SERVIZI ALLE IMPRESE. Assemblea Nazionale Legacoop Servizi E ALLE COMUNITA. FABRIZIO BOLZONI. Mercato e Occupazione ai tempi della crisi.



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Transcript:

Assemblea Nazionale Legacoop Servizi SERVIZI ALLE IMPRESE E ALLE COMUNITA. Mercato e Occupazione ai tempi della crisi. RELAZIONE INTRODUTTIVA DEL PRESIDENTE FABRIZIO BOLZONI Roma, 3 dicembre 2013

Care cooperatrici e cari cooperatori, vi dò con estremo piacere il benvenuto all assemblea annuale dei delegati 2013 e vi ringrazio per la partecipazione. Un ringraziamento particolare agli ospiti che hanno accolto il nostro invito. Così come due anni fa, la Presidenza ha proposto alla Direzione della nostra associazione - che ha condiviso- di svolgere insieme l assemblea nazionale e le riunioni dei nostri organismi regionali, organismi articolati in modo diverso a seconda delle diverse realtà. Si tratta di una modalità con la quale si intende sottolineare, così come nel 2011, la delicatezza della fase che stiamo attraversando, collocata nell alveo del più generale momento di grande difficoltà e incertezza che sta vivendo il nostro paese. Una fase che, come sappiamo, dura ormai dal 2008/2009, i cui connotati non sembrano quelli di altre crisi che si sono vissute negli anni 80 e 90, crisi cui in qualche modo è seguita una ripresa in tempi relativamente brevi. Tra l altro, come settore dei servizi alle imprese e alle comunità, non dobbiamo dimenticarci che quelli sono stati periodi nei quali comunque i nostri trend di crescita sono proseguiti, trainati dai processi di esternalizzazione che prendevano piede nel pubblico e nel privato; i problemi occupazionali che allora si ebbero nell edilizia e nella manifattura furono in parte risolti con l assorbimento nel processo di crescita del terziario, sia distributivo che non distributivo (noi, convenzionalmente, ci collochiamo nel secondo). Ora, è evidente che molti dei servizi che noi eroghiamo, attraverso il lavoro dei nostri soci e dipendenti, per come li abbiamo conosciuti fino ad oggi, pur con differenze da comparto a comparto, non hanno più gli spazi di crescita quantitativa annuale a due cifre che, non raramente, hanno caratterizzato lo sviluppo di tante nostre aziende 2

fino a non molti anni fa; probabilmente un contenimento lo avremmo potuto riscontrare anche in assenza di una crisi così acuta, perchè è indubbio che il mercato non è infinito e ci sono anche meccanismi di saturazione, oltre che di efficientamento e innovazione. La crisi economica, tuttavia, sia nel comparto pubblico che in quello privato, ha acuito tali processi di riduzione, superando spesso ogni volontà di gradualità, schiacciata dalla contrazione delle risorse disponibili e dalle difficoltà dei nostri committenti. Una fase, quindi, che se in assenza di crisi avrebbe dovuto comunque indurre le aziende dei nostri comparti di attività a ripensare strategie e posizionamenti, magari in tempi più lunghi e con meno assillo, oggi vede una accelerazione e in alcuni casi un vero e proprio precipitare delle situazioni. Certamente la lettura di una serie di dati ci autorizza a pensare che, nell insieme, i nostri segmenti di attività hanno tenuto meglio di altri che hanno registrato veri e propri crolli di fatturato e occupazione (ad esempio nell edilizia e in alcuni ambiti della manifattura). Dopo il mio intervento sarà la volta di cinque comunicazioni da parte di altrettanti responsabili regionali, con le quali vogliamo aprire finestre sulle peculiarità dei loro territori. A seguire, abbiamo pensato (così come è stato fatto nelle assemblee di questi ultimi anni) di organizzare un momento di confronto, una tavola rotonda per cercare di comprendere meglio le problematiche di fondo che interessano il nostro mondo, attraverso una riflessione che provi ad andare oltre il quotidiano: protagonisti i rappresentanti di alcuni dei principali attori sulla scena, dalle istituzioni al sindacato, da chi studia e affronta scientificamente i problemi del lavoro alle imprese. Dopo queste brevi considerazioni, la relazione che segue viene sostanzialmente articolata in due parti: 3

