In fase di sottoscrizione



Documenti analoghi
IL COMITATO DEI SINDACI

PROTOCOLLO DI BUONE PRASSI ACCOGLIENZA MINORI ADOTTATI IN AMBITO SCOLASTICO

I percorsi con la scuola dei bambini e dei ragazzi adottati e delle loro famiglie

COMUNE DI PACIANO PROVINCIA DI PERUGIA

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

>> Perché l'affido familiare dei minori. >> Che cos'é l'affido. >> Chi può fare l'affido e come. >> Tipologie dell'affido. >> Le forme dell'affido

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

BUONE PRASSI PER L ACCOGLIENZA PROGETTO ACCOGLIENZA

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

REGOLAMENTO SERVIZIO DISTRETTUALE SOSTEGNO DELLA GENITORIALITA DISTRETTO CARBONIA PREMESSA

VISTI. Il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali ;

Istituto Comprensivo Statale Alda Costa P.O.F. Allegato 6

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

Guadagnare Salute Piemonte Scuole che Promuovono Salute

PROTOCOLLO DI BUONE PRASSI PER L'ACCOGLIENZA DEI MINORI ADOTTATI IN AMBITO SCOLASTICO

LE LEGGI CHE DISCIPLINANO L ADOZIONE E L AFFIDO FAMILIARE

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

PROTOCOLLO DI INTESA

Protocollo d intesa tra Autorità garante per l'infanzia e l adolescenza e Consiglio nazionale dell Ordine degli Assistenti sociali (CNOAS)

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

L affido, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali

Per favorire la continuità educativo didattica nel momento del passaggio da un

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

CARTA DEI SERVIZI CENTRO SERVIZIO AFFIDO E ADOZIONI TERRITORIALE -SAAT

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 13 DELIBERAZIONE 22 marzo 2010, n. 363

SCHEMA DI PROTOCOLLO D INTESA PER LO SVILUPPO DI PERCORSI DI ACCOGLIENZA E DI INSERIMENTO SCOLASTICO DEDICATO AI BAMBINI E AI RAGAZZI ADOTTATI

Doveri della famiglia

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

1. Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell ambito della propria famiglia.

PROTOCOLLO D INTESA. Tra. Provincia di Potenza. Ufficio Scolastico Provinciale

Allegato A al CCNL 2006/2009 comparto Ministeri

MANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

(Provincia di Perugia) Zona Sociale n. 4 REGOLAMENTO AFFIDO ETERO-FAMILIARE E SOSTEGNO FAMILIARE

Criteri per la formazione delle graduatorie per l accesso agli asili nido comunali.

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

Integrazione scolastica degli alunni stranieri: dalle norme al progetto di scuola. I temi. Alunni stranieri a scuola:

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER GLI ALUNNI CON DSA

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Star bene a scuola. L adozione come risorsa Poppi, 31 ottobre 2014

P.ROGRAMMA DI I.NTERVENTO P.ER LA P.REVENZIONE DELL I.STITUZIONALIZZAZIONE

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Approvato con Deliberazione di G.P. n. 293 del 29/11/2005. Visto:

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

Premesso che il Sistema di e-learning federato per la pubblica amministrazione dell Emilia-Romagna (SELF):

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

coinvolgimento di tutti gli educatori (insegnante di classe, di sostegno, assistenti educatori)

Per adottare. Informazioni per le famiglie

Il Protocollo per l accoglienza sanitaria dei minori adottati all estero

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI

Sostegno e Accompagnamento Educativo

S.O.S SCUOLA. Gli strumenti normativi, a livello provinciale, a favore dell inserimento scolastico dei bambini adottati

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

ACCORDO QUADRO del 7 agosto 2012

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

PROGETTO "Diversità e inclusione"

D.G.R.n del

Erice è. con i diversamente abili: un percorso che continua PROGETTO DI INCLUSIONE SOCIO-LAVORATIVA PER I SOGGETTI DIVERSAMENTE ABILI

PIEMONTE. D.G.R. n del 1/8/2005

I SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI IN PROVINCIA DI TRENTO

AZIONI DI PROMOZIONE, FORMAZIONE E SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO e LA SOLIDARIETA FAMILIARE

REGOLAMENTO PROVINCIALE SUL PIANO DELLA PERFORMANCE E SUI SISTEMI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE

Convenzione. per la realizzazione del progetto didattico denominato ...

