Ontologia dell Esperanto



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Ontologia dell Esperanto di Marco Romano 1 da un idea di Luca Severini 2 DOI 2006 Epistematica S.r.l. Milano, Italia tutti i diritti riservati È possibile ottenere una copia del documento in formato PDF via http://dx.doi.org/10.1683/ab0003 1 Laureato in filosofia, titolare dello stage di ricerca presso Epistematica Srl 2 CEO di Epistematica Srl, ideatore del progetto di ricerca

Indice Prefazione...3 Obiettivi...4 Ontologie e DL...4 Esperanto...5 Approccio al progetto...6 Schema delle ontologie...7 a) Ontologia dell analisi grammaticale...7 b) Ontologia dell analisi logica...8 c) Ontologia dell analisi del periodo...8 Considerazioni sul lavoro svolto...9 Prospettive e ipotesi sul futuro di questo genere di ontologie...9 Prodotti correlati...10 Bibliografia e webgrafia di riferimento...10 Ontologia dell Esperanto Pag. 2 di 11

Prefazione L interesse per l esperanto registra fasi diverse nella cultura italiana dell ultimo secolo. L interesse iniziale fu di carattere umanistico ed ebbe cultori insigni come Bruno Migliorini, presidente non dimenticato della Accademia della Crusca ed Alessandro Bausani, il miglior orientalista italiano di tutti i tempi, a parere di chi scrive, e molti altri cultori meno noti tra linguisti e letterati. A questo interesse ne è subentrato negli ultimi decenni un altro più orientato alle possibili applicazioni nel campo dell informatica. Negli anni 80 del secolo scorso ci fu una intensa attività per costruire la grammatica della dipendenza dell italiano nel quadro del progetto Distributed Language Translation realizzato da una società olandese, BSO, con il sostegno della Comunità Europea e che aveva l esperanto come lingua perno interna di traduzione. A questo lavoro parteciparono docenti delle università di Milano e Torino. Più recentemente sia Tullio De Mauro si rifà a possibilità di questo tipo, quando scrive: l'esperanto vede schiudersi oggi prospettive concrete d uso nella sua introduzione ad una nuova edizione del Manuale di esperanto di Bruno Migliorini (Milano: COEDES, 1995). Da ultimo lo stesso concetto viene ripresentato da Francesco Sabatini, l attuale presidente dell Accademia della Crusca, che in più sedi ed in più pubblicazioni lo riprende, concetto che la rivista in rete, Punto Informatico 3, riassume così: il presidente dell Accademia della Crusca, portatore di una proposta che provoca sia gli informatici che gli esperantisti. Optare per una lingua comune significa capirsi meglio e accelerare lo sviluppo. Su tanti e tali pareri il mondo esperantofono non può che concordare. I parlanti di esperanto, infatti, sanno che tutto quello che si afferma circa la facilità e la regolarità dell esperanto, anche per l uso da parte dell uomo, è inferiore a quanto realmente l esperanto offre. Non c è alcuna lingua, studiata in maniera formale ed in età adulta, di cui si riesca ad impadronirsi come dell esperanto, che per la sua facilità e regolarità diventa in breve una seconda lingua materna o, almeno, una seconda lingua fruibile con la stessa automaticità con cui si usa la lingua materna. Questo ce lo dicono prima degli informatici e dei linguisti i poeti, che nel corso di un secolo hanno contribuito a creare una notevole letteratura originale e tradotta in esperanto. Personalmente, come parlante di esperanto ed interessato ai fenomeni psicolinguistici che avvengono nella mente del parlante di questa lingua e di altre, non posso che augurare pieno successo a questo nuovo progetto di Ontologia dell Esperanto, che coniuga rigore logico con conoscenze tecniche avanzatissime. Professor Renato Corsetti Psicolinguista, Facolta di Psicologia 1, La Sapienza, Roma 3 http://punto-informatico.it/p.asp?i=56207 Ontologia dell Esperanto Pag. 3 di 11

