Gestione in sicurezza dell accessibilità/accoglienza



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P A G I N A 1 0 Accessibilità e sicurezza per il pieno utilizzo delle palestre scolastiche Wiliam MARSERO di M. CANCIA - W. MARSERO Nato a Beinasco (TO) nel 1947, laureato in Ingegneria Civile al Politecnico di Torino. Ha svolto la propria attività scientifica e di ricerca nell'ambito del Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali del Politecnico di Torino presso il quale ha svolto anche attività didattica dal 1971 al 2002, continuando a collaborare fino ad oggi nei corsi post-laurea. Ha insegnato "Architettura ed Urbanistica Tecniche", "Economia ed Estimo Civile", "Analisi e Valutazione ambientale", "Contabilità dei Lavori", presso il Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali della Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino. Ha fondato e diretto il corso post-laurea in Ingegneria dello Sport. Attualmente è Membro del Comitato Scientifico. Consulente di Enti Territoriali sugli aspetti connessi all'impiantistica sportiva, all'accessibilità, analisi e valutazione ambientale. Consulente CONI dal 1990, membro "esperto" della Commissione Regionale Impianti Sportivi, è stato tecnico della FISD con la quale ha collaborato fin dal 1991 e poi del Comitato Italiano Paralimpico di cui è consigliere provinciale. E' stato consulente TOROC e dell'agenzia per Torino 2006 per il controllo dell'accessibilità del sistema Olimpico e Paralimpico. Ha fatto parte del Comitato Paralimpico per Torino 2006. Ha progettato numerosi complessi sportivi. Dalla sua istituzione fa parte dello Sportello Sport della Provincia di Torino, collaborando alla redazione di proposte e attività in materia di edilizia sportiva, impianti natatori e disabilità. Collabora come giornalista pubblicista alla rivista "Tsport" e con l'istituto Nazionale per la Valutazione dell'impatto Sociale dell'economia in qualità di membro del Consiglio di Indirizzo. Nata a Torino nel 1959 si è laureata in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1985. Ha svolto la propria attività lavorativa dal 1986 come collaboratore della società di ingegneria "wiliam marsero ingegnere e associati s.r.l." di cui diventa socia nel 1999. Dal 1986 ad oggi ha partecipato a numerose realizzazioni nell ambito dell impiantistica sportiva, dell accessibilità, svolgendo incarichi di progettazione e direzione lavori. Marina CANCIA Iscritta all'ordine degli Architetti della Provincia di Torino. Specializzata nella progettazione sportiva anche frequentando presso il Politecnico di Torino il 1 e il 2 Corso di perfezionamento in Ingegneria dello sport ". Premessa Prima ancora di entrare nel merito degli aspetti più strettamente connessi alla presenza di soggetti con particolari difficoltà motorie e/o sensoriali sarebbe utile una breve riflessione sul problema dell edilizia sportiva scolastica. Da un punto di vista generale il tema ha generato problematiche e aspettative non sempre soddisfatte, malgrado si siano più volte e unanimemente ribaditi i principi comuni sul ruolo dello sport nelle scuole. L importante funzione formativa/educativa che la pratica sportiva svolge nell età scolare richiederebbe: - attrezzatura completa e rispondente alla pratica delle diverse attività sportive; - attrezzatura integrata con il territorio e quindi capace di rispondere anche alle esigenze di una domanda extra-scolastica. Se in passato la carenza di strutture era imputabile sostanzialmente alla carenza di risorse rispetto alla forte domanda di servizi prevalentemente scolastici, con la diminuzione della popolazione in età scolare si sarebbe potuto agevolare quegli interventi necessari a soddisfare quanto sopra evidenziato, integrando la completezza delle attrezzature con quegli accorgimenti, non solo di carattere edilizio, capaci di rendere fruibile a tutti le strutture sportive. Nel caso delle palestre, trattandosi per lo più di strutture piuttosto complesse, i cui costi di gestione non sono da sottovalutare, il poter consentire la massima partecipazione può rappresentare anche uno strumento utile sotto l aspetto finanziario. Affinché tale condizione possa essere effettivamente utile, il sistema sportivo deve poter rispondere pienamente a tutte le regole del gioco, sia sotto l aspetto edilizio che sotto l aspetto gestionale. Da entrambi i punti di vista occorre pertanto disporre di edifici dedicati alla fruizione da parte di: - atleti (studenti nelle ore scolastiche, la popolazione più varia nelle ore extrascolastiche); - addetti alle attività; - addetti al mantenimento in uso delle strutture; - accompagnatori nel caso di attività coordinata