Campi di Hörmander non regolari e disuguaglianza di Poincaré

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Campi di Hörmander non regolari e disuguaglianza di Poincaré Lavoro in collaborazione con Luca Brandolini e Marco Pedroni (Università di Bergamo), to appear on Forum Mathematicum Marco Bramanti Politecnico di Milano Bologna, Settembre 2011 Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 1 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Nello studio degli operatori ellittico-parabolici degeneri, una classe importante è costituita dagli operatori di Hörmander L = espressi mediante campi vettoriali X i = n Xi 2 + X 0 i=1 p b ij (x) xj j=1 (i = 0, 1, 2,..., n; n < p) de niti in un dominio Ω R p. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 2 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Nello studio degli operatori ellittico-parabolici degeneri, una classe importante è costituita dagli operatori di Hörmander L = espressi mediante campi vettoriali X i = n Xi 2 + X 0 i=1 p b ij (x) xj j=1 (i = 0, 1, 2,..., n; n < p) de niti in un dominio Ω R p. Si suppone che b ij 2 C (Ω) e i campi soddis no la condizione di Hörmander, ossia: se de niamo il commutatore di due campi [X, Y ] = XY YX, il sistema costituito dagli X i, i loro commutatori, i commutatori dei campi con i loro commutatori, e così via no a un certo passo r, costituisce in ogni punto di Ω un sistema di generatori di R p. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 2 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Un famoso teorema di Hörmander (Acta Math., 1967) stabilisce che sotto queste ipotesi l operatore del second ordine L è ipoellitico in Ω: Lu = f in Ω (in senso distribuz.), A Ω, f 2 C (A) =) u 2 C (A) Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 3 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Un famoso teorema di Hörmander (Acta Math., 1967) stabilisce che sotto queste ipotesi l operatore del second ordine L è ipoellitico in Ω: Lu = f in Ω (in senso distribuz.), A Ω, f 2 C (A) =) u 2 C (A) Motivazioni per lo studio degli operatori di Hormander vengono dalla teoria delle funzioni di più variabili complesse (equazioni stazionarie come il Laplaciano di Kohn sul gruppo di Heisenberg) e dallo studio di sistemi retti da e.d.o. stocastiche (equazioni ultraparaboliche di di usione e trasporto, di tipo Kolmogorov-Fokker-Planck) Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 3 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Un famoso teorema di Hörmander (Acta Math., 1967) stabilisce che sotto queste ipotesi l operatore del second ordine L è ipoellitico in Ω: Lu = f in Ω (in senso distribuz.), A Ω, f 2 C (A) =) u 2 C (A) Motivazioni per lo studio degli operatori di Hormander vengono dalla teoria delle funzioni di più variabili complesse (equazioni stazionarie come il Laplaciano di Kohn sul gruppo di Heisenberg) e dallo studio di sistemi retti da e.d.o. stocastiche (equazioni ultraparaboliche di di usione e trasporto, di tipo Kolmogorov-Fokker-Planck) Altra conseguenza della condizione di Hörmander è la proprietà di connettività (teorema di Rashevski - Chow, 1938-39): 8x, y 2 Ω, 9 una curva γ in Ω, congiungente x, y, tale che γ è una sequenza di archi di linee integrali dei campi X i. