Outsourcing e delocalizzazione internazionale



Documenti analoghi
I processi di internazionalizzazione delle imprese IL TPA / TPP

Corso di Economia Internazionale Prof. Gianfranco Viesti

OPERATORI COMMERCIALI ALL ESPORTAZIONE

Annuario Istat-Ice 2008

Capitolo sette. Investimenti diretti esteri. Investimenti diretti esteri nell economia mondiale

L Italia. in Russia. I numeri della presenza italiana in Russia. Esportazioni (2008): 10,5 miliardi (3% del totale export Italia)

Effetti sulla distribuzione del reddito

POSIZIONAMENTO DI MERCATO E STRATEGIE DI FILIERA DELLE MEDIE IMPRESE DEL NORD-OVEST OVEST. Claudio Gagliardi e Domenico Mauriello

INDUSTRIA ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA

Il modello generale di commercio internazionale

Imprese multinazionali e outsourcing

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Internazionalizzazione delle imprese

L interscambio commerciale tra Italia e India Anni

INVESTMENT REFORM INDEX 2006

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

Il modello generale di commercio internazionale

Struttura produttiva dell industria italiana (Testo di riferimento: Bianco, M. L industria italiana Il Mulino.

COMMERCIO CON L ESTERO

L Umbria tra terziarizzazione e presenza manifatturiera. Elisabetta Tondini

Un analisi storica e comparativa dell apertura internazionale delle imprese venete

SDD ING-IND/35. Ingegneria economico-gestionale

L ATLANTE DEL MADE IN ITALY LE ROTTE DELL EXPORT ITALIANO PRIMA E DURANTE LA CRISI

Il commercio mondiale di Tessile Abbigliamento: uno scenario al 2020

UMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche

FUSIONI E ACQUISIZIONI

Tendenze del turismo internazionale nelle regioni italiane

INDAGINE TELEMARKETING


Il modello generale di commercio internazionale

Le imprese manifatturiere del IV capitalismo: profili di crescita. Paola Dubini Incontro Confindustria Prato 23 novembre 2007

Indice; p. 1. Introduzione; p. 2. Evoluzione del mercato libero dell energia elettrica e del gas dalla liberalizzazione: p. 2

Le performance settoriali

Flash Industria

Prospettive del settore farmaceutico: riflessi economici ed occupazionali

Sintesi del Rapporto per la Stampa

3. L industria alimentare italiana a confronto con l Ue

L INDUSTRIA VENETA AFFRONTA LO SHOCK FINANZIARIO

Fatti & Tendenze - Economia 3/2008 IL SETTORE DELLA ROBOTICA IN ITALIA NEL 2007

06. Spinta all Internazionalizzazione delle Imprese

Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

L impatto dell attuale crisi economica sulle imprese del settore TURISMO

Indagine sui fabbisogni formativi in materia di Internazionalizzazione

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Università di Macerata. L internazionalizzazione delle PMI: problemi e prospettive

Saldi delle posizioni lavorative dal 30 giugno 2008 per genere e cittadinanza

Anni STRUTTURA, PERFORMANCE E NUOVI INVESTIMENTI DELLE MULTINAZIONALI ITALIANE ALL ESTERO

La struttura industriale dell industria farmaceutica italiana

Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014

Nuovi lavori, nuova occupazione: la green economy energetica

Flash Industria

Le imprese del farmaco motore della rete dell hi-tech in Italia

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Problematiche di approvvigionamento e commercializzazione delle aziende di prima trasformazione del comparto oleario

ASSOVETRO Il contributo economico, sociale ed ambientale al Paese

INCHIESTA CONGIUNTURALE SULL INDUSTRIA

QUANTO INNOVANO REALMENTE LE PMI?

Migrazioni e statistiche demografiche dei migranti

Capitolo 24. Risultati economici delle imprese

Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane

Mercato lavoro, orari, produttività, salari

I PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE DELL INDUSTRIA E DEI SERVIZI PER IL 2013 Il Sistema Informativo Excelsior a supporto delle politiche del

Distretti urbani ed extra-urbani: recenti trasformazioni delle

PMI: il punto sull attività negli ultimi 12 mesi Ricerca Zurich sulle PMI

L EXPORT DI CINEMA ITALIANO

FATTURATO E ORDINATIVI DELL INDUSTRIA

Ministero dello Sviluppo Economico

Le esportazioni delle regioni italiane

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

FATTURATO E ORDINATIVI DELL INDUSTRIA

L internazionalizzazione del sistema economico milanese

Economia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori

Il Boom Economico

E-commerce: stop a scontrini e ricevute per le operazioni svolte nei confronti di privati

ANALISI DELLA DOMANDA TURISTICA NEGLI ESERCIZI ALBERGHIERI DI ROMA E PROVINCIA

Gli investimenti diretti esteri in entrata e in uscita

PREZZI ALL IMPORTAZIONE DEI PRODOTTI INDUSTRIALI

Decentramento e federalismo

L economia italiana: tra rischi di declino e opportunitàdi crescita

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

agroalimentare I trimestre 2014

MISSIONE IN ROMANIA SETTORE LOGISTICA

ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio

Le esportazioni di Parmigiano-Reggiano nel 2011

IL SECONDO RAPPORTO SULLA COMPETITIVITÀ DEI SETTORI PRODUTTIVI

I DATI SIGNIFICATIVI IL CONTO TECNICO

PRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003

LA MIGRAZIONE. Alcuni cenni storici. La migrazione in Europa. Cinque fasi storiche: Periodo Da A Germania dell Est 20 Germania Ovest

LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR

IV edizione del Workshop Le regioni italiane: ciclo economico e dati strutturali

Corso di Economia e tecnica degli scambi internazionali

Rapporto ricerca sull internazionalizzazione delle imprese. Febbraio 2013

Direzione centrale attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali Area per il manifatturiero

OSSERVATORIO STATISTICO

Il valore dell export del comparto elettro-meccanico nelle regioni del Nord Italia Working paper

Indice. pagina 2 di 10

I MERCATI DEI BENI E I MERCATI FINANZIARI IN ECONOMIA APERTA

Perché si compra nei paesi a basso costo

Transcript:

Outsourcing e delocalizzazione internazionale Obiettivo della lezione 1. Che cosa si intende per delocalizzazione internazionale della produzione? 2. Quali sono gli strumenti utilizzati per misurare i processi di delocalizzazione? 3. Quali sono i risultati delle analisi empiriche sui fenomeni di delocalizzazione internazionale della produzione? 4. Quali sono le implicazioni di politica industriale?

Globalizzazione e Nuove Tecnologie Riduzione barriere commerciali e naturali Globalizzazione Disponibilità di mercati sempre più grandi Mezzi di trasporto sempre più veloci Diminuzione costi di ricerca e identificazione potenziali partner Nuove tecnologie Riduzione dei costi di monitoraggio,controllo e scambio di informazioni Le nuove strategie di internazionalizzazione Nuove scelte di internazionalizzazione da parte delle imprese Da internazionalizzazione mercantile ad internazionalizzazione produttiva Internazionalizzazione produttiva non secondo i modelli tradizionali (IDE) ma attraverso altre forme Coinvolgimento anche di altri attori: piccole e medie imprese che appartengono ai distretti industriali

(1) Che cosa si intende per delocalizzazione? Outsourcing e Frammentazione Outsourcing: Scambio di beni intermedi tra imprese poste sul territorio nazionale ed altre localizzate in paesi esteri Esempio: Produzione della Barbie (Mattel). Material prima (plastica e capelli) da Taiwan e dal Giappone; fase di assemblaggio in Indonesia, Malesia e Cina; disegno e sagoma più colorazione e decorazione negli Stati Uniti. Frammentazione Internazionale della produzione: Processo produttivo, realizzato in precedenza interamente su base domestica, scomposto in diverse fasi, allocate in siti produttivi in paesi diversi. 1.controllo economico (ma non giuridico) del principale sull agente; 2.trasferimento all estero di una fase del processo produttivo precedentemente integrato.

Specializzazione Verticale 1) Un bene viene realizzato in fasi multiple e sequenziali Beni Intermedi PAESE 1 2) Due o più fasi forniscono il valore aggiunto nella produzione di tale bene; Beni Intermed i Locali Capitale e Lavoro 3) Almeno uno dei due paesi deve usare il bene importato quale input all interno del proprio processo produttivo e successivamente esportare il risultato ottenuto. Vendita Locale Bene Finale Esportazioni PAESE 2 PAESE 3 Delocalizzazione internazionale della produzione Spostamento della produzione da imprese poste sul territorio nazionale ad altre localizzate in paesi stranieri, spostamento che dà luogo ad una attività produttiva (sia di beni finali che intermedi) che non è venduta direttamente sul mercato ma è acquistata dall impresa che opera nel paese d origine, presumibilmente per essere rivenduta sotto suo marchio Commercio Internazionale: flussi di esportazioni ed importazioni di beni semilavorati tra imprese separate generati dal processo di disintegrazione della catena produttiva Attività produttiva internazionale: processo di integrazione verticale di una impresa che effettua diverse fasi di lavorazione in stabilimenti collegati in paesi diversi

La produzione internazionale intesa come delocalizzazione Distinzione tra produzione internazionale che avviene con le forme tipiche dell impresa multinazionale e altre forme come la delocalizzazione Controllo economico e non giuridico: non sempre esiste controllo giuridico all interno di una relazione economica tra le due imprese coinvolte Contesto di network. In una logica di PMI e, più in generale di sistema locale formato da PMI, la coincidenza tra produzione internazionale e IDE diventa problematica Il termine delocalizzazione è utilizzato con un significato diverso da quello di spostamento della produzione all estero senza alcun riferimento alla questione del controllo o a quello del ruolo dei sistemi locali (in letteratura outsourcing) DEFINIZIONI: RIEPILOGO Acquisizione di componenti e di input-intermedi o di una linea di prodotti Esportazione temporanea di materiali affinché un impresa estera effettui alcune fasi del processo produttivo per poi rinviare i prodotti ottenuti all impresa originaria Dismissione di impianti nella base locale e rilocalizzazione in paesi terzi Sostituzione di fornitori locali con fornitori esteri

