoria dell associazione differenziale 113 2. La teoria del conflitto culturale 122 Vii 127 Teorie razionali e del controllo sociale 1. La teoria della scelta razionale 127 2. La teoria delle attività di routine 130 3. La teoria degli stili di vita 135 4. Le teorie del controllo sociale 137 5. La teoria del legame sociale 142 Viii 147 Stigma e devianza 1. La teoria dell etichettamento 147 2. Naturalismo e tecniche di neutralizzazione 156 IX 163 Criminologia critica e radicale 1. Le teorie radicali 163 2. Devianza e conflitto sociale 166 Parte seconda Concetti, definizioni e interpretazioni X 177 Subculture e devianza giovanile 1. Dal disagio alla marginalità 178 2. Le subculture devianti 185 3. La subcultura della delinquenza di Cohen 187 4. Le opportunità differenziali di Cloward e Ohlin 190 5. Altre teorie 191 Xi 197 Pena e controllo sociale 1. Dalla punizione del corpo alla punizione del reo 197 2. Il processo, la pena e il giudice 202
3. La prigione e le istituzioni totali 206 4. Le funzioni della pena nella teoria criminologica: il deterrente 215 5. Pena e tecnologie del potere in Michel Foucault 220 Xii 227 Vittime e processi di vittimizzazione 1. Profili storici della nascita della Vittimologia 229 2. I volti della vittimologia 232 3. La classificazione delle vittime 236 4. Fattori di predisposizione vittimogena 244 Xiii 247 La ricerca in criminologia 1. Lo studio scientifico del crimine 247 2. I metodi, la metodologia e gli strumenti 250 3. Le fasi della ricerca 253 4. Metodi qualitativi vs Metodi quantitativi 260 5. L intervista e il colloquio 262 6. Il colloquio criminologico 265 7. Le Storie di vita 269 8. Etnografia e osservazione partecipante 276 9. Il questionario 278 10. Statistiche della criminalità e inchieste di vittimizzazione 280 11. Conversation analysis e analisi del contenuto 282 Conclusioni 285 Bibliografia 293
Prefazione Negli ultimi anni si è potuto assistere a un incremento di interesse verso tutte quelle discipline che riguardano l ambiente forense e criminologico. Tale interesse ha comportato il proliferare di esperti e di letteratura sull argomento, al fine di comprendere i reconditi segreti di una mente deviata, portare alla luce le dinamiche psicologiche e sociali connesse a un crimine, lavorare sul recupero di soggetti criminali. La criminologia, «scienza che studia i reati, gli autori, le vittime, i tipi di condotta criminale e le forme possibili di controllo e prevenzione», è quindi una disciplina trasversale a differenti ambiti per la cui trattazione è necessario rigore scientifico e un approccio multidisciplinare. Il libro del dott. Gianandrea Serafin affronta la complessa materia, proprio tenendo conto di tali sfaccettature, partendo dalle più accreditate teorie criminologiche, inserendole poi negli aspetti pratici e analizzandole dal punto di vista degli attori individuati nelle subculture (soprattutto giovanili), nelle vittime, e nei rei. Non viene infine tralasciato lo studio scientifico del crimine, evidenziandone metodi e tecniche. Questa trattazione così variegata, ma metodologica, della materia consente al lettore di avvicinarsi allo studio della criminologia attraverso un percorso che partendo dagli approcci teorici classici, primo fra tutti gli studi di Cesare Lombroso, percorre decenni di storia e di studi che, appunto negli anni, si sono arricchiti con le scoperte della biologia, della neurofisiologia e delle nuove visioni filosofiche e sociologiche sulla società, per giungere a comprendere la devianza in molte delle sue espressioni. 11
Interessantissimo è poi l excursus sul concetto di pena e di punizione correlata, laddove, con un ritornello troppo spesso ripetuto e poco attuato, il fine ultimo non dovrebbe essere il «perseguire», ma il «prevenire» il crimine e recuperare il reo. Il libro quindi accompagna il lettore in un percorso in grado di soddisfare la sua curiosità e le sue aspettative; gli consente di capire perché la devianza ci affascina e ci spaventa, vorremmo non incontrarla mai, ma ne vogliamo conoscere i lati più oscuri. D altronde di criminalità è piena la nostra vita: i media ce la propongono in tutte le forme, le fiction e le serie televisive hanno successo solo se trattano di temi «polizieschi», ogni fatto di cronaca è indagato, affrontato, analizzato, commentato, da esperti o presunti tali. Insomma la nostra esistenza è pervasa di devianza e anche la casa e la famiglia, un tempo «fortezze inespugnabili» si scopre che sempre