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 3 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Un famoso teorema di Hörmander (Acta Math., 1967) stabilisce che sotto queste ipotesi l operatore del second ordine L è ipoellitico in Ω: Lu = f in Ω (in senso distribuz.), A Ω, f 2 C (A) =) u 2 C (A) Motivazioni per lo studio degli operatori di Hormander vengono dalla teoria delle funzioni di più variabili complesse (equazioni stazionarie come il Laplaciano di Kohn sul gruppo di Heisenberg) e dallo studio di sistemi retti da e.d.o. stocastiche (equazioni ultraparaboliche di di usione e trasporto, di tipo Kolmogorov-Fokker-Planck) Altra conseguenza della condizione di Hörmander è la proprietà di connettività (teorema di Rashevski - Chow, 1938-39): 8x, y 2 Ω, 9 una curva γ in Ω, congiungente x, y, tale che γ è una sequenza di archi di linee integrali dei campi X i. Si può allora de nire una distanza di controllo indotta dai campi vettoriali, come l inf dei tempi di percorrenza delle curve ammissibili. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 3 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); I la disuguaglianza di Poincaré rispetto ai campi vettoriali (Jerison 1986). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); I la disuguaglianza di Poincaré rispetto ai campi vettoriali (Jerison 1986). riguardo gli operatori di Hörmander X 2 i + X 0 : Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); I la disuguaglianza di Poincaré rispetto ai campi vettoriali (Jerison 1986). riguardo gli operatori di Hörmander Xi 2 + X 0 : I varie stime a priori (L p o C α ) sulle derivate seconde rispetto ai campi X i, in termini di norme di Lu e u (Folland 1975, Rothschild-Stein, 1976); Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); I la disuguaglianza di Poincaré rispetto ai campi vettoriali (Jerison 1986). riguardo gli operatori di Hörmander Xi 2 + X 0 : I varie stime a priori (L p o C α ) sulle derivate seconde rispetto ai campi X i, in termini di norme di Lu e u (Folland 1975, Rothschild-Stein, 1976); I stime sulla soluzione fondamentale di L or t L (ancora Nagel-Stein-Wainger, Sanchez-Calle 1984, Jerison-Sanchez-Calle 1986, Fe erman-sanchez-calle 1986). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Introduzione. Operatori di Hörmander classici Successivamente a Hörmander 1967, altre proprietà fondamentali sono state provate: riguardo i sistemi di campi di Hörmander e la relativa metrica: I la proprietà di doubling della misura di Lebesgue rispetto alle sfere metriche (Nagel-Stein-Wainger 1985); I la disuguaglianza di Poincaré rispetto ai campi vettoriali (Jerison 1986). riguardo gli operatori di Hörmander Xi 2 + X 0 : I varie stime a priori (L p o C α ) sulle derivate seconde rispetto ai campi X i, in termini di norme di Lu e u (Folland 1975, Rothschild-Stein, 1976); I stime sulla soluzione fondamentale di L or t L (ancora Nagel-Stein-Wainger, Sanchez-Calle 1984, Jerison-Sanchez-Calle 1986, Fe erman-sanchez-calle 1986). E naturale chiedersi se una parte della teoria precedente continui a valere per una famiglia di campi vettoriali che possiede solo un certo numero di derivate, su cienti a veri care la condizione di Hörmander. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 4 / 16