a livello agonistico; - spettatori in presenza di spazi dedicati allo scopo. Soggetti fruitori la cui accessibilità deve essere garantita dalle norme vigenti e dalla capacità gestionale e di accoglienza delegata al responsabile della struttura insieme alle altre incombenze come la sicurezza, la guardiania, la gestione finanziaria etc. Sport e disabilità Ogni persona, indipendentemente dall età, dal sesso, dalla condizione sociale, deve poter disporre, nello sport come nelle altre attività, di opportunità adeguate alle proprie capacità. Alcuni handicap escludono dalla possibilità di impegnarsi in discipline sportive nelle stesse condizioni e con le stesse modalità con cui sono tradizionalmente praticate. Quindi, partendo dalle potenzialità del soggetto, è possibile fare in modo che le regole del gioco si adattino all individuo e non il contrario. Risulta evidente che anche le strutture e gli edifici devo- Fig. 1 - Arrampicata sportiva

P A G I N A 1 1 Fig. 2 Tutti gli spazi di gioco e accessori devono risultare possibili per cui lo schema, più volte sperimentato, utilizza spazi le cui dimensioni ed i cui accorgimenti risultano naturalmente accessibili a tutti i fruitori no essere capaci di accogliere tutti coloro che intendono praticare attività sportive a qualsiasi livello: agonistico, ricreativo, terapeutico e riabilitativo. Attività fisica adattata È il termine internazionale con il quale si definisce qualsiasi movimento o sport che parta da interessi, capacità o attitudini individuali. Questo significa che le attività devono essere adattate alla situazione specifica del handicap perché siano educative e, soprattutto, per offrire una gamma sufficiente di opportunità appropriate alle differenti capacità. L origine del termine handicap è legato allo sport: in Gran Bretagna, nel XIX secolo, si riferiva al peso reale che i cavalieri più abili devono sopportare durante le corse dei cavalli. L obiettivo era di mettere tutti i corridori in condizioni di parità alla partenza, per rendere la prova sportiva più giusta. Se vogliamo fare un riferimento allo sport moderno, la disciplina che meglio si avvicina a questo concetto è il golf che, con lo scopo di far gareggiare tutti i giocatori alla pari, attribuisce degli svantaggi (handicap) superiori a chi è meno bravo, salvo correggere tale svantaggio man mano che l abilità aumenta. In questo sport i disabili partono come tutti con lo svantaggio maggiore e poi possono progredire. Ma anche se tale condizione non fosse possibile, possono continuare a gareggiare alla pari. Anche nella nostra società con handicap si indica lo svantaggio che colpisce i più deboli e meno abili nel loro vivere quotidiano. Tale peso non deve però essere Fig. 3 - Arredo accessibile considerato scontato e definitivo, ma recuperabile con interventi adeguati. È evidente quindi la necessaria progettualità per ogni intervento. Affinché tale progettualità, possa mettere tutti alla pari, deve essere concepita tenendo conto della molteplicità dei problemi che afferiscono all utenza finale e, solo quando tali problemi non appaiono evidenti, è possibile affermare che il progetto è universale e rivolto a tutti. La normativa tecnica e la legislazione vigente in materia, se applicata correttamente, consente di raggiungere dei buoni risultati rispetto ai criteri di accessibilità di una palestra. Purtroppo anche la normativa, se subita passivamente non è in grado di offrire standard di fruibilità accettabili a meno che non sia accompagnata da criteri di accessibilità legati alla conoscenza delle diverse disabilità. Tipologia di disabilità E fondamentale allora ricordare che ogni soluzione gestionale non può prescindere da alcune regole elementari di conoscenza ed accoglienza delle persone con particolari difficoltà del tipo: disabilità fisiche: - persone con mobilità ridotta e amputati; - persone in carrozzina ( manuale, elettrica, da competizione, etc.); - persone in carrozzina con accompagnatore che nel caso dello sport corrispondono quasi sempre agli spettatori. disabilità sensoriali: - persone non vedenti o ipo-vedenti - persone non udenti - persone sordomute cerebrolesi/disabili mentali altri tipi di disabilità quali celiaci, cardiopatici, ecc. Alle suddette disabilità corrispondono discipline che a fronte di soluzioni originali rendono praticabile e normale l attività fisica adattata. Per le palestre ricordiamo a titolo di esempio il basket, il calcetto, lo judo, la ginnastica, il goalball, il rugby in carrozzina, la scherma, il sollevamento pesi, il tennis tavolo, il tennis, il torball, la wheelchair dance, il calcio balilla, l hockey in carrozzina elettrica, l arrampicata sportiva e altro.

