MAIS LODIGIANO TERRA BUONA



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DISCIPLINARE DI PRODUZIONE MAIS LODIGIANO TERRA BUONA Emissione 02 30 gennaio 2004 Copia n 01 Assegnata a: Settore agricoltura e ambiente rurale provincia Lodi Firma Dirigente:. ( )

INDICE 1. Premessa...3 2. Introduzione...3 2.1 Adesione al Marchio...3 2.2 Schema di controllo...3 3. Principali documenti di riferimento...4 4. Descrizione del processo di produzione...5 4.1 Selezione ed acquisto seme di mais...5 4.2 Operazioni preliminari alla semina...6 4.3 Semina e coltivazione mais...6 4.4 Raccolta mais...8 4.5 Lavorazione mais...8 4.6 Immagazzinamento e conservazione...8 4.7 Vendita del MAIS...9 4.8 Registrazione delle operazioni di produzione del MAIS...9 5. Prove e controlli...9 5.1 Piano dei controlli e delle prove analitiche...9 5.2 Gestione verifiche ispettive...9 5.3 Gestione delle non conformità...10 6. Identificazione e rintracciabilità...10 7. Modelli...11 8. Allegati...11 Pagina 2 di 11

1. Premessa La produzione agricola Lodigiana svolge una funzione di supporto fondamentale al settore zootecnico e, per tale finalità, è principalmente orientata verso l indirizzo maidicolo. Il mais rappresenta il prodotto principe delle campagne lodigiane anche per la particolare vocazione del territorio che garantisce alte rese unitarie. Sulla base di tale peculiarità, è evidente che i pilastri su cui si regge il settore agricolo lodigiano sono individuabili nella produzione di latte, nella produzione di carne suina e nella produzione del mais sotto forma di granella/pastone (per i suini) oppure trinciato (per i bovini). Nell ambito del progetto del Marchio Lodigiano Terra Buona, la Provincia di Lodi ha ritenuto opportuno iniziare ad operare sulla produzione del MAIS: in particolare ha realizzato il presente disciplinare di produzione con lo scopo di qualificare il MAIS sotto diversi profili (salubrità, sicurezza, rispetto dell ambiente ecc.) ed allo stesso tempo regolamentare il primo anello di un più complesso protocollo di filiera. La Provincia di Lodi ha definito e documentato nel presente Disciplinare le principali procedure colturali da attuare durante il ciclo produttivo del MAIS e i sistemi/documenti necessari ad attestare la tracciabilità e le caratteristiche peculiari. 2. Introduzione Al fine di facilitare il recepimento ed il rispetto del disciplinare, alle aziende aderenti al progetto verrà fornito un servizio di assistenza e di consulenza che coadiuverà le stesse nelle fasi produttive ed organizzerà il controllo analitico delle produzioni ottenute per quanto concerne i principali parametri caratterizzanti la salubrità e la sicurezza del prodotto finale destinato alla alimentazione zootecnica. 2.1 Adesione al Marchio Le prescrizioni del disciplinare si applicano a tutte le fasi di produzione e di lavorazione del mais destinato alla alimentazione zootecnica effettuate presso le aziende agricole aderenti al progetto della Provincia di Lodi. Le aziende agricole che decidono di aderire al Marchio Lodigiano Terra Buona dovranno compilare una richiesta da consegnare alla Provincia di Lodi nel quale si impegnano ad applicare i requisiti definiti nel presente Disciplinare Tecnico durante l intero ciclo di produzione del MAIS (vedi per ulteriori dettagli il Regolamento Generale del Marchio Lodigiano Terra Buona RG-01). A tal proposito le aziende agricole compilano ed inviano alla Provincia di Lodi il modulo di adesione Domanda di adesione MAIS Lodigiano Terra Buona (MD-01). Tale documento viene conservato in copia presso l azienda agricola e presso gli uffici preposti della Provincia di Lodi. 2.2 Schema di controllo Ad avvenuta domanda di adesione al Marchio, l ingresso di una azienda agricola richiedente è subordinato al soddisfacimento dei fattori riportati nei paragrafi successivi del presente Disciplinare, per il cui riscontro è necessaria Pagina 3 di 11

