NUMERO 1 GIUGNO 2013

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Transcript:

NUMERO 1 GIUGNO 2013 Frane sul versante meridionale di Lubriano Editoriale... 2 News... 4 Bollettino delle frane... 5 La scheda... 6 Il database...8 Geomorfologia... 38 Il dissesto idrogeologico... 38 Frane a Lubriano... 39

Associazione Culturale GEO TEVERINA si occupa di studio, ricerca, tutela, valorizzazione e promozione dei beni geologici, ambientali, paesaggistici e delle risorse naturali in generale del territorio italiano, con particolare riferimento all'area della Teverina (provincia di Viterbo). GEO TEVERINA, composta da professionisti (principalmente geologi) e da semplici appassionati, animati dalla comune passione per questi luoghi, gestisce il "Museo Geologico e delle Frane" di Civita di Bagnoregio (VT), mezzo con cui, attraverso un attiva e costante interazione con le diverse realtà del territorio, intende promuovere la ricerca scientifica, l'educazione alle Scienze della Terra, e la valorizzazione del territorio della Teverina. COMUNI della TEVERINA Bagnoregio Castiglione in T. Celleno Civitella d'agliano Graffignano Lubriano 2 GEOLOGO CASSANDRA In molti casi il geologo è un professionista poco (o per niente) ascoltato Cassandra, personaggio della mitologia greca, aveva capacità preveggenti ma era destinata a rimanere inascoltata. Riflettendo sulla considerazione del geologo che ha la nostra società (dal comune cittadino all amministratore di ogni livello territoriale), l aggettivo Cassandra sembrerebbe in molti casi ben adeguato. La preveggenza del geologo è in realtà una visione della superficie terrestre slegata dalla comune percezione quotidiana ed estesa ad un tempo anche molto superiore alla durata della vita di una persona. Attraverso il proprio bagaglio di nozioni ed esperienze il geologo è in grado di ricostruire i processi e gli eventi che hanno portato alla situazione attuale di una certa area e di prevederne, con buona approssimazione, l evoluzione futura. Quindi a rigor di logica il geologo dovrebbe essere tenuto in adeguata considerazione nella gestione del territorio, soprattutto in uno in rapida evoluzione come quello italiano, afflitto da una urbanizzazione in molti casi mal conciliata alle dinamiche naturali, eredità di piani regolatori inesistenti, o fatti male, e di tanti condoni edilizi. Il lavoro del geologo invece viene spesso sottovalutato, incompreso o relegato ad una semplice formalità burocratica ( serve la relazione geologica solo perché lo dice la normativa ). La corretta gestione del territorio dovrebbe avvenire sotto la costante regia del geologo, che, essendo in grado di comprendere le complesse dinamiche della superficie terrestre, può indirizzare gli interventi da effettuare finalizzati alla prevenzione dei rischi naturali. Una frana il più delle volte non si verifica improvvisamente senza essere preceduta da evidenze di instabilità che spesso solo il geologo è in grado di riconoscere ed interpretare correttamente. Sarebbe quindi necessario mettere in condizione il geologo di svolgere la fondamentale opera di presidio territoriale, volta ad individuare e caratterizzare le aree a maggior rischio, anche e soprattutto attraverso la messa in opera di adeguati sistemi di monitoraggio, permettendo così agli altri professionisti (prima di tutti l ingegnere) di calibrare al meglio le opere da effettuare. Tutto ciò vuol dire fare prevenzione. Prevenire equivale a spendere meno (rispetto all intervento a seguito di un evento calamitoso), evitare danni a persone e cose, e vivere più tranquilli, perseguendo l armonia con il nostro territorio. Il territorio del comune di Bagnoregio è interessato da una diffusa instabilità dei versanti, in molti luoghi palese, con frane molto evidenti, in altri poco riconoscibile da un occhio inesperto e per questo pericolosamente sottovalutata (dal mese di maggio sul canale You Tube del Museo sono pubblicati i video dei fenomeni di instabilità riscontrati sul territorio teverino). Sulle frane attive è necessario intervenire innanzitutto rimuovendo le cause innescanti, che a volte possono dipendere direttamente dall uomo. Per esempio, la prima cosa da chiedersi per la messa in sicurezza del versante meridionale del ponte per Civita di Bagnoregio e del versante settentrionale di Mercatello è: qual è lo stato della regimazione delle acque sorgive, piovane e reflue? La concentrazione e lo scorrimento di acqua su questi versanti è assolutamente da evitare perché rappresenta il principale meccanismo di erosione e di innesco delle frane. A Mercatello è possibile osservare una percolazione continua acqua nella zona di coronamento proprio al di sotto della strada, e ad ogni pioggia si lamentano gravi infiltrazioni in una cantina di un fabbricato vicino. Da chissà quanti anni le acque reflue di Civita vengono scaricate dissennatamente sul versante meridionale del ponte (soggetto ad una diffusa erosione e a diversi movimenti franosi): mi si perdoni il paragone ma è come se a un malato di cirrosi epatica si desse da bere vino in continuazione. Alla pessima regimazione delle acque probabilmente è anche imputabile la frana verificatasi a inizio anno sul versante nord di Civita. COMITATO DI REDAZIONE Geol. Giovanni Maria Di Buduo Geol. Andrea Di Cencio PhD Geol. Luca Costantini Prof. Tommaso Ponziani bollettinogeologicodellateverina@live.it

