IL QUADRO MACROECONOMICO

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Transcript:

S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO LA CONGIUNTURA ECONOMICA - PUNTI DI VISTA E SUGGERIMENTI DI ASSET ALLOCATION IL QUADRO MACROECONOMICO DOTT. ALBERTO BALESTRERI Milano, 20 novembre 2014

S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO 1. Andamenti dell economia mondiale; 2. I mercati delle materie prime; 3. I tassi di cambio; 4. Le prospettive per l inflazione della zona euro; 5. Prospettive per il contesto esterno alla zona euro; 6. L andamento del PIL e delle sue componenti della zona euro; 7. L andamento dei principali settori industriali della zona euro; 8. Il mercato del lavoro della zona euro; 9. Le prospettive per l attività economica della zona euro; 10. L andamento dei conti pubblici; 11. L andamento del credito e dei tassi di interesse; 12. L andamento dei mercati obbligazionari ed azionari.

1. Andamenti dell economia mondiale (esclusa zona euro) 1. Le indagini più recenti continuano a suggerire un certo rafforzamento dell attività globale dalla metà dell anno. 2. Il principale impulso alla crescita economica internazionale arriva dalle economie avanzate, favorite (in misura crescente) dall esaurirsi del processo di ridimensionamento della leva finanziaria nel settore privato, dalla riduzione del drenaggio fiscale e dall orientamento accomodante delle politiche monetarie. 3. Per contro, in diversi paesi emergenti le sfide strutturali, ad esempio le carenti infrastrutture, le rigidità nei mercati dei beni e servizi e del lavoro e gli squilibri interni ed esterni, nonché l inasprimento delle condizioni finanziarie, stanno limitando il potenziale di crescita. 4. Permangono rischi di natura geopolitica, legati soprattutto al conflitto tra Ucraina e Russia e alle tensioni nei principali paesi produttori di petrolio, ma il loro impatto sulle quotazioni del greggio e sull attività mondiale è stato finora piuttosto contenuto. 5. Inoltre, un possibile peggioramento della percezione del rischio a livello globale, dopo un periodo di differenziali ristretti e volatilità molto ridotta nei mercati finanziari, potrebbe avere ripercussioni negative per l economia mondiale. 6. La crescita degli scambi commerciali su scala internazionale sta progressivamente recuperando. 7. I rischi per le prospettive di crescita globale restano orientati verso il basso. I maggiori rischi geopolitici e gli andamenti nei mercati finanziari internazionali e nelle economie emergenti potrebbero influire negativamente sulle condizioni economiche. 3

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2. I mercati delle materie prime 1. L inflazione su scala mondiale si è attenuata in settembre per effetto del calo dei corsi petroliferi e del margine di capacità produttiva inutilizzata. 2. L inflazione al consumo complessiva nell area dell OCSE ha registrato in settembre una lieve flessione in termini tendenziali, scendendo all 1,7 per cento dall 1,8 di agosto, soprattutto per via di un minore contributo della componente energetica. 3. I corsi petroliferi hanno continuato a scendere raggiungendo il livello minimo in quattro anni all inizio di novembre 4. Di recente, i prezzi delle materie prime non energetiche sono cresciuti e si situano attualmente su un livello che supera di circa il 5 per cento quello rilevato i primi di ottobre. 5

3. I tassi di cambio 1. Nel mese trascorso (Ottobre N.d.r.) l euro si è apprezzato sulle valute di gran parte dei principali partner commerciali dell area dell euro. 2. I movimenti dei cambi sono stati in larga misura connessi all evolversi delle aspettative sull orientamento futuro della politica monetaria, oltre che alla correzione delle attese di mercato circa le prospettive economiche dell area rispetto alle altre maggiori economie. 3. In termini bilaterali, dai primi di ottobre l euro si è indebolito sul dollaro statunitense (dell 1,0 per cento), mentre si è rafforzato sulla sterlina britannica (dello 0,8 per cento) e soprattutto sullo yen giapponese (del 3,4 per cento). 6