Obiettivi Il progetto della Ontologia dell Esperanto si propone come uno dei primi tentativi di produrre una descrizione formale di un linguaggio non formale per mezzo di strumenti innovativi quali le ontologie per il web semantico. Grazie ad esse, infatti, diventa possibile sfruttare la ricchezza espressiva della logica per ottenere una descrizione simbolica di un qualche dominio di conoscenza su cui si possa sostenere un ragionamento automatico di tipo inferenziale-deduttivo. Evidentemente questo tipo di ragionamento non è sufficiente da solo a rendere conto di tutto il funzionamento di una lingua naturale, parlata da esseri umani semanticamente onnipotenti e dunque in grado di significare qualsiasi cosa attraverso la lingua, giacché per riuscire a padroneggiare un tale strumento la mente umana si serve anche di altri tipi di ragionamento (capacità di astrazione, di individuare pertinenza tra concetti, ragionamento per immagini e associazioni d idee, etc ), ma tuttavia resta un importante occasione per aumentare le possibilità di riconoscere la forma logica 4 di un enunciato da parte di un calcolatore. In particolare, il nostro interesse nel produrre una descrizione formale dell Esperanto sta nel fatto che tale processo può rendere comprensibili ad un calcolatore delle query espresse in linguaggio naturale. Il nostro obiettivo è stato proprio quello di costruire uno strumento grazie al quale poter rendere riconoscibile ad un calcolatore la forma logica di frasi di varia complessità espresse in Esperanto. Di qui si può arrivare ad immaginare uno scenario applicativo in cui nel web siano disponibili servizi innovativi che possono essere interrogati dagli utenti in linguaggio naturale, senza pretendere da essi alcuna competenza in un linguaggio d interrogazione per database. Su un orizzonte più ampio questo lavoro potrebbe essere integrato nel progetto Epistematica, proponendosi come interfaccia di alto livello per la comunicazione tra calcolatori gestita da ragionatori software. Ontologie e DL Una classica ontologia è una descrizione formale di un qualche dominio di conoscenza, capace di mostrare una gerarchia dei concetti inerenti alla materia (attraverso una tassonomia) e le relazioni che sussistono tra essi (attraverso una serie di proprietà definite per ogni concetto); una ontologia per il web semantico ha in più la caratteristica di essere scritta in qualche particolare linguaggio che possa essere letto (non) tanto da esseri umani quanto da applicazioni informatiche esterne. Il linguaggio appropriato ad un ontologia è un linguaggio logico, capace di garantire il formalismo della descrizione che si va a produrre, e quello che è stato scelto dal World Wide Web Consortium (W3C) come standard per le ontologie del web semantico è Ontology Web Language (OWL), del quale esistono tre varianti: Full, DL e Light. OWL-Full è una buona traduzione del linguaggio della Logica classica del Primo Ordine (FOL), del quale, però, porta con sé anche il limite della semidecidibilità, cioè l impossibilità di garantire un completo ragionamento automatico poiché con esso si possono esprimere proposizioni in grado di mandare in ciclo il calcolatore e bloccare il ragionamento; OWL-Light è la variante più povera, non pone alcun problema di ragionamento automatico, ma permette anche un espressività molto ridotta. OWL-DL conserva, invece, una 4 Per forma logica di un enunciato s intende la sua struttura logica, riconosciuta assegnando alle parti che lo compongono gli opportuni ruoli di soggetto, predicato, oggetto, etc Ontologia dell Esperanto Pag. 4 di 11