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DI LINGUA NON ITALIANA

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre

PROGETTO INTERCULTURALE DI RETE

BOZZA DI CONVENZIONE. Tra. Università degli Studi di Milano, in persona del Rettore, prof. Enrico Decleva

REGOLAMENTO COMUNALE AFFIDAMENTO FAMILIARE DEI MINORI Approvato con Delibera C.C. 43/01 ART. 1 ART. 2 ART. 3

********** IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. - VISTA la L. n. 184 del 04/05/83 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori ;

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO

S.I.C.E.S. SrL Società Italiana Centri Educazione Stradale Parco Scuola del Traffico

Città di Ispica Prov. di Ragusa

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA. PER ALUNNI DISABILI e REGOLAMENTO GLH. dell'i.c.di Belgioioso

ALLEGATO A. Scheda di Progetto Mod. PRO rev. 0 del Parte prima CENTRO FAMIGLIA STELLA POLARE. Municipio Roma XIII

Comune di Firenze - Servizi all infanzia Una collaborazione fra istituzioni per prevenire il disagio

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

ALLEGATO A Dgr n. del pag. 1/9

Piazza dei Martiri, 1/ Bologna

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI

Protocollo di accoglienza degli studenti stranieri

QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (per i docenti dei tre ordini di scuola)

Regolamento per l'istituzione ed il funzionamento dei corsi di perfezionamento, di aggiornamento professionale e formazione permanente

I diritti dei bambini negli ambienti scolastici

Le nuove Linee di Indirizzo Regionale (LIR) per lo studio di coppia finalizzato alla valutazione e all'accompagnamento per l'idoneità all'adozione

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

Transcript:

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per l'emilia Romagna Ufficio XI Ambito Territoriale di Forlì-Cesena Provincia di Forlì-Cesena Assessorato al welfare e allo sviluppo economico Azienda USL di Forlì Azienda USL di Cesena Istituzioni scolastiche del territorio provinciale Comuni del territorio provinciale di Forlì-Cesena EE.AA. In fase di sottoscrizione 1

Protocollo d intesa fra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca Ufficio scolastico regionale per l'emilia Romagna Ufficio XI Ambito Territoriale di Forlì-Cesena La Provincia di Forlì-Cesena Il Comuni di Forlì, in rappresentanza del distretto di Forlì Il Comune di Cesena in rappresentanza del distretto di Cesena-Valle Savio L Unione del Rubicone in rappresentanza del distretto di Rubicone-costa L azienda USL di Forlì L azienda USL di Cesena Le istituzioni scolastiche Gli Enti Autorizzati Viste La Convenzione Europea in materia di adozione di minori, ratificata a Strasburgo il 24 Aprile 1967, ratificata e resa esecutiva in Italia con Legge 22 Maggio 1974, N. 357 (in G.U. 21/08/1974, N. 281); La Legge 04 Maggio 1983, N. 184 Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori (in G.U. 17/05/1983, N. 133), successivamente modificata dalla Legge 28 Marzo 2001, N. 149 (in G.U. 26/04/2001, N. 96) e oggi Legge sul Diritto di famiglia ; La Legge 31 Dicembre 1998, N. 476, Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la tutela dei minori stranieri (in G.U. 12/01/1999, N. 8); Il D.P.R. 1 Dicembre 1999, N. 492. Regolamento recante norme per la costituzione, l organizzazione e il funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali, a norma dell articolo 7, commi 1 e 2, della Legge 31 Dicembre 1998, N. 476 (in G.U. 27/12/1999, N. 302); La Legge 28 Marzo 2001, N. 149. Modifiche alla Legge 04 Maggio 1983, N. 184, recante Disciplina dell adozione e dell affidamento dei minori, nonché al Titolo VIII del Libro Primo del Codice Civile (in G.U. 24/04/2001, N. 96) Le Linee di indirizzo regionali in materia (Delibera di Giunta Regionale n. 1495/03), in particolare per quanto riguarda la parte IV relativa all accompagnamento dei nuclei adottivi. Il Protocollo d intesa Regionale tra Regione Emilia-Romagna, Province, Enti titolari delle funzioni in materie di infanzia e adolescenza, Enti Autorizzati di cui all articolo 39, comma 1, lettera C della L. 476/98 (Delibera della Giunta Regionale N. 1425/04). Il Programma Provinciale 2005 Promozione di politiche di accoglienza e di tutela dell infanzia e dell adolescenza, in particolare per quanto riguarda il Progetto provinciale Adozione nazionale ed internazionale. La circolare della direzione generale dell Ufficio Scolastico Regionale per l Emilia-Romagna, Prot. 2192 del 6 febbraio 2007, avente ad oggetto Azioni di accoglienza scolastica per alunni e alunne adottate. Percorsi di post-adozione ; Il protocollo d intesa del 26 marzo 2013 tra MIUR e CARE Agevolare l'inserimento, l'integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati. Il Protocollo d Intesa del 23/07/2013 tra Ufficio Scolastico Regionale per l Emilia-Romagna e Garante dei Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza. 2