una analisi sintetica delle principali problematiche generali che hanno caratterizzato il periodo che ci separa dall ultima assemblea, nell aprile 2012, oltre che delle questioni che caratterizzano la fase attuale; parallelamente, una serie di considerazioni, con proposte sugli indirizzi cui orientare il nostro lavoro futuro su tali temi; una serie di dati inerenti la nostra associazione e i principali segmenti di attività, con alcune tabelle riassuntive (maggiori approfondimenti, sugli indicatori e sui settori, sono presenti per i delegati nello specifico fascicolo); Considerazioni sulle tematiche e sui problemi che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo; proposte e indirizzi per il lavoro che ci attende. Il rapporto con le Istituzioni. Le considerazioni che seguono ricalcano quelle espresse in occasione dell insediamento della nuova Presidenza, nel marzo 2013, con alcuni aggiornamenti ed integrazioni. Il nostro sistema di imprese è fornitore dello Stato e del sistema pubblico per un verso e, dall altro, dell economia privata in senso lato. Maggiormente sul primo fronte, ma anche per quanto riguarda i rapporti con i privati, uno dei problemi di fondo con cui abbiamo dovuto e dobbiamo confrontarci è rappresentato dalla incertezza normativa e dalla sua disorganicità, frutto di una instabilità politica che dura da molti anni e che non consente, a nostro modo di vedere, il consolidamento di una attività normale dell apparato pubblico: 4

- innanzitutto in termini di coerenza nella produzione normativa, a partire da quella emanata dal Parlamento per scendere ai Ministeri e alle varie articolazioni statali (con decreti, regolamenti, circolari, ); - in secondo luogo, in termini di prassi nei rapporti con i cittadini, intesi individualmente e come soggetti organizzati (l impresa rappresenta uno di questi soggetti). Se questo, poi, si verifica in anni di profonda difficoltà economica, l effetto negativo viene moltiplicato. Alcuni esempi, limitandoci alle situazioni più macroscopiche e a ciò che ci interessa più da vicino: Ritardati pagamenti della PA, con una prassi e una tendenza negativa pure nel settore privato; Legislazione in materia di servizi pubblici locali, con una particolare criticità nella filiera rifiuti (vedi l avvicendarsi e il sovrapporsi caotico dei vari tributi, quali Tarsu, Tares, Trise e forse Tuc) e delirio Sistri; Legislazione in materia di appalti; Leggi di riduzione della spesa (spending review); Legislazione sulla responsabilità solidale; Difficoltà nel ricorso al credito; Sostegno a comparti in difficoltà (es.: autotrasporto); Legislazione sul lavoro; Legalità e concorrenza; Politica fiscale e costo del lavoro; 5

Tutte le questioni richiamate (che non sono state messe in ordine di priorità, sono tutte importanti a seconda degli ambiti in cui incidono) rappresentano, ad oggi, fronti più che mai aperti e che necessitano di una forte azione di carattere politico/associativo; in questo senso mi riferisco alla nostra associazione prioritariamente, ma anche all attività più complessiva di Legacoop, dell Alleanza delle cooperative italiane e delle altre forme organizzative o di collaborazione cui partecipiamo. Si tratta di tematiche sulle quali -in alcuni casi in modo clamoroso- l instabilità politica continua e la conseguente estemporanea modalità di legiferare ha prodotto ingorghi normativi, contraddizioni, schizzofrenia e anche qualche mostruosità. Senza toccare tutti i punti dell elenco, per brevità, alcune considerazioni e proposte: - Sui ritardi di pagamento nella P.A. occorre dare atto che, nel corso del 2013, a cavallo tra Governo Monti e Governo Letta, i provvedimenti sono stati diversi e la questione ha assunto rilievo di primo piano. In estrema sintesi, però, possiamo affermare che ad oggi non ci sono quei risultati forti, come sarebbe necessario, sulla massa di crediti accumulati al 31 dicembre 2012. Alcuni dati rilevati ad ottobre, inoltre, evidenziano che la media dei ritardi si attesta tra i 150 e i 160 gg. di ritardo (rilevazione su contratti CNS). Infine, elemento preoccupante in prospettiva, è rappresentato dal fatto che i contratti stipulati nel corso del 2013 non stanno rispettando quanto previsto dalla nuova Direttiva pagamenti UE n 7 del 2011 e dalla norma di recepimento L. 192/12, vale a dire pagamenti a 30 e 60 gg., con il rischio concreto di riaccumulare masse di crediti mentre ancora non si è smaltita quella precedente. Tra l altro, questa massa non è ancora stata definitivamente quantificata, perché molti enti non hanno comunicato i dati (anche se la scadenza era settembre). A nostro avviso è necessario un impegno straordinario dello Stato per garantire continuità nei flussi di pagamento, condizione di sopravvivenza per molte 6

