Sciopero a Oriocenter per apertura fino a mezzanotte BERGAMO / L Oriocenter, centro commerciale a Bergamo, prolungherà grazie agli effetti della manovra Monti il suo orario di apertura fino a mezzanotte tra il 5 e il 7 gennaio. Una decisione che i sindacati non hanno gradito, proclamando uno sciopero. Il centro commerciale ha deciso di tenere aperte le porte fino a tarda notte in occasione dei primi giorni di saldi. Secondo Cgil Cisl e Uil, però, il decreto del Governo non può superare la legge regionale in materia. Siamo preoccupati per quello che succederà nel breve periodo dove ogni operatore, seguendo l esempio di Oriocenter, si riterrà libero di decidere senza più una regola su orari e aperture sostengono. Una preoccupazione che si traduce in azione: per il 5 gennaio è previsto uno sciopero di 2 ore, dalle 22 alle 24, per i dipendente del centro commerciale. sabato 31 dicembre 2011
Centro commerciale aperto fino alle 24 Sindacati in sciopero per due ore all'oriocenter Cgil, Cisl e Uil: "E un illusione pensare che, aumentando l offerta in termini di orari e di aperture, aumentino anche i ricavi" Orio al Serio, 30 dicembre 2011 - I primi effetti della liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali, prevista dal decreto Salva Italia, andranno in scena in provincia di Bergamo già a partire dalla prossima settimana: ci sarà un prolungamento dell orario di apertura di Oriocenter, alle porte della città, fino a mezzanotte dal 5 al 7 gennaio. I sindacati di categoria che hanno indetto uno sciopero nel centro commerciale non hanno tardato a far sentire la propria voce. Secondo Cgil, Cisl e Uil il decreto del Governo non può superare la legge regionale che regola questo tipo di attività, stabilendo vincoli e limitazioni. E un illusione pensare che, aumentando l offerta in termini di orari e di aperture, aumentino anche i ricavi - dicono i sindacati - Così facendo, si accentua a livelli mai visti la concorrenza rendendola, per via dei costi, insostenibile per alcuni operatori. Siamo preoccupati per quello che succederà nel breve periodo dove ogni operatore, seguendo l esempio di Oriocenter, si terrà libero di decidere senza più una regola su orari e aperture. I sindacati hanno già annunciato per il 5 gennaio uno sciopero di due ore, dalle 22 alle 24, dei lavoratori di OrioCenter, con un volantinaggio all interno della struttura sabato 31 dicembre 2011
LIBERALIZZAZIONI/ A Bergamo centro commerciale aperto fino a mezzanotte: sindacati in sciopero La città di Bergamo sarà una delle prime d Italia a vedere gli effetti della liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali voluta dal decreto Salva Italia del governo Monti. Infatti, già dalla prossima settimana, il centro Oriocenter, che si trova alle porte della città, resterà aperto fino a mezzanotte dal 5 al 7 gennaio. Appena circolata la notizia si sono scatenate le polemiche, lanciate principalmente dai sindacati di categoria che hanno così indetto uno sciopero nel centro commerciale bergamasco. Secondo i sindacati infatti «è un'illusione pensare che, aumentando l'offerta in termini di orari e di aperture, aumentino anche i ricavi. Così facendo, si accentua a livelli mai visti la concorrenza rendendola, per via dei costi, insostenibile per alcuni operatori. Siamo preoccupati per quello che succederà nel breve periodo dove ogni operatore, seguendo l'esempio di Oriocenter, si riterrà libero di decidere senza più una regola su orari e aperture». Lo sciopero annunciato avverrà il 5 gennaio e durerà due ore, dalle 22 alle 24, e i lavoratori di Oriocenter faranno un azione di volantinaggio all interno della struttura. Una decina di giorni era stata Confesercenti a lanciare l allarme riguardo la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi attraverso il presidente, Marco Venturi, secondo cui «liberalizzare non risolve d'incanto il problema del lavoro e dei consumi. Al contrario con gli aumenti dell'iva, la sfiducia dei consumatori e le chiusure di piccoli negozi gli effetti saranno pesanti». Infatti, denuncia Confesercenti, questa liberalizzazione mette a rischio 76.119 negozi che entro il 2015 potrebbero chiudere con una perdita di 190.297 occupati. Il vice-presidente dell'associazione dei commercianti, Mauro Bussoni, si augura che «i presidenti delle Regioni chiedano la non applicazione del provvedimento perché palesemente non costituzionale. Tutti sanno che con le aperture domenicali si trasferiscono quote di mercato dalla piccola alla grande distribuzione, con un depauperamento delle risorse dei piccoli esercizi, senza recuperare in termini di efficienza e di maggiore occupazione. sabato 31 dicembre 2011
