RASSEGNA STAMPA Mercoledì 30 settembre 2015 Sommario: Rassegna Associativa 2 Rassegna Sangue e Emoderivati 7 Rassegna Medico-scientifica, politica sanitaria e terzo settore 11 Prime Pagine 15
Rassegna associativa FIDAS
Messaggero Veneto(ed. Pordenone) Incontro al Cro sulle staminali con le federate Fidas Nordest Il Cro di Aviano ospiterà questo sabato, dalle 9.30, l incontro interregionale delle federate Fidas Nord Est grazie all iniziativa della locale Associazione friulana donatori di sangue sezione di Pordenone che ritrova in casa i propri colleghi a cinque anni di distanza dall ultima volta. Presenzierà anche il presidente nazionale Fidas, Aldo Ozino Calligaris. Con lui moltissimi rappresentanti (circa 80) tra presidenti e vertici dei sodalizi, delle 13 federate Fidas del Triveneto, di cui 6 presenti in Friuli Venezia Giulia ossia l Afds Pordenone con sede a Spilimbergo, le Associazione donatori volontari sangue di Gorizia, Monfalcone e Udine, le Associazioni donatori volontari sangue di Trieste ed infine il gruppo autonomo donatori aziendali sangue di Torviscosa. I delegati parteciperanno ad un momento di approfondimento sul tema Terapia con cellule staminali: dal laboratorio al letto del paziente cui seguirà la visita ai nuovi laboratori staminali del Cro.
Rassegna sangue e emoderivati
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Ed. Napoli) Sangue infetto «FedEmo» ammessa come parte civile NAPOLI Il Giudice del Tribunale di Napoli ha ammesso la richiesta di costituzione di parte civile di FedEmo, la Federazione delle Associazioni Emofilici, nel processo che vede imputati alcuni responsabili della sanità italiana di allora e di case farmaceutiche per il contagio negli anni 80 e 90 di migliaia di persone emofiliche con il virus dell'hiv e dell'epatite C. Alla sbarra, tra gli altri, ci sono l'industriale farmaceutico Guelfo Marcucci e l'ex direttore generale del Ministero della Salute Duilio Poggiolini. I due, ultra ottantenni, sono le figure chiave di uno dei più grandi scandali degli anni novanta quello delle trasfusioni e dei farmaci emoderivati non controllati ed immessi sul mercato. Le sacche si sangue immesse vendute tra gli anni ottanta e gli anni novanta, risultarono infette dal virus dell'hiv e dell'epatite B. Migliaia i pazienti contagiati in tutta Italia, mentre ancora oggi è difficile stimare quante siano state le morti causate dai virus trasmessi attraverso le trasfusioni ed i prodotti emoderivati. Lo scandalo scoppiò nel 1993 ed il processo, dapprima in campo al tribunale di Trento e poi spostato a Napoli, è cominciato la scorsa estate. La notizia dell'ammissione di parte civile di FedEmo è stata resa nota dalla stessa associazione «I risarcimenti stentano ad arrivare» riferisce l'associazione. La Presidente di FedEmo, Cristina Cassone, esprime «soddisfazione per un provvedimento che restituisce fiducia a tutti coloro che furono incolpevoli vittime dei contagi da HIV e HCV e che rappresenta il giusto riconoscimento per l'impegno profuso sul tema dal precedente e dall'attuale Consiglio Direttivo della Federazione, al fianco delle Associazioni e dei singoli pazienti». Uno dei legali di FedEmo, l'avvocato Marco Calandrino di Bologna, commenta: «Siamo fiduciosi che venga fatta piena luce, che venga accertata la verità: lo si deve a tutti coloro che non sono più fra di noi e alle loro famiglie. Niente e nessuno potrà restituirci le persone decedute, ma si potrà almeno far sì che questa tragedia rimanga nella memoria storica condivisa del nostro Paese come monito affinché non abbia mai più a ripetersi in futuro».
