Umberto Musumeci (AMNESTY INTERNATIONAL- SEZIONE ITALIANA)



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Transcript:

Sfruttamento illegale delle risorse naturali: traffico d armi e abusi dei diritti umani. Un problema di responsabilità sociale delle aziende: il caso Liberia Umberto Musumeci (AMNESTY INTERNATIONAL- SEZIONE ITALIANA) Alla Conferenza Mondiale contro il razzismo svoltasi a Durban nel 2001, come in anni precedenti, erano stati posti specifici obbiettivi per agire in tutela dei legittimi interessi delle popolazioni indigene. Purtroppo lamentiamo che si è trattato anche stavolta di vuote parole (multiculturalismo, diritti) a cui non sono seguiti i fatti. I governi del mondo continuano a mentire nell affermare dei principi e degli obbiettivi che poi nell agire sono sistematicamente trascurati o negati. Uno dei grossi problemi che le popolazioni indigene incontrano riguarda la protezione dei loro diritti sulla terra. In paesi come Brasile, Canada, Bolivia, Guatemala, Nicaragua le locali popolazioni si scontrano con enti esterni per la tutela dei loro diritti sulla terra ereditata dai loro antenati : quasi sempre si tratta di aziende operanti nello sfruttamento di risorse naturali, spesso appoggiate dalle autorità locali. Grandi progetti per infrastrutture o per estrazione di risorse (sviluppati e realizzati spesso con poca trasparenza e senza il coinvolgimento delle popolazioni interessate) mettono a rischio la sopravvivenza delle comunità locali e il loro livello di vita. Basti pensare al Plan Puebla-Panamà negli stati meridionali del Messico, alla Diga Urrà in Colombia, i progetti per costruzione dell oleodotto in Ecuador, alla deforestazione di aree appartenenti alle popolazioni indigene in corso nel Mato Grosso. Operazioni che hanno portato attivisti per i diritti umani di queste popolazioni (come Hiparidi Top Tiro in Brasile, Pedro Alirio Dominò in Colombia, Manuel Garcia de la Cruz in Guatemala) ad essere perseguitati, cacciati, torturati o uccisi. Di fatto le popolazioni indigene sono trattate come cittadini di seconda classe in territori che da secoli appartenevano ai loro antenati. In questo quadro, lo sfruttamento illegale (e talvolta anche quello legale) delle risorse naturali rappresenta una delle cause/effetto di gravissimi abusi dei diritti umani: Amnesty ha effettuato campagne in questo campo (v. quella sui diamanti nella R.D. del Congo e Sierra Leone, sul petrolio in Nigeria, sul coltan nella R.D. del Congo) ed in questa linea si inserisce anche l impegno per la tutela e protezione dei diritti umani legato alla deforestazione illegale. Mi soffermerò a parlare in particolare della Liberia, dove la situazione assume aspetti più gravi e drammatici, e sulla quale abbiamo le informazioni più recenti, ma analisi simili potrebbero essere fatte per altri paesi.

Liberia: la situazione. Dopo i sette anni di guerra civile (1989 1996), gli abusi sui diritti umani in Liberia sono notevolmente aumentati dal 1999 quando i gruppi politici armati liberiani, che avevano basi in Guinea, sono tornati nel loro paese a causa dei maggiori controlli effettuati dalla polizia guineana. Nell agosto del 2000, dopo le continue accuse della comunità internazionale, si reca in Liberia un gruppo di esperti delle Nazioni Unite per indagare sui collegamenti fra il traffico di diamanti e il conflitto in Sierra Leone e pubblica, nel dicembre dello stesso anno, un rapporto dove si evidenziano prove a carico del governo liberiano, in particolare del presidente Charles Taylor, che dimostravano il suo appoggio alle forze ribelli in Sierra Leone, fra cui addestramento militare, trasferimento di armi e traffico di diamanti attraverso la Liberia da zone in mano ai ribelli del Fronte Unito Rivoluzionario. Una delegazione di Amnesty International, ha visitato il paese nel febbraio 2001, e ha appurato che molti civili, sospettati di far parte o comunque di supportare i gruppi dissidenti, sono stati arrestati dalla polizia liberiana, torturati e condannati a morte. Numerose sono state poi gli stupri subiti da donne e ragazze, sia da parte degli appartenenti ai gruppi politici armati che della polizia. Molte persone sono state rapite e uccise quando tentavano di scappare. Molti civili e oppositori politici del governo che hanno poi denunciato questi abusi sono stati bollati come dissidenti subendo violenze sia fisiche che verbali da parte della polizia. La situazione è precitata nel febbraio 2001 : il World Food Programme il 13 giugno 2001 ha contato 40000 sfollati. A questo va aggiunta la difficoltà per le organizzazioni umanitarie di aiutare queste persone dato che le forze di sicurezza non permettono facilmente l accesso a queste aree. Sono state denunciate intimidazioni e maltrattamenti. Le forze di sicurezza liberiane continuano il reclutamento di bambini soldato. Reclutamento che avviene spesso tra gli sfollati e che prevede torture e pestaggi per chi si rifiuta, talvolta anche l uccisione. La stessa pratica viene poi usata dai gruppi dissidenti. Anche esponenti del governo della Liberia sono stati visti accompagnare personaggi del RUF della Sierra Leone nei campi allo scopo di reclutare soldati. Da dove sorgono le preoccupazioni di Amnesty: - aziende del settore legno hanno reso possibile il trasferimento di armi in Liberia e paesi confinanti - il reddito proveniente al governo dal commercio del legname è usato per finanziare l acquisto di armi per l esercito e per gruppi armati responsabili di gravi abusi dei diritti umani - milizie paramilitari utilizzate dalle aziende del legno si sono rese responsabili di abusi dei diritti umani su civili. Su cosa si basano le preoccupazioni: o Esperti delle N.U. nel rapporto sulla Sierra Leone del Dicembre 2000 (S/2000/1195) hanno stabilito un diretto collegamento tra il commercio del legno e l industria delle armi, documentando anche il caso specifico di aziende del legno che hanno reso possibili i

