Progetto CLIPS Corpora e Lessici di Italiano Parlato e Scritto W1- a1



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Progetto CLIPS Corpora e Lessici di Italiano Parlato e Scritto W1- a1 (Definizione Caratteristiche del Corpus) Title: Document No: Articolazione diatopica, diamesica e diafasica del corpus RADIOTELEVISIVO CLIPS/W1a1/DCC/003/v3 Document Name: Status: LEDL003.rtf pubblico Date: 10/3/2006 Authors: Alberto A. Sobrero 1

Corpus e Lessico di Italiano Parlato (CLIP) Workpackage W1- azione a1 Alberto A. Sobrero Unità di Lecce Articolazione diatopica, diamesica e diafasica del corpus a Presentazione Il corpus a), è costituito da 16 ore circa di materiale radiotelevisivo e la sua raccolta è stata affidata agli operatori delle sedi di Napoli, Pisa e Lecce. In questa sede saranno definite le caratteristiche diafasiche, diatopiche e diamesiche di tale corpus, oltre alle caratteristiche specifiche del corpus. Il presente lavoro si articola perciò nei paragrafi seguenti: 1. Caratteristiche diatopiche 2. Caratteristiche diamesiche 3. Caratteristiche diafasiche 4. Specifiche del corpus a 1. Caratteristiche diatopiche Per la variabilità diatopica si rimanda alle considerazioni sulla base delle quali sono stati scelti i punti nei quali effettuare i rilevamenti: la caratterizzazione (sub)regionale delle varietà di italiano raccolte è assicurata dal fatto che è stato registrato materiale prodotto da emittenti radiotelevisive con bacino d utenza di livello regionale o subregionale. Si apre tuttavia un problema: le emittenti di raggio (sub)regionale realizzano solo una parte del parlato radiotelevisivo, per giunta non maggioritaria, quanto a percentuale di ascolti. Il complesso dell emittenza radiotelevisiva è infatti costituito da emittenti di vario raggio: ad esempio, per la radio si raggruppano in 4 categorie: : a) RAI-TV, b) reti nazionali, c) syndications, d) reti private Su base settimanale media la distribuzione dei dati di ascolto fra queste categorie può essere così valutata 1 : 1 Dati ABACUS-UNICAB 2

Emittenti % RAI 25% reti nazionali 35-40% syndications 15% reti private 20-25% Le reti private sia autonome che aderenti alla syndication coprono dunque il 35-40% dell ascolto radiofonico. Considetato che: a) il parlato delle radio e TV di diffusione nazionale è anch esso sistematicamente caratterizzato dal punto di vista diatopico (basta pensare alla larga presenza di tratti linguistici e prosodici romani o in generale centromeridionali - nelle trasmissioni RAI, e di tratti lombardi, o genericamente settentrionali, nelle trasmissioni MEDIASET); b) per il materiale letto in laboratorio è già stato previsto, a fianco dei leggenti non professionisti, l impiego di speakers professionisti: dunque si testa tanto la variabilità patente dei primi quanto la variabilità occulta dei secondi; c) un campione di parlato radiotelevisivo raccolto esclusivamente su base inter/sub-regionale appare comunque vistosamente carente, tanto da costituire a nostro avviso - un punto di debolezza della ricerca; è stato proposto di integrare il materiale previsto con altro analogo, prodotto dalle emittenti di diffusione nazionale (RAI e reti nazionali, come ad esempio Italia Network, Radio kiss kiss, Radio Maria, Radio radicale, RDS Radio Dimensione Suono ecc.). Non è sembrato necessario invece rispettare nel nostro campione i rapporti fra le percentuali di utilizzazione (i cosiddetti contatti ) delle emittenti nazionali e quelle delle emittenti locali e regionali sul territorio. Tenendo conto di queste esigenze e della caratterizzazione specifica del corpus CLIP, è stato proposto di raccogliere il materiale nelle seguenti proporzioni e con le seguenti modalità: 20% da emittenti di diffusione nazionale 80% da emittenti di diffusione locale, con margine di oscillazione del raggio di diffusione dal livello interregionale a quello sub-regionale (ma almeno interprovinciale). 2. Caratteristiche diamesiche Il Progetto ha previsto che si raccogliesse materiale radiotelevisivo, ossia testimonianze tanto del parlato radiofonico quanto di quello televisivo. Per quanto concerne il problema dello specifico linguistico, nella vastissima bibliografia sui due mezzi (e in particolare sulla televisione) è stato trattato a più riprese il tema dello specifico radiotelevisivo: ci si è chiesto in particolare se esista una differenziazione significativa fra il linguaggio ma si tratta quasi esclusivamente di lingua - radio-televisivo e quello degli altri media. A questa domanda non c è una risposta univoca: volendo sintetizzare le considerazioni più importanti che sono state fatte si può dire che: a) radio e televisione, per il loro carattere di strumenti di diffusione del parlato, sono più vicini di altri mezzi al parlato quotidiano; entrambe tuttavia conservano, specialmente in generi particolari come i radio- e 3

