Quaderni di Armadilla scs Onlus Il lavoro per lo sviluppo umano Rapporto UNDP 2015



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Quaderni di Armadilla scs Onlus Il lavoro per lo sviluppo umano Rapporto UNDP 2015 (a cura di Vincenzo Pira e Marco Pasquini) n. 1 Gennaio 2016

Introduzione Armadilla è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale impegnata nell ambito della cooperazione internazionale allo sviluppo, presente da oltre 10 anni nell area mediorientale. (www.armadilla.coop) Svolge anche attività di formazione e informazione sui temi dell agenda globale, della difesa dei diritti umani e della cooperazione allo sviluppo umano sostenibile. In questo ambito questi Quaderni vogliono contribuire a divulgare tra gli studenti e l opinione pubblica a cui Armadilla si rivolge, informazione, analisi critiche, possibile risposte ai problemi prioritari che si affrontano. Un costante e importante riferimento del nostro lavoro è la pubblicazione annuale del Rapporto sullo sviluppo umano dell UNDP che potete trovare nel seguente indirizzo: http://hdr.undp.org/en Nel 1990, il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha pubblicato il suo primo Rapporto sullo Sviluppo Umano, che introduceva l innovativo Indice dello Sviluppo Umano (ISU). La premessa su cui si fondava l ISU, al tempo considerata radicale, era tanto semplice quanto elegante: lo sviluppo di una nazione dovrebbe essere misurato non solo in base al reddito nazionale, com era consuetudine fare, ma anche tenendo conto dell aspettativa di vita e del tasso di alfabetizzazione, fattori per cui già esistevano dati comparabili per la maggior parte dei Paesi Le persone sono la vera ricchezza delle nazioni. Con queste parole il primo Rapporto sullo Sviluppo Umano, pubblicato nel 1990, introdusse un argomentazione vigorosa a favore di un nuovo modo di concepire lo sviluppo. Che il fine ultimo dello sviluppo debba essere la creazione delle condizioni necessarie affinché ciascun individuo possa condurre una vita lunga, sana e produttiva può oggi apparire scontato; ma non è sempre stato così. Negli ultimi vent anni, un obiettivo centrale dei Rapporti sullo Sviluppo Umano è stato quello di evidenziare come lo sviluppo riguardi principalmente ed essenzialmente le persone. A venticinque anni di distanza, la genialità concettuale e l assoluta rilevanza di quel paradigma originario rimangono inconfutabili. Oggi è quasi universalmente riconosciuto che il successo di un Paese o il benessere di un individuo non possono essere valutati su base prettamente monetaria. Il reddito, naturalmente, è determinante: senza risorse, qualsiasi progresso è difficile. Tuttavia, occorre considerare anche se le persone possono condurre una vita lunga e sana, se hanno l opportunità di ricevere un istruzione e se sono libere di usare le loro conoscenze e i loro talenti per forgiare il proprio destino.