sabato 31 dicembre 2011
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martedì 3 gennaio 2012
martedì 3 gennaio 2012
IL CASO Rivolta contro i negozi non stop sindacati e commercianti in trincea Cisl: Battiamoci insieme per fermare gli orari selvaggi. Il Comune assicura una trattativa sulla liberalizzazione. E concede tre serate di shopping fino alle 22 il 6, 8 e 29 gennaio di ORIANA LISO Sarà un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati a decidere la via milanese alla liberalizzazione degli orari dei negozi. Solo dopo aver studiato a fondo l articolo 31 della manovra del governo Palazzo Marino farà sapere come intende applicare la possibilità per le vetrine di restare aperte tutti i giorni, 24 ore su 24. Nel frattempo, però, il Comune lancia un segnale anticrisi ai commercianti nel mese dei saldi: tre giorni venerdì, domenica e ancora domenica 29 gennaio in cui i negozi potranno restare aperti tra le 7 e le 22, per non più di 13 ore consecutive. Shopping libero fino a mezzanotte Il no dei piccoli: "Abbiamo paura" L unica certezza, al momento, è che a nessuno piace la liberalizzazione selvaggia: non al Comune, che teme gli effetti negativi che l apertura indiscriminata potrebbe avere sulla qualità della vita dei milanesi, soprattutto in alcune vie, tanto da aver già messo un primo paletto, che fisserebbe a non oltre mezzanotte l orario di apertura delle attività. Non agli stessi commercianti, che già a poche ore dalla notizia sulla nuova legge avanzavano dubbi sui possibili effetti negativi per le imprese mediopiccole. E non ai sindacati, tanto che il segretario della Cisl lombarda, Gigi Petteni, ha scritto una lettera aperta al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli per proporre una strategia comune. «Senza nessun accordo e senza tenere conto delle già importanti normative regionali in materia, da oggi, nel nome di una presunta e finta libertà e competitività, il settore del commercio viene consegnato ad una gestione selvaggia, anarchica e caotica», attacca Petteni, che ricorda come il suo sindacato non si sia «mai sottratto ad accordi che allargavano le aperture in modo motivato, soprattutto se favorivano un incremento occupazionale». Ma ora, è l allarme che lancia la Cisl, la liberalizzazione si tradurrebbe in una mazzata per i lavoratori dipendenti e per le attività piccole e medie, che non hanno le stesse possibilità delle multinazionali. «Al rilancio dei consumi serve più potere d acquisto che orari notturni conclude Petteni rivolgendosi a Sangalli, quindi le chiediamo un segnale per scendere in campo a giocare insieme la partita per correggere insieme quanto di sbagliato si sta verificando». Ma ancor prima che ci siano decisioni il Pdl parte all arrembaggio. Il capogruppo a Palazzo mercoledì 4 gennaio 2012
Marino Carlo Masseroli premette che «liberalizzazione non significa assenza di regole ma regole che agevolino il libero mercato con vantaggio per i cittadini», ma poi attacca: «La prima regola liberale sarebbe cancellare Area C, che crea discriminazione nel mercato». Segue l ex vicesindaco Riccardo De Corato: «Comune e Regione ci pensino bene, chi si avvantaggerà di aperture notturne o 24 ore su 24, oltre alla grande distribuzione, saranno le attività commerciali straniere, ad esempio quelle cinesi». La Regione attraverso l assessore al Commercio Stefano Maullu annuncia un tavolo di confronto, ma rimanda le decisioni finali ai singoli Comuni. Liberalizzazioni: Cisl Lombardia, no a orari selvaggi negozi (Adnkronos) - "La Cisl e' fortemente consapevole come nel nostro paese sia prioritario rilanciare competitivita' e lavoro. Non ci siamo mai sottratti in questi anni ad accordi che allargavano le aperture in modo motivato, soprattutto se favorivano un incremento occupazionale. Siamo pero' fermamente convinti che al rilancio dei consumi che tutti vogliamo serva piu' potere d'acquisto che orari notturni". Lo scrive il segretario generale della Cisl Lombardia,Gigi Petteni, in una lettera aperta al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. "Ai professori delle liberalizzazioni", continua Petteni, "le parti sociali devono dare risposte costruttive e convergenti". Inoltre "senza nessun accordo e senza tenere conto delle gia' importanti normative regionali in materia, da oggi, nel nome di una presunta e finta liberta' e competitivita', il settore del commercio viene consegnato ad una gestione selvaggia, anarchica e caotica". La Cisl, continua, "pensa che la Lombardia, sviluppando meglio le politiche di questi anni, debba candidarsi a sperimentare le nuove riforme che il governo si accinge a definire, a partire da quella del mercato del lavoro che va incentrata sull'occupazione giovanile e sulle politiche attive, proseguendo sui temi della crescita e dello sviluppo". mercoledì 4 gennaio 2012
