Il sistema ambientale in Italia: le aree protette



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Il sistema ambientale in Italia: le aree protette Giovanni LA MAGNA Naturalista I n questo articolo si esamineranno le varie tipologie di aree protette presenti in Italia, mettendo in evidenza anche la loro validità sul territorio e le ricadute che hanno sulle popolazioni locali. Definizioni Un area protetta si può definire come un luogo pubblico o privato di grande interesse naturalistico, storico o artistico che lo Stato, o un altro ente o associazione, protegge allo scopo di impedire che venga rovinato o distrutto. Questa visione oggi è molto riduttiva, ma sicuramente in linea con i principi scaturiti, nel secolo scorso, dall esigenza di preservare alcune aree dagli impatti distruttivi che la società moderna ha sugli ecosistemi naturali. Oggi questa visione è si modificata e le aree protette non sono più intese solo come luoghi atti alla conservazione della natura, ma anche come zone che riescono a dare un contributo vitale anche alla conservazione delle risorse culturali, offrendo opportunità allo sviluppo rurale e territoriale, diventando motori di spinta per lo sviluppo economico e che si esplicano anche con l individuazione di territori terrestri e marini nei quali promuovere l'istituzione di riserve naturali statali e parchi nazionali, che attualmente occupano circa 1.300.000 ha. Le leggi istitutive e la classificazione L istituzione e la gestione delle AAPP sono centrali per la Conservazione sulla Biodiversità, cioè la Convenzione adottata al Summit sulla Terra di Rio de Janeiro del 1992, che ha come obiettivo di ridurre in maniera significativa la perdita della biodiversità entro il 2010, e come contributo alla diminuzione della povertà e a beneficio della vita sulla Terra. La legge 394/91 definisce la classificazione delle aree naturali protette e istituisce l'elenco ufficiale delle aree protette, contente tutte le aree che rispondono ai requisiti definiti dal comitato nazionale per le aree protette. Attualmente il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue: I Parchi Nazionali Nella definizione di "Parco Nazionale" rientrano tutte le aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono

da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. I parchi nazionali possono essere divisi in: Storici: Parco Nazionale del Gran Paradiso, Parco Nazionale d Abruzzo, Parco Nazionale del Circeo, Parco Nazionale dello Stelvio, Parco Nazionale della Calabria. Istituiti con la legge 11 marzo 1988, n. 67 ("Finanziaria") e legge 29 agosto 1989, n. 305: Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e Campigna, Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale dell Aspromonte. Istituiti con la legge quadro sulle aree protette del 6 dicembre 1991, n. 394: Parco Nazionale del Cilento e vallo di Diano, Parco Nazionale del Gargano, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale della Val Grande, Parco Nazionale del Vesuvio. Istituiti con la Legge 4 gennaio 1994 n. 10 Parco Nazionale dell arcipelago della Maddalena Istituiti con la Legge 8 ottobre 1997 n. 344 Parco Nazionale dell Asinara Istituiti con il D.P.R. del 30 marzo 1998 Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei In istituzione: Legge 8 ottobre 1997, n. 344 ("Disposizioni per lo sviluppo e la qualificazione degli interventi e dell'occupazione in campo ambientale") Parco Nazionale delle Cinque Terre, Parco Nazionale della Sila, Parco Nazionale dell Appennino (nei territori delle province di Reggio Emilia, Parma e Massa Carrara) Legge 9 dicembre 1998, n. 426 ("Nuovi interventi in campo ambientale") Parco Nazionale dell'alta Murgia, Parco Nazionale della Val d'agri e Lagonegrese La legge quadro sulle aree protette cerca di integrare le esigenze di conservazione da una parte e gli interessi delle popolazioni locali dall altra e per questo predispone una zonizzazione del parco che prevede: riserve integrali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità, viene impedito qualunque tipo di impatto antropico. riserve generali orientate divieto di costruzioni edili o di ampliare le esistenti. Tutela del paesaggio e del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonchè interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell'ente Parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione alle opere esistenti. aree di protezione nelle quali preservare le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta dei prodotti naturali condotte secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità. aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socioculturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. Le