UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL PIEMONTE ORIENTALE



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UNIVERSITA DEGLI STUDI DEL PIEMONTE ORIENTALE AMEDEO AVOGADRO Facoltà di Scienze Politiche Corso di laurea: Servizi alle Imprese e alle Organizzazioni A.A. 2003-04 LA CASA COME OGGETTO SOCIALE Disciplina: Sociologia generale Relatore: Professore Michael EVE Studente: Mirko BRUNI

Indice LA CASA COME OGGETTO SOCIALE Introduzione..pag. 2 1. Fondamenti di analisi.... pag. 4 1.1 La casa e la sociologia 1.2 La casa e i consumi 1.3 I consumi delle famiglie italiane 1.4 I consumi delle famiglie piemontesi 1.5 Quadro politico - economico 1.6 Osservazioni 2. Cenni storici pag. 24 2.1 Il centro storico 2.2 L espansione territoriale di fine 800 2.3 I nuovi quartieri residenziali 2.4 La zona collinare 3. La ricerca empirica pag. 28 3.1 Preambolo 3.2 Il campione e le variabili 3.3 Operativizzazione delle variabili 3.4 La ricerca con SPSS 4. Dimmi dove abiti e ti dirò chi sei...pag. 36 4.1 Quartieri e status 4.2 Habitus e comportamento d acquisto 4.3 Da house a home 4.4 Quartiere, casa e identità 4.5 Sociologia on the job Riferimenti bibliografici.pag. 50 1

Introduzione Dopo un corso universitario triennale ad indirizzo sociologico, e occupandomi da circa 10 anni di gestione immobiliare e dovendo espletare un elaborato di fine corso, mi sembra ragionevole e appropriato analizzare, o quantomeno focalizzare con dovute osservazioni il ruolo dell immobile inteso come casa in cui si gli attori sociali abitano, all interno della nostra società, una società moderna in cui i rapporti personali d amicizia e di parentela che caratterizzano le società semplici - Durkheim avrebbe parlato di solidarietà meccanica si evolvono in rapporti, fondati sull appartenenza di classe, o meglio ai gruppi sociali, in base a diversi fattori sociologici (etnia, professione, religione, etc.) dove il categorizzarsi all interno di un gruppo influisce sull interazione degli individui tra i diversi gruppi e all interno dello stesso, tratto tipico delle società moderne. Nello scritto che segue vedremo come alcune variabili (ad esempio la professione), possano giocare un ruolo non trascurabile nella scelta della posizione urbana dell immobile, delle sue caratteristiche nonché nell uso dello stesso convenuto dagli attori. Giunti a questo punto, vorrei ringraziare tutti i professori del corso di laurea Servizi alle imprese e alle organizzazioni presente nella Facoltà di Scienze Politiche dell Università del Piemonte Orientale, i quali mi hanno insegnato e accompagnato nell apprendimento di nuove discipline. Voglio esprimere la mia gratitudine a Mario Carpignano, titolare dell omonima agenzia immobiliare che mi ha permesso l accesso al database dal quale ho potuto ricavare i dati oggetto di elaborazioni riportate nel presente lavoro, nonché per avermi concesso numerosi permessi dal lavoro, al fine di poter espletare il corso di laurea. 2

Voglio poi ringraziare Ezio B. Gorretta e Pier Giuseppe Pasini, per le numerose osservazioni e suggerimenti, nonché per le traduzioni di alcuni testi francesi, ed il professor Michael Eve che mi ha seguito sin dalla fase di impostazione del lavoro con suggerimenti e osservazioni che mi hanno consentito di chiarire punti oscuri, fare approfondimenti e, per quanto possibile, eliminare errori. Infine un grazie speciale vorrei dedicarlo a mia moglie Paola, per la pazienza dimostrata in questi ultimi tre anni, sopportando pazientemente i miei mille impegni universitari, ansie e a volte, anche arrabbiature, alla quale dedico e condivido questo risultato. Mirko Bruni 3

Capitolo 1 FONDAMENTI DI ANALISI 1.1 La casa e la sociologia Tra i nuovi sviluppi della sociologia economica troviamo un filone di ricerca che negli ultimi decenni ha messo in luce l influenza dei fattori culturali sui comportamenti di consumo. La sociologia o più precisamente la sociologia economica si distingue dall approccio economico di tipo neoclassico enfatizzando l influenza dei fattori socioculturali nella formazione delle preferenze, e nelle modalità con le quali i soggetti cercano di soddisfarle. Il consumo è percepito come componente dei processi di identificazione con determinati gruppi sociali e, al contempo, di differenziazione da altri. I beni scelti servono non solo a soddisfare un determinato bisogno, ma conferiscono identità, diventano segni di identificazione: già l economista istituzionalista Thorstein Veblen in La teoria della classe agiata (1934) aveva sostenuto infatti, che i benestanti americani della fine dell Ottocento non desideravano cibi prelibati e case lussuose in primo luogo per il piacere del palato o per la comodità che possono offrire, ma soprattutto come simboli di riuscita sociale; nella visione vebleniana il consumo è collegato alla competizione per lo status sociale, i beni sono consumati non solo per se stessi ma si presentano come trofei capaci di suscitare stima degli altri. Altri autori più recenti adottano un approccio in parte diverso: anche per Pierre Bourdieu i comportamenti di consumo rispondono ad una logica che spinge gli individui a partecipare con gli stili di vita e i gusti di alcuni gruppi e a differenziarsi da altri, ma la particolarità di questo studio è riscontrabile nel carattere più complesso e multidimensionale rispetto alle teorie precedenti che assume la distinzione sociale, con la realizzazione di una stratificazione sociale introducendo accanto al capitale economico posseduto dai soggetti anche quello culturale, ereditato dalla famiglia o acquisito con l esperienza scolastica, e quello sociale, legato alle relazioni sociali. Altri autori, danno meno importanza alla competizione per lo status e accentuano nel contempo il ruolo più attivo dei soggetti. 4