una verifica ispettiva eseguita dalla Provincia di Lodi (o suo incaricato) utilizzando una lista di riscontro predefinita. La verifica sarà programmata solo dopo adeguamento dell azienda agricola richiedente alle parti applicabili del presente Disciplinare di Produzione (vedi per ulteriori dettagli il Regolamento del Marchio Lodigiano Terra Buona RG-01). A domanda accettata e a seguito dei controlli di conformità, la Provincia di Lodi attribuisce un codice univoco di identificazione all azienda agricola richiedente: Codice Marchio. Tale codice autorizza l azienda agricola a produrre MAIS da identificare con il Marchio Lodigiano Terra Buona (vedi per ulteriori dettagli il Regolamento del Marchio Lodigiano Terra Buona RG-01). I dati identificativi di ciascuna azienda agricola aderente al progetto sono registrati e mantenuti aggiornati dagli incaricati della Provincia di Lodi in apposito elenco (vedi sito internet http://agricoltura.provinciadilodi.it/ ): la validità dell inserimento è subordinata al mantenimento dell azienda agricola delle caratteristiche di idoneità. Per la verifica del mantenimento della qualifica, vengono effettuate visite di sorveglianza sempre utilizzando liste di riscontro predefinite: tali visite sono effettuate dalla Provincia di Lodi (o suo incaricato). Si rimanda al Regolamento del Marchio Lodigiano Terra Buona RG-01 - per ulteriori dettagli relativi: allo schema di controllo per l autorizzazione all uso del Marchio Lodigiano Terra Buona. alla frequenza e alla modalità di esecuzione delle verifiche ispettive e/o controlli svolti dalla Provincia di Lodi (o suo incaricato); alla gestione di non conformità emerse in occasione delle verifiche ispettive e/o controlli svolti dalla Provincia di Lodi; alle modalità d uso del marchio Lodigiano Terra Buona ; ai diritti e doveri dell azienda agricola autorizzato all uso del marchio Lodigiano Terra Buona. 3. Principali documenti di riferimento Regolamento (CE) n. 1525/98 della Commissione del 16 luglio 1998 che modifica il regolamento (CE) n. 194/97 che stabilisce tenori massimi ammissibili per alcuni contaminanti presenti nei prodotti alimentari Legge regionale 37/93 Norme per il trattamento la maturazione e l utilizzo dei reflui zootecnici e sue successive modifiche ed integrazioni. D.G.R. n. 7/3423 del 16.02.2001 Approvazione del protocollo di accreditamento per la verifica funzionale delle macchine irroratrici di prodotti fitosanitari in agricoltura Pagina 4 di 11

4. Descrizione del processo di produzione Le fasi di produzione e lavorazione del mais oggetto del presente documento vengono schematicamente rappresentate nel diagramma di flusso riportato nella Figura 01 ACQUISTO SEMENTE DI MAIS OPERAZIONI PRELIMINARI ALLA SEMINA SEMINA E COLTIVAZIONE. RACCOLTA LAVORAZIONE IMMAGAZZINAMENTO E CONSERVAZIONE Fig. 01- Diagramma di flusso del processo di produzione e lavorazione mais 4.1 Selezione ed acquisto seme di mais Le varietà di seme di mais da utilizzare sono identificate in ibridi costituiti e/o sviluppati utilizzando il miglioramento tradizionale, senza l impiego di tecniche molecolari di modificazione genetica. La produzione dei semi delle varietà utilizzate nella produzione del mais oggetto del presente disciplinare deve essere supportata da una specifica documentazione rilasciata dal produttore di semente in cui si attesta l assenza di Organismi geneticamente modificati. Tale documento deve essere conservato presso l azienda agricola. Al fine di garantire la massima fitoprotezione del seme e della pianta nelle prime fasi vegetative contro insetti e funghi, i semi di mais possono essere sottoposti ad un completo trattamento di concia con opportuni prodotti insetticidi e fungicidi. Trattandosi di semi regolarmente certificati ENSE la loro produzione e commercializzazione avviene in conformità delle Norme Comunitarie vigenti in materia di sementi. E data facoltà ad ogni singolo agricoltore utilizzare ibridi appartenenti alla classe FAO più idonea alle proprie necessità aziendali. Pagina 5 di 11