P A G I N A 1 2 La normalità per l atleta disabile rappresenta invece alle volte, un ostacolo per il conduttore della palestra che, in carenza di preparazione può creare spiacevoli situazioni in merito all accoglienza e in alcuni casi ostacoli troppo spesso imputati in modo pretestuoso a criteri di sicurezza. Norme comportamentali per l accoglienza di base Abbiamo già avuto modo di esporre il concetto per il quale la persona con disabilità non è diversa da ogni altra persona : su questa affermazione si basa ogni tipo di comportamento da adottare verso chiunque. Sulla base di tale principio gli ostacoli si superano soprattutto osservando alcuni principi generali: 1. Attenzioni particolari vanno adottate nel momento dell approccio quando non si conosce ancora, o non si riesce ad identificare, la reale disabilità. 2. Disponibilità e cortesia sono gradite e dovute in ogni occasione. 3. Mantenere un atteggiamento naturale, se si prova imbarazzo ricordarsi che è una reazione naturale di cui non bisogna preoccuparsi. 4. Rivolgersi direttamente alla persona o non ad eventuali accompagnatori. Valutare l autonomia della persona e chiedere prima di aiutare: la persona con disabilità desidera agire, il più possibile, in modo autonomo. E di conseguenza rendersi disponibile per: 1. Memorizzare percorsi accessibili più diretti possibile per raggiungere punti di ritrovo e di pubblica utilità (telefoni, bagni, bar, ascensori, di cui sia stata verificata l accessibilità) e sperimentarli di persona prima dell arrivo dell ospite. 2. Disponibilità ad aiutare la persona nel salire e scendere dal mezzo e nel trasporto di borse o attrezzi. 3. Lasciarsi consigliare dall interessato su quale sia il modo migliore per riporre la carrozzina o per altre necessità. 4. Quando si accompagna una persona non vedente è buona norma illustrare il tragitto. Aspetti edilizi Anche se le normative per poter disporre di luoghi accessibili e fruibili a tutti sono ormai datate e sperimentate, la realtà non è così rosea. Ancora oggi solo poco più del 5% delle palestre risulta a norma, quasi il 10% è comunque facilmente fruibile da parte di persone con problemi di mobilità, il 55% è sostanzialmente adattabile con pochi accorgimenti a costo contenuto, mentre il 32% è praticamente inaccessibile e quasi sempre non recuperabile allo sport disabili. I dati si riferiscono soprattutto a persone in carrozzina e non tiene conto degli accorgimenti necessari per i non vedenti e i sordi. Per questi ultimi possiamo contare solo su pochissimi impianti di eccellenza tra cui i siti di Torino 2006 ed alcuni altri impianti in città (Torino). Molto spesso, anche quando si ritiene che tutto sia stato fatto per garantire l uso delle strutture a tutti, ci si rende conto che le soluzioni adottate, anche in presenza di interventi recenti, non sono adatte a consentire l uso della totalità dell'impianto. Il problema dell'accessibilità viene generalmente parzialmente risolto nei confronti del pubblico spettatore, anche se troppo spesso penalizzato nella visibilità del gioco, vengono invece ignorate e/o trascurate le esigenze dell'atleta disabile, riducendo così di molto l'offerta effettiva di impianti praticabili. Le vere criticità sono rappresentate: - dagli accessi; - dai dislivelli; - dall'impraticabilità dei servizi igienici; - dal posizionamento degli spettatori nel rispetto della visibilità e delle norme di sicurezza; - dagli accorgimenti necessari ad accogliere persone con disabilità sensoriali; - dall inadeguatezza dei trasporti pubblici; - dall impreparazione del personale; - dalla generale impreparazione e superficialità con cui vengono affrontati i temi dell accessibilità. I dislivelli sono, insieme ai bagni, gli ostacoli più evidenti e, troppo spesso, risolti in modo non corretto con rampe a pendenza eccessiva, sanitari ed ausili posati in modo non corretto e ascensori o monta scale praticamente inutilizzabili o di ridotte capacità rispetto alle esigenze di accesso ed evacuazione di un impianto sportivo se non addirittura di ostacolo per le vie di fuga. Il sistema elettro-meccanico per il superamento