WHITE PAPER Generazione di polizze modello su portafogli assicurativi rami vita

Documenti analoghi
La questione dati in Solvency II

GERARCHIA DEI METODI E SEMPLIFICAZIONI PER IL CALCOLO DEL MARGINE DI RISCHIO

REGOLAMENTO IVASS N. 27 DEL 26 LUGLIO 2016

Aspetti tecnico-attuariali dei Fondi sanitari

L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

La Funzione Attuariale e i suoi compiti. Laura Mogorovich Allianz Italia 21 Giugno 2016

Impairment test (IAS 36)

REGOLAMENTO IVASS N. 28 DEL 26 LUGLIO 2016

Nuovi formati, nuovi criteri: come leggere i «nuovi» dati. SCR: Il nuovo requisito patrimoniale per le imprese di assicurazione.

La governancedi SolvencyII: Risk Management e Funzione Attuariale

Direttiva 2009/138 (Artt. 132, 133, 134)

REGOLAMENTO IVASS N. 21 DEL 10 MAGGIO 2016 L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

LE PERIZIE DI STIMA NELLA VALUTAZIONE: I PUNTI CRITICI. Prof. Michele PIZZO

Allegato 1 Possibile ambito di applicazione del giudizio del revisore ANIA

Introduzione ai lavori. Kick-off e introduzione ai lavori. Quarto Incontro. Il sistema di Governance Milano, 23 Giugno 2010 Milano, 24 marzo 2010

ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI ATTUARIO (per i laureati del nuovo ordinamento) II SESSIONE 2007

L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

RELAZIONE SULLE POSTE DEL BILANCIO CONSOLIDATO RELATIVE A CONTRATTI EMESSI DA IMPRESE DI ASSICURAZIONE

Contenuto minimale della Relazione ORSA per il Supervisore

ORDINE DEGLI ATTUARI

Rifer. a nota n. del Alle Imprese di assicurazione e riassicurazione vita e multiramo con sede legale in Italia

La piattaforma Cash Flow Generator (CFG) come strumento di valutazione e di governance d Impresa

I modelli lineari generalizzati per la tariffazione nel ramo RCA: applicazione

L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

REGOLAMENTO IVASS N. 28 DEL 26 LUGLIO 2016 CONCERNENTE L APPLICAZIONE DEL METODO LOOK-THROUGH

Informazioni aggiuntive relative al bilancio consolidato (Allegato 6 al Regolamento ISVAP n. 7/2007) 1

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA

IL METODO FINANZIARIO (D.C.F. - Discounted Cash Flow)

Oggetto: Solvency II - ulteriori indicazioni per l avvio della fase di pre-application di un modello interno

ORDINE DEGLI ATTUARI

UN MODERNO APPROCCIO ALLA CREAZIONE DEI PRODOTTI NON VITA

Criteri per la determinazione del maggior ricavo o compenso per i contribuenti non soggetti agli studi di settore o ai parametri

AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE. Procedura operativa del modello pressioni-impatti-misure

Low Rates: Implications for Insurers (under Solvency II) by Federica Seganti

Immobili (diversi da quelli per uso proprio) Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni. Strumenti di capitale

METODOLOGIE DI CALCOLO DELLA RISERVA AGGIUNTIVA PER RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE GARANTITO

L ATTUARIO NELLA SPESA SANITARIA. Giovanna Ferrara 26 Ottobre 2015

s a Inferenza: singolo parametro Sistema di ipotesi: : β j = β j0 H 1 β j0 statistica test t confronto con valore t o p-value

MEGA Process Oriented & Risk Driven Solution

UNICREDIT PREVIDENZA P.I.P. CRV PIANO INDIVIDUALE PENSIONISTICO DI TIPO ASSICURATIVO - FONDO PENSIONE

Applicazioni statistiche in ambito bancario

Calcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi

2017 CETIF Milano, 07/06/2017 INFORMAZIONI CREDITIZIE PER LA VERIFICA DELLA SOSTENIBILITÀ

(REQUISITI DI 1 PILASTRO).