4. Le prospettive per l inflazione zona euro 1. Secondo la stima preliminare dell Eurostat l inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC nell area dell euro è aumentata allo 0,4 per cento in ottobre, dallo 0,3 per cento di settembre. Questo risultato riflette un incremento dei tassi di variazione nelle componenti dei beni energetici, degli alimentari non trasformati e dei servizi, compensato in parte dal calo dei tassi di crescita delle componenti relative ai beni industriali non energetici e degli alimentari trasformati 2. Allo stesso tempo, l inflazione misurata sullo IAPC al netto dei prodotti energetici e alimentari si è situata allo 0,7 per cento in ottobre, in calo dallo 0,8 per cento di settembre. 3. Sulla base delle informazioni disponibili e dei prezzi correnti dei contratti future per i prodotti energetici, l inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC dovrebbe rimanere attorno agli attuali livelli contenuti nei prossimi mesi, per poi aumentare gradualmente nel corso del 2015 e del 2016. 7

5. Le prospettive per il contesto esterno all euro In base alle proiezioni la crescita in termini reali del PIL mondiale (esclusa l area dell euro) mostrerà un graduale recupero nel periodo considerato, passando dal 3,7 per cento nel 2014 al 4,2 nel 2015 e al 4,3 nel 2016. 8

6. L andamento del PIL e delle sue componenti nella zona dell euro 1. La crescita del PIL in termini reali nell area dell euro è stata rivista al rialzo da 0,0 a 0,1 per cento, su base congiunturale, nel secondo trimestre del 2014. Questa lieve revisione, in parte riconducibile all adozione dei nuovi standard contabili del SEC 2010, implica che l espansione del prodotto è stata positiva per cinque trimestri consecutivi. 2. Nel secondo trimestre, gli scambi netti con l estero hanno contribuito positivamente alla crescita del prodotto, mentre la domanda interna e la variazione delle scorte hanno fornito un apporto neutro. 9

7. L andamento dei principali settori della zona euro: primo trimestre 2014 1. Nel secondo trimestre del 2014 il valore aggiunto in termini reali ha mostrato una crescita nulla su base congiunturale. Questo risultato è riconducibile al netto calo del valore aggiunto nel settore delle costruzioni, che è stato controbilanciato da un incremento di quello nell industria al netto di costruzioni e nei servizi. 2. Secondo i dati disponili, è probabile che il valore aggiunto nel settore dei servizi abbia continuato a crescere nella seconda metà del 2014. 10

8. Il mercato del lavoro nella zona euro 1. Gli ultimi dati relativi sia al tasso di occupazione sia a quello di disoccupazione suggeriscono un lieve miglioramento del mercato del lavoro; nondimeno, persistono marcate differenze tra paesi e fasce di età. 2. I risultati delle indagini si sono di recente indeboliti, delineando una dinamica stagnante del mercato del lavoro nel periodo a venire. 3. Il numero degli occupati, che si era stabilizzato nel terzo trimestre del 2013, è risalito nei due trimestri successivi, per poi crescere ulteriormente dello 0,2 per cento su base congiunturale nel secondo trimestre di quest anno. 11

9. Le prospettive per l attività economica della zona euro Sin dai mesi estivi, i dati disponibili e i risultati delle indagini hanno indicato, nel complesso, un indebolimento dello slancio espansivo dell area dell euro. Tali informazioni sono state ora integrate nelle previsioni più recenti elaborate dalle istituzioni pubbliche e private, che mostrano una revisione al ribasso della crescita del PIL reale nell orizzonte previsivo fino al 2016, confermando le prospettive di una ripresa economica modesta. Da una parte, la domanda interna dovrebbe essere sostenuta dalle misure di politica monetaria, dai miglioramenti in atto nelle condizioni finanziarie, dai progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali, nonché dal calo dei prezzi dell energia sostenendo il reddito disponibile reale; inoltre, la domanda di esportazioni dovrebbe trarre beneficio dalla ripresa globale. D altra parte, è probabile che la ripresa continui a essere frenata dall elevata disoccupazione, dall alto grado di capacità produttiva inutilizzata e dagli aggiustamenti di bilancio necessari nei settori pubblico e privato. I risultati dell ultima Survey of Professional Forecasters mostrano che le prospettive di crescita per il 2014, 2015 e 2016 sono state riviste al ribasso rispetto all edizione precedente. Al tempo stesso, le aspettative sulla disoccupazione restano sostanzialmente invariate 12

