Cendon / Book Saggi ANIME FOLLI Paolo Cendon Giuseppe Citarella
Edizione GENNAIO 2015 Copyright MMXV KEY SRL VIA PALOMBO 29 03030 VICALVI (FR) P.I./C.F. 02613240601 ISBN 978-88-6959-025-2 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione, di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi.
Cendon / Book Saggi ANIME FOLLI Paolo Cendon Giuseppe Citarella
L'autore Paolo Cendon, veneziano, è professore ordinario di Diritto Privato nell università di Trieste. Fra i suoi libri, Il prezzo della follia, 1984; Il suicidio e la responsabilità, 1996; I malati terminali e i loro diritti, 2003; L amministrazione di sostegno, 2009. Ha redatto nel 1986 la bozza destinata a fungere come base per il provvedimento di legge sull Amministrazione di sostegno, del 2004. Coordina la c.d. scuola triestina, che ha inventato il danno esistenziale. Cura il sito www.personaedanno.it, che ha tra i suoi progetti l abolizione dell istituto dell interdizione e in genere la messa a punto per l Italia di un nuovo diritto dei c.d. soggetti deboli. L Opera Ci sono casi in cui il malessere psichico, da cui una persona si trova colpita, non appare riconducibile al fatto illecito di nessuno. Qualvolta è vero invece il contrario: la vittima soffre di disturbi mentali perché (fra le cause concorrenti) c è quella riportabile al torto arrecato da un altro. Incidenti stradali, ad esempio, oppure infortuni sul lavoro, violenze sessuali, mobbing, abbandoni, minacce di morte, scherzi brutali, sofferenze senza cure palliative, diffamazioni o violazioni della privacy pesanti, cattiverie scolastiche, internamento in istituzioni totali, gravi offese e maltrattamenti in famiglia. E così avanti. Quali in tal caso i danni risarcibili?
INDICE Sezione I. Introduzione. 1. Le questioni. Sezione II. La diagnosi. 2. Errori diagnostici. 3. Casi statunitensi. 4. Deospedalizzazioni frettolose. Sezione III. I diritti inviolabili. 5. Trattamenti non giustificati. 6. Casistica nordamericana. 7. Decisioni della Corte suprema statunitense. 8. I diritti dei carcerati. 9. Maltrattamenti. 10. Mezzi di contenzione. 11. Un caso milanese. 12. Altre ipotesi. 13. Attuali orientamenti inglesi. Sezione IV. La somministrazione dei farmaci. 14. Le questioni. 15. Sovradosaggi. 16. Induzione alla dipendenza. 17. Omessa somministrazione. 18. Iniziative di persone non autorizzate. Sezione V. Elettroshock. 19. Profili generali. 20. Ipotesi di condanna. 21. Casistica statunitense. 22. Trattamento post-terapia. 23. L'esperienza della Germania Federale. Sezione VI. Doveri circostanti la terapia. 24. Introduzione. 25. Relazioni intime tra terapeuta e paziente. 26. Casistica. 27. Responsabilita dell'ente sanitario. 28. Rapporti sessuali fra terapeuta e congiunti del paziente. 29. Il dovere di avvertire (duty to warn). 30. Fattispecie particolari. 31. Orientamenti restrittivi. 32. Il dovere di riservatezza. Sezione VII. Contesti chiusi. 33. Mancata prevenzione del suicidio. 34. Fughe. 35. Contratti di assistenza. 36. Modalita del regime di vigilanza. 37. Un caso italiano. 38. Defenestrazioni. 39. Inadeguatezza delle misure di contenzione. 40. Conflitto fra esigenze di sicurezza e necessita terapeutiche. 41. Il carcere. 42. Due casi inglesi. 43. Le corti tedesche e gli obblighi di sorveglianza. 44. Rapporti sessuali fra pazienti. Sezione VIII. Trattamenti in istituzioni aperte. 45. Introduzione. 46. I danni subiti dal malato di mente. 47. Reparti non specializzati. 48. Casistica ulteriore. 49. Il dovere di sorveglianza dopo la riforma psichiatrica. 50. Orientamenti della Germania Federale. 51. L'approccio statunitense. 52. La giurisprudenza francese. Sezione IX. Negligenze organizzative e responsabilita dell'amministrazione. 53. Recenti decisioni italiane. 54. Danni provocati dal malato a terzi. 55. Un infanticidio. 56. L'abbandono di persone incapaci. Sezione X. Conclusioni. 57. Linee di «politica del diritto». 58. Profili di metodo. 59. Gli operatori psichiatrici. 60. Obblighi della pubblica amministrazione.
Sezione I INTRODUZIONE 1. Le questioni. Sempre più spesso ci s'imbatte in episodi di violenza in cui l'autore è un infermo di mente; né rari sono i casi che vedono un disabile nelle vesti di vittima di maltrattamenti, di abbandoni o di errori terapeutici. Al di là di ogni polemica innescata dagli avversari della legge 180, o arieggiante le delusioni per la (cattiva) attuazione della riforma psichiatrica è di grande interesse accertare quali siano gli strumenti di tutela previsti dal nostro ordinamento. Ciò vuol dire cimentarsi con varie domande. Anzitutto i rimedi pecuniari: quali soggetti fra coloro che attorniano l'infermo colpevole di un danneggiamento potranno venir chiamati al risarcimento? I membri della famiglia, l'ente che aveva «in carico» l'utente, il tutore o il curatore (laddove esistano)? E a pagare non dovrà essere, in certe ipotesi, lo stesso malato/danneggiante? Altri interrogativi sono legati alle circostanze dell'incidente. Conterà o no che l'autore fosse incapace di intendere e volere? Oppure: quali reazioni pretendere (una messa in guardia dell'interessato, esposti alla polizia, una fiduciosa noncuranza) dall'analista cui il cliente abbia confidato di voler uccidere qualcuno? Più ampiamente: varierà la soluzione a seconda che il contesto di riferimento sia un manicomio tradizionale, oppure una casa di cura privata, o magari un centro di salute mentale «aperto»? Non meno complessi i problemi nell'ipotesi speculare quella in cui sia lo psicolabile ad assumere la veste di infortunato. Ad esempio: a chi il potere di promuovere l'istanza risarci toria al malato stesso, al coniuge, ad altri componenti del nucleo domestico? Oppure: come valutare il comportamento dello psichiatra che imbastisca una relazione sessuale con una cliente (precipitata dopo di ciò in uno stato di grave depressione)? E ancora: il fatto che l'utente sia detenuto entro un carcere, magari in manicomio giudiziario, modificherà le risposte del diritto? 9
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