imprese cui (e qui si innesta un altro problema grave) il sistema del credito fornisce scarso supporto, non solo per investimenti ma anche per anticipi su fatture. Tra le altre cose, il patto di stabilità dovrebbe avere una applicazione più flessibile e migliorare la possibilità di investire, almeno per quelle risorse che non derivano da accensioni di prestiti. - Sistema dei servizi pubblici locali: si tratta di un altro campo (rifiuti, servizio idrico, trasporto pubblico locale, ) nel quale il continuo cambiamento delle norme, accompagnato spesso dall assenza di una chiarezza di fondo sulla natura di questi servizi, ha portato a scontri ideologici e ai referendum del 2011, con successivo pronunciamento della Corte Costituzionale nel 2012. Questa, che è una parte rilevante dell economia del nostro paese, non è stata accompagnata in un percorso di incontro virtuoso tra pubblico e privato, come invece avrebbe dovuto e potuto essere. Nella più ampia garanzia da dare ai cittadini sui cosiddetti beni comuni e sul diritto a fruirne a seconda delle necessità, il coinvolgimento di soggetti privati potrebbe essere un progressivo elemento di efficientamento: non dimentichiamo i pesantissimi deficit che sono presenti in tante ex municipalizzate e società pubbliche. La cooperazione di servizi che rappresentiamo già opera positivamente in alcune realtà (penso, da ultimo in ordine di tempo, all esperienza in Toscana sul ciclo dei rifiuti di cui abbiamo trattato nel convegno organizzato a Ecomondo qualche settimana fa) e crediamo possa rappresentare, insieme ad altri soggetti del mondo dell impresa, una risorsa e una risposta credibile alle diffidenze e alle preoccupazioni dei lavoratori e dei cittadini. Chiediamo che il Parlamento si impegni per tracciare questi percorsi possibili. Più nello specifico, sul segmento rifiuti chiediamo che finisca il balletto delle sigle su sempre più fantasiosi tributi ambientali e, soprattutto, che non succeda nel 2014 quello che è successo nei primi mesi del 2013, quando il pasticcio sulla Tares, fatto per motivi 7

preelettorali, ha messo in ginocchio le aziende del ciclo rifiuti che non potevano fatturare e incassare. - Sistema Sistri: la tracciabilità informatica dei rifiuti rappresenta una pagina triste per il nostro Stato. Un sistema chiaramente incapace di raggiungere il risultato (pur encomiabile e condivisibile negli intenti) di contrastare il traffico illecito di rifiuti, dal 2009 è scaricato sulle spalle e sui portafogli degli utenti, le imprese, e in particolare sugli autotrasportatori. Gli stop and go al sistema non si contano più, così come i decreti ministeriali e le circolari interpretative. La positiva impostazione data sul problema dal Ministro Orlando, a inizio legislatura, che prevedeva un azzeramento del sistema e un suo radicale ripensamento, non è stata portata avanti con coerenza perché sarebbero scattate pesanti penali a carico del Ministero da parte di Finmeccanica. A nostro avviso è un po paradossale, tuttavia chiediamo comunque interventi (oltre a quelli del recente DL 101) per alleviare le aziende che a proposito di semplificazione hanno visto aggravarsi del 25/30 % gli oneri burocratici per cercare di fare funzionare un sistema che non funziona. - In materia di legislazione appalti le modifiche sono all ordine del giorno: solo nel 2012 sono state 10, tra Codice dei contratti (D.Lgs. 163/2006) e regolamento; nel 2013 esattamente non saprei dire ma si può dire che ce ne sono state di importanti: sicuramente quella all art. 82, sul costo del lavoro e su come questo debba essere considerato nelle gare. Anche in questo caso, su un tema delicatissimo e di grande rilevanza per segmenti ad alta intensità di manodopera, quali i nostri, ci siamo ritrovati una norma condivisibile in linea di principio ma assolutamente non applicabile nella pratica: perché non si è attuato un confronto preliminare trasparente con le categorie interessate, datoriali e sindacali? Vi sono poi problemi datati e non risolti, per i quali continuiamo (insieme alle altre organizzazioni imprenditoriali) a non essere 8

