RASSEGNA STAMPA PRESENTAZIONE del LIBRO Milano, 21 settembre 2012 Roma, 2 ottobre 2012
Lettori: n.d. Diffusione: n.d. Dir. Resp.: Eraclito Corbi 03-OTT-2012 da pag. 2
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SCUOLA/ Gelmini (Pdl): usiamo i soldi che ci sono per valutare i docenti http://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2012/10/2/scuola-gelmini-pdl-usiamo-... Page 1 of 2 05/10/2012 EDUCAZIONE SCUOLA/ Gelmini (Pdl): usiamo i soldi che ci sono per valutare i docenti INT. Mariastella Gelmini martedì 2 ottobre 2012 E stata presentata il 2 ottobre, su iniziativa della Fondazione Rocca e dell Associazione TreeLLLe, la pubblicazione I numeri da cambiare. Scuola, università e ricerca. L'Italia nel confronto internazionale. Con cadenza periodica, il volume tenterà di analizzare la situazione della scuola, dell università e della ricerca, viste "come un continuum, momenti che dovrebbero essere strettamente interconnessi per un buon sistema di istruzione e formazione". Si tenterà inoltre di fotografare il sistema di istruzione, formazione e ricerca italiano attraverso la raccolta e la selezione di indicatori chiave, da confrontare successivamente con i dati medi europei e con quelli dei Paesi più avanzati dell Occidente, con i quali il nostro Paese è chiamato a competere. Ha partecipato alla presentazione anche l ex ministro dell Istruzione, Mariastella Gelmini, contattata da IlSussidiario.net. Cosa può dirci di questa nuova iniziativa? Credo che la Fondazione Rocca e l Associazione TreeLLLe abbiano un merito importante, cioè quello di offrire i numeri che fotografano la situazione della scuola, dell università e della ricerca in Italia. E poi dato ampio spazio al confronto internazionale: il volume illustra i dati Ocse e quelli europei, mettendo a confronto il sistema italiano con quello degli altri Paesi. Con quale obiettivo? Questo rappresenta senza dubbio un importante aiuto dal punto di vista metodologico. Per troppo tempo il dibattito sulla scuola si è svolto entro i confini nazionali e in maniera per così dire provinciale, senza invece analizzare profondamente i punti di forza ma anche quelli di debolezza. Bisogna poi sottolineare che questo volume sfata anche diversi luoghi comuni. Per esempio? In passato sono stati sprecati fiumi di inchiostro per parlare di classi troppo affollate, di una bassa spesa per studente e del ristretto numero di insegnanti. Basta guardare questi dati per capire invece che, mediamente, l Italia investe esattamente come gli altri Paesi europei. Forse meno della Germania, ma solo perché questo Paese contempla anche i finanziamenti privati. A cosa portano dunque questi dati? Dicono che non possiamo rinviare il miglioramento della scuola a quando ci saranno più risorse. Queste sono già importanti ed è necessario ragionare su come investirle al meglio. Crede quindi che tali dati siano in controtendenza rispetto alle accuse che in passato le sono state rivolte? Certo. In passato la sinistra mi ha rivolto molte accuse su questi temi, eppure basta dare un'occhiata a questo volume per capire che sono infondate. La media italiana di alunni per classe è inferiore a quella Ocse, mentre il numero degli insegnanti e quello del personale tecnico-amministrativo sono superiori alla media, a dimostrazione del fatto che i veri problemi italiani non sono questi. Quali sono quindi le questioni di fondo sulle quali siamo chiamati ad intervenire? Senza dubbio la necessità di potenziare e rafforzare il sistema di valutazione, non visto come elemento punitivo o sanzionatorio, ma come strumento per valorizzare i bravi insegnanti e dirigenti e per misurare con trasparenza gli esiti delle risorse investite nella scuola, nell università e nella ricerca. Vi è poi la necessità di riformare il reclutamento: occorre quindi pensare non solo al concorso, ma anche rivedere