DIOCESI DI CONCORDIA-PORDENONE a cura della Commissione Pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato



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DIOCESI DI CONCORDIA-PORDENONE a cura della Commissione Pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato 1 laboratorio L impresa cooperativa guarda al futuro sabato 16 novembre 2013 Casa de lla Ma donna Pe llegrina - P o rdeno ne Agenda della mattinata Introduzione (25 minuti): presentazione (persone): 10 minuti illustrazione del laboratorio e della serata: 10 minuti attese: 5 minuti Sviluppo (90 minuti + 90 minuti di lavori di gruppo): cooperazione: cenni storici e caratteristiche sintesi di alcune esperienze cooperative Do ttrina So cia le de lla Chiesa nuove teorie econom iche e spunti per il futuro per la cooperazione lavori di approfondimento in piccoli gruppi Conclusione (25 m inuti): ve rifica delle a ttese d ich ia ra te piste di lavoro per il secondo incontro Attori Coordinatore: C hia ra Mio Facilitatori: Marco Bagnariol Augusto Bertocco don Giorgio Bortolotto Stefano Cattaruzza Domenico Comina Daniele Morassut Paolo Rossi Giancarlo Tisiot 1

Obiettivi del laboratorio Superare le consuete connotazioni ideologiche della forma cooperativa R ivisita re in chia ve prospettica la coope razio ne, come mode llo di impresa che può rapprese nta re una alternativa valida agli attuali Superare la contrapposizione fra shareholders e lavoratori Superare il paradigma per cui la competizione e la ricerca del massimo profitto vanno a scapito degli altri stakeholders Metodologia Ingredienti dei laboratori: Pa ro le chia ve de lla Do ttrina So cia le de lla C hiesa, rife rite al tema tra tta to Teo ria e conom ica : ana lisi delle principa li teo rie scientifiche lega te al tema tra tta to Esperienze - situazioni - pratiche da analizzare Compiti per casa Ogni laboratorio prevede due momenti: una mattinata di sabato una serata concordata tra i partecipanti Data del secondo incontro del laboratorio: giovedì 5 dicembre 2013 ore 20.30 Casa della Madonna Pellegrina - Pordenone 2

LE COOPERATIVE IN ITALIA La cooperazione ha una storia che è insieme antica e moderna. Antica, pe rché se ci rife riamo alla coope razione come semplice forma di a uto-organizza zione che fa riferimento ai concetti di collaborazione, solidarietà e mutualità, è possibile rinvenire esempi arcaici di coope ra zio ne, pe rfino a pa rtire da i tempi dell antica Roma. Moderna, pe rché se inve ce intendiamo rife rirci a lla coope ra zio ne così come oggi la co nosciamo, dobbiamo allora farne risalire la nascita al contesto storico e socio economico della rivoluzione industriale, rispetto al quale la cooperazione è sorta come risposta alle condizioni di estremo disagio in cui tale poderoso processo di sviluppo e di innovazione tecnologica aveva posto le classi meno abbienti, massicciamente impiegate come manodopera a basso costo. Inghilterra - 1844: nasce la cooperazione di consumo Nella cittadina inglese di Rochdale, nei pressi di Manchester, una trentina di tessitori minacciati dalla fame danno vita, sotto la guida di Charles Howart, al primo spaccio cooperativo, con il fine di m igliorare la situazione econom ica e sociale dei soci, passato alla storia con la denom inazione di So cie tà de i P robi P ionie ri. L esperimento, riuscito, deve il suo successo soprattutto all idea, rivelatasi vincente, di fidelizzare i soci attraverso il meccanismo della ripartizione degli utili in proporzione agli acquisti, ossia al numero delle operazioni effettuate con la Società. I Probi Pionieri hanno avuto anche il merito di introdurre alcuni concetti che sono stati e restano tutto ra a lla base de l successo della coo pe razione di co nsumo, e della coo pe razione in gene ra le, tra i quali meritano di essere citati almeno la produzione diretta dei beni per la vendita e la raccolta di depositi da parte dei soci quale strumento di capitalizzazione della società. Francia - 1848: nasce la cooperazione di produzione e lavoro Pensatori come Bouchez e Blanc diffondono l idea di statuti societari che prevedevano la destinazione dell avanzo di esercizio per l 80% al lavoro e per il restante 20% ad accumulazione indivisibile. Sulla sco rta di queste idee viene fonda ta la prima coo pe ra tiva di la vo ro, la So cie tà operaia di produzione uniform i, finalizzata, appunto, alla produzione di uniform i m ilitari. Germania - 1849: nasce la cooperazione di credito A partire dal 1849 vengono fondate sia le prime Banche Popolari, diffusesi in ambiente urbano sotto la spinta di He rmann Schultze -De litzsch, che le prime Casse Rura li le qua li, grazie a ll o pe ra di Fede rico Guglie lmo Ra iffe isen, co ntribuisco no a risolle va re i ce ti co nta dini da lle lo ro m ise re co ndizioni e co nomiche. Italia - 1849: nasce la prima cooperativa nel nostro Paese In Italia, sempre nel 1849, viene fondata a Pinerolo, in provincia di Torino, la Società Operaia e Cooperativa di Consumo, la prima in assoluto nel nostro Paese. Tra i va ri filo ni di pe nsie ro che ca ra tte rizza no lo sviluppo de lla coope ra zione in Ita lia, quello di ispirazione cattolica si manifesta fin dal 1870 con la nascita delle prime cooperative, che si caratterizzano fin dal loro apparire quali strumenti potenti di emancipazione economica e sociale dei singoli aderenti, oltre che delle comunità locali che esprimono una volontà di sviluppo sociale. 1893: nasce la Lega delle Cooperative 3