È sempre al centro dell interesse il valore simbolico dei beni, ma ciò si accompagna all insistenza sul ruolo che gli oggetti assumono come segni di identificazione o di distacco nei confronti di valori culturali prevalenti in un certo contesto. Questi sono temi costantemente trattati nella branca della sociologia, la sociologia dei consumi, che cerca di de-naturalizzare i comportamenti relativi ai consumi, dando spiegazioni più complesse, con la dimostrazione che i gusti sono meno naturali di come vengono percepiti e accettati nella vita quotidiana. Nel corso della ricerca focalizzeremo i consumi inerenti all immobile, inteso come casa di abitazione di proprietà; volendo presentare un testo sociologico, cercheremo di esaminare la casa come oggetto sociale: questo vuol dire osservare non solo le caratteristiche intrinseche o interne di un immobile, come ad esempio la consistenza complessiva, il grado di rifinitura, lo stato di conservazione e la vetustà, o le caratteristiche estrinseche ovvero esterne dell immobile, come la salubrità, il tipo di zona, ma anche alcune variabili connesse agli attori sociali, come la professione oppure la partecipazione degli stessi ai diversi modelli di consumo o, ancora, quali caratteristiche sono percepite dagli attori come di pregio e quali no, o se con il possedere una casa in un determinato quartiere può categorizzare, o meglio identificare l individuo in un certo gruppo. Analizzeremo ad esempio l incidenza della percentuale di consumi domestici sulla spesa complessiva e i mutati comportamenti di questo consumo nelle famiglie, come e perché le persone scelgono un determinato quartiere piuttosto che un altro. Nelle società occidentali l immobile ha sempre goduto di una posizione differenziata rispetto ad altri beni, rappresentata anche dalla presenza di una specifica regolamentazione legislativa: il nostro stesso ordinamento giuridico, ad esempio, disciplina l acquisto, gli obblighi e i diritti reali verso la proprietà, la tutela della stessa, non solo fra privati ma anche nei confronti degli interessi collettivi, (Art. 42 della Costituzione e Art. 832 del Codice Civile - La proprietà) istruendo, tra l altro, un censimento al fine di redigere un registro pubblico immobiliare. Inoltre l immobile costituisce un bene fortemente personale: è il luogo in cui una persona vive, e quindi dovrebbe possedere determinate caratteristiche, necessarie al proprietario e conformi ai suoi gusti, usi, abitudini e stili di vita. Baron Isherwood e Mary Douglas in Il mondo delle cose (1979) riportano come un visitatore che vede per la prima volta tre stanze, ciascuna arredata da una diversa ricca signora, mediante un analisi istantanea del contesto di ubicazione, 5

dell arredamento e delle suppellettili, è in grado di stimare immediatamente un profilo della personalità delle occupanti e del loro posto nella società. Quando Strether, il protagonista americano di The Ambassadors (H. James 1903), va a far visita, a Parigi, alla signorina Gostrey, nella sua casa nel Quartier Marboeuf, approda in un nido definito : stanzette semibuie, compatte e gremite, raffigurano la manifestazione suprema dello spirito di adattamento in genere alle opportunità e alle condizioni. In quella brunezza diffusa si spandono sprazzi d oro; toppe purpuree costellano la penombra; oggetti che tutti colgono attraverso la mussola, mercé la loro rarità squisita, la luce dalle basse finestre. Nulla vi si annuncia più chiaro del gran pregio ad essi inerente, e rasentano la sua ignoranza col loro schermo come chi si fosse preso la libertà di sventolargli un fiore sotto il naso. Pertanto, egli non riesce ad effettuare una lettura completa di quei determinati beni, a causa della sua scarsa informazione sulla storia e sull arte. Ma quando si reca a far visita a Madame de Vionnet nella sua dimora che gli parve di scorgerla al centro di tesori non volgarmente numerosi, ma ereditati, prediletti, e squisiti, nota un impronta totalmente diversa dal piccolo museo delle occasioni raccolto dalla signorina Gostrey. Quest ultima ha manomesso, scovato, acquistato o barattato, a forza di vagli, selezioni e confronti; mentre Madame de Vionnet, la sovrana, si è limitata a ricevere e starsene quieta. Osserviamo i significati che emergono: la stanzetta gremita della signorina Grostrey rappresenta per il lettore una manifestazione suprema dello spirito di adattamento alle opportunità e alle condizioni, mentre la dimora di Madame Vionnet rimanda ad una signora rispettabile, quieta e riservata attorniata da prove dei suoi alti natali, e infatti, solo proseguendo la lettura del racconto, nel momento in cui il protagonista si imbatte nell amore illecito, si nota come Madame Vionnet sia in realtà ossessionata dal desiderio di evitare il minimo indizio di volgarità, adottando così un comportamento elegante e rispettabile, al fine di non dare il minimo indizio e quindi nascondere quel disordine morale. 6

Affascinante! Un soggetto osservando l abitazione di un altra persona, l'arredamento e i vari accessori, è in grado di farsi un idea sulla personalità dell occupante, attribuendogli inoltre, una determinata posizione all interno della società. Tutti noi, al pari di Strether, il protagonista americano di The Ambassadors, quando facciamo visita ad una ipotetica signora Grostrey o Madame Vionnet, diamo un preciso significato ad ogni oggetto e ad ogni mobile, osserviamo e decodifichiamo ogni gesto, attribuendogli un particolare significato, ed elaboriamo un giudizio in base alla nostra cultura, ai nostri valori e percezioni, ovvero in base a determinati fattori socioculturali. Ecco che la casa, come qualsiasi altro bene di consumo, diventa oggetto sociale. 1.2 La casa e i consumi La casa oltre ad essere un normale bene di consumo in sé, a seconda del suo valore sociale, è in grado di influenzare il processo d interazione degli attori sociali. Negli ultimi quarant anni, abbiamo assistito ad un spostamento della spesa che si è centrata più decisamente sulla casa, devalorizzando i modelli non centrati sulla famiglia nucleare, rappresentati dal gruppo di colleghi maschi o più generale dai gruppi, in gran parte divisi per sesso e riunitisi in ambienti comunitari. Emerge l idea di uno spostamento del baricentro della vita verso la casa. Nasce l abitudine di ricevere a casa amici e parenti per discutere e cenare, passando insieme una serata. A loro volta queste nuove relazioni sociali, danno vita a dei veri e propri modelli di consumo. Sorge un contesto in cui possono manifestarsi sia atteggiamenti competitivi che ansie di rispettabilità, spiegate dal desiderio di volere una propria abitazione conforme alle aspettative di una casa quanto meno normale se non bella, mettendo in atto un processo di valorizzazione degli oggetti domestici: l arredamento, gli elettrodomestici, le suppellettili, ecc. Infatti se molti sono gli spazi pubblici che risultano sempre più visibili come luoghi del consumo, la casa rimane l ambito forse più articolato e complesso in cui si realizzano le pratiche di consumo quotidiane [Wilk 1989]. Nelle società in cui la casa gode di un particolare prestigio sarà più probabile riscontrare consumi inerenti alla propria abitazione, maggiori vendite di elettrodomestici, arredi o suppellettili, per abbellire la casa e per realizzare una serie di attività centrate su di essa, più manutenzione e 7