(2) Quali sono gli strumenti utilizzati per misurare i processi di delocalizzazione? Commercio o Produzione Internazionale Dati di commercio internazionale: 1) i beni classificati secondo il loro utilizzo finale (Feenstra, 1998 e Irwin, 1996); 2) gli input intermedi (Feenstra and Hanson, 1996b; Campa and Goldberg, 1997; Hummels, Rapaport and Yi, 1997); La produzione internazionale: 1) i dati di commercio internazionale relativi a particolari regimi tariffari (il Traffico di perfezionamento passivo per l Unione Europea e l Offshore Assembly Program per gli Stati Uniti); 2) i flussi definitivi (utilizzati nella ricerca di Schiattarella); 3) informazioni indirette derivate da dati relativi agli investimenti diretti esteri (IDE); 4) Indagini/questionari.

I flussi di commercio internazionale Dati di commercio internazionale: Beni classificati secondo il loro utilizzo finale Categoria 1925 1950 1965 1980 1995 Cibo, Alimenti, Bevande Import Export 21.9 18.7 30.0 15.5 19.1 19.2 11.3 16.9 5.0 9.2 Materiali, Forniture Industriali Import Export 68.2 59.8 62.4 45.5 53.3 34.8 31.3 32.2 18.2 25.6 Beni Capitali (Auto escluse) Import Export 0.4 8.7 1.3 22.4 7.1 31.4 19.0 35.0 33.6 42.4 Beni di Consumo (Auto escluse) Import Export 9.4 6.0 6.1 8.9 16.0 7.0 21.5 7.8 24.3 11.7 Vetture automobilistiche e componenti Import Export 0.02 6.8 0.3 7.8 4.5 7.5 16.9 8.1 18.9 11.2 So= stima complessiva degli input importati =percentuale di import dell input intermedio j rispetto al consumo complessivo di j * spesa sostentuta per l acquisto dell input j da parte del settore i Variabili Anno Impor Sm So 1972 48,77 5,02 5,34 1979 143,7 6,74 7,69 1987 355,9 10,53 11,47 1990 407,0 10,65 11,6 La produzione internazionale 1) Investimenti Diretti Esteri DEFINZIONE: Gli IDE sono investimenti che realizzano un interesse durevole tra un impresa residente e una residente in un altra economia. Sono considerati pertanto investimenti diretti: le partecipazioni dirette o indirette non rappresentate da titoli e i rapporti di natura finanziaria intercorrenti tra partecipante e partecipata; le partecipazioni dirette o indirette rappresentate da titoli o da un potere di voto di ammontare uguale o superiore al 10 per cento del capitale dell impresa partecipata in termini di azioni ordinarie o di azioni con diritto di voto i rapporti di natura finanziaria intercorrenti tra partecipante e partecipata. SVANTAGGI: Controllo giuridico tra impresa che internazionalizza e quella che produce all estero Le caratteristiche e l intensità degli IDE sono associati ai caratteri dimensionali dell impresa (grandi) e alla struttura dei mercati di riferimento (oligopolistici)

La produzione internazionale 2) Traffico di Perfezionamento Passivo DEFINZIONE: Con il termine perfezionamento passivo (TPP) si indica il regime doganale che consente di esportare temporaneamente, al di fuori del territorio della Comunità europea, merci di ogni specie ed origine delle quali sia prevista la reimportazione sotto forma di prodotti compensatori, con parziale o totale esenzione dei dazi all importazione, dopo essere state oggetto di una o più operazioni di perfezionamento (direttiva del consiglio n. 76/119/Cee, del 18 dicembre 1975). Si usa il termine perfezionamento passivo perché il regime comporta una passività per chi lo effettua dovuta alle spese di lavorazione da corrispondere all estero. (Direttiva del Consiglio n. 76/119/CEE, del 18 dicembre 1975) VANTAGGI: Attendibilità / Alto contenuto informativo (analisi settoriale e distribuzione geografica) SVANTAGGI: Esclusione di altre forme di delocalizzazione (subfornitura e delega dell intero processo produttivo all estero) / Rilevante solo in circostanza di imposizione daziaria / Sottostima in tempi più recenti del fenomeno in seguito a liberalizzazione dei traffici commerciali La produzione internazionale Esempio: Exp di tessuti (157) Imp di cuciti (256) Valore tessuti < valore cuciti Valore esp / valore imp [0,4; 0,8] 3) Flussi definitivi Scomposizione della filiera produttiva (tessile e del calzaturiero): osservazione dei flussi di exp ed imp attraverso un esame incrociato con i paesi di destinazione per verificare l esistenza o meno di integrazione verticale e integrazione orizzontale Integrazione verticale: a flussi di esportazioni di prodotti intermedi devono corrispondere flussi di importazioni di prodotti a valle della filiera produttiva; il valore del prodotto a monte deve essere ragionevolmente inferiore a quello del prodotto a valle; deve sussistere una maggiore consistenza dei flussi lungo la filiera rispetto agli altri flussi. Esempio: Exp di tessuti (19) Imp di cuciti (734) Imp di maglieria (14233) Integrazione orizzontale: Importazioni di prodotti cuciti, maglieria, filati, tessuti calzature a cui non corrispondono flussi di segno contrario di prodotti a monte e a valle della filiera. Una specializzazione per prodotti può essere considerata collegabile a IO solo nella misura in cui le imprese italiane controllano questo processo e i mercati di sbocco del prodotto. La dimensione dei flussi deve superare una certa soglia quantitativa per ciascun specifico gruppo merceologico

