GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE- TERRITORIO DEL PAZIENTE CON ICTUS CEREBRI



Documenti analoghi
Gli interventi delle professioni sanitarie

Maria Cristina Cimicchi, Tiziana Risolo, Paola Saccò, Carlo Percudani Ambulatorio Diabetologico di Colorno, DCP AUSL di Parma

STATUTO DELL AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA MEYER INDICE SEZIONE

PROPOSTA DI UN MODELLO DI RIFERIMENTO

GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE- TERRITORIO DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO CRONICO

L integrazione professionale per l assistenza a domicilio: infermieri e fisioterapisti a confronto

UNA NUOVA FORMA ASSISTENZIALE IL CHRONIC CARE MODEL

Il progetto della sanità di iniziativa in Toscana

1 LA GESTIONE INTEGRATA LA GESTIONE ATTUALE

Assistenza Domiciliare nelle persone con BPCO

Le professioni sanitarie e sociali nell ASL di Bergamo. L Educatore Professionale. Mologni Dr.ssa Graziella Bergamo 14/04/2014

Esperienza di sanità d iniziativa nell ASL 11 Empoli

la riabilitazione dopo ictus e frattura di femore La riabilitazione in RSA

PROTOCOLLO D INTESA PER L INSERIMENTO DEI PAZIENTI PSICHIATRICI NELLE RSA e NEI CDI

CAP di Arona ESPERIENZE DI CURE PRIMARIE NEL TERRITORIO

Il recupero funzionale del cardiopatico

Percorso di cura Scompenso cardiaco & Medicina di iniziativa. Dott. Lino Gambarelli MMG Scandiano Bologna 21 /06/2012

Relatore: Dott. Antonio Maddalena

GIORNATE MEDICHE FIORENTINE 2011 Firenze 2-3 Dicembre 2011

UNITÁ OPERATIVA DI PSICOLOGIA OSPEDALIERA DIPARTIMENTO ONCOLOGICO

DELIBERAZIONE N. 33/32. Istituzione della rete di cure palliative della d

GUIDA AI SERVIZI ASSISTENZIALI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Cure Domiciliari. Corso Elettivo Malato a casa 23 gennaio 2012

Percorsi di cura e assistenza tra ospedale e territorio: Il ruolo dei professionisti della sanità a supporto della conciliazione famiglia - lavoro

Area Persone Anziane. Servizio di assistenza domiciliare sociale per anziani LIVEAS

L innovazione dei servizi per la cura delle malattie croniche

INRCA ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO DIREZIONE SCIENTIFICA EVENTO FORMATIVO

Percorso della gestione integrata della persona con diabete. Esigenze ed impegno del Medico di Medicina Generale P. Brasesco

Ruolo del Medico nell Assistenza Sanitaria di base. Prof. A. Mistretta

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE. Dr Mauro Bandera Oncologo

Interventi evidence-based di primo livello nell ambito della medicina territoriale

DIPARTIMENTO ONCOLOGICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA DOCUMENTO DI ANALISI E INDIRIZZO TRIENNALE

Proposta di protocollo di gestione dei pazienti diabetici

REGIONE MARCHE Giunta Regionale SERVIZIO SALUTE P.F. SANITA PUBBLICA

ASL CASERTA OSPEDALE DI COMUNITA. Guida ai Servizi SETTEMBRE 2015

PROGRAMMA DI PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE nella REGIONE VENETO

Il case manager del territorio nel bambino con disabilità complessa. Dr. Giorgio Conforti SAVONA 10 maggio 2008

Processi di continuità e contiguità nella presa in carico globale e multifattoriale della persona con autismo

Azienda USL 6 di LIVORNO Progetto Chronic care model Flow chart scompenso cardiaco Versione 2.1 del

Modello di erogazione diffusa delle Cure Palliative/Fine Vita con supporto di esperti. Parma, 21 ottobre 2011 Dott.ssa Maria Luisa De Luca

Prof. Tarcisio Niglio CURE PALLIATIVE

DELIBERAZIONE N. 5/31 DEL Istituzione della rete per la terapia del dolore della Regione Sardegna.

