Le proprietà collettive: una risorsa per la gestione del paesaggio montano



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Piano paesaggistico regionale Il paesaggio montano Prato Carnico, 13 aprile 2015 Le proprietà collettive: una risorsa per la gestione del paesaggio montano Nadia Carestiato

La proprietà collettiva Istituzione proprietaria che si configura come una proprietà indivisa che fa capo ad un gruppo di soggetti (comunità stabilmente insediata nel territorio) che condivide diritti e doveri rispetto ad un sistema di risorse. I sistemi di risorse collettive e le modalità di gestione attuate dalle organizzazioni proprietarie sono indicati come assetti fondiari collettivi (Nervi 2011).

In Italia gli assetti fondiari collettivi, forestali e agricoli, sono presenti in tutte le regioni e rappresentano un aspetto tipico e diffuso delle aree rurali, in particolare delle zone alpine, per una estensione complessiva di 1.668.851 ha, pari quasi al 10% della complessiva superficie agraria italiana (Istat 2012).

Le terre di uso collettivo in Italia

Il quadro normativo Stati preunitari Amministrazioni separate di beni frazionali L. 1766/1927 Consorzi di comunioni familiari Sono le Regioni a conferire alle Comunioni familiari la qualifica di persone giuridiche L. 991/1952 L. 1102/1971 L. 97/1994

La legge 1766/1927 ha introdotto alcuni vincoli legali che oggi definiscono lo status dei patrimoni collettivi: inalienabilità dei beni (l integrità della proprietà collettiva è considerata di interesse pubblico) indivisibilità inusucapibilità (in coerenza con il principio di inalienabilità) a destinazione d uso vincolata

Leggi di tutela e valorizzazione paesaggistica Legge 431/1985 (Galasso) ha assoggettato al vincolo paesistico tutte le porzioni di territorio gravate da uso civico o proprietà collettiva; Legge quadro sulle aree protette n. 394/1991 Riconosce l interesse dell intera comunità nazionale alla conservazione degli usi civici, in quanto e nella misura in cui concorre a determinare la forma del territorio su cui si esercitano, intesa quale prodotto di una «integrazione tra uomo e ambiente naturale» (art. 1, comma 3). Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. lgs. n. 157 del 2006) Nelle aree di interesse paesaggistico da tutelare per legge include le «aree assegnate alle Università agrarie e le zone gravate da usi civici» (art. 12, lettera h).

Se in passato lo sfruttamento della risorsa collettiva era la base per la sopravvivenza di una comunità, oggi la proprietà collettiva può assolvere anche ad una funzione ambientale, in termini di conservazione della biodiversità, e del paesaggio. Da un altro punto di vista, la funzione pubblica e sociale a cui la proprietà collettiva risponde, che si concreta in quella di conservazione della natura, può offrire nuove possibilità per il recupero di pratiche tradizionali di sfruttamento delle risorse abbandonate, permettendo di avviare attività economiche di tipo turistico ed agrituristico.

I patrimoni di comunità in Friuli Venezia Giulia Da una stima del Commissario agli usi civici di Trieste, il patrimonio fondiario collettivo in Friuli Venezia Giulia corrisponderebbe al 7% dell intero territorio regionale = 7.846 km². La stima include tutti i beni intestati in vario modo alle comunità, gestiti e non gestiti, o ancora da sottoporre a verifica.

Gestione dei patrimoni collettivi e paesaggio montano

Le proprietà collettive della montagna Carnia e Val Canale In Carnia e in Val Canale i patrimoni delle comunità comprendono comprensori boschivi, malghe e pascoli, oltre che agriturismi, rifugi alpini, alberghi Gli enti gestori collettivi riconosciuti dalla legge sono le Amministrazioni frazionali (L. 1766/1927) e le Comunioni familiari (L.R. 3/1996). A questi si aggiungono i Beni civici amministrati dai Comuni e altre entità organizzative come le Associazioni agrarie e i Consorzi di antichi originari.

Carnia 8.980 ha di terreni intestati alle comunità Fonte: Servizio Sistemi informativi Territoriali della Comunità Montana della Carnia.

Gestione forestale e ambientale La gestione sostenibile della risorsa bosco, attraverso i tagli programmati e la pulizia del sottobosco, assume il fondamentale ruolo di tutela della biodiversità e del paesaggio, oltre che di difesa del territorio dal rischio idrogeologico. Strumenti di gestione: Piano di Gestione Forestale / Piani integrati Regolamenti d uso Innovazione: Adesione al sistema PEFC regionale aumento del valore del legname Introduzione nuova meccanizzazione forestale

Monticazione e recupero pascoli Riscoperta di una nuova economia di montagna, attraverso la cura e la valorizzazione del patrimonio con azioni di: recupero di fabbricati (malghe e altri edifici rurali) anche in funzione turistica ripristino ambientale dei pascoli a seguito di abbandono passato

conservazione di feste e tradizioni Festa della Transumanza in Val Rauna (Ugovizza)

Viabilità forestale Attività di manutenzione ordinaria: recupero viabilità, recupero muretti a secco, ingiaiamento, pulizia canali Progetti di nuova viabilità forestale Collegamento con la Ciclovia Alpe Adria Radweg

Recupero di edifici e manufatti interni all abitato e opere di arredo urbano

Controllo erosione del suolo Paesaggio Attività ricreative Biodiversità