L apprendimento della lingua nativa 3-5 mesi: Il bambino produce pianti, gorgheggi, sorrisi e gridolini, ma non intenzionalmente. 6-8 mesi: Il bambino comincia ad utilizzare l apparato articolatorio, giocando con i primi suoni della lingua: lallazione. 9-12 mesi: Il bambino dimostra di comprendere le parole che gli vengono rivolte dagli adulti, ma ancora non è in grado di ripeterle; indica e mostra oggetti, li prende e li consegna ad altri. 12-16 mesi: Il bambino inizia a pronunciare le prime parole. Il linguaggio verbale si accompagna ancora a quello gestuale.
16-18 mesi: Il bambino capisce che tutte le cose intorno a lui hanno un nome. È in grado di imparare velocemente nuove parole, ma per comunicare si avvale ancora molto della gestualità. 18-24 mesi: Il vocabolario del bambino comprende circa circa 50 parole. Il bambino comincia a produrre micro-frasi di due o più parole, in genere per raccontare esperienze. 2-3 anni: La costruzione delle frasi è più raffinata : il vocabolario si arricchisce e si diversifica (ad es. distingue tra utilizza aggettivi e li coniuga). 3-4 anni. Il bambino comincia a usare parole astratte, pronomi e preposizioni. L acquisizione della grammatica e dell uso dei suoni del linguaggio risulta completata. Da questo momento in poi ci sarà un incremento progressivo del lessico e un affinamento nell organizzazione sintattica delle frasi.
3 paradosso: si impara per dimenticanza es. i click (es. lingue khoisan): il bacio [ ] (click bilabiale) Video 1 Video 2 Video 3
IPA International Phonetic Alphabet
IPA International Phonetic Alphabet Italiano
IPA International Phonetic Alphabet Inglese
I toni Es. cinese Caratteristica del tono: valore numerico: simbolo: Tono 1: alto costante 55 Tono 2: alto ascendente 35 Tono 3: discendente-ascendente 214 ˇ Tono 4: alto discendente 51 ` Le parole in cinese possono differenziarsi solo per il tono: Parola: trascrizione fonetica: significato: yī [i] 55 abito yí [i] 35 sospettare yǐ [i] 214 poltrona/sedia yì [i] 51 significato
E il cervello? 1811, Ospedale di Bicêtre, Parigi Paul Pierre Broca
Area di Broca
L ipotesi più probabile è che i limiti delle sintassi delle lingue umane siano dovuti a una matrice di stampo biologico (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 146) Perché non ci sono mai (o quasi) errori sintattici? Perché un bambino può dire, anzi dice io ando o io piangio ma non dice mai casa la? Esiste una guida biologicamente determinata per l apprendimento di una lingua, determinata dall architettura funzionale del cervello?
1 esperimento: la autonomia della sintassi e il suo posto nel cervello Una lingua immaginaria: - Hanno disbato le artine - Molte grapotte amionarono - Molti celuci furono taffivati - Nessun cribaso è stato incenghito Errori fonologici: - Hanno dinsbato le artine - Molte grapotrte amionarono - Mosnti celuci furono taffivati - Nessun cribaso è stgtato incenghito
Errori morfosintattici - Hanno disbata le artine - Molti grapotti sono stata amionati - Molti celuci fu taffivati - Nessun cribaso siamo incenghito Errori sintattici - Hanno disbate artine le con gli ziggoli - Grapotte molte amionarono - Celuce delle furono taffivate - Cribaso è incenghito nessuno a rimbaudo La nostra speranza [ ] era di vedere attivare zone diverse a seconda del tipo di errore e, in defintiva, di vedere per la sintassi una zona diversa dalle altre (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 185)
Solamente nel caso dell errore di tipo sintattico si attivano alcune zone sottocorticali dell encefalo insieme alla componente profonda dell area di Broca [ ]. Questo è il punto centrale. Il riconoscimento dell errore di tipo sintattico coinvolge una rete complessa che non si riscontra negli altri tipi di errori e tale rete non è rappresentata in un unica area corticale ma si presenta come un insieme integrato di zone diverse (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 189) Non solo dunque non esiste un area singola per il linguaggio [ ], ma non esiste nemmeno un area singola per la sintassi! (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 190)
2 esperimento: far apprendere a dei soggetti adulti delle lingue straniere, «nascondendo», tra le regole delle grammatiche che i soggetti si apprestavano a imparare, delle regole che violano la grammatica universale, più specificamente delle regole che violano la dipendenza dalla struttura (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 195) (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 203)
Il fatto di rispettare o meno la dipendenza strutturale è dunque irrilevante per quanto riguarda l accuratezza dell apprendimento: sia che si trattasse si regole possibili, sia che si trattasse di regole impossibili, i soggetti arrivavano a una padronanza del tutto comparabile (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 205) Non ci sono lingue che non si possono imparare! Ma ci sono lingue che, naturalmente, non si sviluppano mai, anche se, appunto, saremmo in grado di apprenderle o usarle
Al crescere dell accuratezza delle risposte sui giudizi di grammaticalità [ ] l attività dell area di Broca [ ] aumenta per le regole possibili mentre diminuisce per quelle impossibili. Il cervello ha, per così dire, «smistato» i dati sintattici (senza che i soggettine avessero coscienza) e ha fatto elaborare solo le frasi che preservano la dipendenza dalla struttura dall area normalmente predisposta per i compiti sintattici (l area di Broca); nell elaborazione di frasi che non rispettano la dipendenza dalla struttura, invece, l attività nella stessa area diminuisce progressivamente (Andrea Moro (2006), I confini di Babele. Il cervello e il mistero delle lingue Impossibili, Milano, Bompiani, p. 205) Intervista ad Andrea Moro