L assistenza garantita dal medico di famiglia: tutte le novità per il prossimo triennio

ASSESSORATO DELL'IGIENE E SANITA' E DELL'ASSISTENZA SOCIALE PIANO OPERATIVO DEL PRP REGIONE SARDEGNA

-Gruppo 1 -Gruppo 2 -Gruppo 3 -Gruppo 4 -Gruppo 5

Programma Interventi Innovativi

NORME PER LA PREVENZIONE, LA DIAGNOSI E LA CURA DEL DIABETE MELLITO DELL ETÀ ADULTA E PEDIATRICA

Azienda Sanitaria Locale Roma G

Paziente MMG Pneumologo Infermiere Fisioterapista Distretto

Il ruolo dell infermiere specializzato nell educazione educazione terapeutica

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

Percorso formativo ECM/ANCoM all interno del progetto IMPACT

Flavia Bencivenni Coordinatrice Lungodegenza Ospedale C.Magati Scandiano Azienda USL di RE

TRASFERIMENTI INTEROSPEDALIERI

Problemi ancora aperti nella gestione del malato di Alzheimer

Corso di Formazione per Operatore Socio-Sanitario Complesso Integrato Columbus - Anno 2014

AZIENDA ULSS 20 DI VERONA

I processi, l impegno e i risultati dell équipe infermieristica dell ASL 8 di Cagliari

Piano Sanitario Regionale LA SANITA DI INIZIATIVA IN AMBITO TERRITORIALE

Modalità di Gestione nelle Cure Primarie

Metodologie e modelli di assistenza sanitaria territoriale

DISEGNO DI LEGGE. Senato della Repubblica XVI LEGISLATURA N. 3308

CARTA DEI SERVIZI MEDICINA DI GRUPPO

Linee Guida Regionali e Nazionali sulla Stroke Care. Milena Bernardini UO Medicina Interna e Geriatria

La multidisciplinarietà delle cure a casa: quali competenze. F. Saverio Proia Ministero della Salute

CARTA DEI SERVIZI. LA CASA DEL SOLE CARTA DEI SERVIZI Cure ADI e Cure Palliative Via L. il Moro, 57 Milano Tel Indice


Ministero della Salute

Bologna 22 ottobre. Dott. Angela Marina Codifava MMG di MO

PROGETTO SPERIMENTALE «ERICA» Programmi di Educazione, Riabilitazione, Integrata, Comunitaria Adattata

Allegato B) PROCEDURA PER LA GESTIONE AZIENDALE DEI CASI DI EVENTI SENTINELLA 1. PREMESSA E INDICAZIONI GENERALI

I servizi per anziani non autosufficienti

FORUM P.A. SANITA' 2001

FILE. Esperienza nella Formazione. Fondazione FILE - Firenze

IL CONTRIBUTO DEGLI INFERMIERI ALLA IDEAZIONE DEL PSS REGIONALE

SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE

REGOLAMENTO SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ANZIANI

RUOLO DELL AMBULATORIO GERIATRICO NELLA RETE DEI SERVIZI PER L ANZIANO: UN ESPERIENZA NELLA ASL 3 GENOVESE

LA CONTINUITA ASSISTENZIALE

PROGRAMMA PROVINCIALE SPERIMENTALE SULLA DISABILITA (L.R. 41/96 ARTT. 5 21) TRIENNIO PIANO DI ATTUAZIONE

IL PERCORSO ASSISTENZIALE INTEGRATO PER LE PERSONE AFFETTE DA DMT2 NELL AREA METROPOLITANA DI GENOVA

Diabete e confini. Valerio Miselli, Reggio Emilia

Protocollo d Intesa. tra

CONSULTA PROVINCIALE PER LA SALUTE: UN LAVORO DI RETE

I registri per le protesi mammarie e i registri dei dispositivi impiantabili

MEDICINA DI GRUPPO. Spett. dott. Roma, Oggetto: Servizi di telecardiologia per strutture sanitarie decentrate - Proposta di collaborazione -

Punto Unico di Accesso. Violetta Ferrari Emanuela Malagoli 17 Maggio 2012 Bologna

R e g i o n e L a z i

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

I percorsi assistenziali nel post-acuto: la riabilitazione

Il nursing riabilitativo nell ictus. Angela Venturino Firenze 2007 Riabilitazione geriatrica:realtà e prospettive

