IL TEMPO NEL LEGAME DI ATTACCAMENTO NEL PROGETTO NEONATI : RISORSA O RISCHIO?

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20/03/2014 IL TEMPO NEL LEGAME DI ATTACCAMENTO NEL PROGETTO NEONATI : RISORSA O RISCHIO? Emilia Contardi psicologa psicoterapeuta dirigente I livello Referente Area Affidi e Progetto Neonati S.S.D. Psicologia dell Età Evolutiva ASLTO1 Torino

Chi come Paolo Rumiz viaggia, sa che il tempo è elastico: la stessa strada può sembrare lunghissima o cortissima. Per i Greci tre modi di definire il tempo: -Kronos: il tempo del gran daffare -Aion : il tempo che scorre incessantemente - Kairos: il tempo dell imprevisto

Nel cammino del Progetto Neonati, bambini, famiglie di nascita, famiglie affidatarie, operatori, istituzioni sperimentano il tempo in tutti questi tre aspetti

IL PROGETTO NEONATI COME RISORSA Il Progetto Neonati, quando il bambino non possa vivere con i suoi genitori biologici, è un affidamento funzionale al bambino perché: gli permette di sperimentare un modello di attaccamento valido che gli da una base sana l affidamento èpreferibile all inserimento in comunità quando il piccolo non possa rimanere nel nucleo d origine

IL PROGETTO NEONATI COME RISORSA l attaccamento positivo, sperimentato nel PN, è fondamentale nella prevenzione di possibili psicopatologie future l attaccamento positivo vissuto nel PN può essere una possibilitàdi recupero di precedenti esperienze relazionali negative Infatti, alla famiglia affidataria del PN è richiesta come caratteristica principale la capacitàdi creare un legame intenso con il neonato sapendo che la relazione con lui avrà un tempo limitato.

IL TEMPO DEL PROGETTO NEONATI: TEMPI PREVISTI E TEMPI REALI

C è il tempo giusto per ogni progetto, per ogni situazione. Per la maggioranza delle testimonianze il tempo dell affido del Progetto Neonati deve essere giusto : sufficiente per ricevere cure e affetto e poter sperimentare un attaccamento sano, ma non troppo prolungato, con il rischio di rendere troppo difficile la separazione sia per il bambino che per la famiglia affidataria.

I tempi sono funzionali nel momento in cui il progetto è adeguato a quel bambino, a quella situazione. Poi c èun limite oltre il quale perde di senso se non c èl impegno di tutti gli attori a mantenere l obiettivo e il suo significato.

Il tempo giusto per il bambino dovrebbe essere: -massimo 6 mesi (dal focus group educatrici) - massimo 8 mesi (dal focus group psicologhe) - non più di 9/10 mesi (dai questionari degli affidatari ) - non oltre i 12 mesi di età del bambino (dai questionari degli affidatari)

Nella realtà i tempi reali sono stati PIU LUNGHI : ciò emerge dai dati e dalle percezione degli attori: dai questionari degli affidatari dalle interviste agli operatori e dai focus group

MOTIVAZIONI CIRCA IL PROLUNGAMENTO DEL TEMPO DEI PROGETTI NEONATI: per 7 intervistati: corresponsabilitàtra Servizi e Autorità Giudiziaria per 4 intervistati: motivi diversi = tempi organizzativi, tempi della rete, mancanza di personale per 9 intervistati: per i tempi dell AutoritàGiudiziaria, per il focus delle assistenti sociali: per i tempi dell AutoritàGiudiziaria per le CTU (Consulenze Tecniche Ufficio)

MOTIVAZIONI CIRCA IL PROLUNGAMENTO DEL TEMPO DEI PROGETTI NEONATI: per il focus delle psicologhe: per i tempi dell Autorità Giudiziaria, a causa delle procedure del giusto processo per il focus delle Associazioni e quello delle assistenti sociali: per discordanza tra le valutazioni dei servizi e le conseguenti relazioni disomogenee all Autorità Giudiziaria

PROBLEMATICHE DERIVANTI DAL PROLUNGAMENTO DEI TEMPI: ATTACCAMENTO DA RISORSA A RISCHIO

Se il tempo dell affidamento è troppo lungo: diventa difficile (se non impossibile) per il bimbo e per gli affidatari vivere un rapporto intenso e prolungato, dal quale devono poi ritirarsi (focus psicologhe) per il bambino e per la famiglia affidataria diventa ancor più critico il distacco dagli affidatari, già critico nella normalità (questionari degli affidatari )

Se il tempo dell affidamento è troppo lungo: per la ipotetica famiglia adottiva, diventa difficile confrontarsi con un legame forte del bambino verso gli affidatari (da intervista) e affrontare la sensazione di essere la famiglia che porta via il bambino dalla famiglia in cui il bambino si trova bene (da intervista) per la famiglia d origine, quando sia previsto il rientro, il rientro èsegnato dalla fatica del bambino e dei familiari ( da intervista a famiglia d origine)

QUALI MIGLIORAMENTI POSSIBILI PER OTTIMIZZARE I TEMPI

Proporre ai genitori biologici dei momenti in centri diurni con il figlio (al posto dei luoghi neutri)dove la madre o entrambi i genitori possano esprimere qualitativamente e quantitativamente una genitorialità: ciò permetterebbe, in tempi piùbrevi di arrivare a una prognosi sulla genitorialità; Organizzare un centro diurno, con una possibilità di relazione genitori/bambino in un ambiente più libero e meno artificioso;

Implementare interventi intensivi e coordinati a favore delle famiglie d origine per sostenerne la capacitàgenitoriale e osservarne la reale possibilità di evoluzione in tempi rapidi; Migliorare il funzionamento della rete perchéi contributi dei diversi servizi possano essere discussi e condivisi ; Stimolare una riflessione in itinere (es. tramite supervisione) e un aggiornamento formativo costante di tutti i membri della rete perché siano in grado di mantenere l attenzione agli obiettivi e al senso del Progetto Neonati ;

Costituire un équipe socio-sanitaria unica e centralizzata per i Progetti Neonati, per evitare frammentazione dei ruoli e delle decisioni, dando razionalizzazione dei tempi e omogeneità decisionale ; Avviare un confronto chiaro con l Autorità giudiziaria circa gli aspetti legali necessari per le decisioni, mettendoli in adeguata correlazione con gli aspetti sociali e sanitari necessari per le valutazioni e gli interventi dei Servizi ; Costituire in Tribunale una Camera di consiglio unica o comunque una équipe unica di magistrati che si occupi dei Progetti Neonati.

I TEMPI TRASCURATI O DIMENTICATI

Il tempo- troppo breve- per il distacco dal nucleo d origine e per l inserimento del bambino nelle famiglie affidatarie Il tempo necessario per il bambino per il passaggio dalla famiglia affidataria alla famiglia definitiva (a volte per la fretta delle coppie adottive che auspicherebbero tempi piùbrevi per l inserimento del piccolo nel loro nucleo)

Il tempo necessario-per la famiglia affidataria per il passaggio del bambino nella collocazione definitiva, per accompagnare adeguatamente il piccolo in una esperienza che sia positiva, pur nella fatica Il tempo qual è? quale potrebbe essere?come potrebbe essere per diventare tempo efficace? per la famiglia d origine per avere una chance di cambiamento

Un grazie particolare per l aiuto alla dott.ssa Caterina Montali alle educatrici del Luogo Neutro a Giuseppina Ganio Mego a Alessia Ponchia dell ANFAA alle dott.sse Claudia De Pascalis e Elena Micalef a Francesca