A questo punto il sottoscritto geologo si cala nel ruolo di Cassandra e fa una serie di previsioni su eventi che potrebbero verificarsi da oggi ai prossimi 5-20 anni (mancando un sistema di monitoraggio non si possono fare stime più attendibili). Sul versante meridionale di Lubriano (dove dal confronto di due foto da satellite di età diversa appare evidente che sono stati tolti molti alberi) si verificheranno diverse frane tra cui: una colata o uno scorrimento molto grande nella parte mediana a partire all incirca da quota 380 più o meno sotto al belvedere una colata o uno scorrimento a quota 360 sulla parte orientale, all incirca sulla verticale della Chiesa di S. Giovanni Battista, che forse si amplierà fino a coinvolgere i movimenti già in atto in posizione limitrofa ad est; ripetuti crolli al piede del versante che forse ostruiranno parzialmente o totalmente il Fosso di Lubriano. Sul versante sinistro del Fosso di Orteglie (Lubriano) si verificherà una grande frana (scorrimento rotazionale o ribaltamento) con coronamento a 373 metri di quota. A Civita di Bagnoregio: la nicchia di frana del Cavon Grande si amplierà verso est e verso ovest; il coronamento della frana recente sul versante nord si amplierà verso quote più alte; il ponticello storico di fronte all ingresso del borgo si lesionerà a causa del crollo parziale o totale della spalla occidentale; lungo la scarpata della Contrada Carcere si verificheranno crolli di prismi di tufo ignimbritico a pianta triangolare o trapezoidale, mettendo a rischio le abitazioni sovrastanti e la cappella della Madonna del Carcere; il settore nord occidentale della rupe sarà soggetto a frane che metteranno a rischio anche la spalla orientale del ponte di accesso al borgo. A Bagnoregio: sul versante meridionale del belvedere si verificheranno crolli nella scarpata, che lesioneranno gravemente la grotta di San Bonaventura, interrompendo via Bonaventura Tecchi; diversi smottamenti si verificheranno nella parte alta del versante meridionale in località Calleno; fratture estensionali si apriranno nella zona tra il cimitero e via Diaz; una frana interromperà la strada sul versante destro del Fosso del Pidocchio. A Sermugnano: all ingresso del paese si verificheranno smottamenti di terreno ed alberi dalla parte alta della scarpata e crolli di alcuni settori di essa; lungo la strada di accesso al paese si attiveranno quattro frane, di cui una impedirà completamente il passaggio (coronamento a quota 295-300 m, circa 130 metri ad ovest di piazza San Silvestro), le altre tre parzialmente. Quanto affermato ovviamente va inteso in senso provocatorio, per risvegliare le coscienze sopite, incuranti o inconsapevoli. In assenza di monitoraggio nessuno può fare previsioni, ma sicuramente è possibile ipotizzare come i fenomeni di instabilità presenti sul territorio possono evolvere in futuro, se non adeguatamente caratterizzati, monitorati e sistemati. [Geol. Giovanni Maria Di Buduo]. 3