Analisi Costi/Benefici per

Roma, 24 Ottobre Francesca Buzzichelli, Servizio Vigilanza Prudenziale

Dettaglio riserve matematiche pure del segmento vita: scadenza matematica

Una metodologia di valutazione dei rischi per la sicurezza delle informazioni

Assicurazioni Generali S.p.A. La presentazione è stata realizzata da Assicurazioni Generali ed è riservata esclusivamente ai soci CeTIF.

Orientamenti in materia di contabilizzazione e valutazione delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA. CASMEF Luiss Guido Carli Audizione presso la Camera dei Deputati 26 Novembre 2013

REGOLAMENTO IVASS N. 26 DEL 26 LUGLIO 2016

Elementi tariffari. Coordinatore scientifico: Prof. Avv. Giuseppe Russo

Le Valutazioni Attuariali nel contesto IFRS17: l esperienza dell assessment del Gruppo Generali

INAIL, Nota 8 aprile 2010, n Direzione Centrale Rischi Ufficio Tariffe Prot /04/ Alle Strutture Centrali e Territoriali

L ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE N. 19/2015 EMANAZIONE DEL REGOLAMENTO IVASS N.

LA GESTIONE DEL RISCHIO LONGEVITÀ

IL CONTRIBUTO ATTUARIALE E LA GESTIONE FINANZIARIA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

The Effects of Fiscal Shocks with Debt-Stabilizing Budgetary Policies in Italy *

1.3 RISCHIO DI LIQUIDITA

Regole associative Mario Guarracino Laboratorio di Sistemi Informativi Aziendali a.a. 2006/2007

Distribuzioni e rappresentazioni grafiche

I Componenti del processo decisionale 7

UTILIZZO DELL ANALISI DELLE COMPONENTI PRINCIPALI (PCA) DI DATI HVSR FINALIZZATO ALLA ZONAZIONE SISMICA

IAS 8 PRINCIPI CONTABILI, CAMBIAMENTI NELLE STIME CONTABILI ED ERRORI Accounting Policies, Changes in Accounting Estimates and Errors

BEST ESTIMATE nelle Assicurazioni Danni

GENERALI GLOBAL FONDO PENSIONE APERTO A CONTRIBUZIONE DEFINITA

Solvency II: I primi dati

Gli aspetti principali e strategici del principio IFRS17

REPORTING SOLVENCY II CODICE SCHEDA PILLAR III SOLVENCY AND FINANCIAL CONDITION REPORT REGULAR SUPERVISORY REPORTING

Corso di Ingegneria del Software. Modelli di produzione del software

Indice. centrale, dispersione e forma Introduzione alla Statistica Statistica descrittiva per variabili quantitative: tendenza

FONDO PENSIONE PER IL PERSONALE DELLA BANCA DI ROMA: IL PROCESSO DEGLI INVESTIMENTI. Prof. Fabrizio Di Lazzaro. Lisbona, settembre 2013

FRANCO ROSCINI VITALI VERIFICA DELLA CONTINUITA AZIENDALE

Piano Generale di Sviluppo

Un possibile approccio alla previsione del fabbisogno assistenziale.

Definizione dell asset allocation e nuovo assetto della previdenza obbligatoria. Mauro Marè Roma, 19 giugno 2012

L EVOLUZIONE DELLO STUDIO DI SETTORE PER LE FARMACIE YM04U ED IL SUPERAMENTO DEGLI STUDI DI SETTORE


Ministero dello Sviluppo Economico

METODOLOGIA PER LA DEFINIZIONE DEI FABBISOGNI DI MOBILITA E DEI COSTI STANDARD NEL SETTORE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE (art.6 - L.R.

Nota integrativa consolidata Parte E Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

INDICE SOMMARIO. Capitolo I IL MERCATO IMMOBILIARE: PROFILI GENERALI

La Governance delle imprese di assicurazione. Le novità regolamentari.