più spesso, nascondono il «mostro». Infine, parlando di mostro, non posso non soffermarmi con una riflessione sulla vittima, definita da alcuni studiosi «ultimo testimone di un crimine». Negli ultimi venti anni gli studi sulla vittimologia hanno fatto enormi passi in avanti consentendo di comprendere alcune dinamiche prima inspiegabili, seppure nelle statistiche continua a rimanere un «numero oscuro» in quanto troppo frequentemente la vittima, per vari motivi (uno dei quali è spessissimo la vergogna!), non denuncia l offender. In conclusione di questa mia breve introduzione al testo, voglio rivolgere un pensiero al lettore e uno all autore. Al lettore auguro un approccio al testo scevro da pregiudizi, che gli consenta di cogliere al meglio tutti i contenuti e gli spunti teorici. All autore faccio i complimenti per avere avuto la volontà e la capacità di condividere il suo sapere con gli altri. Valeria Lupidi Sociologa, Funzionario del Ministero dell Interno Direttore Master in Criminologia, Università di Castel Sant Angelo, Roma 12
Introduzione Questo libro nasce dal tentativo di mettere insieme e riorganizzare in modo sistematico appunti e dispense raccolti nel corso di questi ultimi anni, su di una disciplina la cui complessità è data dal suo carattere di scienza allo stesso tempo multidisciplinare e multidimensionale: la criminologia. La criminologia, infatti, è la scienza che ha come oggetto di studio i reati, gli autori, le vittime, i tipi di condotta criminale e la loro conseguente reazione sociale, con il fine ultimo di prevedere forme possibili di controllo e prevenzione. La parola criminologia, inoltre, deriva del vocabolo latino crimen, con il significato di «accusa» e il termine greco lògos (λόγος), che sta a significare «discorso», «racconto» o «spiegazione». Nella lingua italiana, quindi, il significato della parola Criminologia potrebbe essere riassunto come «significato del crimine» o meglio «interpretazione del crimine»: da qui il titolo da me scelto per questo testo. Il concetto di interpretazione si presta anche a cercare di «spiegare» il perché nel corso del tempo sono state numerose le teorie e gli approcci teorici che hanno cercato di circoscrivere, appunto, il crimine senza però che si sia arrivati a una definizione univoca e definitiva. È noto, infatti, che fin dai tempi più remoti l essere umano ha cercato di comprendere quali ragioni fossero alla base del comportamento antisociale e deviante attuato da molti dei suoi simili a danno dei consociati. Fin dalla sua origine la storia dell uomo, infatti, è sempre stata contornata da episodi che oggi potremmo definire delittuosi, 13
antisociali o più semplicemente criminali. Basti pensare che il primo caso di omicidio della tradizione biblica fu proprio quello di Caino che uccise il fratello Abele: quindi un fratricidio. Ma se risaliamo ancor più indietro nell antichità la mitologia ci racconta anche della vicenda di Adamo ed Eva che, violando un precetto orale impartito da Dio, rubano una mela commettendo un peccato mortale, causa della loro cacciata dal giardino dell eden. Anche in questo caso è possibile individuare un delitto ben preciso, il furto. Furto che viene punito in quanto assume un duplice significato: da un alto violazione di una regola impartita da Dio, quindi una forma primordiale di devianza, e dall altro la sottrazione di un bene: un crimine. Che si tratti forse di un primo esempio storico di applicazione di una sentenza? È molto probabile. Nel corso dei secoli, inoltre, possiamo anche assistere a episodi ben più efferati di omicidio, che darebbero molo lavoro a qualsiasi criminologo moderno. Uno su tutti l esecuzione di Caio Giulio Cesare, imperatore romano, che cadde vittima dei propri concittadini durante le cosiddette idi di marzo. I primi studi scientifici in criminologia iniziarono a svilupparsi a partire dalla fine dell 800 a partire da alcuni idei più importanti autori della scuola positiva italiana fra cui il noto medico Cesare Lombroso. Anche se oggi risulta evidente il fatto che oggi gran parte degli assunti teorici proposti, soprattutto da Lombroso in poi, siano considerati superati in favore di una diversa concezione più dinamica della devianza e che tenga in considerazione ulteriori aspetti oltre a quelli biologici e antropologici. Ciò che, comunque, appare opportuno ricordare è che queste scuole per prime hanno avuto l onore, e forse l onere, di aprire una porta sullo studio scientifico della criminalità e non ultimo sulla figura del «deviante». Infatti dopo quasi due secoli nei quali la criminalità è stata prima definita come frutto del libero arbitrio, in epoca classica, e poi come conseguenza di degenerazioni ataviche, durante il positivi- 14