Zone umide di importanza internazionale Le zone umide sono state individuate ed inserite in un elenco creato in seguito alla convenzione di Ramsar del 1971, l elenco ad oggi è composto da 50 aree che costituiscono un fondamentale valore di biodiversità. Cos è una zona umida? Si tratta di aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri. Le funzioni ecologiche di questi ecosistemi sono importantissime non solo come capita spesso unico per molte specie di flora e fauna terrestre, marina e di acqua dolce, ma anche come aree utili alla regolazione del regime delle acque. Convenzione di Ramsar La Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, è stata firmata a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971. L'atto viene siglato nel corso della "Conferenza Internazionale sulla Conservazione delle Zone Umide e sugli 12

Uccelli Acquatici", promossa dall'ufficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici (IWRB- International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) con la collaborazione dell'unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN - International Union for the Nature Conservation) e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli (ICBP - International Council for bird Preservation). L obiettivo della convenzione è ovviamente la tutela internazionale delle zone umide attuando tuti gli studi opportuni per permettere la conoscenza profonda delle varie componenti ambientali al fine di attuare programmi di conservazione e valorizzazione. Nello specifico le parti firmatarie si impegnano a designare le zone umide di importanza internazionale del proprio territorio da inserire in un elenco che potrà essere ampliato o ridotto a secondo dei casi; elaborare e mettere in pratica programmi che favoriscano l'utilizzo razionale delle zone umide in ciascun territorio delle Parti; creare delle riserve naturali nelle zone umide, indipendentemente, dal fatto che queste siano o meno inserite nell'elenco; incoraggiare le ricerche, gli scambi di dati e pubblicazioni relativi alle zone umide, alla loro flora e fauna; aumentare, con una gestione idonea ed appropriata il numero degli uccelli acquatici, invertebrati, pesci ed altre specie nonché della flora; promuovere delle conferenze; valutare l'influenza delle attività antropiche nelle zone attigue alla zona umida, consentendo le attività ecocompatibili I Parchi Regionali I parchi naturali regionali hanno aumentato sensibilmente la complessiva superficie di territorio nazionale protetto e hanno profondamente modificato la concezione di parco sia come ruolo che come modalità di gestione. Infatti questi nuovi parchi hanno voluto coniugare le attività volte alla conservazione e tutela del patrimonio naturale con quelle di sviluppo socio economico del territorio del parco, inteso come crescita sostenibile ed eco-compatibile delle attività antropiche. Obiettivo importante dei parchi regionali è anche quello di tutela dell identità culturale e storica delle popolazioni residenti, valorizzando le attività agricole e artigianali e i prodotti legati da sempre al territorio. La novità negli strumenti di gestione del parco è quella dell istituzione di processi partecipativi che, coinvolgendo la popolazione nelle decisioni politiche, impediscano l instaurarsi di conflitti irrisolvibili facilitando l aggregazione e la nascita di una coscienza ambientale comune. Parchi Nazionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. Parchi naturali regionali e interregionali sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali. Riserve naturali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati. Zone umide di interesse internazionale sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. Altre aree protette sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvediementi formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti. Aree di riferimento terrestre e marine indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria. 13