grande ricchezza espressiva, pur con delle riduzioni rispetto ad OWL-Full, quelle necessarie a contenere l espressività nel dominio della decidibilità, cioè a garantire il ragionamento automatico completo. Il suffisso DL di questa versione sta per Description Logic, ossia Logica Descrittiva. Fin dagli anni 70 sono state sviluppate diverse logiche descrittive, ciascuna con caratteristiche e potenzialità espressive differenti, a partire dalle quali sono stati costruiti ancor più linguaggi distinti per l utilizzo della logica nell ambito dei sistemi informatici di gestione della conoscenza, ambito in cui è necessario avere strumenti abbastanza potenti per descrivere in maniera ricca la conoscenza, ma anche tali da garantire una complessità di calcolo finita affinché la conoscenza descritta possa davvero servire a qualcosa. Grazie al linguaggio OWL-DL possiamo realizzare uno strumento integrato che si serve delle ontologie come strumento per la rappresentazione della conoscenza e di un programma detto ragionatore software per lo sviluppo del ragionamento deduttivo a partire dalla conoscenza codificata, con la garanzia che il ragionamento sarà completo. Esperanto L Esperanto non ha avuto origine spontaneamente da una comunità di parlanti, ma è stato progettato a tavolino, è una lingua artificiale nata ufficialmente nel 1887 per volontà e grazie all opera del medico polacco Zamenhof, uno studioso appassionato che voleva sviluppare una lingua puramente internazionale. Da allora l Esperanto è stato adottato da una consistente comunità di parlanti (gli Esperantisti sono circa 250mila nel mondo) che lo ha portato in vita, da lingua artificiale che era, comportandone un grande arricchimento e, inevitabilmente, esponendolo alla costante mutevolezza delle lingue naturali. Tuttavia, se da una parte l Esperanto, dopo essere stato costruito, ha potuto prendere vita proprio grazie al fatto che era progettato per potersi comportare come lingua naturale a tutti gli effetti, dall altra riesce a conservare l eleganza della completa regolarità della sua grammatica, caso raro tra tutte le lingue naturali. Evidentemente allora, i motivi per cui si è scelto di ricorrere all Esperanto in questo progetto appartengono ad almeno due ordini distinti: da un lato perché l Esperanto stesso è nato come l ambizioso progetto di costruire una lingua universale, che tutti gli uomini potessero usare con pari competenza e che essa stessa garantisse pari dignità ai suoi parlanti mettendoli tutti sullo stesso livello, non essendo l Esperanto lingua madre di nessuno; dall altro lato perché si presenta particolarmente comodo da descrivere in maniera compiuta grazie alle sue caratteristiche grammaticali tanto morfologiche quanto sintattiche. Ontologia dell Esperanto Pag. 5 di 11

Approccio al progetto La tecnologia scelta per produrre la nostra base di conoscenza dell Esperanto è dunque quella delle ontologie per il web semantico, poiché ad esse può essere affiancato un ragionatore software, un programma figlio della ricerca sull Intelligenza Artificiale in grado di condurre inferenze logiche a partire da espressioni di Description Logic. La combinazione di ontologie e ragionatori dà luogo alla possibilità di arricchire dinamicamente la base di conoscenza, mantenerla aggiornata agevolmente e soprattutto di confrontare la conoscenza descritta in essa con quella proveniente da altre basi. Gli strumenti di cui ci siamo serviti sono stati precisamente l interfaccia freeware Protégé (versione 3.1 con OWL-Plugin, sviluppato dalla Stanford University) per la scrittura delle ontologie in linguaggio OWL e il ragionatore software RacerPro (versione 1.8, prodotto da Racer Systems GmbH) per la verifica di integrità e coerenza delle ontologie e disponibile come ragionatore per la realizzazione pratica di applicativi basati su queste ontologie. Non esiste necessariamente un modo univoco, migliore o più corretto di altri, per descrivere un qualche dominio di conoscenza, quindi possono ragionevolmente esistere più ontologie dedicate ad una stessa materia e ciascuna potrebbe esibire caratteristiche e vantaggi suoi propri. Nel nostro caso abbiamo cercato di costruire un ontologia funzionale ai nostri scopi, dunque sufficientemente snella ed elastica perché possa essere utilizzata agevolmente da un ragionatore software, ma anche abbastanza evoluta perché possa fornire un interessante, per quanto non esaustiva, descrizione dell Esperanto anche ad un umano