smo, nel corso degli anni si diffusero nuovi paradigmi teorici che spostarono l attenzione sulle cause sociali, in particolare con gli studi della cosiddetta Scuola di Chicago, e psicologiche della devianza. Queste nuove ricerche permisero di affrontare il complesso tema della criminalità non solo nelle sue componenti fisico-antropologiche, ma soprattutto in un ottica più ampia, come frutto del contesto sociale, culturale, familiare, economico, ecc. in qui il soggetto nasce e vive. In questo seppur breve, ma tuttavia completo, manuale di criminologia si cercherà di ripercorrere le tappe fondamentali del pensiero criminologico e dello studio sulle cause del crimine e della devianza, a partire da un excursus storico e metodologico. Non me ne voglia il lettore più esperto, esigente e quindi abituato a districarsi fra le tematiche criminologiche se in alcuni passaggi del testo alcuni argomenti saranno presentati solo in modo superficiale; scelta maturata dalla necessità, stante anche la vastità della disciplina, di dare maggior spazio all approfondimento di alcune tematiche ritenute fondamentali e di maggior interesse per il lettore meno abituato a trattare di criminalità e devianza sociale e per la comunità scientifica anche internazionale. Nella prima parte del volume, infatti, saranno esposti gli assunti teorici alla base delle cosiddette scuole criminologiche tradizionali, così da accompagnare il lettore in un viaggio che gli consenta di addentrarsi in un differente modo di concepire la devianza che tenga conto non solo della natura bio-antropologiche, fisiologica del crimine, ma anche di tutti quegli aspetti che possono essere legati al contesto sociale, culturale, familiare e ambientale, in quanto habitat naturale di ogni essere umano. Nel corso del tempo termini come devianza e criminalità, seppur presentino significati diversi, sono stati sempre più frequentemente utilizzati in modo intercambiabile per definire l oggetto di studio della criminologia. La Sociologia della Devianza, infatti, nasce come disciplina afferente all indirizzo sociologico della criminologia, che si occupa dello studio e della descrizione non solo 15
del singolo soggetto, ma soprattutto della rappresentazione sociale e della realtà deviante come prodotto dell interazione fra l individuo e il suo ambiente sociale, e per alcuni autori anche come il risultato di una costruzione sociale della devianza 1. Nella seconda parte del testo, inoltre, saranno analizzati alcuni dei principali studi e ricerche che nel corso degli anni hanno apportato un importante contributo allo studio e alla comprensione di tematiche, estremamente diffuse, quali quella del disagio, della marginalità e della criminalità minorile, della figura della vittima di reato, e del rapporto che intercorre fra la società e il controllo sociale nella suo naturale applicazione, la pena. Infine una parte consistente sarà riservata anche all approfondimento scientifico e metodologico dello studio del crimine. La metodologia del, a ricerca criminologica è indubbiamente di una disciplina di fondamentale importanza che, troppo spesso, viene trascurata e a cui non viene attribuito il dovuto riconoscimento scientifico e didattico. Infatti il saper fare ricerca, anche in criminologia e non solo nelle scienze sociali in generale, rappresenta una concreta e interessante possibilità per la comprensione di fenomeni come quelli criminogeni o devianti che spesso appaiono lontani dall essere spiegati e spiegabili, sia da un punto di vista eziologico sia dinamico. Pertanto per capire, comprendere e studiare il crimine bisogna saperne padroneggiare gli strumenti, le tecniche e i metodi. In conclusione mi sia consentito di ringraziare tutte quelle persone che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di questo libro. Un doveroso ringraziamento va, prima di tutto, alla mia famiglia e ai miei genitori Giovanni e Antonella, che mi hanno sempre sostenuto fin dai primi «passi» universitari. Poi vorrei ringraziare Valeria Lupidi che, offrendomi la possibilità di insegnare nel Master in Criminologia da lei magistralmente 1 Si cfr. le teorie di tipo costruttivista e in particolare autori come Berger e Luckmann. 16