ricerca di rinnovi e miglioramenti della stessa; mentre in quei contesti in cui la casa non è particolarmente valorizzata prevarranno altri tipi di consumi atti a rafforzare differenti relazioni sociali. Possiamo trarre un esempio, confrontando due modelli di consumo che possiamo considerare come ideal-tipici, riportati in Il mondo delle cose di Mary Douglas e Baron Isherwood; fra gli abitanti di Ashton, cittadina situata nella zona mineraria dello Yorkshire, abitata da quasi tutti minatori, e Luton, caratterizzata da una popolazione immigrata dai Midlands, si nota il differente ruolo giocato dalla casa. Per i minatori degli anni sessanta, che vivono ad Ashton la casa non rappresenta il centro dell esistenza, ma il fulcro della vita sociale è il club autogestito dagli stessi, nel quale prevale un modello comunitario di consumi che privilegia soprattutto le spese che rafforzano i legami fra i minatori: grandi bevute di birra o gite collettive. Si tratta infatti di un economia a consumo elevato e a basso risparmio, si utilizza il surplus per scopi sociali, gite, offerte di pranzi, contributi alla Croce Rossa locale o per festeggiare insieme. Nella lettura il far festa insieme emerge come una regola socialmente consolidata, le bevute di birra sono un rituale condiviso, e sono organizzate seguendo rigide regole di reciprocità: un uomo sprovvisto di liquidità, accetterà che un amico gli offra da bere, ma sarà per lui un punto di onore restituire l offerta in un altra occasione. Questa comunità è caratterizzata da rapporti che valorizzano la solidarietà tra i maschi, uniti soprattutto dal comune lavoro in miniera, contrapposti all universo femminile, e quindi qualsiasi iniziativa volta a valorizzare la casa come centro della vita domestica può sembrare un tentativo di infrangere l unità della comunità e di soppiantarne i valori solidaristi di stampo comunitario con uno stile di vita da piccolo borghese. Se non ci fosse stata una morale del tipo spendi subito e goditi la vita, domani si vedrà, i minatori di Ashton avrebbero speso gran parte delle loro finanze non per consumi che rafforzavano i legami sociali, ma per spese di tipo individualistico prima di tutte la casa e la comunità avrebbe rischiato di essere oggetto di suddivisione in classi economiche e sociali. Tra gli operai di Luton, al contrario, troviamo un altro modello di consumi, nel quale viene valorizzata la casa di proprietà, che diventa il fulcro della vita sociale e rafforza un diverso modello delle relazioni sociali e familiari, dando vita a nuovi consumi. Le famiglie a cui è chiesto di indicare come passano le serate e i fini settimana, rispondono che la moglie fa un po di lavori domestici mentre il marito va a comprare del cemento per il pavimento del garage, o ancora la moglie va a fare la spesa, o insieme appendono uno scaffale, o posano il linoleum, o magari ricevono un parente 8

cha abita nelle immediate vicinanze per passare insieme le serate guardando la televisione. Le relazioni sociali a corto raggio degli abitanti di Luton sono spiegate dallo stile di vita fortemente privatizzato scelto dagli stessi, che non è semplicemente la conseguenza non desiderata e sgradita della loro ricerca dell agiatezza, ma per alcuni può rappresentare la possibilità di decidere chi frequentare, dando vita ad una società nella quale i legami sociali vengono selezionati dalla coppia stessa. Per quel che riguarda il collegamento tecnologico, ovvero l accesso del consumatore alle risorse tecnologiche correnti e il loro uso, può essere spiegato dall aspirazione degli attori ad ottenere redditi più elevati, per poter migliorare il proprio standard di vita materiale, grazie proprio all acquisto degli elettrodomestici che le nuove tecnologie rendono disponibili. La percentuale del 57% degli operai e del 69% di colletti bianchi proprietari di casa induceva sorpresa, in un epoca nella quale gran parte delle persone sceglieva di rimanere in case d affitto per privilegiare i modelli di consumo ricordati in precedenza. Per i minatori di Ashton, al contrario, prevale la tesi generale che i maschi investono in relazioni sociali maschili connesse con il lavoro; ed è questo un esempio di forte collegamento sociale realizzato attraverso l appartenenza a un gruppo che si combina con un debole collegamento tecnologico della sfera domestica, per mezzo di un modello comunitario di consumi che favorisce le spese che rafforzano i legami sociali. I due modelli di consumo consolidano ciascuno un determinato tipo di relazioni sociali: quello di Ashton relazioni di tipo comunitario, quello di Luton relazioni centrate sulla cosiddetta famiglia nucleare, costituita dalla coppia e dai figli. Infatti gli stessi autori, Douglas e Isherwood, sostengono che i consumi possano plasmare le forme sociali rafforzando alcuni legami e non altri. 1.3 I consumi delle famiglie italiane Abbiamo visto come nel corso degli ultimi decenni il modello dei consumi tipico di Ashton ha lasciato posto nella società moderna occidentale al modello tipico rappresentato da Luton, nel quale gli attori sociali attribuiscono un elevato valore sociale alla casa, che diventa luogo di riferimento del nucleo familiare, all interno del quale avvengono le interazioni sociali. 9

Si afferma la famiglia nucleare, e tutta la vita viene centrata sull abitazione. La casa viene per così dire aperta a tutti, gli amici e parenti vengono ricevuti nei salotti e, come vedremo, si innesca una tendenza che vede diminuire sempre più gli spazi privati dell appartamento, giungendo ai giorni nostri alle nuove tipologie abitative denominate open space, caratterizzate da un unica ampia camera, la quale verrà successivamente separata creando disimpegni e specifiche destinazioni col mobilio. Partendo da queste premesse a livello macro possiamo aspettarci di riscontrare maggiori consumi inerenti alla propria abitazione. Un espressione dell affermazione di questo tipo di modello di consumo centrato sulla casa è la continua apertura di ampi centri commerciali, dove è possibile acquistare mobili e oggetti per la casa, o tutti i tipi di elettrodomestici, o ancora le nuove catene di negozi nei quali si possono noleggiare dvd o video tape che vengono poi visti in casa, magari utilizzando elettrodomestici di ultima generazione quali home-theatre o Hi-Fi con effetti audio surround, per passare una tranquilla serata con parenti o alcuni amici, rafforzando così alcuni rapporti e non altri. A questo fine possiamo osservare l andamento delle spese per tipologia di consumi, effettuate dalle famiglie italiane negli ultimi cinquant anni. Nella tabella di seguito riportata, sono stati elaborati i dati relativi alla spesa delle famiglie per consumi alimentari e non alimentari dal 1953 al 2002; i dati sono stati ricavati dalle pubblicazioni ISTAT e, per alcuni anni per i quali era disponibile solo l importo della spesa totale nazionale oppure l importo medio per componente, sono stati calcolati considerando il numero delle famiglie e il numero medio dei componenti delle stesse risultanti dai censimenti del 1951 e 1961 e 1971. Da precisare che nel corso di questi anni le indagini condotte dall ISTAT sono state oggetto di diverse modifiche metodologiche, e per questa ragione troviamo certi importi in alcuni anni sommati e in altri separati, esempio le spese per l abitazione, che comprendono affitto, spese di manutenzione ordinaria e/o straordinaria, e le spese per i combustibili nelle quali sono comprese spese per il riscaldamento ed energia elettrica. 10