Campi di Hörmander non regolari Vari autori hanno studiato campi di Hörmander non regolari. I risultati esistenti sono grosso modo raggruppabili in due loni: 1. Campi vettoriali non regolari che hanno una forma particolare: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 5 / 16

Campi di Hörmander non regolari Vari autori hanno studiato campi di Hörmander non regolari. I risultati esistenti sono grosso modo raggruppabili in due loni: 1. Campi vettoriali non regolari che hanno una forma particolare: 1 Campi vettoriali diagonali studiati in vari lavori di Franchi e Lanconelli, anni 1980, poi Franchi 1991, Sawyer-Wheeden 2006. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 5 / 16

Campi di Hörmander non regolari Vari autori hanno studiato campi di Hörmander non regolari. I risultati esistenti sono grosso modo raggruppabili in due loni: 1. Campi vettoriali non regolari che hanno una forma particolare: 1 Campi vettoriali diagonali studiati in vari lavori di Franchi e Lanconelli, anni 1980, poi Franchi 1991, Sawyer-Wheeden 2006. 2 Campi vettoriali nonlineari, studiati nel contesto di equazioni di tipo Levi in vari lavori di Citti, Montanari, Lanconelli,... a partire dal 1996. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 5 / 16

Campi di Hörmander non regolari Vari autori hanno studiato campi di Hörmander non regolari. I risultati esistenti sono grosso modo raggruppabili in due loni: 1. Campi vettoriali non regolari che hanno una forma particolare: 1 Campi vettoriali diagonali studiati in vari lavori di Franchi e Lanconelli, anni 1980, poi Franchi 1991, Sawyer-Wheeden 2006. 2 Campi vettoriali nonlineari, studiati nel contesto di equazioni di tipo Levi in vari lavori di Citti, Montanari, Lanconelli,... a partire dal 1996. 3 Campi non regolari di passo due, v. Montanari-Morbidelli, 2002 e 2004. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 5 / 16

Campi di Hörmander non regolari Vari autori hanno studiato campi di Hörmander non regolari. I risultati esistenti sono grosso modo raggruppabili in due loni: 1. Campi vettoriali non regolari che hanno una forma particolare: 1 Campi vettoriali diagonali studiati in vari lavori di Franchi e Lanconelli, anni 1980, poi Franchi 1991, Sawyer-Wheeden 2006. 2 Campi vettoriali nonlineari, studiati nel contesto di equazioni di tipo Levi in vari lavori di Citti, Montanari, Lanconelli,... a partire dal 1996. 3 Campi non regolari di passo due, v. Montanari-Morbidelli, 2002 e 2004. In tutti questi casi si studiano campi che hanno una struttura particolare, il che rende possibile costruzioni e tecniche ad hoc che non si possono ripetere nel caso generale. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 5 / 16

Campi di Hörmander non regolari 2. Teorie assiomatiche di campi vettoriali lipschitziani, generici, e metriche indotte da questi. Ad esempio, si suppone a priori la validità di un teorema di connettività, una condizione di doubling per le sfere metriche, una disuguaglianza di Poincaré per il gradiente indotto dai campi, e si provano che di conseguenza... Numerosi lavori, ad es. di Capogna, Danielli, Franchi, Gallot, Garofalo, Gutierrez, Lanconelli, Hajlasz, Koskela, Morbidelli, Nhieu, Serapioni, Serra Cassano, Wheeden... Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 6 / 16

Campi di Hörmander non regolari 2. Teorie assiomatiche di campi vettoriali lipschitziani, generici, e metriche indotte da questi. Ad esempio, si suppone a priori la validità di un teorema di connettività, una condizione di doubling per le sfere metriche, una disuguaglianza di Poincaré per il gradiente indotto dai campi, e si provano che di conseguenza... Numerosi lavori, ad es. di Capogna, Danielli, Franchi, Gallot, Garofalo, Gutierrez, Lanconelli, Hajlasz, Koskela, Morbidelli, Nhieu, Serapioni, Serra Cassano, Wheeden... Obiettivo di questa ricerca è studiare campi, di forma qualsiasi, che soddisfano la condizione di Hörmander a un certo passo (qualsiasi), e che possiedono il minimo numero di derivate necessarie per veri care tale condizione. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 6 / 16