Le aree protette regionali attualmente sono più di un centinaio e coprono una superficie di più di un milione di ettari, ma sono destinate a crescere incrementate anche dalle aree protette gestite dalle province che stanno iniziando a nascere in seguito alla legge 142/90 sul decentramento delle competenze. Le Riserve Naturali Statali Le Riserve Naturali statali sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacustri o marine che presentino ecosistemi o specie florofaunistiche di notevole importanza per la conservazione della diversità biologica o delle risorse genetiche. Queste Riserve sono attualmente 146 e sono gestite direttamente dal Corpo Forestale dello Stato o date in gestione ad enti o associazioni ambientali (ad esempio il WWF). Le Riserve Naturali dello Stato si dividono in varie tipologie a seconda delle priorità di conservazione: Riserve Naturali Integrali: tutela integrale le risorse naturali escludendo la presenza antropica se non per scopi strettamente scientifici e di sorveglianza. Rientrano in questa categoria ad l Isola di Montecristo e la Riserva di Sasso Fratino. Riserve Naturali Orientate: fruizione controllata e proporzionata alle caratteristiche ambientali dei territori, azioni di gestione finalizzate alla conservazione e allo sviluppo delle piene potenzialità naturalistiche dei territori. Promozione di turismo sostenibile e compatibile con l ambiente naturale. Riserve Naturali Biogenetiche: tutela di aree prioritarie e del patrimonio genetico di specie animali e vegetali presenti. Questo che segue è l elenco delle zone umide di importanza internazionale in Italia DENOMINAZIONE REGIONE 1 Isola Boscone Lombardia 2 Lago di Mezzola-Pian di Spagna Lombardia 3 Palude Brabbia Lombardia 4 Paludi di Ostiglia Lombardia 5 Torbiere d'iseo Lombardia 6 Valli del Mincio Lombardia 7 Valle Averto Veneto 8 Vincheto di Cellarda Veneto 9 Lago di Tovel Trentino Alto Adige 10 Marano Lagunare - Foci dello Stella Friuli Venezia Giulia 11 Valle Cavanata Friuli Venezia Giulia 12 Ortazzo e Ortazzino Emilia Romagna 13 Piallassa della Baiona Emilia Romagna 14 Sacca di Belloccio Emilia Romagna 15 Salina di Cervia Emilia Romagna 16 Valli Bertuzzi Emilia Romagna 17 Valle di Gorino Emilia Romagna 18 Valli residue del Comprensorio di Comacchio Emilia Romagna 19 Valle Santa Emilia Romagna 20 Punte Alberete Emilia Romagna 21 Valle Campotto e Bassarone Emilia Romagna 22 Padule Daccia Botrona Toscana 23 Lago di Burano Toscana 24 Laguna di Orbetello Toscana 25 Padule di Bolgheri Toscana 26 Palude di Col Fiorito Umbria 27 Lago di Fogliano Lazio 28 Lago di Nazzano Lazio 29 Lago di Sabaudia Lazio 30 Lago dei Monaci Lazio 31 Lago di Caprolace Lazio 32 Lago di Barrea Abruzzo 33 Le Cesine Puglia 34 Saline di Margherita di Savoia Puglia 35 Torre Guaceto Puglia 36 Bacino dell'angitola Calabria 37 Il Biviere di Gela Sicilia 38 Vendicari Sicilia 39 Stagno di S'Ena Arrubia Sardegna 40 Peschiera di Corru S'Ittiri-Stagno Sardegna di S. Giovanni e Marceddì 41 Stagno di Cabras Sardegna 42 Stagno di Mistras Sardegna 43 Stagno di Molentargius Sardegna 44 Stagno di Pauli Maiori Sardegna 45 Stagno di Sale E' Porcus Sardegna 46 Stagno di Cagliari Sardegna 47 Lago di San Giuliano Basilicata 48 Pantano di Pignola Basilicata 49 Medio Corso del fiume Sele - Serre Persano Campania 50 Paludi Costiere di Variconi Campania Oasi di Castel Volturno 14

La tutela nasce dall intenzione di ridurre il rischio di processi di erosione genetica e di isolamento ecologico e geografico di specie viventi dovuto ad impatti antropici. La perdita di questo patrimonio naturale causerebbe non solo danni ambientali ma anche economici se si pensa ad esempio alla perdita di piante utili alla agricoltura. Tali riserve sono comprese nella rete europea delle riserve biogenetiche istituita dal Consiglio d Europa con la risoluzione n. 17 del 1976. Riserve di Popolamento Animale: tutela per ridurre e gestire le emergenze faunistiche presenti. Queste riserve tutelano specie animali di alto valore anche al livello mondiale. Particolare rilievo assumono le zone umide amministrate dal C.F.S., di cui nove sono classificate zone umide di importanza internazionale per la protezione degli habitat, per la sosta e la nidificazione degli uccelli acquatici ai sensi della Convenzione di Ramsar. Le Aree Marine Protette Istituite secondo le leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991 con un Decreto del Ministro dell'ambiente che comprende anche la delimitazione dell area, gli obiettivi e la disciplina di tutela. Per potere istituire un area marina protetta il tratto di mare interessato deve rientrare nelle, una volta poi avviato l iter di istruttorio, l area viene denominata. Le aree marine protette comprendono ambienti marini di grande interesse e rilievo naturalistico e rivestono una grande importanza sia ai fini della conservazione e della tutela sia per la loro valenza culturale, educativa e socio-economica. Dalla normativa è prevista l istituzione di aree marino protette anche quando i fondali hanno un particolare valore storico e archeologico. Come i parchi anche le aree marine sono divise in tre zone che prevedono diversi gradi di tutela denominate zona A, zona B, zona C. Zona A: area in cui vengono applicate la azioni più restrittive per quanto