NOTIZIARIO ITALIANO.IT Presentato a Torino Da Vinci, alleato medici e pazienti C'è il robot in sala operatoria, interventi millimetrici TORINO - Quattro braccia robotiche, in grado di eseguire movimenti millimetrici con la massima precisione. Si chiama come l'inventore per eccellenza, Da Vinci, il creatore dei primi automa della storia, il robot presentato dalla Clinica Santa Canterina da Siena a Torino. Un alleato prezioso, per medici e pazienti, perché consente di effettuare interventi con una precisione senza precedenti, limitando la perdita di sangue e riducendo al minimo il fabbisogno trasfusionale. Ritenuta la piattaforma più avanzata per la chirurgia mini invasiva disponibile oggi a livello mondiale, Da Vinci è manovrato dal chirurgo attraverso una consolle, mentre la microcamera posizionata su un endoscopio gli permette di visualizzare immagini 3D su uno schermo. Dopo la Tac a 128 strati e la risonanza magnetica 'anti clastrofobia', un'altra importante novità che amplia le capacità cliniche del chirurgo. Considerato sicuro e capace di effettuare operazioni chirurgiche con altissima precisione, il sistema robotico Da Vinci amplia le capacità cliniche del chirurgo, limita drasticamente la perdita di sangue e riduce al minimo il fabbisogno trasfusionale, diminuendo anche i tempi operatori. In molti casi, inoltre, la durata della permanenza in ospedale dei pazienti trattati con tecnica robotica risulta dimezzata rispetto agli interventi con approcci chirurgici differenti. Con Da Vinci l'approccio mini invasivo può essere adattato a numerose procedure chirurgiche delle diverse specialità. Il sistema viene utilizzato in particolare in Urologia (67% dell'attività), seguita da Chirurgia Generale (16%), Ginecologia (10%), Otorinolaringoiatria (4%), Cardiochirurgia e Chirurgia Toracica (3%). A guidare le braccia robotiche sono i semplici movimenti del polso del chirurgo, che può operare anche in equipe con un altro specialista grazie ad una seconda console. Il sistema, basato anche sul controllo intuitivo dei movimenti, permette di superare i limiti delle tecnologie chirurgiche convenzionali, avendo anche sempre a disposizione tutti i dati del paziente. Sullo schermo, infatti, chi opera può visualizzare contemporaneamente l'immagine in 3D del campo operatorio ma anche quelle di esami effettuati dal paziente, come ecografie elettrocardiogrammi. 30/09/15 05:53
LA STAMPA L'elisir della giovinezza? "Il segreto è contenuto nel sangue e nel feto" Invecchiamo? «Colpa della spazzatura molecolare. Con il passare dell'età gli scarti fisiologici si accumulano, il corpo fa più difficoltà a smaltirli e diventano infiammatori, proprio come una malattia infettiva». Ed ecco spiegate le malattie croniche, i problemi degenerativi e il decadimento del corpo. A voler trovare la formula dell'elisir di lunga vita è il professor Claudio Franceschi, ordinario di Immunologia all'università di Bologna, in questi giorni a Torino per il corso internazionale «The aging brain: cellular mechanisms interfacing human pathology» organizzato dal dottorato di Neuroscienze dell'università di Torino sino al 2 ottobre. Anti invecchiamento Lo studio di Franceschi è stato finanziato a inizio settembre dall'unione Europea, che ha investito 6 milioni di euro per un progetto internazionale di quattro anni che vedrà 9 centri di ricerca analizzare le cause della degenerazione cellulare. Ma dietro c'è molto di più: «L'invecchiamento è la base della vita. Il processo inizia già nel feto e quindi capirne i meccanismi è fondamentale per guarire molte malattie, oltre che per vivere meglio» afferma Franceschi, che delle tecnologie per un approccio integrato all'anti invecchiamento ha basato gran parte della sua carriera scientifica. «Si tratta di guardare i problemi con un diverso approccio: il mio studio sui centenari ci permetterà di mettere a confronto migliaia di casi, andando a identificare non chi ha sviluppato il Parkinson ma i casi che non l'hanno presentato e perché». Interessante è un vasto campione di gemelli svedesi, seguiti per tutta la loro vita clinica: «Con il loro sangue si potranno fare considerazioni sulle predisposizioni genetiche». Il professor Franceschi questa mattina interverrà al Lingotto al convegno dell'accademia Italiana per lo studio del Parkinson e dei disordini del movimento, ieri sera ha invece tenuto una lezione in Rettorato su «La sfida del secolo: una vita più lunga e più sana per tutti», rivelando scenari futuri degni di un film. «Uno studio sui topi ha dimostrato che il sangue giovane è in grado di ringiovanire e guarire il ricevente più anziano». Se si arriverà a combattere l'invecchiamento con le trasfusione nessuno può dirlo, ma «in America ci stanno provando per guarire l'alzaimer. Identificare i meccanismi e gli elementi auto-guarenti del sangue sarà la prossima grande rivoluzione». [N.PEN.]
Rassegna medico-scientifica e politica sanitaria
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