che ne osservasse la strutturazione tassonomica ed il corredo di proprietà. Ora, per procedere in maniera sistematica alla scomposizione e ricostruzione dell Esperanto, ci siamo serviti di un approccio per livelli d analisi dal quale sono derivate tre distinte ontologie: una per l analisi grammaticale, che fornisce una classificazione delle parole secondo le tipiche categorie delle parti del discorso; un altra per l analisi logica, che sfrutta il concetto di sintagma per raggruppare le singole parole in gruppi logici ; e infine un livello detto di analisi del periodo destinato all interpretazione delle relazioni tra le componenti maggiori degli enunciati, le proposizioni. Tale approccio ha prodotto ontologie in relazione gerarchica tra loro, per cui l analisi del periodo si spiega a partire dall analisi logica e a sua volta quest ultima si comprende integrandola con quella grammaticale; l uso di questa tecnica è stato permesso dalla capacità del linguaggio OWL di importare ontologie distinte l una nell altra. Ciascuna di queste tre ontologie è costruita sfruttando il metodo assiomatico, vale a dire che in ciascuna sono stati utilizzati dei termini non definiti, lasciati all intuizione come si suol dire, o meglio, concetti per la cui definizione si rimanda altrove e nel nostro caso si rimanda al programma parser che, in una applicazione concreta di questo progetto, dovrà istanziare ed accompagnare il ragionamento logico basato sull ontologia. Ad esempio, il concetto di parola non è definito nell ontologia, ma la sua definizione si troverà nel parser che andrà a riconoscere e isolare ogni sequenza di caratteri riconoscibile come parola secondo la definizione data nella sua programmazione; successivamente, attraverso l ontologia, diventa possibile identificare le varie parti del discorso, sussunte tutte dal concetto di parola. Il ruolo del parser che dovrà accompagnare le ontologie non è secondario, poiché non solo dovrà leggere il testo all inizio dell analisi, ma dovrà rileggerlo più volte portando con sé ad ogni lettura le nuove conoscenze su quel testo che il ragionatore avrà inferito sulla base della combinazione di informazioni che ha ricevuto dalle letture precedenti e dalle regole descritte nelle ontologie. Sono dunque da considerare almeno tre fasi di lettura e ragionamento sequenziali che si arricchiscono di volta in volta per l interazione tra parser e ragionatore, fino alla completa comprensione della frase. Ontologia dell Esperanto Pag. 6 di 11

L approccio seguito in questo progetto presenta ancora un altro aspetto degno di nota: la costruzione a strati fa sì che soltanto il livello più basso, quello dell analisi grammaticale, sia completamente configurato sull Esperanto, mentre i livelli superiori potrebbero agevolmente essere riutilizzati per altre lingue naturali sovrapponendoli a un livello grammaticale costruito appositamente per quelle. Schema delle ontologie a) Ontologia dell analisi grammaticale Questa è l ontologia di più basso livello, produce una classificazione delle parole secondo i concetti tradizionali di Sostantivo, Aggettivo, Pronome, Verbo, Avverbio, Preposizione, che sono tutte sottoclassi, ossia specificazioni, di Parola. Il concetto di parola è l assioma di questo livello e la sua definizione operativa è lasciata alla programmazione del parser. Grazie alle caratteristiche della grammatica dell Esperanto, la definizione delle parti del discorso è piuttosto semplice. L Esperanto, infatti, è una lingua produttiva, cioè che forma teoricamente tutti i tipi di parola (appunto nome, aggettivo, verbo, ecc ) partendo da ciascuna radice semantica, e ne caratterizza il tipo grammaticale servendosi della desinenza, per cui abbiamo che ogni nome termina per -o, tutti gli aggettivi qualificativi per -a e gli avverbi per -e. Tuttavia vi sono casi particolari, come i Pronomi e le Preposizioni, che non rispondono ad una regola di produzione altrettanto generale e perciò è stato