la formazione e il reclutamento degli insegnanti. Infine sarebbe opportuno ragionare su un altro dato negativo. Quale? Giustamente si riscontra che in Italia ci sono meno laureati rispetto alla media europea. Questo dato è legato al fatto che negli altri Paesi, in particolare in Germania, non viene sviluppata solo l istruzione tecnica ma anche quella terziaria di tipo B: come titolo di studio di terzo livello non c è quindi solo la laurea, ma anche la qualifica legata all istituto tecnico superiore. Questo significa anche favorire l occupazione, in una sinergia tra impresa e
SCUOLA/ Gelmini (Pdl): usiamo i soldi che ci sono per valutare i docenti http://www.ilsussidiario.net/news/educazione/2012/10/2/scuola-gelmini-pdl-usiamo-... Page 2 of 2 05/10/2012 mondo dell istruzione. Cosa possiamo fare da questo punto di vista? Troppe volte vediamo laureati disoccupati quando invece mancano tecnici particolarmente qualificati. Questo aspetto è colmabile cominciando concretamente a non ritenere l istruzione tecnica una formazione di "serie B", e valorizzando gli istituti tecnici superiori (Its), che io introdussi quando ero ministro, ma che evidentemente vanno potenziati e valorizzati. Dunque, alla base de I numeri da cambiare vi è la filosofia del conoscere per decidere. Esattamente. Non dobbiamo aspettarci soluzioni miracolose calate dall'alto o ricette capaci di risolvere all istante i problemi, ma partire anzitutto da una conoscenza adeguata dei numeri entro un raffronto internazionale. Occorre avere un patrimonio comune di conoscenze per avanzare soluzioni basate non su una lettura distorta dei numeri o addirittura sul loro ribaltamento, ma sulla conoscenza puntuale del sistema italiano e di quello europeo. (Claudio Perlini) Riproduzione riservata.
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Associazione Dirigenti Scolastici DiSAL - Roma/TreElle: la scuola da cambiare http://www.disal.it/objects/pagina_stampa.asp?id=16613&titolo=roma/treelle:%20all... Page 1 of 2 08/10/2012 Roma/TreElle: la scuola da cambiare Urge l impegno ora delle forze politiche ed una loro scelta per una scuola di qualtià : in questo modo gli organizzatori del convegno I numeri da cambiare di oggi, 2 ottobre 2012 alla Luiss di Roma (ATTILIO OLIVA di TreElle e GIANFELICE ROCCA) hanno sintetizzato le richieste seguite alla presentazione di un corposo e documentato volume di dati sulla scuola e l università italiane. Dopo la presentazione curata da DANIELE CHECCHI e MAURO SYLOS LABINI, i dati sono stati commentati da FABRIZIO BARCA e IVAN LO BELLO. A questo punto i due promotori hanno così sintetizzato le questioni aperte che emergono dal quadro: * un centralismo gestionale da tempo sorpassato, che, assieme ad altre forze sociali e politiche, ha bloccato il processo di attuazione dell autonomia scolastica avviato con la Bassanini; * il fulcro della scuola, qualsiasi sia il sistema, restano i docenti: da noi il reclutamento di docenti e dei presidi segue procedure sorpassate, queste stesse bloccate da tempo, inefficaci rispetto sia al funzionamento che, soprattutto, alla qualità; * manca ogni possibilità di carriera e di differenziazione nelle professioni docente e dirigente, contribuendo così alla perdita forte di attrattiva verso queste professioni, alla femmizzazione della professione docente che è sintomo di questa perdita di attrattiva. Mancano quindi quadri intermedi e tappe professionali, dando luogo paradossalmente al passaggi dall insegnamento nelle elementari alla dirigenza di un istituto tecnico o professionale, senza passaggi intermedi; * è fortemente carente un sistema di valutazione della scuola e delle sua professioni, capace di influire sull efficienza delle scuole e sull efficacia degli operatori; * l università pur autonoma e finanziata, non è costantemente regolata, controllata, valutata nei propri