Lo sviluppo umano si qualifica assumendo alcuni concetti fondamentali : a) Eguaglianza: lo sviluppo umano è un processo di ampliamento delle opportunità che deve andare a beneficio di tutte le persone e non solo di pochi privilegiati. Le persone devono godere di pari opportunità e ogni barriera contro le opportunità politiche, economiche, sociali e culturali deve essere abbattuta affinché tutti possano trarre benefici. Un percorso di sviluppo che lascia fuori qualcuno da questo cammino, non potrà condurre molto lontano. b) Sostenibilità: Con sostenibilità si intende la capacità di un processo di sviluppo di garantire la riproduzione delle forme di capitale fisico, umano, sociale e ambientale che lo costituiscono, in modo da contribuire al suo perdurare nel tempo. L attenzione posta dai Rapporti sulla sostenibilità fa si che il concetto di sviluppo umano sia spesso sostituito o accompagnato da quello di sviluppo umano sostenibile. Lo sviluppo umano sostenibile è quel processo che garantisce a tutte le generazioni presenti e future di utilizzare al meglio le proprie potenzialità. Per raggiungere questo obiettivo il processo di sviluppo deve essere armonizzato con i mezzi che offre la natura, dando la priorità assoluta al rinnovamento dell ecosistema. Infine, deve contribuire a generare istituzioni interamente dedicate ai diritti delle persone, sia nel funzionamento dei meccanismi dello Stato, sia nelle espressioni della società civile. c) Partecipazione: la partecipazione della gente rappresenta uno dei punti centrali dell approccio dello sviluppo umano. Partecipazione vuol dire che le persone sono coinvolte in profondità nei processi economici, sociali, culturali e politici che influenzano la loro vita. In alcuni casi, esse possono godere di un controllo completo e diretto di questi processi, mentre in altri questo controllo può essere indiretto o parziale, ma il punto fondamentale è che dispongono comunque di qualche potere. La partecipazione, intesa in questo senso, è un elemento essenziale dello sviluppo umano. Come si evince, il senso della partecipazione è qui inteso in modo molto più ampio rispetto alla semplice partecipazione politica che si esprime attraverso il voto: è qualcosa che appartiene ad ogni sfera della vita umana. Questo significa che ogni meccanismo di esclusione, di discriminazione, di impedimento al processo partecipativo nei confronti di un qualunque individuo, rappresenta un limite ed una sconfitta per lo sviluppo umano. d) Produttività: le persone devono essere messe in grado di incrementare la propria produttività, di partecipare pienamente al processo di produzione dei redditi e di accedere a un impiego remunerato.

La crescita economica costituisce quindi un sotto insieme, comunque fondamentale, dell approccio dello sviluppo umano. Proprio perché l'aspetto produttivo è importante per ogni approccio che si preoccupi di questioni di sviluppo, solo una popolazione ben nutrita, sana, con adeguate competenze e motivata a partecipare può contribuire all'accrescimento della produttività. Investire sulle persone significa puntare su di un investimento che arrecherà i maggiori profitti a medio-lungo termine, ma è certamente un investimento remunerativo. Rapporto UNDP sullo sviluppo umano del 2015 Presentiamo una sintesi e alcuni commenti al Rapporto dell UNDP del 2015, dal titolo Il lavoro per lo sviluppo umano il cui testo completo potrete trovare al seguente link : http://report.hdr.undp.org. Il gruppo di lavoro che ha elaborato il Rapporto 2015 è stato diretto e coordinato da Selim Jahan, originario del Bangladesh, ha conseguito un PhD in Economia presso la McGill University del Canada. Il pianeta terra supera ormai i 7 miliardi e 300 milioni di abitanti. Oltre 3.200 milioni sono occupati; tanti milioni di persone poi svolgono lavori di cura familiare, di volontariato, di lavoro creativo contribuendo alla qualità della vita delle comunità. Due miliardi di persone, negli ultimi 25 anni, sono uscite dal livello più basso dello sviluppo umano, ora è necessario concentrare l attenzione sul lavoro per favorire il progresso. Il rapido sviluppo tecnologico, un processo di globalizzazione sempre più intenso, l invecchiamento della società e le sfide ambientali stanno rapidamente trasformando il significato che oggi deve essere attribuito al lavoro e le sue modalità di svolgimento. Questo nuovo mondo del lavoro presenta grandi opportunità per alcuni, ma, allo stesso tempo, profonde sfide per altri. Oggi, la popolazione ha una aspettativa di vita più lunga, è aumentato il numero di bambini che frequentano la scuola e il numero di persone che hanno accesso all acqua potabile e ai servizi igienici fondamentali. Tra il 1990 e il 2015, la povertà in termini economici è diminuita in diversi paesi in via di sviluppo di più di due terzi. Il numero di persone in condizioni di povertà estrema nel mondo è diminuito da 1900 a 836 milioni. La mortalità infantile è scesa di oltre la metà, il tasso di mortalità dei bambini al di sotto 5 anni è sceso da 12,7 a 6 milioni.