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La crescita delle spese per la casa (spese per l abitazione, combustibili ed energia elettrica, spese per arredamenti ed elettrodomestici) dimostra un trend di forte crescita, anche se per meglio interpretare questa tendenza ho ritenuto di elaborare i dati, al fine di determinarne l incidenza sulla spesa totale delle famiglie. Notiamo così una crescita costante dell incidenza di queste spese sulla spesa totale a partire dal 1953 fino al 1973, con un arresto per alcuni anni in seguito alla prima crisi petrolifera causata dalla guerra del Kippur, e una ripresa della crescita dalla metà degli anni 80 sino ai giorni nostri. INCIDENZA DELLE SPESE PER LA CASA SULLA SPESA TOTALE 40,00% 35,00% 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% 1953 1958 1963 1968 1973 1978 1983 1988 1993 1998 2002 Fonte: Annuari ISTAT dal 1953 al 2002. Esaminando la spesa media mensile per arredamenti ed elettrodomestici notiamo come dal 1953 al 1978 sia aumentata di circa 15 volte in termini assoluti, passando da una spesa mensile di 3.373 lire ad una spesa di 48.050 lire, con un incidenza sulla spesa totale che passa dal 5,74% al 8,76%; questo dato può essere interpretato come la modifica strutturale della vita quotidiana in seguito al fenomeno descritto da alcuni studiosi come l americanizzazione [Zeitlin 2000], con la crescente diffusione degli elettrodomestici, in particolare frigoriferi, lavatrici e televisori, che da beni di lusso sono diventati beni comuni. Secondo un ottica sociologica, questa modifica strutturale della vita quotidiana e la crescente diffusione degli elettrodomestici, potrebbe far pensare al tentativo di emulazione da parte delle società europee nei confronti del modello tipico della società americana, che 12

spiccava per la sua ricchezza ed avanguardia, diventando in tutto il mondo uno stereotipo. Oppure si potrebbe imputare alla crisi dei modelli di tipo comunitario, nei quali si enfatizzano le relazioni sociali di tipo collettivo, in favore del successo del modello centrato sulla casa e sulla famiglia nucleare, caratterizzato da quelle relazioni sociali che possiamo definire selezionate e a corto raggio; infatti tale fenomeno non è solo imputabile alle innovazioni tecnologiche apportate dagli uffici di ricerca e sviluppo della tipica impresa fordista, che ha caratterizzato la produzione di massa di quegli anni, ma la sociologia dei consumi lo attribuisce anche ad un lungo processo che necessita la mobilitazione di molte risorse e attori sociali. Un esempio particolarmente significativo è rappresentato dall avvento della lavatrice nelle case, che si è affermata non solo grazie alla miglior qualità e alla convenienza economica resi possibili dalla produzione di massa, ma soprattutto grazie al cambiamento di mentalità delle famiglie, attratte da un ideologia dell autonomia della stessa, che avrebbe consentito alla casalinga di fare da sé, senza ricorrere al lavoro delle lavandaie, ancor di più se pensiamo alla lavatrice non con le caratteristiche di quella che abbiamo ai giorni nostri ma a quella che si è affermata all epoca, una macchina dalle funzioni limitate, che per il suo funzionamento richiedeva numerosi interventi sull ambiente domestico, e che non presentava l utilità odierna 1. Infatti per capire l affermazione non solo della lavatrice ma anche di altri elettrodomestici nel periodo postbellico, nonostante i difetti tecnici dei primi modelli, dobbiamo soffermarci sui cambiamenti che hanno valorizzato la casa come fulcro di un nuovo stile di vita familiare rendendo particolarmente attraente l acquisto della lavatrice o più in generale degli elettrodomestici. Douglas e Isherwood affermano che i consumi rafforzano un determinato modello delle relazioni sociali e familiari; di conseguenza i consumi relativi agli elettrodomestici rafforzano il modello tipico di Luton centrato sulla casa e sulla famiglia nucleare. Soffermandoci sugli ultimi sei anni, dal 1997 al 2002, notiamo che le spese per l abitazione sono quelle che pesano maggiormente sul bilancio familiare: l affitto 2, la 1 La lavatrice all epoca presentava numerosi inconvenienti; la sua funzione era limitata al lavaggio e non comprendeva ancora l asciugatura attraverso il centrifugo; inoltre richiedeva una revisione del sistema idraulico della casa nonché l adeguamento dell impianto elettrico, a volte persino la pavimentazione poteva risultare inadeguata a causa della sua irregolarità che causava problemi di funzionamento. 2 E da ricordare che per le famiglie che vivono in abitazioni di proprietà, in usufrutto o in uso gratuito, nelle rilevazioni ISTAT viene inserito tra le spese per l abitazione un fitto figurativo, ottenuto sulla base della valutazione delle stesse famiglie circa l affitto che dovrebbero pagare per l abitazione che occupano. 13