1891 La cooperazione cattolica riceve un decisivo impulso dalla pubblicazione, nel 1891, dell Enciclica Rerum Novarum di Papa Leone XIII. I contenuti della Rerum Novarum rappresentano il clima di fondo in cui il cattolicesimo sociale organizza le prime forme cooperative nelle campagne e nei settori del consumo e del credito. L emanazione della Rerum Novarum favorisce nei cattolici una crescita di consapevolezza ed una matura zio ne rispe tto a lle problematiche so cia li in gene ra le, ed in pa rtico la re a que lle allo ra prese nti ne l mondo de l la vo ro, che stimola no l impegno ve rso una presenza a ttiva, che si esprimerà con spe cia le intensità nel se tto re de lla coope razione. Da questo momento ed a partire dai contenuti di questa enciclica si sviluppa un intero filone di pensiero sviluppato, cui verrà dato il nome di Dottrina Sociale della Chiesa, che diviene il punto di riferimento fondante per tutti i cattolici impegnati nel mondo della cooperazione, le cui esperienze condurranno, nel 1919, alla nascita della Confederazione Cooperativa Italiana. 1895 Viene fondata l Alleanza Cooperativa Internazionale. Ad essa attualmente aderiscono 230 organizzazioni di più di 100 Paesi, tra le quali le Centrali cooperative italiane, in rappresentanza di più di 760 milioni di persone. 1913 Viene costituto l Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione, che diverrà Banca Nazionale del Lavoro. 1919 Nasce la Confederazione Coop erativa Italiana, che associa 7.365 cooperative che si ispirano ai principi ed ai valori della dottrina sociale della Chiesa. 1922 A partire da questa data, il regime Fascista impone la chiusura di moltissime cooperative, devastandone spesso la sede. I principi di partecipazione e di democrazia economica attuati e diffusi in ambito cooperativo sono visti infa tti come un osta co lo dal regime to ta lita rio. 1923 Inizia un processo di normalizzazione, che pone fine alla fase distruttiva e dà avvio ad un opera di revisione, da parte del Partito nazionale fascista, del regime cooperativo. Viene adottata in particolare la tattica dell annessione dei patrimoni. Come conseguenza di questo processo, tra il 1925 ed il 1927 la Lega delle Cooperative e la Confederazione Cooperativa Italiana vengono sciolte. Ad esse si sostituisce l Ente Nazionale Fascista della Cooperazione, fondato nel 1926. Il Fa scismo prima, la se conda gue rra mondia le po i, fa nno sì che la coope ra zio ne subisca un lungo periodo di congelamento. I principi ed i va lo ri de lla co ope razione rimango no tutta via vivi e ciò ha effe tto non appe na ve ngono restaurate le libertà democratiche. In questo lungo inte rvallo di tempo una tappa fondamenta le è l appro vazione - nel 1942 - de l nuo vo Codice Civile, che al Titolo VI racchiude le norme sulle società cooperative. Te rm ina to il se condo co nflitto mondia le, la coope razione rinasce. C iò a vviene in pa rte spontaneamente, soprattutto a seguito delle particolari condizioni economiche e sociali del momento, ed in parte in modo guidato, a seguito di un interesse specifico delle forze politiche e sociali aderenti ai Comitati di Liberazione Nazionale. 4