Più di 2.600 milioni di persone hanno avuto un miglior accesso alla fornitura di acqua potabile e circa 2.100 milioni un miglior accesso ai servizi igienici fondamentali. Circa 1.000 milioni di persone che lavorano nel settore agricolo e oltre 500 milioni di persone che lavorano in aziende a conduzione familiare producono più del 80% del cibo del pianeta, contribuendo quindi a migliorare la situazione nutrizionale e sanitaria. Il Rapporto sullo Sviluppo Umano 2015, sollecita i governi ad agire ora per essere certi che nessuna persona sia lasciata indietro in un mondo del lavoro che cambia rapidamente. Nel mondo, 795 milioni di persone soffrono la fame, 11 bambini di età inferiore ai 5 anni muore ogni minuto e 33 mamme muoiono ogni ora. 37 milioni di persone vivono con l'hiv e 11 milioni soffrono do tubercolosi. Circa 830 milioni di persone nel mondo sono lavoratori poveri ( meno di 2 $ al giorno). Inoltre, 1.500 milioni sono occupati vulnerabili in condizioni di scarsa dignità del lavoro e assenza di rappresentanza sindacale e di sicurezza previdenziale e sociale. Circa l 80% della popolazione del pianeta possiede solo il 6% della ricchezza globale. Nel 2016 l 1% delle persone più ricche possiederà il 50 % del totale delle ricchezze del mondo. Una concentrazione in poche mani che crea disuguaglianza e che contrastata con politiche globali e locali adeguate. Si sottolinea la richiesta di lavoro equo e dignitoso per tutti. In questo, l incoraggiamento ai governi a guardare oltre l occupazione per considerare tutte le varietà di lavoro esistenti, come ad esempio quello di cura non retribuito, il volontariato o quello creativo, tutti importanti per lo sviluppo umano. Not in Education, Employment or Training. L acronimo NEET si riferisce a giovani che non studiano, non hanno un lavoro e non sono impegnati in percorsi formativi. Eurostat ha aggiornato i dati sui giovani NEET al 2014. La percentuale di giovani tra i 15 e i 24 anni che non lavorano, non studiano e non fanno formazione in Italia è del 22,1%. La maggioranza dei paesi europei ha visto diminuire la percentuale di giovani NEET tra il 2013 e il 2014, tanto che la media europea è passata dal 13% al 12,4%. La perdita economica, solo in Italia, per questa situazione di disoccupazione totale giovanile è calcolata in oltre 30 miliardi di euro annui. In Europa di oltre 150 miliardi di euro.

Il bisogno di opportunità di lavoro più inclusivo e sostenibile è stato enfatizzato dall Amministratore del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, Helen Clark, che ha affermato: Il lavoro dignitoso arricchisce non solo l economia, ma anche la vita delle persone. È necessario che tutti paesi rispondano alle sfide poste dal nuovo mondo del lavoro e ne colgano le opportunità per migliorare la vita delle persone e i loro mezzi di sussistenza. Il progresso umano accellererà quando tutti coloro i quali desiderano lavorare avranno l opportunità di farlo in condizioni decenti. Ciò nonostante, in molti paesi, alcune persone sono spesso escluse dal lavoro remunerato, oppure sono pagate meno di altre nello svolgere lavori di pari valore, dice l autore principale del rapporto, Selim Jahan. Tre delle quattro ore di lavoro non retribuito sono effettuate da donne. Il rapporto presenta una nuova accurata analisi della divisione del lavoro, e non solo di quello retribuito, tra uomini e donne. Mentre le donne svolgono il 52 per cento del lavoro globale, permangono evidenti disuguaglianze nella sua divisione. Il lavoro svolto dalle donne è con più facilità non remunerato rispetto al lavoro svolto dagli uomini, con tre su quattro ore di lavoro non retribuito effettuate da donne. In contrasto, gli uomini svolgono 2 su 3 ore di lavoro retribuito. Poiché sulle donne spesso ricade il carico del lavoro di cura dei componenti della famiglia, il rapporto avverte come questo sbilanciamento delle responsabilità possa peggiorare con l aumento dell età della popolazione. Quando il lavoro delle donne viene retribuito, in genere il guadagno, a livello globale, è in media inferiore del 24 per cento del guadagno percepito dagli uomini, e le donne occupano meno di un quarto delle posizioni direttive a livello mondiale. Per ridurre questa disuguaglianza, la società ha bisogno di nuove politiche, inclusa una migliore accessibilità dei servizi di cura retribuiti. Assicurare uguale remunerazione, riconoscere permessi lavorativi familiari retribuiti, e affrontare la questione delle molestie e le norme sociali che escludono così tante donne dalla possibilità di svolgere un lavoro retribuito sono tra i cambiamenti necessari. Ciò consentirebbe una condivisione più ampia del carico di lavoro di cura non retribuito, e darebbe alle donne una opportunità reale di scelta circa la partecipazione o meno alla forza lavoro, ha affermato Helen Clark. Globalizzazione e rivoluzione digitale sono lame a doppio taglio Globalizzazione e cambiamenti tecnologici stanno determinando un mondo del lavoro sempre più polarizzato.