ascoltati: uno dei più gravi è senz altro rappresentato dall art. 286 del Regolamento Dpr. 207/10, attuativo del Codice dei contratti, che rende l oepv, di fatto, un massimo ribasso. Continueremo, su questi aspetti e con il massimo impegno, la battaglia, anche sul piano legale. Lo faremo insieme alle altre organizzazioni datoriali e pensiamo, come è già successo, che anche il sindacato possa essere al nostro fianco. Sull argomento appalti pubblici, per il ruolo determinante che svolge, sottolineiamo come già fatto in diverse occasioni il rilevante lavoro svolto dall Avcp, Autorità di vigilanza sui contratti pubblici; si tratta di una attività di controllo e presidio complessivo, utile e necessaria, che tende sempre più a colmare e interpretare una legislazione che ha quelle caratteristiche negative prima richiamate. Tuttavia vogliamo rimarcare come, anche qui, sia più che mai necessario un indirizzo politico forte e autorevole, affinchè la tecnocrazia a sua volta anche se sicuramente lo fa in buona fede- non occupi spazi e determini orientamenti che non le competono. - La cosiddetta spending review, tra 2012 e 2013, per tutte le nostre aziende che lavorano con il settore sanitario pubblico è stata un serio problema economico ed organizzativo: tagli lineari applicati retroattivamente, riduzione dei livelli occupazionali, caos interpretativo anche per le stazioni appaltanti. Ora, nella discussione sulla legge di stabilità 2014, si sta parlando ancora di tagli, che però non dovrebbero essere lineari: noi chiediamo fortemente che questo buon proposito, confermato dal nuovo Commissario Cottarelli, sia rispettato e che si tenga conto delle reali condizioni dei vari contratti e settori. In questo senso è necessario, oltre che auspicabile, che gli organi tecnici deputati, quali l Agenas nel settore sanitario e l Avcp in termini più generali, intraprendano un percorso di confronto con le categorie economiche interessate, come in parte sta già avvenendo anche se con modalità da mettere a punto. In tema di riduzione della spesa, la 9

centralizzazione degli acquisti, prioritariamente attraverso Consip e le strutture regionali, assume sempre più importanza. Si tratta di una tendenza ineludibile, anche perché una serie di risultati concreti sono ormai stati provati. Bisogna anche rimarcare come vi sia bisogno, però, anche di processi di riqualificazione della spesa pubblica: i dati ufficiali di Eurostat evidenziano chiaramente come, fuori dai luoghi comuni, la spesa pubblica italiana sia inferiore in % del PIL rispetto ad altre nazioni (nel 2012 la percentuale era in Italia del 50,6%: in Francia del 56,6% e nella UE, in media, del 49,3%). Il nostro sistema di imprese, che dispone già di soggetti in grado di competere su questo livello, deve crescere ulteriormente, adeguando la propria capacità di offerta a una domanda che richiede dimensioni e strutture organizzative maggiori. Tuttavia, anche su questo tema, riteniamo non debba prevalere un atteggiamento ideologico (passando a un mercato esclusivo per i colossi aziendali), ma impostare percorsi che accompagnino la crescita del sistema delle imprese, incentivando i processi di aggregazione e di rete. Fare questo presuppone, a nostro avviso, un disegno di politica industriale che è molto debole e spesso incoerente. Un esempio, che abbiamo già evidenziato in altre occasioni, è rappresentato dalla continua enfasi (anche normativa) sulle piccole aziende e, dall altro centralizzazioni eccessive: è chiaro che le due cose fanno fatica a tenersi. - Sulla politica fiscale, in specifico sull iva, sarebbe opportuno che quest ultima fosse maggiormente collegata in alcuni casi all attività svolta e non alla tipologia societaria. Il positivo intervento sull imposta per la cooperazione sociale, grazie anche alla mobilitazione del settore e dell Aci, lascia problemi irrisolti a quelle cooperative non sociali che che hanno investito nel comparto, tra cui diverse del settore servizi. Sul costo del lavoro sembra profilarsi una 10

positiva inversione di tendenza, anche se timida, con la legge di stabilità 2014. Pensiamo che intervenire per ridurre il costo del lavoro sia un elemento importante per aiutare la ripresa dell occupazione. Il tasso generale dei disoccupati Fonte Istat è passato dal 6,5% nel 2008 al 12,5% nel settembre di quest anno: numeri molto pesanti, che però nell ambito della cooperazione (come ha rilevato il rapporto Censis Aci dello scorso anno) nello stesso periodo sono stati in controtendenza, con un picco positivo per la cooperazione sociale. Le valutazioni e gli esempi sopra riportati ( e non sarebbe molto diverso se affrontassimo anche gli altri temi che abbiamo elencato) evidenziano come anche l attuale Governo non sia esente dai vizi che abbiamo denunciato all inizio, con riferimento alla precarietà e disorganicità nella produzione normativa, anche se su alcuni temi abbiamo dato e diamo atto di maggiore sensibilità. Ci preme in questa sede sottolineare, però, come gli aspetti che abbiamo sollevato non aiutino l affermarsi di un mercato- pubblico e privato- trasparente e caratterizzato da legalità e rispetto delle regole. Se il costo, in settori di attività con alta intensità di lavoro, diventa l elemento prioritario di scelta del contraente, è del tutto evidente che chi ha investito nel tempo per crescere imprenditorialmente, dotandosi di organizzazioni e strutture in grado di garantire qualità e affidabilità, oltre che rispetto dei diritti e delle prerogative dei lavoratori, è destinato a soffrire e rischia di soccombere. La nostra associazione, in coerenza con lo spirito e gli indirizzi portati avanti da Legacoop e dall Alleanza delle Cooperative Italiane, che si contraddistinguono per la disponibilità all impegno e alla collaborazione con le Istituzioni, non ritiene che la strada da battere sia solo quella della denuncia e della critica. Il nostro lavoro è costantemente orientato al confronto e alla collaborazione: dobbiamo dire che i riscontri, però, spesso non ci sono stati (in molti casi anche fisicamente : lettere 11