La Confederazione Cooperativa Italiana viene ricostituita il 15 maggio 1945, in occasione dell anniversario della Rerum Novarum. Pochi mesi più tardi viene ricostituita anche la Lega Nazionale delle Cooperative. 1946 Viene costituita, presso il Ministe ro del La vo ro, la Direzione Ge ne ra le de lla Coo pe razione, con compiti di tutela e controllo della cooperazione. 1947 Viene varato il DLCPS n. 1577 (legge Basevi), legge fondamentale che disciplina le società coo pe ra tive rego landone la struttura giuridica e la vigilanza. 1948 L art. 45 della Costituzione, che entra in vigore il 1 gennaio, recita: La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. Confederazione Cooperativa Italiana e Lega Nazionale delle cooperative vengono giuridicamente riconosciute, co n un De cre to Ministe ria le del 12 aprile, come Asso cia zio ni naziona li di rappresentanza, assistenza tutela e revisione del movimento cooperativo. 1952 Na sce la te rza Centra le coope ra tiva: l AGCI (Asso ciazione Gene ra le delle Coope ra tive Ita liane ). 1971 Nasce la quarta Centrale cooperativa: l UNCI (Unione Nazionale Cooperative Italiane). 1973 Nell ambito della riforma tributaria, le cooperative ottengono una disciplina fiscale autonoma e sistematica. Le direttive comunitarie agricole definite socio-strutturali riconoscono il ruolo della cooperazione. 1985 La legge Marcora, che prevede la trasformazione di imprese in crisi in società cooperative, rappresenta uno strumento fortemente innovativo sul piano delle politiche del lavoro. Sostituisce infa tti l assiste nzia lismo con la promozione di nuo ve imprese pe r sa lva gua rda re l o ccupazione. 1986 Viene varata la legge De Vito fina lizza ta allo sviluppo di nuo va imprendito ria lità gio vanile ne l Mezzogiorno, grazie anche alla promozione di società cooperative. 1991 Viene approvata la legge n. 381 che riconosce e definisce ufficialmente l esistenza ed il ruolo della cooperazione sociale. 5