riguarda la tutela e la conservazione del patrimonio ambientale e sono le aree in cui sono presenti habitat o specie a forte rischio estinzione o comunque che necessitano di viver ein un ambiente incontaminato. Questa è l area di riserva integrale in cui sono interdette tutte le attività antropiche che non siano di ricerca o di servizio. Zona B: area di riserva dove sono permesse, anche se con varie restrizioni, una serie di attività che creano il minor impatto possibile con l ambiente naturale, ma permettono una buona fruizione dell area ed un uso sostenibile dell area. Zona C: area di riserva parziale è l area che divide la zona protetta dalle acque circostanti. È l area di maggiore estensione dove sono permesse tutte la attività che sono ritenute avere un medio impatto ambientale. In generale si può dire che la zona A è quella di pura conservazione mentre la B e la C sono aree in cui si vuole fare convivere in modo sostenibile le esigenze di tutela con le attività antropiche. La gestione delle aree marine protette è affidata ad enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, anche consorziati tra di loro. La tabella seguente è l elenco delle aree marine itituite al 2006 mentre altre sono in procinto di istituzione: Area Marina Protetta Isola di Ustica Capo Carbonara Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre Isole Egadi Isole di Ventotene e Santo Stefano Punta Campanella Capo Rizzato Isole Ciclopi Ente gestore Gestione provvisoria della Capitaneria di Porto: Palermo Comune di Villasimius Comune di Cabras Comune di Favignana In affidamento a Ventotene) Comuni di Massa Lubrense, Positano, Sorrento, Piano di Sorrento, S. Agnello e Vico Equense Provincia di Crotone Consorzio fra Comune di Aci Castello e Università di Catania 15

Area Marina Protetta Portofino Torre Guaceto Cinque Terre Isole Tremiti Diramare Secche di Tor Paterno Porto Cesareo Tavolara - Punta Coda Cavallo Capo Gallo - Isola delle Femmine Capo Caccia - Isola Piana Isola dell'asinara Isole Pelagie Ente gestore Consorzio fra Comuni di Portofino, S. Margherita Ligure e Camogli, Provincia di Genova e Università di Genova Consorzio fra Comuni di Brindisi e Carovigno e WWF Italia Parco Nazionale delle Cinque Terre Parco Nazionale del Gargano WWF Italia Ente Roma Natura Consorzio tra i Comuni di Porto Cesareo, Nardò e la Provincia di Lecce Consorzio tra i Comuni di Olbia, San Teodoro e Loiri San Paolo Gestione provvisoria della Capitaneria di Porto: Palermo Comune di Alghero (gestione provvisoria) Comitato di gestione provvisoria Comune di Lampedusa e Linosa (gestione provvisoria) La Rete Natura 2000 Rete Natura 2000 è il nome di un programma europeo che ha lo scopo di interconnettere aree naturali che abbiano la tutela della biodiversità come obiettivo prevalente. Queste aree sono state individuate da ogni singolo stato sulla base delle loro caratteristiche naturali e degli elementi di biodiversità più significativi. Per l UE si tratta di un obiettivo strategico e, nello stesso tempo, di una sfida raccolta, sin dal 1992, con la Conferenza Mondiale sulla biodiversità di Rio de Janeiro. L applicazione operativa è stata l emanazione di una direttiva chiamata Habitat (Direttiva europea 92/43/CEE) che è uno strumento normativo che tratta della conservazione degli habitat e del patrimonio floro-faunistico selvatico presente in Europa. In particolare sono stati inseriti circa 200 tipi di habitat, 200 specie di animali e 500 specie di piante considerate in varie misure minacciate e a rischio estinzione. La Direttiva Habitat è stata recepita dalla normativa italiana attraverso i DPR 357/97 e 120/2003. Questa Direttiva aveva un precedente, la Direttiva Uccelli, emanata nel 1979 che si occupava unicamente della conservazione delle specie di avifauna selvatica. Entrambe le Direttive prevedono che ciascun stato membro individui aree di tutela per gli uccelli selvatici (Chiamate Zone di Protezione Speciale, in conformità con quanto previsto dalla Direttiva Uccelli) e aree di tutela per gli habitat e per le altre specie animali e vegetali (chiamate Siti di Importanza Comunitaria, secondo la Direttiva Habitat). Ovviamente queste aree, individuate per la presenza al loro interno di habitat o specie inserite negli elenchi delle due direttive, sono sottoposte ad uno specifico regime di tutela e conservazione dell ambiente naturale. L UE ha anche richiesto anche che i singoli stati attuino un programma di gestione e monitoraggio di questo patrimonio naturalistico, delle sue aree così come degli elementi naturali di pregio, su tutto il territorio nazionale. In Italia i numeri della Rete Natura 2000 sono molto rilevanti e sul nostro territorio esistono 503 ZPS e 2256 SIC (di cui 311 coincidenti con ZPS) occupando una superficie pari al 16,5% (4.987.366 ha) dell intero territorio nazionale. Per quanto riguarda la direttiva Habitat emerge che in Italia sono presenti 129 habitat (di cui 31 prioritari) su un totale di 198 habitat (di cui 64 prioritari) presenti in Europa, sono presenti inoltre 95 specie animali (di cui 13 prioritarie) su un totale di 221e 83 specie vegetali (di cui 29 prioritarie) su un totale di 360 (di cui 118 prioritarie). 16

