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LE ESPORTAZIONI ITALIANE A LIVELLO TERRITORIALE Nel corso dei primi nove mesi del 2015, l 80% delle regioni italiane ha conosciuto incrementi su base tendenziale delle proprie esportazioni. % 150 130 110 90 70 50 30 10-10 Fonte: Istat Dalla lettura dei dati pubblicati lo scorso primo dicembre dall Istat, riguardanti i conti economici trimestrali dell Italia, si rileva che, durante i primi nove mesi dell anno, l export di beni e servizi è risultata la componente su base tendenziale - in grado di fornire il contributo più positivo alla ricchezza nazionale (+4,5% rispetto al periodo gennaio settembre 2014). In tale contesto possono essere inquadrate anche le statistiche, diffuse di recente ancora dall Istituto Nazionale di Statistica, sulle esportazioni regionali dell Italia nell analogo periodo. Complessivamente l export italiano è cresciuto, rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno, del 4,2%, pari in termini assoluti ad un incremento di oltre 12,3 miliardi di euro. Ciò equivale a poco più di quanto, sempre tra gennaio e settembre, la Sicilia e il Trentino Alto Adige hanno esportato complessivamente nei mercati internazionali. Ben sedici regioni hanno conosciuto tassi di crescita positivi, tra i quali spiccano le ottime performance di Basilicata (+154,3%), Lazio (+13%) e Calabria (+11,5%). Viceversa, fra le quattro regioni che hanno visto ridurre le vendite di propri prodotti all estero, Sicilia e Liguria sono quelle che hanno segnato i tassi negativi più marcati. A livello territoriale, tutte le ripartizioni hanno accresciuto rispetto ai primi nove mesi del 2014 - il proprio export (tavola 30). A livello territoriale, si evidenzia che tutte le regioni settentrionali, con l esclusione ovviamente della Liguria, hanno Tassi di crescita, su base tendenziale, dell'export delle regioni nel periodo gennaio - settembre 2015 (variazioni percentuali)

mostrato delle dinamiche positive che sono oscillate fra il +2,1% della Lombardia e il +8,7% del Piemonte. In particolare la crescita relativa del Nord est (+5%) è stata più consistente rispetto a quella del Nord ovest (+3,6%), grazie ai significativi incrementi di Veneto ed Emilia Romagna che hanno apportato, se confrontati con l analogo periodo del 2014, un afflusso aggiuntivo di denaro dall estero pari a circa 3,9 miliardi di euro. A fare da traino alle due regioni sono stati i comparti dell agroalimentare, dell automazione meccanica, della gomma plastica e dei metalli e prodotti in metallo. A fronte di ciò, tuttavia, gli articoli di abbigliamento, che contribuiscono alle vendite all estero di entrambe le regioni per il 7%, hanno mostrato dei passi indietro quantificabili in una riduzione di circa due punti percentuali (tavola 32). Ad eccezione di Udine, Ravenna e Rimini, tutte le province dell Italia nord orientale - tra gennaio e settembre - hanno realizzato aumenti dei propri flussi esportativi. Particolarmente significativi sono stati gli incrementi delle province venete di Vicenza, Treviso e Verona, ma anche di Trieste e Bologna che, nell arco di nove mesi, hanno complessivamente migliorato i loro conti con l estero per poco meno di 2,6 miliardi di euro (tavola 33). La contrazione dell export della Liguria è stata una delle cause che ha portato il Nord Ovest a conseguire una performance, pur se positiva, inferiore a quella del Nord Est. Tra gennaio e settembre, le esportazioni dell Italia nord occidentale sono aumentate rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno del 3,6%, pari ad un incremento in valore di circa 4,2 miliardi di euro. Il Piemonte è risultata la regione che ha fornito all area il contributo maggiore: l export piemontese, infatti è passato dai 31,5 miliardi di euro, di gennaio settembre 2014, agli oltre 34,2 miliardi, conoscendo un accelerazione relativa dell 8,7%. Va tuttavia evidenziato anche il buon risultato della Lombardia che ha visto accrescere, in nove mesi, le vendite di propri prodotti all estero di oltre 1,7 miliardi di euro. Per la regione piemontese l avanzamento è da attribuirsi prevalentemente all exploit del comparto automobilistico, cresciuto di oltre un quinto, mentre per quella lombarda la spinta più ragguardevole è arrivata dall automazione meccanica. In termini assoluti, Torino è risultata la provincia che ha incrementato maggiormente il proprio export, con un ampliamento dell export di oltre 1,7 miliardi di euro. A seguire troviamo nell ordine Varese (+444 milioni di euro di aumento), Brescia (+417 milioni) e Alessandria (+383 milioni).