1992 Viene approvata la legge n. 59, che intro duce significa tivi e lementi di rifo rma de lla legislazione cooperativa. 1995 L ONU proclama la Giornata della cooperazione: il primo sabato di luglio, a partire dal 1995, verrà dedicato al valore dell azione cooperativa. 2001 Viene appro va ta la Legge 142/2001 che a ppo rta impo rtanti inno vazio ni a lla legislazione coo pe ra tiva, in pa rtico la re rispe tto a lla figura de l so cio la vo ra to re, la cui pre cisa de finizio ne ha rappresenta to per lungo tempo uno dei nodi centrali di dibattito e confronto nel mondo cooperativo. 2002 Nasce ufficialmente, sotto l egida dell Alleanza Cooperativa Internazionale, il nuovo dominio Internet.coop, la cui fruizione è riservata alle cooperative. Questo avvenimento costituisce il primo passo per la costruzione di una vera e propria casa cooperativa sul Web, dando alle cooperative la possibilità di promuovere in modo immediato la propria identità sul Web, distinguendosi con chia rezza rispe tto a lla massa de lle imprese.com. 2004 Entra in vigore il Decreto Legislativo n 6/2003 (riforma del diritto societario) che innova la disciplina delle società cooperative. 2011 Nasce l Alleanza delle Cooperative Italiane, il coordinamento nazionale tra le organizzazioni più rappresentative della cooperazione italiana (oltre il 90% del settore per occupati). 2012 L O NU pro clama il 2012 Anno inte rnaziona le de lle coope ra tive - Le Imprese cooperative costruiscono un mondo migliore. LE COOPERATIVE: CONOSCIAMOLE UN PO MEGLIO Una cooperativa è un gruppo di persone che persegue comuni scopi, economici, sociali ed educativi, mediante lo spirito imprenditoriale (CHARLES GIDE, 1847-1932, cooperatore francese) Essere imprenditore significa saper trasformare un idea in un progetto imprenditoriale realistico e realizzabile. La cooperativa può essere definita un organizzazione autonoma di persone che si uniscono per rispondere insieme a comuni esigenze econom iche, sociali e culturali, attraverso la costituzione di una so cie tà a vente s copo mutua lis tico, demo cra ticamente amminis tra ta. 6

Le coo pe ra tive si fondano sui va lo ri: dell autosufficienza dell auto-responsabilità, della democrazia, dell eguaglianza dell equità e della solidarietà La cooperativa non ha scopo di lucro, ma finalità mutualistica, che consiste nella soddisfazione dei bisogni de l so cio de rivanti dal dispo rre di beni / se rvizi / o ccasioni di la vo ro a condizio ni più vantaggiose rispetto a quelle offerte dal mercato. I rapporti tra i soci devono essere improntati nel rispetto del principio di parità di trattamento. Per costituire una società cooperativa è necessario che i soci siano almeno tre. Il capitale sociale non è determinato in un ammontare prestabilito ma è variabile. Diversamente dalle società di capitali, nelle cooperative la persona è più importante rispetto al capitale. Vige il principio democratico che riconosce parità di diritti tra i soci per cui ogni socio esprime un voto, indipe ndentemente da l capita le so ciale ve rsa to (una te s ta un vo to ). La diversità degli ambiti nei quali si esprime lo scopo mutualistico consente di distinguere le cooperative in settori o aree di attività: Cooperative di produzione e lavoro Cooperative agricole Cooperative sociali Cooperative sanitarie Coope ra tive edilizie di abitazione Cooperative della pesca Cooperative di consumo e di dettaglianti Cooperative di trasporto Banche di Credito Cooperativo Consorzi e cooperative di garanzia fidi Le esperienze più belle sono quelle che si fanno insieme anche sul lavoro. Il primo atto della nascita di un impresa è trovare un idea. Le idee che si trasfo rmano in impresa so no que lle che rispondo no ad una reale esigenza da pa rte de l mercato e che sono fattibili dal punto di vista tecnico ed economico. Presupposti per la riuscita della cooperativa sono: la seria e libera volontà di associarsi il buon affiatamento della compagine sociale la necessità di soddisfare un bisogno economico-sociale la presenza di un adeguata cultura imprenditoriale che sappia misurarsi con il mercato 7

QUALCHE NUMERO L Alleanza de lle Coope ra tive Italiane rappresenta in Italia : 43.000 imprese associate 1.200.000 occupati (il 52,8% sono donne il 22% sono immigrati) 140 miliardi di euro di fatturato realizzato oltre 12 milioni di soci Va altresì considerata la raccolta delle banche di credito cooperativo (157 md). La coo pe razione incide sul P IL pe r circa l 8%. I coope rato ri e le coope ra tive de ll Allea nza rappre sentano, tra l altro: il 13,4% degli sportelli bancari del Paese il 34% della distribuzione e del consumo al dettaglio 35 miliardi di produzione agroalimentare Made in Italy oltre il 90% della cooperazione impegnata nel welfare dove 355.000 persone occupate nelle cooperative erogano servizi sociosanitari a 7.000.000 di Italiani Nella provincia di Pordenone hanno la propria sede n. 224 cooperative: 65 produzio ne e la vo ro 56 agricole 50 sociali 12 consumo 6 edilizie abitative 5 trasporto 2 banche di credito cooperativo 28 a ltri se tto ri (miste ) 8