Al fine di garantire la tracciabilità e quindi la possibilità di dimostrare la precisa origine della semente acquistata, l azienda avrà l obbligo di registrare il numero del lotto di appartenenza relativamente a tutta la semente di mais acquistata o, in alternativa, dovrà avere cura di conservare tutti gli involucri del seme utilizzato sui quali detto numero è riportato. 4.2 Operazioni preliminari alla semina Allo scopo di agevolare l approfondimento dell apparato radicale, di garantire un migliore approvvigionamento idrico ed in generale condizioni di sviluppo più idonee alla crescita della coltura in questione si prevede il limite di 30 cm come profondità minima di aratura. Alternativamente, si potrà operare a profondità inferiori solo nel caso in cui venga effettuata preventivamente una ripuntatura profonda. Il doppio livello di lavorazione oltre ai vantaggi già citati per l aratura profonda contribuirà (nei terreni normalmente soggetti al fenomeno per le loro caratteristiche intrinseche di tessitura) ad evitare la formazione della suola di aratura. Particolare attenzione dovrà essere posta anche alle operazioni di preparazione del terreno, nella fattispecie dovranno essere ridotte al minimo, compatibilmente con la tipologia del terreno, le passate con erpici e frese allo scopo di evitare un eccessivo sminuzzamento delle particelle di terreno che ne determinerebbero una destrutturazione e aumenterebbero i rischi di formazione della crosta superficiale con le note conseguenze negative per l emergenza e la crescita delle piantine. La riduzione delle lavorazione avrebbe per conseguenza indiretta anche un utilizzo inferiore di energia corrispondente, oltre che ad un minore esborso monetario, anche ad una riduzione dell impatto ambientale. 4.3 Semina e coltivazione mais Le operazioni di semina e di coltivazione del mais devono essere condotte, nel rispetto dei principi ispiratori di una produzione agricola a ridotto impatto ambientale e che fornisca prodotti salubri e sicuri. Riguardo alla fase di semina si prescrive che l investimento effettivo ovvero la densità di semina dovrà essere tale da non dare origine ad un numero di piante per metro quadrato troppo elevato. Densità troppo elevate, infatti, creano condizioni di sviluppo più difficili per la pianta accentuando i fenomeni di competizione sia per l acqua che per gli elementi nutritivi. Sono, inoltre, responsabili dell instaurazione di un microclima favorevole allo sviluppo di muffe e parassiti fungini molto spesso causa principale del peggioramento qualitativo del prodotto. Si raccomanda di non eccedere la densità consigliate dalle ditte produttrici. Le operazioni di semina devono avvenire entro metà maggio. L Azienda Agricola si deve orientare ad effettuare le operazioni di semina e colturali ispirandosi ai seguenti principi: Effettuare analisi dei terreni; Effettuare un piano di concimazione adeguato alla coltura; Valorizzazione della risorsa reflui zootecnici facendone un impiego occulato in termini di tempi e quantità; Stoccaggio, epoche e modalità di distribuzione dei reflui agronomicamente ottimali; Monitorare malerbe, insetti e malattie per eventuali interventi mirati; Effettuare integrazioni agronomiche al fine di ridurre l entità dei tradizionali interventi fitosanitari: sarchiature, rincalzature, ecc; Costituiscono impegno obbligatorio, per le aziende aderenti, le seguenti prescrizioni afferenti alle pratiche colturali: Pagina 6 di 11

Utilizzo di semente non geneticamente modificata; Divieto di impiego di semente in giacenza; Prima delle operazioni di semina, esecuzione di una attenta pulizia della seminatrice; Divieto di mescolamento di varietà diverse di semente; Utilizzo esclusivo di sacchi di semente chiusi. Impiego di prodotti a basso impatto per l ambiente e per gli animali che utilizzeranno il mais come alimento (meno residui), prevedendo all occorrenza l interramento dei prodotti utilizzati; Attuazione del Piano di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici eventualmente prodotti (es. LR 37/93); Inoltre: Le operazioni di diserbo e più in generale qualsiasi distribuzione di prodotti fitosanitari