trasferimenti di armi e munizioni. Il collegamento è stato confermato in un rapporto dell Ottobre 2001 redatto da un Panel di esperti sulla Liberia (S/2001/1015). o tutti i rapporti degli esperti delle N.U. sulla Liberia sottolineano con forza che i ricavi del governo vengono utilizzati per acquistare armi, pagare addestratori e milizie mercenarie, trasferimento di conoscenze belliche. o Il legno è una delle risorse principali della Liberia, che destina più del 50% del bilancio statale a spese militari. - Abusi sui diritti umani non sono stati specificamente documentati dagli esperti (non era neanche il loro compito) ma sappiamo da denunce di altre ONG che ci sono stati casi di spostamento forzato di popolazioni, arresti arbitrari, intimidazione da parte delle società o delle milizie da esse impiegate: il tutto in una situazione caotica dell ordine pubblico che favorisce lo stretto legame tra le milizie paramilitari e aziende del legno gestite senza troppi scrupoli. In pratica, cosa chiede allora A.I.? - I rapporti delle N.U. e delle ONG dimostrano che esiste una situazione di grave difficoltà per i diritti umani. Amnesty - pur non potendo confermare direttamente queste informazioni- sostiene che è responsabilità di tutti coloro che sono coinvolti nel commercio del legno, appurare in modo obbiettivo se le denunce sono vere, aumentare la trasparenza e la regolarità delle transazioni commerciali, rompere eventuali legami con chi sponsorizza gli abusi dei diritti umani. - Le nostre richieste vanno: o alla comunità internazionale, perché agisca per evitare che le aziende del legno rendano possibile il trasferimento di armi in Liberia e stati confinanti in violazione dell embargo posto dal CS delle NU e per una verifica completa e indipendente sul commercio del legno in generale per identificare costi e ricavi legati al commercio del legno, in maniera continuativa, non occasionale. Ciò per accertare che il commercio del legno non contribuisca ad abusi dei diritti umani e che i ricavi non siano utilizzati per finanziare gruppi armati responsabili di tali abusi e per accertare se le milizie paramilitari finanziate da aziende del legno siano responsabili di abusi. o alle aziende operanti in Liberia, perché garantiscano che il proprio personale e tutti gli apparati di sicurezza da essi ingaggiati siano preparati e vincolati a rispettare le linee guida e gli standard internazionali per l uso della forza; o alle aziende del legno e ai governi operanti nei paesi che importano e/o commerciano legname liberiano, perché istituiscano un sistema

