FARMACOLOGICI IN CARCERE: COMPLESSITA DI INTERVENTO O INTERVENTO RESO COMPLESSO?

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Transcript:

FARMACOLOGICI IN CARCERE: COMPLESSITA DI INTERVENTO O INTERVENTO RESO COMPLESSO? A cura del dott. Alfonso Ciaramella Referente UO serd 26 UOC Dipendenze Ovest Asl Napoli 1 Centro 14 Congresso Regionale SITD Campania «DIPENDENZE PATOLOGICHE e CIRCUITO PENALE La complessità della diagnosi del Trattamento della Rete» 15 Maggio e 2 Ottobre 2019, Valle di Maddaloni

La realtà carcere Dati 2018 : popolazione detenuta nelle carceri italiane > 60.000 2500 detenuti in più rispetto al 2017; 10.000 det. in più oltre la capienza massima ( tasso di affollamento: 118,6 %). Al 31.12.2017 il 25% del totale dei detenuti delle carceri italiane è T.D. (quiz) Nell ultimo anno si sono verificati 63 suicidi nelle carceri italiane( 4 a Poggioreale). Dai dati dell associazione Antigone, che ha visitato 70 istituti penitenziari emerge: nel 20% dei casi ogni detenuto ha uno spazio < ai 3 mq in cella; nel 56% vi sono celle senza doccia; In media nelle carceri vi è la presenza di 1 educatore ogni 80 detenuti; 1 agente di polizia penitenziaria ogni 1,8 detenuti ( in alcune realtà il rapp. È 4:1). La scuola è presente quasi ovunque, ma è quasi assente la formazione professionale.

Aspetti normativi L.685/75 rivoluzione nella percezione del t.d. da criminale comune a malato da curare. Ulteriore svolta culturale fu il DPR 309/90 Progressiva ed ampia de-carcerizzazione dei t.d.( in teoria) attraverso: art.94 (aff. In prova ai serv. Soc.)- art 90 ( sosp. esecuz. pena)- detenzioni in carceri a custodia attenuata. Il recupero attraverso la cura costituisce la finalità dell intero assetto normativo dedicato alla disciplina degli stupefacenti. L intento del legislatore, dal 1975 in poi, è quello di rendere la presenza dei tossicodipendenti in carcere del tutto marginale e residuale. (quiz)

Ma la strategia incentrata sulla criminalizzazione dello spaccio e sulle sanzioni che colpiscono i consumatori di sostanze si è mostrata fallimentare per un effettiva decarcerizzazione dei t.d. Fra le cause di questo fallimento vanno annoverate le leggi anti svuota carcere : La Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi (legge 49/2006); l ex Cirielli (no ai percorsi alternativi per le recidive di reato, le quali sono tipiche della maggior parte dei t.d.). Con la Fini-Giovanardi si introduce l equipollenza tra droghe leggere e pesanti (previste pene dagli 8 ai 20 anni per entrambe) e il parametro quantità nell accertamento del reato: 500 mg di principio attivo per la cannabis (15-20 spinelli);(quiz) 750 mg di principio attivo per la cocaina (all incirca 5 assunzioni); 250 mg di principio attivo per l eroina (circa 10 assunzioni).

Sentenza 32/2014 della Corte Costituzionale Decreto legge n. 36/2014 ( Decreto Lorenzin) poi convertito In legge L.79/2014 Ripristino della distinzione delle sostanze stupefacenti in droghe leggere e droghe pesanti e la diversificazione delle pene previste dall art. 73 DPR 309/90. Droghe leggere: 2-6 anni Droghe pesanti: 6-20 anni

Carcere o misura alternativa? E estremamente conveniente perseguire politiche che facilitino le misure alternative rispetto al carcere sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista sociale: 1 detenuto costa 136 euro al giorno (all incirca il doppio del costo di un paziente in comunità terapeutica) per costruire un nuovo carcere da 200 posti occorrono circa 25 mil. di euro le comunità immigrate che hanno maggiori opportunità di integrazione sono quelle che commettono, percentualmente, meno reati rispetto alle altre e anche rispetto agli italiani.

Recidiva Criminale: -Si verifica circa nel 20% in chi ha beneficiato di una misura alternativa -Nel 70% in chi ha scontato la pena in carcere Recidiva nell uso di sostanze: -60% in chi ha beneficiato di una misura alternativa -80% per chi è rimasto in carcere.

La riforma della sanità penitenziaria Ha previsto il transito della T.D. alla competenza delle Regioni a partire dal 2008,(quiz) ancor prima del trasferimento ad esse di tutte le altre funzioni della sanità penitenziaria, con vistose differenze organizzative fra Nord, Centro e Sud Italia. Due problemi fondamentali per la tutela del diritto alla salute del t.d. : -individuazione dello stato di t.d.; -azione di controllo e sostegno nel primo periodo della detenzione. Necessità di separare i t.d. dagli altri reclusi(soprattutto se in fase di astinenza e/o alla prima carcerazione): privazione della libertà personale, rigidità delle regole e problematicità dei rapporti umani influiscono negativamente sulle condizioni psicofisiche del t.d., che ha bisogno di un regime penitenziario in cui i trattamenti non siano eccessivamente limitati dalle esigenze di sicurezza.

