Rassegna Stampa 5 Convegno Garanzie e Tutele Sociali Le aziende Familiari cultura del mercato e modernizzazione per lo sviluppo economico del Paese 14 novembre 2008 Cristina Castellani Progetti di Comunicazione Integrata 20123 Milano 4, via Petrarca tel. 02/48193302 fax 02/48193860 e-mail ccastellani@cristinacastellani.eu
Data 14/11/2008 Pagina in rete
Data 14 novembre 2008 Pagina in rete (ANSA) - MILANO, 14 NOV - Aziende familiari promosse per redditività, liquidità, indebitamento ed efficienza. Vanno invece meno bene gli aspetti di crescita e investimenti nella ricerca e sviluppo e nella comunicazione. E' quanto emerge dall'osservatorio Unicredit-Aidaf-Università Bocconi presentato oggi in un convegno organizzato dall'ordine Dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano. A partire dal 2003, viene spiegato nello studio, le aziende dell'osservatorio (2.467 imprese a controllo familiare con ricavi al di sopra dei 50 milioni di euro) presentano redditività crescente, liquidità, una posizione finanziaria netta in miglioramento e una sostanziale riduzione del rapporto debiti verso banche/fatturato. Un terzo delle aziende hanno fatto registrare una crescita negativa nel 2007. Risultati peggiori si sono visti solo nel triennio 2001-2003. Il 34,9% delle aziende però ha fatto registrare una crescita superiore al 10%. Per gli investimenti in R&S e comunicazione, le elaborazioni dello studio evidenziano una significativa diminuzione a partire dal 2004, soprattutto con riferimento alle aziende più grandi. In base al quadro tracciato dall'osservatorio, presentato da Guido Corbetta dell'università Bocconi, sembra ragionevole attendersi un processo di selezione delle aziende, con cessione o aggregazioni. "La capacità delle famiglie imprenditoriali di esprimere unità di intenti al proprio interno e continuità di leadership adeguate - si spiega in una sintesi della ricerca - costituirà un elemento di rilievo per il successo, se non per la stessa sopravvivenza delle aziende familiari più esposte alla crisi". "A questa crisi le imprese familiari, se sostenute nella loro crescita, sono in grado di fare argine - ha detto aprendo i lavori del convegno il presidente dell'ordine dei Commercialisti milanesi, Luigi Martino -. Oltre alla necessità di rivedere innanzitutto l'insieme delle norme sulla successione, le imprese familiari hanno però anche bisogno di flusso di liquidità: le banche devono comprendere che questa è la loro grande occasione per recuperare la fiducia non solo dell'impresa ma di tutta la società. In un contesto molto indebitato, il 36,5% delle pmi ha un debito superiore al valore del patrimonio netto, gli istituti finanziari dovrebbero essere interessati a spingere e consigliare gli imprenditori verso un buon passaggio generazionale". (ANSA).
Data 18 novembre 2008 Pagina in rete
Data 14 novembre 2008 Pagina in rete
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Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano COMUNICATO STAMPA 5 Convegno sulle Garanzie e Tutele Sociali dei Commercialisti di Milano I "fattori di crescita" delle aziende familiari per il rilancio economico del Paese Milano, 14 novembre 2008 Si è tenuto oggi nell'aula magna dell'università Bocconi il 5 Convegno nazionale sulle Garanzie e Tutele Sociali dell'ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano: Le aziende familiari: cultura del mercato e modernizzazione per lo sviluppo del Paese. Nel contesto economico attuale, caratterizzato da sfiducia e incertezza, si guarda con speranza e apprensione all'economia reale e a come potrebbe essere impattata dalla crisi. Mai come in questo momento dunque le aziende familiari, che costituiscono l'83% del tessuto delle piccole e medie imprese italiane e il 30% delle imprese con fatturato superiore a 50 Mio, necessitano di un'analisi del loro stato di salute e di misure e proposte per sostenerne le potenzialità di crescita. Aprendo i lavori del convegno Luigi Martino, presidente dell'ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano ha affermato che "secondo dati recentissimi in Italia nei primi 9 mesi di quest anno hanno chiuso 336.846 aziende. Il saldo, dato dalla differenza tra iscritte e cessate, è stato pari a 13.184. Nei primi 9 mesi del 2007, quest ultimo indicatore, era abbondantemente positivo e pari a + 10.007. Le questioni legate al consolidamento e alla crescita dell'azienda familiare sono quindi assolutamente centrali per l'economia del Paese che si trova in una fase di crisi dinanzi alla quale i cittadini sono spaesati, chiedono certezze e riferimenti sicuri. Questa crisi che viene da lontano, è nata in un contesto di iperliberalizzazione dei sistemi e dei mercati finanziari, dove ci si è spinti consapevolmente oltre il confine del rischio. A questa crisi le imprese familiari, se sostenute nella loro crescita, sono in grado di fare argine. Oltre alla necessità di rivedere innanzitutto l'insieme delle norme sulla successione, le imprese familiari - ha aggiunto Martino - hanno però anche bisogno di flusso di liquidità: le banche devono comprendere che questa è la loro grande occasione per recuperare la fiducia non solo dell'impresa ma di tutta la società. In un contesto molto indebitato - il 36.5% delle pmi italiane ha un debito superiore al valore del patrimonio netto - gli istituti finanziari, dovrebbero essere interessati a spingere e consigliare gli imprenditori verso un buon passaggio generazionale". L'indagine promossa dall'ordine di Milano in collaborazione con l'università Bocconi - cattedra AIDAF Alberto Falk - ha messo in luce spunti e proposte di cui il legislatore dovrà tenere conto. Sarà ad esempio auspicabile una profonda revisione della normativa sulle successioni che tenga conto della nuova struttura di famiglia rispetto a quella tradizionale. Sono emerse indicazioni sull'importante ruolo dei professionisti, sui sistemi contabili, sui parametri patrimoniali e sulla struttura concorrenziale internazionale. Si è rivelato inoltre critico il rapporto con gli istituti bancari, che saranno chiamati a ripensare le loro strategie di finanziamento per evitare che la paventata stretta creditizia amplifichi le ripercussioni negative della crisi sull'economia reale; le banche spesso ignorano un segmento di clientela che potrebbe essere altamente profittevole. Cristina Castellani Comunicazione e Ufficio Stampa Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano 02 48193302