Gamenet Group SpA. Bilancio d esercizio al 31 dicembre 2017

come strumento per migliorare premi assicurativi

DELIBERAZIONE N. 64/8 DEL

CONSULENZA SULL INSIEME DEI PORTAFOGLI TITOLI

INFORMATIVA AL PUBBLICO AL

INFORMATIVA AL PUBBLICO ai sensi delle Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche (Circ. n. 263/2006 di Banca d Italia)

ALLEGATO B2 ALLA DELIBERA N. 465/04/CONS IL MODELLO DI DETERMINAZIONE DEL TASSO DI REMUNERAZIONE DEL CAPITALE IMPIEGATO

PuntAlto Piano Individuale Pensionistico di tipo assicurativo - Fondo Pensione

Capitolo 1 MODELLI ECONOMICI DEL TASSO DI CAMBIO 11

Il Controllo di Gestione e la struttura organizzativa. Davide Vierzi

Le Politiche del Credito attraverso il ciclo economico

Transcript:

WHITE PAPER Generazione di polizze modello su portafogli assicurativi rami vita Pag. 1/5

Premessa Gli adempimenti di vigilanza Solvency II e la revisione del sistema di governance introdotti da EIOPA, impongono alle Imprese di assicurazione l adozione di approcci di valutazione risk-based, metodologicamente complessi, robusti e allo stesso tempo performanti. La frequenza, la complessità e la numerosità delle analisi richieste, unita ai requisiti di informativa di vigilanza, impongono l adozione di processi e strumenti di valutazione efficienti che possano fornire in tempi ragionevoli i risultati delle elaborazioni. In particolare, in relazione all esigenza di valutazioni dettagliate e puntuali delle passività assicurative, l adozione di semplificazioni è prevista dalla normativa (e spesso necessaria), ma queste semplificazioni devono essere non distorsive sia in termini di natura, portata e complessità dei rischi sottesi che di miglior stima. Tale obiettivo può essere ottenuto tramite l utilizzo di model point accuratamente identificati e rappresentativi del portafoglio. Il processo di sintesi, oltre a non generare distorsioni, deve essere auditabile e produrre risultati che siano tracciabili, nel rispetto dei principi di qualità dei dati richiesti dalla normativa in materia. Il grado di approssimazione, introdotto da tale semplificazione, deve essere esplicito e governabile dall utente. Riferimenti normativi Gli Atti Delegati 1 in merito alla sintesi dei portafogli assicurativi, nello specifico all articolo 34, riportano quanto segue: Qualora un metodo di calcolo si basi su dati relativi a polizze raggruppate, le imprese di assicurazione e di riassicurazione garantiscono che il raggruppamento di polizze crei gruppi di rischi omogenei che riflettano in maniera adeguata i rischi delle singole polizze incluse in tali gruppi., mentre l articolo 35 cita: Le proiezioni dei flussi di cassa [ ] si effettuano separatamente per ciascuna polizza. Qualora il calcolo separato per ogni polizza costituisca un onere indebito [ ] è possibile effettuare la proiezione raggruppando le polizze, a condizione che il raggruppamento sia conforme a tutti i seguenti requisiti: a) non sussistono differenze sostanziali circa la natura e la complessità dei rischi sottesi alle polizze appartenenti allo stesso gruppo 1 Regolamento delegato (UE) 2015/35 della Commissione del 10 ottobre 2014 b) il raggruppamento di polizze è tale da non snaturare il rischio sotteso alle polizze e da non falsarne le spese c) il raggruppamento di polizze dovrebbe dare per il calcolo della migliore stima approssimativamente gli stessi risultati di un calcolo basato sulle singole polizze, in particolare in relazione alle garanzie finanziarie e alle opzioni contrattuali incluse nelle polizze Obiettivi Sintetizzare per homogeneous risk groups (HRG) significa isolare e raggruppare le polizze che abbiano: medesime caratteristiche tariffarie; dati di polizza ragionevolmente omogenei (età, sesso, durata residua, livelli di capitale, tipologia di premio, stato della polizza); livelli di garanzia finanziaria e opzioni contrattuali omogenei. Una corretta sintesi con riferimento alle precedenti variabili consente di mantenere sostanzialmente inalterato il profilo temporale dei cash-flows prospettici, la rischiosità sottesa e la miglior stima. In aggiunta appare necessario attribuire, a livello di singola polizza, il dominio di rischio di appartenenza, inteso quale combinazione di sottomoduli di rischi Solvency a cui è esposta (mortality/longevity, lapse, etc.) e di tipo di shock (up/down). Tale necessità emerge dalle richieste di non compensazione previste dal sopraccitato articolo 35 e esplicitamente ribadite negli articoli relativi agli shock underwriting 2. Caratteristiche funzionali minimali dello strumento di sintesi Nella selezione di uno strumento/metodologia di sintesi appaiono irrinunciabili le seguenti funzionalità: mantenimento del legame funzionale fra i model point e le tariffe reali del portafoglio; accorpamento controllato delle tariffe «residuali» verificandone l effetto; esplicitazione dell errore interno al model point (con riferimento alle polizze sintetizzate) ed assoluto (con riferimento all intero portafoglio oggetto di sintesi); identificazione delle polizze modello fonte di maggior distorsione. 2 Art 137, comma 2, punto b) degli Atti Delegati: laddove il calcolo delle riserve tecniche si basi su gruppi di polizze, [ ] anche l'individuazione delle polizze per le quali le riserve tecniche aumentano in caso di incremento dei tassi di mortalità può basarsi su detti gruppi di polizze[ ] purché il risultato di tale calcolo non sia sostanzialmente differente Pag. 2/5

