DILAVAMENTO DI SUPERFICI SCOPERTE DEGLI INSEDIAMENTI ELENCATI IN ALLEGATO F in presenza delle condizioni di cui alle lett. a) e/o b) e/o c) del comma 1 dell art. 39 del P.T.A. 1) Minimizzazione e compartimentazione delle superfici interessate. 2) Definizione dell altezza di precipitazione in corrispondenza della quale si esaurisce (eventualmente) il fenomeno di dilavamento meteorico. Si deve assicurare che le (eventuali) eccedenze di acqua meteorica soddisfino i requisiti di accettabilità prescritti in relazione al recapito previsto; per insediamenti esistenti sono consigliabili prove in campo (analisi di acque raccolte per diverse successive altezze di precipitazione). 2 ) Qualora non fosse possibile stabilire in modo certo (certificato) l esaurimento del fenomeno di dilavamento: tutte le acque meteoriche sono acque di dilavamento da trattare prima dello scarico. 1
3) Individuazione, caso per caso, del processo di trattamento più idoneo; per gli insediamenti esistenti sono possibili (e consigliabili) prove pilota / di laboratorio. 4) Il processo di trattamento può essere diretto (continuo) oppure previo accumulo delle acque da trattare: a) processo diretto : si applica (direttamente) sul terminale del collettore di esaurimento; l impianto di trattamento deve essere dimensionato in funzione della portata massima dello scroscio, ad esempio la portata determinata dai primi 15 di pioggia critica; viene utilizzato quando sono sufficienti trattamenti fisici a gravità; comporta sempre un sovradimensionamento dei sistemi di trattamento rispetto alle condizioni medie di precipitazione; b) previo accumulo: bacino di raccolta/accumulo delle acque da trattare dimensionato per il volume che esaurisce il fenomeno di dilavamento ovvero per il volume di pioggia critica totale. 2
5) Nel caso 4a) può essere (quasi sempre) necessario inserire un bacino di laminazione, a monte dello scarico nel recettore, per ragioni di compatibilità idraulica dello scarico (nel recettore), dimensionato in ragione del volume di precipitazione e della portata (laminata) massima ammissibile della immissione (indicata dall Ente Gestore). Nel caso 4b) la laminazione, a monte dello scarico nel recettore, può rendersi necessaria per l eventuale portata di by-pass del bacino di accumulo iniziale. 3
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SISTEMI DI TRATTAMENTO: da scegliere in funzione della tipologia di inquinanti da rimuovere; può essere sufficiente una sedimentazione spontanea seguita da disoleazione oppure può essere richiesta la chiariflocculazione (sedimentazione accelerata) in presenza di sostanze colloidali / sospese, la disoleazione con filtri a coalescenza, la filtrazione con filtri rapidi a pressione, la neutralizzazione / il controllo ph, ecc. Qualora la vasca di accumulo non debba svolgere anche la funzione di decantazione (in questo caso deve essere studiata per la agevole estrazione dei solidi decantati), essa deve essere dotata di efficaci sistemi di miscelazione e flussaggio (per garantirne l autopulizia). In taluni casi il gestore del corpo recettore impone lo scarico differito rispetto alla cessazione dell evento meteorico con un prefissato tempo di ritardo; in questo caso i dispositivi di sollevamento vengono attivati attraverso un sistema sensore di precipitazione - temporizzatore e di ciò si dovrà tener conto nel dimensionamento delle vasche di accumulo e laminazione. 5
ACQUE METEORICHE SCOLANTI DA SUPERFICI SCOPERTE di cui al comma 3 dell art. 39 del P.T.A. 6
ACQUE METEORICHE SCOLANTI DA SUPERFICI SCOPERTE di cui al comma 5 dell art. 39 del P.T.A. Non necessitano di trattamento, fatta salva la laminazione (per garantire la compatibilità idraulica), per recapiti diversi dal suolo; è ammesso lo scarico negli strati subsuperficiali del sottosuolo (dispersione subsuperficiale) purché sia preceduto da un idoneo trattamento in continuo di sedimentazione ed eventualmente di disoleazione. È comunque sempre consigliabile l adozione di vasche di raccolta della prima pioggia (con svuotamento inibito da sensore di pioggia, in assenza di precipitazioni) e successivo disoleatore per far fronte ad eventi accidentali. 7
SITUAZIONI CONCOMITANTI Non si esclude che le vasche di raccolta della prima pioggia debbano assolvere anche la funzione di raccolta dell acqua utilizzata per l estinzione di incendi: in questo caso esse dovranno essere adeguatamente dimensionate anche in relazione al volume d acqua da raccogliere. Le acque di seconda pioggia possono essere convenientemente (prioritariamente) utilizzate per il rincalzo della riserva idrica antincendio; in tal caso il collettore di svuotamento delle vasche di laminazione viene munito di deviazione con apposita valvola servocomandata, con apertura comandata da un sensore di livello nella riserva idrica antincendio, per il rabbocco automatico della vasca antincendio. 8