Campi di Hörmander non regolari 2. Teorie assiomatiche di campi vettoriali lipschitziani, generici, e metriche indotte da questi. Ad esempio, si suppone a priori la validità di un teorema di connettività, una condizione di doubling per le sfere metriche, una disuguaglianza di Poincaré per il gradiente indotto dai campi, e si provano che di conseguenza... Numerosi lavori, ad es. di Capogna, Danielli, Franchi, Gallot, Garofalo, Gutierrez, Lanconelli, Hajlasz, Koskela, Morbidelli, Nhieu, Serapioni, Serra Cassano, Wheeden... Obiettivo di questa ricerca è studiare campi, di forma qualsiasi, che soddisfano la condizione di Hörmander a un certo passo (qualsiasi), e che possiedono il minimo numero di derivate necessarie per veri care tale condizione. Inoltre ci interessa tener conto esplicitamente della possibilità che uno dei campi, X 0, abbia peso due rispetto agli altri, come avviene nello studio degli operatori di tipo Hörmander X 2 i + X 0. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 6 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: Basic properties of nonsmooth Hörmander s vector elds and Poincaré s inequality. To appear on Forum Mathematicum. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: Basic properties of nonsmooth Hörmander s vector elds and Poincaré s inequality. To appear on Forum Mathematicum. Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: On the lifting and approximation theorem for nonsmooth vector elds. To appear on Indiana University Mathematics Journal. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: Basic properties of nonsmooth Hörmander s vector elds and Poincaré s inequality. To appear on Forum Mathematicum. Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: On the lifting and approximation theorem for nonsmooth vector elds. To appear on Indiana University Mathematics Journal. Risultati simili a quelli del nostro primo lavoro sono stati ottenuti indipedentemente e contemporaneamente da: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: Basic properties of nonsmooth Hörmander s vector elds and Poincaré s inequality. To appear on Forum Mathematicum. Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: On the lifting and approximation theorem for nonsmooth vector elds. To appear on Indiana University Mathematics Journal. Risultati simili a quelli del nostro primo lavoro sono stati ottenuti indipedentemente e contemporaneamente da: A. Montanari, D. Morbidelli: Nonsmooth Hörmander vector elds and their control balls. To appear on Trans. Amer. Math. Soc. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Campi di Hörmander non regolari I nostri risultati in questa direzione sono contenuti in: Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: Basic properties of nonsmooth Hörmander s vector elds and Poincaré s inequality. To appear on Forum Mathematicum. Bramanti, L. Brandolini, M. Pedroni: On the lifting and approximation theorem for nonsmooth vector elds. To appear on Indiana University Mathematics Journal. Risultati simili a quelli del nostro primo lavoro sono stati ottenuti indipedentemente e contemporaneamente da: A. Montanari, D. Morbidelli: Nonsmooth Hörmander vector elds and their control balls. To appear on Trans. Amer. Math. Soc. Tutti e tre i lavori sono visibili su arxiv.org Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 7 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Notazioni ed ipotesi Ipotesi (A). Supponiamo che, per un certo intero r 2 e un certo dominio limitato Ω R p : Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 8 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Notazioni ed ipotesi Ipotesi (A). Supponiamo che, per un certo intero r 2 e un certo dominio limitato Ω R p : 1 I coe cienti dei campi X 1, X 2,..., X n siano C r 1 Ω, e i coe cienti di X 0 siano C r 2 Ω. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 8 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Notazioni ed ipotesi Ipotesi (A). Supponiamo che, per un certo intero r 2 e un certo dominio limitato Ω R p : 1 I coe cienti dei campi X 1, X 2,..., X n siano C r 1 Ω, e i coe cienti di X 0 siano C r 2 Ω. 2 I commutatori no al passo (pesato) r (dove X 1,..., X n pesano 1 e X 0 pesa 2) generano R p 8x 2 Ω. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 8 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Notazioni ed ipotesi Ipotesi (A). Supponiamo che, per un certo intero r 2 e un certo dominio limitato Ω R p : 1 I coe cienti dei campi X 1, X 2,..., X n siano C r 1 Ω, e i coe cienti di X 0 siano C r 2 Ω. 2 I commutatori no al passo (pesato) r (dove X 1,..., X n pesano 1 e X 0 pesa 2) generano R p 8x 2 Ω. De nizione. (Distanza indotta dai campi) 8δ > 0, sia C (δ) la classe delle curve assolutamente continue ϕ : [0, 1]! Ω tali che ϕ 0 (t) = a I (t) X [I ] q.o. ϕ(t) ji jr con a I : [0, 1]! R misurabili, ja I (t)j δ ji j. Poniamo: d (x, y) = inf fδ > 0 : 9ϕ 2 C (δ) con ϕ (0) = x, ϕ (1) = yg. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 8 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Risultati Relazione con la distanza Euclidea. Sotto le ipotesi precedenti d è una distanza ( nita) in Ω, topologicamente equivalente a quella euclidea; inoltre 8Ω 0 b Ω 9c 1, c 2 tali che: c 1 jx yj d (x, y) c 2 jx yj 1/r 8x, y 2 Ω 0. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 9 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Risultati Relazione con la distanza Euclidea. Sotto le ipotesi precedenti d è una distanza ( nita) in Ω, topologicamente equivalente a quella euclidea; inoltre 8Ω 0 b Ω 9c 1, c 2 tali che: c 1 jx yj d (x, y) c 2 jx yj 1/r 8x, y 2 Ω 0. Doubling locale. 8Ω 0 b Ω, 9 costanti positive c, r 0 tali che: jb X (x 0, 2ρ)j c jb X (x 0, ρ)j 8x 0 2 Ω 0, ρ < r 0. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 9 / 16