necessario un trattamento più specifico, per il quale queste parole, che sono in numero relativamente piccolo, sono state inserite manualmente come istanze delle rispettive classi d appartenenza, senza un test automatico. Alcuni dei concetti sopra elencati sono ulteriormente specificati al loro interno: è il caso del Verbo, dotato in Esperanto di una serie di desinenze che caratterizzano univocamente ciascuna combinazione di modo e tempo verbale e ricalcando le quali si ottiene una efficace classificazione di tutte le voci verbali; ma è anche il caso del Pronome, di cui sono registrate tutte le categorie esistenti in Esperanto e dell Aggettivo, che è definito in maniera mista: due delle sue sottoclassi, infatti, necessitano dello stesso trattamento utilizzato per i pronomi e le preposizioni (inserimento manuale delle istanze senza la possibilità di chiudere la classe con una definizione generale) mentre l altra sottoclasse l Aggettivo qualificativo è definita propriamente sfruttando la regola di produzione per cui gli aggettivi generalmente hanno la desinenza -a. In mezzo a questa classificazione tradizionale delle parti del discorso si può notare un concetto insolito: quello di Parola in Accusativo. Più avanti sarà chiarita l opportunità dell inserimento di questo concetto nello stesso livello d analisi delle parti del discorso, per ora basti sapere che l Esperanto non dispone di un completo sistema flessivo, tuttavia distingue un caso accusativo caratterizzato dalla desinenza -n ; il concetto di Parola in Accusativo, dunque, copre esattamente la classe di parole che occorrono in accusativo. Dietro alla tassonomia dei concetti, l ontologia dell analisi grammaticale fornisce anche strumenti per caratterizzare le parole secondo i criteri di genere e numero: questi sono trattati come due proprietà da valorizzare per ciascuna parola che sia riconosciuta dal ragionatore come Sostantivo, Aggettivo o Pronome. La valorizzazione avverrà ad opera del programma parser, che potrà sfruttare ancora una volta le peculiarità dell Esperanto per un agevole opera di riconoscimento delle parole. In Esperanto, infatti, ogni parola plurale termina con la desinenza -j e ogni parola femminile è costruita col suffisso -in-. Ontologia dell Esperanto Pag. 7 di 11

b) Ontologia dell analisi logica Questa è una ontologia di secondo livello poiché sfrutta alcuni concetti propri della ontologia della grammatica; inoltre introduce come nuovo assioma il concetto di sintagma, per i sottotipi del quale fornisce definizioni generalmente valide (sintagma nominale, verbale e preposizionale). In questa ontologia, sulla scorta delle nozioni di sintagma, sono presentati anche i concetti propri dell analisi logica quali Predicato, Soggetto e Complemento. Del Predicato viene esposta una classificazione che distingue tra Predicato Verbale e Predicato Nominale, poiché ci sembra che questo possa produrre dei vantaggi operativi nel momento in cui si realizzi l applicazione che sfrutti questa ontologia per tradurre una query dall Esperanto ad un linguaggio informatico. Servendosi delle proprietà della ontologia vengono anche introdotti in questa ontologia i necessari legami tra Predicato e Soggetto come quelli di dipendenza dei complementi dal verbo. Tra i complementi si trova in evidenza il complemento oggetto, ciò per due motivi: da una parte il ruolo particolare che questo complemento riveste generalmente nella grammatiche delle lingue occidentali e romanze, dall altra la facilità di riconoscimento che ha grazie alla presenza del caso accusativo (esaminato a livello d analisi grammaticale), caso nel quale sempre si presenta il complemento oggetto. Proprio per questo motivo si è ritenuto opportuno descrivere il caso accusativo al livello dell analisi grammaticale, in modo da averlo come concetto disponibile a questo livello superiore. c) Ontologia dell analisi del periodo Il nuovo assioma proprio di questo livello è il concetto di