IL MODULO MODEL POINT GENERATOR DELLO STUDIO ATTUARIALE VISINTIN & ASSOCIATI Il software di generazione di model point dello Studio opera secondo un processo caratterizzato da tre fasi, di seguito elencate, e successivamente descritte: aggregazione delle tariffe non significative; analisi di significatività delle variabili esplicative; processo di clustering. Aggregazione delle tariffe non significative Generalmente, le analisi di sintesi in model point avvengono separatamente per classe tariffaria, questo perché si presume che l emissione di una nuova tariffa sia sempre dovuta ad una variazione sensibile dei parametri caratteristici. La separazione per codice di tariffa però può venir meno in due circostanze, una in cui l utente è consapevole dell assenza di sostanziali differenze tra due o più tariffe, l altra in cui specifiche tariffe sono residuali (in termini di massa e/o numerosità). Nel primo caso l utente può procedere assegnando alle tariffe da aggregare un codice univoco, attraverso un opportuna tabella di decodifica. Alcune considerazioni in più devono essere fatte invece nel caso in cui il portafoglio includa tariffe residuali. In tale circostanza si può procedere effettuando un analisi di tipo statistico con lo scopo di identificare e censire le tariffe non significative per poi farle confluire in un aggregato di contratti con caratteristiche omogenee - in termini di forma tariffaria, tipologia di premio, etc. - e caratterizzato da parametri tariffari medi (meta-tariffa). Dopo aver definito la soglia di significatività, il software identifica le tariffe con un peso inferiore alla soglia di trascurabilità in relazione alle metriche prescelte (ad esempio numerosità di contratti e volumi di riserva). In Figura 1 viene riportato un esempio di aggregazione con soglia di trascurabilità cumulata fissata pari al 5% in termini di best estimate. Analisi di significatività delle variabili esplicative Dopo l eventuale raggruppamento delle tariffe descritto nel precedente capitolo bisogna procedere per singola tariffa / meta-tariffa alla scelta delle variabili esplicative che guideranno la sintesi. Tale processo di selezione viene effettuato utilizzando il metodo di regressione lineare: la funzione risposta deve essere identificata in relazione agli obiettivi di valutazione (tipicamente un PVFCF 3 o una misura di rischiosità); le variabili esplicative (o risk drivers) sono tipicamente i dati anagrafici e di polizza (età, durata residua, etc.). Al fine di valutare la significatività dei risk drivers inizialmente individuati, nel presente esempio si è utilizzato un modello lineare generalizzato (GLM) caratterizzato da: Variabile risposta: BEL Distribuzione: Gamma Variabili esplicative: età, sesso, durata totale, durata residua e capitale assicurato Link function: logaritmo Spesso le risultanze del modello sono soggette a una valutazione di tipo expert judgement (in particolare su casi di significatività limite). Figura 2: output dell analisi statistica sulla significatività delle variabili esplicative Figura 1: aggregazione delle tariffe non significative già separate per forma tariffaria e tipologia di premio 3 Present value future cash-flows Pag. 3/5