Iniziato il controllo della Grotta di San Bonaventura Da un confronto tra la situazione attuale e una foto di qualche anno fa, sembra sia sparito il riempimento (naturale o artificiale che sia) di una delle fratture che interessano la grotta; tale fatto potrebbe indurre a pensare un certo tasso di apertura della discontinuità. Nella zona circostante la grotta l ammasso roccioso si presenta intensamente fratturato. Dopo aver consigliato nel mese di dicembre 2012 all Ufficio Tecnico del Comune di Bagnoregio l acquisto e l installazione di fessurimetri, lo Staff del Museo ha deciso di non aspettare oltre e di effettuare a proprie spese un controllo della situazione tramite l installazione di due capisaldi a cavallo della discontinuità la cui distanza sarà misurata a cadenza mensile con un calibro digitale, a partire dal 15 maggio. Il canale You Tube del Museo Lo scorso mese di maggio è stato i- naugurato il canale You Tube del Museo dove sono pubblicati i video dei fenomeni di instabilità riscontrati sul territorio teverino, corredati di una breve ma esauriente spiegazione. www.youtube.com/museogeologicocivita Convegno IdroVulc 2013 - Orvieto, 16 e 17 maggio 4 L'Università degli Studi Roma Tre e la Regione Umbria hanno organizzato la prima conferenza sull'idrogeologia dei territori vulcanici in Italia, che si è svolta ad Orvieto, il 16 e 17 maggio scorsi. I problemi gestionali legati alle peculiarità qualitative delle acque sotterranee e l'impatto dei prelievi idrici dal sottosuolo, negli ultimi decenni hanno portato le amministrazioni locali e gli enti gestori della risorsa idrica a collaborare con la comunità scientifica per arrivare a una gestione ottimale della risorsa. Questa collaborazione ha prodotto nel tempo norme tecniche e strumenti gestionali e pianificatori a varie scale, con lo scopo di ottimizzare anche l'attività dei professionisti locali. L'obiettivo del convegno è stato quello di verificare quanto, nell'ambito di una medesima realtà idrogeologica, la ricerca scientifica, l'attività di gestione e l'attività professionale siano attualmente in sintonia e quali siano i prodotti della loro sinergia. Al termine del Convegno alcuni partecipanti hanno accolto l invito dei geologi del Museo, e si sono recati a Civita di Bagnoregio per una visita.

Cosa succede sul territorio In questa sezione trovano spazio i FENOMENI DI INSTABILITÀ riscontrati dai geologi del Museo sul territorio teverino, con particolare riferimento al comune di Bagnoregio. I fenomeni sono descritti tramite una scheda sintetica divisa in due parti che ne riporta le principali caratteristiche. La scheda è stata elaborata tramite la semplificazione di quelle già esistenti a livello nazionale per il censimento delle frane (APAT, 2001; Amanti et al., 1996). Le schede, derivando da un analisi speditiva, non sono assolutamente esaustive nella descrizione dei processi di instabilità in atto: esse rappresentano una descrizione generica di fenomeni per i quali è necessario un adeguato e approfondito studio a cui devono seguire interventi ben calibrati. Vi sono anche riportati una breve descrizione geologico-stratigrafica e idrogeologica, e una stima del rischio (pericolosità x elementi a rischio x vulnerabilità), che, essendo il lavoro di rilevamento svolto a titolo volontario e quindi gratuito, non può che essere approssimativa. Oltre all indicazione delle possibili cause predisponenti e innescanti dei fenomeni sono anche riportate le caratteristiche incognite che maggiormente influiscono sulla valutazione dell instabilità, ed infine quali interventi sarebbe preferibile mettere in atto. L obiettivo è sia informare ed istruire la cittadinanza sulle dinamiche del territorio, sia stimolare le autorità competenti affinché si attivino ponendo particolare e costante attenzione ai fenomeni di dissesto idrogeologico prima che evolvino in eventi funesti ed economicamente gravosi. L obiettivo quindi in una parola sola è PREVENZIONE. Sulla base dell esperienza professionale condotta nell area e dei sopralluoghi condotti nelle aree instabili nei primi mesi di attività del Museo appare quanto mai evidente che l intervento più urgente da compiere è la messa in opera di adeguati SISTEMI DI MONITORAGGIO, in modo da: individuare e delimitare esattamente le aree più rischiose; ottenere dati su tali aree più critiche che permettano di progettare interventi ben calibrati e molto meno dispendiosi rispetto a quelli da effettuare postevento; elaborare un sistema di allerta alla cittadinanza basato su soglie critiche dei parametri monitorati (es. velocità di apertura delle fratture in un ammasso roccioso); integrare e migliorare il piano comunale di Protezione Civile. Un piccolo finanziamento annuale e costante nel tempo per diversi anni permetterebbe di migliorare, ampliare e rendere adeguatamente efficiente il costante e prezioso lavoro di MONITORAGGIO, per il quale lo Staff del Museo è sempre a disposizione. 5 Le schede sono consultabili anche sulla pagina Facebook del Museo, correlate da numerose foto