Indagini/questionari 4) Indagini/ questionari 1. Indagini su campioni di imprese rappresentativi sulle attività di internazionalizzazione (Capitalia) delle imprese: Regolarità statistiche 2. Indagini realizzate attraverso questionari, interviste o analisi sul campo, che analizzano aspetti qualitativi della delocalizzazione: Modalità attraverso cui avviene la delocalizzazione, ecc. Motivazioni che hanno spinto le imprese a delocalizzare Strumenti di coordinamento adottati Possibili aspettative future da parte delle imprese committenti (3) Le analisi empiriche

Obiettivi delle analisi empiriche Perché si delocalizza? Riduzione dei costi di produzione Disponibilità di manodopera a basso costo Disponibilità di materie prime in loco Presenza di mercati locali in forte sviluppo Facilità di integrazione verticale nel processo produttivo Possibilità di stabilire partership con potenziali concorrenti Superamento di barriere commerciali Obiettivi delle analisi empiriche Quali sono gli effetti della delocalizzazione? VANTAGGI 1. Guadagni di efficienza (ex: Lavoro di McKinsey mostra come l out sia stato un ingrediente fondamentale che ha permesso all economia americana di sfruttare pienamente gli incrementi di produttività derivanti dall IT) 2. Grazie alla spinta positiva in termini di produttività, l out non determina una diminuzione dei posti di lavoro (Amiti e Wei, 2007) 3. Possibilità di stabilire partership con potenziali concorrenti: aumento della competitività RISCHI 1. Riduzione del livello di occupazione, soprattutto per mercati come quello europeo, caratterizzati da rigidità salariale 2. Rischio di perdita di controllo di qualità o di immagine 3. Trasferimento di know-how

Le analisi empiriche Le analisi empiriche: i risultati per l Italia Le analisi empiriche 1. Quanto conta l outsourcing? 2. Qual è la propensione a delocalizzare dell Italia rispetto agli altri paesi europei? 3. In quali paesi fanno outsourcing le imprese italiane? 4. Quali sono i settori con una maggiore propensione a delocalizzare?

Diversificazione geografica e settoriale L indagine empirica considera diversi aspetti tra i quali: I Paesi membri dell UE che ricorrono maggiormente al Tpp L orientamento geografico del Tpp La composizione merceologica del Tpp Polarizzazione settoriale/geografica del Tpp Dall analisi generale emerge l importanza: Dell Italia quale paese che attua processi di frammentazione Dei Paesi dell Europa Centro Orientale (PECO)* quali destinatari di Tpp Del Tessile e dell Abbigliamento quali settori coinvolti in tali processi *Fanno parte dei PECO: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Prima Repubblica Jugoslava di Macedonia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia, Serbia-Montenegro, Estonia. Le dimensioni del TPP in Europa FLUSSI COMMERCIALI DELL UNIONE EUROPEA (15) VERSO L AREA EXTRA-UE: FLUSSI DEFINTIVI, TPP E TPA 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 g(a) g(b) Flussi Def Esportazioni 309.307 353.414 355.779 360.329 368.916 409.149 453.466 476.758 524.572 608.694 615.157 639.319 800.801 841.609 7,80% 11,00% Importazioni 358.562 413.476 426.481 454.240 449.211 445.782 489.606 491.752 522.128 606.049 641.339 705.503 949.511 941.286 6,00% 13,60% Tpp Esport. Temp. 3.864 5.358 5.912 7.302 8.292 9.629 11.032 12.813 13.973 15.173 12.186 11.846 13.607 13.271 16,40% 2,90% Re-import. 4.589 6.320 7.097 8.608 9.489 10.019 11.950 13.209 14.037 15.380 13.932 14.326 14.426 15.178 14,40% 2,90% Tpa Ri-esport. 49.649 54.336 53.448 55.589 58.883 68.771 77.120 83.705 87.748 97.262 106.084 109.028 127.636 123.316 7,80% 5,10% Import. Temp. 24.590 28.078 27.558 29.771 28.435 31.627 37.072 40.292 44.850 51.138 55.268 59.996 69.499 65.844 8,50% 6,00% Perc Tpp Esport. temp/ Esport 1,20% 1,50% 1,70% 2,00% 2,20% 2,40% 2,40% 2,70% 2,70% 2,50% 2,00% 1,90% 1,70% 1,60% Reimport/Import def. 1,30% 1,50% 1,70% 1,90% 2,10% 2,20% 2,40% 2,70% 2,70% 2,50% 2,20% 2,00% 1,50% 1,60% Perc Tpa Ri-esport/ Esport 16,10% 15,40% 15,00% 15,40% 16,00% 16,80% 17,00% 17,60% 16,70% 16,00% 17,20% 17,10% 15,90% 14,70% Import. Temp. /Import. def. 6,90% 6,80% 6,50% 6,60% 6,30% 7,10% 7,60% 8,20% 8,60% 8,40% 8,60% 8,50% 7,30% 7,00% (a) Il tasso medio annuo di crescita del Tpp (g) si riferisce al periodo 1988-1997 (b) Il tasso medio annuo di crescita del Tpp (g) si riferisce al periodo 1998-2001