Schematicamente, possiamo definire 3 fasi: 1individuazione di soggetti da inviare a strutture per t.d.(padiglione Roma a Poggioreale); 2accoglienza nella struttura riservata e trattamento; 3 dimissione e reinserimento sociale. Nella prima fase si rileva la condizione di t.d.; nella seconda fase si inizia la disintossicazione o il mantenimento della terapia farmacologica già prescritta all esterno; nella fase di dimissione è necessaria una collaborazione dei servizi assistenziali territoriali, in particolare gli enti locali, per far sì che possano essere soddisfatte le esigenze di base del t.d.(alloggio e/o lavoro e assistenza), notevolmente compromesse dalla doppia stigmatizzazione di ex-detenuto ed ex-t.d.( il carcere non come realtà avulsa dalla comunità esterna, ma come parte integrante della comunità stessa). La carenza o fatiscenza delle strutture carcerarie, unite al sovraffollamento spesso impediscono, di fatto, di attivare una completa differenziazione e separazione tra le varie tipologie di detenuti. (custodia attenuata).

Compiti del medico Ser.d in ambito penitenziario Consultare il registro nuovi giunti (per individuare persone che hanno dichiarato all ingresso consumo o dipendenza da sostanze) Consultare il registro guardia medica Visita utenti entrati dalla libertà (valutazione screening tossicologico e di esami ematochimici ed eventuale presenza di patologie correlate) Verificare se vi è un pregresso trattamento farmacologico, o impostare terapia in assenza di esso Redazione settimanale programmi terapeutici (a mantenimento e/o a scalare) con farmaci quali metadone, buprenorfina o sodio oxibato.

Trattamenti farmacologici Dipendenza da oppiacei Cosa dice la letteratura scientifica COCHRANE LIBRARY (2014) Trattamento dipendenza da eroina 1 metadone a mantenimento: efficace x la dip. da eroina; 2 dosaggi tra 60 e 100 mg/die sono più efficaci dei bassi dosaggi nel mantenere il pz. In trattamento e nel ridurre l uso di eroina; 3 la buprenorfina (agonista parziale recettori mù e antagonista rec. K degli oppiacei) (quiz) a mantenimento è un trattamento efficace nella dip. da eroina ( dosaggio anti- astinenziale efficace: 4-8 mg/ die; anti-craving: 16-24 mg /die ).

Considerazioni specifiche sul setting carcerario 1 Difficoltà pratiche di valutare la dipendenza e i rischi associati alla tossicità degli oppioidi all inizio del trattamento; 2 lunghezza del periodo di carcerazione e possibilità di un rilascio inaspettato; 3 rischio di autolesionismo in ogni fase della carcerazione e di morte e overdose alla scarcerazione;

Dalla consensus panel del 2001 a Pietrasanta : sottopopolazioni di eroinomani da sottoporre in via prioritaria a trattamento con farmaci agonisti c erano gli eroinomani detenuti: un appropriata somministrazione metadonica riduce episodi di autolesionismo e di violenza in genere tra la popolazione carceraria; l eventuale terapia a scalare va fatta senza fretta, per minimizzare i disagi dell astinenza e per evitare il ricorso alle benzodiazepine. Inoltre, una severa astinenza in carcere crea un avversione nei confronti dei trattamenti con f. agonisti che si ripercuote negativamente sia durante la carcerazione ( facilita il ricorso all abuso di bdz con successivo problema del possibile circolo vizioso bdz episodi autolesivi------- bdz, molto frequente soprattutto in era pre-metadonica), sia sulle scelte future di sottoporsi a trattamento con farmaci agonisti. Se detenuto è in carcere per breve periodo, conviene impostare o continuare un trattamento a mantenimento, onde evitare overdosi a ridosso della scarcerazione.

Altri autori hanno confermato le conclusioni della consensus panel: Maradiaga: J Subst. Abuse Treatment 2016 Mar 62: 49-54 Severa astinenza durante la carcerazione susseguente a rapida disintossicazione con il metadone determinava un avversione negli eroinomani detenuti al farmaco che si ripercuoteva sulla loro futura decisione di sottoporsi a nuovo trattamento. Fox: Addict Sc. Cl. Practit. 2015 Jan 16; 10:2 Il trattamento a mantenimento con Buprenorfina era ritenuto accettabile dagli eroinomani detenuti; ma da ex detenuti erano riluttanti a intraprendere un nuovo trattamento soprattutto per la pratica della disintossicazione forzata in carcere; Rich: Lancet 2015 Jul 25; 386 (9991): 350-9 Disintoss. forzata dal metadone in carcere di detenuti eroinomani riduce la possibilità che essi, da liberi, intraprendano un nuovo trattamento. Continuare un trattamento a mantenimento può contribuire a determinare un miglior ingaggio dei ppzz con i servizi di cura, riducendo le morti per overdose o per altri comportamenti a rischio dopo la scarcerazione.