PREMESSO CHE la genitorialità adottiva è un esperienza complessa con caratteristiche proprie che la differenziano dalla genitorialità biologica che la maggioranza delle famiglie si trova a vivere. Benché siano presenti tutti gli elementi che caratterizzano le principali tappe del ciclo vitale della famiglia, esiste una specificità e una complessità che richiama l esigenza di un sostegno ed un accompagnamento particolare che rende necessaria l integrazione tra servizi e le diverse istanza educative che a diverso titolo si occupano dell adozione. Questo comporta la necessità di una collaborazione fattiva fra Servizi locali, Enti Autorizzati, scuola, anche alla luce della attuale tendenza all innalzamento dell età dei bambini adottati. L ingresso nei servizi educativi e scolastici è un momento importante e delicato per tutti i bambini, ma per quelli adottati propone una maggiore complessità. Troppo spesso infatti avviene in tempi contigui o assai ravvicinati all arrivo in famiglia, quando è ancora in fase di costituzione la famiglia stessa. La necessaria separazione tra bambini e genitori può riattivare dinamiche riconducibili alla storia abbandonica. E inoltre fondamentale considerare che molto spesso i bambini adottati internazionalmente provengono da Paesi dove l obbligo scolastico parte dai 7 anni (e non dai 6 come in Italia) e che nella maggioranza dei casi la loro frequenza scolastica nel Paese d origine è frammentaria e lacunosa. Non ultimo è importante ricordare che i bambini adottati sono spesso portatori di una storia fatta di abbandoni e a volte traumi e maltrattamenti, storia che può aver compromesso la loro autostima e intervenire anche significativamente nel loro processo di apprendimento, soprattutto nei primi anni di frequenza scolastica in Italia. È pertanto fondamentale, in questa fase evolutiva del bambino e nella costruzione di una reciproca appartenenza, una positiva collaborazione tra i servizi psico-sociali e sanitari locali, gli Enti Autorizzati e i servizi educativo-scolastici, che favorisca la famiglia nell avviamento del percorso adottivo. La rete tra i servizi costituisce una strategia di rapporti e di alleanze positive, una prassi interprofessionale ed interistituzionale di riconoscimento, conoscenza e valorizzazione delle differenze, per conseguire diversi obiettivi Nel contesto dell adozione la rete ha la funzione di accogliere, contenere, orientare, sostenere, rafforzare e verificare il progetto adottivo della coppia e sulla base di questi principi si ritiene fondamentale attivare un protocollo di buone prassi che veda coinvolta tutti gli attori che a vario titolo sono chiamati a sostenere le famiglie nel loro percorso di vita. Considerato che Le linee di indirizzo regionali hanno definito il percorso per le coppie interessate all'adozione ed i compiti dei Servizi. Di seguito le tappe fondamentali: 1. primo accesso informativo allo scopo di verificare i requisiti giuridici di accesso e descrivere l'iter per intraprendere il percorso adottivo presso l'equipe Adozioni territorialmente competente; 2. la preparazione delle coppie all'adozione mediante la partecipazione ad un corso di informazione, formazione ed orientamento che consiste in quattro incontri per complessive 12 ore di presenza; 3

