CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME 14/59/CUFS/C3



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CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME 14/59/CUFS/C3 PROPOSTA DI ATTUAZIONE DEL PIANO NAZIONALE PER FRONTEGGIARE IL FLUSSO STRAORDINARIO DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI, ADULTI, FAMIGLIE E MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI La situazione in corso riguarda un numero altissimo di profughi in arrivo in Italia, 32.800 dall inizio dell anno, contestuale all operazione Mare Nostrum, iniziativa con finalità umanitarie da difendere e sostenere, ma che comporta la necessità di organizzare il sistema di accoglienza in modo tale da rispondere in maniera dignitosa e veloce all arrivo contemporaneo di numeri estremamente elevati di migranti, sia adulti e famiglie che minori stranieri non accompagnati. Si tratta di un flusso in ingresso che, attraverso l Italia, in realtà si dirige verso l Europa, e pertanto è necessario che il Governo italiano attivi tempestivamente un serrato confronto con l Unione Europea affinché sia condivisa una strategia comune di accoglienza ed integrazione, valorizzando gli strumenti già oggi disponibili, ed adeguando le normative, con particolare riferimento al Regolamento Dublino III. Il Tavolo di coordinamento nazionale, cui partecipano rappresentanti dei vari livelli di governo nazionale e locale, sia nel luglio 2012 che nel settembre 2013, ha condiviso in due intese approvate in Conferenza Unificata una serie di obiettivi e strumenti finalizzati a una strutturata e sistematica presa in carico dei richiedenti asilo in arrivo nel nostro Paese. In questo particolare contesto, e nella piena consapevolezza della gravità della situazione, è necessario ed urgente mettere in campo interventi di tipo strutturale, in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali. La gestione dell accoglienza diffusa, tramite le Prefetture e senza il coinvolgimento dei territori, sta infatti creando disagi e tensioni che, non tenendo in dovuto conto il metodo proficuamente costruito a seguito della Emergenza Nord Africa, mettono a rischio la tenuta complessiva dell intero sistema di accoglienza. Nella consapevolezza che uno snodo fondamentale per garantire la sostenibilità del sistema, a fronte di numeri così importanti, è rappresentato dai tempi di accesso alla procedura di richiesta di protezione internazionale e di risposta da parte delle commissioni, si richiama la necessità di: - Potenziare gli apparati amministrativi delle Questure al fine di velocizzare le procedure di identificazione e di verbalizzazione delle richieste di asilo (prevedendo anche maggiore disponibilità di mediatori e interpreti per la deposizione delle domande) in modo da garantire immediato accesso alla procedura, semplificando le modalità operative connesse, anche al fine dell immediato rilascio del permesso di soggiorno. - Aumentare proporzionalmente il numero delle Commissioni territoriali al fine di accelerare i tempi di esame delle richieste di protezione internazionale, per poter avviare nel più breve

tempo possibili, nel caso sussistano i requisiti, i percorsi di integrazione sociale e autonomia di questi cittadini. - Sostenere e potenziare il Sistema di accoglienza e protezione per i minori stranieri non accompagnati. Dato atto che, come da comunicazione inviata dal Sottosegretario Delrio ai Presidenti di ANCI UPI e Conferenza delle Regioni in data 6 maggio 2014, il Governo esprime sostanziale condivisione del documento di indirizzo depositato nel corso della C.U. del 16.14.2014, ed in particolare: - si impegna a reperire le risorse per l attivazione dei posti aggiuntivi dello SPRAR; - si impegna ad affrontare le problematiche derivanti dai flussi nell ambito dei Tavoli tecnici regionali con il coordinamento del tavolo nazionale; - da mandato al coordinamento nazionale di elaborare un programma strutturato che, in modo permanente e tenuto conto delle indicazioni fornite dai tavoli regionali, affronti le singole problematiche e si faccia promotore presso il Governo degli interventi necessari sotto il profilo amministrativo, in ordine ad eventuali proposte di modifica normativa, in ordine ai rapporti internazionali o interni alla UE. - si impegna a rendere il sistema concertato con ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni, metodo ordinario e non derogabile di gestione del fenomeno migratorio e, conseguentemente, di rafforzare il rapporto di leale collaborazione. Premesso inoltre che le risorse finanziarie necessarie a gestire la situazione derivante dall afflusso non programmato di immigrati sul territorio sono totalmente a carico del Governo, che condivide con Regioni ed enti locali il seguente Piano Operativo Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, sia per quanto riguarda gli adulti, singoli e famiglie, che relativamente ai minori stranieri non accompagnati. PIANO OPERATIVO NAZIONALE PER FRONTEGGIARE IL FLUSSO STRAORDINARIO DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI. Premessa Gli arrivi registrati dall inizio dell anno, ed in particolare il trend nell ultimo mese (dal 7/4 al 7/5 oltre 21.00 persone) lasciano presupporre che l afflusso di cittadini stranieri sulle coste italiane, adulti e minori non accompagnati, nel 2014 sarà superiore anche a quello del 2011, anno che ha registrato il valore più elevato con l arrivo di circa 63.00 persone. E necessario pertanto mettere a punto un Piano operativo che fornisca le linee guida per l attivazione e la gestione di un sistema di accoglienza in grado di far fronte a tale pressione, stante anche la situazione particolarmente critica in cui si trova attualmente la Sicilia. PRINCIPI Si richiamano brevemente i principi su cui si fonda il presente Piano: tutte le Istituzioni coinvolte si impegnano responsabilmente ad affrontare la situazione legata al flusso non programmato di cittadini extracomunitari con spirito di leale e solidale collaborazione. È necessario operare su due piani contemporaneamente coniugando, da un lato, la necessità di dare risposte immediate alle impellenti esigenze di accoglienza delle persone che arrivano in numeri molto elevati sulle coste meridionali e nei luoghi di frontiera e, dall altro, l assoluta e indifferibile necessità di impostare fin da subito un piano strutturato che permetta di 2