dovrà essere effettuata con macchine irroratrici perfettamente efficienti che siano in condizioni di massimizzare l effetto dei principi attivi distribuiti, permettendo la riduzione delle dosi e, al contempo, di scongiurare il rischio di inquinamenti puntuali dovuti a distribuzioni non uniformi. A garanzia delle condizioni di efficienza appena menzionate si prevede l obbligo di utilizzare nella coltivazione del mais oggetto del presente disciplinare solo irroratrici che siano risultate idonee alla verifica funzionale, eseguita secondo i dettami del D.G.R. n. 7/3423 del 16.02.2001, da uno dei centri accreditati in Regione Lombardia. Tale controllo funzionale, in caso di esito positivo, avrà validità quinquennale. La documentazione comprovante il risultato di idoneità alla verifica funzionale delle irroratrici deve essere conservata e resa disponibile ai controlli della Provincia di Lodi (o suoi incaricati). Sempre in un ottica di riduzione dell impatto ambientale e dei costi di produzione, viene data rilevanza anche all efficienza della concimazione, imponendo accorgimenti atti a ridurre le perdite di ruscellamento e di volatilizzazione. Si prevede, nella fattispecie, che le concimazioni azotate di copertura debbano essere eseguite con immediato interramento del prodotto distribuito. Tale accorgimento può essere ottenuto in due modi che sono: a) l utilizzo di rincalzatrici dotate di tramoggia per il concime; b) interramento del fertilizzante azotato entro 24 ore dalla distribuzione. E vietato l uso di fanghi di origine urbana o industriale. Il responsabile della Azienda agricola si deve impegnare a registrare su apposita documentazione (es. Quaderno di campagna o documento analogo) ogni operazione colturale eseguita, inclusa l identificazione (N lotto) della semente utilizzata o quanto meno mantenere l evidenza dell identificazione del lotto di semente impiegata. Inoltre devono essere registrati anche gli estremi identificativi dei prodotti utilizzati per la concimazione e il diserbo durante il ciclo colturale. Tale documento deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile per i controlli della Provincia di Lodi (o suoi incaricati). In alternativa all immediata registrazione dei dati colturali negli appositi documenti,da parte dell azienda stessa, si considera adeguata qualsiasi modalità che renda riscontrabili le informazioni/prove di quanto effettuato. Pagina 7 di 11

4.4 Raccolta mais A salvaguardia della qualità del prodotto e per ovviare a qualsiasi rischio di contaminazione sarà cura dell azienda verificare la completa pulizia della mietitrebbiatrice prima dell inizio della raccolta. Il risultato, riscontrabile con una esplorazione visiva, potrà essere ottenuto anche imponendo il funzionamento a vuoto del dispositivo di scarico della macchina per circa due minuti. I risultati di tale ispezione devono essere registrati nella documentazione interna. Per gli stessi motivi ma anche in prospettiva di un consumo energetico contenuto, dovrà essere rispettato il limite del 26% di umidità alla raccolta per la granella destinata all essiccazione. Livelli superiori di umidità oltre ai costi di essiccazione farebbero aumentare anche i rischi di rottura e lesione delle cariossidi durante le operazioni di raccolta con conseguente maggior vulnerabilità nei confronti degli attacchi parassitari. 4.5 Lavorazione mais In funzione del tipo di alimento finale che si desidera ottenere, il mais utilizzato per l alimentazione suina una volta raccolto segue principalmente due diverse strade: 1) la macinazione per ottenere pastone di granella destinato all insilamento; 2) l essiccazione per ottenere granella secca destinata allo stoccaggio in magazzino. La tempestività con la quale, una volta raccolto il prodotto, vengono effettuate le operazioni fino allo stoccaggio definitivo risulta in entrambi i casi di vitale importanza per la salvaguardia della salubrità del prodotto riducendo al minimo le possibilità di sviluppo dei microrganismi contaminanti in genere. Precisi limiti