Ibrevetti italiani hanno un valore scarsissimo,



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Brevetti e tutela ella proprietà inustriale In Italia, troppo costosi ma poco utili Ibrevetti italiani hanno un valore scarsissimo, tanto che ormai si tene a presentare le richieste i registrazione irettamente presso l Ufficio Europeo ei Brevetti ma, anche a livello sopranazionale, l Italia è agli ultimi posti tra i Paesi inustrializzati come numero i brevetti presentati in un anno. Parlano i brevetto ci si riferisce a quel titolo giuriico che conferisce al titolare il iritto esclusivo i sfruttare la propria invenzione in un territorio e per un perioo eterminati, al fine i impeire a altri i prourre, venere o altrimenti utilizzare l invenzione senza autorizzazione. La performance sconfortante ell Italia in questo campo emerge a un monitoraggio realizzato a Unioncamere e Dintec secono il quale, tra il 2001 e il 2003, l Italia ha presentato all Ufficio Europeo ei Brevetti il 3,1% ei brevetti totali contro il 39,7% presentato agli Stati Uniti e il 22,6% ella Germania. Dalla ricerca i Unioncamere risulta però anche che l Italia occupa il primo posto nella classifica per quanto riguara alcuni specifici settori come il comparto meccanico e quello nautico. Inoltre i risultati italiani sui brevetti sono buoni anche nei settori el tessile e ella moa. Per contro il ritaro è nettissimo in tema i mezzi i trasporto, agroalimentare, ottica, costruzione e prootti in metallo. Il maggior contributo all innovazione italiana è ovuto, sempre secono lo stuio i Unioncamere, alle meie imprese manifatturiere che, pur rappresentano solo lo 0,1% elle aziene italiane, tra il 1999 e il 2003 hanno presentato all Ufficio Brevetti Europeo il 14% elle richieste totali provenienti al nostro Paese. L Italia è il fanalino i coa tra gli Stati inustrializzati per quanto riguara la registrazione elle innovazioni, sia a causa ell inaeguatezza el sistema nazionale sia per ragioni storiche. Dalla nostra inchiesta emerge la necessità i aeguare alle proceure in vigore a livello comunitario l iter i eposito e i tutelare maggiormente la figura el progettista i Francesca Paola Rampinelli 44

In Italy, very expensive but of little use Italian patents are worth very little, so much so that registration applications are usually sent in irectly to the European Patent Office but, also on a supranational level, Italy is one of the last inustrialise companies in terms of the number of patents presente per year. Italy s isappointing performance in this area emerges from monitoring one by Unioncamere an Dintec accoring to which, between 2001 an 2003, Italy sent in just 3.1% of patents to the European Patent Office against the 39.7% sent in by the Unite States an Germany s 22.6%. The ifficult situation on a European level, but above all on a national level, oes not look like it s going to improve with the introuction, back in March, of the legislative ecree regaring inustrial inventions an the requirements for obtaining a national patent, or rather the Coe of Inustrial Property Rights. Aing to the isappointment of the operators cause by the poor innovative capacity of the coe is the recent increase in costs for epositing traemarks an esigns at the Italian Patent Office. From February 1st a law has been in force which increases the taxes, on average by 30%, that companies have to pay to eposit a patent, a trae-mark, a esign but also to keep the patent itself alive (it lasts twenty years). In fact, the Italian Patent Office oes not o the so-calle search for something new, or rather research on worl-wie scale to see if the requeste patent is actually new an innovative. Research which is, however, one both on a European scale an in certain Community-base countries. In Italy patents are basically just a piece of paper. IL NUOVO CODICE La situazione ifficile a livello europeo, ma soprattutto a livello nazionale, che mostra l Italia come un Paese che punta scarsamente all innovazione e alla ricerca applicata, non