di richieste di incontro, sottoscritte da più organizzazioni, non hanno mai avuto nemmeno riscontro formale da parte del Governo!) o sono stati insufficienti. Da questo punto di vista, nell ambito dell attività del Governo Letta, immerso in problemi di disponibilità economica enormi, di cui ci rendiamo conto, vediamo alcuni segnali di apertura al confronto vero e auspichiamo siano confermati, consentendo di affrontare positivamente alcune delle tematiche che abbiamo sollevato: sono tanti i fronti aperti che riguardano i nostri settori di attività anche in queste settimane, tanti banchi di prova sui quali potremo misurare nei fatti il livello di attenzione concreto dell esecutivo. Uno di questi segnali di attenzione crediamo possa essere letto nel recentissimo provvedimento preso dal Ministro dello sviluppo economico sull Unci, cui è stata revocata la prerogativa di formale centrale cooperativa. Così come l accordo raggiunto al Ministero delle infrastrutture che ha consentito di scongiurare il fermo dell autotrasporto per il mese di dicembre. Un elemento positivo, che ci auguriamo possa tradursi in azioni efficaci, è senz altro rappresentato dal recentissimo Protocollo sottoscritto dalle tre centali cooperative con il Ministero dell Interno. Tra gli obiettivi che si prefigge vi è il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell attività d impresa, la tutela della legalità e della concorrenza. Come Legacoop Servizi siamo interessati a partecipare attivamente, e lo faremo, al lavoro che dovrà tradurre in modalità operative e applicative i contenuti di questo atto. Così come, sul piano territoriale, dobbiamo impegnarci con determinazione a partecipare (e richiederne il funzionamento ove non avviene) agli Osservatori sulla cooperazione : non è la soluzione a tutti i problemi di legalità, tuttavia si rivelano estremamente utili quando si riesce a lavorare, facendo emergere 12

irregolarità ed elusione contributiva; ci sono province che lavorano molto bene, a volte anche con scarsità di risorse. Vogliamo rilanciare oggi una richiesta, che stiamo portando avanti da tempo e che avevo ripreso nel marzo scorso al momento della mia successione alla Presidenza: il settore dei servizi alle imprese e alle comunità, che si connota per avere come fulcro del proprio essere il lavoro, deve avere una sede politica e istituzionale di riferimento, a partire dal Governo (Presidenza del Consiglio o Ministero dello sviluppo economico). Se questo è normale e consolidato per altri pezzi dell economia pensiamo all edilizia e infrastrutture, all agricoltura, all industria, crediamo lo debba essere anche per le nostre attività. Vogliamo essere riconosciuti ma, soprattutto, crediamo di potere rappresentare una risorsa per il paese se non saremo considerati solo come i settori da spremere e da tagliare, dove per i diritti delle imprese e dei lavoratori sembra sempre valere una logica diversa e un po troppo minimalista. Siamo convinti che su questo obiettivo possiamo trovare condivisione con le altre organizzazioni imprenditoriali di settore, alle quali intendiamo formulare a breve proposte concrete e di lavoro. Certamente siamo ancora in un momento di transizione politica, che stiamo vivendo da troppo tempo e che anche le elezioni dello scorso febbraio non hanno, purtroppo, interrotto; non ne è uscito un quadro netto, siamo ormai da oltre due anni in una specie di magma, che ha prodotto anche qualcosa di buono ma, nell insieme, ha determinato una sensazione di palude. Spetta soprattutto a Legacoop, al nostro Presidente Poletti, rappresentarci in tema di valutazioni politiche generali, lavoro che svolge al meglio anche nella sua veste attuale di Presidente dell Aci e per il quale lo ringrazio a nome di tutta la nostra associazione. Penso di interpretare il pensiero di tanti colleghi se lo invito a non stancarsi nel farsi portatore, verso la politica, della sensazione di sfinimento verso quanto 13