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10. L andamento dei conti pubblici Le revisioni apportate variano in misura considerevole tra i singoli paesi dell area dell euro. Con riferimento al 2013, il saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL è migliorato soprattutto in Irlanda (1,5 punti percentuali), in Lussemburgo (0,6 punti percentuali) e a Cipro (0,5 punti percentuali); quello tra debito pubblico e PIL ha evidenziato cospicue revisioni al rialzo nel caso dell Austria (6,7 punti percentuali) e del Belgio (3,0 punti percentuali), mentre si è ridotto notevolmente per Cipro (9,5 punti percentuali), Paesi Bassi (4,9 punti percentuali), Italia (4,8 punti percentuali) e Malta (3,2 punti percentuali). Altri paesi hanno registrato correzioni più contenute. 14

11. L andamento del credito e dei tassi di interesse 1. In settembre il tasso di espansione sui dodici mesi di M3 è aumentato per il quinto mese consecutivo, collocandosi al 2,5 per cento dal 2,1 di agosto e dall 1,8 di luglio. Malgrado questi incrementi, la dinamica di fondo dell aggregato monetario ampio si è mantenuta modesta. 2. L andamento, che ha interessato soprattutto M1, sembra essere imputabile principalmente alla preferenza per le attività liquide, in un contesto caratterizzato da tassi di interesse molto bassi (in particolare per le famiglie). 3. I prestiti alle amministrazioni pubbliche hanno continuato a calare nel terzo trimestre 2014 ed a settembre. 4. Anche i prestiti al settore privato non finanziario si sono ulteriormente contratti nel terzo trimestre, sebbene la loro flessione si sia lievemente allentata in settembre. 15

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1. Tra il 2 ottobre e il 5 novembre i tassi di interesse del mercato monetario sui depositi privi di garanzia sono rimasti sostanzialmente stabili. 2. Il 5 novembre i tassi Euribor a uno, tre, sei e dodici mesi si collocavano rispettivamente allo 0,01, 0,08, 0,18 e 0,34 per cento. 3. Anche il differenziale fra l Euribor a dodici mesi e quello a un mese, indicatore della pendenza della curva dei rendimenti del mercato monetario, è rimasto sostanzialmente stabile, collocandosi a circa 33 punti base il 5 novembre 17

12. L andamento dei mercati azionari 1. Fra la fine di settembre e il 5 novembre le quotazioni azionarie nell area dell euro, misurate dall indice generale Dow Jones Euro Stoxx, sono calate di circa il 3 per cento. Le flessioni maggiori si sono verificate nella prima metà del periodo in seguito a deboli dati economici per l area. Le notizie relative a specifici paesi dell area dell euro hanno altresì contribuito alla volatilità delle quotazioni azionarie nel periodo in rassegna. 2. Nello stesso periodo i corsi azionari negli Stati Uniti, misurati dall indice Standard & Poor s 500, hanno registrato un rialzo di circa il 3 per cento. I prezzi delle azioni statunitensi sono diminuiti nella prima metà del periodo in esame, in un contesto di timori del mercato per le prospettive di crescita mondiale. Verso la fine del periodo in rassegna, la flessione era rientrata in seguito ad alcuni dati economici statunitensi positivi. 3. In Giappone i corsi azionari, misurati dall indice Nikkei 225, hanno parimenti subito una flessione significativa nella prima metà del periodo in esame, ma hanno segnato un recupero dopo la decisione della Banca del Giappone di espandere il suo allentamento monetario. 18