pare estinata a migliorare con l introuzione, a partire al marzo scorso, el D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 relativo alle invenzioni inustriali e ai requisiti per l ottenimento el brevetto nazionale, ossia il Coice ei Diritti i Proprietà inustriale. Il nuovo testo, infatti, riorina la materia previgente non presentano però sostanziali innovazioni rispetto alla isciplina preceente. Vengono riorganizzate isposizioni fino a ora contenute in numerose leggi e regolamenti e sono introotte moifiche soprattutto per quanto riguara il settore el contenzioso. La principale novità contenuta nel testo, infatti, consiste nell istituzione i apposite Sezioni specializzate in Proprietà Inustriale presso i tribunali civili ei maggiori capoluoghi i Regione o Provincia, le quali applicano il rito societario ovrebbero riurre ecisamente i tempi processuali. Inoltre, i giuici potranno ora tenere in consierazione i profitti conseguiti ai contraffattori all atto i eterminare il risarcimento ovuto ai titolari ei iritti violati. Da più parti però si lamenta la lacunosità el nuovo testo a cui il legislatore ha scelto i escluere la isciplina i alcuni settori chiave. Non vengono, infatti, affrontate le tecnologie ell informazione (software e banche ati) e manca anche la normativa relativa al campo elle biotecnologie e, in particolare, non è stato inserito nel Coice il testo che uniforma la nostra legislazione alla irettiva comunitaria el 1998 (nonostante l aeguamento alle norme internazionali o comunitarie costituisse uno ei criteri irettivi ella elega). Allo scontento egli operatori per la scarsa portata innovativa el coice si aggiunge il recente aumento elle spese per epositare marchi e progetti presso l Ufficio Brevetti italiano. Dal primo febbraio, infatti, è entrato in vigore il provveimento che aumenta le tasse, in meia el 30%, che le aziene evono pagare per epositare un brevetto, un marchio, un isegno ma anche per il mantenimento in vita el brevetto stesso (la urata è ventennale). LA SITUAZIONE ITALIANA Il brevetto italiano conta come il ue i picche - afferma senza mezzi termini Giorgio Valentini, progettista i macchine nei settori ell automobile, ei sistemi i sollevamento e trasporto, elle macchine eili, ocente alle Facoltà i Ingegneria ell Università i Brescia e Ferrara e soprattutto presiente ell Aipi, l Associazione italiana ei progettisti inustriali - oggi si registrano i brevetti italiani solo per una questione i tempo ma la brevettazione, senza i controlli che si svolgono in altri Paesi, è una vera e propria farsa. L Ufficio Brevetti 45

Brevetti e tutela ella proprietà inustriale italiano, infatti, non svolge la cosietta ricerca i novità, ovvero un inagine su scala moniale per verificare che il brevetto richiesto sia effettivamente nuovo e innovativo. Inagine che è invece svolta sia a livello europeo sia in alcuni Paesi comunitari. Inoltre - continua Valentini - nel nostro Paese si brevetta pochissimo per ue ragioni fonamentali: ci sono poche iee e c è poca cultura generale ella progettazione. Per quanto riguara il primo punto, infatti, a un lato non c è più chi ha iee innovative e all altro comunque chi ha le iee è troppo piccolo per poter sostenere le spese ell iter brevettuale. Per capire questo fattore va tenuto presente che il quaro inustriale italiano - spiega ancora il presiente ell Aipi -, presenta un 90% el tessuto costituito a meie e piccole imprese e un 10% i grani imprese che si trasformano sempre più a soggetti inustriali in aziene i servizi o finanza. Bastano per tutti gli esempi offerti alle ultime evoluzioni i Fiat, Benetton e Telecom. A ciò si aggiunge il fatto che il vuoto i inventiva va imputato principalmente alle carenze el sistema scolastico. La nostra università non è più in grao i far crescere una cultura inustriale. Dagli anni 70 in poi manca un corpo ocente aeguato. Per quanto riguara poi il secono aspetto - sottolinea Valentini - a ostacolare la crescita ei tecnici c è anche una raicata traizione el nostro Paese