3. accertamento della salute dei coniugi e il rilascio del certificato di idoneità sanitaria all'adozione rilasciato dall'unità Operativa Medicina legale dell'ausl di competenza, secondo la residenza dei coniugi; 4. indagine psicosociale da parte dei Servizi territoriali per l'acquisizione di elementi sulla situazione personale, familiare e sanitaria degli aspiranti genitori adottivi, sul loro ambiente sociale, sulle motivazioni che li determinano, sulla loro attitudine a farsi carico di un adozione, sulla loro capacità di rispondere in modo adeguato alle esigenze di più minori o di uno solo, sulle eventuali caratteristiche particolari dei minori che essi sarebbero in grado di accogliere, nonché l acquisizione di ogni altro elemento utile per la valutazione da parte del Tribunale per i Minorenni di Bologna della loro idoneità all adozione. I servizi territoriali trasmettono relazione al Tribunale per i Minorenni; 5. presentazione da parte della coppia della dichiarazione di disponibilità all adozione nazionale e/o internazionale presso il Tribunale per i Minorenni; 6. emissione da parte del Tribunale per i Minorenni del decreto di idoneità o non idoneità all'adozione internazionale; relativamente all'adozione nazionale inserisce i richiedenti in una banca dati regionale per la durata di tre anni; 7. in caso di adozione internazionale, la coppia conferisce mandato, entro un anno dalla data di notifica alla coppia del decreto di idoneità, ad un ente autorizzato alle adozioni internazionali (tra quelli compresi nell'albo nazionale tenuto dalla C.A.I.); 8. dal momento dell'ingresso in Italia e per almeno un anno, ai fini di una corretta integrazione familiare e sociale, i Servizi territoriali vigilano sull'inserimento del minore nella nuova famiglia. Anche gli Enti autorizzati, su richiesta degli interessati, possono sostenere i genitori adottivi e il minore. I Servizi riferiscono al Tribunale per i Minorenni sull'andamento dell'inserimento, segnalando le eventuali difficoltà per gli opportuni interventi. In caso di adozione nazionale il Tribunale per i Minorenni dispone l'affidamento pre-adottivo della durata di un anno scegliendo tra le coppie idonee che hanno presentato la domanda di adozione nazionale e vigila sul buon andamento dell'affidamento pre-adottivo, avvalendosi dei Servizi territoriali. Ove necessario dispone interventi di sostegno psicologico e sociale. 9. Alla famiglia viene inoltre proposta la partecipazione ad un corso post adottivo rivolto a Art. 1 genitori con figli in fasce omogenee di età con l obiettivo di sostenere la genitorialità. si conviene e si stipula quanto segue: - Promuovere una rete di supporto, comunicazione, collaborazione fra scuola, famiglia, Servizi Preposti ed Enti Autorizzati; - Costruire un clima favorevole all accoglienza e all incontro con la storia del minore promuovendo un atteggiamento positivo, di disponibilità all ascolto dei bisogni e di collaborazione costante; - Individuare buone pratiche comuni, condivise ed integrate. 4