Da tener presente nei contesti carcerari: difficoltà nel valutare la dipendenza e i rischi associati alla tossicità da oppioidi all inizio del trattamento lunghezza della carcerazione e possibilità di rilascio immediato; rischi di autolesionismo. Finalità generali trattamento con oppioidi è diverso in setting detentivo? eliminazione astinenza e controllo del craving ridurre il rischio di overdose ridurre i comportamenti a rischio rendere attuabili le altre parti del programma rendere possibile il trattamento delle patologie associate

Alcune «trappole» Il mandato del carcere è la socioriabilitazione il t.d. in carcere non vuole spesso il trattamento con farmaci agonisti o vuole scalare rapidamente il farmaco se proviene con il trattamento dalla libertà la terapia con oppioidi complica l organizzazione del lavoro in carcere per l alto rischio di diversione ( lo stesso rischio c è pure per le bdz e perfino per l alcool).

Benefici di un trattamento Maggiori trattamenti all uscita dal carcere; riduzione del rischio di overdose; riduzione dei tassi di reincarcerazione. Rischi Diversione del farmaco

Accorgimenti per evitare la diversione del metadone Tenere i detenuti in trattamento isolati dagli altri per circa 30 m dopo la somministrazione. Attenzione alle interazioni del metadone con: -alcool-bdz: azione deprimente sinergica sul SNC -neurolettici: potenziamento della sedazione -triciclici: ipotensione ortostatica -anticonvulsivanti( carbamazepina): riduz. Livelli ematici del metadone.

Accorgimenti per evitare la diversione della buprenorfina Triturazione della cp ( frequente diversione e/o il misuso per via iniettiva); ispezione della bocca dopo l assunzione. n.b.: il pz va informato del fatto che per circa 15 m prima e dopo la somministrazione non deve bere né fumare.

Dipendenza da alcol In carcere il consumo di alcolici è strettamente regolamentato, ma non proibito. Il vino è distribuito in 2 confezioni giornaliere da 250 cc, tali da non creare, in teoria, situazione di intossicazione e/o l instaurarsi di una dipendenza e, quindi, di una potenziale sindrome da astinenza alcolica. Cosa dice la letteratura sulla sindrome astinenziale da alcol e sul mantenimento dell astinenza da alcol Le bdz sono considerate i farmaci di prima scelta nel trattamento della SAA; in alternativa, diversi studi clinici (Leone, 2010; Skala, 2014; Keating, 2014) hanno evidenziato la stessa efficacia clinica del sodio oxibato (= Alcover) nel risolvere la SAA rispetto alle bdz ( dosaggio abituale: 50-100 mg/kg/die ogni 4 ore per 3 giorni) Il sodio oxibato,(s.o.) modulatore GABAb-ergico e in grado di interferire con l attività cerebrale di dopamina, serotonina, acetilcolina e degli oppioidi, producendo effetti alcol-mimetici, riduce il craving per l alcol. Diversi studi dimostrano che il 30-60% dei ppzz trattati con sodio oxibato mantiene completa astinenza per 3-6 mesi di trattamento ( Leone, 2010; Skala, 2014; Keating, 2014). Inoltre uno studio clinico ha dimostrato l efficacia del s.o.indipendentemente dalla tipologia di alcolismo, con prevalenza di successo in persone con disturbo d ansia. Dosaggio consigliato: 50 mg/kg/die per os, suddivisi in 3-6 somministrazioni, per 3-12 mesi.

Perché Rilanciare un dibattito politico per una legislazione che inverta la rotta Come invertire la rotta dal penale al sociale? -affrontare il nodo della diagnosi per l accesso alle misure alternative; a Milano accordo tra sert e magistratura con due modelli diagnostici: A e B; il primo è sull attualità della T.d.; il secondo certifica la riattualizzazione della T.d.; -evitare l ingresso in carcere; è fondamentale che il tossicod. al primo reato sia indirizzato subito verso le pene alternative; -rendere il tempo del carcere comunque un tempo di cura: a. assicurare continuità di trattamento o presa in carico; b. favorire la cura di sé : eventuali patologie correlate; c. avviare percorsi di custodia attenuata; d. percorsi socio-riabilitativi per il dopo carcere; e. evitare le overdosi alla scarcerazione Tutto ciò impone una revisione della normativa esistente, in più di una direzione: dalla riforma del processo penale (non bisogna mai dimenticare il fatto che il 60% dei detenuti è in attesa di giudizio, e che il ricorso alla custodia cautelare si abbina alla lunghezza dell attesa e della celebrazione del processo), alle modifiche della legge sull immigrazione là dove i migranti sono discriminati rispetto all uguaglianza del diritto nei confronti dei cittadini italiani, alla soppressione dell ex Cirielli nella parte riguardante la recidiva, all abolizione della Fini-Giovanardi nel correttivo posto alla 309.

Grazie per l attenzione