di tempo sono stati, pertanto, stabiliti per entrambi i processi di lavorazione: 1) Tempo di sosta in cumulo prima dell essiccazione: max 36 ore; 2) Tempo di sosta in cumulo prima della macinazione: max 12 ore; Al fine di garantire un idoneo livello di igiene e di qualità del prodotto si impone, qualora se ne rilevasse la necessità, durante il processo di essiccazione, l utilizzo di un pulitore o sistema analogo. L opportunità del passaggio attraverso il pulitore sarà subordinato ad una valutazione visiva, il prodotto essiccato non dovrà, in ogni caso, contenere una percentuale di impurità superiore all 1% in peso. Obiettivo principale di tali attività garantirebbe l allontanamento di materiali estranei dalla granella di mais che rappresenterebbero, già in virtù della loro presenza, una riduzione del livello qualitativo del prodotto con l aggravante di essere spesso substrato più favorevole della granella secca per lo sviluppo dei parassiti. 4.6 Immagazzinamento e conservazione Il mais, una volta terminate tutte le operazioni di lavorazione deve essere destinato alle zone/strutture di stoccaggio: magazzini o sili. In presenza di più sili/magazzini sarebbe auspicabile che si provvedesse ad adottare modalità di identificazione degli stessi. Non sarà possibile stoccare il prodotto in magazzini o sili orizzontali ove fosse presente prodotto residuo dell annata precedente. Sarà altresì obbligatoria una ispezione delle strutture di stoccaggio ed ove se ne rilevasse la necessità si dovrà procedere a pulizia delle stesse con mezzi meccanici o addirittura a disinfezione con prodotti chimici. L esecuzione di interventi di pulizia delle strutture di stoccaggio e gli estremi identificativi di Pagina 8 di 11

eventuali disinfettanti utilizzati devono essere registrati sulla apposita documentazione interna. Limitatamente alle trincee per il pastone, sarà obbligatorio procedere a chiusura ermetica entro 12 ore dal loro completo riempimento. 4.7 Vendita del MAIS Il responsabile dell Azienda agricola, ove intenda procedere alla vendita del MAIS prodotto, dopo aver verificato la sua conformità ai requisiti riportati nel presente Disciplinare, deve compilare il modello MD-04 che allega in copia alla documentazione fiscale da consegnare al cliente. L azienda è autorizzata a vendere le quantità dichiarate nel modello MD-02: sarà tollerato uno scostamento del 4% rispetto i quantitativi dichiarati. All atto della vendita l azienda deve aver disponibili certificati di analisi, previsti nell Allegato nr. 1, con una data di esecuzione non superiore ai tre mesi. Il modello suddetto è rilasciato dalla Provincia di Lodi. 4.8 Registrazione delle operazioni di produzione del MAIS Il responsabile dell Azienda agricola si deve impegnare a registrare su apposita documentazione (es. il Registro produzione MAIS Lodigiano Terra Buona (MD-02), Quaderno di campagna o documento analogo) quanto richiesto dal presente Disciplinare di Produzione. Tale documento deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile alla visione della Provincia di Lodi (o suoi incaricati). In alternativa all immediata registrazione dei dati negli appositi documenti, da parte dell azienda stessa, si considera adeguata qualsiasi modalità che renda riscontrabili le informazioni/prove di quanto effettuato. 5. Prove e controlli 5.1 Piano dei controlli e delle prove analitiche La garanzia di qualità per il mais oggetto del presente documento si basa sul controllo dell intero ciclo di coltivazione, assumendo pertanto un significato di qualità totale. A tal fine l Azienda Agricola deve effettuare dei controlli e delle prove analitiche che conducano, sulla base di criteri oggettivi e verificabili, alla valutazione della conformità del prodotto ai requisiti di sicurezza e salubrità. Nell allegato 01 viene riportato il Piano dei controlli e delle prove analitiche che l azienda agricola deve svolgere. 5.2 Gestione verifiche ispettive Le Verifiche Ispettive che la Provincia di Lodi intende effettuare presso le aziende agricole aderenti al progetto Mais territorio Lodigiano hanno lo scopo di garantire che: i requisiti definiti nel presente disciplinare siano rispettati; le non conformità se presenti, siano evidenziate; le possibilità di miglioramento, se esistenti, siano individuate ed analizzate; le azioni correttive attuate siano efficaci. Durante il ciclo di coltivazione del mais è prevista la conduzione di almeno una verifica ispettiva presso le aziende agricole coinvolte. Le verifiche ispettive sono condotte da personale incaricato dalla Provincia di Lodi che deve Pagina 9 di 11