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA: ALCUNI SPUNTI PAROLA CHIAVE: COOPERAZIONE Mater et magistra - Giovanni XXIII (1961) 72/77 - Impresa artigiana e impresa cooperativistica 72. Si devono conservare e promuovere, in armonia con il bene comune e nell ambito delle possibilità tecniche, l impresa artigiana, l impresa agricola a dimensioni familiari, nonché l impresa cooperativistica anche come integrazione delle due precedenti. 73. Sull impresa agrico la a dimensioni familia ri si rito rne rà in seguito. Q ui cre diamo oppo rtuno fa re qualche rilievo attinente l impresa artigiana e quella cooperativistica. 74. Anzitutto è da rilevare che le due imprese, per essere vitali, devono adeguarsi incessantemente nelle strutture, nel funzionamento, nelle produzioni, alle situazioni sempre nuove, determ inate dai progressi delle scienze e delle tecniche, ed anche dalle mutevoli esigenze e preferenze dei co nsumato ri. Azio ne di adeguamento che de ve esse re rea lizza ta in primo luogo dagli stessi a rtigiani e dagli stessi cooperatori. 75. A tale scopo è necessario che gli uni e gli altri abbiano una buona formazione sotto l aspetto sia tecnico che umano e siano professionalmente organizzati; ed è pure indispensabile che si svolga una appropria ta po litica e co nomica rigua rdante sopra ttutto l istruzione, l imposizio ne tributa ria, il credito, le assicurazioni sociali. 76. Del resto l azione dei poteri pubblici a favore degli artigiani e dei cooperatori trova la sua giustificazione anche nel fatto che le loro categorie sono portatrici di valori umani genuini e contribuiscono al progresso della civiltà. 77. Pe r ta li ra gio ni co n a nimo pa te rno invitiamo i nostri ca rissim i figli a rtigiani e coope ra to ri spa rsi in tutto il mondo ad esse re co nsape vo li della no biltà de lla lo ro profe ssione, e de l lo ro va lido a ppo rto perché nelle comunità nazionali si mantengano desti il senso della responsabilità e lo spirito di collaborazione, e rimanga acceso l anelito ad operare con finezza ed originalità. Gaudium et sp es - Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II 64 - Lo sviluppo economico a servizio dell'uomo [ ] Ma il fine ultimo e fondamentale di tale sviluppo non consiste nel solo aumento dei beni prodotti, né nella sola ricerca del profitto o del predominio economico, bensì nel servizio dell'uomo [ ] integralmente considerato, tenendo cioè conto della gerarchia dei suoi bisogni materiali e delle esigenze della sua vita intellettuale, morale, spirituale e religiosa [ ]. Pertanto l'attività economica deve essere condotta secondo le leggi e i metodi propri dell'economia, ma nell'ambito dell'ordine morale, in modo che così risponda al disegno di Dio sull'uomo. Populorum progressio - Paolo VI (1967) 14 - Visione cristiana dello sviluppo Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita econom ica. Per essere sviluppo autentico, dev'essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo. Com'è stato giustamente sottolineato da un eminente esperto: «noi non accettiamo di separare l'economico dall'umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l'uomo, ogni uomo, ogni gruppo d'uom ini, fino a comprendere l'umanità intera». 9

A lcuni spunti (web reference) www.sharitaly.com www.collaboriamo.org www.bcorporation.net Piste di approfondimento 1. Attualità della Dottrina Sociale della Chiesa 2. Contestua lizza zio ne su problemi e conom ici lo ca li 10