Parte 1. Proprietà di base della distanza indotta dai campi. Risultati Relazione con la distanza Euclidea. Sotto le ipotesi precedenti d è una distanza ( nita) in Ω, topologicamente equivalente a quella euclidea; inoltre 8Ω 0 b Ω 9c 1, c 2 tali che: c 1 jx yj d (x, y) c 2 jx yj 1/r 8x, y 2 Ω 0. Doubling locale. 8Ω 0 b Ω, 9 costanti positive c, r 0 tali che: jb X (x 0, 2ρ)j c jb X (x 0, ρ)j 8x 0 2 Ω 0, ρ < r 0. Volume delle sfere metriche. (Risultato analogo alla stima di Nagel-Stein-Wainger). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 9 / 16

Parte 2. Proprietà di conettività. Ipotesi e risultati Ipotesi (B). Supponiamo ora, inoltre, che X 0 sia almeno C 1 (se r > 2 è automatico). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 10 / 16

Parte 2. Proprietà di conettività. Ipotesi e risultati Ipotesi (B). Supponiamo ora, inoltre, che X 0 sia almeno C 1 (se r > 2 è automatico). De nizione (distanza di controllo). 8δ > 0, sia C 1 (δ) la classe delle curve assolutamente continue ϕ : [0, 1]! Ω tali che Poniamo ϕ 0 (t) = n a i (t) (X i ) ϕ(t) q.o., i=0 con ja 0 (t)j δ 2, ja i (t)j δ per i = 1, 2,..., n. d 1 (x, y) = inf fδ > 0 : 9ϕ 2 C 1 (δ) con ϕ (0) = x, ϕ (1) = yg. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 10 / 16

Parte 2. Proprietà di conettività. Ipotesi e risultati Ipotesi (B). Supponiamo ora, inoltre, che X 0 sia almeno C 1 (se r > 2 è automatico). De nizione (distanza di controllo). 8δ > 0, sia C 1 (δ) la classe delle curve assolutamente continue ϕ : [0, 1]! Ω tali che Poniamo ϕ 0 (t) = n a i (t) (X i ) ϕ(t) q.o., i=0 con ja 0 (t)j δ 2, ja i (t)j δ per i = 1, 2,..., n. d 1 (x, y) = inf fδ > 0 : 9ϕ 2 C 1 (δ) con ϕ (0) = x, ϕ (1) = yg. Teorema di connettività. 8x, y 2 Ω 9 in Ω una curva congiungente x a y e composta da un numero nito di linee integrali dei campi X i (i = 0, 1, 2,..., n). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 10 / 16

Parte 2. Proprietà di conettività. Ipotesi e risultati Ipotesi (B). Supponiamo ora, inoltre, che X 0 sia almeno C 1 (se r > 2 è automatico). De nizione (distanza di controllo). 8δ > 0, sia C 1 (δ) la classe delle curve assolutamente continue ϕ : [0, 1]! Ω tali che Poniamo ϕ 0 (t) = n a i (t) (X i ) ϕ(t) q.o., i=0 con ja 0 (t)j δ 2, ja i (t)j δ per i = 1, 2,..., n. d 1 (x, y) = inf fδ > 0 : 9ϕ 2 C 1 (δ) con ϕ (0) = x, ϕ (1) = yg. Teorema di connettività. 8x, y 2 Ω 9 in Ω una curva congiungente x a y e composta da un numero nito di linee integrali dei campi X i (i = 0, 1, 2,..., n). Teorema. La distanza di controllo d 1 è localmente equivalente a d. In particolare, per le d 1 -sfere vale la doubling e la stima sul volume. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 10 / 16