La SCHEDA, prima pagina COMUNE, LOCALITÀ TIPOLOGIA DATA SOPRALLUOGO DATA EVENTO CODICE sigla comune (le prime due lettere del nome: Ba per Bagnoregio, Lu per Lubriano, ecc) seguita da un numero progressivo STILE Singolo singolo movimento del materiale spostato Complesso combinazione di più tipi di movimento in sequenza temporale Composito più meccanismi di movimento avvengono in parti diverse della massa spostata, talvolta simultaneamente. Successivo molteplice ripetizione dello stesso tipo di movimento in cui le diverse masse franate non condividono la superficie di rottura Multiplo molteplice ripetizione dello stesso tipo di movimento, che causa un ampliamento della superficie di rottura. VELOCITÀ DISTRIBUZIONE Costante la superficie di rottura non ha variazioni apprezzabili Retrogressivo arretramento della superficie di rottura Avanzante la superficie di rottura si estende nella direzione del movimento In allargamento la superficie di rottura si estende lateralmente In diminuzione il materiale coinvolto in una frana attiva diminuisce di volume nel tempo Multi-direzionale la superficie di rottura si estende in più direzioni Confinato movimento in cui non è visibile la superficie di scorrimento al piede della massa spostata QUOTA ESTENSIONE PLANIMETRICA NUMERO SEZIONE CTR COMPILATORE STRALCIO CARTA Piano Assetto Idrogeologico Si ringraziano i geologi Roberto Graciotti e Maurizio D Orefice dell ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per i preziosi consigli e per l aiuto nell elaborazione della scheda. 6

La SCHEDA, seconda pagina LITOLOGIA descrizione litologica IDROGEOLOGIA descrizione sommaria della circolazione idrica superficiale e sotterranea STIMA DEL GRADO DI RISCHIO Ottenuta attraverso la valutazione approssimativa del grado di pericolosità dell evento, e degli elementi esposti e del loro grado di vulnerabilità. La stima è affetta da un certo grado di incertezza, dovuto alla valutazione speditiva del fenomeno, e proporzionale alle INCOGNITE sulle dinamiche in atto. PROBLEMATICHE Indicazione delle principali incognite sulle dinamiche in atto POSSIBILI CAUSE Elenco delle probabili cause predisponenti ed innescanti il fenomeno INTERVENTI ESISTENTI BIBLIOGRAFIA Elenco delle pubblicazioni inerenti lo studio dei versanti nell area in cui ricade il sito in esame ELEMENTI VULNERABILI Elenco degli elementi esposti al pericolo e potenzialmente danneggiabili PROPOSTE Suggerimenti sugli interventi da eseguire 7