Frase, di cui si prende in considerazione la funzione predicativa, cioè di dichiarare uno stato o relazione a proposito di un soggetto, trascurando casi particolari di frasi che stanno ai margini dell analisi linguistica. Dunque si evidenzia subito il sottoconcetto di Frase Predicativa, mentre il resto dell analisi verte sulle relazioni gerarchiche che possono mantenere tra loro le proposizioni, cioè le frasi semanticamente incomplete che insieme compongono un periodo. Anche quello di periodo in effetti è un concetto solo parzialmente definito, che richiede, come gli assiomi di queste ontologie, una definizione grezza che possa essere utilizzata dal parser. In assenza di ulteriori analisi sui tipi di proposizione (relative, causali, temporali, ecc ), che anche si potrebbero distinguere nell Esperanto, l ontologia di questo livello è intesa semplicemente come strumento per la ricognizione della struttura gerarchica tra i componenti maggiori dell enunciato, in modo che il ragionamento ottenuto da questo livello sia sfruttabile più che altro per migliorare i risultati ottenibili al livello inferiore, quello di analisi logica, vero cuore di questo progetto. Ontologia dell Esperanto Pag. 8 di 11

Considerazioni sul lavoro svolto Questa raccolta ontologica intende descrivere l Esperanto ai fini di un possibile utilizzo di questa lingua in applicazioni informatiche di vario tipo che possono spaziare, come si accennava sopra, da un traduttore di query che faciliti il rapporto uomo-macchina fino all integrazione in un più ampio protocollo di comunicazione tra macchina e macchina. In ogni caso, proprio considerando l ampia elasticità e disponibilità d utilizzo che permette una base di conoscenza come questa, assume un significativo rilievo la parte più strettamente informatica di costruzione di applicazioni software che sfruttino queste ontologie per scopi specifici. Di fatto queste ontologie dell Esperanto, oltre ai pregi di essere costruite in maniera integrata, quindi sfruttabili per livelli diversi d analisi, e di essere le prime che siano state prodotte, presentano, però, anche tutti i limiti, dal punto di vista analitico, che derivano dalla scelta di fornire una descrizione dell Esperanto funzionale all utilizzo combinato con un parser. Si tratta in fondo non di una proposta di grammatica dell Esperanto per l apprendimento da parte di umani né di un modello della lingua completo e rigoroso, bensì di una descrizione che mette in evidenza un buon numero di regole dell Esperanto e, nei livelli più alti, della sintassi in generale, ritenute sufficienti perché un programma adeguatamente configurato possa ricavarne la forma logica di frasi scritte in Esperanto e dunque permettere una comprensione del significato delle frasi nel momento in cui si producessero sistemi complessi dedicati ad un particolare contesto, dove per sistemi complessi s intende lo strumento traduttore, completo di ontologie e parser, applicato sopra un altra base di conoscenza, o anche un semplice database di cui si fornisca una specifica ontologia. Prospettive e ipotesi sul futuro di questo genere di ontologie Le ontologie scritte in OWL sono strumenti propri del web semantico e il loro destino, secondo il W3C, è quello di consentire un grande passo in avanti verso il web come lo ha pensato Tim Berners Lee, dove ciascun sito web, ciascuna risorsa disponibile nella Rete sarà descritta, anche tramite le ontologie, in maniera da consentirne un identificazione precisa non solo per quanto riguarda la sua localizzazione, scopo per cui esistono gli URI, ma anche per quanto riguarda il suo essere, come si potrebbe dire in termini filosofici, oppure, cercando di essere più chiari, diremo piuttosto il suo valore nel contesto della Rete. Per vedere realizzato questo progetto bisognerà attendere ancora a lungo, fino a quando tutti coloro che immettono informazioni di qualsiasi genere nel web si renderanno conto che aggiungendo un ontologia alle