Propensione a delocalizzare INDICE DI PROPENSIONE COMPARATA RILEVATA AL TPP Maggiore propensione a realizzare Tpp: Germania, Italia, Francia e Olanda (assieme determinano il 90% del perfezionamento europeo) Indice di Balassa: evidenzia se il paese in esame ha una propensione maggiore (maggiore di 1) o minore (minore di 1) dell UE nel suo complesso, relativamente al corrispondente flusso definitivo, a realizzare traffico di perfezionamento ESI UE 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 FRANCIA Esportazioni temp. 0,95 1,09 1,08 1,00 0,99 1,27 1,03 1,05 1,09 0,95 Re-importazioni 1,13 1,21 1,23 1,15 1,06 1,15 1,18 1,21 1,18 1,10 BELGIO LUSSEMBURGO Esportazioni temp. 0,39 0,51 0,40 0,47 0,45 0,47 0,58 Re-importazioni 0,29 0,31 0,37 0,42 0,38 0,74 0,67 OLANDA Esportazioni temp. 1,85 1,29 1,00 1,33 1,65 1,63 1,20 1,35 1,63 1,24 Re-importazioni 1,10 1,16 0,82 0,75 0,64 0,66 0,37 0,38 0,55 0,38 GERMANIA Esportazioni temp. 1,24 1,35 1,45 1,55 1,53 1,42 1,38 1,28 1,23 1,24 Re-importazioni 1,69 1,75 1,77 1,98 2,05 2,04 1,91 1,87 1,78 1,86 ITALIA Esportazioni temp. 1,12 1,01 0,98 0,96 0,90 0,68 0,87 0,99 0,92 1,01 Re-importazioni 1,00 0,92 1,04 1,02 1,10 0,93 1,20 1,19 1,16 1,20 REGNO UNITO Esportazioni temp. 0,61 0,58 0,57 0,70 0,69 0,77 0,82 0,73 0,77 0,75 Re-importazioni 0,34 0,34 0,37 0,35 0,36 0,36 0,47 0,53 0,47 0,33 IRLANDA Esportazioni temp. 0,33 0,24 0,35 0,23 0,50 0,64 0,05 0,18 0,19 0,06 Re-importazioni 0,01 0,01 0,05 0,04 0,08 0,05 0,01 0,03 0,03 0,01 DANIMARCA Esportazioni temp. 0,58 0,60 0,66 0,71 0,72 0,81 1,07 1,14 1,20 0,89 Re-importazioni 1,27 1,11 1,01 1,22 1,27 1,37 1,77 1,98 2,25 1,41 GRECIA Esportazioni temp. 0,27 0,32 0,43 0,51 0,57 0,52 0,62 0,80 0,72 1,25 Re-importazioni 0,02 0,01 0,05 0,09 0,17 0,32 0,69 0,90 1,18 1,23 PORTOGALLO Esportazioni temp. 0,06 0,08 0,17 0,15 0,11 0,16 0,25 0,28 0,29 0,26 Re-importazioni 0,06 0,06 0,05 0,05 0,04 0,03 0,03 0,08 0,17 0,11 SPAGNA Esportazioni temp. 0,47 0,28 0,20 0,22 0,17 0,27 0,25 0,33 0,58 0,49 Re-importazioni 0,21 0,00 0,00 0,09 0,10 0,17 0,17 0,19 0,14 0,17 L orientamento geografico dell UE (1) 100% 80% 60% 40% 20% 0% 1988 1989 ORIENTAMENTO GEOGRAFICO DEL TPP DELL UE VERSO L AREA EXTRA UE ESPORTAZIONI TEMPORANEE 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Vari paesi extra Eu Africa Sub-Sahariaba Oceania Area del Pacifico Nord America Sud America America Centrale Efta Bacino Mediterraneo Peco La quota di Tpp, rispetto al totale dell area extra-europea, che l UE destina ai PECO (Paesi dell Europa Centro Orientale) è cresciuta dal 33% del 1988 al 47% del 1998 La crescita dei rapporti commerciali tra UE e PECO avviene parallelamente alla diminuzione, dal 1988 in poi, degli scambi di Tpp a livello intra-europeo (processo di sostituzione) Seconda destinazione il Nord America, seguito dall area Efta e dall Area del Pacifico