ASP Azienda di Servizi alla Persona Istituzioni Assistenziali Riunite di Pavia V.le Matteotti, Pavia. Carta dei Servizi

Testimonianza di best practice nelle cure palliative domiciliari a Milano

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Scheda dei requisiti organizzativo-gestionali per l'accreditamento

Servizio. Carta dei Servizi rev. 2 del 7 marzo Farmaceutico

Fisioterapista Laura Caravelli scrf Moncalieri Direttore dott Gaffuri Andrea

PRINA - PIANO REGIONALE INTEGRATO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA

Transcript:

GESTIONE INTEGRATA OSPEDALE- TERRITORIO DEL PAZIENTE CON ICTUS CEREBRI DEFINIZIONE Il Ministero della Salute ha definito l ictus come : una sindrome caratterizzata dall'improvviso e rapido sviluppo di sintomi e segni riferibili a deficit focale delle funzioni cerebrali senza altra causa apparente se non quella vascolare. L'ictus cerebrale rappresenta una delle patologie più frequenti, collegata ad un rilevante rischio di morte e disabilità residua. I fattori di rischio e i meccanismi fisiopatologici lo mettono in stretta relazione con il complesso delle malattie cardiovascolari. Tuttavia in tale rapporto vi sono specificità che riguardano sia l'organo bersaglio, l'encefalo, sia meccanismi fisiopatologici differenziati per cui si distinguono quadri clinicopatologici diversi (per esempio emorragici o ischemici) e, all'interno di ciascuno di questi, ulteriori cause ed ulteriori sindromi. La complessità dei fattori di rischio e dei meccanismi lo rende una patologia di competenza multidisciplinare. Tuttavia le peculiarità fisiopatologiche dell'organo bersaglio indicano nella componente neurologica un ruolo imprescindibile. EPIDEMIOLOGIA L'ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte nei paesi occidentali ed una delle prime cause di disabilità nell'adulto. Ogni anno in Italia sono attesi 130.000 nuovi casi di ictus, 180.000 se si considera anche le recidive. La prevalenza si colloca intorno agli 800.000 casi. L'incidenza media annuale in Italia, corretta per età, è di 220 casi/100.000 anno. Sulla base di quanto riferito dalla EC/Stroke Project nella regione Toscana, considerando una incidenza di 250 nuovi casi su 100.000 abitanti per anno e quindi un numero totale di 7.500 nuovi casi, si può stimare una spesa di circa 45 milioni di euro all'anno. Queste stime non tengono conto della spesa del paziente né dei costi diretti e indiretti per l'assistenza e il supporto sociale: circa il 35% dei pazienti con ictus, infatti, presenta una grave invalidità residua che interferisce con lo svolgimento delle attività quotidiane. La mortalità si colloca intorno al 15%, un valore in linea con la media europea.