telegiornali, i dibattiti in studio ecc., tracce anche vistose di organizzazione testuale vicina ai caratteri propri del testo scritto; b) l avvicinamento del parlato radio televisivo all oralità è andato vistosamente aumentando nell ultimo quarto di secolo, in concomitanza con mutazioni strutturali della comunicazione radiotelevisiva, come la sostituzione dello speaker con giornalisti regionali (1976) la nascita seguita da una vigorosa moltiplicazione e affermazione delle radio locali (anni Settanta) e lo spazio sempre maggiore occupato dalle trasmissioni in diretta 2 ; c) il passaggio dalle trasmissioni rigidamente divise in generi alla cosiddetta radio (e TV) di flusso (Grasso) e l affermarsi dei cosiddetti testi misti (Dardano) hanno ulteriormente avvicinato l italiano radiotelevisivo al parlato: e ciò è avvenuto in modo sempre meno differenziato nei diversi generi. A maggior ragione la ricerca non è riuscita, praticamente, a identificare uno specifico linguistico radiofonico rispetto a uno specifico linguistico televisivo. In altre parole, il percorso evolutivo della TV è stato seguito passo passo da un analogo percorso della radio, sicché non si registrano ormai significative differenze fra la veste linguistica e prosodica dello stesso genere, quando viene realizzato alla radio e quando viene realizzato in TV (Dardano 1994). Un esempio di confronto utile per i nostri fini è in Rivola 1991, dove si confrontano le caratteristiche linguistiche del radio giornale e del telegiornale del Canton Ticino, analizzati attraverso un campionamento effettuato negli stessi giorni, sugli stessi argomenti. L analisi, ricca e approfondita, rivela pochissime differenze significative e molte identità, o rassomiglianze. Due sole le differenze: a) il radiogiornale è letto a una velocità superiore al telegiornale (ma, significativamente, questa constatazione è bilanciata dall altra, antitetica e speculare, desunta dallo studio di Strassner 1982 sull informazione radiotelevisiva in Germania: qui è il telegiornale che viene letto a velocità superiore); b) il radiogiornale dà meno spazio al discorso diretto rispetto al TG: la spiegazione ovvia è data dal maggior numero di interviste sulla strada fatte dal TG. Sono invece molte le somiglianze: anzi, si potrebbe legittimamente parlare di coincidenza, sia perché sono strettissime sia perché riguardano aspetti strutturali dell organizzazione del parlato. L elenco delle caratteristiche del tutto simili comprende: - frequenza e distribuzione dei forestierismi - frequenza delle sigle - uso della sinonimia (specialmente di quella stereotipica) - presenza di parole difficili - organizzazione del discorso indiretto - citazioni - struttura del lead (inversioni, stile nominale, indicazioni geografiche e temporali, presentazione del soggetto) - strutture sintattiche (rapporto paratassi/ipotassi, percentuali di occorrenza dei diversi gradi di subordinazione, percentuale di verbi flessi per proposizione, uso dei tempi verbali, enumerazioni). 2 Per effetto dell apertura dell emittenza a ogni tipo di parlante, di parlata e di argomento, e per effetto della interattività del suo uso (i privati spesso parlano, via telefono, da casa propria) il mezzo è sempre più uno specchio dell intera nostra realtà linguistica (Sabatini 1997: 18). Si veda anche Simone 1987. 4