manutenzione ordinaria o straordinaria, e le utenze domestiche assorbono, nel loro complesso, un quarto della spesa media mensile. Le spese per l abitazione sono aumentate, passando da 443 nel 1997 ad 542 nel 2002, e sono rappresentate, oltre che dall affitto, dalle spese di condominio e assicurazione, da lavori di ordinaria manutenzione (tinteggiatura e riparazioni di piccola entità), e da quelli di straordinaria manutenzione (rifacimento intonaci, copertura o sostituzione di pavimenti, rivestimenti, sanitari e infissi). Osservando le variazioni percentuali delle spese effettuate tra il 1997 e il 2002, notiamo la più alta variazione segnata proprio dalla spesa complessiva per l abitazione. Nel dettaglio osserviamo una variazione positiva (22,4%) per quanto concerne le spese per l abitazione, mentre è possibile notare una variazione negativa (-1,75%) per la voce relativa alla spesa di arredamento, elettrodomestici e altri servizi per la casa. Guardando i valori assoluti, ovvero gli importi della voce in questione, notiamo una crescita dal 1997 fino al 2000, anno in cui trova il suo massimo con una media mensile di circa 161 a famiglia, che rappresenta il 7,4% della spesa complessiva, per poi diminuire negli anni 2001 e 2002, rispettivamente a 150 e 140. SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE - Valori assoluti in lire 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Totale consumi alimentari 776.998 781.536 773.455 782.840 795.517 822.295 Tabacco 38.388 38.477 38.049 38.109 36.189 35.821 Vestiario e calzature 262.927 269.808 268.880 279.947 295.668 288.562 Abitazione 858.074 879.664 905.122 940.298 983.935 1.050.426 Combustibili ed energia elettrica 185.045 189.986 192.743 193.942 197.383 201.140 Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa 277.526 275.758 284.288 311.631 289.782 272.666 Servizi sanitari e spese per la salute 169.754 178.640 172.047 166.531 155.057 159.800 Trasporti 585.732 609.719 619.603 646.963 616.741 605.840 Comunicazioni 79.089 85.367 88.427 96.722 89.127 88.371 Istruzione 59.247 52.854 51.883 55.185 51.408 45.793 Tempo libero 205.978 211.711 206.853 224.179 215.991 207.878 Altri beni e servizi 422.254 447.439 441.791 480.498 490.999 470.010 Totaleconsumi non alimentari 3.144.014 3.239.423 3.269.686 3.434.005 3.422.280 3.426.307 TOTALE CONSUMI 3.921.012 4.020.959 4.043.141 4.216.845 4.217.796 4.248.602 Fonte: ISTAT Consumi delle famiglie dal 1997 al 2002 14

SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE - Frequenze relative 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Tabacco 0,98% 0,98% 0,96% 0,94% 0,90% 0,86% Vestiario e calzature 6,71% 6,71% 6,71% 6,65% 6,64% 7,01% Abitazione 21,88% 21,88% 21,88% 22,39% 22,30% 23,33% Combustibili ed energia elettrica 4,72% 4,72% 4,72% 4,77% 4,60% 4,68% Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa 7,08% 7,08% 6,86% 7,03% 7,39% 6,87% Servizi sanitari e spese per la salute 4,33% 4,33% 4,44% 4,26% 3,95% 3,68% Trasporti 14,94% 14,94% 15,16% 15,32% 15,34% 14,62% Comunicazioni 2,02% 2,02% 2,12% 2,19% 2,29% 2,11% Istruzione 1,51% 1,51% 1,31% 1,28% 1,31% 1,22% Tempo libero 5,25% 5,25% 5,27% 5,12% 5,32% 5,12% Altri beni e servizi 10,77% 10,77% 11,13% 10,93% 11,39% 11,64% Totale consumi non alimentari 80,18% 80,18% 80,56% 80,87% 81,44% 81,14% TOTALE CONSUMI 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% Fonte: ISTAT Consumi delle famiglie dal 1997 al 2002 La riduzione della spesa sostenuta dalle famiglie per l acquisto di alcuni beni durevoli può essere imputata non alla diminuzione della domanda da parte delle famiglie per gli stessi, ma piuttosto al crescente sviluppo tecnologico, che ha reso possibile la diminuzione dei prezzi sul mercato di questi beni. Infatti al fine di osservare le dinamiche associate ai mutati comportamenti di consumo, è necessario osservare la tavola di seguito riportata, relativa alle famiglie che dichiarano di possedere determinati beni durevoli, dove si può constatare un aumento complessivo del numero di alcuni beni durevoli posseduti dalle famiglie. Video HI FI PC TV a colori Più di una TV 1992 22,2 94,1 39,5 *** *** *** 11,6 92,2 *** *** 1997 28,7 96,1 60,7 18,1 47,5 *** 16,7 95,4 43,2 *** 1998 28,6 96,3 62 17,1 47,7 *** 18,8 96,1 41,6 *** 1999 28,9 96,1 63,7 18,2 50,1 *** 20,9 96,4 41,7 *** 2000 30,9 96 64,6 19,1 52,2 *** 25,6 95,7 42,3 *** 2001 33,3 96,6 66,2 20,4 55,2 10,7 34,9 95,5 44,5 16,2 2002 34 96,1 66,8 21,5 54,9 13,5 38,9 94,9 47,8 18,9 *** Negli anni 1992,1997 e 2000 non sono state rilevate. Fonte: Famiglia, abitazione e zona in cui si vive ISTAT (2002). Lavastoviglie Lavatrice registratore Videocamera Impianto Condizionatore Parabola 15

Possiamo notare il notevole incremento della diffusione di alcuni elettrodomestici, il videoregistratore passa dal 39,5% al 66,8% e il personal computer dall 11,6% al 38,9%, mentre la lavatrice e il televisore sono ormai posseduti da tutti; notiamo altresì l affermarsi di nuovi beni, come il condizionatore e la parabola che nel 1992 non erano rilevati dall ISTAT mentre nel 2002 sono posseduti rispettivamente dal 13,5% e 18,9% delle famiglie. 1.4 I consumi delle famiglie piemontesi Concentrandoci su un area più limitata, possiamo prendere in considerazione un indagine di carattere economico-sociale sui consumi delle famiglie nel 2003 ad opera della Regione Piemonte in collaborazione con l Osservatorio Regionale del Commercio e l Unioncamere Piemonte, dal titolo I consumi delle famiglie piemontesi, che conferma una diminuzione della spesa complessiva delle famiglie, ad eccezione delle spese per l abitazione; le spese per l'arredamento e le apparecchiature Hi-Fi, TV, lavastoviglie, Computer e Internet e i servizi per la casa, anche se con percentuali diverse nelle varie province piemontesi, mostrano nel complesso un incremento. L indagine è stata condotta su un campione di 560 nuclei familiari; nella suddivisione riguardante il reddito delle famiglie si è considerato: reddito basso: le famiglie con un reddito inferiore a 775 Euro al mese; reddito medio basso: le famiglie con un reddito da 776 a 1.291 Euro al mese; reddito medio: le famiglie con un reddito da 1.292 a 2.582 Euro al mese; reddito alto: le famiglie con un reddito oltre 2.582 Euro al mese. In Piemonte le famiglie che hanno una elevata disponibilità economica arrivano a spendere addirittura 3.576,79 mensili, importo in cui confluiscono spese particolarmente alte, equamente distribuite tra tutte le voci di consumo considerate. Del resto, all aumentare del reddito corrisponde anche la crescita di incidenza dei consumi non alimentari sui consumi complessivi 3. Nel dettaglio risulta che il possesso dei beni durevoli risponde a molteplici esigenze che dipendono talvolta 3 Legge di Engel: più è povera una famiglia, maggiore la proporzione della sua spesa totale che deve essere destinata all acquisto di generi alimentari. Più ricca una famiglia, più piccola la proporzione di generi alimentari nella spesa totale. 16