essa non sta producendo, in termini di riforme istituzionali e di sistema, a partire dall incapacità di rimediare ad una legge elettorale che grida vendetta; per rivendicare riforme e vere semplificazioni, per chiedere una legge elettorale che sia chiara, che abbia la capacità di determinare vincitori e vinti, la sola premessa per una sana dialettica democratica. Il rapporto con il sindacato dei lavoratori. Le attività di quasi tutti i comparti della nostra associazione si caratterizzano, come è noto, per essere ad alta intensità di manodopera: dalle pulizie ai servizi integrati, dalla movimentazione merci e logistica ai servizi ai beni culturali e alla vigilanza. Anche se in comparti come l ecologia o la ristorazione collettiva tale incidenza è in parte minore, è evidente che il core dei nostri comparti è rappresentato dal lavoro dei soci e dei dipendenti. Ne consegue che il rapporto con il sindacato, la definizione dei contratti collettivi di lavoro dei quali siamo firmatari e tutto ciò che vi ruota attorno bilateralità, rinnovi, welfare integrativo, contenzioso è parte rilevante dell impegno associativo. Anche in questo caso riprendo quanto ho affermato a marzo al mio insediamento, che voleva rappresentare anche un sostanziale elemento di continuità con i Presidenti e le linee politiche precedenti dell associazione: dopo avere ribadito il rapporto prioritario con Cgil, Cisl e Uil ho detto che..credo sia giusto confermare una linea di piena collaborazione, di confronto aperto, nella franchezza e nella ricerca delle migliori condizioni per le nostre cooperative, che consentano il massimo di equità ma anche la possibilità di competere su mercati difficilissimi. Oggi riaffermo pienamente, a nome della nostra associazione, quelle parole. 14

Tra l altro, Legacoop ha sottoscritto a settembre con Confcooperative e Agci, insieme alle tre sigle sindacali, un importante protocollo sulla rappresentanza. Aggiungo anche, come allora, che ciò non toglie il rispetto e il confronto verso altre organizzazioni sindacali che siano effettivamente rappresentative verso le nostre associate. Non posso, però, con franchezza, non esprimere una crescente preoccupazione rispetto ad atteggiamenti che, in molte situazioni, sembrano individuare le nostre cooperative come i soggetti da sottoporre maggiormente a rivendicazioni in quanto, comunque, aperti al confronto sindacale. Se questo in parte può essere comprensibile, onestamente non è pensabile che questo si traduca in svantaggio competitivo per le nostre associate, soprattutto alla luce del fatto che in alcuni dei nostri mercati il dumping contrattuale è una piaga molto diffusa. In questo periodo sono aperti alcuni fronti di rilievo: nella ristorazione collettiva, nella quale eravamo stati finora assenti, e per la quale chiediamo una normazione specifica, perché le problematiche di un bar o di un pubblico esercizio non possono essere quelle delle mense scolastiche o della ristorazione ospedaliera; è in corso la trattativa per il rinnovo del ccnl pulizie e servizi integrati; persiste una condizione nel settore della vigilanza che vede il fronte datoriale e quello sindacale divisi, con la presenza di fatto di due contratti: pensiamo che occorra lavorare per superare tale condizione, che non rappresenta un vantaggio per le imprese e per i lavoratori; sta segnando, infine, una battuta d arresto il confronto per il rinnovo del contratto merci e logistica. Nel periodo che stiamo attraversando, il comparto merci e logistica è uno dei mercati più difficili, nel quale anche i fenomeni della irregolarità del lavoro e del dumping contrattuale sono più acuti: basta leggere la stampa degli ultimi mesi per rintracciare casi di truffa agli istituti previdenziali, di falsi consorzi e false 15

cooperative di facchinaggio, di lavoratori sfruttati e tensioni sociali, di evasione fiscale. Ora, senza entrare nel dettaglio della trattativa e premettendo che non vogliamo ergerci al ruolo di puri, perché qualche pecca sicuramente l abbiamo anche noi, diciamo però che consideriamo sia stato un errore, da parte del sindacato, sottoscrivere un contratto in agosto con altre associazioni datoriali, non aprendo un reale confronto con le organizzazioni cooperative e sulle loro proposte; anche perché riteniamo di essere ampiamente rappresentativi del comparto e, ci permettiamo di dire, di gran parte del comparto che cerca di rispettare le regole e non truffare i lavoratori. Ci auguriamo e siamo certi che il confronto possa riprendere, da una base di verità, che da un lato ci faccia traguardare insieme obiettivi non solo di breve periodo e dall altro abbandonare la rincorsa di chi non si fa alcun carico dei problemi e delle compatibilità. Il rapporto con le altre organizzazioni imprenditoriali. Legacoop Servizi annovera, come sappiamo, una pluralità di segmenti di attività al proprio interno e, di conseguenza, sono davvero tanti i rapporti di interlocuzione con le altre organizzazioni imprenditoriali di categoria. Nell insieme crediamo sia possibile affermare che intercorrono buoni rapporti in quasi tutti gli ambiti. 16