Art. 2 La rete del progetto d accompagnamento del bambino in famiglia deve occuparsi anche dell accompagnamento nei servizi educativi scolastici, sia per la frequenza di adozioni di bambini in età scolare, sia per il ricorso dei neogenitori all inserimento precoce nei servizi educativi, percepiti sempre più come facilitatori dei processi di apprendimento e di socializzazione dei bambini, nonché come supporto dei ruoli genitoriali. Il coordinatore pedagogico o il Dirigente scolastico ed i Servizi psicosociali i coinvolti e, nel caso di adozione internazionale, gli Enti Autorizzati, concordano insieme alla famiglia, l inserimento scolastico, così da poter promuovere l attivazione della rete nel modo più opportuno e a supporto di una valutazione collegiale in ordine ai tempi e ai modi dell ingresso. Art.3 al momento dell iscrizione i Genitori, i Servizi Socio-sanitari, la Scuola gli Enti Autorizzati in caso di adozioni internazionali si impegnano, ognuno per il proprio ruolo: - a promuovere e garantire il confronto sulle problematiche che si possono verificare nel momento dell accoglienza scolastica. Art 4 prima dell inserimento scolastico i Genitori, i Servizi Socio-sanitari, la Scuola gli Enti Autorizzati si impegnano, ognuno per il proprio ruolo: - ad indire un primo incontro di raccolta dati finalizzato ad acquisire informazioni tecnicoscolastiche sulla storia del minore, sempre e comunque nel rispetto della privacy della famiglia e del minore stesso, affinchè la specificità dell esperienza adottiva sia riconosciuta. - Ad acquisire informazioni sul progetto di accompagnamento del minore adottato elaborato dai servizi psico-sociali competenti al fine di individuare la classe di frequenza appropriata alle capacità del minore, nonché tempi e modalità di inserimento adeguati (possibile inserimento graduale e flessibile). Qualora se ne ravvisi la necessità ed in presenza di una difficoltà nella sfera socioemotiva, l inserimento del bambino a scuola potrà avvenire in una classe non necessariamente corrispondente all età anagrafica. Art. 5 Il Team docenti, dirigente e genitori, sempre prima dell inserimento in classe si impegna a condivide il progetto nei contenuti e nella relativa metodologia. Il percorso così individuato potrà essere monitorato e, se necessario, modificato. Art. 6 Durante l inserimento gli Insegnanti della classe, operatori psico-sociali di riferimento, genitori e il referente dell Ente autorizzato che ha seguito l adozione provvederanno ad una verifica con gli operatori psico-sociali dei Servizi competenti al fine di facilitare la positiva evoluzione dell inserimento scolastico Art. 7 In caso si rilevi l utilità gli operatori degli Enti Autorizzati potranno essere coinvolti nel percorso di accoglienza e integrazione del minore adottato. Art. 8 Nell ottica della continuità scolastica e in accordo con i genitori, le azioni descritte ai precedenti articoli dovranno essere garantite anche nei vari passaggi tra i diversi ordini di scuola. Art. 9 Al fine di rendere efficace ed efficiente il Protocollo di buone prassi sopra esposto, gli Enti e le 5

Istituzioni coinvolti si impegnano a: - individuare i bisogni formativi degli operatori ed elaborare un percorso di formazione/aggiornamento; - assicurare, ciascuno per le proprie competenze, la presenza di proprio personale qualificato per progettare, realizzare e supportare percorsi formativi-informativi rivolti agli operatori delle Istituzioni ed Enti aderenti al protocollo oltre che di sensibilizzazione ai genitori; - monitorare e verificare il protocollo di buone prassi attraverso incontri periodici, così da testarne la validità, efficacia ed efficienza nonché apportare eventuali modifiche. Art. 10 Il rallentamento all obbligo scolastico potrà motivarsi con un attestazione socio-sanitaria (psicosociale) da parte dell èquipe dedicata. Le parti si impegnano, ognuno per il proprio ruolo e responsabilità ad adottare i principi sopra esplicitati Forlì / /2013 Il dirigente dell Ufficio Scolastico Regionale per l'emilia Romagna- Ufficio XI Ambito Territoriale di Forlì-Cesena del Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca L Assessore al Welare della Provincia di Forlì-Cesena Il Sindaco/Assessore/Dirigente del Comune di Forlì, in rappresentanza del distretto di Forlì Il Sindaco/Assessore/Dirigente del Comune di Cesena in rappresentanza del distretto di Cesena-Valle Savio Il Sindaco/Assessore/Dirigente dell Unione del Rubicone in rappresentanza del distretto di Rubicone-Costa Il Dirigente dell azienda USL di Forlì Il Dirigente dell azienda USL di Cesena Le istituzioni scolastiche: La direzione Gli EE.AA. 6