Parte 3. Disuguaglianza di Poincaré Ipotesi (C). Supponiamo ora che X 0 0 e i coe cienti degli X i siano C r 1,1. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 11 / 16

Parte 3. Disuguaglianza di Poincaré Ipotesi (C). Supponiamo ora che X 0 0 e i coe cienti degli X i siano C r 1,1. Teorema (disuguaglianza di Poincaré). 8Ω 0 b Ω 9c, r 0 > 0, λ 1 tali che 8 d 1 -sfera B 1 = B 1 (x, ρ), con ρ r 0, x 2 Ω 0, u 2 C 1 λb, si ha Z B ju (y) Z u B j dy cρ jxu (y)j dy, dove λb s n jxu (y)j = jx j u (y)j 2. j=1 Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 11 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (1) Teoremi di Sobolev e Poincaré p-p I risultati dimostrati n qui permettono di dedurre ulteriori conseguenze, applicando le teorie assiomatiche esistenti. Ad es., applicando un risultato di Hajlasz-Koskela 2000 (v. anche Salo -Coste 1992, Garofalo-Nhieu 1996, Franchi-Lu-Wheeden 1996) si ottiene subito: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 12 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (1) Teoremi di Sobolev e Poincaré p-p I risultati dimostrati n qui permettono di dedurre ulteriori conseguenze, applicando le teorie assiomatiche esistenti. Ad es., applicando un risultato di Hajlasz-Koskela 2000 (v. anche Salo -Coste 1992, Garofalo-Nhieu 1996, Franchi-Lu-Wheeden 1996) si ottiene subito: 8Ω 0 b Ω, p 1, 9c, r 0 > 0, tali che: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 12 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (1) Teoremi di Sobolev e Poincaré p-p I risultati dimostrati n qui permettono di dedurre ulteriori conseguenze, applicando le teorie assiomatiche esistenti. Ad es., applicando un risultato di Hajlasz-Koskela 2000 (v. anche Salo -Coste 1992, Garofalo-Nhieu 1996, Franchi-Lu-Wheeden 1996) si ottiene subito: 8Ω 0 b Ω, p 1, 9c, r 0 > 0, tali che: 1 (disuguaglianza di Sobolev). 9k > 1 tale che Z 1 1/kp Z jϕ (x)j dx kp 1 cρ jx ϕ (x)j p dx jbj B jbj B 8ϕ 2 C0 (B), con B = B (x, ρ), ρ r 0, x 2 Ω 0, (dove si considerano le sfere rispetto alla distanza d 1 ). 1/p Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 12 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (1) Teoremi di Sobolev e Poincaré p-p I risultati dimostrati n qui permettono di dedurre ulteriori conseguenze, applicando le teorie assiomatiche esistenti. Ad es., applicando un risultato di Hajlasz-Koskela 2000 (v. anche Salo -Coste 1992, Garofalo-Nhieu 1996, Franchi-Lu-Wheeden 1996) si ottiene subito: 8Ω 0 b Ω, p 1, 9c, r 0 > 0, tali che: 1 (disuguaglianza di Sobolev). 9k > 1 tale che Z 1 1/kp Z jϕ (x)j dx kp 1 cρ jx ϕ (x)j p dx jbj B jbj B 1/p 8ϕ 2 C0 (B), con B = B (x, ρ), ρ r 0, x 2 Ω 0, (dove si considerano le sfere rispetto alla distanza d 1 ). 2 (disuguaglianza di Poincaré di tipo p-p). 8ϕ 2 C (B), Z 1 1/p Z jϕ (x) ϕ jbj B j dx p 1 1/p cρ jx ϕ (x)j dx p. B jbj B Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 12 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (2) Teoria di Moser Consideriamo ora un operatore variazionale del 2 ordine: Lu n Xi (a ij (x) X j u) i,j=1 con X 1,..., X n campi di Hörmander nonsmooth (X i λ jξj 2 n a ij (x) ξ i ξ j λ 1 jξj 2 i,j=1 per qualche λ > 0, 8ξ 2 R n, q.o. x 2 Ω. trasposto di X i ), e Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 13 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (2) Teoria di Moser Consideriamo ora un operatore variazionale del 2 ordine: Lu n Xi (a ij (x) X j u) i,j=1 con X 1,..., X n campi di Hörmander nonsmooth (X i λ jξj 2 n a ij (x) ξ i ξ j λ 1 jξj 2 i,j=1 trasposto di X i ), e per qualche λ > 0, 8ξ 2 R n, q.o. x 2 Ω. Le disuguaglianze di Sobolev e la Poincaré 2-2 ottenute permettono di ripetere il classico metodo iterativo di Moser, e ottenere: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 13 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (2) Teoria di Moser Consideriamo ora un operatore variazionale del 2 ordine: Lu n Xi (a ij (x) X j u) i,j=1 con X 1,..., X n campi di Hörmander nonsmooth (X i λ jξj 2 n a ij (x) ξ i ξ j λ 1 jξj 2 i,j=1 trasposto di X i ), e per qualche λ > 0, 8ξ 2 R n, q.o. x 2 Ω. Le disuguaglianze di Sobolev e la Poincaré 2-2 ottenute permettono di ripetere il classico metodo iterativo di Moser, e ottenere: una disuguaglianza di Harnack invariante per cambiamenti di scala, per soluzioni locali positive di Lu = 0; Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 13 / 16