risultare indipendente dalle attività sottoposte a verifica. La conduzione delle verifiche ispettive prevede l utilizzo di una apposita check list. I risultati delle verifiche ispettive sono registrati nell apposito spazio presente sulla check list utilizzata. 5.3 Gestione delle non conformità Qualora, durante il processo produttivo o a seguito delle prove analitiche, si rilevassero delle problematiche (Non Conformità NC-) è cura dell azienda agricola, dopo averlo opportunamente segregato e identificato, laddove possibile e conveniente, attivare la gestione documentale della NC. La NC deve essere documentata sulla scheda Rapporto non conformità (MD-03)) la cui impostazione grafica garantisce la corretta gestione della stessa e che prevede: descrizione della NC; Analisi delle possibile causa della NC; Definizione delle azioni da intraprendere per correggere la NC; Definizione delle Responsabilità e delle tempistiche di attuazione della correzione della NC; Attuazione della correzione della NC; Verifica dell attuazione della correzione della NC;. Oltre alle non conformità di prodotto, nell ambito delle verifiche ispettive condotte in autocontrollo da parte degli incaricati della Provincia di Lodi possono essere rilevate delle NC relative alle prescrizioni operative definite nel presente disciplinare. L Ispettore incaricato della verifica, in caso di rilevazione di una NC provvede a registrarla nell apposito spazio presente nella check list utilizzata e a richiedere all agricoltore coinvolto di attuare opportune azioni correttive. L efficacia dell azione correttiva attuata dall agricoltore viene in seguito verificata dall ispettore incaricato in occasione di successive verifiche presso l azienda agricola. 6. Identificazione e rintracciabilità Al fine di garantire la rintracciabilità delle informazioni relative alle attività svolte a monte del processo produttivo, semina, coltivazione, raccolta, lavorazione, stoccaggio ed utilizzo l Azienda Agricola deve adottare delle modalità di tracciabilità (identificazione e registrazione) per le attività svolte durante l intero ciclo di produzione. Nella tabella sottostante sono riepilogati gli elementi di tracciabilità (identificazione e registrazione) da adottare in ogni fase del ciclo produttivo, dall acquisto della semente fino all utilizzo come alimento zootecnico del mais FASE ELEMENTI TRACCIABILITÀ PROCEDURA DI TRACCIABILITÀ DOCUMENTI/ REGISTRAZIONI ACQUISTO SEMENTE MAIS numero di lotto Tipo di semente Ditta fornitrice Data di fornitura L azienda agricola si accerta che il seme acquistato sia identificato dal numero di lotto. All atto dell acquisto richiede inoltre alla ditta fornitrice, per i lotti acquistati, una dichiarazione di NO OGM. Documento di trasporto semente di mais Dichiarazione NO OGM del produttore di semente involucri della semente. 0PERAZIONI PRELIMINARI ALLA SEMINA data dell operazione tipo di operazione L azienda agricola registra sull apposita documentazione tutte le operazioni riepilogando il tipo e la data di esecuzione. Quaderno di campagna o documento analogo MD-02 Pagina 10 di 11