dalla soddisfazione di un proprio bisogno, e in altri casi rappresentano uno statussymbol da raggiungere; si tratta peraltro di un informazione correlata anche all appartenenza delle famiglie ad un territorio e alla disponibilità economica dei consumatori. Infatti per quanto riguarda il profilo dei consumi non alimentari, le caratteristiche socio-demografiche, il reddito, le condizioni della persona di riferimento del nucleo familiare, assumono una rilevanza maggiore rispetto ai consumi alimentari. Proprio per questo ho voluto riportare le tabelle che seguono, per osservare come a seconda di alcune variabili, capoluogo e professione, si possano avere spese diverse, nonostante il limite rappresentato dall ampiezza alquanto limitata del campione, costituito da sole 560 famiglie, che se suddiviso ulteriormente in capoluoghi potrebbe originare risultati in parte dovuti al caso. Spese per l'abitazione nei capoluoghi piemontesi 2003 Vercelli Verbania Torino Novara Cuneo Biella Asti Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa Combustibile ed energia elettrica Abitazione Alessandria 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Dal grafico possiamo notare alcune differenze per la tipologia di consumi per l abitazione nei diversi capoluoghi piemontesi: Alessandria è la provincia che spende di meno per gli arredamenti e/o gli elettrodomestici, mentre Biella, importante polo industriale, si aggiudica il primato della spesa sia per l arredo che per le spese relative alla manutenzione della casa. 17

La condizione professionale si rivela un altro fattore determinante e influisce sui livelli dei consumi non alimentari, come si può notare dalla tabella sottostante. Spese per l'abitazione per posizione professionale Dirigenti Imprenditori e liberi professionisti Impiegati Lavoratori in proprio Operai 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Abitazione Combustibili ed energia elettrica Arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa I dirigenti spendono di più per l abitazione in sé, lavori di ordinaria o straordinaria manutenzione e acquistano più arredamenti o elettrodomestici; questo comportamento è del resto allineato alla tendenza della società, quantomeno di quelle occidentali, come testimonia questa affermazione Les catégories dirigeantes accordent une préférence aux services sur les biens, à la consommation sur l épargne et se montrent dépensières pour leur logement. tratta da Consommation et stratification sociale selon le profil d emploi di Nicolas Herpin e Daniel Verger (1999). I lavoratori in proprio sono quelli che spendono di più per l energia elettrica e per il riscaldamento; questo ultimo dato suscita particolare curiosità e meriterebbe un ulteriore approfondimento, magari esaminando le dimensioni del loro nucleo familiare oppure verificando se i lavoratori in proprio esercitano la professione nella propria abitazione, magari utilizzando il telelavoro, sempre più diffuso. 18

Prima di cambiare discorso, osserviamo anche la spesa relativa ai canoni di locazione, e possiamo notare diversi importi all interno della regione, comparabili con la media regionale e italiana: Comparazione locazioni 2003 Media Italia Media Piemonte Vercelli Verbania Torino Novara Cuneo Biella Asti Alessandria 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 La spesa più elevata si è confermata a Torino con 395, ben 83 in più della spesa media italiana; ai canoni di locazione del capoluogo di regione seguono i costi sostenuti dalle famiglie residenti in Asti, Verbania e Vercelli, mentre Biella e Alessandria si assestano al di sotto della media italiana. Tale graduatoria, degli importi rilevati, tuttavia, ha un significato relativo, tenuto conto che i canoni di locazione dipendono dalla superficie degli alloggi occupati, della quale si registrano valori molto diversi nei capoluoghi piemontesi. 1.5 Quadro politico - economico Tali risultati relativi alla Regione Piemonte, sono in linea con le rilevazioni macro condotte su scala nazionale da parte dell ISTAT, le quali confermano oltre ad un aumento del consumo relativo ai prodotti per la casa, un aumento negli ultimi anni di proprietari di casa e una riduzione di conduttori, come possiamo notare dal grafico di seguito riportato. 19

TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE 100,00 80,00 60,00 40,00 20,00 Affitto e subaffitto Proprietà e altro titolo 0,00 1980 1985 1990 1995 2000 2002 Fonte: ISTAT I consumi delle famiglie dal 1980 al 2002. Gli ultimi dati disponibili sono quelli relativi all anno 2002, dove l 81,3% delle famiglie vive in case di proprietà o altro titolo (72,8% in casa di proprietà e l 8,5% in case concesse in usufrutto o uso gratuito), mentre solo il 18,7% delle famiglie vive in affitto. TITOLO DI GODIMENTO DELL'ABITAZIONE % Affitto o subaffitto 4.160.352 18,7 Proprietà, compravendita o riscatto 16.196.449 72,8 Usufrutto 533.949 2,4 Uso gratuito 1.357.120 6,1 22.247.869 100 Fonte: I consumi delle famiglie Anno 2002 ISTAT In Italia la proprietà fondiaria è sempre stata abbastanza diffusa, già nel 1978 circa il 58% delle famiglie viveva nella casa di proprietà, soprattutto nelle zone rurali. Tuttavia negli ultimi decenni si è verificato un quadro politico ed economico che ha incentivato le famiglie ad acquistare casa, magari contraendo un mutuo, piuttosto che rimanere in affitto: le scelte delle famiglie di concentrare molte risorse sulla casa e sul suo arredamento prendono forma in un contesto economico che è plasmato nel profondo dalla politica in senso vasto. Infatti tutti i governi degli ultimi decenni si sono preoccupati degli interessi dei proprietari di case (tali interessi sono visti come elemento fondamentale del benessere economico). 20

Questo modello casa-centrico è così forte e diffuso tra l elettorato che le misure per favorire la proprietà della casa sono considerate dalle élite politiche, indipendentemente dallo schieramento d appartenenza, come un modo di guadagnare il favore degli elettori. L importanza della casa di proprietà come tema politico emerge in modo particolarmente chiaro dalle politiche adottate, e in particolare dalle agevolazioni fiscali per l acquisto della prima casa, con l aliquota dell imposta di registro diminuita al 3% e la possibilità di usufruire di una detrazione dalle proprie imposte sul reddito per gli interessi passivi del mutuo sulla prima casa. Dal 1993 si è verificata una decrescita dei tassi d interesse, accompagnata da una diminuzione dei prezzi degli immobili; questa combinazione ha permesso a molti cittadini di poter acquistare la propria casa stipulando un mutuo, con rate mensili quasi analoghe ad un canone di locazione. Per meglio rappresentare il fenomeno, possiamo compiere un analisi comparativa tra il canone di locazione e una rata mensile di mutuo: 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Affitto 239,62 253,53 249,14 264,13 277,74 297,87 Mutuo 575,00 471,02 309,58 411,00 385,00 329,00 COMPARAZIONE AFFITTO - MUTUO 700,00 600,00 500,00 400,00 300,00 200,00 100,00 0,00 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Affitto Mutuo Fonte: Annuari ISTAT e Pitagora S.p.A. 21