Nel prospetto finale in ogni caso si è scelto di registrare 50% di materiale radiofonico e 50% di televisivo. 3. Caratteristiche diafasiche E stato ritenuto opportuno rappresentare nel nostro campione: a) la varietà di tipologie del parlato radiotelevisivo, dunque costruire un campione stratificato in cui siano rappresentati i principali generi (o macro-generi, se si accede a distinzioni più fini) in cui si articola tale parlato; b) il diverso impatto di ogni tipologia, ovvero il diverso gradiente di ascolto: si tratta di un indice importante della capacità di penetrazione, cioè del grado di esposizione del parlante ai diversi generi. A questo punto ci si è posto un quesito: quali tipologie considerare? Le classificazioni delle tipologie del parlato radiotelevisivo, in letteratura, sono varie, e differiscono non solo in relazione alle metodologie adottate ma anche all epoca del rilevamento, al mezzo considerato, al fine del rilevamento. In questa sede è stata presa in considerazione la classificazione adottata in Maraschio 1997 (la più vicina al presente approccio), con qualche adattamento. Una volta scartata la musica, il trasmesso radiofonico si può suddividere in 5 generi: intrattenimento fiction informazione e servizio cultura e divulgazione pubblicità. Intrattenimento. Nei rilevamenti dell ultimo decennio (fonti: ABACUS, UNICAB) gli indici d ascolto radiofonico presentano valori costantemente alti soprattutto nella prima parte della mattina (ore 7-9) e nelle ore centrali della giornata, ore occupate in quasi tutte le emittenti da trasmissioni di intrattenimento, i cosiddetti contenitori, che in sostanza contengono talk show (ricchi di interazione verbale: interviste, dialoghi su canovaccio in studio, telefonate) e trasmissioni di flusso. E interessante osservare che proprio in questo tipo di trasmissioni, presso le emittenti che detengono le più alte quote di mercato, si concentra il maggior numero delle telefonate in diretta, autentici campioni di parlato-parlato che diventa parte costitutiva del parlato radiofonico (Sobrero 1997). Queste considerazioni inducono a considerare le trasmissioni di intrattenimento delle emittenti di livello locale come il genere più interessante ai nostri fini. Fiction. Raramente le emittenti locali allestiscono in proprio sceneggiati radiofonici; quelli della RAI, invece, hanno indici d ascolto spesso molto alti (in particolare la cosiddetta soap opera all italiana delle 9 a.m. su Radio Due). Questi programmi presentano un parlato-recitato la cui ascendenza lontana è teatrale, e i cui antenati più vicini sono gli originali televisivi della RAI, i radiodrammi, i serials televisivi. Il parlato della soap opera all italiana condivide con la lingua parlata molti tratti, ma ancor più ne condivide con la lingua scritta (Alfieri 1997): in definitiva, è un parlato relativamente lontano dal parlato spontaneo e perciò a debole funzione-specchio (e, a maggior ragione, a debole funzione-modello 3 ). Non si ritiene dunque opportuno considerare questo genere nel presente campione. 4 3 Per i concetti di funzione-modello e funzione-spoecchio si veda Simone 1987 5