E evidente che i legami sono più stretti ove maggiore è la frequentazione di tavoli comuni e dove più forti sono gli interessi da condividere. Con Federlavoro e servizi-confcooperative e con Agci Servizi, con le quali si è dato vita al Coordinamento Aci Servizi e utilities nel percorso più ampio dell Alleanza delle Cooperative Italiane (tema che verrà specificatamente ripreso più avanti), la collaborazione è frequente e continua, in particolare sui tavoli dei contratti collettivi di lavoro, e non solo. Nel settore pulizie multiservizi i rapporti sono positivi e improntati alla collaborazione anche con le altre due organizzazioni datoriali firmatarie del ccnl, Confapi e Anip Fise-Confindustria; in particolare con quest ultima lo scambio e lo sviluppo di iniziative è frequente: tra l altro, partecipiamo da anni in modo coordinato alla federazione europea delle associazioni di imprese di pulizia (Feni). Positivo il clima nell ambito dell organismo bilaterale di settore (Onbsi). Situazioni più articolate e meno organiche devono essere riscontrate in settori come la vigilanza e la logistica-merci, ove insistono più contratti che non vedono unite le sigle datoriali o dove la convergenza di interessi, pur legittimamente, non prevale. Una situazione in divenire, auspichiamo positivamente, si sta delineando nel segmento della ristorazione collettiva. Variegato e meno consolidato il quadro negli altri campi di attività. Su un piano meno categoriale, se così si può definire, e maggiormente intersettoriale, si è sviluppato un lavoro importante, che ci ha visto partecipare a numerosi tavoli: ricordo, in questo senso, il Taiis e PatrimoniPA. 17

Un luogo di confronto interessante, su temi di merito e particolarmente per quanto concerne le questioni della formazione e dell innovazione, è sicuramente rappresentato dalla Fondazione Scuola Nazionale Servizi, di cui Legacoop Servizi è stata a suo tempo socio fondatore: crediamo utile incoraggiare e dare sostegno, nel limite delle nostre possibilità, a Sns. Il quadro sopra descritto, per quanto rappresenti una situazione complessiva forse migliore di altri comparti (anche per quanto concerne le relazioni sindacali), non toglie nulla a un dato di fatto che non possiamo nascondere a noi stessi: e cioè che, nell insieme, i settori dei servizi alle imprese e comunità vivono da sempre una condizione di sottovalutazione. Abbiamo ben presente come ambiti molto più circoscritti dal punto di vista del numero di addetti e del fatturato abbiano molta più audience nella politica e nell opinione pubblica. Non a caso questa riflessione era presente, negli stessi termini, nella relazione di Palanti dello scorso anno. C è al fondo un problema culturale, dovuto anche alla relativa giovinezza di alcuni comparti; si è più volte sottolineato questo aspetto ma c è molto lavoro da fare, un lavoro che a nostro avviso si collega strettamente alla identificazione di quel luogo istituzionale dedicato ai servizi cui ho fatto riferimento prima. L Aci Alleanza delle Cooperative Italiane. Il prossimo mese di gennaio il progetto dell Alleanza delle Cooperative Italiane compirà tre anni. Non è necessario in questa sede riprendere ragioni e motivazioni del progetto, che sono note e condivise dalla nostra associazione. 18

Si tratta di un percorso importante, che si pone un obiettivo ambizioso e che, in quest ultimo anno, attraverso la costituzione dei coordinamenti settoriali e di quelli territoriali per questi ultimi i lavori sono in corso ha cercato di compiere un passo avanti. Nel merito, le varie situazioni settoriali e territoriali hanno livelli differenziati di consolidamento, specchio delle condizioni specifiche delle varie realtà, come è normale in processi di integrazione complessi. Nell approssimarsi di una nuova fase, che auspichiamo possa delineare ancora meglio le prospettive dell Alleanza, come Legacoop Servizi vogliamo dare un contributo, proponendo una riflessione e una proposta. La riflessione è inerente i tempi e le scadenze che decideremo di darci: oggi ci sono settori e territori che hanno maturato condizioni diverse, che sono pronti a stringere rapporti più stretti o che, vicecersa, necessitano di maggiore gradualità. Crediamo che, nell ambito di un disegno d insieme, occorra tenere conto di questa realtà e consentire le flessibilità necessarie. La proposta riguarda un aspetto organizzativo, che però contiene a nostro avviso un rilevante significato politico associativo: crediamo che quando si comincerà ad andare nel merito dell assetto che dovrà assumere l Alleanza, sia importante prevedere l autonomia dei livelli settoriali nazionali. Tutto questo in un quadro d insieme e regole condivise, unite ad una seria analisi delle compatibilità economiche ed organizzative. La nostra esperienza associativa ci fa pensare che anche in una dimensione più ampia, come potrà essere l Aci, l elemento dell autonomia statutaria possa rappresentare un valore aggiunto, un arricchimento per la casa madre, oltre che una modalità per sviluppare le più ampie collaborazioni orizzontali con le altre associazioni di categoria e i soggetti degli ambiti di riferimento. 19