Tale confronto è stato possibile utilizzando i dati relativi ai canoni di locazione ricavati dagli annuari ISTAT dal 1997 al 2002; mentre per l importo delle rate mensili di mutuo, ho calcolato un mutuo ipotetico con capitale di 52.000,00 4 rimborsabile in 180 rate mensili, a tasso variabile considerando i tassi medi Ribor o Euribor del periodo. Da questa comparazione possiamo notare come sia diventata particolarmente attraente l opportunità dell acquisto della propria abitazione contraendo un mutuo fondiario anziché rimanere conduttore. Confrontando la tabella di seguito, possiamo notare come il decrescere dei tassi d interesse sia stato accompagnato da una diminuzione del valore al metro quadro dell immobile, mentre i canoni di locazione relativi alle abitazioni subiscono un aumento del 24%, passando da 239,62 nel 1997 a 297,87 nel 2002; tale combinazione ha permesso a molti cittadini di poter acquistare la prima casa tramite la stipula di mutui fondiari convenienti, con tassi agevolati, diventati particolarmente attrattivi rispetto all alternativa rappresentata della locazione. Al fine di presentare una variazione omogenea delle tre diverse variabili, prezzo degli immobili al mq, tassi d interessi e canoni di locazione, ho preferito percentualizzare i dati grezzi, assumendo i dati del 1997 come base. 140% 120% COMPARAZIONE PREZZO AL MQ, TASSI E CANONI DI LOCAZIONE 100% 80% 60% 40% 20% Prezzo al mq Tassi d'interesse Canone di locazione 0% 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Fonte: Annuari ISTAT Pitagora S.p.A. Elaborazioni Nomisma. 4 E stato ipotizzato un capitale di 52.000,00 corrispondente a 100.000.000 delle vecchie lire, in quanto permette l acquisto di un immobile con caratteristiche modeste. 22

1.6 Osservazioni Dai dati riportati è facile intuire l importanza della casa nei giorni nostri: l aumento dei proprietari di casa, l elevata incidenza delle spese inerenti alla propria abitazione sulla spesa complessiva, sono indici che confermano questa tendenza; sempre più famiglie dichiarano di possedere beni durevoli, quali elettrodomestici o arredamenti, e non solo, abbiamo visto come alcune di queste sono particolarmente disposte ad effettuare rinnovi e miglioramenti eseguendo manutenzione sia ordinaria che straordinaria alla propria abitazione. Non ultimo l aspetto inerente alle politiche pubbliche concentrate sulla casa intraprese da élite politiche al fine di migliorare il benessere economico. Ai cambiamenti nella sfera politica si affianca l evoluzione nella società che vede un progressivo spostamento del baricentro della vita verso la casa. Quello che tradizionalmente, almeno negli ambienti popolari, non era considerato un luogo d incontri tra amici, diventa negli ultimi decenni uno spazio aperto alla socializzazione, nel quale marito e moglie invitano amici (di solito altre coppie), per cenare o conversare. La casa diventa sempre più aperta, gli ospiti vengono invitati a visitarne tutte le stanze, a commentarne l arredamento e gli elettrodomestici che vengono esibiti come un evidente campione dei gusti e delle possibilità economiche dei padroni di casa. Restringiamo ora lo spazio d azione prendendo in esame la situazione in una piccola città di provincia del Piemonte ubicata a nord di Alessandria: Casale Monferrato, che conta circa 36.600 abitanti, importante polo industriale e riferimento agricolo sia per coltivazioni collinari che per produzioni risicole. Dopo un breve cenno storico, per capire le caratteristiche proprie dei diversi quartieri connesse alle differenti tipologie di costruzioni abitative della città in oggetto e alle dinamiche sociali avvenute negli ultimi decenni, applicheremo una ricerca empirica al fine di determinare il ruolo giocato dall immobile nel suo valore di abitazione di proprietà, e l uso dello stesso da parte dell attore sociale. 23

Capitolo 2 CENNI STORICI Prima di iniziare la ricerca vera e propria, a parer mio, è essenziale illustrare le distinte tipologie che caratterizzano i diversi quartieri, connesse al tipo di immobili presenti sul territorio, costruzioni diverse a seconda dell ubicazione, diversità che si spiegano anche tenendo conto della vetustà, e quindi delle tecniche di costruzione differenti che distinguono i quartieri della città. 2.1 Il centro storico Il centro storico di Casale Monferrato si caratterizza per immobili di particolare pregio; sin dal 1713, quando passa sotto la dominazione dei Savoia, Casale vede sorgere ricchi palazzi della nobiltà monferrina e pregevoli chiese: molti di questi capolavori del barocco piemontese sono visitabili ancora oggi. Palazzo Gozzani di Treville, risalente al settecento, è l edificio più pregevole e capofila di altre costruzioni adibite a residenze nobiliari: oggi sede dell Accademia Filarmonica, il palazzo è arricchito da stupendi affreschi e trompe-l oeil. Altri importanti palazzi di quell epoca sono Palazzo d Alençon, ubicato nei pressi del ghetto ebraico, Palazzo Marchesa della Valle, Palazzo del Carretto e Palazzo Leardi: gli ultimi tre caratterizzano l attuale Via Luigi Canina, sede di numerosi uffici pubblici e privati, oltre che di civili abitazioni. Questi palazzi nobiliari si presentano con ampie corti interne limitate da portici per lo più affrescati e finiture interne d epoca quali affreschi, soffitti a cassettoni, ampi vani con pavimentazioni in legno caratterizzate da figure geometriche e camini in marmo; tutte queste finiture richiamano un passato, una nobiltà, una unicità dell immobile. Questi palazzi sorgono attorno a chiese e monumenti di particolare interesse, come il Duomo, edificato in onore di Sant Evasio, che rappresenta una delle più pregevoli costruzioni romaniche dell area padana, frutto di una lunghissima vicenda costruttiva che parte dal 1108 e arriva fin quasi alla metà dell 800, oppure la Sinagoga, centro e simbolo della comunità ebraica sempre attiva e numerosa in Casale, costruita nel 1595, che racchiude pitture e stucchi di notevole pregio. 24