esiti, mortificando così i migliori, che emigrano; * manca infine un effettivo sistema di istruzione degli adulti, una formazione permanente che rimetta in movimento costantemente capcità e risorse umane. A conclusione sono stati invitati i politici. Di cortesia l eco all intervento del Ministro dell Istruzione FRANCESCO PROFUMO, dal quale si attendevano risposte ai problemi aperti, con particolare riferimento ai drammatici problemi del reclutamento dei dirigenti scolastici e dei docenti. I continui riferimenti all estero sono stati commentati dai presenti come estranei alle esigenze reali della scuola attuale in Italia. Calorosa accoglienza dalla platea all intervento dell ex ministro GIOVANNI BERLINGUER che ha confessato un forte ritardo ed una progressiva decadenza nello sviluppo educativo e formativo nell Italia degli ultimi 20 anni, che ha generato piano piano una scuola fuori tempo, una scuola trasmissiva in un mondo che non è fatto per trasmettere, una scuola dove è stata bandita la creatività. Stigmatizzando quanti esaltano il docente come depositario di un sapere da trasmettere, Berlinguer ha affermato che la gran parte dei docenti e dirigenti non credono nella pedagogia, nella convinzione cioè
Associazione Dirigenti Scolastici DiSAL - Roma/TreElle: la scuola da cambiare http://www.disal.it/objects/pagina_stampa.asp?id=16613&titolo=roma/treelle:%20all... Page 2 of 2 08/10/2012 che la preparazione culturale deve sapersi trasmettere in relazioni, azioni, motivazioni. L ex ministro ha poi valutato negativamente il fatto che la formazione professionale degli operatori purtroppo è ancora tutta gestita centralmente dall Amministrazione, senza la capacità di valorizzare la scuola dal basso e le forze professionali. Berlinguer con forza ha infine ricordato che occorre rivalutare fortemente la cultura della tecnica come dimensione alta della cultura, tornando ad essere leonardiani fino in fondo, dando una collocazione seria ed intelligente al problema delle competenze, affosando l ignorante separazione conoscenze contro competenze ma iniziando a discutere con serietà quanto di competenza ci sia nella letteratura, nella filosofia, nella matematica. Uno degli ostacoli a questo impegno scaturisce invece dal fatto che la nostra cultura, specie universitaria, è fatta di enciclopedismo, di trasmissività. Il volume, di estremo interesse, è scaricabile dal sito www.treelle.org. Copyright 2012 Di.S.A.L.
Tecnica della Scuola http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=39997&action=view Page 1 of 3 08/10/2012 AREA UTENTI SHOP TECNICA DELLA SCUOLA SCUOLAINSIEME CHI SIAMO CONTATTI PUBBLICITÀ RIC HOME TECNICA DELLA SCUOLA SCUOLAINSIEME BANCA DATI LIBRI TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO I LETTORI CI SCRIVONO LA VOCE DEGLI ALTRI SITI UTILI CALENDARIO SCOLASTICO SCADENZE Notizie Principali Brevi Archivio notizie I nostri prodotti TREELLLE: ALLA SCUOLA NON SERVONO PIÙ SOLDI MA NUOVE REGOLE. LA REPLICA DEL PD Consiglia Consiglia questo elemento prima di tutti i tuoi amici. 02/10/2012 La scuola italiana "non ha bisogno di più soldi (spendiamo nella scuola primaria 8.669 dollari per studente contro i 7.762 della media europea) semmai di nuove regole e modelli organizzativi". Lo sottolinea Attilio Oliva, Presidente di Treellle. Pronta la risposta del Pd: "La scuola ha bisogno di organico e risorse certe, più che di nuove regole" "Dobbiamo aver presente che un sistema educativo di qualità è una grande piattaforma - osserva Oliva - per far ripartire l'italia e riagganciare il treno di uno sviluppo sostenibile. La ricetta per raggiungere indici medi europei non sta solo e tutta nei soldi". "La scuola, da sola, fa fatica a cambiare: tocca alla politica - aggiunge - cambiare profondamente le regole del gioco in cui operano docenti e dirigenti. Qualche esempio: nella formazione