Parte 3. Conseguenze della disuguaglianza di Poincaré. (2) Teoria di Moser Consideriamo ora un operatore variazionale del 2 ordine: Lu n Xi (a ij (x) X j u) i,j=1 con X 1,..., X n campi di Hörmander nonsmooth (X i λ jξj 2 n a ij (x) ξ i ξ j λ 1 jξj 2 i,j=1 trasposto di X i ), e per qualche λ > 0, 8ξ 2 R n, q.o. x 2 Ω. Le disuguaglianze di Sobolev e la Poincaré 2-2 ottenute permettono di ripetere il classico metodo iterativo di Moser, e ottenere: una disuguaglianza di Harnack invariante per cambiamenti di scala, per soluzioni locali positive di Lu = 0; limitatezza e Hölderianità locale per soluzioni locali di Lu = 0. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 13 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; 2 costruire ex-novo nel caso nonsmooth dimostrazioni valide nelle ipotesi più deboli. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; 2 costruire ex-novo nel caso nonsmooth dimostrazioni valide nelle ipotesi più deboli. La nostra teoria è costruita con un misto delle due strategie, cercando volta per volta la via più semplice. (La via più semplice è la prima, quando è percorribile). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; 2 costruire ex-novo nel caso nonsmooth dimostrazioni valide nelle ipotesi più deboli. La nostra teoria è costruita con un misto delle due strategie, cercando volta per volta la via più semplice. (La via più semplice è la prima, quando è percorribile). Prima parte (doubling...): tecnica di approssizione regolare Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; 2 costruire ex-novo nel caso nonsmooth dimostrazioni valide nelle ipotesi più deboli. La nostra teoria è costruita con un misto delle due strategie, cercando volta per volta la via più semplice. (La via più semplice è la prima, quando è percorribile). Prima parte (doubling...): tecnica di approssizione regolare Seconda parte (connettività...): tecniche nonsmooth Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Strategie usate Per provare, per campi nonsmooth, risultati che sono noti nel caso smooth, ci sono 2 strategie possibili: 1 Approssimare i campi nonsmooth con opportuni campi smooth, e cercare di dedurre il risultato voluto per approssimazione; 2 costruire ex-novo nel caso nonsmooth dimostrazioni valide nelle ipotesi più deboli. La nostra teoria è costruita con un misto delle due strategie, cercando volta per volta la via più semplice. (La via più semplice è la prima, quando è percorribile). Prima parte (doubling...): tecnica di approssizione regolare Seconda parte (connettività...): tecniche nonsmooth Terza parte (Poincaré): Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 14 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (1) Si applica l approccio generale sviluppato da Lanconelli-Morbidelli, Ark. Mat. 2000, che consiste nel derivare la Poincaré da una proprietà che essi chiamano rappresentabilità delle sfere metriche per mezzo di mappe quasi esponenziali controllabili. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 15 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (1) Si applica l approccio generale sviluppato da Lanconelli-Morbidelli, Ark. Mat. 2000, che consiste nel derivare la Poincaré da una proprietà che essi chiamano rappresentabilità delle sfere metriche per mezzo di mappe quasi esponenziali controllabili. Per applicare la teoria di Lanconelli-Morbidelli si sfruttano i risultati dimostrati nella parte 2 rispetto alla distanza di controllo d 1. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 15 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (1) Si applica l approccio generale sviluppato da Lanconelli-Morbidelli, Ark. Mat. 2000, che consiste nel derivare la Poincaré da una proprietà che essi chiamano rappresentabilità delle sfere metriche per mezzo di mappe quasi esponenziali controllabili. Per applicare la teoria di Lanconelli-Morbidelli si sfruttano i risultati dimostrati nella parte 2 rispetto alla distanza di controllo d 1. Per costruire la mappa quasiesponenziale richiesta dalla teoria si utilizza l approssimazione regolare dei campi (tecnica della parte 1). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 15 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (1) Si applica l approccio generale sviluppato da Lanconelli-Morbidelli, Ark. Mat. 2000, che consiste nel derivare la Poincaré da una proprietà che essi chiamano rappresentabilità delle sfere metriche per mezzo di mappe quasi esponenziali controllabili. Per applicare la teoria di Lanconelli-Morbidelli si sfruttano i risultati dimostrati nella parte 2 rispetto alla distanza di controllo d 1. Per costruire la mappa quasiesponenziale richiesta dalla teoria si utilizza l approssimazione regolare dei campi (tecnica della parte 1). Per dimostrare che questa mappa quasiesponenziale è controllabile si fanno ancora calcoli espliciti lavorando in ipotesi di regolarità limitata. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 15 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (1) Si applica l approccio generale sviluppato da Lanconelli-Morbidelli, Ark. Mat. 2000, che consiste nel derivare la Poincaré da una proprietà che essi chiamano rappresentabilità delle sfere metriche per mezzo di mappe quasi esponenziali controllabili. Per applicare la teoria di Lanconelli-Morbidelli si sfruttano i risultati dimostrati nella parte 2 rispetto alla distanza di controllo d 1. Per costruire la mappa quasiesponenziale richiesta dalla teoria si utilizza l approssimazione regolare dei campi (tecnica della parte 1). Per dimostrare che questa mappa quasiesponenziale è controllabile si fanno ancora calcoli espliciti lavorando in ipotesi di regolarità limitata. Perciò la dimostrazione della Poincaré utilizza tutti i risultati precedenti del lavoro, e un mix delle due strategie delle parti precedenti. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 15 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (2) Per motivi tecnici, inoltre, è agevole veri care le ipotesi della teoria sotto l ipotesi aggiuntiva che i campi siano liberi. La Poincaré viene stabilita quindi prima per campi liberi, e poi nel caso generale (come già faceva Jerison nel caso smooth). Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 16 / 16

Disuguaglianza di Poincaré. Strategia dimostrativa (2) Per motivi tecnici, inoltre, è agevole veri care le ipotesi della teoria sotto l ipotesi aggiuntiva che i campi siano liberi. La Poincaré viene stabilita quindi prima per campi liberi, e poi nel caso generale (come già faceva Jerison nel caso smooth). Questo si basa sul fatto che il metodo di lifting alla Rothschild-Stein, per costruire, a partire dai campi iniziali X i, dei campi liberi ex i che vivono in uno spazio di dimensione maggiore e si proiettano sui campi X i, vale anche nella nostra situazione nonsmooth. Questa parte della teoria è stata sviluppata in dettaglio e ampliata nell altro lavoro citato, [B.B.P., Indiana]. Marco Bramanti (Politecnico di Milano) Campi di Hörmander non regolari Bologna, Settembre 2011 16 / 16