Informazione e servizio. Comprende i giornali radio, le previsioni meteorologiche e le informazioni sulla viabilità, la lettura e il commento dei giornali, le richieste e le offerte di lavoro, ecc. Contiene un tipo di parlato-letto di distanza intermedia rispetto al parlato spontaneo tra la fiction e la cultura-divulgazione; va adeguatamente considerato nel presente campione, sia per la variazione diafasica che rispecchia sia per l ampio target che raggiunge. Cultura e divulgazione. Comprende rievocazioni storiche, notizie culturali, recensioni, interviste a personaggi importanti, rievocazioni e ricostruzioni storiche, presentazioni di località ecc. Va considerata, anche se in misura minore rispetto agli altri generi, dato il carattere di parlato-letto (a volte parlato su scaletta ) e la scarsa audience (salvo rare eccezioni). Pubblicità. Contiene solo parlato-recitato, ma va accolta nel presente campione sia per il doppio legame col parlato spontaneo (funzione-modello e, in parte, funzione-specchio) sia per l alta esposizione del radioascoltatore a questo tipo di messaggi (studiatamente inseriti, com è noto, nei picchi di maggiore ascolto). La percentuale all interno del presente campione non sarà però alta, anche in considerazione del debole coefficiente di penetrazione linguistica che si può inferire dall attenzione generalmente scarsa per questo tipo di messaggi, quando sono trasmessi per radio. In definitiva, per la raccolta del parlato radiofonico, e analogamente per la raccolta del parlato televisivo, sono stati selezionati i seguenti 4 generi: intrattenimento informazione e servizio cultura e divulgazione pubblicità 4 Specifiche del corpus a) Sulla base delle considerazioni fin qui sviluppate, è stata proposta una suddivisione del campione previsto, articolata nel modo seguente: materiale al 50% radiofonico, al 50% televisivo Nelle tabelle che seguono sono sviluppati i calcoli che portano a definire, ipotesi per ipotesi, il minutaggio di riferimento per tipologia e per sede. 4 Per le caratteristiche linguistiche e stilistiche di questo genere si rimanda ad Alfieri 1997 6

50% RADIO, 50% TV TIPOLOGIE minuti radio minuti TV minuti RAI minuti TV locali, in ogni locali, in ogni complessivi complessivi punto punto Intrattenimento 15 15 50 50 Informazione e 5 5 15 15 servizio Cultura e 2 2 15 15 divulgazione Pubblicità 3 3 10 10 TOTALE 25 25 90 90 Note: a) nella scelta delle emittenti locali è stata assicurata la presenza di emittenti di raggio almeno interprovinciale; b) nella scelta dei programmi sono stati privilegiati quelli collocati nelle fasce orarie di maggiore ascolto; c) nella scelta dei frammenti da registrare sono stati scelti quelli che meglio rispecchiano il tipo di parlato prevalente nella trasmissione. 7

BIBLIOGRAFIA ACCADEMIA DELLA CRUSCA (a cura di), 1997 Gli italiani trasmessi. la radio, Firenze, presso l Accademia ALFIERI G. 1997 La soap-opera all italiana : stili e lingua di un genere radiofonico, in Accademia della Crusca, pp. 361-472 DARDANO M. 1994 Profilo dell italiano contemporaneo, in L.Serianni P.Trifone (a cura di), Storia della lingua italiana, vol. II, Einaudi, Torino 1994, pp. 343-430 MARASCHIO N. 1997 Una giornata radiofonica: osservazioni linguistiche, in Accademia della Crusca, pp.789-837 RIVOLA R. 1991 La lingua dei notiziari radiotelevisivi nella Svizzera italiana, Tipografia Poncioni, Losone (CH) SABATINI F. 1997 Prove per l italiano trasmesso (e auspici di un parlato serio semplice) in Accademia della Crusca, pp. 11-30 SIMONE R. 1987 Specchio delle mie lingue, in Italiano e Oltre 2 (1987), pp. 53-59 SOBRERO A.A. 1997 Le telefonate in diretta: struttura, scelte linguistiche e organizzazione conversazionale, in Accademia della Crusca, pp. 505-524 STRASSNER E. 1982 Fernsehnachrichten. Eine Produktions-, Produkt- und Rezeptionsanalyse, Max Niemeyer, Tübingen 8