Non c è mai stato un momento migliore per essere un lavoratore altamente specializzato. Al contrario, non è un buon momento per essere non specializzati. Questo sta intensificando le disuguaglianze esistenti, ha detto Selim Jahan. I lavoratori altamente specializzati e coloro i quali hanno accesso alla tecnologia, incluso l accesso ad internet, hanno nuove opportunità rispetto alle tipologie di lavoro disponibili e alle nuove modalità di lavoro. Oggi si registrano sette miliardi di sottoscrizioni a telefonia mobile, 2.3 miliardi di persone con smart phone, e 3.2 miliardi con accesso ad internet. Questo ha determinato molti cambiamenti nel mondo del lavoro per esempio, l aumento dell e-commerce e l esternalizzazione di massa dei servizi bancari, di supporto informatico, e altri servizi. Nonostante le nuove opportunità, tuttavia, sta aumentando il numero dei lavori vulnerabili e rimane un ampio divario digitale, osserva il rapporto. Nel 2015, l 81 per cento delle famiglie nei paesi sviluppati ha accesso ad internet, ma lo stesso vale solo per il 34 per cento nelle regioni in via di sviluppo e il 7 per cento nei paesi meno sviluppati. Si prevede che molti lavori di routine, come per esempio il lavoro di ufficio, scompaiano o siano rimpiazzati da computer, se non sono già scomparsi, avverte il rapporto, mentre molti lavoratori dovranno affrontare condizioni di insicurezza. Secondo l Organizzazione Internazionale del Lavoro, il 61 per cento delle persone occupate a livello globale lavora senza contratto, e solo il 27 per cento della popolazione mondiale gode di protezione sociale completa. Il rapporto chiama i governi a formulare strategie per l occupazione a livello nazionale che tengano in considerazione le molte sfide che emergono in un mondo del lavoro che cambia velocemente. Enfatizza il ruolo chiave che il lavoro può giocare nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti nell Agenda 2030 : (https://sustainabledevelopment.un.org/post2015/transformingourworld ) Il tipo di lavoro che molti di noi svolgono dovrà necessariamente cambiare se i nostri sistemi economici e la società sapranno realizzare un reale progresso verso un futuro a basse emissioni e climaticamente resiliente. Questi cambiamenti influenzeranno il modo in cui il mondo del lavoro appare, dichiara il rapporto.