che risale airittura al 500: l Italia infatti è sempre stato un Paese i commercianti, non c è la cultura per sviluppare i tecnici e i progettisti. In una classe universitaria i 300 stuenti i ingegneria i fronte alle possibili prospettive professionali solo 4 hanno ichiarato i voler fare i progettisti conclue sconsolato Valentini. Si rifà al ato culturale per spiegare i pochi brevetti richiesti in Italia anche Paolo Peerzini, consulente i Bugnion, agenzia emiliana specializzata proprio nella assistenza alle imprese che si trovano a over affrontare i problemi legati alla brevettazione. Alla realtà che nel nostro Paese non c è cultura brevettuale e cioè che si arriva a capire il valore i un iea solo quano il prootto ha successo, si aggiunge il ato eterminato al fatto che la nostra piccola e meia impresa spesso fa aattamenti non seriali. In Italia è necessario investire in ricerche brevettali, afferma Peerzini. Non è possibile che nel nostro Paese non ci sia neanche l esame i novità. È vero che in Germania per un brevetto si può arrivare a spenere agli 8 ai 10 mila euro ma il lavoro è svolto con cura. In Italia si speneranno circa 3 mila euro ma poi ben più ella ifferenza va investita nelle ricerche che non sono eseguite all Ufficio Brevetti ma che restano a carico el progettista. 46

LA SITUAZIONE EUROPEA Lo stesso vale per altri Stati europei; secono una ricerca svolta al Sole24Ore se un imprenitore italiano spene meiamente 246 euro per epositare un brevetto, il suo collega francese ne spene 370 ma in compenso riceve un servizio in più: appunto quello fonamentale ella ricerca i novità. Va consierato che anche le imprese i meie imensioni che operano nella prouzione o nella venita possono trarre notevoli vantaggi al monitoraggio regolare ell informazione brevettuale. Infatti i costi i sviluppo possono venir riotti rasticamente preneno i brevetti già esistenti come punto i partenza per le proprie ricerche. Inoltre, per riurre le spese, si può scegliere i prourre su licenza ell inventore e, anche in questo caso l informazione brevettuale è essenziale. Per finire, il monitoraggio può facilitare iee nuove passibili a loro volta i sfruttamento commerciale. Senza tener poi conto el fatto che, la pur più impegnativa proceura el brevetto europeo garantisce ben altri risultati rispetto alla registrazione italiana visto che oltre alla ricerca i novità offre la possibilità i avanzare la richiesta i protezione brevettuale in 27 Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlania, Francia, Germania, Grecia, Irlana, Italia, Lussemburgo, Monaco, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera/Liech

Brevetti e tutela ella proprietà inustriale tenstein, Turchia e Ungheria. Maria Luovica Agrò, irettore ell Ufficio italiano brevetti e marchi (Uibm) ha recentemente risposto alle polemiche a questo proposito. È vero, ha spiegato, che noi conceiamo il titolo senza una ricerca i anteriorità ma negli ultimi ue anni abbiamo lavorato a un progetto che ci avrebbe permesso i applicare in Italia il moello francese, vale a ire concluere un accoro con l Ufficio europeo ei brevetti per affiare a loro l attività i ricerca. Per farlo abbiamo bisogno i foni che però ci sono stati negati. Avevamo cioè chiesto che ci venisse assegnata una parte el gettito erivante alle tasse che vengono versate in Italia per il mantenimento in vita ei brevetti Ue. Questa somma si aggira sui 40 milioni e attualmente per metà viene versata alla Ue, il resto va all erario italiano. È proprio alla luce ella scarsa incisività ella registrazione italiana che il nuovo coice viene vissuto agli aetti ai lavori con una certa insofferenza. Il Coice ei Diritti i Proprietà Inustriale - conclue Peerzini - non sarà i aiuto per migliorare lo stato ell arte visto che, anche per quanto riguara le uniche novità rilevanti che riguarano il campo proceurale, si abbreviano sì notevolmente i tempi el giuizio ma, altra parte, sarà sostanzialmente necessario prepararsi a affrontare il contenzioso a tappe forzate. Va