2.2 L espansione territoriale di fine 800 In anni più recenti, a partire dalla fine del XIX secolo e soprattutto col boom economico del secondo dopoguerra e la relativa fase di industrializzazione, Casale ha un espansione territoriale notevole. Nascono nuovi quartieri quasi totalmente popolati dagli operai di origine contadina, che approdano nella città per trovare impiego nelle nuove industrie 5, quali il Ronzone e Oltreponte, caratterizzati dalla presenza di condomini tipici degli anni 50, costituiti da una ventina di appartamenti dislocati su quattro o cinque piani con o senza ascensore, con alloggi costituiti da camere ampie, dai soffitti alti tre metri, e con cortili condominiali e autorimesse. Si tratta di un edilizia povera, essenziale, priva di ogni ricercatezza formale ma che risponde all esigenza primaria di fornire un abitazione alla massa di contadini, emigrata dalle campagne e in cerca di migliori condizioni di vita con l occupazione nelle attività industriali specializzate nella produzione di cemento, rotative per la stampa e legname. Per quanto priva di ogni pretesa di pregio stilistico ed architettonico l edilizia residenziale popolare di questi anni del dopoguerra, rappresenta comunque un miglioramento delle condizioni di vita ed una conquista sociale per i contadini-operai che fino a quel momento avevano vissuto in abitazioni nella stragrande maggioranza dei casi prive dei servizi igienici, dell acqua corrente e talvolta anche dell illuminazione elettrica. L appartamento in condominio è simbolo di un conquistato nuovo stato sociale. I nuovi quartieri crescono però al di fuori di una precisa pianificazione e spesso privi di quei servizi collettivi e spazi pubblici che ne aumenterebbero il valore sociale ed economico; e non solo, in alcuni casi accanto alle abitazioni si affacciano grandi stabilimenti industriali, ne sono un esempio alcuni quartieri come Oltreponte, Porta Milano o il Ronzone. 5 Casale è ubicata nel cosiddetto triangolo industriale italiano, i cui vertici sono Torino, Milano e Genova, caratterizzato tra l altro, dalla presenza di operai di origine contadina (Mingione e Pugliese). 25

2.3 I nuovi quartieri residenziali Il consolidarsi ed il confermarsi di importanti settori industriali, primi fra tutti quello cementifero, che fa di Casale la capitale del cemento con Ozzano Monferrato e Morano sul Po, noti ovunque in Italia ed all estero, e l incremento dell industrializzazione con la nascita di nuove industrie specializzate nella produzione di frigoriferi, nuove società cementifere e alcune case editrici, favoriscono lo sviluppo di nuove aree residenziali, quali il Priocco, Agro Callori e Salita Sant Anna, zone fino ad allora poco abitate, ma che dalla metà degli anni 60 sino agli anni 80 diventano zone residenziali per eccellenza, con la costruzione molto intensificata di palazzi e grandi condomini, caratterizzati da finiture pregiate, abitazioni particolarmente ricercate per la loro vicinanza al centro città, quindi ai servizi e alle attività commerciali. Si registra a questo punto una migrazione interna alla città con gli inurbati della prima industrializzazione che lasciano i casermoni degli anni 50 per le nuove abitazioni, maggiormente rispondenti alle loro migliorate condizioni economiche. I quartieri più obsoleti vengono lasciati agli immigrati dell ultima ora, in prevalenza stranieri extracomunitari, che vi costituiscono le loro comunità. 2.4 La zona collinare Nell ultimo ventennio, le migliorate condizioni economiche hanno indotto ad una sistematica ricerca di una migliore qualità della vita anche tra la media e piccola borghesia. Si registra quindi una migrazione dalla città verso i paesi collinari limitrofi, primi fra tutti Terruggia, per la particolare vicinanza alla città, Rosignano Monferrato e Cella Monte. Questa zona, al pari di quella più conosciuta del Chianti in Toscana, è giustamente famosa per il suo dolce paesaggio, caratterizzato da stupendi vigneti, antichi casali, piccoli paesi con le tipiche case in tufo monferrine, indipendenti ai quattro lati e dislocate su due piani, con ampie stanze, finiture caratteristiche, pavimentazioni in cotto e volte a padiglione, con ampi giardini e terreno circostante, inserite in un contesto di dolce collina che non supera mai i cinquecento metri di quota. 26

Il Monferrato è molto ricco di antiche tradizioni e di storia; ne sono alcuni esempi paesi come Vignale Monferrato, sede di un festival annuale internazionale della danza, Camino, con l antico feudo aleramico e Gabiano, dominato da uno tra i più bei castelli di questa parte del territorio, dove le fortificazioni si uniscono al paesaggio naturale dando vita a stupendi scorci. 27

Capitolo 3 LA RICERCA EMPIRICA 3.1 Preambolo Partendo dall'analisi condotta a livello macro illustrata in precedenza si mostra come vi sia una crescita della spesa per l'abitazione, l'arredamento, le apparecchiature e i servizi per la casa: sempre più famiglie dichiarano di possedere beni durevoli, quali elettrodomestici o arredamenti, e alcune di queste sono particolarmente disposte ad effettuare rinnovi e miglioramenti eseguendo manutenzione sia ordinaria che straordinaria della propria abitazione. Secondo l'indagine condotta dall ISTAT nel 2002 le famiglie proprietarie dell abitazione in cui vivono sono quasi il 73%, mentre le percentuale di quelle che vivono in affitto, si arresta attorno al 18%. In particolare, nel comune di Casale Monferrato nel 2003 il 76% delle famiglie residenti vive nell abitazione di proprietà; da precisare che questo dato è ottenuto da un campione di 325 famiglie estrapolato da un database di uno studio di amministrazione condominiale, dal quale sono stati estratti 22 condomini ubicati nei diversi quartieri della città. Potrebbe essere logico pensare che la distinzione tradizionale tra proprietari e conduttori, quindi tra chi vive in una casa di proprietà e chi vive in una casa in affitto, oggigiorno sia più lieve rispetto al passato. Probabilmente nella società odierna la distinzione non è solo più focalizzata sulla contrapposizione tra la casa di proprietà e la casa in affitto, ma possiamo presupporre che su di essa giochino altri fattori, come ad esempio la tipologia dell immobile o la zona di ubicazione, in altre parole possiamo ipotizzare l esistenza di un ulteriore spostamento degli oggetti o sulla qualità degli stessi beni di distinzione sociale. Se negli anni quaranta le persone si potevano distinguere per chi possedeva la macchina e chi invece no, oggi questa differenziazione sarà quasi del tutto scomparsa, ma le persone continueranno a differenziarsi non più nel possedere o meno l auto, ma piuttosto per il tipo di auto posseduta. Forse lo stesso processo si potrebbe imputare alla casa, in quanto differenziandosi meno le famiglie per il vivere 28