Nonostante il, seppur modesto, calo dell export delle Marche, l Italia centrale ha chiuso i primi nove mesi dell anno con una crescita tendenziale del 4,2%, in linea con la media nazionale. Tale risultato favorevole è imputabile alle accelerazioni realizzate, oltre che dal già citato Lazio, sia dall Umbria (+4%) che dalla Toscana (+2,1%). A far decollare le esportazioni del Lazio sono stati gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici, prima fonte di guadagno dall estero della regione, che hanno registrato tra gennaio e settembre un accelerazione del 14,5%. Inoltre va evidenziata l inversione di tendenza dei prodotti petroliferi raffinati, che sono tornati dopo tre anni a crescere, raddoppiando il livello totalizzato nel corrispondente periodo del 2014. Viceversa la metallurgia e la meccanica sono stati i comparti che hanno fornito il contributo più importante alla crescita dell export rispettivamente di Toscana e di Umbria. A livello provinciale, l incremento più consistente è stato realizzato da Latina (+22,9%), trainata dal suo polo farmaceutico, mentre le perdite più marcate sono state totalizzate da Massa Carrara (-18,7%) e Livorno (-21,6%). Notizie positive arrivano anche dal Mezzogiorno che, rispetto al periodo gennaio settembre 2014, ha visto incrementare le proprie esportazioni del 3,5%. Era dal 2012 che l export non registrava un tasso di crescita positivo. Tuttavia, va rilevato che questa dinamica favorevole è attribuibile principalmente al considerevole incremento della Basilicata, che ha più che raddoppiato il livello di vendite all estero totalizzato durante i primi nove mesi dello scorso anno. L aumento - pari al +46,5% - dell export di autoveicoli è stato l elemento primario del risultato del Mezzogiorno. Va ricordato, infatti, che tale comparto contribuisce per oltre il 12% alle vendite all estero di tutto il Meridione d Italia. Scendendo al livello di provincia si evidenziano da un lato i significativi balzi in avanti di Potenza, Chieti e Salerno che, rispetto ai primi nove mesi del 2014, hanno realizzato introiti aggiuntivi dai mercati internazionali pari complessivamente a circa 1,4 miliardi di euro, dall altro la contrazione conosciuta sia da Siracusa (-12,9%) che da Messina (-17,6%), entrambe attribuibili alla dinamica sfavorevole del comparto della raffinazione dei prodotti petroliferi.

Fonte: ISTAT Composizione percentuale delle esportazioni italiane settoriali suddivise per ripartizione territoriale di provenienza. Gennaio - settembre 2015 Italia nord occidentale Italia nord orientale Italia centrale Mezzogiorno 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca Prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere Prodotti alimentari, bevande e tabacco Prodotti tessili Articoli di abbigliamento Articoli in pelle e simili Legno e prodotti in legno; carta e stampa Coke e prodotti petroliferi raffinati Sostanze e prodotti chimici Articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici Articoli in gomma e plastica, minerali non metalliferi Metalli di base e prodotti in metallo Computer, apparecchi elettronici e ottici Apparecchi elettrici Macchinari ed apparecchi n.c.a. Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi Altri mezzi di trasporto Prodotti delle altre attività manifatturiere Altri prodotti Infine, in relazione alle aree geografiche di destinazione delle esportazioni italiane, suddivise per ripartizione territoriale di provenienza del prodotto, si evidenzia una crescita generalizzata all interno dell Unione Europea, grazie prevalentemente all area euro, in Nord America e in Medio Oriente. La dinamica favorevole nell UE, trainata dal Nord Est e dall Italia centrale, è di buon auspicio in quanto oltre la metà dei nostri beni venduti all estero sono destinati in ambito comunitario. Anche la crescita straordinaria in Nord America, dove si rileva un eccellente +32,9% del Nord Ovest e un altrettanto considerevole +20,8% del Nord - Est, ha per l Italia conseguenze positive: le esportazioni in tale area, infatti, rappresentano circa il 10% dell export nazionale. Buone performance sono state ottenute in America centro meridionale e in Asia orientale, dove anche in questo caso - tutte le ripartizioni territoriali hanno totalizzato tassi di crescita positivi. In Africa sub sahariana e in Asia centrale, con le esclusioni rispettivamente dell Italia nord occidentale e di quella centrale, le diverse aree nazionali hanno ottenuto dei miglioramenti mentre una evoluzione non particolarmente favorevole si è registrata in Africa settentrionale, dove con

l eccezione del Nord Est - tutte le nostre ripartizioni hanno segnato dei passi indietro rispetto alle posizioni acquisite nei primi nove mesi dello scorso anno. Per quanto concerne l area dei Paesi europei non UE, la significativa contrazione segnata dalle diverse aree italiane è da attribuirsi anche al conflitto russo ucraino e alle relative sanzioni internazionali imposte alla Russia che stanno avendo effetti deterioranti anche sulle relazioni commerciali della regione (tavola 31). Fonte: Istat 100% Composizione percentuale delle esportazioni italiane per destinazione suddivise per ripartizione territoriale di provenienza. Gennaio - settembre 2015 Italia nord occidentale Italia nord orientale Italia centrale Mezzogiorno 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Unione Europea a 28 Paesi europei non UE Africa settentrionale Altri paesi africani America settentrionale America centro meridionale Medio oriente Asia centrale Asia orientale Oceania e Altri Territori