CARICO ASSISTENZIALE : IL CHRONIC CARE MODEL Negli ultimi anni a livello internazionale ed italiano è cresciuta l'attenzione attorno al problema, in quanto è stato dimostrato che una migliore organizzazione dell'assistenza può ridurre (fino al 20%) la quantità di pazienti che muoiono o rimangono disabili. In relazione alla elevata prevalenza per l'ictus e le conseguenze che esso produce non possono essere considerate esaurienti le consolidate metodiche attendiste, che dovranno progressivamente essere sostituite in favore di un approccio più proattivo che preveda l'utilizzo di interventi a carattere preventivo attraverso l'applicazione di uno stile di vita adeguato, di aspetti nutrizionali e di esercizio fisico. E' proprio nella scelta della logica proattiva della Medicina di iniziativa, in luogo di quella più passiva della Medicina di attesa, che si realizza il CCM, esplicitato nei suoi obiettivi sanciti nel P.S.R. 2008-2010. Il CCM si configura come un modello organizzativo di presa in carico nel quale il cittadino, al centro del sistema, viene reso esperto da opportuni interventi di informazione e addestramento ed interagisce, attraverso un piano assistenziale personalizzato e condiviso, con il team multiprofessionale composto da MMG, Infermieri ed Operatori Sanitari e Sociali. Spetta alle cure primarie l'ambizioso compito di curare la programmazione ed il coordinamento degli interventi a favore dei malati cronici, allo scopo di garantire ai pazienti ed ai loro familiari una migliore qualità di vita e la possibilità di gestire al meglio la malattia, attraverso l'adozione di corretti stili di vita, il monitoraggio dei parametri fisici ed il corretto uso dei farmaci. Il progetto si rivolge a pazienti ad alto rischio cerebrovascolare e a soggetti con ictus dopo la fase acuta/ospedaliera. Le modalità organizzative si articolano diversamente in funzione delle condizioni di gravità, di autosufficienza e della presenza della rete primaria di supporto. Pe rognuno dei pazienti, al momento dell'inserimento nel percorso si programma un piano assistenziale, che prevede l'inizio di un monitoraggio a cadenza prefissata effettuato da personale infermieristico, a domicilio (se non deambulabile) o in ambulatorio. SCOPO Elaborazione di un protocollo assistenziale condiviso e programmato Territorio-Ospedale-Territorio per la gestione del paziente ad alto rischio cerebrovascolare o con ictus. Tale protocollo, basato sulla logica prognostica e preventiva prevista dal CCM, dovrà essere funzionale, agevole e costruito sulle esigenze assistenziali dei singoli pazienti coinvolti: - Pazienti ad alto rischio cerebrovascolare; L'identificazione dei soggetti esposti, la prevenzione primaria, il controllo dei fattori di rischio sono di pertinenza del MMG che applica strategie basate su un protocollo di monitoraggio clinico e di educazione del paziente al riconoscimento dei sintomi. - Pazienti con ictus e disabilità lieve; Un team multidisciplinare si occupa della pianificazione, follow-up, e trattamento miranti alla acquisizione di una migliore qualità di vita e alla riduzione di possibili recidive.

- Pazienti con ictus con disabilità moderata o grave; Un team multidisciplinare comprendente più professionalità in ambito socio-sanitario provvede alla pianificazione, condivisione, follow-up e trattamento per il recupero funzionale e per ridurre la eventualità di recidive. Valutazione del grado di autosufficienza. OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI 1. Promuovere l'autonomia decisionale e l'autocura attraverso l'addestramento del paziente da parte di personale sanitario adeguatamente formato; 2. Standardizzare i percorsi di presa in carico e l'erogazione dell'offerta assistenziale attraverso l'istituzione di ambulatori dedicati e la strutturazione di classi di pazienti omogenee per rischio, grado di patologia e necessità assistenziali; 3. Attivazione di specifici percorsi diagnostico/terapeutici basati su una forte integrazione tra Specialistica territoriale, Ospedaliera e Medicina Generale, volti ad ottimizzare l'assistenza del paziente cronico ed assicurare un adeguato ed efficace percorso riabilitativo; 4. Ridurre la eventualità di recidiva nei pazienti ad alto rischio attraverso la adozione di corretti stili di vita, di idonee abitudini alimentari e l'esercizio fisico, quali strumenti di prevenzione al fine di migliorare la qualità di vita ed il reinserimento sociale; 5. Promuovere un approccio integrato nella gestione del paziente ad alto rischio cerebrovascolare e con ictus attraverso la condivisione dei percorsi e protocolli nell'ambito del team multiprofessionale destinato alla presa in carico del paziente; 6. Ottimizzare la cura attraverso la applicazione di linee guida e l'approccio assistenziale evidence-based; 7. Adeguare i programmi di gestione informatizzata e la condivisione dei dati registrati su apposita scheda. APPLICABILITÀ E coinvolto nell applicazione del percorso il personale medico ed infermieristico delle UOC Ospedaliere e del territorio: Medico di Medicina Generale (MMG), Infermiere (I), Specialisti (Cardiologo, Fisiatra, Internista, Neurologo), Medico di Comunità, Dietista, Fisioterapista, Logopedista, Assistente Sociale; saranno inoltre di volta in volta coinvolte altre figure professionali (mediche e non) eventualmente necessarie ai fini della gestione ottimale e personalizzata del singolo caso.