L orientamento geografico dell UE (2) TASSI ANNUI DI CRESCITA MEDIA DEL TPP DELL UNIONE EUROPEA Tassodi crescit a annuale medio1988-1997 Tassodi crescit a annuale medio1998-2001 Esport azionitemporanee Re-importazioni Esport azionitemporanee Re-importazioni PECO 19% 16% -5% -5% BACINO MED ITERRANEO 9% 11% 1% 3% EFTA 8% 4% 9% 6% AMERICA CENTRALE 29% 40% -27% -44% SUD AMERICA 23% 16% 10% 24% NORD AMERICA 14% 12% 11% 6% AREA DEL PACIFICO 19% 16% -12% 18% OCEANIA 11% 20% 24% 1% AFRICA SUB-SAHARIANA 7% 6% 93% 36% VARIPAESI EXTRA UE 21% 27% 17% 12% EXRA UE 16% 14% 26% 3% Area PECO: Crescita del 19% nel primo periodo; diminuzione del 5% nel secondo Area Nord America: Valori simili e positivi per entrambi i periodi Effetto composizione settoriale (vedi sotto) Orientamento geografico di alcuni paesi Europei ORIENTAMENTO GEOGRAFICO DEL TPP PER ALCUNI PAESI EUROPEI 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% ESPORTAZIONI TEMPORANEE 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 ITALIA GERMANIA FRANCIA OLANDA Africa Sub-Sahariana Bacino Mediterraneo Peco Nord America Asia Efta RE-IMPORTAZIONI 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 ITALIA GERMANIA FRANCIA OLANDA Africa Sub-Sahariana Bacino Mediterraneo Peco Nord America Asia Efta Il Tpp di Germania e Italia per lo più verso i PECO (rispettivamente 50% e 60% nel 1997) Il Tpp di Francia e Olanda è diretto verso l Area del Pacifico Diversa specializzazione settoriale di ciascun paese

Composizione merceologica dell UE Caratteristiche tecniche di un ciclo produttivo sottoposto a frammentazione: 1) la produzione deve poter essere materialmente segmentata in più fasi; 2) le diverse fasi produttive devono avere caratteristiche diverse che rendono conveniente riallocare una particolare fase della produzione in un sito specifico; 3) i costi di trasporto dei semilavorati da un sito produttivo all altro devono essere relativamente contenuti. I principali settori che fanno ricorso al TPP sono (80% esp.temp): Meccanica Tessile Trasporti Abbigliamento COMPOSIZIONE MERCEOLOGICA DEL TPP DELL UE VERSO L AREA EXTRA-UE ESPORTAZIONI TEMPORANEE 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Bevande Tabacco 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Prodotti farmaceutici 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Plastica/Gomma 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% 2% Pelli/Cuoio 2% 2% 2% 2% 2% 2% 3% 3% 2% 3% LegnoSughero Carta 0% 0% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% Tessile 26% 28% 27% 27% 27% 24% 27% 24% 21% 21% Abbigliamento 5% 6% 6% 7% 8% 7% 8% 8% 7% 7% Calzature 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% Cemento Ceramica Vetro 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 1% Acciaio/Ferro 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% Meccanica 41% 40% 43% 43% 43% 44% 35% 35% 34% 33% Trasporti 8% 7% 4% 5% 5% 6% 8% 11% 15% 16% Manufatti 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% 1% Altri Manufatti 12% 11% 11% 10% 10% 11% 13% 13% 15% 14% Totale Extra UE 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% Polarizzazione settoriale e geografica per l UE 100% 80% 60% 40% 20% 0% 100% 80% 60% 40% 20% 0% POLARIZZAZIONE SETTORIALE/GEOGRAFICA DEL TPP DELL UE ESPORTAZIONI TEMPORANEE 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 T ESSILE ABBIGLIAMENT O MECCANICA T RASPORT I Africa Sub-Sahariana Bacino Mediterraneo Peco Nord America Asia Efta RE-IMPORTAZIONI 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 1992 1997 2001 T ESSILE ABBIGLIAMENT O MECCANICA T RASPORT I Africa Sub-Sahariana Bacino Mediterraneo Peco Nord America Asia Efta 1) Tessile abbigliamento diretti verso i PECO; Meccanica e Trasporti verso il Nord America polarizzazione settoriale/ geografica; 2) La polarizzazione geografica/settoriale nel Tpp non è identica per tutti i paesi membri dell UE ma differisce in base alla struttura dei vantaggi/svantaggi comparati degli stessi paesi ed in base a fattori socio-economici; 3) 80% delle esportazioni temporanee di Germani e Italia nell industria tessile sono rivolte verso i PECO; nello stesso settore la Francia delocalizza verso il Bacino Mediterraneo; 4) Nel suo complesso l UE rivela una tendenza ad attuare processi di delocalizzazione nei paesi dell Europa centro orientale. I PECO offrono un nuovo terreno molto favorevole per le operazioni di PP, in particolare nei settori dell abbigliamento, del tessile, delle calzature, del cuoio.