Sulla riflessione e sulla proposta sopra descritte proporremo un confronto nell ambito del coordinamento Aci servizi. A seguire una serie di dati generali e riassuntivi sulla nostra associazione. TAB. 1 - COOPERATIVE ASSOCIATE PER CLASSI DI FATTURATO (Anno 2013) SETTORI CLASSI DI FATTURATO (Milioni di ) > 100 >50 50-10 10-2 <2 Totale % Attività professionali 8 39 585 632 33,11% Igiene, Servizi Integrati, Ecologia 3 3 20 74 249 349 18,28% Movimentazione Merci 1 17 56 164 238 12,47% Trasporto Merci 1 3 29 59 126 218 11,42% Ristorazione 2 4 3 98 107 5,61% Servizi ai Beni Culturali 1 5 77 83 4,35% Altre attività 2 4 67 73 3,82% Trasporto Persone 2 10 58 70 3,67% Impianti sportivi 2 58 60 3,14% Logistica portuale 3 16 33 52 2,72% Vigilanza privata 1 4 20 25 1,31% Consorzi Nazionali 1 1 2 0,10% TOTALE 8 6 87 272 1.536 1.909 100,0% INCIDENZA % 0,42% 0,31% 4,56% 14,25% 80,46% 100,00% 20

TAB. 2 - VALORE DELLA PRODUZIONE COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2012) SETTORI VALORE DELLA SOCI ADDETTI PRODUZIONE Igiene, Servizi Integrati, Ecologia 2.986.614.514 36.727 71.818 Ristorazione 1.597.256.386 15.972 28.369 Trasporto Merci 1.376.453.000 10.364 15.716 Movimentazione Merci 924.972.590 23.899 25.175 Attività Professionale 510.121.722 11.519 8.859 Altre Attività 152.671.431 847 1.740 Trasporto Persone 122.477.788 5.171 6.438 Logistica Portuale 139.529.091 2.215 2.083 Servizi ai Beni Culturali 82.412.202 3.746 3.924 Vigilanza Privata 60.942.346 2.213 2.874 Impianti Sportivi 27.080.615 1.083 1.022 TOTALE GENERALE 7.980.531.684 113.756 168.018 VARIAZIONE % 2011 +0,29% +1,24% -0,05% 21

Fig. 1 - SERIE STORICA VALORE DELLA PRODUZIONE TOTALE COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) Fig. 2 - SERIE STORICA SOCI E ADDETTI TOTALE COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) 22

Fig. 3 - SERIE STORICA DATI RISERVE E COSTO DEL LAVORO MEDIE COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) * 750.000.000 650.000.000 550.000.000 450.000.000 350.000.000 250.000.000 2008 2009 2010 2011 2012 RISERVE COSTO DEL LAVORO *I dati rilevati fanno riferimento alle cooperative di medie dimensioni (Fatturato 50-10 mil. di euro). Fig. 4 - SERIE STORICA DATI UTILE MEDIE COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) * 16.000.000 14.000.000 12.000.000 10.000.000 8.000.000 6.000.000 4.000.000 2.000.000 0-2.000.000 2008 2009 2010 2011 2012 UTILE *I dati rilevati fanno riferimento alle cooperative di medie dimensioni (Fatturato 50-10 mil.di euro). 23

Fig. 5 - SERIE STORICA DATI RISERVE E COSTO DEL LAVORO GRANDI COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) * 1.250.000.000 1.150.000.000 1.050.000.000 950.000.000 850.000.000 750.000.000 650.000.000 550.000.000 450.000.000 350.000.000 2008 2009 2010 2011 2012 COSTO DEL LAVORO RISERVE *I dati rilevati fanno riferimento alle cooperative di grandi dimensioni (Fatturato > 50 mil. di euro). Fig. 6 - SERIE STORICA DATI UTILE GRANDI COOPERATIVE ASSOCIATE (Anno 2008-2012) 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 20.000.000 10.000.000 0 2008 2009 2010 2011 2012 Utile *I dati rilevati fanno riferimento alle cooperative di grandi dimensioni (Fatturato > 50 mil. di euro). 24

Fig. 7/8/9 - SENTIMENT 2014 VALORE DELLA PRODUZIONE In diminuzione Stazionario In aumento SOCI 0% 20% 40% 60% 80% 100% Risposte in % In diminuzione Stazionario In aumento ADDETTI 0% 20% 40% 60% 80% 100% Risposte in % In diminuzione Stazionario In aumento 0% 20% 40% 60% 80% 100% Risposte in % 25