ricondurre a gestione ordinaria e programmabile gli interventi relativi sia agli adulti che ai minori non accompagnati. I due piani devono essere perseguiti contemporaneamente e coerentemente. E necessario garantire una governance nazionale e regionale attraverso tavoli coordinati rispettivamente dal Ministero dell Interno e dal Prefetto del comune capoluogo, in attuazione di quanto previsto dai documenti approvati in C.U in data 26/9/2012 e 11/7/2013 e costituiti da soggetti con le competenze dei diversi settori chiamati in causa (salute, sociale, formazione/lavoro ecc..) E necessario distinguere fra una fase di prima e una di seconda accoglienza e costruire un sistema che consenta il tempestivo passaggio da un sistema all altro, attraverso l utilizzo delle strutture già esistenti o attraverso la creazione di nuove strutture di pronta accoglienza / hub, distinte per adulti e famiglie e per minori stranieri non accompagnati, che rispondono a modalità di gestione omogenee definite dal Tavolo di Coordinamento Nazionale, che rispondano alle necessità di immediato collocamento dei profughi ripartiti a livello nazionale e all ampliamento della rete SPRAR; Va mantenuto lo SPRAR quale perno del sistema di accoglienza di secondo livello sia per gli adulti che per tutti i minori stranieri non accompagnati: eventuali soluzioni attivate in via d urgenza dovranno avere un ruolo residuale e comunque tendere ai requisiti del modello SPRAR. Ciò premesso, si individuano le seguenti fasi: accoglienza/primo soccorso e distribuzione sul territorio, accoglienza di secondo livello. 1. Accoglienza/primo soccorso Oltre al vitto e al ricovero, la prima accoglienza comprende le procedure di identificazione, un primo accurato screening sanitario, la risposta ai primissimi bisogni materiali (igiene, abbigliamento, ecc..) nonché la prima individuazione di nuclei o persone vulnerabili. E realizzata nelle strutture governative a ciò deputate ovvero (CDA, CARA, ecc..) e ha di norma una durata massima di 30 giorni. Deve pertanto essere garantito il massimo turn over delle presenze, al fine di evitarne la saturazione, mediante l invio nelle strutture di seconda accoglienza dislocate sul territorio regionale. Primo obiettivo concreto è lo svuotamento di almeno 1000 posti del Centro di Mineo da destinare a tale funzione. Qualora i Centri esistenti, anche a causa dell elevato numero di migranti in arrivo, risultassero comunque insufficienti per garantire tale funzione, le Prefetture, in accordo con Regioni ed Enti locali, attivano analoghe strutture a livello regionale (hub), con le seguenti caratteristiche di massima: - strutture di accoglienza a carattere residenziale collettivo, con capienza massima di 100 posti - strutture che possano accogliere persone che siano già state sottoposte alle procedure di foto segnalamento e che siano in possesso dell attestato nominativo; - il tempo di permanenza massima è fissato indicativamente in 60 giorni. Entro tale termine la persona ospitata potrà essere inserita a cura del Servizio Centrale all interno della rete SPRAR territoriale, possibilmente nell ambito della medesima Regione. 3