Con la crescita verde, nuovi lavori saranno creati, la natura di altri verrà trasformata e altri ancora scompariranno. Questi cambiamenti idealmente dovrebbero essere supportati da sistemi e reti di protezione sociale. Il rapporto sostiene che opportunità di lavoro possono essere favorite dagli obiettivi globali di sviluppo. Il rapporto stima, per esempio, che circa 45 milioni di lavoratori addizionali del settore salute dovranno operare per compiere quanto stabilito negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Questo vedrà la forza lavoro globale nel settore salute aumentare da 34 milioni nel 2012 a 79 milioni nel 2030. Mentre la risposta politica al nuovo mondo del lavoro varierà da paese a paese, tre principali gruppi di politiche risulteranno critici se i governi e la società vogliono massimizzare i benefici e minimizzare i disagi legati ad un nuovo del mondo del lavoro che evolve. Strategie sono necessarie per creare nuove opportunità di lavoro e assicurare il benessere dei lavoratori. Il rapporto, dunque, propone un piano di azione che punta su tre obiettivi: a) Un Nuovo Contratto Sociale tra governo, società e settore privato, per assicurare che tutti i membri della società, in particolare coloro i quali lavorano fuori dal settore formale, vedano riconosciuti i propri bisogni nella formulazione delle politiche. b) Un Accordo Globale tra i governi per garantire diritti dei lavoratori e benefici a livello mondiale. c) Un Programma per il Lavoro Dignitoso, per tutti i lavoratori, che promuova libertà di associazione, uguaglianza, sicurezza e dignità nella vita lavorativa. Classifica in base all indice di sviluppo umano ISU degli stati del pianeta L Indice di Sviluppo Umano è calcolato su tre aspetti significativi : longevità, performance educative e standard di vita a cui corrispondono specifici indicatori di riferimento. La longevità è misurata con la speranza di vita alla nascita. La speranza di vita è data dal numero di anni che un individuo di un determinato paese può ragionevolmente sperare di vivere al momento della sua nascita. L idea di fondo che ha portato alla scelta di questo indicatore è che poter aspirare ad una vita lunga sia un valore importante di per sé che riflette anche altri aspetti essenziali come avere un alimentazione adeguata e godere di buona salute.

Le performance educative sono la sintesi di due diversi indicatori: il tasso di alfabetizzazione degli adulti, vale a dire la percentuale di persone con più di 15 anni in grado di leggere e scrivere, e il rapporto lordo di iscrizione, vale a dire il rapporto fra gli iscritti alla scuola primaria, secondaria e terziaria e la popolazione delle corrispondenti fasce di età (esempio: quanti bambini in età 6-10 anni frequentano la scuola elementare rispetto al numero complessivo di bambini che appartengono a questa classe di età). Lo standard di vita, infine, è misurato attraverso il PIL reale pro-capite corretto in termini di parità di potere d acquisto. La classifica 2015 considera 188 stati del pianeta i cui dati sono reperibili e attendibili. Altri sette territori tra cui la Somalia e la Corea del Nord non sono considerati in quanto non si hanno i dati necessari. I 20 paesi con miglior indice di sviluppo umano sono nell ordine : Norvegia, Australia, Svizzera, Danimarca, Olanda, Germania, Irlanda, USA, Canadà, Nuova Zelanda, Singapore, Hong Kong, Liechtenstein, Svezia, Regno Unito, Islanda, Corea del Sud, Israele, Lussemburgo, Giappone. La Norvegia ha un ISU pari a 0,944 (con una aspettativa di vita di 81,6, di anni di scolarità 17,5, e il reddito pro capite 64,99). L Italia si colloca al 27 posto con l ISU pari a 0,873 (ha l aspettativa di vita tra le più alte al mondo, pari a 83,1 ma un reddito pro capite di solo 33,03). Il fondo della classifica vede solo paesi dell Africa sub sahariana : Niger, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Chad, Burundi, Burkina Faso, Guinea, Sierra Leone, Mozambico, Mali, Guinea Bissau, Liberia, Congo, Gambia, Etiopia, Malawi,Costa D Avorio. Al 171 posto l Afganistan, ultimo dei paesi asiatici e al 163 posto Haiti, paese con l ISU più basso dell America Latina.