però consierato - precisa Renato Bocca, ocente i iritto inustriale presso l Università el Piemonte Orientale - che il rito societario è entrato in vigore solo il 16 settembre e è quini troppo presto per poter trarre conclusioni sul suo impatto. Comunque - afferma ancora Bocca - le moifiche legislative non eterminano variazioni i tipo macroeconomico poiché non cambia lo spirito ella legge. È certo, altra parte, che la recente introuzione i un aumento elle spese i brevetto non aiuta le piccole e meie imprese oltre a rallentare ancora una volta il ato i sviluppo e innovazione che è rappresentato al brevetto. Anche Agrò nella relazione presentata a Bologna a aprile nel corso el Convegno sul nuovo coice ella proprietà inustriale ha ichiarato che allo stato attuale abbiamo una tassa, per esempio sui isegni e i moelli che, per il eposito i un solo isegno in Italia è superiore a quella i un analogo titolo nell intera Unione Europea. Questo è un isincentivo enorme e anche insensato, che rene oltretutto il sistema italiano un sistema che va avanti sul suo binario senza confrontarsi con nessuno, cosa che non è più possibile nel campo ella proprietà inustriale ove i proceimenti i protezione a livello sopranazionale sono sempre più numerosi e sempre più cogenti e penetranti. In ifesa el nuovo coice e minimizzano l impatto egli aumenti rispone invece Filippo Volpi, intellectual property right e risk manager el Centro Ricerche Fiat e membro i AIDB, Associazione italiana ocumentalisti brevettali. Come Centro i Ricerche Fiat - afferma infatti Volpi - negli ultimi tre anni abbiamo registrato circa 100 bre- 48

vetti nuovi ogni anno, nel 2004 siamo arrivati airittura a quota 198. Il nostro portafoglio brevetti è formato a circa 680 famiglie per un totale i oltre 13 mila brevetti epositati più circa 1.200 proceure i registrazione penenti. Su queste cifre - insiste Volpi - gli aumenti rappresenteranno certo cifre consierevoli ma assolutamente sottocontrollo visto che tutto è pianificato con largo anticipo e abbiamo un apposito buget eicato alla ricerca. Per quanto riguara il nuovo coice noi abbiamo partecipato al ibattito in fase i reazione e riteniamo che sicuramente abbrevianosi i tempi el proceimento giuiziario gli impatti saranno positivi. IL PARERE DELLE AZIENDE Sulla necessità che anche le PMI investano in innovazione insiste anche Gianluigi Viscari, amministratore elegato i Cosberg e presiente i AIA, associazione italiana i assemblaggio, che riunisce una sessantina i aziene. La nostra società eica l 8% el totale el fatturato alla ricerca e io ritengo che fare ricerca sia assolutamente inispensabile per istinguersi alla concorrenza, per non rinunciare all innovazione. D altra parte la mia storia inustriale nasce proprio a un brevetto, racconta ancora Viscari. Ho cominciato l attività comprano il brevetto i una linea i montaggio per automazione che a allora è alla base ella nostra prouzione. È molto importante, in tema i innovazione, anche la comunicazione con altri Paesi. Abbiamo stipulato un accoro per creare un comitato i scambio i tecnologia con ei partner giapponesi. Si tratta i una sorta i acquisto el territorio: loro brevettano in Asia ciò che noi ieiamo qui e noi facciamo lo stesso per loro in Europa e Su America. Bisogna tenere conto infatti che in Giappone fanno ricerca a altissimo livello anche come analisi ei materiali. La nostra esperienza, in sintesi - aggiunge Viscari - ci ice che la cosa migliore a fare è girare il mono è comprare i brevetti già epositati e non invece certo cercare i copiare. Naturalmente parliamo sempre i brevetti europei, epositiamo i brevetti in Italia, infatti, giusto per garantirci il tempo fisico per epositare in Europa. Lamentano le lacune el sistema italiano anche i rappresentanti elle associazioni che riuniscono le imprese meio-piccole che fanno progettazione, pur non imenticano le responsabilità e la mancanza i spirito i corpo elle categorie stesse. L avvocato Anrea Ruelli, legale i AIA, i AIAP, Associazione italiana progettazione visiva, e i Assinform, Associazione Nazionale Prouttori Tecnologie e Servizi per l Informazione e la Comunicazione, afferma, infatti, che bisognerebbe riuscire a far capire ai clienti il valore el singolo progetto in sé a prescinere alla successiva esecuzione. Spesso, infatti, sfruttano la concorrenza,