Il modello di specializzazione italiano LE ESPORTAZIONI TEMPORANEE DELL ITALIA VERSO L AREA EXTRA EU Extra UE 1993 Extra UE 2001 60% 45% 30% 15% 0% Plastica Gomma Pelli/Cuoio Carta Tessile Abbigliamento Calzature Acciaio/Ferro Meccanica Trasporti Esportazioni temporanee dell Italia verso l area Extra UE riflettono il modello di specializzazione italiano debole nei settori scale intensive (metal manufacturing, glass, cement) e nei settori science based (electronics, bioengineering), forte nei settori specialized suppliers (textiles, leather ecc): Tessile e Abbigliamento: aumento delle esportazioni temp. rispettivamente del 17% e 30% Pelli e cuoio e calzature: aumento delle esportazioni temp. rispettivamente del 11% e del 7% Il settore del tessile abbigliamento (TA) Fattori che favoriscono la delocalizzazione nel settore del TA : Crescente competizione dei paesi a basso costo di lavoro (Cina, Corea del Sud, Tailandia, Indonesia, India). Politiche di liberalizzazione commerciale Il passaggio all economia di mercato da parte dei paesi ad ex-economia pianificata. Industria del TA: scarse economie di scala, tecnologia standardizzata, elevata facilità d entrata, difficoltà a stabilire accordi tra imprese. La competitività è data principalmente da vantaggi di costo.

Analisi del Tpp nell industria TA I PECO QUALI DESTINATARI DEL TPP NEL SETTORE TA livelli di costo del lavoro inferiori a quelli dell Europa occidentale; ridotta distanza geografica; esperienza accumulata grazie agli effetti di apprendimento associati alla delocalizzazione tedesco-occidentale; tradizione industriale preesistente (infrastrutture, manodopera, know-how) IL CONFRONTO TRA ITALIA E GERMANIA Differenza nella storia dell impiego del perfezionamento passivo da parte dei due paesi: le imprese tedesche iniziano il processo di delocalizzazione verso i paesi dell Est europeo a partire dai primi anni 80; quelle italiane adottato tale pratica solamente a partire dal 1992 ma in soli pochi anni (con un tasso medio del 20%) raggiungono quote considerevoli; la disuguaglianza nella composizione delle attività - appartenenti al comparto del TA - che vengono inviate dalle due nazioni per il perfezionamento. Struttura del TA Diverse merci/ attività delle settore tessile e dell abbigliamento secondo il sistema di classificazione della Nomenclatura Combinata: Tessile Capitoli 50-60 Abbigliamento Capitoli 61-63 CAPITOLI 50-63 DELLA NOMENCLATURA COMBINATA 50 Seta 51 Lana 52 Cotone 53 Fibre tessili vegetali 54 Filamenti sintetici 55 Fibre sintetiche 56 Feltro, Filati speciali, Spaghi, Corde 57 Tappeti 58 Arazzi, Ciuffi 59 Fibre tessili rivestite o l aminate 60 Lavorati a maglia o all'uncinetto 61 Abbigliamento lavorato a maglia o all'uncinetto 62 Abbigliamento non lavorato a maglia o all'uncinetto 63 Altri articoli di abbigliamento

Il Tpp verso i PECO nel Tessile-Abbigliamento Tessile e Abbigliamento per la Germania Tessile e Abbigliamento per l Italia 100% 80% 60% 40% Esportazioni temporanee Esportazioni temporanee 62 61 62 61 62 61 60 20% 52 51 0% 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 55 54 100% 62 80% 61 60% 60 40% 50 60 20% 52 51 50 0% 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 Re-importazioni 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 Re-importazioni 100% 63 80% 60% 62 40% 20% 61 0% 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 100% 80% 62 60% 40% 20% 61 0% 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 Italia e Germania a confronto Dinamiche delle esportazioni temporanee: 1) le quote di esportazioni temporanee per all abbigliamento (Capitoli 61-63) maggiori per l industria italiana rispetto a quella tedesca 2) somma complessiva delle esportazioni temporanee delle voci del Tessile (50-60) maggiore per la Germania rispetto all Italia (88% della prima contro 45% della seconda nel 2001) 3) il peso percentuale nello scambio temporaneo delle voci 54-55, ossia fibre e filamenti sintetici, è superiore nel caso della Germania rispetto all Italia. Dinamiche delle importazioni temporanee: 1) totalità delle re-importazioni è data dalla somma delle tre voci dell abbigliamento (61-63) 2) la Germania re-importa quasi esclusivamente (83% nel 2001) prodotti dell abbigliamento non lavorati a maglia o all uncinetto (Capitolo 62);

Modello tedesco e modello italiano MODELLO TEDESCO trasferire nei paesi a basso costo della manodopera un numero elevato di lavorazioni che appartengono per la maggior parte al comparto del tessile realizzare l intero processo produttivo nei PECO, ri-esportare direttamente il prodotto finito sotto la voce abbigliamento. MODELLO ITALIANO trasferire prodotti semi-lavorati che appartengono alla voce abbigliamento. Perfezionamento all estero di merci che si trovano ad uno stadio già avanzato del processo produttivo le imprese italiane possano sfruttare in alcune fasce lavorative i differenziali di costo e riorganizzare quindi il sistema di divisione internazionale del lavoro. I risultati del TPP Tpp europeo è un fenomeno di portata internazionale che interessa diverse economie appartenenti alle aree extra-europee ed in particolare i PECO. Esigenze di costo e di flessibilità spingono le imprese a delocalizzare. Pressione da parte della concorrenza internazionale e andamento crescente del costo del lavoro. Il Tpp quale potenziale canale di integrazione economica dei paesi membri dell UE con i PECO. Agevola il processo di cambiamento in atto di queste economie, creazione di meccanismi di mercato e ristrutturazione e modernizzazione del sistema industriale. L utilizzo del Tpp interessa principalmente le industrie ad alta intensità del fattore lavoro (TA). Aumenti nel Tpp anche in settori quali Meccanica e Trasporti. Motivazioni diverse. Nel TA: differenziali di costo, disponibilità di manodopera, prossimità geografica con i paesi destinatari (i PECO). Nella meccanica e trasporti: possibilità di ottenere standard qualitativi migliori o tecnologie più avanzate. Diminuzione del Tpp tra il 1997 e il 1998 in seguito alla stipulazione di accordi commerciali. (Eccezione i settori tradizionali italiani) La struttura del Tpp italiano nel TA rileva una specializzazione in fasi ad alto valore aggiunto