e nel reclutamento degli insegnanti; nella costante valutazione degli apprendimenti degli studenti, con test nazionali dell'invalsi; nell'incentivare la qualità e il merito. Invece l'università ha effettivamente bisogno di più risorse per diventare europea, e che le si riconosca autonomia ma si eserciti anche un forte controllo, dal centro, sui suoi risultati (attraverso il lavoro dell'anvur, la nuova agenzia di valutazione dell'università e della ricerca). E altrettanto vale per la Ricerca, pubblica e privata che rispetto all'europa è del tutto inadeguata". Alla vigilia dell'appuntamento, al quale sono attesi, tra gli altri, i ministri Profumo e Barca, Gianfelice Rocca, presidente del gruppo Techint si sofferma sul confronto con l'europa. "L'Italia è migliorata, certo, se guardiamo al decennio che abbiamo appena attraversato: nel 2000 gli italiani che si laureavano erano il 19%, nel 2010 il dato è salito al 32%. Ma l'europa - fa notare - é passata dal 27% al 40% nello stesso periodo. E ancora i risultati dei test Pisa sulle competenze dei quindicenni sono sotto la media dei paesi Ocse. Altre differenze riguardano: la spesa totale per l'università (1% del Pil contro l'1.4% dell'ue), gli investimenti in ricerca pubblica e privata (1.26% contro 2.06%) e il trasferimento tecnologico (la capacità di trasformazione della ricerca in brevetti che è quattro volte più bassa che in Germania). E dunque il sistema educativo italiano migliora ma i suoi indici non sono ancora europei".
Tecnica della Scuola http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=39997&action=view Page 2 of 3 08/10/2012 Corsi Di Abilitazione Dal 2007 Realizziamo il Tuo Sogno Con Serieta e Professionalità! avvocatoinspagna.com Corsi Abilitanti Sostegno 2012 Nuove Opportunità con i Corsi per Puericultrice. Informati Subito! www.corsipuericultrice.it concorso docenti Sei un Docente di Scuola? Allora Richiedi Subito una Rivista Gratis www.istruzione-didattica.com Concorso scuola 2012 Forti delle precedenti esperienze un corso a soli 25 euro www.notiziedellascuola.it Impara l'inglese Gratis 1 Lezione-Email Al Giorno GRATIS Per Grandi Progressi In Poco Tempo! Englishtown.com/Inglese_G Secondo Rocca "il sistema educativo italiano, diversamente da quello tedesco, continua ad allontanare la prospettiva di ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In Germania il 7% della popolazione tra i 25 e i 34 anni ha un titolo di istruzione post-secondaria professionalizzante, giovani specializzati sulle professioni richieste dalle imprese. Questo tipo di laureati in Italia è ancora sostanzialmente assente (0.5%)". (ANSA). Pronta la dichiarazione di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd. E' piuttosto curiosa l'affermazione che la scuola italiana "non ha bisogno di più soldi (spendiamo nella scuola primaria 8.669 dollari per studente contro i 7.762 della media europea) semmai di nuove regole e modelli organizzativi". Se si fanno i conti, si scopre che l'italia non spende di più di altri Paesi, anzi. Nel conto ci sono, da noi, gli insegnanti di sostegno, il cui costo in altri Paesi europei è a carico di altri ministeri e gli insegnanti di religione, che sono nominati dall'autorità ecclesiastica, ma sono pagati dalle casse dello Stato italiano. La scuola italiana più che di nuove regole ha bisogno di certezze, di risorse e di organico, per dare finalmente attuazione all'unica vera riforma epocale, quella dell'autonomia scolastica. Con i docenti eternamente precari e le scuole senza soldi, regole e modelli saranno semplicemente esercizi di bella teoria. Indietro Corsi di Laurea Online 5 Facoltà, 12 Indirizzi di Studio Sedi in tutta Italia. Informati! www.uniecampus.it/universita Stampa l'articolo Invia l'articolo Master online per docenti Valgono 3 punti per le graduatorie anche per insegnanti terza fascia www.baicr.it