indipendente e trasparente di monitoraggio sulle preoccupazioni espresse dalla comunità civile e assicurino che non ci siano legami tra queste attività commerciali, il trasferimento di armi o addestramento o conoscenze militari e gli abusi dei diritti umani. E in Italia? - Il legname liberiano è esportato in molti paesi: Cina e Francia sono i maggiori importatori, ma anche aziende dal Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Italia hanno importato direttamente o indirettamente legname dalla Liberia. Global Witness ha documentato in dettaglio i dati sul commercio e le aziende coinvolte (v. Logging off, Sett. 2002, www.globalwitness.org). In questo rapporto si dice anche che da Gennaio 2001 a Luglio 2002 ci sono state 25 spedizioni arrivate in porti italiani (principalmente Ravenna, Salerno e Monfalcone) per la maggioranza delle quali non è indicato il nome dell acquirente. - Anche alle aziende italiane Amnesty rivolge precise richieste: o è loro responsabilità dichiarare pubblicamente l origine del loro legname e il nome del fornitore, ed assicurare nel contempo pubblicamente che il loro acquisto di legname dalla Liberia non contribuisce al commercio delle armi e agli abusi dei diritti umani. o devono usare la loro influenza con il governo liberiano e i loro fornitori liberiani per cercare di fermare gli abusi dei diritti umani, compresi quelli commessi al commercio del legname. o devono istituire controlli indipendenti e trasparenti per assicurare che non ci sono legami tra le importazioni e gli abusi dei diritti umani. o devono premere sui fornitori in Liberia e sul governo liberiano per verificare la fondatezza delle accuse contenute nei rapporti delle N.U. o delle NGO e cooperare con i sistemi di auditing nominati. Un problema di responsabilità sociale delle aziende Negli ultimi anni è stato evidente il fallimento del mondo economico nel rispettare le leggi o - dove esse non erano chiare o dove la situazione del sistema statale è al collasso- nel corrispondere alle elementari prassi di correttezza e responsabilità. Non si può più separare la responsabilità di guidare un azienda con profitto dalla responsabilità di assicurare la protezione della salute dei lavoratori, della loro sicurezza, e di proteggere il contesto sociale e ambientale circostante. Ci sono peraltro dei segnali positivi da parte di aziende che autonomamente si incamminano su questa strada.

A.I. apprezza questi sforzi, ed incoraggia le aziende a dotarsi di codici di condotta o ad aderire a codici collettivi che prevedano il rispetto e la protezione dei diritti umani. I codici volontari sono importanti, e per questo ha dato la sua adesione al Global Compact di K. Annan, svolge funzioni di advisor internazionale sull SA8000, per questo ha anche aderito in Italia al FSC. Ma ciò non è sufficiente. Occorre passare dal concetto di responsabilità morale e sociale delle aziende a quello di responsabilità legalmente definita in base al diritto internazionale: o Perché i C.d.C. volontari hanno dei limiti. Per esempio, solo 40 aziende in tutto il mondo parlano esplicitamente di diritti umani nei loro C.d.C. o Perché molte aziende sfruttano la mancanza di norme per sostenere che non hanno l obbligo di rispettare i diritti umani o di non danneggiare l ambiente. Spesso sostengono anche che quando si parla di diritti umani si fa politica. o Lasciare tutto sul piano della volontarietà significa autorizzare i governi a lavarsene le mani, mentre è a loro che le norme internazionali affidano i relativi obblighi in merito; ed il potere economico, come quello di altre istituzioni, deve essere regolato per legge. o La norma ha un potere deterrente: a differenza dei codici volontari, la violazione di una norma viene perseguita, e le persone o le comunità danneggiate possono anche chiedere un risarcimento o altre forme di compensazione. In un momento storico in cui razzismo e discriminazione stanno raggiungendo livelli di guardia, Amnesty richiama tutti a rispettare i diritti fondamentali delle popolazioni indigene, compreso il diritto alla terra e alla identità culturale. Questi diritti nell uso del linguaggio, dell istruzione e nell amministrazione della giustizia, oltre che negli aspetti economici- sono sistematicamente violati. Ed è molto grave che in molti casi si registrino situazioni di complicità diretta o indirettaanche da parte di aziende. 6mar03

Appendice Tanto rumore per nulla. - Il 25 Settembre 2002 il governo Liberiano annuncia di aver affidato alla Deloitte&Touche l incarico per un audit direzionale e gestionale sui fondi provenienti dallo sfruttamento delle risorse marine e forestali. Lavoro da fare in 120 giorni. - Non era una verifica piena, i risultati non potevano essere credibili, ed era inoltre un incarico a termine, non garantiva la trasparenza in maniera permanente. Inoltre, uno degli auditors era il liberiano Gorge Fonderson, titolare di uno studio contabile liberiano, quindi non il massimo dell indipendenza. - Il 25 Novembre del 2002 A.I. raccomanda al Consiglio di Sicurezza delle N.U. di accettare le raccomandazioni del Panel di esperti: rendere pubblici i risultati del lavoro di D&T, a cui far seguire un vero e proprio audit continuativo (A.I. Index AFR 34/028/2002). Il C.S. ribadiva l invito al governo liberiano a usare una commissione indipendente sulle entrate derivanti dalla vendita del legname, per garantire che vengano usate solo per scopi sociali, umanitari e di sviluppo. - Nel Dicembre 2002 la D&T chiude il contratto con la Liberia: a quanto si dice, perché i suoi verificatori non sarebbero stati in grado di rispondere alle richieste del Consiglio di Sicurezza.