Teatro per una pedagogia dell incontro Laboratorio di Pedagogia Generale e Sociale Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria Dott. Giulia Randazzo Università degli Studi di Palermo Anno Accademico 2011-12
«Società tarda o postmoderna» (Lyotard, 2001)
«Società tarde o postmoderne» (Lyotard, 2001) Fenomeno della «cattiva solitudine», generato da quella malattia psicologica che Kohut connota con l espressione «sottoalimentazione emotiva»
«Società tarda o postmoderna» (Lyotard, 2001) Fenomeno della «cattiva solitudine», generato da quella malattia psicologica che Kohut connota con l espressione «sottoalimentazione emotiva» Gli abitanti della società liquida sono incapaci di vivere in pienezza l intera gamma dei propri sentimenti, ormai solo fonte di nevrosi, e sviluppano un atteggiamento di indifferenza definito «adiaforía psicologica»
«Società tarda o postmoderna» (Lyotard, 2001) Fenomeno della «cattiva solitudine», generato da quella malattia psicologica che Kohut connota con l espressione «sottoalimentazione emotiva» Gli abitanti della società liquida sono incapaci di vivere in pienezza l intera gamma dei propri sentimenti, ormai solo fonte di nevrosi, e sviluppano un atteggiamento di indifferenza definito «adiaforía psicologica» I disincontri (Vergegnung) costituiscono l unica parvenza di relazione interpersonale, caratterizzata dal misconoscimento dell alterità: la persona diventa estranea a se stessa e a colui con cui dovrebbe vivere l incontro. (Buber, 1959)
«Società tarda o postmoderna» (Lyotard, 2001) Fenomeno della «cattiva solitudine», generato da quella malattia psicologica che Kohut connota con l espressione «sottoalimentazione emotiva» Gli abitanti della società liquida sono incapaci di vivere in pienezza l intera gamma dei propri sentimenti, ormai solo fonte di nevrosi, e sviluppano un atteggiamento di indifferenza definito «adiaforía psicologica» I disincontri (Vergegnung) costituiscono l unica parvenza di relazione interpersonale, caratterizzata dal misconoscimento dell alterità: la persona diventa estranea a se stessa e a colui con cui dovrebbe vivere l incontro. (Buber, 1959)
A. Macke, Incontro tra persone, 1913
«Una singola azione ed altrettanto una singola espressione - uno sguardo o un sorriso - possono [...] offrirmi la possibilità di gettare uno sguardo nel nucleo della persona» (E. Stein)
«Con la scoperta dei neuroni specchio le neuroscienze avevano cominciato a capire quello che il teatro sapeva da sempre. [...] Il lavoro dell'attore sarebbe vano se egli non potesse condividere, [...] i suoni e i movimenti del proprio corpo con gli spettatori, rendendoli parte di un evento che loro stessi debbono contribuire a creare» (P. Brook)
È possibile parlare di validità in campo pedagogico del fenomeno teatrale in sé? La presenza del teatro nei processi formativi rappresenta solo un supporto all espressione dell allievo?
«L essenza del teatro è costituita da un incontro» (J. Grotowski)
«Società tarde o postmoderne» (Lyotard, 2001)
«Società tarde o postmoderne» (Lyotard, 2001)
Il training messo in pratica nei gruppi di laboratorio: si fonda su specifiche metodologie teatrali; non mira a promuovere l eccellenza del prodotto e a classificare il lavoro artistico secondo le categorie di giusto e sbagliato; promuove la valorizzazione e lo sviluppo delle qualità individuali e sociali dei componenti del gruppo, partendo dalle risorse personali di ciascuno e cercando di incoraggiarne l espressione, nel rispetto di sé e degli altri. Il feedback: si svolge generalmente in assetto circolare; sintesi dell esperienza, uscita completa dalla dimensione del gioco e dell immaginazione, recupero della dimensione adulta, arricchita da quelle esperienze che adesso appartengono all allievo come proprie.
«Il teatro non è indispensabile. Serve ad attraversare le frontiere tra te e me» (J. Grotowski)
«Il teatro non è indispensabile. Serve ad attraversare le frontiere tra te e me» (J. Grotowski) Stabilire l eventuale validità in campo pedagogico del fenomeno teatrale in sé, quindi decontestualizzato da funzioni didattiche o da quadri metodologici di intervento psicopedagogico e terapeutico (arte-teatro-terapia, educazione socioaffettiva, metodologie psicosociali,...) dimostrerebbe che la presenza del teatro nei processi formativi non costituisce solo un supporto all espressione dell allievo, piuttosto un valido strumento per un percorso educativo completo. Tale percorso, basato sul processo di co-significazione, potrebbe essere proposto e realizzato in un contesto scolastico e formativo di qualsiasi tipo. Inoltre, la possibilità concreta che il MNS costituisca il substrato neurologico di concetti psicoanalitici come la comunicazione inconscia, l identificazione proiettiva, l empatia e che il potenziamento di tale sistema possa essere relazionato alla pratica teatrale, comporterebbe implicazioni interessanti nel campo terapeutico e della formazione di psicologi, ma anche di pedagogisti, insegnanti e tutti quegli specialisti per i quali l empatia costituisce una vera e propria competenza professionale.
Si può fare teatro ovunque, purché si trovi il luogo in cui viene a crearsi la condizione fondamentale per il teatro; deve esserci, cioè, qualcuno che ha individuato qualcosa da dire, e deve esserci qualcuno che ha bisogno di starlo a sentire. Quello che si cerca, dunque, è la relazione. Occorre che ci siano dei vuoti. Non nasce teatro laddove la vita è piena, dove si è soddisfatti. Il teatro nasce dove ci sono delle ferite, dei vuoti, delle differenze, ossia nella società frantumata, dispersa, in cui la gente è ormai priva di ideologie, dove non vi sono più valori; in questa società il teatro ha la funzione di creare l ambiente in cui gli individui riconoscano di avere dei bisogni a cui gli spettacoli possono dare delle risposte. Quindi ogni teatro è pedagogia. Jacques Copeau attore, regista teatrale e drammaturgo francese