Il processo di clustering Il primo passo da fare all avvio del model point generator è definire la percentuale di perdita d informazione tollerabile. In funzione di questo parametro il processo di clustering reitera l aggregazione fino al raggiungimento della soglia massima accettata. Una volta raggiunta vengono identificati: le classi di raggruppamento della variabili esplicative (ad es. le classi di età); il portafoglio di sintesi ottenuto (stesso dettaglio del database di input); informazioni di dettaglio sui model point che sono stati analizzati; l effettiva perdita d informazione. La tecnica di aggregazione utilizzata è il cosiddetto metodo dei centroidi, ben noto in letteratura, che aggrega i gruppi di polizze con valor medio (baricentro) più vicino. La numerosità iniziale di classi, per singola variabile esplicativa, è definita in funzione del coefficiente di variazione della stessa. Workflow operativo Il flusso operativo del software si concretizza nelle seguenti operazioni : Fase 1 - Aggregazione tariffe non significative scelta dell aliquota di non significatività cumulata; il software procede all aggregazione delle tariffe non significative. Fase 2 - Elaborazione dell analisi della significatività dei risk drivers per singola tariffa scelta delle potenziali variabili esplicative; scelta della variabile risposta e del modello di regressione (o impostazioni di default); il software procede all elaborazione del modello; selezione dei risk drivers significativi (eventualmente expert judgement); Fase 3 - Generazione dei model point scelta della perdita d informazione tollerata; elaborazione del processo iterativo di generazione dei clusters; output (model point). BEL del MP Somma BEL Differenza % Numerosità Differenza % singole polizze ponderata classe 86.799,78 87.367,65 0,654% 0,226% 704 72.566,19 72.735,19 0,233% 0,067% 1250 53.899,63 51.377,36-4,680% -0,951% 912 40.230,31 41.341,22 2,761% 0,452% 840 Figura 3: output del processo di clustering Conclusioni Il regime Solvency II sui prodotti di risparmio tipici del mercato italiano impone un livello di analisi tale da rendere inevitabile il ricorso a portafogli sintetizzati. Le principali motivazioni risiedono nella necessità di: effettuare simulazioni di tipo stocastico; condurre molteplici valutazioni sul medesimo orizzonte temporale (shock SCR, variation analysis, etc.). La facoltà di raggruppamento in gruppi di rischi omogenei concessa dal regolatore europeo impone: requisiti di tracciabilità; obbligo di validazione delle sintesi adottate; esplicitazione della perdita di informazione indotta; utilizzo di strumenti statistici riconosciuti e robusti; ingegnerizzazione del processo di sintesi. Tale attività non può essere condotta mediante l utilizzo di meri fogli di calcolo senza incorrere in: sproporzionati aggravi di operatività; potenziali errori; incremento del rischio operativo insito nella valutazione stessa. In tale contesto si inserisce proficuamente un software semplice, veloce, compliant e con forti caratteristiche di adattabilità come quello appena descritto. Pag. 4/5

La complessità dei fenomeni impone approcci di analisi articolati la realtà operativa esige sintesi e reattività Pag. 5/5