risorse che pubblicano potranno contribuire alla realizzazione del web semantico, probabilmente più interessante, sicuramente più ordinato e ospitale di quello attuale. Eppure, come risulta da questo progetto, le ontologie sembrano prestarsi abbastanza bene anche per altri scopi. Essendo forme di descrizione della conoscenza, noi ce ne siamo serviti per produrre una base di conoscenza sull Esperanto che non accompagna alcuna risorsa sul web 5, ma si propone come nucleo e punto di partenza per interessanti e innovative applicazioni che potrebbero agevolare tanto la semplice navigazione quanto la gestione, conservazione e consultazione di informazioni in un web che ancora non è quello semantico. 5 Però essa stessa potrebbe essere disponibile nel web come una risorsa e magari essere accompagnata da un ontologia che la descrive. Ontologia dell Esperanto Pag. 9 di 11

Prodotti correlati Il lavoro svolto ha prodotto tre ontologie in formato OWL-DL che costituiscono parte integrante della presente opera. L opera comprende: EsperantoGrammarAnalysis.owl [ titolo: Esperanto Grammar Analysis OWL Ontology; doi:10.1683/me0001; risolvibile via: http://dx.doi.org/10.1683/me0001 ] EsperantoLogicalSyntagmaticAnalysis.owl [ titolo: Esperanto Logical Syntagmatic Analysis OWL Ontology; doi:10.1683/me0002; risolvibile via: http://dx.doi.org/10.1683/me0002 ] EsperantoPeriodAnalysis.owl [ titolo: Esperanto Period Analysis OWL Ontology; doi:10.1683/me0003 risolvibile via: http://dx.doi.org/10.1683/me0003 ] Bibliografia e webgrafia di riferimento Tenendo presente la vastità di materiale pubblicato sia in formato tradizionale che in formato elettronico su ciascuno dei temi toccati dal presente documento, la bibliografia che segue si propone solamente di indicare alcuni testi illuminanti, possibilmente di livello introduttivo o, in alternativa, provenienti dalle fonti più autorevoli, su ciascun argomento individuato dalle voci di paragrafo che la scandiscono. Sull Esperanto: Amerio F., Bonvecchiato G., Fighiera G.C. (a cura di), Esperanto: Dati e Fatti, 2a edizione, FEI Milano 2002 Migliorini B., Manuale di Esperanto, CO.ED.ES. Milano 1995 Si consiglia di visitare anche il sito web della Federazione Esperantista Italiana all indirizzo http://www.esperanto.it/ Per qualsiasi ricerca di documenti in Esperanto è inoltre disponibile la ricerca in tale lingua anche su Google, http://www.google.com/intl/eo/ Sul Web Semantico: Grigoris A., Van Harmelen F., A Semantic Web Primer, The MIT Press 2004 E naturalmente i documenti del World Wide Web Consortium disponibili all indirizzo http://www.w3.org/2001/sw/ Sui Sistemi di Gestione della Conoscenza (KMS) e sulle Ontologie: Colombetti M., dalle lezioni del corso di Ingegneria della Conoscenza del Politecnico di Milano, A.A. 2004/2005, disponibili all indirizzo: Ontologia dell Esperanto Pag. 10 di 11

http://www.elet.polimi.it/upload/colombet/ic_2005/materiale/ic%2004-05%20parte%20i%20vers%201.2.pdf Sul linguaggio OWL: Costello R.L., Jacobs D.B., A Quick Introduction to OWL Web Ontology Language, The MITRE Corporation 2003 La vasta documentazione prodotta dal W3C a sostegno della diffusione di questo linguaggio è disponibile dal sito web http://www.w3.org/2004/owl/ Sulle Description Logics e i loro possibili impieghi: Baader F., Calvanese D., McGuinness D., Nardi D., Patel-Schneider P. (a cura di), The Description Logic Handbook: Theory, Implementation and Applications, Cambridge University Press 2003 Grosof B.N., Horrocks I., Volz R., Decker S., Description Logic Programs: Combining Logic Programs with Description Logic, in Proc. 12th Intl. Conf. on the World Wide Web (WWW-2003), Budapest, Hungary, May 20-23, 2003 Si segnalano, infine, i siti web relativi agli strumenti di cui ci siamo avvalsi in questo progetto: http://www.racer-systems.com per il ragionatore software RacerPro http://protege.stanford.edu per l editor di ontologie Protégé Ontologia dell Esperanto Pag. 11 di 11