Scheda: i numeri delle aree protette in Italia (dati al maggio 2006 del Ministero dell Ambiente e del Territorio) Tipologia numero ha di superficie protetta Parchi nazionali 23 1.471.812 Parchi regionali 117 1.200.000 Aree marine Protette 21 188.000 Riserve dello Stato 146 122.753 Altre Aree Protette nazionali 3 2.557.477 Riserve regionali 343 250.000 Altre AAPP regionali 145 62.000 Altre AAPP 28 7.000 OASI WWF Le Oasi rappresentano per l Associazione italiana un vasto progetto di conservazione che tutela ampie fette del territorio italiano, ed è sicuramente tra i più complessi in Europa gestiti da un associazione privata. In numero di 130, coprono una superficie di circa 35.000 ha e sono aree o comprate dall associazione o affidatele in gestione da Enti o dallo Stato. All interno delle Oasi sono rappresentati quasi tutti gli ambienti naturali che possono essere ritrovati in Italia divenendo un sistema complesso e pienamente rappresentativo degli ecosistemi naturali italiani. Infatti, è possibile ritrovare aree umide, aree boschive, dune costiere e cime alpine, aree marine e zone di macchia mediterranea, etc. etc. L ottica del WWF non è solo quella di conservazione di aree che sono habitat di specie animali e vegetali rare o comunque a rischio estinzione, ma anche quella di strappare intere porzioni di territorio all aggressione antropica intesa come inquinamento, abusivismo edilizio, incendi, disboscamento, etc. Sempre in questa ottica l associazione porta avanti nelle oasi, oltre che progetti di conservazione, anche progetti di sviluppo sostenibile e tutela del patrimonio storico della popolazione, incentivando quindi la nascita di una serie di attività compatibili con la salvaguardia del patrimonio naturale. In ultimo queste aree sono ideali laboratori all aperto per tutti quei progetti di educazione ambientale che sono la base per la promozione della tutela ambientale nella popolazione. Il ruolo delle aree protette Come si diceva all inizio di questo articolo nel corso degli anni il ruolo che si attribuisce alle aree protette è mano mano cambiato. Alla vecchia concezione di aree destinate all esclusiva conservazione del patrimonio naturale si è passati ad attribuire alle aree protette un ruolo di primo piano nella lotta alla povertà e allo sviluppo sostenibile. Il compito che si sono date le aree protette è quello di riuscire a trovare il giusto equilibrio tra il rispetto del territorio, la preservazione delle sue risorse naturali e lo sviluppo economico. Questo comporta una forte connessione con le attività socio-economiche delle comunità presenti all interno del territorio, che spesso non riescono a comprendere le potenzialità derivate dalla presenza dell area protetta, ma la sentono come un vincolo ulteriore e un altro elemento di rallentamento dello sviluppo. Questo problema deriva essenzialmente dalla difficoltà di quantificare il valore di 17

un parco o di un oasi, che si intende unicamente legato al valore economico delle attività turistiche derivanti, mentre non viene calcolato il valore sociale, culturale e ambientale di queste aree. Se vogliamo andare a valutare i benefici più importanti per la comunità (intesa anche a vasta scala) portati dalla presenza di un area protetta sul territorio (vedi tabella). Come già si è detto le aree protette sono spesso laboratori di prova per progetti che possono poi essere applicati anche nelle altre aree. Proprio per questo i parchi sono spesso sede di progetti riguardanti lo sviluppo sostenibile in particolare riguardanti l uso responsabile delle risorse finite (energia, acqua, suolo), promozione di attività economiche sostenibili e compatibili con l ambiente naturale (agricoltura, turismo, attività casearie), valorizzazione della cultura, delle tradizioni e delle tipicità locali. In particolare il ministero dell Ambiente con la Direzione Conservazione sta portando avanti questi progetti: Linea guida per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili Agricoltura e tutela della biodiversità Studio di fattibilità per un marchio di qualità del turismo Accessibilità e fruibilità per un utenza ampliata.