IL PERCORSO Il percorso è articolato nelle seguenti 5 fasi, successivamente riassunte nello schema. FASE 1: IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI FASE 2 : ARRUOLAMENTO DEI PAZIENTI FASE 3 : COUNSELING DEI PAZIENTI FASE 4 : FOLLOW UP DEI PAZIENTI FASE 5: GESTIONE PAZIENTI INSTABILI

PERCORSO ICTUS CEREBRI FASE 1 : IDENTIFICAZIONE DEI PAZIENTI Vengono individuati i pazienti a rischio di sviluppare la malattia o già diagnosticati per ICTUS CEREBRI attraverso gli archivi dei MMG. FASE 1 Procedure Professionisti: ruoli Sede della prestazione Tempistica Indicatori Paziente con elevato rischio cerebrovascolare Identificazione pazienti con rischio cerebrovascolare aumentato : FFAA; Pregresso TIA; Protesi valvolare meccanica; patologie rare con alto rischio di manifestare patologia cerecbrovascolare; ipertensione arteriosa; pregresso IMA; arteriopatia periferica MMG ambulatorio Modulo 1 mese dalla fase di estensione (Aggiornamento periodico) Creazione elenco di patologia verifica ed integrazione/incrocio dati MMG (archivio pazienti)/ S. Informativo Aziendale (flussi SDO, elenco es. per patologia, a fini di verifica e confronto) Medico di Comunità entro 15 gg dal ricevimento delle liste lista unica pazienti eleggibili a PDT Paziente con disabilità lieve Paziente con disabilità moderata o grave identificazione pazienti scala RANKIN 0-2 identificazione pazienti scala RANKIN = >3 verifica ed integrazione/incrocio dati MMG (archivio pazienti)/ S. Informativo Aziendale (flussi SDO, elenco es. per patologia, a fini di verifica e confronto) MMG/Sistema Informativo Medico di Comunità ambulatorio Modulo/ Direzione Sanitaria Aziendale 1 mese dalla fase di estensione (Aggiornamento periodico) entro 15 gg dal ricevimento delle liste Creazione elenco di patologia lista unica pazienti eleggibili a PDT

FASE 2 : ARRUOLAMENTO DEI PAZIENTI La fase 2 del percorso prevede l arruolamento dei pazienti individuati nella prima fase attraverso invito, tramite contatto diretto telefonico, ad un incontro informativo presso l ambulatorio del MMG nel quale saranno esposti obiettivi e tempi del progetto e sarà acquisita la adesione o meno al percorso assistenziale mediante sottoscrizione del consenso informato da parte del paziente. FASE 2 Procedure Professionisti: ruoli Sede della prestazione Tempistica Indicatori Invito per contatto diretto telefonico e predisposizione agenda appuntamenti Collaboratore di studio/infermiere ambulatorio Modulo Entro 15 gg dalla restituzione delle liste contatto 100% pazienti in lista Colloquio informativo e acquisizione consenso informato MMG ambulatorio Modulo Entro 3 mesi dalla fase di estensione % adesione (da definire)

FASE 3 : COUNSELLING DEI PAZIENTI Sono strutturati incontri rivolti a classi di pazienti omogenee per patologia o per rischio di patologia ove inclusi, secondo metodiche scientificamente validate. Finalità perseguite attraverso le abilità e le attività di counseling sono: 1) educazione a idonei stili di vita che possano contribuire a prevenire nei pazienti a rischio la comparsa di sintomi e, nei soggetti già diagnosticati, la progressione della patologia (complicanze e disabilità); 2) empowerment del paziente; 3) acquisizione di sicurezza e autonomia nella gestione degli aspetti pratici, sociali e psico-emozionali connessi alla propria condizione. FASE 3 Procedure Professionisti: ruoli Sede della prestazione Tempistica Indicatori Note Invito Counseling di gruppo o individuale Counseling di gruppo: Accoglienza; ascolto attivo dei bisogni; supporto informativo e/o educativo su stili di vita e aspetti assistenziali; promozione di atteggiamenti attivi; educazione al self management; orientamento alla rete e servizi; Family coach Collaboratore di studio/infermiere MMG/Infermiere/altro professionista ambulatorio Modulo almeno 7 gg prima dell incontro Indicatori regionali Sede dedicata Indicatori regionali chiamata telefonica