- finanziamento integralmente in capo al Ministero dell Interno, come per le altre strutture di pronta accoglienza. Distribuzione sul territorio Analogamente a quanto avvenuto per la gestione della cosiddetta emergenza nord Africa appare fondamentale programmare secondo un approccio modulare la distribuzione dei migranti giunti sulle coste italiane, secondo contingenti di 10.000 unità, in base ai seguenti criteri: 1. Percentuale della quota di accesso al Fondo nazionale per le politiche sociali; 2. Esclusione dei Comuni colpiti da terremoti che rientrano nel cratere sismico e verifica per le situazioni di emergenza che dovessero intervenire; 3. Quote relative alla effettiva permanenza sui territori e non agli invii. Anche a tal fine è garantita la gestione di un sistema di registrazione e monitoraggio in tempo reale della presenza delle persone sul territorio da parte delle Prefetture. Nell ambito di ciascuna regione, l assegnazione territoriale ed i relativi criteri saranno concordati nell ambito dei Tavoli di coordinamento regionali presieduti dal Prefetto del Comune Capoluogo. 2. Accoglienza di secondo livello Come già ribadito in tutti i recenti documenti approvati in conferenza unificata, si conferma lo SPRAR come sistema unico di accoglienza delle persone richiedenti o titolari di protezione internazionale, estendendo tale Sistema anche all accoglienza di secondo livello a tutti i minori stranieri non accompagnati. E imprescindibile l immediata attivazione di ulteriori 6.000 posti e, nel breve periodo, la verifica di un ulteriore ampliamento a 25.000 posti. Nelle more dell ampliamento dei posti SPRAR e comunque nel caso in cui la capienza del sistema territoriale SPRAR risulti insufficiente o non immediatamente fruibile, in via temporanea e secondo modalità e atti convenzionali omogenei su tutto il territorio nazionale, deve essere garantito da parte delle prefetture, sempre nel quadro di una concertazione con gli Enti locali del territorio coinvolto, il reperimento a livello regionale di ulteriori posti in accoglienza, che dovranno comunque prevedere l applicazione delle modalità di funzionamento e gestione previste dalle linee guida dello SPRAR, Nel caso vengano attivate tali soluzioni temporanee, in grado di garantire esclusivamente la risposta relativa ai bisogni di vitto e alloggio (strutture alberghiere, pensioni, ostelli, cc..) sarà cura della Prefettura competente individuare, con oneri a proprio carico, sempre nel quadro di una concertazione con gli Enti locali del territorio coinvolto, un soggetto gestore con adeguata competenza e professionalità (preferibilmente già gestore di progetti SPRAR) in grado di fornire alle persone accolte le prestazioni integrative di cui necessitano (assistenza legale, mediazione, orientamenti, prima alfabetizzazione, etc. ). SISTEMA DI COORDINAMENTO Il coordinamento delle misure previste nel Piano è assicurato dal Ministero dell Interno che si avvale del supporto e delle indicazioni emerse nell ambito del Tavolo di Coordinamento Nazionale, al fine di rendere il sistema concertativo con ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni, metodo ordinario e non derogabile. 4

Analogamente, in ambito regionale, il Prefetto del Comune capoluogo attiva e presiede Tavoli di coordinamento regionali ai quali partecipano Regioni, Province e Comuni, che dovranno realizzare a livello locale le strategie operative definite dal Tavolo di Coordinamento nazionale. Il Tavolo dovrà essere periodicamente aggiornato sugli esiti del lavoro dei singoli Tavoli regionali. ACCOGLIENZA MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI Con la già citata comunicazione inviata dal Sottosegretario Delrio ai Presidenti di ANCI UPI e Conferenza delle Regioni in data 6 maggio 2014, il Governo dichiara di condividere i contenuti del Documento congiunto presentato in C.U. il 16 aprile 2014, tra cui l esigenza di ricondurre a una governance di sistema la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati. A tal fine, tenuto conto dell esigenza di razionalizzare l intera materia, si intende definire la costituzione di un gruppo tecnico finalizzato alla definizione urgente delle modifiche normative necessarie a porre in capo all amministrazione centrale dello Stato la responsabilità e le competenze amministrative ed economiche in materia di minori stranieri non accompagnati, secondo il modello dello SPRAR. Nelle more della definizione di tale normativa, per far fronte alla situazione in corso, occorre urgentemente: - attivare strutture di primissima accoglienza ad alta specializzazione, che accolgano i minori stranieri non accompagnati in fase di sbarco, attivando essenzialmente, in massimo 40 giorni, l identificazione, l eventuale accertamento dell età, l accertamento dello status, anche al fine di accelerare l eventuale ricongiungimento con parenti presenti anche in altri Paesi dell UE; - attivare una accoglienza di secondo livello, prendendo a riferimento la metodica ed il modello SPRAR, seguendone gli stessi schemi operativi e che abbia la capacità di svilupparsi in relazione alle esigenze determinate dal volume degli ingressi. A tal fine il Governo si impegna ad incrementare il Fondo per l accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, di cui all art.23 della l.135/2012, mediante l allocazione di risorse aggiuntive e dedicate alla realizzazione degli interventi suindicati rispetto alle risorse Infine è necessario in via di urgenza aumentare in maniera congrua la capienza di posti nella rete dello SPRAR specificamente dedicati all accoglienza dei minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo. Roma, 15 maggio 2014 5