dei dislivelli è spesso il primo importante supporto tecnologico necessario alla fruibilità dello spazio di attività e di supporto necessari alla pratica sportiva. Eppure, anche quando sono a norma molto spesso sono loro stessi raggiungibili solo in seguito al superamento di piccoli banali ostacoli che non possono essere affrontati in autonomia da una persona costretta su sedia a ruote. L'impraticabilità dei bagni è spesso un imperdonabile errore progettuale da parte di chi non conosce i movimenti di una persona in carrozzina. Abbiamo riscontrato bagni in cui non si sono fatti mancare nulla, ma nei quali i sanitari e/o ausili posati non correttamente li rendono impraticabili, a dispetto della spesa sostenuta! Per gli spettatori, la mancanza di attenzione è ancora Figura 4 - Diagramma fasi di evacuazione

P A G I N A 1 3 più grave in quanto vengono generalmente offerti posti in tribuna assolutamente discriminatori dai quali di solito è praticamente impossibile vedere la manifestazione sportiva. Una particolare attenzione infine va rivolta ai disabili sensoriali che oltre ad essere degli atleti sono molto spesso degli assidui spettatori. A molti lettori sembrerà impossibile, ma anche i non vedenti, oltre a praticare con ottimi risultati lo sport, a- mano andare a "vedere" la partita e, per offrire una sufficiente autonomia, occorre provvedere, a servizio di questi utenti, percorsi guida per i quali il linguaggio internazionale più adottato è il sistema loges, mappe tattili e, se possibile, collegamenti radio con lo speaker che riesce a far maggiormente "percepire" loro il gioco praticato anche se non "visto". Per i sordi occorre porre attenzione alla traduzione scritta della comunicazione "chiave" dell'evento. Accessibilità e sicurezza L accessibilità e gli aspetti edilizi connessi non possono prescindere dalle generali condizioni di sicurezza che devono essere garantite a salvaguardia del costruito, con particolare riguardo alla presenza di persone, soprattutto quando parte di queste possono incontrare particolari difficoltà di percezione del pericolo e del movimento. L'aspetto è particolarmente delicato proprio perché la "sicurezza" è spesso un impedimento, o meglio un "alibi" per vantare interventi costosi o impossibili, quasi come se chi, affetto da problemi di handicap, non stesse già pagando un grande prezzo alla società e pertanto non meritevoli di protezione e sicurezza. Dal punto di vista normativo ricordiamo l'art. 46 del DM 236 del 14/6/89 che, anche se limitatamente alla normativa antincendio, affronta il problema della compatibilità fra le norme di sicurezza e quelle sul superamento delle barriere architettoniche. Aspetto purtroppo spesso trascurato con conseguenze economiche non secondarie legate ai successivi adempimenti e non osservanza delle esigenze prestazionali minime necessarie. Soffermandoci agli aspetti antincendio va segnalata la relazione dell'ing. Ernesto Lazzarotto, già ispettore interregionale per il Piemonte e la Valle d'aosta dei VV.FF., nel Convegno "Vivere senza barriere", da cui emergono tutti gli aspetti connessi dl problema della sicurezza e le barriere architettoniche. Particolarmente significativo è il diagramma delle fasi di evacuazione da cui emerge il limitato tempo a disposizione per l'esodo dai luoghi affollati in caso d'incendio e dal quale emerge la necessità di percorsi adeguatamente separati al fine di consentire la sicurezza della totalità delle persone presenti in un determinato luogo. Principio ripetibile per ogni categoria d'opera edilizia, ma evidentemente estendibile alla sicurezza dei percorsi, alla necessità di separazione dei transiti (pedonali, veicolari, etc.), alla visibilità e percettibilità delle protezioni, alla certezza dell'itinerario. La palestra è comunque anche un luogo di lavoro per cui volendo entrare maggiormente nel merito possiamo approfondire alcuni criteri particolarmente significativi. Con la circolare del ministero dell Interno n 4 del 1 Marzo 2002 si sono coordinate le misure necessarie a mettere in sicurezza le strutture edilizie in modo da garantire le presenza