FASE 4 : FOLLOW UP DEI PAZIENTI Il follow-up garantisce la presa in carico costante e personalizzata del paziente, attraverso un percorso standardizzato che prevede controlli a cadenza prefissata sia presso l ambulatorio del modulo che presso l ambulatorio specialistico di riferimento; ai fini di un ottimizzazione del monitoraggio, il MMG o lo specialista potranno ovviamente introdurre in itinere eventuali correzioni dello schema terapeutico o della tempistica degli esami di controllo/approfondimento, qualora queste siano ritenute necessarie sulla base delle condizioni cliniche del paziente. FASE 4 Procedure Valutazione clinica; educazione al riconoscimento dei sintomi ed all'uso apropriato del sistema 118; prescrizione indagini specifiche ove ritenuto necessario Professionisti: ruoli Sede della prestazione Tempistica Indicatori MMG ambulatorio Modulo ogni 6 mesi Paziente ad alto rischio cerebrovascolare valutazione presenza fattori di rischio: misurazione PA;FC; peso corporeo con calcolo BMI; verifica attuazione piano dietetico; verifica attuazione istruzioni per autocontrollo; valutazione comportamentale (stili di vita: fumo, attività fisica, alimentazione) ; Annotazione in cartella. Infermiere ambulatorio Modulo ogni 6 mesi

Paziente con esiti di ictus Valutazione clinica; pianificazione percorso riabilitativo previa condivisione obiettivi con membri team assistenziale Ambulatorio Modulo ogni 6 mesi Prescrizione e valutazione esami diagnostici (emocromo, creatinina, azotemia; sodiemia; potassiemia; glicemia; ALT; eventuali altre indagini di approfondimento connesse all eziopatogenesi dell evento, qualora individuata ); MMG assetto lipidico ed eventauli altre indagini di approfondimento 1 volta all'anno TAO secondo LG internazionali

Valutazione presenza fattori di rischio: misurazione PA;FC; peso corporeo con calcolo BMI; applicazione indice di Barthel; verifica attuazione piano dietetico; verifica attuazione istruzioni per autocontrollo; valutazione comportamentale (stili di vita: fumo, attività fisica, alimentazione) ; Annotazione in cartella Infermiere Ambulatorio modulo ogni 4/6 mesi Prevenzione e controllo lesioni da pressione ECG Ecocardio Doppler TSA Cardiologo Cardiologo Specialista di branca domicilio Ambulatorio specialistico Ambulatorio specialistico Ambulatorio specialistico Visite programmate ogni 4 mesi per pazienti non deambulanti 1 volta all'anno Secondo indicazione clinica Secondo indicazione clinica Attività di consulenza in ogni fase del percorso neurologo Ambulatorio specialistico Secondo indicazione clinica Attività di consulenza in ogni fase del percorso specialisti per i quadri patologici intervenuti Ambulatorio specialistico Secondo indicazione clinica

Audit clinici funzionali al monitoraggio dell'assistenza Team assistenziale; Medico di Comunità Sede dedicata periodicità secondo necessità Procedure Professionisti: ruoli Sede della prestazione Tempistica Indicatori Valutazione inserimento AFA MMG, Fisiatra, FKT Sede dedicata al bisogno indicatori regionali Paziente con disabilità lieve Pianificazione ed effettuazione interventi riabilitativi; educazione del care giver al recupero delle funzioanlità del paziente FKT Sede dedicata al bisogno indicatori regionali

continuità della riabilitazione dalla fase intensiva alla fase estensiva ed eventuale prescrizione di ausili per mobilità; redazione progetto riabilitativo Fisiatra/FKT Sede dedicata a conclusione della fase intensiva paziente con disabilità moderata o grave Pianificazione ed effettuazione interventi riabilitativi; educazione del care giver al recupero delle funzionalità del paziente Programma recupero funzionale e riduzione recidive FKT Sede dedicata FKT Sede dedicata al bisogno a conclusione della fase intensiva Eventuale prescrizione ausili antidecubito medico di comunità/fisiatra Sede dedicata al bisogno Valutazione nutrizionale nutrizionista/dietista Sede dedicata su richiesta MMG a conclusione della fase Valutazione non autosufficienza team assistenziale Sede dedicata intensiva

FASE 5: PAZIENTI NON STABILIZZATI Per i pazienti non stabilizzati, sono predisposti specifici canali d accesso in ospedale per consulenza immediata o programmata con presa in carico del paziente da parte delle UU.OO. Ospedaliere fino al rientro nel normale follow-up al ripristino delle condizioni di stabilità (vd PA I0)