Brevetti e tutela ella proprietà inustriale i clienti prenono progetti costati ecine i ore a un assemblatore per farli eseguire a un altro che ha prezzi minori. È a questo punto che ci vorrebbe una volontà unitaria a parte egli operatori i settore, bisognerebbe, per esempio, impegnarsi a non accettare orini basati su progetti altrui. Attualmente stiamo metteno a punto un contratto tipico per l inustria ell assemblaggio in cui si avrà cura i eicare massima attenzione al valore ella proprietà inustriale. Un contratto stanar risponerebbe assolutamente alle esigenze ei progettisti, afferma anche Angelo Gambini, esperto i brevetti e consigliere i Aipi. Nel caso i un iea brevettabile infatti non esistono nel nostro orinamento linee guia che tutelino il progettista, ne nei confronti ell eventuale atore i lavoro, ne nei confronti ella concorrenza. Nel caso ei liberi professionisti, poi, oggi succee spessissimo che il progettista l eventuale plagio e poi perché comunque le loro spese i realizzazione sono assolutamente competitive. La tutela serve, più che sui brevetti nella fase i eposito nella fase i progettualità - afferma Alessanro Torsoli, amministratore elegato i ABL Automazione, tornano sul tema caro all avvocato Ruelli. Si tratta, infatti, i capacità intellettuale fornita a un cliente che poi magari non esita a farla sviluppare a altri. In questo senso - continua Torsoli - sostanzialmente il nuovo coice non c interessa perché le moifiche proceurali apportate non risolvono il problema ella tutela intellettuale in una fase contenziosa. Come AIA - aggiunge l inustriale bresciano - stiamo cercano i spingere verso l iea che anche il semplice progetto va pagato visto che si tratta spesso i ecine i ore i lavoro erogate gratis. Oggi però è ancora molto ifficile muoversi in questa Foto Linos riesca a incassare quanto gli è ovuto solo ageno per vie legali. Si vorrebbe tanto inoltre - afferma ancora Gambini tornano sulla questione ella scarsa tutela garantita al brevetto italiani - che anche nel nostro Paese fosse introotto un sistema i brevetti controllato. Infatti, la registrazione italiana ha valore solo come certificazione ella ata i presentazione el progetto ma non fa scoprire se in qualche altro Paese esiste già un iea analoga, reneno così necessario il passaggio attraverso il brevetto europeo. A ciò si aggiunge che invece i iminuire i prezzi ei brevetti aumentano reneno sempre meno appetibile l iter che conuce alla iea alla sua registrazione e messa in pratica. Gambini insomma, alla luce ei ben 7 brevetti registrati nella sua carriera, ichiara che tutto consierato oggi ai giovani progettisti consiglierei i avere tante iee ma poi i analizzare bene le spese, i mercati e il panorama ei possibili realizzatori prima i affrontare la spesa i un brevetto. Inoltre - conclue il progettista - anche i mercati asiatici ora pesano ecisamente, intanto perché è molto ifficile scoprire in tempo utile irezione anche quano si tratta i mettere a punto macchinari molto complessi o impianti grossi i cui costi i progettazione possono essere gravosi. Serve una articolata opera i eucazione ei nostri associati. Nella realtà inustriale effettiva l impegno economico e intellettuale profuso per brevettare un progetto frutto el proprio know-how non è giustificato appieno - afferma Daniele Brazzale, irettore generale i Automatismi Brazzale - le risorse impegnate e le aspettative i ifesa ei iritti vengono troppo spesso vanificate come imostra il caso ella concorrenza con i mercati ell Est asiatico ove tutto è concesso e la capacità i tutela è pressoché nulla. reaerservice.it Aipi n.20 Bugnion n.21 Centro Ricerche Fiat n.22 Cosberg n.23 ABL Automazione n.24 Automatismi Brazzale n.25 50