contemporanea di persone anche con problemi di mobilità. Non tratteremo quindi gli aspetti generali della sicurezza antincendio, ma cercheremo di valutare gli aspetti critici che possono compromettere l incolumità delle persone. Nello specifico un primo aspetto è sicuramente legato alla necessità di movimento e di raggiungimento delle vie d esodo delle persone. Le criticità sono legate alla diversa percezione del pericolo e ai movimenti possibili da parte di persone cosiddette normodotate e persone con mobilità ridotta o impedita. In ogni caso dovremmo sempre poter contare su almeno due vie di fuga, con uscita di sicurezza compatibili con le capacità di movimento. A tal fine, nel caso di percorsi piuttosto lunghi occorrerà provvedere alla compartimentazione degli ambienti e all individuazione di luoghi statici sicuri (luoghi protetti per un periodo prestabilito dall incendio, raggiungibili dall esterno, nei quali la persona con difficoltà motoria può attendere il soccorso senza interferire con il normale flusso d esodo delle persone capaci di muoversi autonomamente). In questo caso l autonomia è evidentemente soggettiva, in quanto anche chi cammina piano può rappresentare un ostacolo per chi corre. Per questo motivo le via di fuga dovranno essere le più brevi possibile (nelle palestre inferiore a 40 m), senza ostacoli e di larghezza capace a consentire l affollamento presente (il modulo è di 60 cm ogni 50 persone con un minimo di due moduli). Gli ostacoli possono essere rappresentati anche da arredi e/o ingombri Fig. 5 - Vie di fuga in piano

P A G I N A 1 4 temporanei, discontinuità della pavimentazioni, dislivelli improvvisi e/o non segnalati, porte chiuse, troppo strette, non completamente apribili o prive di maniglione antipanico. Per i non vedenti le vie di fuga dovrebbero essere segnalate con percorsi e mappe tattili. Ma gli stessi accorgimenti per non vedenti se realizzati in modo non corretto, possono presentare problemi per le persone che si muovono con bastoni o in carrozzina. I dislivelli presentano un problema d esodo per chiunque. Le norme di sicurezza per gli impianti sportivi dispongono misure accettabili per altezza, pedata, larghezza e numero di gradini consentiti con cui confrontarsi nel progetto delle scale. Malgrado esistano norme precise sui mancorrenti, questi non sono quasi mai posati in modo corretto. Infatti dovrebbero essere due, posati ad entrambi i lati della scala, ad altezza di 90-100 cm e 75 cm. La pavimentazione non deve essere sdrucciolevole. Per le persone che si muovono in carrozzina le scale non sono evidentemente percorribili, occorre allora ricorrere alle compartimentazioni in piano (separazioni capaci di rendere non attaccabili dal calore e dal fuoco parti dell edificio attiguo a quello in cui si è verificato Fig. 6 - Vie di fuga in piano l incendio), alle rampe e/o agli ascensori antincendio. Le rampe, con pendenza inferiore al 5-8%, dovrebbero essere separate dai gradini in quanto per le persone non in carrozzina rappresentano una discontinuità e di conseguenza un pericolo, oltre che sostanzialmente inaccessibili a chi cammina con i bastoni. Esistono infine gli ascensori antincendio (presenti in casi rarissimi) che consentono l evacuazione attraverso filtri e l uso di un ascensore protetto e autoalimentato. È evidente che la dimensione di questi ascensori, ma anche degli altri, deve tenere conto degli ingombri della carrozzina. Negli impianti sportivi la presenza di attività paralimpiche nei giochi di squadra lascia intendere la presenza di un numero importante di atleti para/ tetraplegici per cui il numero e la capienza degli ascensori, dove non esistono altre vie di accesso o fuga, deve provvedere alle necessità di trasporto di tale numero di utenti nel rispetto della sicurezza e dei tempi compatibili con le regole del gioco. La gestione delle suddette attività deve essere correttamente integrata con adeguata segnaletica di sicurezza intercambiabile e capace di assolvere ad ogni evenienza. Ad esempio in presenza di non vedenti la segnalazione luminosa non è esaustiva, come non è esaustiva la segnalazione