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Forme e processi della superficie terrestre Il dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico è un termine infelice perché molto fuorviante: frane e alluvioni non sono dissesti, ma sono la concretizzazione della normale dinamica della superficie terrestre. Percepiamo tali fenomeni come dissesti perché essi provocano danni e vittime, ma nella quasi totalità dei casi ciò avviene a causa della pessima interazione tra uomo e territorio. In Italia abbiamo la deleteria abitudine di porre attenzione al nostro rapporto con il territorio solo quando qualcuno perde la vita, invece dovremmo tenere ben in mente ogni giorno che l 82% dei comuni italiani è interessato da almeno un area ad elevata criticità perché soggetta ad instabilità di versante o alla possibilità di alluvione, in parte perché ereditiamo un patrimonio edilizio realizzato quando la conoscenza delle dinamiche esogene erano poco o per niente conosciute, e in parte perché ancora oggi a volte non si pone un attenzione esauriente all interazione con il territorio. Nel Lazio sono state censite oltre 5 mila frane, e 372 comuni, il 98% del totale, hanno almeno un area ad elevato rischio di alluvione o di frana. Frane e alluvioni su tutto il territorio nazionale sono prese in esame dal Progetto Aree Vulnerate Italiane (AVI) del CNR-GNDCI, dal Progetto Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI) dell Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dai Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) delle Autorità di Bacino. Nel ventesimo secolo il progetto AVI individua oltre 1-2.600 fra morti, feriti e dispersi, migliaia di case e ponti distrutti e chilometri di strade e ferrovie interrotte. Il numero degli sfollati e dei senzatetto supera le 700.000 persone (di cui il 75% a causa di inondazioni). Nel periodo compreso fra il 1900 ed il 2002 si sono verificati 4.016 eventi con gravi danni, di cui più di 1600 hanno prodotto vittime (5.202 per frana e 2.640 per alluvioni). Il Progetto IFFI ha censito 485.000 frane, che interessano un - area complessiva di 20.721 km quadrati, pari al 6,9% del territorio nazionale; solo il 4% sono frane stabilizzate o relitte, mentre 412.000 sono attive con tempi di ricorrenza da brevi a molto lunghi. In realtà il numero è sottostimato: come sa bene ogni geologo che compie assiduamente rilevamento geologico e geomorfologico sul territorio esistono molte situazioni di instabilità non censite perché poco evidenti e/o poco estese, o a volte generate da interventi scriteriati da parte dell uomo di recente realizzazione (tra cui opere oggetto di condono!). Il numero reale di situazioni di instabilità di versante sull intero territorio nazionale potrebbe essere verosimilmente superiore a un milione. La prevenzione politicamente non paga, fa più effetto sull opinione pubblica l intervento e la ricostruzione a seguito di una calamità o di un evento particolarmente grave (che poteva essere prevenuto) piuttosto che un costante piano di prevenzione attraverso adeguati sistemi di monitoraggio, la manutenzione dei versanti, dei corsi d acqua e delle opere di difesa idraulica, un adeguata campagna di informazione e preparazione per i cittadini, ecc. Inoltre la mancanza di prevenzione aggrava i fenomeni con conseguente aumento del costo delle opere di stabilizzazione che prima o poi diventano indifferibili, e relativo aumento del guadagno di chi si aggiudica tali lavori. [Geol. Giovanni Maria Di Buduo]. ISPRA: Progetto IFFI - Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (http://www.mais.sinanet.apat.it/cartanetiffi/. CNR-GNDCI (Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche): Progetto AVI - Aree Vulnerate Italiane (http://avi.gndci.cnr.it/). Autorità di Bacino del Fiume Tevere: Inventario dei fenomeni franosi - Tavole di aggiornamento (http://www.abtevere.it/node/580). 38

Frane a Lubriano Il versante meridionale di Lubriano è costituito in gran parte da una grande nicchia di distacco di una paleofrana (o più probabilmente da due nicchie adiacenti, di cui quella occidentale molto più grande dell'altra), con il relativo corpo di frana relitto ancora in fase di smantellamento. Gran parte di tale area è soggetta a diffusi fenomeni di instabilità: soliflusso, colamenti e scorrimenti sulle argille, e crolli sui margini del corpo di paleofrana al piede del versante, lungo il Fosso di Lubriano (sponda sinistra). In questa pagina in basso è riportata una carta geomorfologica elaborata in seguito ad un sopralluogo effettuato sul versante nel mese di maggio 2013. 39

Dal confronto delle due foto a sinistra appare evidente che le aree in erosione coincidono in gran parte con quelle dove sono stati tolti gli alberi. Il mantenimento della vegetazione su un versante argilloso è di fondamentale importanza, poiché essa protegge il suolo dall'erosione. [Geol. Giovanni Maria Di Buduo]. (marzo-agosto 2011) 40