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PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE PROF. GIOVANNI DE ROSA

Indice 1 I DOCUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE ----------------------------------------------------------------------- 3 2 IL POF ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4 3 IL PROGRAMMA ANNUALE---------------------------------------------------------------------------------------------- 7 BIBLIOGRAFIA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9 2 di 10

1 I documenti della programmazione La programmazione offerta formativa viene svolta sia a livello nazionale che locale. Nel primo caso, lo Stato ha la responsabilità diretta nella formulazione del programma di Governo e della programmazione strategica annuale fatta dal Ministero. Nel secondo caso, la Regione è responsabile della programmazione dell offerta formativa e della programmazione della rete scolastica; gli Enti locali svolgono funzioni di carattere amministrativo e le Istituzioni scolastiche si impegnano nell elaborazione del piano dell offerta formativa. I principali documenti di programmazione dell istituzione scolastica afferiscono a tre aree principali: attività didattica,attività organizzativa e attività finanziaria. All attività didattica sono riconducibili: POF pluriennale nella parte curricolare e stabilizzata POF dell area progettuale Programmazione didattica d istituto Programmazione didattica di classe All attività organizzativa appartengono: Piano annuale delle attività del personale docente Piano annuale delle attività del personale ATA Contratto integrativo d istituto Carta dei servizi Regolamenti d istituto All attività finanziaria si riferisce il Programma annuale, che contiene la programmazione delle risorse per l attività didattica/amministrativa e per i progetti. 3 di 10

2 Il POF L'elaborazione del Piano dell'offerta formativa trova i suoi fondamenti nelle previsioni normative contenute nell'art. 8 del D.P.R. 275/1999 in merito agli obiettivi generali e specifici di apprendimento, ad orari e discipline, ai limiti di flessibilità temporale, agli standard relativi alla qualità del servizio, indirizzi generali per la valutazione degli alunni. Attraverso il POF vengono condotte a sintesi tutte le attività della scuola, nell ottica primaria di realizzazione delle finalità educative. Questo documento rappresenta l espressione dell'esercizio della autonomia funzionale delle singole unità scolastiche. Il Pof si realizza attraverso la capacità tecnico-professionale di progettare e di realizzare un proprio piano dell'offerta formativa, così come prevede il Regolamento dell autonomia (d.p.r. 275/1999). Esso comunica all utenza la progettazione di attività formative elaborata dalla scuola, descrivendo nei tratti essenziali l identità culturale della stessa; rappresenta il provvedimento finale di un processo programmatorio al quale partecipano diversi soggetti dell istituzione scolastica; è un luogo di partecipazione plurima che coinvolge soggetti istituzionali e componenti interne alla scuola. Le finalità del POF sono riassumibili nelle seguenti: esso è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale della scuola, e rappresenta un atto formale di indirizzo che vincola i docenti alla volontà manifestata in sede deliberativa. Il Piano dell offerta formativa non è un progetto, ma è un piano, un atto di indirizzo che ha bisogno di almeno due condizioni di fattibilità: 1) attività negoziali, necessarie per acquisire professionalità esterne alla scuola e beni strumentali; 2) modelli organizzativi, riconducibili all apparato gestionale dell istituzione scolatica, come le funzioni strumentali, la creazione di uno staff dirigenziale, l organizzazione dei dipartimenti disciplinari e/o multidisciplinari. Gli aspetti istituzionali del POF sono disciplinati dall art. 3 del DPR. 275 /99: Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi determinati a livello nazionale a norma dell'articolo 8 e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche (anche di gruppi minoritari) e valorizza le corrispondenti professionalità [ ] Ai fini di cui al comma 2, il 4 di 10

Dirigente scolastico attiva i necessari rapporti con gli Enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio. Inoltre, anche in sede di Conferenza unificata (ex art. 8 del d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281) con l accordo del 19 aprile 2001, art. 4, si precisa che I piani dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche saranno elaborati, in coerenza con le determinazioni assunte dagli enti locali nelle materie di propria competenza, tenendo conto delle eventuali intese e/o accordi conclusi a livello locale. Il rapporto tra il POF e gli organi collegiali della scuola può essere riassunto nello schema seguente: CONSIGLIO DI ISTITUTO: organo di indirizzo Fissa gli indirizzi generali e opera scelte di gestione e amministrazione Adotta il POF COLLEGIO DOCENTI: organo tecnico Elabora il Piano DIRIGENTE SCOLASTICO: organo di gestione Tiene i rapporti con gli EE.LL. nella fase di fissazione degli indirizzi generali, predisponendo le condizioni per la realizzabilità del POF La realizzazione del POF non può essere immaginata in un arco temporale annuale, ma deve essere programmata lungo un arco di tempo utile all implementazione di azioni innovative e di continuo miglioramento. La sua stabilizzazione influenza il processo decisionale nell arco temporale dell anno scolastico. Caratteristica del POF è senz altro la pluriennalità: la struttura del POF è sottoposta ad un continuo processo di adeguamento/modifica a seguito di innovazioni normative, attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo, nonché ad annuali verifiche di stabilità dell impianto dell offerta formativa e verifiche relative all area progettuale e alla sua attualizzazione. Nel POF devono essere presenti il curricolo, le aree progettuali, tutte le attività didattiche ripetitive, i progetti pluriennali rilevanti, l intero impianto dell organizzazione della didattica, il patto formativo con le famiglie, principi che ispirano il sistema di valutazione. Non fanno parte del 5 di 10

Pof, invece, i singoli progetti, il piano finanziario, il piano di formazione, la carta dei servizi, il regolamento dell istituzione scolastica e altri regolamenti. 6 di 10