acustica in presenza di non udenti. Naturalmente tali accorgimenti vanno pensati per tutte le categorie di utenti presenti in palestra (atleti, accompagnatori, addetti, spettatori, etc.) Le prescrizioni antinfortunistiche devono comunque comprendere sia quanto previsto per gli impianti sportivi, sia quanto previsto per le scuole, sia quanto previsto per i locali di pubblico spettacolo, sia quanto previsto per la sicurezza dei luoghi di lavoro. In caso di manifestazioni sportive non continuative alcuni accorgimenti possono essere parzialmente suppliti e/ o integrati da personale specializzato addetto alle misure per l esodo assistito. La gestione della sicurezza delle palestre deve tenere conto delle diverse situazioni in cui l uso dei locali può trovarsi. In primo luogo: - uso scolastico - uso extrascolastico. Nel primo caso la gestione del sistema deve essere integrata con quello del plesso scolastico a cui appartiene la palestra. Nel secondo caso occorre che dal punto di vista edilizio l edificio palestra possa essere completamente autonomo ed indipendente anche sotto l aspetto della compartimentazione antincendio per consentire una gestione della sicurezza separata dal resto del complesso scolastico. In questo caso le fasi di gestione della sicurezza possono essere: - pianificazione dell emergenza; Fig. 7 - Percorsi tattili per non vedenti - in presenza delle sole attività sportive; - in presenza di manifestazioni con presenza di pubblico; - pianificazione dell esodo, soprattutto in presenza di pubblico spettatore; - norme di comportamento. Si riportano in allegato alcuni suggerimenti da adottare in presenza di persone con difficoltà. Disabili motori che si muovono in carrozzina In ogni caso per consentire l'accessibilità a persone in carrozzina occorre: - Evitare percorsi troppo stretti e con ostacoli, dislivelli, gradini e o altro non superabile agevolmente con rampa (pendenza max. compresa tra il 5% e il 12% a seconda della lunghezza della rampa) o con ascensore, (per strutture pubbliche di nuova costruzione e per i grandi eventi sono sconsigliati i servoscala). - passaggi di larghezza tale da consentirne la percorri-

P A G I N A 1 5 bilità > 80 cm. - servizi igienici adeguati e capaci di essere affiancati anche da persone su sedia a ruote. Gli accorgimenti sono rivolti alla totalità dei fruitori, atleti (nel caso delle paralimpiadi e post olimpico), tecnici, personale, accreditato e spettatori. Per queste persone occorre individuare percorsi brevi e frequenti zone di riposo. In questo caso la rampa può diventare un ostacolo, motivo per cui si è cercato di affiancare sempre la rampa a gradini. Per questo tipo di utenti si rende necessaria la presenza di alcune carrozzine per agevolare gli spostamenti. In montagna si è provveduto anche con shuttle (golf-car) Misure atte all accoglienza: Individuazione della tipologia di disabilità e salvo non si tratti di persone con gravi problemi psichici: - Dialogare direttamente con la persona interessata senza usare da tramite l eventuale accompagnatore; - Individuare sempre nella persona tutte le possibilità di collaborazione; - Interpretare le necessità della persona da accogliere ed offrire la collaborazione necessaria Nel caso necessiti di aiuto fisico: - Essere in grado di posizionare le mani in punti di presa specifici per consentire l eventuale trasferimento della persona in modo sicuro; - Assumere posizioni di lavoro corrette, che salvaguardano la schiena del soccorritore. Per persone in carrozzina: - Ricordare sempre che per la persona accolta la carrozzina equivale alle proprie gambe - Quando occorre superare un ostacolo, ad esempio dei gradini, farsi suggerire dall interessato la manovra migliore; - Evitare soluzioni che mettono in difficoltà le persone in carrozzina ad es. banconi troppo alti, catering, etc. Disabili motori che possono muoversi senza l'uso della carrozzina: Per queste persone occorre individuare percorsi brevi e frequenti zone di riposo. In questo caso la rampa può diventare un ostacolo, motivo per cui è utile affiancare sempre la rampa a gradini. Per questo tipo