FASE ELEMENTI TRACCIABILITÀ PROCEDURA DI TRACCIABILITÀ DOCUMENTI/ REGISTRAZIONI SEMINA E COLTIVAZIONE data dell operazione tipo di operazione L azienda agricola registra sull apposita documentazione tutte le operazioni riepilogando il tipo e la data di esecuzione. Quaderno di campagna o documento analogo Documento di acquisto/trasporto prodotti per il diserbo/concimazione Certificato verifica funzionale delle irroratrici MD-02 RACCOLTA MAIS data dell operazione tipo di operazione L azienda agricola registra sull apposita documentazione tutte le operazioni riepilogando il tipo e la data di esecuzione. Quaderno di campagna o documento analogo MD-02 L azienda agricola registra sull apposita LAVORAZIONE data dell operazione tipo di operazione documentazione tutte le operazioni riepilogando il tipo e la data di esecuzione. Procede inoltre alla esecuzione delle analisi previste dall Allegato n. 1. Quaderno di campagna o documento analogo MD-02 STOCCAGGIO E CONSERVAZIONE data dell operazione tipo di operazione L azienda agricola registra sull apposita documentazione tutte le operazioni riepilogando il tipo e la data di esecuzione. Procede inoltre alla esecuzione delle analisi previste dall Allegato n. 1. Quaderno di campagna o documento analogo MD-02 Certificati analisi prodotto All atto della vendita del MAIS l Azienda VENDITA DEL MAIS data di vendita n. certificato Agricola compila il Modello MD-04 e lo allega alla documentazione fiscale da consegnare al cliente. MD-04 7. Modelli Al presente Disciplinare sono collegati i seguenti Modelli: MD-01 Domanda di adesione MAIS Lodigiano Terra Buona MD-02 Registro produzione MAIS Lodigiano Terra Buona MD-03 Rapporto di non conformità MD-04 Certificato di Qualità I documenti sopra elencati (tranne il MD-04) sono modelli suggeriti e non obbligatori: a tal proposito ogni azienda agricola può utilizzare altri modelli con l obbligo di verificare che il loro contenuto sia conforme a quanto previsto nei modelli suggeriti. I documenti suddetti devono essere conservati almeno per cinque anni. 8. Allegati Al presente Disciplinare sono allegati i seguenti documenti: ALL. 01 Piano dei controlli e delle prove analitiche Pagina 11 di 11

Provincia di Lodi PIANO DEI CONTROLLI E DELLE PROVE ANALITICHE Allegato 01 DT-MAIS Em. 01 del 30.01.2004 Fase processo PRE-RACCOLTA Punto critico di filiera Umidità superiori ai limiti Tipo di controllo Controllo umidità granella Matrice campionamento Campione (Pannocchia) costituito da vari sottocampioni prelevati in diversi punti dell appezzamento Frequenza Singola (prima della raccolta mais) Riferimenti accettabilità < 26% Trattamento Non Conformità Ulteriore permanenza del prodotto sull appezzamento Responsab. (ed esecutore) Agricoltore Registr azione Dichiarazio ne Agricoltore Luogo archiviazi one Azienda agricola INSILAMENTO PASTONE POST ESSICCAZIONE GRANELLA IN CUMULO POST - ESSICCAZIONE Presenza di micotossine superiori ai limiti Presenza di micotossine superiori ai limiti Impurità superiori ai limiti Ricerca micotossine tramite metodo quantitativo Aflatossine Fumonisina DON Zearalenone Ricerca micotossine tramite metodo quantitativo Aflatossine Fumonisina DON Zearalenone Determinazione della percentuale media di impurità della granella essiccata Uno ogni appezzamento pastone di granella insilato-trinciato Il campione complessivo costituito da vari sottocampioni Il campione complessivo costituito da vari sottocampioni Campionamento dopo essiccazione con sottoprelievi effettuati ad ogni calata dall essiccatoio Prelievo di un numero di campioni rappresentativo e successiva vagliatura e pesatura delle impurità Analisi al momento dell apertura dei punti di stoccaggio Analisi al momento dell essicazione ed entro tre mesi dalla data di vendita Una volta durante la giacenza nelle strutture di stoccaggio Aflatossine 20 ppb Zearalenone 500 ppb Fumonisina 10 ppm Don 1000 ppb Aflatossine 20 ppb Zearalenone 500 ppb Fumonisina 10 ppm Don 1000 ppb Impurità < 1 % in peso Riduzione della contaminazione nei limiti fissati e ulteriore controllo analitico in HPLC Riduzione della contaminazione nei limiti fissati e ulteriore controllo analitico in HPLC Ulteriore vagliatura del prodotto Agricoltore/ Laboratorio esterno Agricoltore/ Laboratorio esterno Agricoltore Certificati analisi Certificati analisi Dichiarazio ne agricoltore Azienda agricola Azienda agricola Azienda agricola