mercoledì 4 gennaio 2012
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mercoledì 4 gennaio 2012
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giovedì 5 gennaio 2012
L orario di lavoro si allunga? All OrioCenter i sindacati i categoria rispondono con uno sciopero di due ore per tre giorni consecutivi da oggi fino a sabato, dalle 22 a mezzanotte. Un inasprimento della protesta, rispetto all agitazione inizialmente proclamata per la sola giornata (nottata) del 5, al debutto dei saldi invernali. L iniziativa coinvolgerà tutti gli esercizi commerciali, i servizi generali e i pubblici esercizi del centro commerciale e ha l obiettivo di «tutelare tutti i lavoratori - precisa una nota unitaria diffusa ieri - a cui è stato imposto l'orario notturno, dando la possibilità di una libera scelta». La galleria che fronteggia l aeroporto ospita quasi 200 attività e circa 2.000 lavoratori, calcolando che il solo store Iper ne ha 370. Quest ultimo è anche l unico caso noto di regolamentazione salariale: «Ci risulta sia stata offerta la paga oraria prevista per gli straordinari - dice Alberto Citerio, segretario della Fisascat Bergamo - e che il reclutamento per i notturni sia su base volontaria: chiaramente il sistema della volontarietà può essere adottato dalle grandi strutture, ma un singolo esercente non potrà mai concedere libertà di scelta ai suoi lavoranti». Per coinvolgere e informare il maggior numero di persone, ieri pomeriggio, dalle 16.30 alle 18.30 si è svolto un volantinaggio nei negozi del centro commerciale. La protesta arriva dopo la decisione di prolungare fino a mezzanotte l orario di lavoro nei giorni del 5, 6 e 7 gennaio, appellandosi a quanto previsto dal decreto Salva Italia, che modifica alcuni passaggi del decreto Bersani del 2006 in termini di aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi e domenicali e di orari gestiti liberamente. «La Legge regionale che regolamenta questo tipo di attività non può essere automaticamente superata dal decreto del Governo centrale - si legge nel volantino unitario firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Bergamo e in distribuzione ieri pomeriggio - per questo riteniamo illegittime queste decisioni di operatori commerciali o di singole amministrazioni comunali». I sindacati parlano di uno «squilibrio tra il calo dei consumi dovuto alla crisi e questa straordinaria nuova offerta di disponibilità al consumo: è un illusione che aumentando l offerta in termini di orari e di aperture aumentino anche i ricavi. Si accentua a livelli mai visti la concorrenza rendendola, per via dei costi, insostenibile per alcuni operatori». Per questo si dicono «preoccupati per quello che succederà nel breve periodo: ogni operatore, seguendo l esempio di OrioCenter, si riterrà libero di decidere senza più una regola su orari e aperture. I costi sociali per i lavoratori del settore saranno pesantissimi e anche per i consumatori perché la grande distribuzione scaricherà sui prezzi i maggiori costi derivanti dall organizzazione del lavoro sul festivo e sulla notte». E quello che prevedono i sindacati di categoria è un futuro a tinte fosche: «Sul lungo periodo poi le conseguenze saranno pesantissime: le chiusure, con perdite di posti di lavoro, di quelle catene commerciali o centri che non saranno più in grado di sostenere la concorrenza con prevedibili ripercussioni per quelle aree territoriali che hanno investito tutto sulla presenza di un centro commerciale». Per questi motivi i sindacati bergamaschi di categoria hanno deciso di informare i lavoratori di OrioCenter in merito allo sciopero che parte oggi, sottolineando che «il prolungamento dell orario si basa su una scelta arbitraria ed illegittima della proprietà e dell amministrazione comunale. Chiediamo alla proprietà di OrioCenter di rivedere la propria decisione e di aprire un confronto con le parti sociali e le istituzioni per evitare iniziative unilaterali che rischiano di produrre pesanti ricadute sul tessuto economico e sociale del territorio provinciale». giovedì 5 gennaio 2012
giovedì 5 gennaio 2012
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