di utenti potrebbe rendersi necessaria la presenza di alcune carrozzine per il superamento di lunghi percorsi nei casi più gravi. In generale è bene non interferire con persone che pur utilizzando ausili motori quali un bastone o una stampella sono in grado di muoversi in autonomia, può essere utile suggerire loro il percorso più facile Disabilità: non vedenti: - Tenere in conto che non è esclusa la presenza di personale addetto con problemi visivi; - Accogliere il non vedente rivolgendosi direttamente all interessato e non all accompagnatore; - Annunciare la propria presenza con voce distinta fin da subito; - Non temere di usare parole come vedere, guardare o cieco ; - Descrivere in anticipo le azioni da intraprendere lasciando che la persona vi spieghi di cosa ha bisogno; - Lasciare che la persona afferri leggermente il braccio o la spalla per farsi guidare; - Annunciare ad alta voce la presenza di ostacoli, scale, porte, variazioni di percorso; - Nell invitare il non vedente a sedersi, guidare la mano della persona a toccare la sedia; Per agevolare l'autonomia dei non vedenti, anche se raramente si muovono da soli in luoghi non conosciuti, occorre dotare i percorsi di segnali tattili a pavimento ed informazioni su pannelli a rilievo e in braille. Per i luoghi conosciuti la loro capacità di autonomia stupisce e mette in evidenza come sia sufficiente dotare la persona non vedente di informazioni adeguate e descrivere loro,senza marcarne troppo il problema, l ambiente in cui si trova. Per non vedenti ed ipovedenti il problema sta nel mantenere i passaggi sgombri da ostacoli mobili Per entrambi il problema più importante è la percezione del pericolo, sistemi acustici, ma soprattutto la collaborazione di altre persone in questo caso è essenziale In caso di assistenza di un cieco con cane guida: - Non accarezzare o offrire cibo al cane senza l autorizzazione del padrone; - Quando il cane porta la guida (imbracatura) vuol dire che sta svolgendo il suo lavoro, se non volete che il cane guidi fate rimuovere la guida ; - Il cane va sempre tenuto al guinzaglio e non per la guida. Disabilità: ipovedente - In presenza di persone ipovedenti la presenza di segnali tattici è ancora più importante anche se può essere semplificata; - In questo caso si possono indicare percorsi mediante pavimenti e indicazioni di colore vivace. Disabilità: Sordi e/o sordomuti Per tenere in conto la presenza di persone con queste difficoltà, occorre porre attenzione ai messaggi sonori, che devono sempre essere accompagnati da scritte che ne sintetizzino il contenuto. Per consentire al sordo una buona lettura labiale la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo, il viso di chi parla deve essere illuminato, fermo e all altezza della persona. La velocità del discorso deve essere moderata, il linguaggio semplice e corretto. Se non si riesce a comunicare è possibile scrivere, in una discussione di gruppo è utile l utilizzo di lavagne luminose

P A G I N A 1 6 Conclusioni Anche se il problema della gestione della sicurezza in presenza di persone con difficoltà sembrerebbe complicare l utilizzo della palestra scolastica, in realtà non rappresenta nulla di diverso da quanto ogni progettista dovrebbe fare a risposta delle esigenze dell utenza e della legislazione vigente, a cui tutte le attività (sportive, scolastiche, lavorative, di comportamento) si dovrebbero attenere in quanto norme e/o prescrizioni dello Stato affrontate anche dal punto di vista della persona disabile. Non si tratta quindi di innovazioni o adeguamenti, ma semplicemente dell applicazione di procedure che dovrebbero già essere ampliamente consolidate. Là dove si è proceduto con progettazione corretta l organizzazione della gestione è consequenziale e non richiede interventi strutturali e non si rendono necessari costi aggiuntivi. Là dove non si è progettato in modo corretto occorrerà evidentemente supplire alle carenze, ma non saranno costi per la sicurezza, saranno semplicemente costi dovuti alla non corretta esecuzione delle opere che in qualche modo non rispondono alla normativa vigente. Elenco