Le analisi empiriche 5. Qual è l effetto dell outsourcing in termini di produttività? 6. ed in termini di occupazione? Outsourcing e Produttività Off-shoring and Productivity growth in Italian manufacturing (Daveri-Lasinio) Analisi delle tavole input-output (tavole degli impieghi importati) per valutare l andamento del contenuto importato degli input produttivi e ricavare una misura diretta dell attività di delocalizzazione Relazione econometrica tra off-shoring e crescita della produttività Correlazione positiva tra delocalizzazione e crescita della produttività del lavoro nelle industrie manifatturiere La tipologia di attività produttiva che viene delocalizzata è una discriminante importante: correlazione positiva tra off-shoring di input intermedi, negativa tra delocalizzazione dei servizi e produttività

Outsourcing e Produttività Indice di Delocalizzazione Internazionale in senso stretto: 1995-2003 1995 2003 D(1995-03) ALIMENTARI BEVANDE 23.8 27 3.2 TABACCO 2.3 13.4 11.1 TESSILE 24.9 26.8 1.9 CONFEZIONI DI ARTICOLI DI VESTIARIO 15.7 49.3 33.6 CUOIO CALZATURE 23.4 31.6 8.2 LEGNO E PRODOTTI DEL LEGNO 22.1 22.2 0.1 CARTA CARTOTECNICA 57.1 50.3-6.8 EDITORIA STAMPA 7.8 6.3-1.6 PRODOTTI CHIMICI 62.4 73.9 11.5 GOMMA PLASTICA 17.6 18.2 0.5 MINERALI NON METALLIFERI 14 11.5-2.5 METALLI E LEGHE 72 83.3 11.3 PRODOTTI METALLICI 9.6 8.6-1.1 MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI 43.8 47.3 3.5 MACCHINE PER UFFICIO ELABORATORI 70.8 99.3 28.5 MACCHINE APPARECCHI ELETTRONICI 38.5 42.1 3.7 APPARATI RADIOTELEVISIVI 82.6 77.7-4.8 APPARATI PRECISIONE OTTICI 57.1 64.9 7.9 AUTOVEICOLI RIMORCHI 60.8 58.9-1.9 ALTRI MEZZI TRASPORTO 32.9 47.7 14.8 MOBILI ALTRI MANUFATTI 24.8 19-5.9 INDUSTRIA MANIFATTURIERA 36.4 41.9 5.5 Indice di delocalizzazione definito come il rapporto tra input intermedi importati e totali di prodotti provenienti dalla stessa industria che li utilizza Aumento della quota di input intermedi importati - aumento della produttività tra 0.1 e 0.2 punti percentuali Attività di deloca: confezioni e macchine per ufficio: 0.7 e 0.6 punti di aumento della produttività Outsourcing e Occupazione Occupazione e reddito da lavoro dipendente (%) Occupazione Reddito da lavoro dipendente 1980-1989 1990-1997 1980-1989 1990-1997 Veneto 2,2-6,1 189,7 30,7 Regioni Adriatiche 2,3-10,5 183,7 29,4 Nord Ovest -13,7-7 189,2 23,7 Altre aree -29,8-10 200,1 21,7 Aree in cui si delocalizza: occupazione diminuisce meno reddito dal lavoro è aumentato

La politica industriale Le implicazioni di politica industriale Considerazioni conclusive La delocalizzazione comporta dei rischi: la perdita di luoghi di apprendimento e di produzione del valore il trasferimento di pratiche e conoscenze a vantaggio di potenziali concorrenti Se viene pianificata e organizzata può rappresentare un opportunità per: Valorizzare le competenze specifiche dei territori Rinnovare le basi economiche dei distretti industriali

Politica industriale Politiche nazionali di sostegno all internazionalizzazione: Fornitura di servizi reali e finanziari, nell assicurazione dei crediti all export, nel sostegno agli investimenti di intern. Produttiva Formazione di coalizioni istituzionali per consolidare relazioni stabili tra PMI o sistemi locali in diverse aree geografiche (difficilmente le PMI riescono a proiettare stabilmente da sole le proprie reti produttive) Creazione all estero di condizioni istituzionali congruenti: info sull economia locale e sulla certificazione della qualità, sulle possibilità di procedure di insediamento, sulle iniziative di formazione del personale Per ridurre i costi di internazionalizzazione rafforzare la capacità di utilizzo delle tecnologie di rete e di accesso a sistemi logistici moderni