3 Il Programma annuale Il Programma annuale garantisce il raccordo tra le scelte didattiche del POF, basate su scelte strategiche formative di tipo tecnico-professionale, e le scelte attuative, basate sulla scelta delle modalità di acquisizione delle risorse umane e strumentali, e sulle scelte strategiche di tipo finanziario. La stesura del Programma annuale avviene attraverso diverse fasi: fase di programmazione, fase di controllo, fase di gestione, fase di consuntivazione. Nella prima, la fase di programmazione, si definiscono gli obiettivi e si individuano le risorse, a norma dell art. 4 del D.Lgs n. 165/01: Gli organi di governo esercitano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare [ ] e verificano la rispondenza dei risultati dell attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti. In questo contesto il budget è lo strumento operativo con cui si formalizzano gli obiettivi e le connesse risorse umane necessarie: costituisce lo strumento guida per il raggiungimento degli obiettivi La successiva fase di controllo è volta a verificare, attraverso la misurazione e l analisi degli scostamenti fra quanto previsto e l effettivo andamento della gestione, il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La fase di gestione costituisce il processo attivo di realizzazione degli obiettivi nella quale vengono rilevati, in termini di costo, gli eventi amministrativi che si verificano. Attraverso il costante controllo tra le risultanze della gestione e gli obiettivi programmati si possono individuare le cause delle differenze riscontrate e, quindi, intraprendere le necessarie azioni correttive Mediante la fase finale, quella di consuntivazione, si dà conto dell effettivo utilizzo delle risorse e si forniscono le risultanze definitive della gestione. La realizzazione del Programma annuale è disciplinata dal D.I. 44/2001, Art. 2, Comma 3: L'attività finanziaria delle istituzioni scolastiche si svolge sulla base di un unico documento contabile annuale di seguito denominato programma, predisposto dal dirigente scolastico - di seguito denominato dirigente e proposto dalla Giunta esecutiva con apposita relazione e con il parere di regolarità contabile del Collegio dei revisori, entro il 31 ottobre, al Consiglio d'istituto o di circolo, di seguito denominati Consiglio di istituto. La relativa delibera è adottata dal Consiglio d'istituto entro il 15 dicembre dell'anno precedente quello di riferimento, anche nel caso di mancata 7 di 10

acquisizione del predetto parere del Collegio dei revisori dei conti entro i cinque giorni antecedenti la data fissata per la deliberazione stessa. Per la sua realizzazione, l art. 7 - Attività gestionale prevede che spetta al Dirigente la realizzazione del programma nell'esercizio dei compiti e della responsabilità di gestione di cui all'articolo 25-bis del Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, come integrato dal Decreto Legislativo 6 marzo 1998, n. 59, secondo le modalità ivi indicate. L art. 18, Comma 3, infine, disciplina le modalità di predisposizione del conto consuntivo: il conto consuntivo è predisposto dal direttore entro il 15 marzo ed è sottoposto dal dirigente all'esame del Collegio dei revisori dei conti, unitamente ad una dettagliata relazione che illustra l'andamento della gestione dell'istituzione scolastica e i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi programmati. Esso, corredato della relazione del collegio dei revisori dei conti, è sottoposto, entro il 30 aprile, all'approvazione del Consiglio di istituto. 8 di 10

Bibliografia TESTI GENERALI Esame sintetico di tutte le principali problematiche Giorgio Rembado-Antonino Petrolino, La guida del dirigente, Carocci editore, 2006 link Nunziante Capaldo-Luciano Rondanini, Dirigere scuole Le funzioni del Dirigente scolastico nella società globale, Erickson, 2005 link LEGISLAZIONE Molinari-D'Addazio, L'istituzione scolastica come sistema organizzativo complesso, Anicia, 2005 link AA. VV., Elementi di legislazione scolastica e ordinamento del Ministero della Pubblica Istruzione, ed. Simone, 2008 MANUALI Centoquarantacinque dirigenti tecnici. Ministero della Pubblica Istruzione. Quesiti a risposta multipla commentata, libreriauniversitaria.it, 2008 Centoquarantacinque dirigenti tecnici. Ministero della Pubblica Istruzione. Manuale completo di preparazione, libreria universitaria Unilibro, 2008 A.M. Allega - G.R. Croce - T. Maiello, La Responsabilità Giuridica e Professionale dei Dirigenti dello Stato nella Pubblica Amministrazione Manuale per concorso a Dirigente Tecnico, Dirigente Amministrativo e Dirigente Scolastico - Con questionario di 170 test a risposta multipla, Simone.it, 2009 I NUOVI SCENARI Edgar Morin, La testa ben fatta, Raffaello Cortina editore, 1999 9 di 10

Edgar Morin, I sette saperi necessari all'educazione del futuro, Raffaello Cortina editore, 1999 AA.VV., Strutture di professionalità per la dirigenza scolastica, a cura di Cesare Scurati; editrice La Scuola, 2002 ORGANIZZAZIONE E COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA Piero Romei, Guarire dal «Mal di scuola». Motivazione e costruzione di senso nella scuola dell'autonomia, La Nuova Italia, 2000 Piero Romei, Autonomia e progettualità. La scuola come laboratorio di gestione della complessità sociale, La Nuova Italia, 2000 MANAGEMENT E PROFILO DIRIGENZIALE Tony Bush, Manuale di management scolastico, Introduzione di R. Drago, Erickson link abstract Roberto Serpieri, Leadership senza gerarchia. Riflessioni sul management scolastico, Liguori, 2002 Benadusi L. - Consoli F., La governance della scuola. Istituzioni e soggetti alla prova dell'autonomia, Il Mulino, 2004 10 di 10