normative D.M. 30/11/1983, Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. L. 09/01/1989 n 13 Disposizioni per favorire il superamento e l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. D.M.LL..PP.14/06/89 n 236 L. 05/02/1992 n 104 Legge quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate D.L. 19/09/1994 n 626 e D.M. 10/03/1998 D.M. 18/03/1996, norme di sicurezza per la costruzione e l esercizio degli impianti sportivi. D.P.R. 24/07/96 Regolamento recante norme per l eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. D.L. 14/08/1996 n 493 D.M. 19/08/1996, regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo. Norma CONI 2008 Circolare del Ministero dell interno 01/03/2002 n 4 Bibliografia Luca Michelini, Handicap e sport, Società Editrice Universo, 2009 W. Marsero Intervento su L esperienza di Torino 2006 Learning week su Design for all ed ecodesign La progettazione responsabile, 15/19 giugno 2009 presso Istituto d Arte Applicata e Design (IAAD) Torino W. Marsero - Intervento su "Il Design e l'accessibilità" - Giornata Internazionale delle persone con disabilità - Convegno su "LA CATENA DELL'ACCESSIBILITÀ - SERVIZI E DESIGN ALLA BASE DELL'ACCOGLIENZA", 3 Dicembre 2008, Torino W. Marsero - "Centro velico accessibile ad Andora - La vela per atleti disabili" su "T-SPORT", marzo/aprile 2008, Milano W. Marsero - Intervento su "Come superare le barriere architettoniche sulla neve" - Convegno su "SPORT SENZA BARRIERE - LO SCI PER DISABILI", Comune di Santo Stefano D Aveto e Comitato Italiano Paralimpico Liguria, 15 marzo 2008, Santo Stefano D'Aveto W. Marsero - "Campo da golf a Torino: Nasce il green per tutti" su "T-SPORT", gennaio/febbraio 2008, Milano W. Marsero - "Torino 2006 Bocciodromo a Torino: Piccole attenzioni per garantire l accessibilità" su "T-SPORT", luglio/agosto 2006, Milano W. Marsero - "Torino 2006 Osservatorio: Schede impianti e tematiche varie relative alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Torino 2006" su "T- SPORT", da maggio/giugno 2003 a maggio/giugno 2006, Milano W. Marsero - Intervento su L accessibilità per i giochi olimpici e paralimpici - Forum Internazionale organizzato da Agenzia Torino2006 su Gli impianti sportivi. Programmazione, progettazione, costruzione, gestione Sessione Il sistema di Torino 2006: Fabbisogni, Piano degli interventi, sostenibilità ambientale, accessibilità - Torino, 20-21-22 ottobre 2005 W. Marsero - Intervento su Disabilità e barriere architettoniche. Olimpiadi e Paralimpiadi di Torino 2006 Convegno organizzato dall Associazione Industriali di Novara sul tema Le disposizioni per gli impianti ascensori, montacarichi e montascale in ambienti di vita e di lavoro Novara 11 ottobre 2005 W. Marsero - Intervento su "Oltre le barriere 2004-Normative e tecnologia d'eccellenza per l'autonomia Giochi olimpici e Paralimpici Torino- 2006 - Disabili ed Olimpiadi: accessibilità ed integrazione" durante la Giornata di Studio organizzata dall'associazione Paraplegici Lombardia e Fondazione S. Maugeri di Pavia - - Pavia, 11 dicembre 2004 Studi e ricerche di un gruppo di Architetti delle Nazioni Unite, Barriere Architettoniche Regole internazionali Manuale tecnico per l abbattimento delle barriere architettoniche, Edito da Agenzia Stampa Hpress e CO.EDI. Movimento Sindacale per la difesa e controllo delle Categorie Protette, 2003 W. Marsero - "A Multi-Criteria approach to support the siting, design and management of sports centres" - presentato al Congresso "Decision Making in Urniban and Civil Engineering" - Novembre 2002 - Londra Stefano Marsella, Paolo Mirabelli, Accessibilità e sicurezza dei luoghi di lavoro, Il Sole 24 Ore S.p.A, 2001 L accompagnement des personnes handicapèes motrices, Association des Paralyses de France, 2000 Guida per l attuazione delle Norme di Sicurezza sugli Impianti Sportivi, a cura del Centro Studi Impianti Sportivi CONI, Stampa Romana Editrice srl, 1998 W. Marsero, Le Barriere Architettoniche negli Impianti sportivi - su Atti e Rassegna Tecnica della società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino nn. 11-12 - Nov. e Dic. 1988